martedì 29 novembre 2011

Politici e politucoli.... Uomini, mezz'uomini.....



LUCIO MAGRI
Quando ho sentito che Lucio Magri era morto ho avuto un attimo di smarrimento, uno dei padri veri del socialismo italiano, socialismo senza alcuni veli ipocriti e moralisti di parte del PCI (partito nel quale ha vissuto una stagione politica intensissima sia quando ancora manteneva questo nome sia quando cambiò codice genetico trasformandosi in ..... altro addirittura in un qualcosa che rinnegava spudoratamente il proprio passato abbracciando un liberismo compassionevole che fa a pugni sia con la tradizione di parte dei propri dirigenti ancora in attività sia con gran parte del proprio elettorato che ancora nel cuore ha quella falce e quel martello e tutto ciò che quel simbolo ha rappresentato per tantissime generazioni di italiani fra cui il sottoscritto...... per non parlare del contributo dato alla rinascita democratica dell'italia e non solo in termini politici ma, soprattutto, di vite e sacrifici personali di tantissimi militanti che vi hanno contribuito dando anche, durante la Resistenza, la vita), eretico al punto di asumere posizioni anacronistiche rispetto alla "linea ufficiale": in ciò facendo il paio con gli altri "eretici" come Ingrao ad esempio.... si eretico e, in senso lato, aristocratico; un uomo che non aveva paura di prendere posizioni tangenziali partendo dalla propria visione per nulla conformista, anzi. Per tanti giovani questo UOMO di sinsitra era un punto di approdo politico e culturale e non era infrequente che quei giovani camminavano con in tasca giornali come L'Unità accompagnata dal "Manifesto" ossia il giornale della sinistra del dissenso che mal sopportava i parallelismi del PCI e della sua linea troppo spesso più vicina ai bizantinismi andreottiani che alle elaborazioni che venivano su dalle strutture di base del partito. Questa era la parola chiave: Dissenso, completo e radicale, comunista radicale ma contemporaneamente rivoluzionario ma proprio per questo che non perdeva mai di vista le proprie origini cattoliche e per questo capace di spingere per la scissione di quella che poi diventerà Rifondazione Comunista salvo poi spingere ad una successiva scissione dei cosiddetti Comunisti unitari per supportare il borghesissimo Governo Dini: si può dire che forse questa sua inquietudine fosse l'antesignana di una sinistra senza paraocchi, con si un idea di fondo, ma senza catecumenismi di maniera e borghesi. La mia storia personale ha più di una volta incrociato quella di Lucio Magri: non solo da militante di sinistra ma anche da eretico di un partito prima troppo preso dal compromesso di potere, indotto dalla conventio ad excludendum, e poi capace di sperperare anni di lotte e speranze di intere generazioni in una società più giusta e democratica per rincorrere la storia senza nessuna analisi retrospettiva, tantomeno autocritica.
C'é però un altro aspetto: Lucio Magri, e la cosa non mi meraviglia, ha scelto AUTONOMAMENTE di andarsene, in maniera laica e libera. Si può dire tutto: che fosse depresso; che fosse disperato nella sua solitudine.... si può dire tutto e il suo contrario ma in realtà Lucio Magri appartiene a una genrazioni di grandi UOMINI che sapevano decidere del proprio destino vivendo una vita piena, e anche contraddittoria, MA VISSUTA SEMPRE SUL LIMITE DELLA PROPRIA ESISTENZA ed era una generazione che vanta nomi come Monicelli; Berlinguer; Montanelli; Pintor; Amendola (quello cui maggiormente mi richiamo e che ho preso come modello politico e personale ... "una scelta di vita" e "un isola", i suoi libri, li tengo sempre vicino e ogni tanto me li rileggo e ogni volta trovo spunto e forza per continuare a camminare in questo paese senza memoria a schiena dritta. Una cosa mi piace ricordare di questa generazione di UOMINI: erano uomini d'azione, non solo politica, e di pensiero ma soprattutto di penna e con essa spesso, anche anni prima, facevano il proprio percorso..... ivi compreso il proprio testamento. Magri nel "Sarto di Ulm (un libro prettamente politico con la "P" maiuscola) aveva previsto la propria scelta finale... un individuo che decide di sfidare (liberamente)" la forza di gravità finendo poi al suolo e morendo.. c'è tutto Magri in questo libro: libero arbitrio; scelta individuale; proprio orizzonte politico e umano; infine scelta finale di come e quando andarsene... quel sarto é lui e quella scelta é sua: l'ultimo sberleffo alla ineluttabilità.....
Addio Compagno Magri
p.s.
ogni volta che un UOMO così se ne va lo fa a modo suo e ogni volta mi ritrovo a fare un indegno paragone fra persone così e "quelli" di oggi: sia gli eredi della tradizione comunista sia gli altri.. e mi viene la nausea. Scusate ma trovavo doveroso dirlo.....

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