di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 maggio 2014
Boom della sinistra di
Tsipras in
Grecia,
Cdu di
Angela Merkel primo partito in
Germania e forte ascesa degli euroscettici del
Fpoe in
Austria. Ma il dato più rilevante delle europee è il trionfo degli euroscettici del
Front National di
Marine Le Pen che,
dopo l’ottimo risultato alle scorse amministrative, sono per la prima volta il primo partito in
Francia.
Invita tutti gli euroscettici, incluso il Movimento 5 Stelle, a unirsi
al Fn e sottolinea che “ciò che è stato espresso oggi è un rifiuto
massiccio dell’Unione europea”. Un risultato che spinge la leader di
destra a chiedere al presidente
Francois Hollande lo scioglimento dell’
Assemblea nazionale e le dimissioni del premier francese
Manuel Valls.
I socialisti, infatti, toccano oggi il minimo storico. ”Questa sera è
un momento grave”, ha detto il primo ministro, che ha definito i
risultati degli exit poll ”un terremoto” ma ha garantito che il governo
andrà avanti con le
riforme.
“Tutti coloro che
sono per la libertà l’indipendenza e contro l’Ue devono unirsi a noi –
ha detto Le Pen, rivolgendosi agli euroscettici dal quartiere generale
di Nanterre - L’
Unione europea deve restituire quello che ha rubato, con la
debolezza, la
viltà
e il tradimento delle élite europee, deve restituire al popolo la sua
sovranità e dobbiamo costruire un’altra Europa: l’Europa delle nazioni
libere e sovrane, l’Europa delle cooperazioni liberamente scelte”. Sui
primi assetti che si delineano dagli exit poll interviene anche il
presidente della Bce
Mario Draghi che, aprendo il forum
dell’Eurotower sulle banche centrali, spiega che “gli elettori in
tutta Europa si sono chiaramente allontanati” e “vogliono risposte”.
Affluenza Europee – Le elezioni
europee 2014 hanno
registrato un tasso di partecipazione in rialzo in molti Paesi. Il
contrario di quanto si riteneva alla vigilia delle urne, visto il
successo dei partiti euroscettici.
Anche i cittadini ucraini oggi sono chiamati alle urne per le presidenziali (leggi) e
in Italia si vota anche in 4mila Comuni e due regioni, Abruzzo e Piemonte (leggi). Cresce a partire da
Francia e
Germania. Nel primo Paese è stata del
15,70% a mezzogiorno, in rialzo rispetto al
14,81% delle elezioni del 2009, mentre nel secondo, è stata del
25,6 alle 14 (contro il
20,2% nel 2009). Partecipazione alta anche in
Portogallo (12,14% contro l’11,84% nel 2009). In
Spagna, l’affluenza è praticamente invariata rispetto al 2009 (
23,83% alle 14 di oggi contro il
24,1% nella stessa ora di cinque anni fa). A
Cipro,
secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Interni
responsabile per le elezioni, soltanto il 41.3% degli aventi diritto al
voto è andato oggi ai seggi contro il 59% delle elezioni del 2009 e il
72.5% di quelle (le prime per Cipro) del 2004. In
Croazia, che ha aderito alla
Ue lo scorso anno, la partecipazione è stata del
7,53%, quattro ore dopo l’apertura dei seggi, in aumento dell’
1,64% rispetto alla prima elezione europea del 2013. Al contrario, i cechi, che hanno votato venerdì e sabato, sono stati il
20%, secondo i dati dell’agenzia
Ctk, rispetto al
28,22 del 2009. Nel 2009, l’astensione superò il
70% in diversi Paesi dell’Est, quali la
Slovacchia, la
Lituania, la
Polonia, la
Romania, la
Repubblica ceca e la
Slovenia.
Germania - La
Cdu di
Angela Merkel si conferma il primo partito. Stando agli exit poll ha ottenuto il 36% e l’
Spd segue con il 27,5%. Grande affermazione per il partito antieuro
Alternative Fuer Deutschland con il 6,5%. I
Verdi hanno il 10,5%. La
Linke avrebbe il 7,5%. I
Liberali, usciti dal parlamento nazionale, avrebbero ottenuto il 3%. E i
neonazisti, secondo le ultime proiezioni, otterebbero un seggio, entrando per la prima volta a
Strasburgo. Secondo quanto riferito dalla tv
Ard, il partito neonazista avrebbe ottenuto lo 0,8% dei voti, sufficienti per entrare nell’
Europarlamento,
dopo che nelle settimane scorse la Corte costituzionale tedesca aveva bocciato la soglia di sbarramento al 3% per le elezioni europee. ”E’ possibile che stasera saremo in vantaggio- ha detto
Martin Schulz, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea – in questo caso rivendicherò la presidenza della della
Commissione europea“.
Schulz ha commentato così il risultato dell’Spd con il quale, ha
aggiunto, “ho un sicuro vento in poppa”. Per Schulz, “della presidenza
si decide a
Strasburgo e a
Bruxelles”. Alle europee del
2009 i cristianodemocratici di Angela Merkel presero il 37,9%, i socialdemocratici di
Sigmar Gabriel il 20,8, i
Verdi il 12,1, i
Liberali l’11% e la
Linke il 7,5%. Alternative fuer Duetschland, la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di
Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di
Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5% rimanendo fuori dal
Bundestag.
Francia – Secondo l’istituto di sondaggi Csa, il
Front National di
Marine Le Pen è in testa con il 25%, l’
Ump è al 20,3% e il
Partito socialista, col 14,7% dei voti, raggiunge il peggior risultato elettorale della sua storia. Il premier
Manuel Valls prevede un intervento pubblico in serata. Larga vittoria di Fn anche per l’istituto
Ipsos,
che prevede fra i 23 e i 25 seggi per il partito di destra, che ne
aveva conquistati soltanto 3 nel 2009. Fra i 18 e i 21 seggi sono
assegnati all’Umo, 13 al Partito socialista. Il partito di Le Pen
quindi, per la prima volta, è primo in una consultazione nazionale in
Francia e ha poco meno del doppio dei voti del
Partito socialista al
governo. ”Il
popolo sovrano ha parlato in modo forte e chiaro, come in tutti i
grandi momenti della storia. Il popolo sovrano ha scelto di riprendere
in mano il proprio destino”, ha detto Marine Le Pen, commentando i dati
diffusi. La leader del Front National ha lanciato un appello solenne al
presidente
Francois Hollande affinché proceda allo
scioglimento dell’Assemblea nazionale dopo lo storico risultato.
L’attuale sistema, ha detto, “non è più rappresentativo, non si può
ignorare chi ottiene il 25% dei voti”.
I risultati preoccupano
fortemente i socialisti francesi, fino a spingere la ministra
dell’Ecologia ed esponente di punta del partito,
Segolene Royal, a parlare di “shock a livello mondiale”. “Stasera – ha detto su TF1 l’ex compagna del presidente
Francois Hollande e già candidata all’Eliseo contro
Nicolas Sarkozy
nel 2007 – i cittadini del mondo e i cittadini europei vedranno che in
Francia un elettore su 4 ha votato per un partito violentemente
antieuropeo”. Il primo ministro francese Manuel Valls, parlando in tv
ai francesi dopo la sconfitta elettorale, ha annunciato che il governo
“continuerà con le sue riforme”, e ha esortato tutti i francesi ad un
“sussulto repubblicano”.
Gli exit poll evidenziano che un francese
su 4 ha votato per il Front National. Un risultato al di là di ogni
previsione. La vittoria era stata prevista dai sondaggi nei mesi scorsi,
ma le proporzioni sono superiori ad ogni previsione. Cinque punti in
più dell’
Ump, il partito della destra istituzionale già in crisi per le accuse di fondi neri contro il suo presidente,
Jean-Francois Copé (20,3%). Con poco più del 14%, il
Partito socialista potrebbe aver toccato il suo fondo storico, che finora era il 14,5% quando il partito nel 1994 era guidato da
Michel Rocard. Il
Front National quadruplica i suoi voti rispetto al 2009, l’
Ump crolla di 7 punti. Nessun record storico per l’
astensione,
come si temeva: è andato a votare il 43% degli elettori, contro il
40,5% nel 2009. La coalizione di governo, su scala nazionale (PS e
Verdi) tocca appena il 23,4% dei voti
Austria – Dalle prime proiezioni, emerge il boom degli
euroscettici: i popolari
Oevp restano al primo posto con il 27,8% (-2,2%), i socialdemocratici
Spoe stabili al 23,7%, mentre il grande vincitore sarebbe il partito di destra euroscettico
Fpoe,
terzo con il 19,9% (+7,2%). Secondo l’agenzia Apa, i seggi hanno
chiuso alle 17 e le proiezioni sono sul 18% delle schede. Per il leader
del partito di destra austriaco Fpoe,
Heinz-Christian Strache,
si tratta di uno “straordinario successo”. “Da dieci anni vinciamo una
elezione dopo l’altra e oggi siamo sopra il 20%. Un risultato che i
nostri avversari non potranno certo ridimensionare”, ha detto. Si tratta
del partito che vuole limitare l’accesso degli immigrati in
Austria, proponendo anche un’uscita dagli accordi di
Schengen. In un’intervista rilasciata in campagna elettorale
Strache ha
sostenuto che se non vi sarà una svolta in Europa, il suo partito sarà
favorevole a un referendum per chiedere agli austriaci se restare
oppure no nell’Ue.
Danimarca
- Il partito anti-immigrati è primo secondo gli exit poll. Il Partito
popolare danese si attesta fra il 23,1% e il 24,9%, ossia 3 seggi al
Parlamento europeo. I socialdemocratici al governo avrebbero il 20,5%.
Grecia –
Tsipras sarebbe in testa (dal 26 al 30%), al secondo posto
Nea Dimokratia (centrodestra) con il 23-27%, al terzo il neo-nazista
Chrysi Avgì (
Alba Dorata) con l’8-10% e al quarto posto il socialista
Pasok con il 7-9%. In
Irlanda, un exit poll della tv
Rte, segnala che lo
Sinn Fein è diretto verso la conquista di un seggio europeo eletto nella circoscrizione di
Dublino e calcola per le europee un’affermazione al 17% in crescita rispetto al 10% registrato nelle ultime elezioni politiche. Gli
indipendenti sarebbero in testa con il 27%, seguito da
Fine Gael (centrodestra) al 22%, il partito laburista in calo al 6%. In aumento i
Verdi al 6%.
Bulgaria – Secondo i primi exit poll, si afferma il partito conservatore
Gerb dell’ex premier
Boyko Borissov, con il 28,6% e sei seggi dei 17 spettanti alla
Bulgaria al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista di
Serghei Stanishev, con il 19,8% e cinque seggi; il partito della minoranza turca,
Dps, con il 14,9% e tre seggi; la coalizione guidata dal neopartito Bulgaria senza censura con l’11,1 per cento e due seggi; e il
Blocco riformista, alleanza di partiti di centrodestra, con il 6,4% dei voti e un seggio. A
Malta, secondo le ultime proiezioni, il partito laburista ha conquistato il 53% dei voti. Il
Partito nazionalista, iscritto al gruppo
Ppe al Parlamento europeo, è al 40% e i
Verdi al 2,7%.
Slovenia – Sempre secondo gli exit poll, è in testa il
Partito democratico sloveno (
Sds, centrodestra) con il 24,6% e tre degli otto eurodeputati spettanti al Paese, seguito da
Lista Nova Slovenija (Sls, centrodestra) al 15,2% e due seggi. Al terzo posto è data la lista
Verjamem (centrosinistra) con il 10,6% e un deputato, al quarto
Desus (centrosinistra) al 9,1% e un seggio, seguito dal partito socialdemocratico (centrosinistra) con il 7,9% e un seggio.
Finlandia
– Gli euroscettici arrivano solo quarti, secondo quanto emerge dalle
prime proiezioni basate su exit poll a più un terzo di schede
scrutinate: in testa ci sono i popolari del
KK con il 22,7 % (4 seggi), seguiti dai
liberali di
SK con 21,0% (3 seggi), terzi i socialisti di
SSP con il 13,6% (2 seggi). Solo quarti i nazionalisti ‘Veri finlandesi’, dati in testa nei
sondaggi: si fermerebbero al 12,8% (2 seggi). Un seggio andrebbe anche alla sinistra radicale
Vasemmistolitto (9,4%) e uno ai
Verdi (7,9%).
Lettonia – Nel corso degli scrutini, il portale di informazione Lsm.Lv diffonde alcuni dati non ufficiali.I popolari del partito
Unity sarebbero al 46% con 4 eletti, i conservatori dell’
Alleanza Nazionale al 15% (1 seggio), mentre i socialdemocratici pro-russi dell’
Harmony Center sarebbero
al 13% (1 seggio) e l’Unione dei Verdi ed Agricoltori, nuovo partito
che non ha ancora scelto lo schieramento europeo, all’8% (1 seggio).
Svezia – Secondo gli exit poll, i
socialdemocratici sono il primo partito con il 23,7%. Crollo dei popolari del
Partito dei Moderati del premier
Reinfeldt che scende al 13,0% (avevano il 18,3% nel 2009), sorprendente ascesa degli
ambientalisti dello
Mp, che sale al secondo posto con il 17,1%. I
liberali di
Fp sarebbero scesi il 9,5% (dal 13,58% di 5 anni fa). Sinistra radicale del
Vaensterpartiet in ascesa all’8,1% (dal 5,66%). Al 7,0% i
Democratici (Sd) euroscettici.
Lussemburgo
- Seggi invariati rispetto a cinque anni fa, con una maggioranza di 3
eurodeputati al partito cristianodemocratico del candidato Ppe alla
presidenza della Commissione Ue
Jean-Claude Juncker. Uno dei tre sarà la commissaria alla giustizia
Viviane Reding. E’ quanto riportano fonti al quotidiano lussemburghese
L’essentiel.
Gli altri tre deputati sono uno per i liberali e uno per i socialisti
(al governo) e uno per i verdi. Lo scrutinio delle schede è terminato
ma i risultati saranno resi noti alle 23.
Parlamento uscente
– Il Parlamento europeo uscente è risultato dalle ultime elezioni
europee di giugno del 2009. Fino a luglio del 2013 era composto da
754 membri; poi sono stati aggiunti temporaneamente
12 deputati in rappresentanza della
Croazia a seguito del suo ingresso nell’Ue il 1° luglio di quell’anno, portando il totale dei deputati a
766.
Successivamente è stata attuata una redistribuzione dei seggi agli
Stati membri in modo che, in questa tornata elettorale, si tornerà ad
avere
751 parlamentari. L’Europarlamento uscente è composto così: 273 deputati del
Partito popolare europeo, 196 parlamentari del gruppo Alleanza progressista dei
socialisti e dei
democratici (S&D)
a cui fa capo il Pse, 83 seggi del gruppo liberare Alleanza dei
democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), 57 seggi del gruppo dei
Verdi/Alleanza libera Europa, 57 deputati del gruppo Conservatori e riformisti europei (Ecr), 34 rappresentanti del gruppo Gue/Ngl della
Sinistra unitaria europea, 31 membri del gruppo parlamentare euroscettico Europa della libertà e della democrazia e 33 del gruppo dei
non iscritti.
p.s.
in
italia? bè...... secondo piepoli e altri istituti non ci sarà sorpasso,
vedremo. Una cosa è certa: mentre nei paesi del nord europa, tranne la
gran bretagna, rimane tutto più o meno stabile altrove.. la gente è
stufa e vota perchi gli dice che andrà in europa a scassare gli
equilibri: anche qui vedremo