lunedì 31 marzo 2008

La voglia matta ..... dell'Alitalia

Non si capisce "l'interesse" per la compagnia di bandiera e per la sua italianità se non si hanno a mente le elezioni prossimo venture dove con il probabile cambio di governo non muterà solo la maggioranza ma anche il modo di considerare il paese e chi lo abita. Siamo strani noi italiani perchè ci troviamo ad essere nazionalisti e patrioti sulle battaglie perse: o meglio si fa finta di non capire che sono proprio le regole di mercato liberista che impongono (volenti o nolenti) che un'azienda possa essere acquistata da terzi e non si riesce a capire che i tempi delle furbate sono finiti: dobbiamo scegliere o ci rinchiudiamo in un'autarchia in stile "ancien regime" o giochiamo in campo aperto ma la melina non è più possibile. Che la nostra compagnia di bandiera sia nei guai e non da ora lo sanno tutti ma finora c'è stata mamma Stato che in un modo o nell'altro è intervenuta a sopperire, con i soldi nostri (almeno di chi le tasse le paga), alle finanze allegre dei manager da essa stessa nominati e mantenuti (tant'è che è regola che qualunque sia stata la gestione e comunque sia stata non ci sono azioni di responsabilità nei loro confronti sia da parte dell'acquirente che da parte del venditore), ora però le cose sono cambiate completamente dato che come noi compriamo all'estero un'azienda così gli altri possono venire da noi a far manbassa. Non mi piace ma è così, e se vogliamo stare al gioco com minimo dobbiamo abbozzare e sperare che la nostra classe politica sia all'altezza: cosa che finora è stata solo una pia speranza dato che al contrario il peso specifico a livello non solo economico ma soprattutto politico è stato molto prossimo allo zero e lo si vede quando si vanno a toccare gli interessi altrui specie in paesi come la Francia dove di solito ci siamo smusati quando si è provato a mangiare qualche grosso boccone, vero?. Sento parlare di "colonizzazione" e la cosa mi mette di buon umore: se ne accorgono ora? Cosa è rimasto di italiano? Chimica, Informatica, Telecomunicazioni, Acciaio (per dirne alcuni) ecc. sono tutti settori dove l'Italia ha aperto le "porte" e ha lasciato il campo (non solo nel pubblico ma soprattutto nel privato) perchè giusto sulla cosiddetta compagnia di bandiera si sventola il tricolore? Cosa ha di diverso? Temo poco o nulla in realtà, a mio parere c'è solo la voglia di comprare a poco (se fallisce con quattro euro quattro) quelli che già altri (in questo caso i francesi) comprano generosamente a prezzo di saldo e fanno anche buon viso a cattivo gioco con i sindacati. La svendita vera non è questa: è il nostro paese che aderì ai mercati internazionali con una struttura economico/giuridica non adeguata e una mentalità "furbina" dato che si pensava di mollare al "foresto" i decotti: invece non è come noi prende sì l'osso ma vuole anche la polpa e se possibile guadagnandoci sopra; e la storia è vecchia quanto il nostro paese in realtà: quindi la lana caprina di ora mi insospettisce non poco (tenendo il faro delle elezioni al minimo ci sono conteggi di voti) e credo che sulla pelle dei lavoratori qualcuno stia giocando a carte copertissime e che quando le mosse saranno finite saranno proprio essi che pagheranno lo scotto maggiore o meglio saranno il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro.

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