26/01/2017 di triskel182

NEW
YORK – «Una nazione senza frontiere non è una nazione». Trump lo aveva
promesso, il Muro si farà e la sua costruzione «sarà immediata». Per
il presidente Usa siamo «nel pieno di una crisi sulla frontiera
meridionale, i passi che intraprendiamo oggi renderanno migliore la
sicurezza. Come ho detto più volte cercheremo di espellere i
trafficanti di droga, i criminali, le gang, i membri dei cartelli, le
persone cattive. Non potranno stare più nel nostro Paese. Noi li
manderemo via velocemente».
Il
Muro «è assolutamente necessario» dice Trump illustrando i due
“executive order” con cui ha dato il via alla campagna contro gli
immigrati clandestini. Il primo oltre al Muro («lo pagheranno al 100
per 100 i messicani») prevede «nuovi agenti per pattugliare il confine»
(«ne assumeremo 5mila»), «più spazi per la detenzione di immigrati
irregolari» («lavoreremo con i nostri amici in Messico, le relazioni
miglioreranno») e l’eliminazione del cosiddetto catch- and-release (il
rilascio subito dopo la cattura).
Il
secondo provvedimento ha un punto che farà molto discutere: prevede di
«tagliare i fondi federali» alle sanctuary cities, ovvero le città che
“proteggono” i clandestini. A iniziare da San Francisco, in una lista
che comprende le maggiori metropoli degli Stati Uniti (New York, Los
Angeles, Chicago, Miami). Gli agenti dell’immigrazione potranno
«arrestare, detenere e allontanare gli immigrati irregolari», il
Dipartimento di Stato avrà maggiori strumenti per rimpatriare «gli
immigrati irregolari e i criminali con visti scaduti».
ll
portavoce della Casa Bianca Spicer ha smentito la notizia su un
prossimo “ordine esecutivo” di Trump per riaprire i “black sites” (le
prigioni segrete della Cia all’estero) e autorizzare di nuovo il
waterboarding (tortura proibita nel 2009 da Obama). Per Spicer quello
pubblicato da Washington Post e New York Times «non è un documento
della Casa Bianca», ma poco dopo Trump ha ribadito di essere favorevole
al waterboarding: «Assolutamente, sento che funziona». The Donald
continua a comunicare via Twitter, anzi adesso ha due account.
Articolo intero su La Repubblica del 26/01/2017.
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