Ma stavolta non voglio parlare io ma uno che questo lo fa di professione, buona lettura
Come sarebbero andate le elezioni con il sistema “ispanico”? Autore: Luigi Di Gregorio (dal sito Spinning politics)
Renzi ha sintetizzato – più che posto sul tavolo – le tre ipotesi di riforma elettorale su cui pare possibile aprire una discussione in Parlamento:
1. Il Mattarellum rafforzato in senso maggioritario,
ossia prevedendo una trasformazione del 25% di seggi che veniva
assegnato mediante metodo proporzionale in un 15% di premio di
maggioranza e in un 10% proporzionale a tutela delle minoranze (“diritto
di tribuna”). Ipotesi molto a rischio dopo che la Corte Costituzionale ha ritenuto eccessivo il premio di maggioranza del porcellum.
Non so quanto si possa accettare un sistema ad impianto maggioritario
(che già di suo distorce l’esito a favore dei partiti più forti)
ulteriormente rafforzato da un premio di maggioranza.
2. Il doppio turno di coalizione
(impropriamente definito “sistema dei sindaci” dato che il sindaco è
eletto direttamente, mentre il premier non si può eleggere direttamente
in una repubblica parlamentare), ossia in realtà un “porcellum”
modificato con l’attribuzione del premio di maggioranza a chi non
raggiunge il 40% al primo turno, mediante un secondo turno di votazione.
3. Il sistema spagnolo, ormai noto come “ispanico”, ossia un
sistema proporzionale con circoscrizioni di ampiezza ridotta (vale a
dire che assegnano pochi seggi), a favorire una “soglia di sbarramento
implicita” e quindi un premio ai partiti più grandi. A rafforzare
ulteriormente tale premio, Renzi propone una soglia di sbarramento
nazionale “esplicita” del 5% e un premio di maggioranza (del 15%) al
primo partito.
Quest’ultimo
sistema pare piaccia a Verdini e a Forza Italia e sui giornali di oggi
si legge di un Renzi particolarmente propenso verso l’ispanico.
Tuttavia, tale sistema pone non pochi problemi.
Il primo è che, almeno in Spagna, prevede liste bloccate. Teoricamente le motivazioni della Consulta potrebbero far saltare tale ipotesi. Il
secondo, più importante, è che col sistema tripolare attuale non
garantirebbe alcuna maggioranza, neanche con gli accorgimenti proposti
da Renzi.
A tale proposito, ho
provato a simulare le elezioni del febbraio 2013 mediante il sistema
spagnolo, dividendo l’Italia in circoscrizioni provinciali e inserendo
sia la soglia di sbarramento nazionale del 5%, sia il premio di
maggioranza (che ho ipotizzato di 90 seggi alla Camera, pari al 14,3%).
A rafforzare ulteriormente i partiti più grandi, ho ridisegnato le
circoscrizioni attribuendo loro un ampiezza media di 5 seggi, a fronte
di un’ampiezza media in Spagna pari a 6,7 seggi.
Ecco il risultato:
Il Movimento 5 Stelle che fu primo partito avrebbe ottenuto, con tutto il premio di 90 seggi, un totale di 269 seggi alla Camera. Ergo, sarebbe stato comunque molto lontano dalla maggioranza assoluta. La grande coalizione sarebbe stata in ogni caso indispensabile.
Al Senato le cose sarebbero andate anche peggio,
dato che i premi sarebbero regionali, per cui avremmo avuto premi
diversi a seconda dei risultati regionali. Certo questa simulazione
sconta diverse cose:
1.
E’ presumibile che un sistema del genere porterebbe ad aggregazioni
più ampie (che poi però generano problemi quando tali coalizioni
iniziano a governare).
2.
I sondaggi di oggi danno in media un PD oltre il 30% e dunque più
forte di circa 5-6 punti rispetto al M5S di febbraio scorso. Ma ci
possiamo fidare dei sondaggi? E in ogni caso questo margine non
basterebbe al Senato e forse neanche alla Camera.
Continuo
a vedere un grande assente in queste discussioni sulla riforma
elettorale: il “caso” Senato. Ci si scervella sul sistema ottimale,
senza considerare che, col Senato eletto a base regionale e un sistema
partitico tripolare, non c’è rimedio che tenga. Occorre mettere mano
alla Costituzione e quantomeno cancellare la frase “è eletto su base
regionale” dell’art. 57. Fatto ciò, possiamo dedicarci alla riforma che
garantisca governabilità ed efficacia. Ma senza questa modifica,
stiamo solo sprecando tempo e chiacchiere.
Luigi Di Gregorio
TW @ldigregorio75
p.s.
a
voi le considerazioni. A me pare che l'idea non sia quella
dell'assicurare una qualche alternanza ma solo di perpetuare il più a
lungo possibile l'attuale marcio e decadente sistema
politico-economico...... e ben gli sta a Grillo
Nessun commento:
Posta un commento