Fonte: W.S.I. 24 Settembre 2019, di Alessandra Caparello
L’Olanda si scrolla di dosso la qualifica di paradiso fiscale e
alcuni colossi italiani, Fca e Mediaset in testa, sono sull’attenti.
L’Olanda è l’ultimo fiore all’occhiello dei paradisi fiscali di nuova
generazione ma le prospettive di bilancio, entrate e uscite, per il
prossimo biennio non sono affatto promettenti. Da qui i responsabili
dell’Economia hanno deciso di introdurre due misure intese a garantire
che le multinazionali paghino le imposte.
La prima misura, come riporta Il Sole 24 ore, riguarda le grandi aziende olandesi
in cerca di giurisdizioni a bassa tassazione. In tal caso si prevede la
reintroduzione del pagamento delle imposte sugli interessi e sulle
royalties, un’aliquota tra il 21 e il 22 per cento che andrebbe a
intaccare tali flussi stimati su base annua in 22 miliardi di euro
l’anno.
La misura annunciata dal governo segue un malcontento popolare contro i colossi societari transnazionali olandesi, Royal Dutch Shell Plc e Koninklijke Philips NV Philips in testa, che hanno ammesso di non pagare nessuna imposte sui profitti nei Paesi Bassi.
La
seconda misura ha come obiettivo invece ridurre l’impatto della norma
sulla deducibilità di particolari perdite societarie, che ha aiutato le
multinazionali con sede in Olanda a pagare zero imposte sui profitti
nei Paesi Bassi. In tal caso, come riporta il
quotidiano di Confindustria, si detrarrebbero le perdite estere,
derivanti dalla liquidazione delle società controllate, in patria.
Le imprese italiane tremano. Fca
è ospite dell’Olanda dal 2014 e nel paese dei tulipani intendeva
collocare la sede legale della creatura che sarebbe dovuta nasce dalla
fusione con Renault. In Olanda si è posizionata MediaForEurope, la nuova holding che unirà Mediaset italiana e spagnola.
Tra gli altri italiani trapiantanti in Olanda troviamo Cementir, del gruppo Caltagirone, ha deliberato il trasferimento in Olanda della sede legale a fine maggio. Tra gli altri Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Saipem, Telecom Italia, Illy e Luxottica Group
costituiscono altri casi di grandi aziende, italiane, con sede legale
principale, o di una consociata, che opera in Olanda. Ma non è solo il
made in Italy a essere a rischio. Hanno trovato ristoro fiscale in
Olanda anche decine di società controllate che fanno capo alla Nike, e
poi Ebay, Uber, Tesla, Google, Unilever e Ikea.
si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
giovedì 26 settembre 2019
martedì 24 settembre 2019
Ipsos: italiani preoccupati per il futuro, aumenta propensione al risparmio
Fonte: W.S.I. 19 Settembre 2019, di Mariangela Tessa
Le famiglie italiane sono sempre più preoccupate per il futuro. Motivo per il quale cresce la propensione al risparmio. Sono alcuni dati che emergono da una ricerca realizzata da Stefania Conti, Business development director – Financial services di Ipsos, presentata oggi e anticipata dal quotidiano La Stampa.
Dalla ricerca emerge infatti che a fronte del 41% delle famiglie che dice di essere soddisfatto per l’economia familiare è in aumento la percentuale di quelle che risparmiano: dal 55% nel 2017, la percentuale è salita di due punti (57%).
L‘accumulo non finalizzato a gennaio – riporta l’analisi- ha raggiunto quota 81%. Per quanto riguarda invece i timori, quello più diffuso è legato al tema della salute (75%), seguito dal timore di perdere il lavoro (51%). In questo quadro i ricercatori Ipsos hanno inoltre rilevato che il 37% delle persone ritiene che i timori possano essere gestiti con una polizza assicurativa.
Le famiglie italiane sono sempre più preoccupate per il futuro. Motivo per il quale cresce la propensione al risparmio. Sono alcuni dati che emergono da una ricerca realizzata da Stefania Conti, Business development director – Financial services di Ipsos, presentata oggi e anticipata dal quotidiano La Stampa.
Dalla ricerca emerge infatti che a fronte del 41% delle famiglie che dice di essere soddisfatto per l’economia familiare è in aumento la percentuale di quelle che risparmiano: dal 55% nel 2017, la percentuale è salita di due punti (57%).
L‘accumulo non finalizzato a gennaio – riporta l’analisi- ha raggiunto quota 81%. Per quanto riguarda invece i timori, quello più diffuso è legato al tema della salute (75%), seguito dal timore di perdere il lavoro (51%). In questo quadro i ricercatori Ipsos hanno inoltre rilevato che il 37% delle persone ritiene che i timori possano essere gestiti con una polizza assicurativa.
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