01/12/2015 di
triskel182
L’allarme
arriva dal M5S. Che ricorda l’impegno preso più di un anno fa dal
premier. Per il senatore Girotto si è risolto tutto in “propaganda
mediatica”. Creando le premesse per altri rialzi. Polemica anche con il
presidente della commissione Industria di Palazzo Madama Mucchetti.
Per la proroga degli incentivi agli Interconnectors, grandi linee di
importazione dall’estero. Il parlamentare Pd: “Daranno un beneficio
reale al sistema”.Che ne è stato della
promessa di Matteo Renzi di sforbiciare la
bolletta elettrica delle piccole e medie imprese del
10 per cento? Dopo più di un anno e mezzo la risposta del senatore
Gianni Girotto del Movimento 5 Stelle non piacerà affatto al
presidente del Consiglio: “A discapito della fortissima
propaganda mediatica che accompagnò il suo annuncio, se ne sono
perse le tracce”.
E adesso, al netto dei tagli effettuati in particolar modo sul
meccanismo di incentivazione del fotovoltaico, avverte l’esponente del
M5S, i
costi rischiano addirittura di aumentare. “I motivi sono molti – spiega il componente della
commissione Industria di Palazzo Madama –. La bolletta elettrica è diventata ormai un
bancomat: a pesare non è solo il
canone Rai che si pagherà proprio con la bolletta, ma
tante altre voci che, in un modo o nell’altro, finiscono sempre per
avvantaggiare i grandi produttori e i
grandi consumatori di energia”.
COMANDA IL MERCATO – Sotto accusa, da parte dei grillini, finisce innanzitutto il
ddl concorrenza del governo licenziato lo scorso ottobre dalla Camera. Per effetto del quale,
a partire dal 2018, scatterà l’
abolizione del “mercato tutelato” per famiglie e piccole imprese. Un traguardo che le prime bozze del provvedimento anticipavano addirittura
al 2015 per il gas e al 2016 per l’elettricità. Ma le proteste delle
associazioni dei consumatorie le perplessità manifestate dall’
Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi)
hanno spinto il governo a posticiparne gli effetti. Nel prossimo futuro, quindi,
niente più tariffe di riferimento fissate ogni tre mesi dall’Aeegsi per
salvaguardare gli utenti da possibili impennate dei prezzi ed eventuali
comportamenti collusivi tra gli operatori. Stop, inoltre, all’azione calmierante dell’
Acquirente unico che consente ai clienti tutelati la
partecipazione al mercato all’ingrosso a prezzi concorrenziali. Ciononostante, secondo il governo il prezzo dell’energia sul
libero mercato sarà comunque
più vantaggiosoper il consumatore finale. Opinione non condivisa da diverse
associazioni dei consumatori, tra le quali
Adusbef e
Federconsumatori: “Il
principale effetto di questa misura – accusarono già a febbraio commentando le nuove misure del governo – sarà quello di
aggiustare i conti delle aziende energetiche a spese dei
consumatori domestici e delle
piccolissime imprese”.
FUORI TARIFFA – Aumenti che, temono anche altre associazioni come Greenpeace, Legambiente e Wwf, per effetto della
riforma delle tariffe proposta dall’Aeegsi, potrebbero finire per
gonfiare la bolletta elettrica soprattutto per le famiglie più povere. In che modo? “Se si guarda con attenzione nel provvedimento che ridisegna la tassazione sui consumi elettrici,
cancellando la progressività che oggi
premia chi consuma di meno, si scoprono diverse conseguenze
preoccupanti per i consumatori e per l’ambiente”, spiega in un editoriale pubblicato sul giornale online
Qualenergia.it,
Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. “A leggere i testi della stessa Autorità si scopre che per una
famiglia media gli
aumenti varierebbero tra il 5 e il 30% a seguito dell’entrata in vigore della riforma – scriveva lo scorso 16 novembre –. È vero,
qualche grande consumatore avrebbe dei vantaggi, ma la stragrande maggioranza delle
famiglie sarebbe penalizzata da
costi più alti”. Insomma, un paradosso: più consumi meno paghi. Per far comprendere i numeri, Zanchini aggiunge che “
solo il 6% di coloro che hanno consumi
sopra i 3 kilowatt di potenza impegnata
sono famiglie numerose”. Risultato: “E’
una bugia che questa riforma sia fatta per loro”. Posizioni condivise e rilanciate anche dal Movimento 5 Stelle.
CERTIFICATI AL VERDE – Ma non è tutto. “Solo pochi mesi fa l’Aeegsi aveva annunciato un
aumento degli oneri in bollettadovuto al
termine del meccanismo dei certificati verdistimabile in circa tre miliardi di euro”, ricorda Girotto. Cosa sono i certificati verdi? Si tratta di
titoli negoziabili, rilasciati dal
Gestore servizi energetici (Gse) in
misura proporzionaleall’energia prodotta da un impianto alimentato da
fonti rinnovabili e in
numero variabile a seconda del
tipo di fonte rinnovabile e di intervento impiantistico realizzato (nuova costruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento). Il
meccanismo di incentivazione con i certificati verdi si basa sull’
obbligo, a carico dei produttori e degli
importatori di energia elettrica prodotta
da fonti non rinnovabili, di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una
quota minima di elettricità prodotta da impianti alimentati da
fonti rinnovabili. Con una delibera del 28 settembre, però, l’Aeegsi ha confermato “la previsione di un
consistente aumento nel medesimo anno
degli oneri ‘per effetto del termine del meccanismo dei certificati verdi’, in quanto
‘oltre ai costi derivanti dalle tariffe incentivanti che ne prenderanno il posto (stimabili in circa
3 miliardi di euro), si sosterranno i
costi associati al ritiro, da parte del Gse, degli ultimi
certificati invenduti’, per un totale stimato dalla suddetta relazione
in circa 2 miliardi di euro”. Di fatto, accusa Girotto, “il
costo del
meccanismo dei certificati verdi è stato
spostato dai produttori di energia
alla bolletta elettrica dei consumatori”.
CARI INTERCONNECTORS – L’ultimo nodo riguarda, invece, la
Legge di Stabilità. Dove, avverte l’esponente del M5S insieme al collega
Gianluca Castaldi, “
il diavolo si nasconde negli emendamenti”. In particolare quello sugli
Interconnector (linee
di importazione e trasporto di elettricità tra i diversi paesi
dell’Unione) a firma del presidente della commissione Industria di
Palazzo Madama,
Massimo Mucchetti, del Partito democratico. “Noi chiediamo di
ridurre la quantità di energia consumata e migliorare le
prestazioni energetiche degli
edifici pubblici – attaccano i grillini – mentre
il Pd vuole continuare a riconoscere
incentiviai cosiddetti ‘
energivori’ e produttori di energia
da fossile”. Come starebbe facendo con gli interconnector, un
provvedimentorecepito in Italia da una
legge del 1999 che prevede, al fine di realizzare il “
mercato unico dell’energia elettrica”, un potenziamento delle
linee di interconnessione con l’esterointroducendo, a favore dei
grandi consumatori energivori, uno
sgravio sui costi di approvvigionamento. La legge in questione, denunciano Girotto e Castaldi, “promuove gli interconnector al
costo di 500 milioni di euro l’anno prelevati dalle bollette elettriche dei cittadini”. L’emendamento Mucchetti, proseguono i parlamentari del M5S, “
proroga (per sei anni) il
sostegno agli interconnector
fino al 2021”. Risultato: “
Altri 2 miliardi di euro verranno sottratti dalle
utenze elettriche degli italianicome maggiori oneri”. E l’unico effetto, affermano, sarà quello di “
favorire interessi consolidati come quelli di
A2A”, la più grande
multiutility italiana da 12 mila dipendenti, operante nei settori energia, ambiente, calore e reti. Con l’
interconnessione adriatica per il Montenegro, spiegano i parlamentari del M5S, “potrà essere
importata energia da una centrale a lignite, il combustibile
più inquinante in assoluto, e da alcuni impianti idroelettrici che non hanno i rientri sperati”. E quel che è peggio è che “
il cavidotto servirà ad importare
energia prodotta da impianti idroelettrici dalla Serbia che pagheremo a peso d’oro”.
MUCCHETTI RISPONDE – Di fronte alle
critiche di Girotto e Castaldi decisa è la
replica di Mucchetti. “Caricare
sconti sugli
acquisti di elettricità o premi sulle vendite della medesima a vantaggio di alcune categorie e a carico della bolletta fa parte delle
misure di politica industriale che un governo può adottare – osserva il presidente della commissione Industria –. Le imprese industriali
energivore, spesso impegnate in
settori esposti alla concorrenza internazionale, costano circa
un miliardo l’anno, interconnector inclusi. La produzione di elettricità da
fonti rinnovabili, in priorità di dispacciamento, ossia in regime di protezione dalla concorrenza, assorbe
13 miliardi l’anno”. E se gli interconnector riceveranno
aiuti per 12 anni (sei più sei), le Fer (Fonti energetiche rinnovabili) ne
beneficeranno per 20. “Lascio a voi – spiega Mucchetti a
ilfattoquotidiano.it – il calcolo di quanto pesino i
sussidi per posto di lavoro
nei due comparti produttivi, quello degli energivori e quello delle
Fer”. Ancora, il senatore del Pd, ricorda che la legge del 2009 anticipa
ai produttori che si impegnano a
finanziare Terna
(l’operatore di reti per la trasmissione dell’energia elettrica il cui
azionista di maggioranza relativa è Casa depositi e prestiti) il
vantaggio
che avrebbero avuto una volta messa in campo l’infrastruttura di
collegamento con i paesi esteri. Ma ora, fa notare il presidente della
commissione Industria del Senato, “
la norma prescrive che, ove non mettano in campo le risorse necessarie
entro 90 giorni dall’esenzione, le imprese energivore debbano
restituire gli anticipi fino ad allora ricevuti. E questo è un passaggio che dovrebbe
garantire”.
Infine, di fronte al rilievo dei grillini che importare energia non
serva visto l’eccesso di capacità produttiva dell’Italia, Mucchetti
risponde: “
L’eccesso c’è. Nessuno lo nega. Ma questo eccesso
non impedisce che il prezzo dell’elettricità per la clientela
resti assai elevato a causa della crescente pressione della
componente A3, che contiene i
contributi alle Fer e ad altro e sfiora
ormai i 15 miliardi”.
E dal momento che l’importazione “funziona da calmiere”, conclude
l’esponente del Pd, a regime “queste linee transfrontaliere daranno un
beneficio reale al sistema”.
Da
ilfattoquotidiano.it
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insomma:
addio alle tariffe sociali per aprire al mercato o .. all'ulteriore
spennata del consumatore? La stanno vendendo come "paghi quanto consumi"
ma osservando il meccanismo messo su per pagare la fornitura dell'acqua
non si può non pensare che alla fine:
- le bollette aumenteranno;
- la quota fissa (tasse, imposte, canone RAiI ecc.) rimarrà e anzi subirà qualche ritocco;
- il
mercato, questo feticcio, sarà come ora con l'unica conseguenza che i
meno abbienti, i disoccupati, i pensionati a basso reddito ecc.
rischieranno più degli altri di restare al buio.