E' singolare l'assonanza fra l'annuncio dell'aver raggiunto, unico
record che possiamo vantare, il livello più alto, da quando si fanno le
serie storiche (1977), di disoccupazione "ufficiale (12,7%)" e quello
della disoccupazione giovanile, ancor più alto (41,6%)..... e
l'annuncio, cui tanti fessi credono e si bevono, come si beve a cena il
vino (e nemmeno della miglior qualità), che con il job act (che dovrebbe
contenere anche il nuovo codice del lavoro) del berluschino del pd:
come si fa a non capire che la prima, la realtà, cozza con la seconda,
l'annuncio di un qualcosa di irrealizzabile e anacronistico, che fa
parte del mondo dei sogni, perché? Semplice perchè la seconda non mette
in discussione il vero problema: non esiste un mercato, vero, del lavoro
perchè il lavoratore non è una merce ma un insieme di speranze e
progetti che è qualcosa "oltre" il semplice calcolo economico.
Solo
un diversamente capace (per non dire incapace d'intendere e di volere)
può bersi una tal frottola: basterebbe conoscere un pò, non tanta,
storia dell'economia per comprendere (......) che è impossibile parlare
di mercato in un ambito come quello del lavoro per il semplicissimo
motivo che chi ha qualcosa la domanda di lavoro, quella
dell'imprenditore, mira si a trovare ottime professionalità ma al costo
minore possibile mentre l'offerta di lavoro, quella dei lavoratori, è
debole in partenza perchè oltre a dover abbassare le proprie pretese
stipendiali deve anche scontare la concorrenza sleale di altre
professionalità che si offrono e anche devono scontare il ricatto di far
lavorare "stranieri" o in alternativa vedersi spostare la produzione
..... altrove, ossia la delocalizzazione; in tutto ciò che ruolo
dovrebbe avere lo Stato? Quello di regolatore o meglio ancora di
riequilibratore della disuguaglianza: non assumendo al posto dei privati
ma mettendo in equilibrio una bilancia, no .. diciamolo meglio:
favorendo l'incontro fra le due curve, domanda e offerta, nel punto
ritenuto migliore e socialmente accettabile; accettabile perchè compito
dello Stato non è indebitarsi e far pagare a tutti le diseconomie create
dalla classe, parassitaria, dei politici ma creare le condizioni
affinchè gli obiettivi economici non siano raggiunti a scapito delle
classi sociali meno abbienti: esattamente l'opposto di quello che
propongono i liberisti che oggi hanno occupato manu militari università,
parlamento, governo, media...... io non sto parlando di creare una
società socialista ma semplicemente di applicare quello che alcuni
definivano la lezione di Federico Caffé
ossia il più grande economista che abbiamo avuto nel dopoguerra
nostrano. Era un keynesiano eretico, come il sottoscritto anche se io in
realtà non sono nemmeno la sua unghia del mignolo sinistro del piede,
prchè più che seguire pedestremente la lezione del grande economista
inglese egli invece ne vedeva maggiormente applicabile l'interpretazione
... scandinava, già proprio quella (con molte incursioni, a livello
politico, nel pensiero di un altro grande liberale ossia Isaiah Berlin
che ben capì come il liberalismo politico fosse poco accettabile fra le
grandi masse se non era anche democratico.... immaginarsi la sua
acritica, e pedestre, applicazione economica; ossia proprio quella che
FMI e World Bank applicano dal 1950 in poi nei paesi del terzo mondo e
dal 2009 anche in occidente e in europa) che abbiamo sotto gli occhi
oggi e che, guarda caso, tiene lontano quei paesi dal baratro greco.
Continuate
pure a credere ai sacerdoti del mercato perchè ad oggi un mosé che
scende dalla montagna per distruggere il vitello d'oro della falsa
religione, non c'è nè ci sarà in futuro... ahivoi.
p.s.
tutto
quello scritto, tranne i nomi citati, in questo post è farina del mio,
modesto, sacco, quindi mio copyright; chiunque creda il contrario è
meglio che se lo tenga per se a meno di non poterlo dimostrare dati e
atti alla mano....
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