io non avrei saputo scriverlo meglio ..........
dal blog di triskell185 (che a sua volta prende l'articolo dalla Repubblica del 01/09/2013)
Decreto
Imu arriva la stangata sulle polizze-vita rispunta l’aumento per
l’acconto Ires-Irap. Tutte le Misure. (Valentina Conte).
Napolitano
promulga il testo. No all’Irpef sulle case sfitte. Le novità rispetto
al testo iniziale. Tra le clausole di salvaguardia accise più care. In
Italia al taglio del fisco nazionale corrisponde spesso il rincaro
delle addizionali. Si è cominciato con l’Ici nel 1992 agli albori della
seconda Repubblica.
Nel decreto Imu nessun accenno al taglio della seconda rata.
Polizze vita, stangata sulle detrazioni Acconto Ires-Irap, rispunta l’aumento.
IL DOSSIER. La manovra.
Assai
impopolare far pagare, oltre l’Imu, anche l’Irpef sulle case sfitte.
Così dal decreto, firmato ieri dal Capo dello Stato, la norma sparisce.
Come anche ciò che doveva finanziare: lo sconto alle imprese per l’Imu
versata sui capannoni (deducibilità al 50% da Irpef e Ires). Sconto
che sarà ripreso dalla legge di Stabilità in ottobre, assicura il
sottosegretario Baretta. Tra le novità del decreto, arriva la stangata
sul tetto massimo detraibile delle polizze vita e infortuni: dimezzato
per il 2013 a 630 euro, ridotto a 230 euro dal 2014. Servirà, in parte, a
salvaguardare altri 6.500 esodati. Sebbene la dote stanziata si riduca
a 583 milioni in sei anni, non 700 come illustrato dal ministro
Giovannini. Sorpresa finale: se l’Iva dalla nuova tranche di debiti
della P.a. (per ora solo 7,3 miliardi in più dei 10 annunciati) sarà
meno fruttuosa o ballerini i 600 milioni di condono alle slot machine,
saliranno gli acconti Ires e Irap, ma anche le accise. Benzina compresa.
Infine, non v’è traccia scritta del cosiddetto “impegno politico” a
cancellare il saldo Imu di dicembre. Neanche nella relazione al decreto.
L’IMPOSTA
Enti di ricerca nessuna gabella Aiuti alla Polizia.
«
DEFINITIVAMENTE abolita» la prima rata dell’Imu su prime case e
terreni agricoli per il 2013. Così si legge nella relazione del decreto
da ieri in Gazzetta ufficiale.
Nulla sulla seconda rata. L’impegno
politico a cancellarla, assicurato da Letta e Alfano, per ora vale non
più di un annuncio. Contenti invece i costruttori: viene confermato
l’azzeramento dell’Imu dal 2014 sui fabbricati invenduti (dimezzata per
quest’anno). Mentre le case delle cooperative edilizie a proprietà
indivisa e il
social housing saranno considerate al pari delle prime
case, ma dal prossimo anno (per il 2013, abbuonata solo la prima rata,
così come per le case popolari). Altra novità, l’esenzione dall’Imu
dal 2014 per gli immobili destinati alla ricerca scientifica. Mentre
l’unica casa di proprietà di forze armate, polizia, prefetti, vigili –
che vivono altrove in affitto – sarà considerata prima. Misura che
potrebbe suscitare malumori nei tanti proprietari che si trasferiscono
per lavoro e pagano l’Imu sulla casa posseduta in altri municipi come
seconda. Su 15 articoli del decreto, alla fine solo il primo è dedicato
all’Imu. Riforma e Service tax rimandate all’autunno.
LA TARES
I Comuni liberi di fare esenzioni sulla tassa rifiuti.
ELIMINATA
la prima rata dell’Imu, lo Stato provvede a rimborsare i Comuni del
mancato gettito. E dunque stanzia 2,3 miliardi per quest’anno. Nella
speranza, solo annunciata sin qui, di trovare risorse per eliminare
anche il saldo di Natale. Il decreto poi mette circa 76 milioni, una
cifra molto piccola, per gli anni futuri, dal 2014 in poi. In pratica
il governo apre un capitolo di spesa che andrà riempito con 2 miliardi
strutturali (per sempre) da trovare e scrivere nella legge di
Stabilità. Senza questi soldi, la futura Service tax sarà pesante tanto
quanto l’Imu e zero benefici per i proprietari. Il decreto poi agevola i
sindaci spostando da fine settembre a fine novembre il termine per
deliberare il bilancio del 2013. Concede loro un ulteriore anticipo,
dopo quello di febbraio, di 2,5 miliardi sul Fondo di solidarietà.
Posticipa al 2015 la riforma contabile (stessa tipologia di bilancio per
tutti). Consente massima flessibilità sulla Tares da far pagare ai
cittadini a dicembre. Ma agevolazioni ed esenzioni non potranno essere
coperte con «risorse diverse dai proventi » della stessa tassa sui
rifiuti (nessun incremento fiscale extra).
GLI AFFITTI
Alt agli sfratti aiuti ai morosi senza colpa.
IL
“piano casa” predisposto dal ministro Lupi, all’articolo 6 del
decreto, dovrebbe «riattivare il circuito del credito» e sostenere mutui
e affitti. Due le strategie. Da una parte, l’intervento della Cassa
depositi e prestiti (da definire con l’Abi, ma il ministro parlava di 4
miliardi) per incrementare la liquidità delle banche e consentire loro
di erogare mutui agevolati alle famiglie o permettere ristrutturazioni
ed efficientamento energetico delle abitazioni. Ma anche per finanziare
il social housing, l’edilizia sociale. La seconda strategia passa per
tre fondi esistenti, implementati di 160 milioni nel biennio 2014-2015:
per l’acquisto della prima casa, la sospensione per 18 mesi delle rate
del mutuo, l’aiuto per il credito a giovani coppie e precari under 35,
il sostegno a chi è in affitto e ha redditi bassi. Viene poi istituito
un fondo nuovo per la “morosità incolpevole” da 40 milioni nel
biennio, a supporto di chi è a rischio sfratto per difficoltà
temporanee (perdita lavoro, malattia, infortunio). Infine, il decreto
riduce l’aliquota dal 19 al 15% della cedolare secca che i proprietari
pagano sui canoni di affitto concordati.
IL LAVORO
Per gli esodati ci sono in cassa solo 583 milioni.
IL
PROVVEDIMENTO, firmato ieri dal presidente Napolitano, contiene poi
anche misure assai attese da due categorie di lavoratori: i dipendenti
delle aziende in crisi e gli esodati, senza reddito né pensione. La
Cassa integrazione e la mobilità in deroga vengono rifinanziate per 500
milioni (ma le Regioni e i sindacati chiedevano un miliardo e mezzo
per arrivare alla fine dell’anno). Lo stanziamento è però coperto per
metà con un taglio al Fondo per la contrattazione di secondo livello
(sgravi contributivi). L’altra misura salvaguarda invece 6.500 esodati,
fin qui esclusi da altri provvedimenti, oggetto di licenziamenti
individuali tra il 2009 e il 2011 e intrappolati nel limbo della
riforma Fornero che ha allungato i tempi per andare in pensione. Le
risorse per quest’altro gruppo di “esodati” sono pari a 583 milioni in
sei anni (dal 2014 al 2019), ben più basse dei 700 milioni annunciati
mercoledì dal ministro Giovannini, di cui 151 milioni l’anno prossimo. E
coperte con la stangata sulle polizze vita e infortuni. Il decreto poi
riscrive al rialzo i risparmi che frutterà, fino al 2019, la riforma
Fornero, destinati al Fondo esodati.
LE AZIENDE
Crediti imprese il rimborso scende da 10 a 7,3 miliardi
L’ALTRA
novità, annunciata mercoledì in conferenza stampa dal ministro
dell’Economia, riguarda l’ammontare dei debiti della Pubblica
amministrazione da rimborsare alle imprese entro quest’anno. Saccomanni
ha annunciato lo stanziamento di 10 miliardi in più – da sommare ai 20
già rimessi in moto, di cui 5 effettivamente già nelle casse aziendali –
per sostenere la crescita. Ma anche per assicurare all’Erario un
gettito Iva di ritorno, utilissimo in questi tempi di magra per coprire
il decreto Imu. Ebbene nel provvedimento definitivo, ora
in
Gazzetta ufficiale, la quota extra di debito è un po’ inferiore: 7,3
miliardi. Da reperire con emissione del debito pubblico da 8 miliardi
(interessi compresi). Il sottosegretario Baretta assicura però che la
parte mancante – per arrivare a 10 miliardi – sarà aggiunta con ogni
probabilità in sede di legge di Stabilità. Il gettito Iva ulteriore
contabilizzato dalla Ragioneria ammonta a 925 milioni. Qualora ne
arrivassero di meno, scatterebbe la non piacevole clausola di
salvaguardia inserita nel decreto: aumento di acconti Ires e Irap e
delle accise (tabacchi, alcol, benzina).
LE COPERTURE
Slot machine se il condono non va accise più care
UN
CONDONO già contestatissimo. Quello che frutterà allo Stato 600
milioni, così è scritto nel decreto Imu. Ovvero un quarto del danno
erariale (in totale 2,5 miliardi) contestato dalla Corte dei Conti ai
produttori delle slot machine, perché nel periodo 2004-2009 le
macchinette non sarebbero state collegate alla rete di controllo del
fisco, gestita dalla Sogei. Se questi denari non fossero recuperati
dall’Erario entro quest’anno, il 20% delle coperture scovate dal governo
e dalla Ragioneria per abolire la prima rata dell’Imu e finanziare gli
altri interventi andrebbero in fumo. E dunque scatterebbe la clausola
di salvaguardia prevista nell’ultimo articolo del provvedimento:
accise, acconti Ires e Irap tutti rivisti al rialzo per recuperare una
cifra pari all’ammanco. Ma questa somma è a forte rischio e con essa la
probabilità di vedere anche la benzina aumentare. Il presidente di
Confindustria giochi, Massimo Passamonti, sul punto è deciso: «Non
verseremo i 600 milioni allo Stato, confidiamo nel verdetto di Appello.
La responsabilità è della Sogei e dei ritardi nel realizzare il
collegamento».
I RISPARMI
Le prime risorse dai forti tagli ai ministeri
QUANTO
vale il decreto? Tre miliardi per quest’anno, circa mezzo miliardo dal
prossimo. Dei tre miliardi, quasi tutto è occupato dalla prima rata
dell’Imu (da sola pesa per 2,3 miliardi). Dunque come verrà finanziata
la sua cancellazione? Nessuna nuova tassa («Tax free» diceva Alfano).
Tagli ai ministeri: 300 milioni (quasi metà dalla Difesa). Tagli a
spese per investimenti, sempre in capo ai ministeri: 676 milioni (quasi
interamente a carico del dicastero dell’Economia). Tagli alla Cassa
conguaglio del settore elettrico: 300 milioni (ma l’Authority vigilerà
per evitare salassi nelle bollette di luce e gas). Tagli al fondo per
la contrattazione di secondo livello: 250 milioni. Condono alle slot
machine: 600 milioni. Iva sulla
tranche extra di debiti dello Stato
rimborsati alle imprese: 925 milioni. Su queste due entrate esiste però
un alert: in mancanza, scatta la clausola di salvaguardia su accise e
acconti. E poi c’è la stangata sulle polizze: frutterà 458 milioni nel
2014, 661 nel 2015, 490 dal 2016. Infine, il taglio di 200 milioni al
Mose di Venezia e di 100 milioni agli investimenti per la rete
ferroviaria nazionale.
p.s.
qualcuno ha ancora il coraggio di dire che aiuterà la crescita e la domanda delle famiglie una tale rapina?
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