Quest’anno la Pasqua è arrivata con una serie di notizie sensazionali. Prima la notizia, subito smentita, che per il Papa “l’inferno non esiste”, poi Vladimir Putin che ha risposto con il lancio del Satana 2, missile intercontinentale balistico, che secondo lui è in grado di penetrare qualsiasi scudo difensivo. Fosse che fosse che il diavolo si sia trasferito con la sua corte infernale in Russia?
Scherzi a parte, se oggi Dante riscrivesse l’Inferno sicuramente dedicherebbe uno dei gironi più bassi al nucleare.
E lì troveremmo molti personaggi contemporanei dal momento che dai
tempi della Guerra fredda la corsa agli armamenti atomici non è mai
stata così attiva. Nel 2017, Kim Jong-un, il giovane dittatore nord-coreano, ha lanciato una serie di missili balistici per dimostrare che può colpire una metropoli americana.
Gli iraniani hanno ripreso, ma forse non hanno mai smesso di lavorare
alacremente al nucleare e le trattative per impedirglielo sembrano al
momento inefficaci. Poi ci sono i pachistani, gli israeliani e tutte le
nazioni che, secondo i protocolli attuali, la bomba possono averla,
inclusa la Cina e gli Stati Uniti. C’è anche chi sostiene che, non soddisfatta di possedere ogni arma prodotta dall’industria bellica, l’Arabia Saudita vuole anche lei la bomba.
Lo sforzo di denuclearizzare il mondo
appartiene al passato, agli anni Novanta, quando alcuni stati
(Argentina e Brasile) rinunciarono alle loro ambizioni di diventare
potenze nucleari e stati dotati di armi atomiche abbandonarono
volontariamente quelle già costruite (Sud Africa) o ereditate (Ucraina,
Bielorussia, Kazakistan). C’erano diversi fattori alla base di questi
straordinari risultati, come la fine dell’apartheid o l’implosione
dell’Unione Sovietica, che oggi sono scomparsi. C’era anche un
importante filo conduttore politico che legava queste decisioni: la
denuclearizzazione avveniva senza tattiche armate o l’uso della forza ma grazie alla diplomazia della non proliferazione.
Tutti questi successi diplomatici, infatti, furono il frutto delle negoziazioni
e dei trattati per ridurre le forze offensive strategiche degli Stati
Uniti e della Russia. L’estensione indefinita del trattato di non
proliferazione (Ntp) nel 1995 li riassumeva un po’ tutti, come pure la
conclusione dei negoziati sul Trattato sulla messa al bando totale di
tutti gli esperimenti nucleari (Ctbt).
Tutto
ciò ormai appartiene alla storia. Il nucleare è tornato di moda sotto
tutti i punti di vista, è considerato una fonte alternativa di energia
da sfruttare in un mondo futuro dove scarseggeranno gli idrocarburi
e un eccellente deterrente contro nazioni nemiche. Gli Stati dotati di
armi nucleari, in particolare gli Stati Uniti, la Russia e la Cina,
stanno ricapitalizzando e modernizzando i loro armamenti. I tanto
sperati tagli alla spesa nucleare degli Stati Uniti non
avverranno perché il Cremlino si sta riarmando ed infatti l’elenco
delle violazioni dei trattati russi cresce costantemente e così gli
schieramenti di difesa missilistica degli Stati Uniti vengono potenziati
e ampliati. Adesso che è arrivato Satana 2 l’amministrazione Trump
avrà mano libera per neutralizzarlo ignorando i limiti imposti dal
trattato di non proliferazione.
Kim Jong-un, rocket man, come lo ha definito Donald Trump, è solo la punta dell’iceberg. Il vero problema è la corsa agli armamenti nucleari a livello globale che nessuno denuncia. Il più alto rischio che tutti corriamo non è la guerra atomica ma la convivenza con fonti di radiazioni
letali, non soggette a protocolli di sicurezza internazionali. Più armi
ci sono, più il pericolo di una tragedia dovuta al cattivo
funzionamento o alla scarsa manutenzione delle strutture atomiche
cresce. Per accertarsene basta menzionare Chernobyl, un bell’esempio dell’inferno sulla terra.
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