venerdì 23 maggio 2014

qualche riflessione sulla campagna elettorale

Siamo praticamente in silenzio elettorale.. di una campagna elettorale pessima, urlata, offensiva oserei dire violenta, non solo verbalmente, dove al posto dei temi che contano davvero si sono usati argomenti "altri" che poco c'entrano con i problemi enormi che abbiamo di fronte.... soprattutto non si è discusso del tema principale: davvero conta il voto di questi tempi o ha ragione Van Rompuy quando dice che qualunque sia l'esito delle urne il processo di integrazione forzata e liberista andrà avanti come da programma stabilito dagli eurocrati?
Detto ciò io ho fatto la mia parte: noto solo che, come sempre, è facile per il potere e i suoi lacchè prendersela non con il proprio contraltare diretto ma con qualche avventore.... una signora è stata denunciata per calunnia per aver rivolto un epiteto, usatissimo sul blog di Grillo, al segretario del pd: non se la sono presa con il blog ma con una sconosciuta e ciò la dice lunga su chi abbiamo di fronte e sul perchè non è più tempo di dividersi secondo ideologie, ma secondo idee ..... si; il pd e il sistema - nel sistema ci metto anche Tsipras (non tanto per le persone che la sostengono, molte le conosco o ne conosco la storia.... tutte DEGNISSIME E SOPRATTUTTO ONESTE NON SOLO INTELLETUALMENTE) che è il paravento  dietro il quale ci si sono ficcati tanti personaggi ormai obsoleti, riciclati, amici dei padroni delle ferriere (..) ecc. tutta gente che altrove non da ora sarebbero stati mandati mandati in pensione....  con il minimo sindacale - di cui fa parte hanno del paese un idea che è molto simile, tragicamente simile direi, a quella che era la visione di fine '800 del mondo: ci sono i "migliori" e gli altri.
Io nasco altrove; in quell'"altro" .... ho esperienze giovanili di sinsitra, anche importanti (ma questo non conta, non sono medaglie da esibire) e vengo dal mondo sindacale: sono stato parte di un mondo che ormai non esiste più e che non ha nemmeno più motivo di esistere: è obsoleto non tanto per la forza delle idee, validissime (ancora oggi K. Marx nel mondo è il pensatore più letto e ciò qualcosa significa) quanto per la sfida che abbiamo di fronte a noi nei prossimi anni: un divoratore di mondi. Un sistema finanziario e politico, suo servo, potente che non ragiona in termini di democrazia, trasparenza.... ma di profitti e di velocità di trasformazione dei soldi in profitti: costi quel costi.
Di fronte a una sfida del genere non ci si può certo permettere di essere troppo schizzinosi: non possiamo andare troppo per il sottile perchè questo sistema non va per nulla troppo per il sottile, anzi: non esita per un secondo a usare mezzi legali e illegali per riaffermare la propria supremazia elitaria sulle società ... pensate davvero che quello che accade ai confini russo-ucraini sia solo una questione "locale" (a proposito che ci fanno mercenari italiani lì? Non è che se ne ammazzano uno gli diamo anche la medaglia?)? Pensate davvero che il colpo di stato in thailandia o le perenne guerra nel corno d'africa sia un fatto locale? Spero di no, naturalmente........
Qui il punto non è chi alza la mano pulita per dire: io sono migliore di voi e vi voto contro, perchè se ne fregano altamente ben sapendo che quel voto vale quanto il due di picche all'oggi, perchè non sarà mai maggioranza! Qui ci vuole lo stesso sistema che usano loro: l'elettroshock (qui copio l'idea da shock economy di Naomi Klein) da fargli. La scossa economica e politica; l'opposizione dura; l'alternativa reale e concreta .. un altro mondo possibile.... non pensiate che le idee della'ttuale opposizione, M5S, siano così "socialiste", anzi.. sono liberiste estreme ma allo stesso momento sono oneste nel senso sono idee che prevedono regolatori automatici, e pubblici, che impediscano l'emarginazione di enormi fette della società cui vengono dati 80 euri (in realtà 71,10 fino a dicembre... l'anno prossimo si vedrà; non sempre c'è la rivalutazione delle quote di bankitalia da sfruttare, forse un condono?) basta che o si astengano o non votino per l'opposizione, fa lo stesso.
Com'è possibile che paesi marginali come la polonia e l'ungheria, fuori dal sistema euro, crescano a ritmi buoni e noi (decima potenza mondiale .. al netto del pil apportato dalle mafie, poi saremo i primi immagino) arranchiamo e ci vedaimo sfuggire i migliori cervelli all'estero?
Com'è possibile che si diventi capi di qualcosa solo perchè qualcuno ha deciso, senza chiederci il permesso, che dobbiamo essere dentro per intero e non, come hanno fatto fior di paesi come Danimarca, Svezia, Norvegia, nel semplice Spazio economico? Pensate davvero che ce ne faranno uscire con una pacca sulle spalle e un sorriso? No, naturalmente..... ci spolperanno anche l'osso; poi forse ci lasceranno andare: ecco perchè ci vuol un elettroshock!
Pensate, in questa giornata di riflessione, che: questi non hanno paura del voto ma della gente che lo esprime perchè per loro significa che non credono più al ricatto dello spread, in atto, come non credono più agli 80 (71,10) euri, alle promesse fatte sostenendo che togliendo a chi ha un lavoro qualche garanzia si permette a suo figlio di ... trovare un lavoro precario e una pensione che nemmeno nel V° mondo si può definire tale; come non credono più al "si deve andare in pensione dopo per favorire l'economia e la crescita"... TUTTE BALLE l'unica cosa reale è che questi prendono soldi nostri, e al netto delle loro ruberie e delle clientele, e li tasferiscono ai propri burattinai: sotto varia forma naturalmente: F35 (di cui non abbiamo bisogno); TAV (che usa solo il 16% della cittadinanza ferroviaria mentre il costo lo sostengono tutti); sistemi d'arma (come per gli aerei non servono a nulla); ecc. tutti soldi in uscita  senz'alcun rientro sociale nè, tantomeno, economico...
Pensateci: anzichè andare al mare fate un salto al seggio e prima di esprimere il vostro voto chiudete gli occhi nel ricapitolare i "momenti" di gloria che abbiamo vissuto dal 1996 a oggi: i cambi di governo pd/pdl (senz'alcun cambio di linea); i monti (e le fornero); i letta; e ora i ...... i quali ultimi (come novello Giove che uccide il proprio padre crono) elmina il predecessore e ne prende il posto senza che nessuno batta ciglio, chissà perché, vero?
Vale ancor la pena di votarli? Il gioco vale ancora la candela? Siete ancora disposti a farvi mangiare il vostro stipendio o la vostra casa (ipertassata)?
Buona riflessione e per una volta nella vostra vita, se proprio non potete fare a meno della vostra puzza sotto al naso, tappatevelo, il naso, e non votate....... per il Blair de noantri, almeno questo.

giovedì 22 maggio 2014

Crescita, con le transazioni illegali possibile un boom. Droga e prostitute doperanno Pil

volevo scrivere altro ma ......... questa è troppo grossa per lasciarla passare anzichè parlarn subito: ci dice qualcosa del livello, anche di disperazione, raggiunto dalla commissione che non sa più come far ingoiare l'amaro rospo alla gente, noi, dell'integrazione a tappe forzate verso un modello panatlantico.
di Felice Meoli | 22 maggio 2014
C’è una piega nascosta nel nuovo sistema di calcolo del Prodotto interno lordo europeo e degli Stati membri dell’Unione, il famigerato Esa (European system of national and regional accounts) 2010, ampiamente raccontato con dovere qualche settimana fa e che entrerà in vigore dal prossimo autunno, come ricordato dall’Istat. Bruxelles infatti ha deciso di dare una svecchiata al metodo di stima della produzione nazionale per tener conto del nuovo contesto economico, della globalizzazione e del crescente peso delle attività intangibili (per esempio i brevetti) sulla ricchezza degli Stati. Ma non è tutto. Perché uno degli aspetti più discutibili si trova in una nota di pagina 15 del massiccio volume dell’Eurostat, intitolata “Borderline cases”. E già il titolo è tutto un programma. In questo breve paragrafo la Commissione Europea sente infatti la necessità di chiarire il significato di “transazione”, vale a dire quel tipo di interazione che interessa il calcolo del Pil. Ebbene, con tale definizione si indica qualsiasi azione economica che implichi un mutuo accordo tra le parti, indipendentemente dalla natura – lecita o illecita – e dai soggetti – privati o istituzionali – dell’operazione messa in atto. Questo vuol dire, specifica il documento, che le multe e le sanzioni sono considerate transazioni e vanno a incremento del Pil perché si fondano su un pregresso mutuo accordo – un contratto implicito – tra l’istituzione e il cittadino (o in generale il soggetto economico) che sottostà alla legge del territorio. Allo stesso modo la Commissione Europea prescrive, esplicitamente e a scanso di equivoci, di considerare come transazioni anche le azioni economiche illegali come l’acquisto, la vendita e lo scambio di droghe o di beni rubati, il contrabbando e la prostituzione. Mentre non va considerato il furto in sé, in quanto chiaramente non si fonda sul consenso reciproco. Considerato che, secondo il Procuratore nazionale antimafia, il fatturato dello spaccio di droga vale quasi 25 miliardi di giro d’affari, mentre quello della prostituzione ne vale almeno 10, è facile rendersi conto che il nostro Pil – anche al netto dei problemi di rilevazione di questi fenomeni – potrebbe ricevere una bella spinta. Tanto più che il prossimo anno, hanno calcolato gli operatori del sociale, l’Expo attirerà a Milano almeno 15mila ragazze più o meno sfruttate dal racket. Uno studio di alcuni economisti, pubblicato l’anno scorso nella collana Temi di discussione di Bankitalia, si spinge a stimare nel 12,6% del Pil (il dato si riferisce al 2008) il peso dell’economia criminale.
L’innovazione, insomma, ha il sapore di una rivoluzione (anche se François Lequiller, director national accounts di Eurostat, rifiuta questa definizione e parla invece di “necessario adattamento”). E alcuni Paesi europei si sono già allineati. È stata la Spagna, per prima, a fare i suoi conti autonomamente senza attendere le disposizioni di Bruxelles. E le sue stime parlano di circa 10 miliardi di euro in più da aggiungere al Pil iberico. Mentre poche settimane fa è stato il turno della Polonia: Varsavia valuta almeno un punto percentuale da aggiungere al calcolo del Pil in essere finora. Il tema è controverso: da una parte c’è chi ritiene che sia necessaria un’armonizzazione a causa del diverso profilo di legalità di tali attività nel perimetro della Ue (si pensi ai Paesi Bassi per quanto riguarda le droghe, ad esempio), dall’altra c’è chi sostiene che in questa maniera lo Stato certifica il proprio fallimento. Offrendo inoltre il fianco, con una norma così disegnata, a interpretazioni politicamente scorrette.
Angel Laborda Peralta, uno dei più noti economisti spagnoli e direttore della Fondazione delle Casse di Risparmio (Funcas), ha detto, provocando ma non troppo, che sic stantibus rebus dovrebbe essere incluso nel calcolo del Pil anche il traffico di esseri umani, in quanto comporta una transazione – azione economica – tra parti consenzienti (venditore e compratore, mentre l’essere umano trafficato è solo oggetto dello scambio). Vale la piena chiedersi se anche la corruzione possa essere inclusa nella nuova valutazione del Pil. Si tratta senza dubbio di una delle “eccellenze” del nostro Paese: secondo i calcoli di Unimpresa – che a seguito degli ultimi scandali legati a Expo ha riproposto l’allarme sul tema – tale fenomeno criminale ha sottratto 10 miliardi di euro l’anno negli ultimi dieci anni, per un totale di 100 miliardi di euro. A rigor di logica, se si considerasse la corruzione come uno scambio di mercato (un servizio a fronte di denaro?) con i nuovi sistemi di calcolo del Pil questa cifra non verrebbe persa. Il boom per la nostra economia sarebbe di quelli importanti, almeno sulla carta. Una buona notizia? Chissà. I costi della corruzione (ma in generale delle pratiche illegali) non sono solo economici e spesso non sono direttamente imputabili a bilancio. Un breve documento di Riparte il futuro (campagna contro la corruzione promossa da Libera e Gruppo Abele) lo spiega con grande chiarezza, citando tra gli altri l’allontanamento degli investimenti stranieri, il rallentamento dell’innovazione e della ricerca, l’esclusione delle forze sane del mercato. Chissà se il prossimo 13 e 14 giugno, quando in Lussemburgo si terrà un importante consesso dell’Eurostat dove saranno discussi i nuovi sistemi di calcolo, discuteranno anche di questo.
p.s.
traetene le vostre conseguenze e valutazione, le mie sono solo conferme di cosa abbiamo di fronte e, soprattutto, chi....... dobbiamo forse pensare che sarebbe meglio decidere quale delle mafie sia meglio che ci governi al posto di questi che ci sono ora e che non sono nemmeno capaci di guardarsi la punta delle proprie scarpe per allacciarsele?

mercoledì 21 maggio 2014

Elezioni europee, la rabbia e la paura

di Antonio Padellaro | 21 maggio 2014

Beppe Grillo è andato da Bruno Vespa con un’apparente contraddizione. Come condottiero della protesta più scatenata e più ostile a tutto il resto della politica italiana: “O noi o loro”. Ma anche con la faccia del leader in grado di governare la “rabbia buona” e per dimostrare “alla gente di una certa età che ha un pregiudizio su di me” di non essere “né Hitler né Stalin”. È riuscito a tenere insieme incazzatura e senso di responsabilità?
Diciamo subito che ha fatto il pieno di ascolti, ma che nei quattro milioni e duecentosettantamila spettatori non c’erano solo fan del M5S o anziani da rassicurare, oppure gente incuriosita da un evento spettacolare (il comico più dissacrante a cospetto dell’anchorman più istituzionale, comunque incalzante), perché davanti alla tv c’erano soprattutto elettori ancora incerti che hanno aspettato lunedì sera per decidere sul da farsi. Quanti di questi Grillo ne avrà portati dalla sua parte lo capiremo solo la notte del 25 maggio, ma certamente ha fatto breccia ciò che gli viene di più rimproverato, e cioè l’insofferenza urlante verso chi ha ridotto l’Italia allo stremo: istituzioni, ministri, banchieri, corrotti e bancarottieri, sì tutti nello stesso mazzo perché la collera non fa distinzioni.
Chi parla di mal di pancia fa finta di non capire cosa bolle nella profondità di una nazione, in quegli strati sociali massacrati dalla crisi che non credono più a una parola della politica tradizionale o nei compromessi: o noi o loro, appunto. Quel rancore rappresenta il propellente di un movimento che alle ultime elezioni ha raccolto quasi nove milioni di voti e non ha tutti i torti il capo a dire che, senza il frangiflutti grillino, la protesta avrebbe potuto esondare in una violenza di massa. Poi ci sono quelli che pensano di votare Grillo per dare un ultimo segnale all’immobilismo delle classi dirigenti, ma che lo faranno nel segreto dell’urna perché sotto sotto sentono che esiste un rischio nel lasciare troppo spazio a un fenomeno incontrollabile.
È la paura su cui punta Renzi, convinto che il limite dei Cinque Stelle sia nella loro stessa forza dirompente che non ha altro programma di governo se non la conquista stessa del governo. Il premier sa benissimo che la sua vittoria è affidata al timore dell’avventura e dell’ignoto che suscita l’avversario, più che agli 80 euro o agli annunci di mirabolanti riforme. La rabbia e la paura: mai elezioni furono più emotive.
p.s.
è un punto di vista che condivido perchè credo che sia molto vicino alla realtà delle cose nel loro divenire prima delle elezioni... a proposito di elezioni: sapete, credo, che sono vietati, vero? Bene, fatta la legge trovato l'inganno
su notapolitica.it  (non un bieco sito comunista e nemmeno un altrettanto bieco sito grillino ma .... di destra, si proprio di destra) ce li spiattellano sotto forma di .. corse ippiche; si proprio così.
Date un pò un occhiata.....
p.s.
se non fosse chiaro i soprannomi rappresentano proprio Renzi (Fan faron), Grillo (Igor Brick), Varenne (si proprio lui..)
buona lettura

martedì 20 maggio 2014

La Svizzera, che paese.....

Una delle più importanti e antiche, UBS, banche ha ammesso candidamente di aver aiutato evasori americani ad esportare soldi illegalmente e ha patteggiato il pagamento di ben 2,5 mld di $ come multa (la piazza americana è fin troppo importante per perderla).
Hanno appena fatto un referendum che ha stabilito che i caccia Grapen E (diretti concorrenti dei nostri F35) non vanno comprati con un risparmio di 2,5 mld di euro senza che:
  1. nessun Consiglio di Stato si sia riunito per forzare la mano (non sono italiani).
  2. è venuto persino Barack Obama (ingerendosi nei nostri affari) a dire a Renzie che gli F-35 si devono proprio comperare seguito a ruota da interviste a valanga dell’ambasciatore John Phillips.
  3. la Lockheed ha messo in piedi una campagna di lobbying senza precedenti arruolando ministri, generali, giornalisti, pseudo-istituti di ricerca (sempre a proposito d'ingerenza).
  4. il loro conto sarà pari a zero..... il nostro conto per noi sarà, alla fine, di 52 miliardi.
Lì l'opinione dei cittadini  conta, eccome se conta e vengono sentiti ogni volta che gli stessi, o frazioni di essi, o partiti o gruppi d'interesse raccolgono firme e lo propongono: la cosa avviene almeno 4 volte l'anno.
Lì il salario medio viaggia sui 1300 euro al mese, in Svizzera sempre ieri hanno votato per decidere se portare il salario minimo a 3250 euro.
Non è il paradiso la Svizzera ma la concezione di partecipazione che hanno in quel paese risulta diversa e migliore rispetto alla nostra dove tutto si tiene presente tranne i desiderata dei datori di lavoro dei politici, noi...... pensateci quando andate a votare

lunedì 19 maggio 2014

Euro, quelli che ‘se ne usciamo ci sarà la corsa agli sportelli’

| 19 maggio 2014 (Professore associato di Politica economica, Facoltà di Economia, Uni. G.D’Annunzio, Pescara)
Siamo al redde rationem.
Mentre gli oligarchi, quelli per i quali i suicidi provocati dalla crisi sono “l’emersione di una contraddizione tale da aprire la strada a un progetto costituente europeo”, se ne stanno ben rinchiusi e defilati nei loro bunker, nelle strade, casa per casa, lotta un’improbabile armata Brancaleone di bambini soldato, mandati allo sbaraglio con argomenti tanto insulsi quanto terroristici. Fra questi, come spesso accade, il più convincente ad occhi inesperti è anche il più ridicolo agli occhi del professionista. Ma se il pubblico non coglie immediatamente il ridicolo, la colpa non è certo sua: la colpa è di un sistema dell’informazione volto da trent’anni a distorcere i più elementari fatti economici. Per ripristinare un minimo di buon senso, però, basta poco, come spero di chiarirvi se avrete la pazienza di leggermi.
Dunque: li avete mai sentiti quelli che raccontano che se si uscisse la nuova lira si svaluterebbe, e quindi, nell’imminenza di questa prospettiva, ci sarebbe una fuga di capitali all’estero, preceduta da una corsa agli sportelli (che gli espertoni chiamano bank run)? La conclusione dei nostri economisti improvvisati è che privando di liquidità il sistema economico italiano, questo fenomeno condurrebbe rapidamente l’Italia al collasso.
Ora, questo argomento è infondato per un semplice motivo: chi aveva soldi da portare all’estero lo ha già fatto, e ha fatto bene, per il semplice fatto che l’euro a 1.37 (diciamo 1.4, arrotondando) sul dollaro è troppo alto, come anche Prodi autorevolmente ci ha ricordato, il che apre la strada a due soluzioni: o l’euro si svaluta, o crolla sotto il proprio peso. La perdita da svalutazione quindi, da qui ai prossimi due anni, ci dovrà essere in ogni caso. Anch’io, che di soldi ne ho pochi, li ho portati all’estero, in modo del tutto legale, investendoli in un fondo dove ho pesato opportunamente dollaro e mercati emergenti, evitando l’Europa (il che non significa escluderla, perché non si devono mai mettere tutte le uova in un solo paniere, ed è sempre bene comprare “basso” per vendere “alto”). Punto. Chi ha senno fa così e lo ha già fatto (come credo abbiano fatto tutti quelli che mi leggono), perché non ha comunque senso investire in un continente che si sta suicidando e va da un rimbalzo del gatto morto al successivo. Se ti vuoi proteggere da una svalutazione, devi investire nella valuta rispetto alla quale sei rivalutato (cioè il dollaro) e se vuoi rendimenti devi investire in economie che crescono (Usa e emergenti).
La morale della favola è che agli intervistatori che con aria sapiente (“Eh, ora ti metto io in difficoltà!”) mi chiedono: “Ma lei cosa farebbe?”, io rispondo: “Niente, perché ho già fatto quello che c’è da fare. Lei no? Mi dispiace.”
Dirò di più.
Il rischio di svalutazione drastica, e in generale il “rischio paese” dell’Europa, è molto più remoto in caso di dissoluzione che in caso di mantenimento dell’euro. Paradosso? No, logica. Il nostro principale concorrente è e resta la Germania. Ora, se noi ci sganciamo da lei, solo un fesso patentato può pensare che la Bundesbank lasci cadere la nuova lira del 20% in una notte, non solo perché non è mai successo, ma anche perché far cadere del 20% la nuova lira significa alzare del 20% l’asticella della Germania, che ora è per lei convenientemente bassa, come affermano tedeschi tanto diversi quanto Hans-Olaf Henkel e Ska Keller. Germania e Italia hanno una struttura di vantaggi comparati molto simile e competono sugli stessi mercati terzi. Se noi ci sganciassimo dall’euro, sarebbe interesse della Germania non calcare troppo la mano e sostenere il nostro cambio, per non perdere importanti quote di mercato. D’altra parte, stando dentro lo “stabile” euro, ci è già successo di sperimentare svalutazioni contro dollaro del 20% pressoché istantanee. Guardate un po’ cos’è successo nel 2008, ad esempio:
bagnai-usd/eur Qualcuno ricorda fughe agli sportelli, inflazione al 20%, e altre amenità simili? I problemi erano, e sono, ben altri.
Mi preme anche farvi notare che se l’euro non scompare, l’unico modo per “risanare” le finanze pubbliche, devastate dal proprio generoso quanto vano tentativo di salvare la finanza privata, sarà quello di “ristrutturare” il debito pubblico. Gentile eufemismo per il più esplicito: dare il pacco ai creditori. Ora: con un haircut poniamo del 20% il creditore da un giorno all’altro si vede restituire il 20% in meno, ma il debitore non riallinea il proprio cambio e quindi, non recuperando competitività, non riesce nemmeno a restituire il restante 80% (è più o meno quello che sta succedendo in Grecia, se avete presente). Con una svalutazione del 20%, il creditore vede sì il 20% in meno, ma il debitore recupera competitività, cresce, e il restante 80% è in grado di restituirlo. Questa è logica. Dentro l’euro quindi c’è più rischio, per i creditori (buon motivo per sottopesare l’Eurozona nei portafogli). E allora perché tutti lo difendono? Ma è semplice: perché il Nord, come da prassi, vuole stravincere. I creditori del Nord sanno che il 20% (o più) è comunque perso, in un modo o nell’altro, ma elaborare questo lutto diventa più facile se pensi che comunque sei riuscito a mantenere i tuoi debitori in una posizione di inferiorità competitiva (impedendo alla tua valuta di rivalutarsi).
Giova ricordare che sarà anche vero che noi italiani ultimamente non abbiamo vinto nessuna guerra, ma i tedeschi in compenso le hanno perse tutte. La storia si sta ripetendo.
Permettetemi di concludere con la madre di tutte le dilettantesche scemenze: l’idea spesso espressa da economisti improvvisati secondo cui la famosa svalutazione del 50% (che non sarebbe tale perché i partner lo impedirebbero, come ho detto sopra) abbatterebbe del 50% in una notte (che non sarebbe una notte perché i riallineamenti anche ampi normalmente prendono almeno un anno) i nostri risparmi.
Scusate, ma i risparmi a cosa servono? In sintesi, a tirare a campare quando si smette di lavorare, no? Ora, io mi chiedo: ma voi, che oggi fate la spesa sotto casa, a 65 anni prenderete ogni giorno l’aereo per farla a Manhattan? Così, per sapere… I cialtroni terroristi sistematicamente confondono il valore esterno della moneta (il suo tasso di cambio) con quello interno (il suo potere di acquisto). Se l’euro si svalutasse del 50%, significherebbe (a spanna) che un dollaro costerebbe del 50% in più. Ma voi il latte sotto casa lo comprate in dollari? L’obiezione (ridicola) è: “Ma le materie prime si comprano in dollari!”. Ma ragazzi: il costo delle materie prime è solo una parte del costo finale del prodotto, le strategie di prezzo delle imprese sono orientate a comprimere i margini in caso di svalutazione per evitare di perdere quote di mercato, ecc. ecc. La morale della favola è che gli studi più recenti ci dicono che nei paesi europei una svalutazione si trasferisce sull’indice dei prezzi al consumo per circa il 23% nel lungo periodo. Quindi anche una svalutazione del 50%, del tutto improbabile, farebbe aumentare l’indice dei prezzi al consumo al massimo del 0.5×0.23=11.5% distribuito su più di un anno. Il che significa, in buona sostanza, che anche in questo scenario catastrofico l’incremento del tasso di inflazione su base annua sarebbe al massimo di 6 punti, sempre nell’ipotesi che il governo non attui contromisure, come, ad esempio, ridurre le accise sulla benzina messe da Monti, guarda un po’, per difendere l’euro. Se invece la svalutazione fosse di un più realistico 20%, come fra 1992 e 1993, l’impatto sull’inflazione in base annua sarebbe di due punti. Proprio quei due punti in più di inflazione che il buon Stefano Fassina chiede alla Bce di provocare… per difendere l’euro!
Ehi, amici, come devo dirvelo? Se tanto svaluteremo dentro o fuori dall’euro, se per difendere l’euro sarebbe opportuno che la Bce provocasse un’inflazione analoga a quella che ci aspetta se ne usciamo, e se per difendere l’euro dobbiamo mettere nuove imposte sulla casa e nuove accise (e in Italia un’accisa è per sempre), mi spiegate a cosa ci serve restare dentro l’euro? A sentirci bravi come i tedeschi? Se avete un complesso di inferiorità parlatene con uno psicanalista: farete felici il vostro (o la vostra) partner. Un economista, se non è un cialtrone, non vi dirà niente di diverso da quanto trovate scritto qui.
p.s.
io lo dico da tempo che è possibile, anche se ci vuole tempo, uscirne definitivamente ma stavolta è un prof di economia a dirlo quindi ha una maggiore autorevolezza del sottoscritto...... eppure: la psicologia di massa è strana perchè singolarmente presi siamo tutti bravi a capire le ragioni ma messi tutt'insieme siamo pecore e ci facciamo spaventare non dai lupi, che sono altrove, ma dal loro semplice odore.
VOTATE! VOTATE! VOTATE!

domenica 18 maggio 2014

Inghilterra, Ungheria e Polonia paesi senza Euro in forte crescita economica!

VARSAVIA – L’economia polacca ha registrato un’accelerazione della crescita nel primo trimestre del 2014 rispetto ai tre mesi precedenti, secondo una prima stima pubblicata dall’Ufficio statistico nazionale (GUS). Nei primi tre mesi del 2014 il Prodotto interno lordo polacco è aumentato dell’1,1% destagionalizzato rispetto all’ultimo trimestre del 2013, quando era cresciuto dello 0,7%. Rispetto a un anno prima il Pil è aumentato del 3,5%, dal più 2,5% dello stesso periodo
del 2013. Su base grezza l’incremento annuo è del 3,3%, superiore alle attese degli analisti, che puntavano su un più 3,1%. Si tratta del miglior risultato da due anni per l’economia polacca. Il ministero dell’Economia di Varsavia stima che il Pil aumenterà del 3,3% quest’anno, in base alla stima fatta ad aprile che migliora il 3% atteso in precedenza. La Banca centrale punta invece su un più 3,6%. La Polonia è l’unico paese dell’Unione europea non è mai andata in recessione dopo al crisi finanziaria del 2008. Nel 2011, il Pil polacco è cresciuto del 4,5%, per poi rallentare all’1,9% nel 2012 e all’1,6% nel 2013. La Polonia, va sottolineato, ha rifiutato più volte “l’offerta UE” di entrare a far parte della disastrata Zona euro e questo l’ha premiata. Insieme all’Ungheria di Orban e all’Inghilterra, forma un forte gruppo di Stati d’Europa con economie sane e in crescita grazie proprio ad aver rifiutato il boccone avvelenato dell’euro.
Max parisi Tratto da: ilnord.it
p.s.
l'articolo non è apparso sui giornali ufficiali ma questa testata è registrata regolarmente e quando ho avuto modo di leggerla con calma, fatti i dovuti riscontri, non ho potuto non riportarla chiedendomi anche perchè queste news sono "disciolte" nei nostri notiziari? Non se ne parla per nulla o se lo si fa la cosa avviene "en passant", ossia scivola nel fiume e diventa rumore di fondo....
p.s. 2
andate a votare... non delegate ad altri le vostre scelte

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore