venerdì 11 dicembre 2015

E dopo i simboli.... i fatti

Lo scorso sabato vi illustrai quella che, in fondo, era un analogia fra simboli e realtà: una cosa su cui molti sorvolano ritenendoli "amenità" solo visti i problemi quotidiani che tutti i giorni dobbiamo affrontare: ed è vero ma, ritengo, ciò vale se guardiamo un pezzo della realtà, o quella che crediamo essere realtà; se invece andiamo a un livello più alto approfondendo la materia a volte capita che anziché vedere alcuni tasselli della realtà, o quella che crediamo essere realtà, vediamo l'insieme di essi: e allora la cosa cambia .... e molto. Quello che sembra essere una casualità diventa una norma; e quello che potrebbe essere uno scherzo del fato diventa un esito finale di un processo magari messo in moto anni prima. Simboli ed eventi: la storia ne è piena; sono lì.. basta saperli leggere e unire nel loro recondito significato. Se sappiamo guardare son lì: basta capirne il significato.
Veniamo al dunque. Tutti sappiamo del 9/11: è entrato nella memoria collettiva; è uno di quegli eventi che rimangono lì fermi nella storia. In particolare per gli americani ha rappresentato il giorno in cui hanno repso atto che non erano più inviolabili ed erano stati attaccati in casa propria..... il WTC e l'edificio 7 sono crollati: i primi due, secondo la storiografia ufficiale, in conseguenza degli impatti di due aerei dirottati da terroristi islamici: ma ci sono delle incongruenze, colte dai soliti complottisti, che dovrebbero far riflettere tutti su quello che sembra "essere" e quello "che è" realtà. Ad esempio sapevate che nel 1993 il Pentagono aveva a degli "esperti" di esaminare la possibilità che un aereoplano venisse usato per attaccare obiettivi su suolo americano? I risultati non furono mai resi pubblici eppure una loro bozza, a detta di qualcuno di questi "esperti" (che ne parlarono dopo che accadde davvero, è girata per diverso tempo negli uffici dei dirigenti dei dipartimenti americani addetti alla sicurezza del paese (forse qualcuno l'ha preso a modello per farlo accadere davvero?). E se ciò non bastasse nel 1995 vennero a conoscenza, grazie alle indagini della polizia filippina su un gruppo di terroristi islamici locali, di un "progetto" che prevedeva, proprio, l'uso di aerei civili da lanciare contro obiettivi americani (nella lista c'erano anche le torri gemelle .. ma NON l'edificio 7); aerei provenienti da diverse parti del mondo: questo progetto era denominato "Bojinka". Naturalmente i servizi si misero subito all'opera ma ad un certo punto o meglio ad un certo livello, politico, tutto fu arenato.. si perse nei meandri e nessuno mise insieme le due cose finché, anni dopo, accadde davvero.... tutti sapevano, perfino i russi che misero in guardia in tempi non sospetti i loro omologhi americani ma furono ignorati: perchè questa disattenzione che fu poi giustificata con il fatto che i "servizi" avevano fatto fiasco nel  seguire la cosa (non è vero perchè a quanto pare la pratica relativa fu seguita eccome.. solo che i vari Presidenti non se ne interessarono)? Eppure, conoscendo la paranoia americana per la sicurezza, i servizi erano all'erta... chi si distrasse? Stesso giornali americani ne parlarono sia allora che poi eppure la cosa passò nel dimenticatoio... nel frattempo i "combattenti per la libertà" erano diventati quel che erano sempre stati ossia  talebani, diventati tristemente noti a noi occidentali dopo, da un lato e Al Qaeda dall'altro: due entità distinte che furono sovrapposte ai nostri occhi ma che erano ben distinte nella realtà.
Sapevano, quindi, e temevano che accadesse; tutto come da programma quindi si potrebbe dire... ma questo programma chi lo pianificò? Perchè proprio quel giorno a vigilanza della costa est degli USA c'erano solo due aerei in volo e per giunta disarmati perchè in ricognizione? E perchè giusto quel girono la difesa passiva dei radar era in "esercitazione"? E perchè, infine, tutta la difesa aerea era concentrata ai confinid el canada per una ultreriorre "esercitazione" congiunta con i canadesi?  Guarda caso proprio quel giorno il fattaccio accadde? Un caso? Sicuramente... ma troppi casi fortuiti, o coincidenze, fanno qualcos'altro e non dev'essere io a idrvi cosa, vero?
Sappiamo poi com'è andata a finire: la prosopopea sui morti (mentre i sopravvissuti sono ancora in causa con lo Stato per ottenere un qualche riconoscimento e per ottenere anche il pagamento delle cure mediche che lì sono a carico delle assicurazioni private....); l'indicazione dell'Afghanistan come sede del capo di Al Qaeda (Osama che se ne stava invece in Pakistan); e l'attacco all'Iraq peraltro del tutto incolpevole ecc. il resto è storia.. ivi compresa la non secondaria cosa che le pipeline passavano proprio dall'Afghanistan e che l'Iraq era il quarto produttore al mondo di petrolio; per tacere della necessità di attutire gli effetti del rallentamento dell'economia americana in seguito alla bolla della new economy, ricordate? Niente di meglio di una guerra per ritardare il crollo di borsa; l'hanno già fatto in passato.
E le Torri gemelle? Com'è possibile che edifici omologati in un certo modo, a causa del traffico aereo incessante su new york, crollino come cartapesta? Bè gurdate questo filmato preso da youtube
 ... il filmato qualcosa la dice, vero? Inoltre qualcun'altro sostiene che per fondere il metallo non poteva bastare la temperatura di appena 700°; ci voleva molto di più... sapete cosa serve? La termite. E sapete chi la usa, oltre ai militari? Le ditte che fanno di mestiere le demolizioni controllate... dice nulla?
C'è un ultima cosa: come ha fatto ha crollare l'edificio n°7? E' crollato per "solidarietà"? Era ad oltre 200 metri di distanza, come ha fatto a cadere? Di tutto ciò detto finora la Commissione ufficiale ha detto poco e si è attenuta alla versione fornita dagli enti preposti... e le risultanze dei controlli; peccato che le macerie furono subito rimosse e riusate per altri edifici: non ne rimase traccia nè furono rese possibili future indagini; strano vero? Nemmeno in Italia siamo mai stati così bizantini....
altra clip

strano vero? Leggenda vuole che fosse pieno di uffici governativi; non lo sapremo mai naturalmente. Di tutto quanto sopra cosa rimane? Le migliaia di morti, fra soccorritori e civili, e altrettanta migliaia di persone che ancora oggi subiscono gli effetti delle polveri del crollo. Rimane la macchia del dubbio sull'attentato da parte dei servizi; rimane l'inspiegabile crollo e rimane anche l'attacco al Pentagono di cui, nonostante le tante telecamere, oggi si ha a disposizione solo uno, e gli altri?  Ma questa è un altra storia... ha rimane anche il fatto che il mostro Osama è stato ucciso .... in Pakistan e la sua salma mai mostrata. Rimane anche il dubbio, mai dimostrato, che qualche mese dopo fu visto in un ospedale, americano, dell'Arabia Saudita dove si stava curando per insufficienza renale: una cosa mai dimostrata e il cui segreto rimane nei meandri dei servizi.
Inganno? Complotto? Balle? Chissà.... io come sempre in questi casi provo a mettere tutti i tasselli insieme acriticamente per farmi, prima, e per fornire, a voi,  un quadro del tutto: sia chiaro un quadro dal mio punto di osservazione ossia quello che chiunque altro si potrebbe creare se volesse fare lo stesso lavoro di ricerca...... non foss'altro per curiosità personale.
tutto quello che è accaduto dopo è la diretta conseguenza del 9/11.. compreso l'isis
Non dobbiamo mai dimenticare che elimini l'improbabile quel che rimane è la verità...
p.s.
tutto quanto scritto in questo post è FACILMENTE REPERIBILE IN RETE con le appropriate ricerche fatte sui più noti motori di ricerca.. e senza passare nemmeno una volta sui blog "complottisti".
come sempre
 Buon weekend
.. di riflessione

giovedì 10 dicembre 2015

chi vince e chi perde...

Ieri lessi su Facebook il commento di Massimo Rocca (mi spiace non posso riportarlo qui perchè il giornalista ha scritto tempo fa che "non si può copiare e incollare anche citando", padronissimo e rispetto la la sua indicazione, vi dovrete accontentare della mia citazione... sennò andate su FB e cercate il contropelo di Radio Capital che è l'alias di Rocca) sulla situazione siro-irakena; dice (lo riassumo brutalmente; questo non mi pare vietato o sbaglio?): ma non è che la guerra non la sta vincendo l'occidente libero ma ... Putin?
Ciò mi ha fatto riflettere, e sapete perchè? Perchè da quando la Russia è intervenuta, oltre al calo dell'attenzione mediatica sullo scacchiere mediorentale, l'ISIS è fermo... anzi il suo capo, soprattutto dopo l'annuncio/avviso (io ritengo CREDIBILISSIMO)  che la Russia avrebbe usato anche armi non convenzionali, leggi il nucleare, per fermarli, ferito se l'è filata..... e secondo fonti iraniane e non solo il nostro eroe prima s'è fatto curare in Turchia (mi chiedo, non sta collaborando con l'occidente per fermare i terroristi? E se il capo dei terroristi si rifugia in Truchia come mai non è stato arrestato?) ma si è potuto anche allontanare da questo paese per nascondersi in Libia? (Misteri della strategia della intelligentissima élite politica e militare dell'occidente....). Come mai è potuto succedere? Chi s'è girato dall'altra parte? Poi m'è sovvenuto un altro pensiero: ma non è che l'annuncio/avviso non era rivolto ai terroristi ma ai loro sponsor arabi? Ossia a quei paesi che stanno rimestando nel torbido (userei un altra parola ma l'educazione me lo vieta) per cogliere due piccioni con una fava (con il placet distratto dei loro protettori americani):
Primo piccione
grazie all'ISIS si levano dalle scatole Assad lo sciita alauita e mettono le mani sul petrolio e il gas siriano (su quello irakeno le mani ce le hanno già messe);
Secondo piccione
grazie all'ISIS il fronte sciita viene rotto e l'odiato Iran (che vede ora la propria economia respirare grazie alla progressiva eliminazione delle sanzioni da parte degli americani) si ritrova ulteriormente isolato nella zona.
La fava
in un colpo solo si crea il sogno della grande Arabia che controlla tutta un ampia fetta dello scacchiere mediorientale, con annesse risorse..... sempre con il placet dell'occidente sempre dedito anon guardare oltre il proprio naso
alla fin fine i paesi arabi dal pantano irakeno-siriano hanno tutto da guadagnarci e la variabile Putin non era prevista o è stata presa, almeno fin ora, come una cosa puramente folkloristica... ora non più. Si forse quell'annuncio/avviso aveva altri destinatari e fossi in loro non lo prenderei sottogamba perchè i russi non sono gli americani: per referenze chiedere ai nazifascisti e a Napoleone....

mercoledì 9 dicembre 2015

Leader del mondo libero o ... liberista?

Con l'acuità di una talpa (o forse no? Di solito il Time non sbaglia anzi...) il Time ha messo in copertina il personaggio dell'anno: Angela Merkel. L'ha definita "leader del mondo libero". Bè capisco che dal punto di vista del Time una logica ce l'abbia ma forse l'unico vero neo, se di neo si tratta, è la definizione: leader del mondo libero perchè a parere del sottoscritto (ma dalle reazioni della rete non sono il solo) c'è un piccolo lapsus: se avesse detto leader del mondo liberista allora avrei anche potuto essere d'accordo perchè la Cancelliera questo è: liberista, orgogliosamente liberista: da questo punto di vista miglior definizione non ci poteva essere perchè l'applicazione del liberismo ha permesso alla signora di far diventare la Germania leader della UE e co-leader dell'Occiddente ossia un partner indispensabile per tutti coloro che vedono nell'affermazione del mercato deregolamentato la massima espressione dell'ideologia mercantile che da almeno 30 anni pervade questa parte del mondo.

Ma, come ben sanno gli economisti liberisti (bravissimi a calcolare il rapporto costi/benefici), tutto questo ha un costo, vediamo:
1. la Germania deve il suo boom all'aver scaricato sugli altri Stati europei il proprio surplus di prioduzione e sull'acquisto del proprio debito da aprte degli stessi Stati "fratelli"; in pratica ha scaricato sugli altri i propri problemi (stessa cosa fecero gli USA da Reagan in poi);
2. La Germania è liberista ... in casa altrui ma in casa propria, no. Il debito in eccesso è equamente ripartito fra i vari Laender  e, al loro interno, nelle varie banche regionali (una sorta di Cassa Depositi e Prestiti) che, senza il pubblico sostegno (e l'acquisto dei titoli tedeschi da parte degli altri Stati), sarebebro già fallite: comodo così, vero? Senza l'aiuto pubblico la Volkswagen si troverebeb nelle peste peggio delle proprie consorelle .... e il modello, tanto decantato, rimarrebbe tale ma in senso negativo ossia da NON imitare se si vuole gestire bene un azienda.
3. La Germania produce inquinamento. E' uno dei paesi maggiormente inquinatori del pianeta: la più grossa miniera a cielo aperto ce l'ha proprio nella parte centrale..... noostante la legislazione "ambientalista (emanata per impedire ad altri Stati di fare la stessa cosa)" questo paese ha eliminato moltissimi vincoli e non è un caso che tante malattie respiratorie vedano il picco proprio nelle zone centrali del paese.
4. La Germania, mentre impedisce ai paesi "fratelli" di indebitarsi, al proprio interno (nel proprio Sud, ossia l'ex Germania dell'est), tiene tutto in piedi con aiuti di Stato: si proprio aiuti di Stato ossia gli stessi che altrove sono visti come la peste nera da estirpare..... ricorderete le invettive lanciate dalla stessa signora nei confronti dei paesi "mediterranei (per i paesi del nord Europa "mediterranei" non ha una significanza geografica ma .. razzista  e non sto a spiegare il perchè, mi pare abbastanza chiaro)" mentre in casa propria agiva, e agisce, esattamente allo stesso modo.... senza che nessuno proferisse parola.
5. La Germania sta conoscendo anch'essa l'allargamento della cosiddetta "forbice" fra una ristretta élite che guadagna tantissimo e la maggioranza che produce ma ha salari bassissimi..... lo giustificano come competitività ma in realtà è solo ed esclusivamente un allargamento della povertà in un paese che dovrebbe essere fra i più ricchi dell'occidente, anche questo è il liberismo....
6. La Germania è fra i paesi che ha accolto fiumane di immigrati: verissimo, ma ..... di qualità. Che significa? Che se l'immigrato è professionalizzato viene immediatamente integrato nel sistema altrimenti.. ci sono sempre i cantieri "notturni (e illegali)" da coprire a nero: si perchè anche lì il nero è d'obbligo e tollerato!!!!! Ne sanno qualcosa gli immigrati italiani dagli anni '50 in poi: non erano solo magliari.... un terzo delle autostrade tedesche sono state costruite .. di notte.
7. La Germania è l'unico paese che ha subordinato l'approvazione delle direttive comunitarie e dei trattati all'approvazione, in base agli interessi nazionali (alla faccia dell'europeismo di facciata), del Parlamento tedesco e della Corte di Karlsruhe (la nostra Corte Costituzionale o qualcosa di simile).
8. La Germania per anni ha spinto sulla finanziarizzazione dell'economia. Verissimo: le banche tedesche sono fra le prime creditrici dei paesi occidentali; dovunque ci sia debito pubblico esso è in mano alle sue banche..... non è un caso che i paesi più indebitati siano debitori verso esse. Chiaro quindi che gli interessi tedeschi siano esattamente contrapposti a quelli dei paesi europei, e non solo, che hanno dovuto sottostare ai diktat della cosiddetta troika...
Messo sotto questa ottica allora la nomina della Cancelliera da parte del Time ha un significato logico e comprensibile e ne giustifica anche la leadership; altrimenti non ci sono motivi nè reconditi nè espressi per una cosa del genere..

martedì 8 dicembre 2015

Sinistra europea e i suoi inutili lamenti


di dal Fatto Quotidiano del 8 dicembre 2015

Fuori dalle geremiadi della sinistra sconfitta (meritatamente) in Francia, sarà utile cominciare a riflettere su quanto sta accadendo già da qualche anno.
La spiegazione la si trova subito, confrontando la catastrofe di Hollande con il successo contemporaneo di Jeremy Corbyn nel Regno Unito, in una elezione locale ma molto significativa, nella quale il suo candidato ha messo in fila, a grande distanza, i conservatori di Cameron e l’Ukip di Farage.
Due leader “di sinistra” — parrebbe — uno dei quali viene seppellito dal disgusto popolare e l’altro trionfa. La risposta è che il primo è “sotto” e il secondo è “sopra”.
“Sotto” vuol dire, in questo caso, “non credibile”, ma anche neo-liberista, bugiardo, guerrafondaio, antipopolare, europeo di una Europa che è sempre più lontana dal popolo, dai popoli europei, dalla solidarietà, dalla giustizia.
“Sopra” vuol dire sincero, contro la guerra, per una politica di giusta redistribuzione della ricchezza sociale, coraggioso, non succube del mainstream media, fautore dell’ indipendenza dagli Stati Uniti d’America.
La sconfitta di Hollande non è un merito preminente della destra, ma di Marine Le Pen. La destra europea, quella vera, si identifica con la grandi banche d’investimento, sovranazionali per definizione. La sinistra europea si è sdraiata sulla politica delle banche e, dunque, è coricata sul letto di morte a fianco di quella della destra.
Dove sta la differenza? Nel rapporto con la gente, con il popolo, con i suoi sentimenti e con le sue paure. Marine Le Pen festeggia la vittoria centrando il bersaglio: noi rappresentiamo il nostro paese, la sua sovranità. Anche Corbyn rappresenta la sovranità popolare contro i maneggi dei padroni universali. L’una e l’altro, non a caso, vogliono uscire dalla Nato. Uscire dalla guerra. Forse (anzi è così) sono arrivati a questo approdo per motivi diversi. Ed è certamente vero che muovono verso questo approdo con intenzioni diver
Ma il fatto nuovo è che si muovono verso un approdo antagonista rispetto a quello della struttura autoritaria e di controllo, antidemocratica e repressiva che è divenuta l’Unione europea.
Per questo vincono: perché interpretano l’inquietudine crescente dei popoli europei. I quali percepiscono il pericolo, anche se non ne comprendono l’origine e le cause. Non possono, del resto, proprio perché i maggiordomi del Potere (che sono padroni dei media) gliele hanno accuratamente nascoste.
Queste considerazioni non valgono solo per Francia e Regno Unito. Valgono per tutta l’Europa. I partiti tradizionali, di destra e di sinistra (affratellati, anzi avvinghiati gli uni agli altri, dal potere e dal “centrismo”) strinsero un patto con i rispettivi sudditi: noi vi diamo il benessere e voi ci date i voti. L’Europa è divenuta quello spettacolo desolante che vediamo adesso, sulla base di quel patto. Che ha funzionato nell’epoca ingannevole dell’abbondanza.
Ora l’abbondanza è finita con la crescita, che si supponeva (ma non era) infinita. Le classi subalterne, a cominciare da quelle “medie”, hanno cominciato solo ora ad accorgersene. Il patto è stato rotto. Dall’alto. Tutti capiscono che i poteri non sono più capaci nemmeno di rattopparlo. Non hanno alcuna ricetta che non sia l’egoismo (questo sì senza fine) dei loro padroni. Tutti vedono che la prossima generazione vivrà peggio delle precedenti. Non si sentono più rappresentati dai vecchi partiti e ne cercano di nuovi.
Cioè si allontanano dal “centro”. In qualche caso li hanno trovati. Il Front National è uno di questi, sulla destra. Syriza, in Grecia, è uno di questi, sulla sinistra. Ma anche Alba Dorata, sulla destra. Anche l’UKIP, sulla destra, in Gran Bretagna. Dove non trovano niente di niente, se li cercano, li costruiscono: è il caso del Movimento 5 Stelle, in Italia. Mentre, sempre in Italia, tutti i partiti tradizionali, di destra e di sinistra, si frantumano, si frastagliano, si sciolgono. E i casi di analoghe diaspore verso le periferie si vedono dovunque: in Finlandia e in Danimarca, in Olanda, in Spagna, in Belgio, in Portogallo.
Collocare questi sommovimenti nel vecchio schema di sinistra e di destra è un errore. Non serve a capire la portata della rivoluzione in corso. Essa richiede, per essere compresa, il ritrovamento dei valori fondanti del vivere civile, delle regole, della tradizione. Richiede il rifiuto della globalizzazione. Richiede il ritorno alla natura. Ciascuno, poi, arriverà a suo modo all’approdo, se si riuscirà a evitare la guerra, cioè a sopravvivere. Dunque questo è l’imperativo del momento. Poi, forse, si ricomincerà a discutere. Adesso l’essenziale è fermare i portatori di egoismo e di morte.

lunedì 7 dicembre 2015

.. e destra lepenista sia

Ebbene si, in Francia il Front National ha vinto (anche se però si dovrà aspettare l'esito dei ballottaggi per la distribuzione dei seggi e il risultato può addirittura ribaltarsi per il gioco delle alleanze e già il ps ha annunciato che ritirerà i propri candidati, laddove sono arrivati terzi, e sono molti, al primo turno.. che carini vero? peccato che il loro rivale storico, Sarkò, non gli restituisce il favore) questo turno, anzi lo ha stravinto e ciò preoccupa molto non solo Parigi ma anche la tecnocrazia politico-finanziaria europea (non dimentichiamo il trattamento riservato ai portoghesi che hanno votato per gli antieuro ma i vincitori si son visti rifiutare l'alleanza dal loro Capo dello stato perchè poco "europei".. per usare un eufemismo) che già ha messo in campo tutto il battage per "convincere" i francesi a non rivotare per il Front: vedremo se basterà.... temo che i francesi non la pensano così e non hanno tutti i torti e non solo perchè mezz'europa è in subbuglio (finlandesi, ultraliberisti e boss del rigore, che sono nei guai perchè, com'è noto, la ricetta non funziona; inglesi che dovranno votare se restare in europa; spagnoli sui cui pende la secessione della Catalogna; greci sempre inkazzati e delusi dai loro new labour leader; danesi che ancora una volta hanno detto NO ad una maggiore integrazione con l'europa; polacchi e ungheresi con governi retti da partiti e movimenti che definire euroscettici è, anche qui, usare un eufemismo; ecc.) ma soprattutto perchè sono sempre più stretti nella morsa della crisi da cui nessuno finora è uscito: checchè ne dica Renzi.
Allora perchè hanno vinto?
Spiegazione n°1.

Il terrorismo. Ha una sua valenza, certo; ma c'è un piccolo ma: a Parigi il Front non ha vinto anzi forse è arretrato nei voti, quindi ha contribuito ma non come si può pensare!
Spiegazione N°2
La crisi. Questa si che ha pesato. E non poco e contribuisce moltissimo alla vittoria del Front. Spiega anche perchè esso, al di fuori di Parigi, ha fatto gran messe di voti. Questa crisi, i cui fattori pesano perchè è una crisi finanziaria e non dell'economia reale che ne sente gli effetti ma non ne è la causa, fa sentire i suoi effetti direttamente sulla gente e si sa quando agli "europei (quelli veri non quelli dei sondaggi)" tocchi la tasca è sempre un problema e nessuno è disposto a rimetterci.. mica sono italiani: lì i sindacati ci danno dentro e le opposizioni fanno, udite udite, le opposizioni.
Spiegazione N°3
Questa Europa non piace: hai voglia a dargli calmanti e iniezioni di fiducia: questa UE non va giù a nessuno, sempre tranne che agli italiani, e sono stufi. Il segnale è chiaro: o si cambia la UE o la gente vota per il primo che gli dice, e credo che il Front lo dica e lo faccia sul serio (mica sono leghisti), che verrà, se vince, prima la Nation e poi tutto il resto......
Esiti.
Tutto dipenderà dal ballottagio: se gli elettori che hanno abbandonato il PS e, in parte il resto del panorama politico filo-europeo, ritorneranno all'ovile allora si rimane coeme prima altrimenti..... bé altrimenti saranno seri problemi perchè la Francia, a differenza dell'italia, fa sul serio (d'altronde son loro ad aver fatto la Révolution, mica noi..) e uno dei tre pilastri del costrutto andrà per conto suo e a quel punto la stessa UE non avrà più senso perchè anche se non la abbandoneranno diventerà davvero il fantasma del natale passato... e diverrà irrilevante. Lo scenario che si aprirà avrà effetti anche oltre i propri confini, sempre al netto dell'italia naturalmente dove non ci sono "lepen" a disposizione, e avrà lo stesso effetto di una deflagrazione nucleare che spazzerà via, in pochi decenni, dall'intero territorio europeo tutto quel che ha che fare con l'idea stessa di UE che oggi abbiamo davanti: per tacere della spinta alle forze autonomiste che stanno crescendo in altri paesi che riceveranno nuova linfa proprio da questa deflagrazione.... gli effetti saranno dirompenti.
E l'Italia?
Qui? Siamo ancora a Renzi....... altro non c'è o meglio c'è ma siamo ancora alla mezz'ora del dilettante allo sbaraglio. C'è ancora gente che crede che vota per il proprio partito di provenienza e storce il naso se solo sente parlare di cambio voto (i politici nostrani no, anzi ..... già un terzo ha cambiato casacca dall'inizio della legislatura) e di cambio di linea, forse che stiamo ancora troppo bene? No è che siamo rivoluzionari con i soldi altrui e ancora troppo abituati al "mezzuccio della raccomandazione" o del "finché si tiene tutto va bene così o, ed è la maggioranza, finché la barca va lasciala andare", opportunisti insomma e si as che gli opportunisti sanno parassitare ma NON sono geneticamente capaci di creare qualcosa di proprio: triste destino ci aspetta.....
Per intendersi: io che provengo dalla sinistra voterei per una Lepen italiana che sia almeno al 90% uguale alla sua omologa francese? Si la voterei..... e voi? E sapete perchè lo farei? Per i seguenti motivi:
  1. è sempre stata la destra nazionalista togliere le castagne dal fuoco durante i periodi di crisi al capitalismo;
  2. è stata la destra nazionalista a creare il Welfare, non la sinistra che anzi lo combatteva perchè lo leggeva come una concessione per evitare che le masse diventassero preda del comunismo;
  3. è stata la destra a costruire la premessa affinchè si potesse creare un qualcosa che somigli all'intervento riequilibratore dello Stato nell'economia (non il suo abuso che ha fatto, in Italia per esempio, la DC con la complicità del PCI);
  4. fu la destra americana, quella storica non quella teocon e né tantomeno liberista, a spingere per i cosiddetti "diritti umani";
..... e via dicendo. Anche nell'attuale situazione sarà, se saprà organizzarsi, la destra a doversi sobbarcare la fatica di Sisifo della riscoperta della nazione e della sua preminenza rispetto a entità preda di lobby e tecnocrazie corrotte quali oggi abbiamo sotto gli occhi e che governano l'Europa? Si se sarà strutturata e avrà le idee chiare: quindi anche il lepenismo 2.0 non va bene ma per incominciare Parigi val bene una ... nazione.

domenica 6 dicembre 2015

Femministe contro l’utero in affitto “Non è un diritto” (ANNALISA CUZZOCREA)

04/12/2015 di triskel182

L’appello promosso da “Se non ora quando” “Diciamo no a chi vuole un figlio a tutti i costi”.
ROMA – Un appello contro la pratica dell’utero in affitto. La richiesta all’Europa di metterla al bando. Il desiderio di rompere quello che viene definito «un silenzio conformista su qualcosa che ci riguarda da vicino». A promuoverlo sono le donne di Se non ora quando libere.
A firmare, un mondo vasto che va dal cinema alla letteratura, dal campo universitario a quello delle associazioni per i diritti.

Così ci sono Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Claudio Amendola, Francesca Neri, Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Micaela Ramazzotti. E poi intellettuali come Giuseppe Vacca, Peppino Caldarola, la scrittrice Dacia Maraini. E ancora le suore orsoline di Casa Rut a Caserta, l’associazione Slaves no more di Anna Pozzi, Aurelio Mancuso, già presidente di Arcigay e ora di Equality Italia. Un elenco in fieri che da oggi sarà pubblicato sul sito Che libertà (www.cheliberta. it). Sotto un testo che recita: «Noi rifiutiamo di considerare la “maternità surrogata” un atto di libertà o di amore. In Italia è vietata, ma nel mondo in cui viviamo l’altrove è qui: “committenti” italiani possono trovare in altri Paesi una donna che “porti” un figlio per loro. Non possiamo accettare, solo perché la tecnica lo rende possibile, e in nome di presunti diritti individuali, che le donne tornino a essere oggetti a disposizione». Il nodo è quello della differenza tra desiderio e diritto. I temi sono quelli del limite, della libertà e della modernità. Per questo, racconta chi ha raccolto le firme come la docente universitaria Francesca Izzo, «mi ha colpita una certa resistenza. Molti, forse più uomini ma anche donne, hanno mostrato una singolare ignoranza della questione, si sono dichiarati troppo inesperti per esprimersi. C’è quasi la disponibilità a considerarla una cosa accettabile senza volersene troppo occupare». Dice la regista Cristina Comencini: «Una madre non è un forno. Abbiamo sempre detto che il rapporto tra il bambino e la mamma è una relazione che si crea. Concepire che il diritto di avere un figlio possa portarti all’uso del corpo di donne che spesso non hanno i mezzi, che per questo vendono i loro bambini, riconduce la donna e la maternità a un rapporto non culturale, non profondo». Già alcune femministe italiane – dopo quelle francesi, che hanno stilato un manifesto simile qualche mese fa – hanno sostenuto queste tesi e sono state, come scriveva ieri Avvenire, accusate di omofobia.
(Articolo intero su La Repubblica del 04/12/2015.)



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lungi da me voler entrare in un dibattito che dovrebbe interessare soprattutto le donne (di qualunque età, religione, preferenze, ecc.) ma un paio di cose non posso esimermi dal dirle:
  1. femministe? Chi? Senonoraquando? In realtà a me pare una posizione, la loro, molto ma molto integralista; peggiore dei loro omologhi integralisti cattolici. E' vero che sostengono che la mercificazione del corpo della donna è sempre deleteria, nessun dubbio che sia così, ma da qui a negare del tutto un diritto della donna che non può avere figli ce ne corre e spiace vedere un movimento "femminista" fare da sponda a posizioni estreme del mondo cattolico... piuttosto premano sulla politica per impedire la mercificazione ma se c'è qualcuna che vuole donare qualcosa a qualcun'altra affinché anche quest'ultima possa godere delle gioie dell'avere un figlio chi ha il diritto di impedirglielo?
  2. La donna ha diritti o no? Può disporre del proprio corpo o no? Perchè ci dev'essere sempre qualcuno che si arroga il diritto di decidere e pontificare in sua vece.. vece non richiesta. Compito dello Stato dovrebbe la tutela dei diritti: non è un caso che la medievale legge 40 è stata demolita letteralmente sotto le sentenze di ogni ordine e grado della Magistratura: poteva essere altrimenti vista la nostra Cotituzione e visti i diritti che essa assicura ai cittadini... se ne facciano una ragione queste "femministe"

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