Mentre la politica è una bolgia (creata ad arte sia chiaro) c'è mantiene la freddezza e ragiona: il Presidente della Camera candida la Rete al Nobel per la pace: "a creare - ha detto - un forte movimento a sostegno dell'assegnazione del premio Nobel per la pace 2010 a internet, l'accesso al quale deve essere considerato un vero e proprio diritto fondamentale dell'uomo". Una volta tanto non posso che essere d'accordo dato che nella Rete il sottoscritto c'è dal 1994, un vero dinosauro, e ne va orgoglioso dato che l'ha vista crescere e diventare, fra mille ostacoli e difficoltà, quella che oggi è. C'è da aspettarsi che vengano subito fatte delle leggi e degli stanziamenti per farvi accedere tutti? Scordatevelo perchè ci sono precisi interessi affinché ciò non accada: troppi gli investimenti nel digitale e nel satellite per accettare che nasca un terzo concorrente che gli sfili dalle mani il giocattolo: e non solo dato che attraverso questo giocattolo i si è costruito sopra una fortuna economica e assunto il controllo di una bella fetta di popolazione che, lontana dalla politica da sempre, ha acettato di buon grado un modello sociale basato sul disimpegno e sulle vie brevi per arrivare al sucesso e fare soldi anche senza molti scrupoli. Questa candidatura al nobel, pur utile, potrebbe rivelarsi un boomerang: perché? Perchè accendendo i riflettori su essa si svegliano appetiti e frenesie di controllo e gestione diretta che l'ammazzerebbero per sempre e senza appello. Immaginate i provvedimenti già ora in cantiere e le cause in corso contro coloro che mettono in share contenuti altrui: il livore si accrescerebbe e come minimo sarebebro capaci di qualunque cosa pur di "ararla" pro domo propria. C'è da giurarci che farebbero tutto in nome della concorrenza, del mercato e della libertà: tutte parole che nascondono l'esigenza prima che qualunque potere corrotto e in crisi ha ossia metterci le mani sopra ed evitare che i liberi cittadini la usino e creino propri spazi di libertà al di fuori da esso e a volte anche contro esso. E' giusto, quindi, candidarla al Nobel per la pace? Certamente. E' necessario ora più che prima difendere la libertà della rete? Altrettanto certamente si perché sennà questi ce la scippano e ne fanno un'altra bolgia a loro immagine e somiglianza svilendola nella sua essenza principale e nella sua capacità die ssere dovunque e in ogni momento. Non facciamocela scippare e, anche se non è (e non sarà mai) l'agorà, rendiamola sempre più libera e aperta perchè essa è davvero "l'ultimo lembo di libertà" che abbiamo.
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