Niente autobus nonostante la precettazione
del prefetto. Il sindaco Doria cerca di riavviare la trattativa:
"Nessuno vuole privatizzare". Il leader 5 Stelle: "Battaglia epocale,
dev'essere seguita da tutte le città italiane". Anche i tranvieri di
Roma all'assemblea dei lavoratori dell'Amt
Come
una polveriera Genova è una città pronta ad esplodere. I trasporti
pubblici sono paralizzati da quattro giorni, la raccolta rifiuti
potrebbe fermarsi dall’ inizio della prossima settimana, la
manutenzione degli edifici comunali va a singhiozzo e i portuali sono
in agitazione. Con gli studenti sul piede di guerra. E la rabbia di
Genova diventa un caso nazionale. E’ la quarta giornata di sciopero dei
dipendenti dell’Amt, l’azienda di trasporto pubblico, nonostante la
precettazione del prefetto. La protesta va avanti a oltranza, gli
autobus restano nelle rimesse e la città è praticamente paralizzata.
Ieri si era di nuovo interrotto il tavolo tecnico di trattativa con il Comune per
cercare di recuperare una negoziazione e interrompere l’astensione dal
lavoro. Ma oggi da una parte il presidente della Regione Claudio Burlando ha ricevuto i sindacati Faisa, Ugl, Cgil, Cisl e Uil e dall’altra il sindaco Marco Doria
dice che il Comune è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che
mancano per garantire la salvezza” dell’azienda dei trasporti. “Ma
dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi – avverte Doria –
Nessuno può chiamarsi fuori”. Comunque nessuno, ribadisce, vuole
privatizzare l’Amt. Intanto la procura di Genova – dopo aver ricevuto
un’informativa della questura – ha aperto un fascicolo contro ignoti
ipotizzando l’interruzione di pubblico di servizio, mentre il
Garante per gli scioperi valuterà l’adozione di sanzioni. Tuttavia ai
lavoratori dell’Amt non arriva solo la solidarietà: anche i
dipendenti dell’Amiu – società partecipata del Comune che si occupa
della raccolta dei rifiuti – sono pronti a scioperare.
Ma il caso diventa nazionale anche perché in corteo con i lavoratori si è unito Beppe Grillo. “Sto con i lavoratori – ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle
– hanno ragione a protestare. Il welfare deve essere difeso, il
trasporto pubblico deve essere finanziato. Bisogna cambiare la mentalità
come fa tutto il mondo disincentivando il trasporto privato a favore
del pubblico”.
La giornata: traffico in tilt, lavoratori in assemblea
Anche
oggi il traffico è andato in tilt, con rallentamenti da e per il
centro città, a causa del corteo partito da Sampierdarena, nel ponente
genovese. I lavoratori Amt (oltre 2.000) si sono radunati di buon’ora
alla sala chiamata del porto, storico ritrovo dei “camalli”. Tra di loro
anche una delegazione di sindacalisti dell’Atac di Roma. “Genova è la
scintilla di un incendio che si espanderà in tutta Italia” ha urlato al
microfono Andrea Gatto (Faisa/Cisal), leader della protesta. Stesso concetto espresso in serata dall’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, in città per sostenere Gianni Cuperlo alle primarie.
Dopo
l’assemblea il corteo, sferzato dal vento e dal freddo. Stretti nei
giacconi blu e arancioni, i lavoratori si sono incamminati per
l’ennesima volta in queste “quattro giornate di Genova” verso le sedi
delle istituzioni e una delegazione è stata ricevuta dal presidente
della Regione Claudio Burlando.
La vertenza e lo scontro tra sindacati e ComuneLa
vertenza tra i dipendenti dell’azienda e il suo azionista, il Comune,
era iniziata sulla delibera che dovrebbe indicare le linee strategiche
per la gestione delle società partecipate dall’ente che, secondo i suoi
contestatori, lasciava le porte aperte a un ingresso di soci privati nella società.
Ieri il documento è stato votato dal consiglio comunale, riunito a
porte chiuse per evitare interruzioni dei lavori da parte del pubblico,
in una versione riveduta per evitare l’ostilità di chi è contrario al
coinvolgimento dei privati ma intanto i contrasti si sono spostati sull’aspetto economico. Dopo ore di discussione tra il sindaco Doria e
i rappresentanti sindacali, la trattativa si è interrotta ieri sera
quando i sindacalisti hanno risposto con un netto rifiuto alle richieste
di Doria di sacrifici economici da parte dei lavoratori per fare quadrare i conti del 2014. “Non
ci sono state nemmeno le basi per iniziare a ragionare con il
sindaco”, commentava un sindacalista all’uscita dell’incontro. Che poi
si è tenuto a porte chiuse. In un primo momento era stato deciso di
far partecipare 80 cittadini, numero massimo di persone che l’aula può
ospitare. Ma a pochi minuti dall’inizio era arrivata la retromarcia.
Doria: “Pronti a trattare sugli 8 milioni che mancano, non vogliamo privatizzare”
Il giorno dopo l’approvazione della delibera sulle prospettive delle partecipate, il sindaco Marco Doria
vuole “fare chiarezza” e sembra voler ristabilire un dialogo con i
lavoratori. Anche dalle sue occhiaie si capisce che il momento è
difficile. “Il Comune di Genova non vuole e non privatizza Amt. E’
falso dire il contrario”, esordisce. Poi precisa: “L’azienda deve avere
i conti in equilibrio, non può fallire, abbiamo il dovere di
salvarla”. “Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari –
conclude – ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori
sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E garantisce la
massima disponibilità a trovare un accordo sugli 8 milioni che ancora
“ballano” per mettere in sicurezza l’azienda. Dopo ore di schermaglie
verbali, nel tardo pomeriggio le parti sono tornate a trattare davanti
al prefetto, che ha sollecitato una rapida soluzione della
vertenza. “Il Comune – conclude Doria - è disponibile a trattare sugli 8
milioni di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma
dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può
chiamarsi fuori. Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari, ma
bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati
salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E il problema non è neanche solo
ligure: “Nel 2014 il 50% delle aziende di trasporto pubblico locale in
Italia chiuderà i bilanci in rosso – spiega l’assessore regionale ai
trasporti Enrico Vesco – E’ un dato che crea grande
preoccupazione tra regioni e comuni. Il governo ha confermato che per
il settore non ci saranno il prossimo anno risorse aggiuntive rispetto
ai 4,9 miliardi già destinati”.
Grillo: “E’ una battaglia epocale, dev’essere seguita da tutte le città italiane”
Secondo Grillo, invece, “questa protesta riguarda i lavoratori di Amt, che si devono unire agli altri, a quelli di Fincantieri, di Iren,
in una battaglia comune”. Per Grillo “il piano industriale deve essere
deciso insieme con i lavoratori. Serve un azionariato diffuso. I
sindacati non hanno più ragione di esistere”. ”Dobbiamo alzare la testa,
questa è una battaglia epocale che deve partire da qui e deve essere
seguita da tutte le città italiane. Non è un problema di parti
politiche, ma di un mondo vecchio fatto da sindacati vecchi. E’ un
problema del lavoro che si perde e non torna più. Voglio acqua, scuola e
trasporto pubblico” dice. Mentre camminava alcuni manifestanti hanno
anche offerto della focaccia al leader del Movimento 5 Stelle. “In
Italia abbiamo buttato tante occasioni riguardo al trasporto. Siamo
stati i primi a produrre auto elettriche, auto ibride e auto a idrogeno –
continua Grillo – Venivano persino dalla California a vedere le auto
prodotte da Ansaldo”. Per il leader dei Cinque Stelle “il problema del
trasporto locale deve essere affrontato da chi fa industria e conosce i
problemi. Questi amministratori non sanno proprio come gestire questi
servizi. Bisogna fare delle scelte molto drastiche. Dove il trasporto
pubblico funziona hanno penalizzato l’auto privata. L’auto non la puoi
escludere ma la puoi mettere in secondo piano. Se compri un’auto a
Singapore, ti costa più l’immatricolazione della stessa auto. A Tokio
per avere un’auto devi prima avere un posto dove metterla”. “Le scelte
drastiche – ha detto ancora Grillo – riguardano anche la bicicletta che
con tutto l’indotto, il turismo, il trekking eccetera è già al 12% del
Pil e continua a crescere”. Beppe Grillo ha accompagnato per un
tratto il corteo dei lavoratori, insieme con i consiglieri comunali di
M5S. Ha discusso con loro, ha espresso loro la sua solidarietà, poi se
ne è andato “per lasciare la piazza a loro. Non concentratevi si di me
ma sulla loro protesta”. ”Si stanno svendendo tutto – ha concluso – Sarà
una lotta all’ultimo sangue, ci giochiamo tutto a partire da Genova”.
dal Fatto quotidiano del 22/11/2013
p.s.
ritengo
sia un pò tardi, che ora si ribellino. Ci si doveva pensare prima alle
conseguenze del processo iniziato nel 1992; come ci si doveva pensare
prima a come evitarlo sia non votando per i partiti che lo proponevano e
attuavano e poi consentendo che gli stessi, proprio perchè sapevano che
servizi e altro sarebbero stati privatizzati, potessero pomparne soldi e
prebende per i propri trombati a spese dei contribuenti..... infine
penso a tutto quelli che, pur facendo parte come lavoratori di questi
servizi, pensavano che forse questo cambiamento poteva essere un bel
salto di qualità rispetto a prima e si fidavano dei sindacati che, in
cambio dei soliti 30 denari, gli dicevano che infondo poco sarebbe
cambiato.
Ora potrebbe essere tardi. Troppo tardi, il processo si
può solo fermare ma non invertire ossia si dovrà bere fino in fondo
l'amaro calice perchè il "bagno" sacrificale possa avere l'effetto
voluto e gli altri, i non coinvolti, possano aprire gli occhi: almeno un
paio di generazioni ci vorranno solo per far capire quanto sia
importante che sia lo stato e non un privato a gestire trasporti, acqua,
elettricità, gas, scuole, università, cultura, ecc. e almeno altre due
perchè si capisca cosa ha significato.. all'incirca, se va bene, 100
anni: un tempo lungo che però ci siamo meritati per la nostra ignavia,
il nostro opportunismo, per aver voluto credere e fidarci dei falsi
amici e dei sindacati, come dei partiti, che ci dicevano che forse
eliminando la politica da essi (un controsenso visto che è la politica a
dirlo, vero?) sarebbero stato tutto meglio e avremmo fatto un passo
verso il migliore dei mondi possibili..... balle! Ora è tardi, troppo
tardi: nonostante il referendum stanno facendo quello che fin
dall'inizio avevano messo in cantiere e possiamo stare pur certi che
finchè avremo questi politici e questi sindacati solo pensare di poter
invertire o fermare il fenomeno è un pio desiderio.
Ecco perchè in
9 mln hanno votato per M5S: gli ha dato la possibilità di sfogarsi e
gli ha dato quel che si voleva sentir dire ossia fermare e cambiare
strada. Posso capire che ci siano ritrosie e puzzette sotto al naso come
posso anche capire che Grillo è contraddittorio e populista e a
qualcuno può non piacere ma dietro di lui ci sono milioni di persone
direttamente toccate dalla crisi a cui non frega nulla della tav, della
UE, degli F35, del default e di tutto il resto ma a cui importa
moltissimo cambiare e subito il processo o almeno fermarlo.... anche
perchè è possibile farlo, costa ma è possibile.
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