“Dalle nostre ipotesi stimiamo un totale di
600 milioni di euro di sgravi contributivi indebitamente percepiti nel triennio 2015-2017″ rispetto a quanto previsto dalla legge di Stabilità.
Gabriella Di Michele, direttore centrale Entrate dell’
Inps, a margine di un convegno dell’istituto. “Si tratta di sgravi contributivi – ha continuato – che i soggetti
non avevano diritto di percepire e che contiamo di portare nel gettito pubblico”. Circa
100mila lavoratori
su un milione e mezzo assunti nel 2015 con l’esonero totale di
contributi previdenziali, ha spiegato Di Michele, non aveva diritto allo
sgravio: le
aziende coinvolte sono circa 60mila.
Il
generoso bonus contributivo, introdotto dalla legge di Stabilità 2015,
prevedeva l’esonero totale dei contributi per tre anni fino a 8mila
euro per ogni lavoratore assunto a
tempo indeterminato, sia che fosse nuova occupazione sia che fosse la trasformazione di un
contratto precario. In seguito a questa novità, gli occupati stabili sono effettivamente aumentati, anche se,
come ha fatto notare il sociologo Luca Ricolfi, rimane il rischio che si tratti di una bolla occupazionale, e che una volta svanito l’effetto degli incentivi l’occupazione stabile torni a scendere.
Di questa occasione avevano approfittato anche i cosiddetti furbetti del Jobs act,
che avevano licenziato e riassunto i dipendenti per sfruttare il
bonus. A marzo 2016, il ministero del Lavoro ha rivelato che, su un
campione di 338 imprese beneficiarie degli incentivi,
nel 19% dei casi ha riscontrato irregolarità e trasmesso informativa di reato all’autorità giudiziaria.
Con la manovra del 2016, invece, l’incentivo è stato praticamente dimezzato: la durata è stata abbassata a due anni, mentre l’esonero non coprirà più il 100%, ma il 40% dei contributi.
E
al di là delle irregolarità sugli incentivi, l’istituto segnala anche
le altre indennità percepite senza averne diritto. L’Inps stima tra il
2014 e il 2016 di recuperare
400 milioni di prestazioni erogate indebitamente (soprattutto indennità di
disoccupazione) a 50 mila persone sulla base di rapporti di lavoro fittizi. Nel 2014-15, ha aggiunto Di Michele, sono state identificate
700 aziende fittizie con 30 mila finti lavoratori. Nel 2016 si prevede di identificare 500 aziende fittizie con 20 mila falsi lavoratori.
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