Nonostante la corte costituzionale e la sua sentenza, e sotto pena di
una nuova sentenza di nullità (o forse è proprio questo che vogliono
sia per riformare anche la corte costituzionale, in modo da
addomesticarla, sia per poter andare alle elezioni con l'attuale sistema
perchè la corte non vuole), il renzusconi va avanti e ..... mette in
capo le riforme: questa è la prima; le altre (riforma o cancellazione
del senato e riforma del titolo V° della costituzione) son di là da
venire ossia.. non si fanno sono solo specchietti per le allodole.
Il post lo lascio fare al Fatto con questo articolo della 22 gennaio 2014
che meglio non potrebbe spiegare l'inciucio, l'ennesimo, che questi
"politici" sono stati capaci di creare a loro immagine e
somiglianza...... e non poteva essere altrimenti dato che se loro
fallissero il sistema o crolla o ... bè meglio non pensarci perchè non è
detto che l'uscita dal tunnel sia poi così facile ..... e prima che
riusciamo a liberarcene ....forse i militari?
eccolo
Legge elettorale, firmano Pd, Forza Italia e Ncd. “Stop a candidature multiple”Il relatore Francesco Paolo Sisto ha depositato in commissione Affari Costituzionali alla Camera il testo dell’Italicum. Il documento (qui la proposta integrale) è stato sottoscritto da Pd, Fi e anche dal Nuovo Centrodestra: l’ok è arrivato dopo la cancellazione dall’Italicum della norma cosiddetta “Salva Lega”. Tra gli aspetti presenti nel testo lo stop alle candidature multiple
(stile Berlusconi capolista in tutta Italia): “Nessun candidato può
essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi
contrassegni in più di un collegio plurinominale” prevede il testo
depositato. E’ previsto poi l’obbligo di presentare nelle liste il 50%
di candidate donne: “A pena di inammissibilità nel complesso delle
candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può
essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con
arrotondamento all’unità inferiore e nella successione interna delle
liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati
consecutivi del medesimo genere”.
Non c’è la norma
“Salva Lega”, ma viene salvaguardata – come dice la Costituzione – la
tutela delle liste delle minoranze linguistiche che abbiano “conseguito
almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle
circoscrizioni della regione” il cui statuto speciale prevede una
particolare tutela di tali minoranze linguistiche.
Di
preferenze neanche l’ombra. In ogni collegio plurinominale, si legge, “è
assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a
sei” e ciascuna lista non può essere formata da un numero di candidati
superiore ai seggi assegnati. E prevede che sulla scheda ci siano il
simbolo di lista, insieme a nome e cognome dei candidati. Al limite
massimo di sei seggi assegnati in ciascun collegio saranno possibili
eccezioni. Il testo base della legge elettorale prevede infatti che in
ciascun collegio plurinominale “è assegnato un numero di seggi non
inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali
aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri
demografici e di continuità territoriale”. Si dispone inoltre che “ogni
lista all’atto della presentazione è composta da un elenco di candidati
presentati in ordine numerico. La lista è formata complessivamente da
un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi
assegnati al collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi
assegnati al collegio plurinominale”. “L’assegnazione del numero dei
seggi alle singole circoscrizioni è effettuata sulla base dei risultati
dell’ultimo censimento generale della popolazione”.
Invariata invece, rispetto all’accordo Renzi-Berlusconi,
la soglia del premio di maggioranza che resta al 35%: chi supera
questa quota ha diritto a un premio del 18% e arriva in questo modo a
340 seggi alla Camera. Se nessun partito o coalizione arriva al 35% è
previsto un secondo turno di ballottaggio. Confermato anche che in caso
di ballottaggio, fra il primo turno di votazione e il ballottaggio, non
sono consentiti apparentamenti fra liste o coalizioni. In caso di
vittoria al ballottaggio si conquistano 327 seggi. I restanti 290
vengono ripartiti proporzionalmente “tra le altre coalizioni di liste e
singole liste”.
Non cambia niente – rispetto al
progetto iniziale – per le soglie di sbarramento: le coalizioni
dovranno superare la soglia del 12 per cento, i partiti coalizzati il
5, i partiti non coalizzati l’8%. Tra le coalizioni di liste e le liste
che hanno superato le soglie necessarie, si procede “al riparto dei
seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse”.
p.s.
ah dimenticavo... buongiorno, notte
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