giovedì 10 novembre 2016

5 motivi per cui Donald Trump vincerà

Pubblicato: 24/07/2016 20:03 CEST Aggiornato: 08/11/2016 10:02 CET Huffington Post
Amici,
Mi dispiace dover essere ambasciatore di cattive notizie, ma sono stato chiaro l'estate scorsa quando vi ho detto che Donald Trump sarebbe stato il candidato repubblicano alla presidenza. Ed ora vi porto notizie ancora più terribili e sconfortanti: Donald J. Trump vincerà a Novembre. Questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio part-time, e sociopatico a tempo pieno, sarà il nostro prossimo presidente. Presidente Trump. Forza, pronuciate queste parole perché le ripeterete per i prossimi quattro anni: "PRESIDENTE TRUMP".
In vita mia non ho mai desiderato così tanto essere smentito.
Posso vedervi adesso. State scuotendo la testa convinti: "No, Mike, non succederà". Purtroppo, state vivendo in una campana di vetro dotata di camera dell'eco, dove voi ed i vostri amici siete convinti che gli Americani non eleggeranno un idiota come presidente. Passate dall'essere scioccati al ridere di lui per il suo ultimo commento folle o per la sua presa di posizione narcisistica su qualsivoglia questione, come se tutto girasse intorno a lui. Poi ascoltate Hillary e osservate il nostro primo presidente donna, qualcuno che il mondo rispetta, una persona estremamente intelligente che si preoccupa dei nostri ragazzi, che porterà avanti il lascito di Obama perché è questo che vogliono gli Americani! Per altri quattro anni!
Dovete uscire da quella campana, adesso. Dovete smetterla di vivere nella negazione e guardare in faccia una verità che sapete essere profondamente attuale. Cercate di consolarvi con i numeri "il 77% dell'elettorato è composto da donne, persone di colore, giovani adulti sotto i 35 e Trump non otterrà la loro maggioranza", o con la logica "le persone non voteranno per un buffone o contro i loro interessi": è il modo in cui il cervello cerca di proteggervi dal trauma. Come quando sentite un rumore molto forte in strada e pensate "Oh, è appena scoppiata una ruota" oppure "Chi sta giocando con i petardi?" perché non volete pensare che c'è appena stata una sparatoria. È lo stesso motivo per cui tutte le notizie iniziali e i testimoni oculari dell'undici settembre dicevano "un piccolo areo si è accidentalmente schiantato contro le Torri Gemelle". Vogliamo (ne abbiamo bisogno) sperare per il meglio perché, sinceramente, la vita è già uno schifo ed è piuttosto dura tirare avanti stipendio dopo stipendio. Non possiamo sopportare altre cattive notizie. Quindi la nostra mente attiva "un'impostazione predefinita" quando qualcosa di spaventoso accade davvero.
Le prime persone falciate da quel camion, a Nizza, hanno passato i loro ultimi momenti sulla terra a fare cenni al conducente, perché pensavano avesse semplicemente perso il controllo del veicolo. Cercavano di dirgli che aveva oltrepassato le recinzione: "Attento", gridavano. "C'è gente sul marciapiede".
Beh, amici, questo non è un incidente. Sta succedendo. E se pensate che Hillary Clinton batterà Trump con i fatti, l'intelligenza e la logica, be' vi siete persi l'ultimo anno: con 56 primarie e caucus, 16 candidati Repubblicani le hanno provate tutte per fermare Trump ma niente è servito ad arrestare la sua furia devastante. Ad oggi, allo stato attuale, credo che succederà davvero e, per poter affrontare la cosa, ho bisogno che prima ne prendiate coscienza e poi, forse, potremo trovare un modo per uscire dal caos in cui siamo finiti.
Non fraintendetemi. Nutro grandi speranze per il mio paese. Le cose sono migliorate. La sinistra ha vinto la guerra culturale. I gay e le lesbiche possono sposarsi. La maggioranza degli americani ora adotta posizioni liberali in quasi tutti i quesiti elettorali. Paga uguale per le donne. Legalizzazione dell'aborto. Leggi più severe in materia ambientale. Più controllo sulle armi. Legalizzazione della marijuana. Un enorme cambiamento ha avuto luogo: chiedete ai socialisti, che hanno conquistato 22 paesi quest'anno. E per me non c'è alcun dubbio: se le persone potessero votare dal loro divano, con le loro X-box o Playstation, la vittoria di Hillary sarebbe schiacciante.
Ma non funziona così in America. Le persone devono uscire di casa e fare la fila per votare. E se vivono nei quartieri poveri, neri o ispanici, troveranno una fila più lunga e, perdipiù, si sta facendo di tutto per impedire loro di votare. Nella maggior parte delle elezioni è difficile raggiungere il 50% dell'affluenza ai seggi. E qui sta il problema in vista del prossimo novembre: chi avrà gli elettori più motivati, più convinti, alle urne? Conoscete già la risposta a questa domanda. Chi è il candidato con i sostenitori più rabbiosi? Quali fan impazziti si sveglieranno alle cinque del mattino il giorno delle elezioni, incitando le persone per tutto il giorno finché l'ultimo seggio elettorale non sarà chiuso ed assicurandosi che tutti i Tom, i Dick e gli Harry avranno espresso il loro voto? Già, proprio così. È questo l'estremo pericolo che stiamo correndo. E non ingannatevi: non serviranno i convincenti spot di Hillary, o le sconfitte subite da Trump nei dibattiti, né gli ultraliberali che sottragono voti a Trump a fermare la sua corsa.
Ecco i cinque motivi per cui Trump vincerà:
1.La "matematica" del Midwest. Ovvero, benvenuti nella Brexit della Rust Belt. Credo che Trump concentrerà buona parte della sua attenzione sui quattro stati blu della cosiddetta "Rust Belt" a nord dei Grandi Laghi: Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. Quattro stati tradizionalmente democratici che hanno eletto governatori repubblicani dal 2010 (solo la Pessylvania, adesso, ha finalmente eletto un democratico). In Michigan, alle primarie di Marzo, sono stati di più i voti per i Repubblicani (1,32 milioni), rispetto a quelli riservati ai Democratici (1,19 milioni). Trump è avanti ad Hillary negli ultimi sondaggi in Pennsylvania mentre ha pareggiato in Ohio. Pareggiato? Come può la corsa essere così ravvicinata dopo tutto quello che Trump ha detto e fatto? Be' forse perché ha detto (correttamente) che il sostegno dei Clinton al NAFTA ha contribuito a distruggere gli stati industriali dell'Upper Midwest.
Trump colpirà Clinton su questo punto e sul supporto che Hillary ha accordato al TPP e ad altre politiche commerciali che hanno sontuosamente fottuto gli abitanti di questi 4 stati. Durante le primarie in Michigan Trump, all'ombra di una fabbrica Ford, ha minacciato l'azienda che se, avesse portato avanti il piano di chiudere la fabbrica e trasferirla in Messico, lui avrebbe applicato una tariffa del 35% su ogni vettura fabbricata in Messico e rispedita agli Stati Uniti. È stata musica per le orecchie degli operai del Michigan. Inoltre, quando Trump ha minacciato i vertici della Apple che li avrebbe costretti a fermare la produzione di iPhone in China, per trasferirla esclusivamente in America, be' i cuori sono andati in estasi e Donald ne è uscito trionfante, una vittoria che sarebbe dovuta andare al governatore vicino, John Kasich.
Da Green Bay a Pittsburgh, questa America, amici miei , è come il centro dell'Inghilterra: al verde, depresso, in difficoltà, le ciminiere che punteggiano la campagna con la carcassa di quella che chiamiamo Middle Class. Lavoratori arrabbiati, amareggiati, ingannati dall'effetto a cascata di Reagan ed abbandonati dai Democratici che ancora cercano di predicare bene ma, in realtà, non vedono l'ora di flirtare con un lobbista della Goldman Sachs che firmerà un gran bell'assegno prima di uscire dalla stanza. Quello che è successo nel Regno Unito con la Brexit succederà anche qui. Elmer Gantry rivive nelle vesti di Boris Johnson e dice qualunque cazzata riesca ad inventarsi per convincere le masse che questa è loro occasione! L'occasione per opporsi a tutti loro, quelli che hanno distrutto il loro Sogno Americano! E ora l'Outsider, Donald Trump, è arrivato a dare una ripulita. Non dovete essere d'accordo con lui! Non deve nemmeno piacervi! È la vostra Molotov personale da lanciare ai bastardi che vi hanno fatto questo! Mandate un messaggio ! TRUMP è il vostro messaggero!
Ed ecco che arriva la matematica. Nel 2012, Mitt Romney è stato sconfitto per 64 voti. Sommate i voti espressi da Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. Fa 64. Tutto quello che Trump deve fare per vincere è conquistare il supporto degli stati tradizionalmente rossi dall'Idaho alla Georgia (che non voteranno mai per la Clinton), poi avrà soltanto bisogno dei quattro stati della Rust Belt. Non ha bisogno della Florida, non ha bisogno del Colorado o della Virginia. Solo Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. E questo lo farà arrivare in cima. Ecco cosa succederà a Novembre.
2.L'ultimo baluardo del furioso uomo bianco. La nostra era patriarcale, durata 240 anni, sta arrivando alla fine. Una donna sta per prendere il sopravvento! Com'è successo? Sotto i nostri occhi. Ci sono stati segnali d'allarme, ma li abbiamo ignorati. Nixon, il traditore, che ci ha imposto il Titolo IX, legge che stabilisce pari opportunità nei programmi scolastici sportivi. Poi hanno lasciato che le donne guidassero jet commerciali. Prima che ce ne rendissimo conto, Beyoncé prendeva d'assalto il campo del Super Bowl (il nostro gioco) con un esercito di Donne nere, col pugno alzato, a dichiarare che la nostra supremazia è finita. Ah, l'umanità.
Questa era una rapida sbirciatina nella mente dell'Uomo Bianco, specie in via di estinzione. C'è la sensazione che il potere gli sia scivolato dalle mani, che il suo modus agendi non sia più seguito. Questo mostro, la "Feminazi", quella che Trump ha definito una "cosa debordante sangue dagli occhi e non solo" ci ha sconfitti. Ed ora dopo aver sopportato per otto anni un uomo nero che ci diceva cosa fare, dovremmo rilassarci e prepararci ad accogliere i prossimi otto anni con una donna a farla da padrone? Dopodiché, per i successivi otto anni ci sarà un gay alla Casa Bianca! Poi toccherà ai transgender! Vedete che piega abbiamo preso. Finiremo col riconoscere i diritti umani anche agli animali ed un fottuto criceto guiderà il paese. Tutto questo deve finire.
3.Il problema Hillary. Possiamo parlare onestamente, almeno tra noi? E prima di farlo, lasciate che lo dica, mi piace davvero Hillary e credo che le sia stata attribuita una cattiva reputazione che non merita. Ma dopo il voto per la guerra in Iraq, ho promesso che non avrei mai votato per lei un'alra volta. Fino ad oggi, non sono venuto meno alla promessa. Ma, per impedire ad un protofascista di diventare il nostro "comandante supremo" infrangerò la promessa. Putroppo, credo che la Clinton troverà il modo di coinvolgerci in una qualche azione militare. È un falco, alla destra di Obama. Ma il dito da psicopatico di Trump è pronto a premere Il Bottone. Questo è quanto.
Accettiamo la realtà dei fatti: il nostro problema principale non è Trump, è Hillary. È incredibilmente impopolare: quasi il 70% degli eletteori pensa che sia disonesta e inaffidabile. Rappresentante della vecchia politica, che non crede a niente se non alle cose utili a farsi eleggere. Ecco perché il momento prima si oppone al matrimonio gay e quello dopo ne celebra uno. Tra i suoi principali detrattori ci sono le giovani donne: questo deve far male condiderando i sacrifici e le battaglie che Hillary, e altre donne della sua generazione, hanno sopportato per far sì che le esponenti di questa nuova generazione non fossero più costrette a sentire le Barbara Bush del mondo dire loro di chiudere il becco e andare a sfornare biscotti. Ma i ragazzi non la amano, e non passa giorno senza che un millennial non mi dica che non voterà per lei. Nessun democratico, e di certo nessun indipendente, si sveglierà l'8 Novembre e vorrà precipitarsi a votare per Hillary, come invece hanno fatto il giorno dell'elelezione di Obama o quando Bernie ha corso per le primarie. Non c'è entusiasmo. Dal momento che questa elezione si riduce ad una cosa sola (chi tira più persone fuori di casa e le conduce ai seggi), Trump adesso è in testa.
4. "Il voto depresso" degli elettori di Sanders. Smettetela di preoccuparvi che i sostenitori di Bernie non voteranno per la Clinton. Voteremo per lei. I sondaggi già mostrano che ci saranno più elettori di Sanders pronti a votare Clinton quest'anno, rispetto al numero degli elettori di Hillary alle primarie del 2008, che allora votarono per Obama. Non è questo il problema. L'allarme dovrebbe scattare perché quando il sostenitore medio di Bernie si recherà alle urne quel giorno per votare, seppur con riluttanza, per Hillary, esprimerà il cosiddetto "voto depresso": significa che l'elettore non porta con sé a votare altre 5 persone. Non svolge attività di volontariato nel mese precedente alle elezioni. Non parla in toni entusiastici quando gli/le chiedono perché voterà per Hillary. Un elettore depresso. Perché, quando sei giovane, la tua tollerenza verso gli ipocriti e le stronzate è pari a zero. Ritornando all'era Clinton/Bush, per loro è come dover improvvisamente pagare per la musica, o usare MySpace o portarsi in giro uno di quei cellulari giganteschi.
Non voteranno per Trump, qualcuno voterà il terzo partito, molti se ne staranno a casa. Hillary Clinton dovrà fare qualcosa per fornire loro una valida ragione per sostenerela: e scegliere un ragazzo bianco, moderato, insipido e centrista come candidato alla vicepresidenza non è proprio la mossa vincente per dire ai millennial che il loro voto è importate. Avere due donne come candidate, quella sarebbe stata un'idea entusiasmante. Ma Hillary ha avuto paura e ha deciso di andare sul sicuro. E questo è solo uno degli esempi del modo in cui si sta alienando il favore dei più giovani.
5.L'effetto Jesse Ventura. Per non ignorare la capacità dell'elettorato di essere malizioso e non sottovalutare il fatto che milioni di elettori si considerano "ribelli segreti" una volta chiusa la tenda e rimasti soli nella cabina elettorale. È uno dei pochi luoghi della società dove non ci sono telecamere di sicurezza, nessun registratore, non ci sono coniugi, bambini, capi, poliziotti, non c'è neanche un limite di tempo. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi lì dentro e nessuno può farti nulla. Puoi premere il bottone e votare una linea di partito, oppure scrivere Mickey Mouse e Donald Duck. Non ci sono regole. E per questo, e per la rabbia che molti sentono verso un sistema politico corrotto, milioni di persone voteranno per Trump: non perché siano d'accordo con lui, non perché ne adorino il fanatismo e l'ego, ma solo perché possono farlo.
Solo perché manderebbe tutto all'aria e farebbe arrabbiare mamma e papà. Un po' come quando osservi le cascate del Niagara e ti chiedi, per un attimo, come sarebbe oltrepassare quel limite. A tantissime persone piacerebbe interpretare il ruolo del burattinaio e "gettarsi nel vuoto" per Trump, solo per vedere cosa potrebbe succedere. Ricordate quando, negli anni '90, gli abitanti del Minnesota hanno eletto come governatore un wrestler professionista? Non l'hanno fatto perché sono stupidi, né perché pensavano che Jesse Ventura fosse un grande statista o un fine intellettuale politico. Lo hanno fatto solo perché potevano.
Il Minnesota è uno degli stati più intelligenti del paese. È anche pieno di persone con un senso dell'umorismo un po' tetro: votare per Ventura era il loro scherzo ad un sistema politico malato. La stessa cosa succederà con Trump.
Mentre tornavo in albergo, dopo aver partecipato allo speciale di Bill Maher sulla Convention repubblicana andata in onda sulla HBO, sono stato fermato da un uomo. "Mike", ha detto. "Dobbiamo votare per Trump. Dobbiamo stravolgere un po' le cose". Ed è finita lì. Per lui quella motivazione era sufficiente. "Stravolgere le cose". Il Presidente Trump lo farebbe sul serio. E ad una buona fetta dell'elettorato piacerebbe tanto sedere in tribuna e godersi il reality show.
(La settimana prossima posterò i miei pensieri sul "Tallone d'Achille" di Trump e su come ritengo possa essere sconfitto).
Il vostro
Michael Moore.
Questo post è apparso per la prima volta su Huffington Post Usa ed è stato tradotto dall'inglese da Milena Sanfilippo
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prego notare la data: 24/7/2016

mercoledì 9 novembre 2016

Elezioni Usa 2016, dieci cose sulla vittoria di Donald Trump

from Facebook di Andrea Scanzi (anche sul Fatto Quotidiano di oggi)
Stamani mi sono alzato alle 11. Ho acceso lo smartphone e – pum – sono stato inondato da decine di messaggi apocalittici. Ho pensato a cose veramente tragiche: la cessione di Suso, la morte di Waters, Costantone della Gherardina padre costituente. Macché: aveva solo vinto Trump. E sticazzi. Capirai. Dieci considerazioni.
1. Larga parte del giornalismo ha un’unica funzione: dirvi che morirete tutti, per giunta tra mille tormenti, se perderanno quelli per cui loro tifano. Cameron, Renzi, Clinton. E’ successo con la Brexit, sta accadendo con Trump. Figuriamoci. Le vostre e nostre vite scorreranno come prima, né più né meno. Vale, per la cronaca, anche per il referendum del 4 dicembre. Questo clima da “o noi o l’apocalisse” ha davvero frantumato le palle.
2. Donald Trump sarà un presidente orrendo per quattro anni (magari meno, chi lo sa). Negli Stati Uniti è già successo e succederà ancora.
3. Tra i presidenti orrendi c’è anche quello che secondo molti espertoni italiani era stato un fenomeno amato da tutti, ovvero Obama. Infatti è stato così fenomenale che, pur di non avere un altro “democratico” dopo 8 anni di Barack, gli americani hanno votato Trump.
4. Dice: “Vedrai adesso le guerre che farà Trump”. Bah. In termini di politica estera, Hillary Clinton sarebbe stata egualmente disastrosa. Anzi, forse lei avrebbe fatto pure peggio.
5. Trump combinerà disastri autentici non tanto fuori, ma in casa sua. Sarà nella politica interna che darà il peggio di sé. E i primi a pagarne le conseguenze saranno quelli che lo hanno eletto. Mal voluto non è mai troppo (cit).
6. Per decenni gli americani ci hanno preso per il culo dicendo che “noi eravamo quelli di Berlusconi”. Be’, adesso lo faremo noi ricordando che “loro sono quelli di Trump”. (Lo so, noi adesso siamo “quelli di Renzi”, che è pure peggio, ma non fate i precisini proprio adesso).
7. Gaber e Luporini non hanno avuto mai torto. Neanche quando volevano. Nel 1976 scrissero: “Non c’è popolo più stupido degli americani. La cultura non li ha mai intaccati”. Appunto.
8. Hillary Clinton era e resta invotabile. Insopportabile, equivoca, fastidiosamente eccessiva e costantemente ridanciana. Espressione peggiore dei poteri forti peggiori. Un disastro che poteva esaltare giusto Bon Jovi. “Eh, ma era la meno peggio”, direte ancora voi sorseggiando Ginger Ale mentre leggete Cazzullo. Può essere, ma ha qui ragione Alessandro Robecchi: “Usa, il posto dove si dimostra che la politica del ‘meno peggio’ apre le porte al peggissimo”.
9. Scegliere tra Clinton e Trump era come scegliere tra Renzi e Berlusconi. O, se preferite, tra la Picierno e Razzi. Gli Stati Uniti avrebbero perso comunque. E infatti hanno perso. Hillary era l’iniezione letale silenziosa, Donald la bomba atomica: come sempre, gli americani hanno scelto il finale più esagerato e fanfarone. Sono fatti così. “Tu chi avresti votato?”, mi domanderete provocatoriamente. Facile: Bernie Sanders. Un po’ perché mi piace e un po’ perché piace a Rosario Dawson.
10. Anche sulla vicenda Trump, larga parte del giornalismo pensoso ha dimostrato di essere completamente scollegata dal reale, reputando “impossibile” ciò che per loro era moralmente inconcepibile: ovvero la vittoria di un buzzurro come Trump. La sua elezione è un’altra mazzata per le vedove inconsolabili del menopeggismo. Più si arrabbiano perché a “sinistra” non si fanno bastare gli improponibili Renzi e Clinton, e più gli elettori danno loro torto. Non ne beccano una. A tal proposito, una cosa buona nella vittoria di Trump c’è: la reazione di Zucconi. E’ davvero una sagoma in queste ore. Idolo Vittorio: mille di questi giorni.
P.S. Scusatemi, ma adesso vado a risentirmi Pigs (Three Different Ones), per poi dedicarla a Trump. Proprio come ha già fatto il Mahatma Roger Waters

Il declino della nuova Roma

Alla fine tanto tuonò che...... diluviò. HA vinto Trump senza se e senza ma. L'America profonda, quella degli sconfitti dalla globalizzazione e di chi ne ha sostenuto i costi maggiori in termini di perdita di lavoro e di garanzie per un futuro migliore, ha dato la sua sentenza: gli Usa devono cambiare rotta e devono farlo subito. Si devono ricostruire e ritornare a essere quelli dei loro albori, quelli del sogno americano. L'impero, la nuova Roma, è crollata sotto il peso della rapacità dei tenutari del potere. A queste elezioni una strana Alleanza è venuta fuori: da un lato gli straricchi, stile Forbes (che poco tempo fa dichiarò che non trovava giusto che lui pagasse meno tasse della sua segretaria), dall'altro i cosiddetti sconfitti dalla globalizzazione ossia la middle class e la working class americane che ne hanno sostenuti tutti i costi della stessa. I primi che vedono il pericolo nella crescente rabbia dei secondi e questi ultimi che temono di peggiorare ancora e trovarsi, come già accade per i poveri (oltre 50 mln di americani), nel girone dell'inferno peggiore; quindi schiacciati verso il basso alla pari dei paesi del terzo mondo! Un incubo vero e proprio per chi appartiene a questo ceti. E se a ciò si aggiunge che dietro la Clinton c'è tutto l'establishment del mondo affaristico interno ed internazionale che ha beneficiato della globalizzazione e della continua crisi del debito privato che ha dissanguato gli Stati e impoverito milioni di cittadini, non aveva speranza alcuna di vincere. Non era più ammissibile per un americano che finanzieri, arabi, ecc. decidessero dei loro destini. A differenza che in Italia li c'hanno pensato su ed hanno deciso di dare un sonoro calcio al sistema, nemmeno un avvertimento preventivo, ma direttamente un calcio: si chiamasse Trump o Pinco pallino non conta, ciò che conta è dire basta. Ci sono riusciti bene.... ora vedremo. Ho l'impressione che non ci saranno prove di appello e che quella successiva dovesse fallire questo, passerà alle armi direttamente.
Altro che nuova Roma, altro che nuovo secolo americano, altro che libero mercato globale oggi l'America ha dato un diverso segnale con un nuovo messaggio che ha un antico sapore: America first per ritornare a essere grandi....... messaggio che ha implicato dover dire agli americani: guardate che siete messi peggio del fantasma del natale passato, o ne prendete atto e mi votate o vi vi ritroverete fra 4-8 anni messi come ora..... se non peggio è con una guerra con il blocco russo-cinese fra capo e collo!

martedì 8 novembre 2016

Addio a Veronesi...

Un vero guru senz'alcun alone di leggendarietà o autocompiacimento: semplicemente un medico oncologo che ha fatto il suo percorso con onestà intellettuale e chiarezza di idee. Ci sono tantissime persone che gli devono la vita o almeno la speranza di vita e non è cosa da poco di questi tempi..... Dobbiamo molto a quest'uomo; il paese gli deve molto nonostante spesso con fastidio sopportava le sue esternazioni, sempre fondate sulla propria esperienza, in materia non solo di medicina ma pure di etica media e personale.... si perchè era vegetariano, più per ragioni etiche che mediche, e perchè era favorevole agli OGM, per ovvie ragioni di fiducia nella scienza umana, ecc. può sembrare in cotnraddizione e non sempre si poteva essere d'accordo con lui o comprendere le recondite motivazioni di alcune sue posizioni (Slow food entrò in polemica con lui per alcune di queste esternazioni) ma mai nessuno ha mai dubitato della sua onestà intellettuale.... si l'ennesima perdita e l'ennesimo vuoto che si crea in questo paese che mai ora ha bisogno non solo di punti fissi ma pure di persone oneste e autorevoli che non abbiano paura di esternarle pur sapendo di andare controcorrente!!!!
Su Wikipedia, trovate ulteriori notizie e molte delle sue prese di posizione pubbliche.

lunedì 7 novembre 2016

Cop22: l'assemblea dell'inutilità climatica

Entra nel vivo la lotta ai cambiamenti climatici. Si apre il Cop22, ossia la conferenza internazionale, sotto vessillo ONU, sul clima: da qui gli scienziati dovranno trovare la quadra rispetto agli accordi di Parigi e indicare la via per fermare o, almeno, rallentare la corsa del clima verso il disastro.
Ci credete davvero?
Credete davvero che questi cervelli riusciranno a trovare la quadra e instraderanno l'umanità verso un roseo futuro?
Personalmente sono scettico in merito non foss'altro perchè, a leggere il documento parigino, della reale volontà dei governi ce n'è ben poco, anzi praticamente non esiste: è solo un continuo arrampicarsi sul vetro per giustificarsi pubblicamente mentre nelle buie stanze ognuno si fa i propri conti, e di quelli che lo sostengono, e mira solo a fregare il vicino.. non c'è traccia nel documento parigino di un indicazione per il futuro: belle parole e grandissimi intenti ma alla fine non può che risaltare chiaro come il sole a mezzogiorno del 15 agosto che è solo un foglio di carta pieno di paroloni vuoti e senza senso. Niente di niente del resto: del clima; del global warming; dell'oscuramento globale; dell'interazione fra aumento dell'attività sismica in presenza di fracking e contemporaneo aumento delle temperature medie. E' insito nel sistema che gestisce oggi le nostre vite il disinteressarsi delle conseguenze delle linee di politica economica e finanziaria sul clima; come è nel DNA dei governi, espressione di questo sistema, il fare fronte comune a parole sul clima salvo poi approvare finanziarie che vannoe sattamente nel senso opposto. Non si sfugge né ci si può illudere che cambi qualcosa perchè per cambiare bisogna mutare completamente rotta e le resistenze sono fortissime non foss'altro perchè le varie lobby, spesso intrecciate fra loro da interessi più o meno occulti, hanno troppo da perdere se ciò mai avvenisse... pensate a come sarebbero felici se la lobby del petriolio si veesse un giorno imporre un limite alle estrazioni e alla lavorazione del prodotto grezzo da un governo in nome della lotta ai cambiamenti climatici... o alla lobby che gestisce la produzione manifatturiera se un giorno fosse introdotta la robin tax; o se aumentassero i vincoli all'attività produttiva se fosse previsto che i danni fatti all'ambiente si ricaricassero su chi li ha provocati!!!! Oppure immaginate quanto sarebbero alte le lamentazioni dell'industria del carbone, attivissima ancora oggi, se fosse introdotta la mitica carbon tax. Inimmaginabile vero? E ci sarebbero pure dei fessi di comuni mortali che le difendono in nome del mantenimento dei posti di lavoro ecc..... nossignori possono fare tutti i convengi che vogliono ma il clima è un altra cosa e il suo cambiamento repentino altro non è la conseguenza delle azioni dei governi e di chi li sostiene: non mi si venga a dire che devo spegnere la luce a certe ore perchè non è assolutamente vero che ciò contribuisce alla difesa mentre è vero che se un governo stabilisse una robin tax e imponesse un modello di svuiluppo economico sostenibile, lasciamo stare quello sostenibile perchè altro non è che una riedizione in sedicesimi della teoria dell'astronave della seconda metà del '700-primo '800 che giustificava una cosa ben più mostruosa..... ossia l'eugenetica o per dirla meglio la giustificazione per la limitazione della crescita dei popoli a fronte di risorse, ritenute a torto, limitate: non lo erano, come ha dimostrato la storia successiva, allora e non lo sono oggi! Un dato? Se i miliardi di tonnellate di cereali e acqua usati per nutrire mucche fossero usati in Africa quel continente potrebbe essere sfamato per un anno intero: un anno! E' questo il punto e finchè non si pernderà atto che si DEVE cambiar rotta o almeno ci si attrezzi contro le sventure che sempre più spesso accadranno nei prossimi anni.

domenica 6 novembre 2016

Eugenio Scalfari è grillino, ma non lo sa (Andrea Scanzi)

Sbagliano, i 5 Stelle, ad avercela con Eugenio Scalfari. Ieri il venerabile fondatore di Repubblica è stato encomiabile nel portare voti al M5S e al “No”. Di fronte a un Alessandro Di Battista che si era preparato per giorni davanti allo specchio per stare calmo e ostentare rispetto nei confronti di un intellettuale, per evitare così il rischio di apparire “il giovane arrogante che non ha rispetto del vecchio maestro”, Scalfari ha condensato in mezz’ora tutti gli stereotipi, i sentito dire e le falsità sui 5 Stelle. In più, seraficamente, ha detto che scrive e telefona di continuo a Renzi per esortarlo a togliere il ballottaggio dall’Italicum, perché altrimenti vincono i grillini e l’Italia muore. Alè. Si è anche intuito che Renzi sia d’accordo con questa idea così illuminata di democrazia, secondo cui sei democratico se operi per far vincere il Pd e sei un criminale se il Pd (a causa peraltro di una legge che si era scritto da solo per far fuori il M5S) perde.
Scalfari, con la sua consueta velocità fantascientifica di esposizione, ha anche – seraficamente – detto che il Sì al referendum è una gran cosa, perché così facendo il nuovo Senato sarà in mano al Pd, che controlla già gran parte delle regioni: avere un Senato democraticamente eletto, lo capite bene, sarebbe davvero populista. Volgare. Per dirla coi salotti buoni di Largo Fochetti: “disdicevole”.
Mentre Di Battista continuava a guardarlo con un mix di “ti rispetto”, “che diavolo stai dicendo Willis” e “continua così che mi fai un gran favore”, Scalfari ha poi parlato delle guerre puniche, di quella volta che cenò con Vercingetorige e di quell’altra volta in cui giocò a bridge con Marx, esortandolo a mostrare Il Capitale a Napolitano prima di pubblicarlo per averne la sacra approvazione. Bei momenti.
Non sono mancati altri grandi sussulti. Ad esempio l’insulto – agile, in scioltezza – a quei milioni di stronzi che hanno votato e votano M5S (“Fate ridere”), la solita litania sul fatto che i 5 Stelle sono tutti comandati da “un comico ricco”, gli accenni a caso a Farage, l’Europa, la sinistra, la Calabria e i fantasmagorici giri “in bicicletta” compiuti per “un anno” da Di Battista. Scalfari, nella sua infinita democrazia, parlava ogni volta mezz’ora esigendo il silenzio, mentre non appena parlava Di Battista era solo “un gran parlatore” (cioè un parolaio) che si poteva tranquillamente interrompere (“Taccia e mi faccia parlare”). Un’altra prova del suo gran concetto di democrazia, più o meno così riassumibile: “Noi siamo i buoni e possiamo fare quello che ci pare, voi siete populisti deficienti quindi sukate”. Vamos.
Perla finale l’esortazione di Scalfari a Di Battista: “Perché non ha scelto la sinistra? Ad esempio Berlinguer?”. Forse perché Berlinguer è morto quando Di Battista aveva sei anni, e forse perché dopo Berlinguer la sinistra è diventata quel che è diventata. Fino a non diventare niente: cioè Renzi.
In neanche un’ora, Scalfari ha riassunto tutti i motivi per cui i renzini non toglieranno neanche mezzo voto ai grillini, casomai viceversa. I 5 Stelle dovrebbero proprio ringraziarlo. E secondo me, dopo la puntata, Di Battista l’ha fatto davvero.
P.S. Dopo Otto e mezzo, a Piazzapulita c’era la Boschi. In quel salotto, e in generale in tivù, non la si vedeva da un po’. E’ stata bravissima: 3,73% di share, ovvero la prova peggiore di un (ottimo) programma che quest’anno sta andando bene. Maria Elena, ormai, è una garanzia: quel che tocca, le somiglia.
Dal Fatto Quotidiano
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.. il bello è che ci riprova non contento di aver portato acqua al mulino 5Stelle:  Renzi scongiuri il rischio di un Trump italiano
Repubblica.it

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