si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
venerdì 14 luglio 2017
giovedì 13 luglio 2017
Centri assistenza fiscale, meno fondi e più sanzioni. Così il Tesoro scarica i costi sui contribuenti
di Fiorina Capozzi | 13 luglio 2017 Il Fatto Quotidiano
Stanziamenti ridotti – Dopo i patronati, ora tocca ai Caf. La questione si ripropone per i centri di assistenza fiscale che sono in buona parte in mano ai sindacati e alle associazioni dei datori di lavoro (circa 30 su 70 totali). Ma non solo a loro come dimostra il fatto che nella top five delle aziende del settore ben due sono società a capitale privato. In nome dell’austerity, nel 2012, il governo di Mario Monti aveva varato una prima spending review con cui si dava una sforbiciata ai compensi dei Caf per la compilazione dei 730. Con la legge di Bilancio 2016, il governo Renzi ha ridotto nuovamente gli stanziamenti.
Diecimila dipendenti e un indotto di 28mila persone – La coperta è corta e i Caf devono far quadrare i conti delle loro strutture. Non si tratta di una cosa da poco perché stiamo parlando di settanta aziende, in massima parte srl se non spa, che hanno diecimila impiegati a tempo indeterminato e ne impiegano altrettanti stagionalmente. Senza contare un indotto fatto da 28mila professionisti che si appoggiano ai Caf per gestire le loro pratiche, tutti commercialisti che riescono così a scaricare parte della responsabilità per eventuali errori. Con i tagli lineari della contribuzione pubblica e le previsioni errate sui benefici dell’online, il rischio è che il sistema imploda. Non a caso i Caf hanno impugnato il decreto ministeriale – attuativo dei tagli – della legge di Bilancio 2016 al Tar del Lazio con l’obiettivo di interessare successivamente la Corte costituzionale nell’intento di ottenere il riconoscimento della lesione del principio del legittimo affidamento.
Lo scontro Boeri-Poletti sui fondi per i modelli Isee e Red – Per il governo Gentiloni l’intera vicenda è una vera patata bollente. Da un lato l’esecutivo non riesce a semplificare gli adempimenti fiscali e a far decollare le precomplilate fai da te, dall’altro non ha più denaro in cassa per finanziare i Caf e aiutare così i cittadini ad avere le carte in regola. Un vero rompicapo che coinvolge anche l’Inps dal momento che anche l’istituto previdenziale paga ai Caf un contributo (82 milioni nel 2017) per la compilazione gratuita ai cittadini dei moduli Isee e Red. Non a caso a metà maggio la tensione sui fondi ai Caf è salita alle stelle e ha anche portato ad uno scontro diretto fra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente dell’Inps Tito Boeri che vorrebbe spostare sulla contabilità generale i costi sostenuti dall’ente previdenziale a favore dei Caf. In particolare l’Inps chiede che il contributo pubblico per la compilazione dei moduli Isee non ricada più sul suo bilancio, ma su quello di Comuni, Regioni e Asl, cioè coloro che effettivamente richiedono le dichiarazioni ai cittadini per l’accesso alle prestazioni pubbliche.
Gli enti locali non vogliono pagare. E il governo chiede di farlo ai cittadini – Gli enti locali, che hanno in buona parte difficoltà di bilancio, non hanno però alcuna intenzione di sobbarcarsi questa spesa. E il ministero, dal canto suo, non vuole aprire sul tema un braccio di ferro con gli amministratori locali in un delicato momento politico per il Paese. In attesa che l’esecutivo decida il da farsi, il presidente Boeri ha rilanciato proponendo al governo di affidare l’incarico della compilazione dell’Isee direttamente all’Inps. Manovra che dovrebbe portare a un risparmio da 12 milioni per l’ente previdenziale. A patto però che vengano assunte 1.400 persone. Tuttavia l’operazione non è affatto facile perché è necessario che le assunzioni vengano autorizzate con una norma ad hoc. Così, messo alle strette fra Inps e Caf, il governo ha messo sul piatto l’ipotesi di compartecipazione dei cittadini: ha chiesto cioè ai Caf di domandare un contributo a coloro che hanno un Isee sopra i 30mila euro, il 7% circa del totale, e nel caso non sia sufficiente di lavorare gratis. Proposta che, come è facile immaginare, non è stata accettata di buon grado dai centri di assistenza. Non resta che chiedersi a questo punto come finirà la partita. Qualche indizio potrebbe arrivare in autunno, dopo la stagione dichiarativa.
di Fiorina Capozzi | 13 luglio 2017
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mercoledì 12 luglio 2017
Guerra al Fiscal Compact, Renzi isolato pure da Padoan (Stefano Feltri)
11/07/2017 di triskel182
Nessuno prende sul serio l’idea del deficit al 2,9%.
In un tempo non lontano qualunque slogan Matteo Renzi lanciasse veniva preso sul serio. Almeno per un giorno. Questa volta non è andata così: tra le anticipazioni del libro dell’ex premier, Avanti, che il Pd sta centellinando sui giornali c’era la grande rivoluzione di politica economica: ignorare il trattato del Fiscal Compact e applicare all’Italia soltanto i vincoli del Patto di stabilità del 1992, con il tetto al 3 per cento per il rapporto tra deficit e Pil. Per almeno cinque anni, così da trovare a debito le risorse per spingere la crescita economia. “Avremo 30 miliardi l’anno per ridurre le tasse e finanziare la crescita”. Questa, per Renzi, è la “base della proposta politica del Pd alle prossime elezioni”.Le solite indiscrezioni che la Commissione europea lascia filtrare alle agenzie in questi casi lasciano poco spazio alle ambiguità: “È fuori dalle regole: no ad azioni unilaterali”. Ancora più definitive le parole ufficiali di un portavoce del presidente della Commissione, Jean Claude Juncker: “Il presidente ha un rapporto molto buono con il primo ministro italiano Paolo Gentiloni e i nostri commissari hanno rapporti ugualmente buoni con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan”. E non stupisce, visto che il ministro Padoan – che finora ha sempre coperto le intemperanze contabili di Renzi ma a desso pensa al proprio futuro, forse con un incarico europeo – liquida così il dibattito: “Mi sembra siano temi per la prossima legislatura”. Lui non se ne vuole occupare.
Proprio Padoan, infatti, ha impostato il dialogo (e lo scontro) con Bruxelles su altre basi: dimostrare tutto l’impegno possibile a rispettare gli impegni presi – su riduzione del debito e contenimento della spesa – per poi ottenere concessioni all’ultimo secondo. A inizio giugno ha scritto a Bruxelles di voler rivedere gli impegni presi nel Def, il Documento di economia e finanza di aprile, e di impegnare l’Italia a una correzione strutturale (cioè considerati gli effetti del ciclo economico) soltanto dello 0,3 per cento del Pil nel 2018, invece che lo 0,8 promesso. La risposta è stata – per quanto ancora informale – positiva. La Commissione ormai ha trovato il suo (discutibile e discusso) stile: difendere i vincoli di bilancio come intoccabili ma poi accordare molte eccezioni su base discrezionale e politica. Il confronto diretto e sui principi di fondo non paga.
E questo lo sa pure Renzi. In una sua lontana intervista al Fatto, il 2 gennaio del 2014, poco prima di andare a palazzo Chigi diceva: “Se all’Europa proponi un deciso cambio delle regole del gioco, a partire dalle riforme costituzionali, con un risparmio sui costi della politica che non è solo simbolico, un Jobs Act capace di creare interesse negli investitori internazionali (…) allora in Europa ti applaudono anche se sfori il 3 per cento”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 11/07/2017.
martedì 11 luglio 2017
I 1000 fantasmi che governano il mondo
di Gianluca Ferrara | 9 luglio 2017 Il Fatto Quotidiano
Sono soltanto in 1000 coloro che esercitano il potere su uomini, animali e vegetazione. Mille individui di cui la quasi totalità dell’umanità non conosce i nomi e non ha mai visto i loro volti. Eppure sono i nuovi signori, i nuovi imperatori, i moderni faraoni del mondo odierno senza più confini che è riuscito a globalizzare questa perversa tendenza dell’uomo ad accentrare il potere.
I primi 500 sono gli amministratori delegati delle multinazionali inserite nella lista di Fortune 500, le 500 maggiori imprese del mondo. Questi gruppi transnazionali sono interconnessi, sono una rete solida nella quale tengono imprigionati 7 miliardi di individui. Questi 500 controllano la produzione di cibo, armamenti, energia, acqua e informazione. Ma soprattutto controllano la politica diventata damigella dell’economia e della sua degenerazione finanziaria.
Le politiche predatorie di questo grumo di potere oltre a devastare ambiente e Terra, ha con cibo spazzatura permesso ad una parte del mondo cosiddetto ricco di alimentarsi in maniera insalubre rendendo più di 2 miliardi di persone in sovrappeso, delle quali più di mezzo miliardo obeso. Ogni anno nei Paesi occidentali 3,400,000 muoiono per patologie legate alla sovra alimentazione. Sull’altro lato della medaglia ci sono i volti di quel quasi miliardo di uomini donne e bambini che vivono nell’indigenza, sono malnutriti e circa 36 milioni di loro muoiono annualmente.
Il sistema dei 1000 fantasmi è diabolico se si pensa che quasi il 40% del cibo prodotto finisce nella spazzatura. Basterebbero 50 miliardi di dollari per evitare tale olocausto annuale, una cifra irrisoria se si pensa che le élite economiche spendono 500 miliardi di dollari in pubblicità e circa 1.800 in armamenti. Nei paesi definiti ipocritamente poveri, in realtà ricchi di risorse, fino a 40 anni fa, prima che il regno dei 1000 cominciasse la sua politica egemonica, non c’era malnutrizione. Poi con la distruzione delle economie di sussistenza, l’abbattimento delle barriere doganali e l’imposizione di monoculture per produrre mangime finalizzato alle mandrie bovine, si è rotto un equilibrio millenario.
Gli altri 500 padroni del mondo sono attribuibili all’ambito finanziario. Secondo l’Ufficio del Tesoro Usa sono cinque le Società di intermediazione mobiliare e le divisioni bancarie: Bank of America, J.P. Morgan, Goldman Sachs, Citybank e Hsbc Usa; più cinque banche: Deutsche Bank, Credit Suisse, Ubs, Citycorp-Merill Linch e Bnp-Paribas che in totale controllano più del 90% dei titoli dei derivati emessi. Questi individui gestiscono l’economia virtuale. La finanza, un tempo a servizio dell’economia, è cresciuta fino a diventare 13, 14 maggiore dell’economia reale. Una grande massa di capitali (destinata a deflagrare) che circolano sui computer degli speculatori internazionali e di banchieri a cui è stato concesso di controllare persino l’emissione della moneta.
I capi di governo dei Paesi che aderiscono all’Ocse sono dei dipendenti di questi 1000 individui. Sono succubi (ma anche complici) di un progetto di colonizzazione delle coscienze perfettamente realizzato. Oggi, ogni capo di governo svolge il ruolo di un attore che recita un copione già scritto. Reagan nel 1980 inaugurò questa prassi. Le rarissime improvvisazioni vengono punite con l’immediata sostituzione del recitante (Papandreou-Papademos e Berlusconi-Monti nel 2011).
La grande vittoria dei 1000 è esser riusciti ad innescare una sorta di pilota automatico; la direzione è quella imposta da un paradigma economico che è una mutazione neoliberista dato che poi sono gli Stati a pagare le conseguenze delle turbolenze finanziarie innescate dalla crescete brama di potere e ricchezza di questi individui.
Questa super élite è un governo mondiale ombra che semina consenso elargendo piccole e grandi posizioni di potere e persino premi, si pensi a quanta ipocrisia sia stato il Nobel per la pace riconosciuto ad Obama. Giornalisti, docenti universitari, economisti, politici tutti caduti in questa prigione intellettuale che difendono persino con ardore. Ogni dissenso, spirito critico è bandito. Coloro che si permettono di mettere in discussione l’ordine costituito dai 1000 sono emarginati, resi inoffensivi e persino eliminati (si pensi a Saddam e Gheddafi) come fu fatto, anche nel nostro Paese, con Enrico Mattei e Aldo Moro.
E questa sarebbe democrazia?
I primi 500 sono gli amministratori delegati delle multinazionali inserite nella lista di Fortune 500, le 500 maggiori imprese del mondo. Questi gruppi transnazionali sono interconnessi, sono una rete solida nella quale tengono imprigionati 7 miliardi di individui. Questi 500 controllano la produzione di cibo, armamenti, energia, acqua e informazione. Ma soprattutto controllano la politica diventata damigella dell’economia e della sua degenerazione finanziaria.
Le politiche predatorie di questo grumo di potere oltre a devastare ambiente e Terra, ha con cibo spazzatura permesso ad una parte del mondo cosiddetto ricco di alimentarsi in maniera insalubre rendendo più di 2 miliardi di persone in sovrappeso, delle quali più di mezzo miliardo obeso. Ogni anno nei Paesi occidentali 3,400,000 muoiono per patologie legate alla sovra alimentazione. Sull’altro lato della medaglia ci sono i volti di quel quasi miliardo di uomini donne e bambini che vivono nell’indigenza, sono malnutriti e circa 36 milioni di loro muoiono annualmente.
Il sistema dei 1000 fantasmi è diabolico se si pensa che quasi il 40% del cibo prodotto finisce nella spazzatura. Basterebbero 50 miliardi di dollari per evitare tale olocausto annuale, una cifra irrisoria se si pensa che le élite economiche spendono 500 miliardi di dollari in pubblicità e circa 1.800 in armamenti. Nei paesi definiti ipocritamente poveri, in realtà ricchi di risorse, fino a 40 anni fa, prima che il regno dei 1000 cominciasse la sua politica egemonica, non c’era malnutrizione. Poi con la distruzione delle economie di sussistenza, l’abbattimento delle barriere doganali e l’imposizione di monoculture per produrre mangime finalizzato alle mandrie bovine, si è rotto un equilibrio millenario.
Gli altri 500 padroni del mondo sono attribuibili all’ambito finanziario. Secondo l’Ufficio del Tesoro Usa sono cinque le Società di intermediazione mobiliare e le divisioni bancarie: Bank of America, J.P. Morgan, Goldman Sachs, Citybank e Hsbc Usa; più cinque banche: Deutsche Bank, Credit Suisse, Ubs, Citycorp-Merill Linch e Bnp-Paribas che in totale controllano più del 90% dei titoli dei derivati emessi. Questi individui gestiscono l’economia virtuale. La finanza, un tempo a servizio dell’economia, è cresciuta fino a diventare 13, 14 maggiore dell’economia reale. Una grande massa di capitali (destinata a deflagrare) che circolano sui computer degli speculatori internazionali e di banchieri a cui è stato concesso di controllare persino l’emissione della moneta.
I capi di governo dei Paesi che aderiscono all’Ocse sono dei dipendenti di questi 1000 individui. Sono succubi (ma anche complici) di un progetto di colonizzazione delle coscienze perfettamente realizzato. Oggi, ogni capo di governo svolge il ruolo di un attore che recita un copione già scritto. Reagan nel 1980 inaugurò questa prassi. Le rarissime improvvisazioni vengono punite con l’immediata sostituzione del recitante (Papandreou-Papademos e Berlusconi-Monti nel 2011).
La grande vittoria dei 1000 è esser riusciti ad innescare una sorta di pilota automatico; la direzione è quella imposta da un paradigma economico che è una mutazione neoliberista dato che poi sono gli Stati a pagare le conseguenze delle turbolenze finanziarie innescate dalla crescete brama di potere e ricchezza di questi individui.
Questa super élite è un governo mondiale ombra che semina consenso elargendo piccole e grandi posizioni di potere e persino premi, si pensi a quanta ipocrisia sia stato il Nobel per la pace riconosciuto ad Obama. Giornalisti, docenti universitari, economisti, politici tutti caduti in questa prigione intellettuale che difendono persino con ardore. Ogni dissenso, spirito critico è bandito. Coloro che si permettono di mettere in discussione l’ordine costituito dai 1000 sono emarginati, resi inoffensivi e persino eliminati (si pensi a Saddam e Gheddafi) come fu fatto, anche nel nostro Paese, con Enrico Mattei e Aldo Moro.
E questa sarebbe democrazia?
di Gianluca Ferrara | 9 luglio 2017
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lunedì 10 luglio 2017
Ma .. quanto ci costano?
diamo i numeri (tanto fa caldo e quindi si va in libertà):
- Salvataggio Banche: 68 miliardi;
- Derivati di Stato (la Corte dei Conti ha chiesto i danni a burocrati ed ex ministri dei passati governi... tutti entrati chi in Goldman-Sachs chi JP morgan chi..): costo 60 mld;
- deficit al 2.9% del pil (è di oggi la 'proposta' del pd o meglio del suo segretario.. e la UE s'inkazza): significa almeno una decina di mld di euro.
domenica 9 luglio 2017
scontro di civilità..
per la serie facciamoci del male....
un altro teorico di quel che possiamo definire un fautore del superamento di quanto uscito dalla II° Guerra Mondiale... unito e globalizzato si, certo ma sotto il controllo degli USA e delle lobby che fanno il mercato.
Il Ns Autore è un teorico ed ha il pregio di aver posto il problema portando alla luce del sole quanto da molto tempo si dicuteva nel chiuso dei think thank americani ed europei.
Lo suggerisco agli scettici
un altro teorico di quel che possiamo definire un fautore del superamento di quanto uscito dalla II° Guerra Mondiale... unito e globalizzato si, certo ma sotto il controllo degli USA e delle lobby che fanno il mercato.
Il Ns Autore è un teorico ed ha il pregio di aver posto il problema portando alla luce del sole quanto da molto tempo si dicuteva nel chiuso dei think thank americani ed europei.
Lo suggerisco agli scettici

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