Destinata a soffrire, a riflettere, a .... morire; questo sarà
l'esito della sinistra italiana se da un lato sarà sempre combattuta
dall'idea del "mi si vede di più se..." e dall'altra divisa, preoccupata
dello scranno ecc.
Ecco cos pubblica il Fatto Quotidiano il (di Giulia Zaccariello | Bologna) 23 febbraio 2014
Di
stoccate ne arrivano, tante, a decine: critiche al nuovo governo negli
interventi sul palco, attacchi a Renzi nelle interviste a margine. Ma
niente di più: Pippo Civati si prepara a votare la fiducia
al nuovo esecutivo ed esclude il rischio di una scissione interna al
partito. Lo spiega a margine del summit convocato domenica mattina a
Bologna, dove sono arrivati un migliaio di sostenitori e parecchi
parlamentari vicini all’ex candidato alle primarie, tra i quali Sandra Zampa e Davide Mattiello.
“C’è un modo diverso di fare le cose”, annuncia l’ex candidato alla
segreteria del Pd, anticipando alla stampa alcuni contenuti del suo
intervento. “Non abbiamo intenzione di far cadere questo esecutivo. Ma
tanto non siamo noi a essere decisivi. Se lo fossimo, avrei ricevuto
tante telefonate in questi giorni dal Presidente del Consiglio e invece
niente. Voteremo per restare dentro il Partito democratico. Cominciamo a
preparare il dopo Renzi”. Dal palco annuncia la decisione sofferta di
votare la fiducia e commenta con una battuta la carica di riforme
annunciate dal neo presidente del Consiglio: “Ogni volta che Renzi apre
bocca sulle riforme, muore un costituzionalista”. Tempo per ridere, ma
con molte preoccupazioni sul futuro: “Le insidie peggiori ora arrivano
dal tranquillissimo Letta. Se Letta si sente così a disagio è un
problema personale, ma anche politico”.
E annuncia che
probabilmente in Senato si costituirà un gruppo del nuovo
centrosinistra. “Non perché lo ordino io”, spiega, “non ho questo
potere, è perché c’è bisogno di costituire una coalizione progressista
in questo Paese. Ci sono pezzi che si dividono tra il Pd, sempre più a
fatica, Sel, la lista Tsipras, così come nel mondo di Grillo
ci sono un sacco di persone che vorrebbero dare una mano ad un progetto
diverso, ma è chiaro che non lo vedono nello schema di Enrico Letta, e
che Renzi riprende esattamente, in cui ‘noi siamo il palazzo, voi la
piazza, risolviamo noi e non abbiamo bisogno di voi’”.
La
scelta di votare la fiducia, Civati lo dice senza mezzi termini, non è
stata affatto facile. Dire sofferta è poco. “Potessi votare
liberamente senza mettere in discussione i rapporti col Pd voterei un
no con convinzione. Non è una questione di disciplina di partito, ma se
io non dovessi votare un governo che ha una legittimazione del Pd
dovrei uscire dal partito”. Il deputato non ha paura a parlare di
ricatto: “È chiaro che se non si vota la fiducia si va fuori dal Pd, ma
il ricatto non l’ho posto io. Per citare il regista Moretti, ci facciamo notare di più se rimaniamo.
Il Pd resta la nostra casa. Potrebbe essere una decisione impopolare,
ma oggi penso alle cose serie. Non voglio fare il Giordano Bruno della
situazione, la pira umana. L’ho già fatto un intero anno e francamente
vorrei fare dell’altro”.
L’altro di cui parla ha già un nome. Si chiama Nuovo centro sinistra.
“Non sarà un partito e nemmeno il prima passo di una scissione”, mette
in chiaro, “ma una rete trasversale di centrosinistra”. Perché “c’è
problema politico gigantesco e un intero schieramento di sinistra che
non è rappresentato”.
All’iniziativa hanno risposto un
migliaio di persone e il tono degli interventi dei sostenitori è
estremamente critico nei confronti del governo Renzi. Ricorrenti sono
però gli appelli a condurre una battaglia politica dall’interno del Pd.
Una richiesta di sostegno al governo arriva anche da Filippo Taddei,
responsabile economico del partito e sostenitore al congresso della
mozione Civati, che dal palco fa capire come un voto contro
“indebolirebbe il partito” ma anche la stessa corrente di Civati.
Sul palco compare una bandiera dell’Ulivo durante l’incontro. Sul drappo verde, c’è scritto “L’ulivo per il Partito democratico“. Durante
l’incontro vengono resi noti anche i risultati del sondaggio online
lanciato da Civati sabato, con cui il deputato ha chiesto agli elettori
un parere sul voto di fiducia al nuovo governo Renzi. I numeri
fotografano una base Pd spaccata, ma tendente verso il sì. In tutto
hanno risposto circa 20.370 persone, e poco più della metà , il 50,1%, ha dato il via libera al sostegno al nuovo premier. Il no ha raggiunto quota 38,5%, mentre il 10,7% si è espresso a favore dell’astensione.
p.s.
come
volevasi dimostrare dall'ulivo in po questo non è un paese per ......
la sinistra. Con questi personaggi possiamo cantare il de profundis di
quello che fu il PCI. Cosa e chi rimane? M5S per chi ha ancora voglia,
proporrei il "turarsi il naso" ma so già che in diversi sotrceranno il
naso: problemi loro perchè questo non è più tempo di indugi.
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