Nel quinquennio 1960-1964, il Servizio informazioni forze armate (Sifar) ha predisposto l’applicazione sul campo delle teorie della “guerra non ortodossa” in Alto Adige e poi la pianificazione di un vero e proprio colpo di Stato: il Piano Solo del luglio 1964. Dal 1965 al 1977 i servizi hanno esplicato azioni volte a proteggere terroristi sospetti autori di stragi. Dal 1978, le deviazioni hanno spaziato dal depistaggio dei giudici che indagavano sulla strage di stazione di Bologna del 2 agosto 1980 allo storno di 14 miliardi di fondi riservati provato il 20 dicembre 1992 sui conti bancari personali di venticinque alti dirigenti del Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (Sisde). Una grave crisi di sistema colpì l’Italia tra il 1992 e il 1993 e trovò soluzione nella nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Gli eventi che segnarono quel tragico biennio “portano il segno di una grande opera di destabilizzazione messa in pratica anche con la collaborazione delle mafie e con l’intento di causare un effetto shock sulla popolazione, creando un clima di incertezza e di paura e disgregando le nostre strutture di intelligence”. Questi avvenimenti sono ricostruiti oggi su documenti e con dovizia di dettagli, dalla giornalista Stefania Limiti, non nuova a proficue incursioni sul terreno impervio della storia dei servizi e delle attività d’informazione e di controinformazione, nel libro La strategia dell’inganno (Chiarelettere, 2017).

La strategia dell'inganno: 1992-93. Le bombe, i tentati golpe, la guerra psicologica in Italia
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