Ora c’è una data. O almeno questo è quello che credono i prestigiosi ricercatori del Mit di Boston.
La vita sulla Terra cesserà
di esistere nel 2100. Ovvero tra meno di 90 anni. E non si tratta di
una profezia Maya o di chissà quale presagio di un cartomante. A dirlo è
la matematica, che – come si dice – non è un’opinione.
A sostenere la ricerca è stato un team di studiosi presso il Lorenz Center del MIT di Boston.
A guidarli Daniel Rothman, secondo il quale nel 2100 la terrà andrà
incontro ad una nuova estinzione di massa. Stavolta la più drammatica.
Tragica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances e
si basa su calcoli matematici che tengono conto dell’inquinamento
atmosferico, per la precisione la quantità di C02 nell’amosfera. Gli
studiosi hanno scoperto che durante le precedenti estinzioni di massa
era elevato il livello di C02 nell’aria. Basandosi su questo dato gli
studiosi hanno dunque calcolato quale è il livello massimo di anidride
carbonica sostenibile dal pianeta e significherebbe un punto di non
ritorno: 310 gigatoni. Cifra che – se nulla cambia – la Terra
raggiungerà (appunto) nel 2100.
“La
storia della Terra è una storia di cambiamenti – ha dettolo Daniel
Rothman -: alcuni sono graduali e benigni, altri (soprattutto quelli
associati a catastrofiche estinzioni di massa) sono relativamente
repentini e distruttivi. Cosa distingue gli uni dagli altri? Ho
presupposto che le alterazioni del ciclo del carbonio sulla Terra
portino a estinzioni di massa sul lungo periodo, se i cambiamenti si
avvicendano velocemente; sul breve, se essi sono di vasta portata”. E
ancora: “Non sto dicendo che il disastro accadrà domani. Sto dicendo che
se l’immissione di CO2 nell’atmosfera non viene controllata potrebbe
trasformarsi in qualcosa di più grande e potrebbe comportarsi in un modo
difficile da prevedere. Nel passato geologico, questo tipo di
comportamento è associazione alle estinzioni di massa”.
pubblicato su:
1. Il Giornale
Nessun commento:
Posta un commento