mercoledì 8 gennaio 2014

Nonostante i fallimenti, sono ancora lì a far danni......

E' singolare l'assonanza fra l'annuncio dell'aver raggiunto, unico record che possiamo vantare, il livello più alto, da quando si fanno le serie storiche (1977), di disoccupazione "ufficiale (12,7%)" e quello della disoccupazione giovanile, ancor più alto (41,6%)..... e l'annuncio, cui tanti fessi credono e si bevono, come si beve a cena il vino (e nemmeno della miglior qualità), che con il job act (che dovrebbe contenere anche il nuovo codice del lavoro) del berluschino del pd: come si fa a non capire che la prima, la realtà, cozza con la seconda, l'annuncio di un qualcosa di irrealizzabile e anacronistico, che fa parte del mondo dei sogni, perché? Semplice perchè la seconda non mette in discussione il vero problema: non esiste un mercato, vero, del lavoro perchè il lavoratore non è una merce ma un insieme di speranze e progetti che è qualcosa "oltre" il semplice calcolo economico.
Solo un diversamente capace (per non dire incapace d'intendere e di volere) può bersi una tal frottola: basterebbe conoscere un pò, non tanta, storia dell'economia per comprendere (......) che è impossibile parlare di mercato in un ambito come quello del lavoro per il semplicissimo motivo che chi ha qualcosa la domanda di lavoro, quella dell'imprenditore, mira si a trovare ottime professionalità ma al costo minore possibile mentre l'offerta di lavoro, quella dei lavoratori, è debole in partenza perchè oltre a dover abbassare le proprie pretese stipendiali deve anche scontare la concorrenza sleale di altre professionalità che si offrono e anche devono scontare il ricatto di far lavorare "stranieri" o in alternativa vedersi spostare la produzione ..... altrove, ossia la delocalizzazione; in tutto ciò che ruolo dovrebbe avere lo Stato? Quello di regolatore o meglio ancora di riequilibratore della disuguaglianza: non assumendo al posto dei privati ma mettendo in equilibrio una bilancia, no .. diciamolo meglio: favorendo l'incontro fra le due curve, domanda e offerta, nel punto ritenuto migliore e socialmente accettabile; accettabile perchè compito dello Stato non è indebitarsi e far pagare a tutti le diseconomie create dalla classe, parassitaria, dei politici ma creare le condizioni affinchè gli obiettivi economici non siano raggiunti a scapito delle classi sociali meno abbienti: esattamente l'opposto di quello che propongono i liberisti che oggi hanno occupato manu militari università, parlamento, governo, media...... io non sto parlando di creare una società socialista ma semplicemente di applicare quello che alcuni definivano la lezione di Federico Caffé ossia il più grande economista che abbiamo avuto nel dopoguerra nostrano. Era un keynesiano eretico, come il sottoscritto anche se io in realtà non sono nemmeno la sua unghia del mignolo sinistro del piede, prchè più che seguire pedestremente la lezione del grande economista inglese egli invece ne vedeva maggiormente applicabile l'interpretazione ... scandinava, già proprio quella (con molte incursioni, a livello politico, nel pensiero di un altro grande liberale ossia Isaiah Berlin che ben capì come il liberalismo politico fosse poco accettabile fra le grandi masse se non era anche democratico.... immaginarsi la sua acritica, e pedestre, applicazione economica; ossia proprio quella che FMI e World Bank applicano dal 1950 in poi nei paesi del terzo mondo e dal 2009 anche in occidente e in europa) che abbiamo sotto gli occhi oggi e che, guarda caso, tiene lontano quei paesi dal baratro greco.
Continuate pure a credere ai sacerdoti del mercato perchè ad oggi un mosé che scende dalla montagna per distruggere il vitello d'oro della falsa religione, non c'è nè ci sarà in futuro... ahivoi.
p.s.
tutto quello scritto, tranne i nomi citati, in questo post è farina del mio, modesto, sacco, quindi mio copyright; chiunque creda il contrario è meglio che se lo tenga per se a meno di non poterlo dimostrare dati e atti alla mano....

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