mercoledì 23 dicembre 2015

Salute, la verità sui tagli

dal Fatto Quotidiano del 23 dicembre 2015 a firma del  Vicedirettore de Il Fatto Quotidiano

“Non ci sono tagli alla sanità”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo ha ripetuto così tante volte che viene la tentazione di crederci. Invece nella legge di Stabilità i tagli ci sono eccome e si sommano a quelli delle manovre precedenti. L’analisi pubblicata ieri dall’Ufficio parlamentare di bilancio, l’autorità indipendente che vigila sui conti pubblici, è la smentita definitiva al premier e dovrebbe aprire un certo dibattito. Perché a chi contesta i tagli c’è sempre chi risponde che in sanità l’offerta genera la domanda, quindi è chiaro che più si spende più i cittadini chiederanno di spendere, in un aumento senza fine. Ma in Italia la spesa sanitaria è più bassa che nella media dei Paesi ricchi dell’Ocse: 6,5 per cento del Pil contro il 6,8 medio. Quindi non spendiamo troppo, ma un po’ meno degli altri.
Meglio quindi spostare la discussione su quanto si sta tagliando, con quali criteri e con quali conseguenze. La legge di Stabilità porta il finanziamento del Servizio sanitario nazionale nel 2016 dai 113,1 miliardi previsti a 111. Che sono più dei 109,7 del 2015 ma meno di quelli sulla base dei quali tutta la sanità pubblica aveva impostato i propri bilanci per l’anno prossimo. A questi si aggiungono i tagli alle Regioni che possono ricadere sulla sanità: il governo toglie 4 miliardi nel 2017 e 5,5 nel 2018 e nel 2019. Soldi che andranno trovati negoziando tra Palazzo Chigi e governatori.
Se non si arriva a un accordo, ci pensa l’esecutivo a tagliare la spesa “tra i settori di spesa regionale, compresa dichiaratamente la sanità”, come scrive l’Upb. A tutto questo si sommano gli effetti dell’austerità degli anni scorsi: la legge di Stabilità 2015 combinata con il decreto enti locali ha reso permanente un taglio da 2 miliardi che potrebbe aumentare se gli altri settori non faranno i loro risparmi (per ora non indicati).
L’Upb dice che sembra “inevitabile” che la legge di Stabilità appena approvata dalla Camera colpisca ulteriormente la Salute. Il governo però ha scritto nel testo che viene garantito il “rispetto dei livelli essenziali di assistenza” (Lea). Come? Non si sa. “Rimane da dimostrare la concreta compatibilità tra la riduzione del finanziamento programmata e la sostenibilità del servizio sanitario nazionale”, scrive l’Upb. Se il conto non torna, ci sono solo due esiti: o si sforano i tetti di spesa, o peggiorano i servizi.
Anche perché la spending review che dovrebbe assicurare di concentrare i tagli sui famosi sprechi non esiste. Come denuncia l’Upb, le azioni che dovrebbero migliorare il rapporto tra costi per lo Stato ed efficacia della spesa “non sono specificate, se non in piccola parte”. È tutto delegato a Regioni e direttori generali. Provvedimenti come il contestato “decreto appropriatezza”, quello che stabiliva criteri più stringenti per gli esami rimborsabili, fanno risparmiare (106 milioni). Ma devono essere concepiti per fare ordine ed evitare degenerazioni perché – nota l’Upb – producono consistenti risparmi solo se intaccano anche le “prestazioni efficaci”.
Queste riduzioni lineari di spesa fatte con l’accetta si intersecano con una ristrutturazione profonda del Servizio sanitario nazionale che riduce la costosa assistenza ospedaliera (i posti letto sono passati da 4 per mille abitanti nel 2005 a 3,4 nel 2012, la media Ue è 5,3) e rafforza i servizi sul territorio. Almeno nelle regioni in grado di gestirli: curare un paziente a casa costa meno e garantisce un servizio migliore, ma richiede un coordinamento tra amministrazioni efficienti e organizzate. Purtroppo il grosso delle risorse continua a essere assorbito dalle regioni peggiori, mentre quelle virtuose devono impazzire per trovare nuovi risparmi e sopperire alla inefficienza di quelle che sprecano.
Le conseguenze colpiscono, come spesso succede, soprattutto i più deboli: dai numeri di Eurostat si scopre che c’è un 6 per cento di italiani che ha rinunciato alle visite mediche perché troppo costose. Ma la percentuale sale al 13,1 tra il 20 per cento più povero. Gli scoraggiati da prezzi, liste d’attesa o distanza dal medico sono il 7,1 nella popolazione generale ma il 14,6 tra i più poveri. Il dato è chiaro: se salgono i costi o si riduce l’offerta, i più abbienti quasi non se ne accorgono perché migrano verso il privato. Chi non ha possibilità di scelta subisce un disagio doppio rispetto alla media. L’Ufficio parlamentare di bilancio nota che le “tensioni” che stanno emergendo nell’organizzazione dei servizi potrebbero “rivelarsi insostenibili se prolungate nel tempo”.
Negare i tagli nella speranza che nessuno se ne accorga o che almeno non ne attribuisca la paternità al governo, come prova a fare Renzi, è pericoloso.
Da Il Fatto Quotidiano del 22/12/2015
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Se cambiamo l'argomento, che so la mitica Variante di Valico oggi inaugurata ma piena di crepe e di frane e con oltre 12 km di coda solo oggi, vediamo subito come l'essenza non cambia: non conta l'argomento, il tema, ma conta la infiorettatura dell'argomento: "lavorare la notizia" così si chiama nel gergo dei media.. praticamente vendere fumo. Non ci sono tagli; non è vero ci sono ma sono, come dire, mascherati e cumulativi con gli anni precedenti: tanto chi si ricorda cosa hanno legiferato lo scorso anno e chi se lo ricorderà l'anno prossimo?

se queste non sono marchette...

Una card per le famiglie numerose.  La misura è riservata alle famiglie, residenti, anche se straniere, con almeno tre figli minori: è volontaria e servirà, in base all'Isee, a ottenere sconti a servizi privati e pubblici che aderiranno all'iniziativa. Obiettivo sono abbonamenti famiglia a bus, ma anche la creazione di gruppi di acquisto solidali e familiari nazionali. Altro bouns inutile perchè ormai gruppi così esistono da anni (ad esempio qui in zona ci sono i Gruppi di Acquisto Solidali)....

Agricoltura. nella Legge di Stabilità 2016, la pressione tributaria sulle aziende agricole viene tagliata di oltre il 25%, passando dai 2.360 milioni di euro di quest'anno ai 1.760 milioni dell'anno prossimo". "Si tratta di una svolta fiscale senza precedenti per il settore agricolo nell'anno di Expo": peccato che Expo sta diventando un vero problema per il governo fra inchieste, risanamenti che pagheremo noi, incertezza sulla vera quantità di persone che vi si sono recate ecc.


Sicurezza. Sono fondi per combattere l'emergenza terrorismo. Le coperture sono state trovate aumentando il deficit dal 2,2 al 2,4%. Il governo mette a disposizione un miliardo, tra cui 150 milioni di euro per contrastare il cybercrime, 50 milioni per gli equipaggiamenti delle forze dell'ordine, 35 milioni di euro per le assunzioni sempre di polizia, carabinieri e guardia di Finanza e 300 milioni per il bonus da 80 euro al mese per le forze dell'ordine. Mobilitati anche i poliziotti che stanno in ufficio e chi è addetto alla scorta. Altre risorse poi sono destinate in particolare al settore della Difesa. Sì anche al credito d'imposta (15 milioni) per favorire l'acquisto da parte di cittadini di impianti di videosorveglianza elettronica. Ehm: non si potevano risparmiare i miliardi che si buttano via nel F35 meglio noto come il giocattolo più costoso e più inutile della storia dell'aviazione? Gli operatori anziché il bouns forse avrebebro gradito un cotnratto adeguato alla loro condizione e forse anche di veder assumerne assumere di nuovi e magari andare in pensione, no?

Bonus cultura per i più giovani, ma non solo. Via libera al bonus di 500 euro per i diciottenni da usare per iniziative culturali, tra cui "l'acquisto di libri" e l'ingresso "in aree archeologiche, gallerie e monumenti", oltre che in "musei, mostri, eventi culturali e spettacoli dal vivo". Sì anche a 1000 euro una tantum per l'acquisto di strumenti musicali da parte degli studenti iscritti ai conservatori. E in più i cittadini potranno, dal 2016, destinare il 2 per mille dell'Irpef in favore di una associazione culturale. Il 10% di tutti i compensi incassati invece dalla Siae saranno destinati all'attività di promozione culturale per "garantire la creatività dei giovani autori". Tra i tanti emendamenti approvati anche una proposta che stanzia 120 milioni in 4 anni per la valorizzazione dei beni culturali. Il bouns più inutile della storia recente della Repubblica... ieri sera sentivo le interviste ai "giovani" e devo dire che nessuno di essi si è fatto impressionare e tantomeno ha fatto capire, o detto, che lo voterà.. ingrati. Sarebbe servito un forte investimento nella scuola pubblica e la riduzione di quello alle private.. ma si sa il nostro a quale parrocchia appartiene, no?


Salva banche e salva risparmiatori. Sul salvagente ai quattro istituti di credito messo a punto dal governo alla Camera è stata battaglia. Passa il dl del governo, arricchito da una serie di misure che parzialmente salvaguardano anche quei risparmiatori che hanno investito nei bond più rischiosi. Sarà varato un fondo da 100 milioni di euro.... non per tutti. Insomma la foglia di fico che nasconde la truffa: molto italiano

Sanità e Assunzione medici. Via libera a contratti flessibili fino a luglio e prorogabili fino a ottobre, in attesa della ricognizione dei fabbisogni da fare entro marzo, poi concorso straordinario destinato per il 50% ai precari.  Il livello del finanziamento del Ssn per il 2016 è 111 miliardi di euro. Con un Sanità a pezzi e con quella privata che avanza a grandi passi, assisitita dalle assicurazioni sanitarie private per chi può permettersele, che senso ha parlare ancora dina sanità per tutti?Qui prodest?

Istruzione. I fondi per le scuole paritarie e anche per quelle statali (23 milioni circa). Rinviato però di un anno il cosiddetto 'school bonus', vale a dire il credito di imposta per le erogazioni liberali. Aumentato anche il fondo ordinario per gli atenei: 6 milioni in più il prossimo anno, che potranno servire per assumere professori di prima fascia. Allentamento poi del patto di stabilità interno da 500 milioni per interventi sull'edilizia scolastica. Storia antica: lo Stato sempre di più sta aprendo al mercato una cosa che invece dovrebbe tenersi ben stretta visto che a che fare con la formazione dei futuri cittadini.... ma si sa che questi politici, figli di un dio minore, non vedono questa Istituzione come basilare ma solo come terreno da arare.

Welfare. Sale dal 2016 la no tax area per le pensioni, che non verranno ridotte se l'inflazione finisce sotto zero.  Possibilità per gli over 63 anni del part time negli ultimi anni lavorativi. Al piano contro la povertà sono destinati 600 milioni nel 2016 a un miliardo nel 2017. Rifinanziata per il 2016 (e parte del 2017) l'indennità di disoccupazione per i collaboratori (co.co.co). Tagli a patronati e Caf, anche se ridotti.
La battaglia sull’Opzione donna è invece vinta soltanto a metà: via libera infatti al pensionamento anticipato ma soltanto se “dovesse risultare un onere inferiore” rispetto a quanto previsto". C'è un allarme delle organizzazioni dei disabili perchè, pare, il governo abbia trovato il modo di tassare anche gli accompagnamenti..

Mamme
e papà. Novità anche per il congedo obbligatorio di maternità, che d'ora in poi sarà valido ai fini del premio di produttività. Fa poi il suo ingresso, in via sperimentale, il voucher baby sitter esteso alle madri lavoratrici autonome e imprenditrici. La battaglia su "opzione donna" è invece vinta a metà: ok al pensionamento anticipato ma solo se "dovesse risultare un onere inferiore rispetto alle previsioni". I neopapà avranno due giorni (e non più uno) di congedo obbligatorio, anche non consecutivi. Pannicelli caldi..

Casa. D'ora in poi sarà possibile comprare la prima casa in leasing, proprio come l'automobile. Inoltre anche la seconda casa, posseduta nello stesso Comune in cui si risiede, se data in comodato ai figli godrà dell'esenzione del 50% di Imu e Tasi. Comunque addio dal prossimo anno alle tasse sulla prima casa, a eccezione di ville e castelli. La Tasi sarà dimezzata per gli immobili (anche se seconde case) date in comodato a parenti fino al II grado. Mi chiedo: a quando la la bolletta a leasing?

Bonus ristrutturazioni e mobili anche per coppie: proroga per l'ecobonus e per il bonus mobili, esteso alle coppie anche di fatto sotto i 35 anni.

Giochi. Rivisto anche il settore dei giochi: insieme a ritocchi sul fronte della tassazione, arriva lo stop alla pubblicità in tv e radio (ma non su internet) dalle 7 alle 22. Buona idea ma.. tirarsene fuori, no?

Sud, arriva credito d'imposta. Dura 4 anni anni e riguarda per le aziende del Mezzogiorno che investono in macchinari, in impianti e in attrezzature per un totale di 2,4 miliardi. Prevista anche la proroga degli sgravi per le assunzioni al 2017 nel caso in cui vengano certificati fondi residui del Pac. Altro pannicello caldo... servirebbe ben altro ma non porta voti..

Ecobonus. Chi ha un vecchio camper ora lo potrà rottamare e se lo cambia con euro5 potrà beneficiare di un contributo di 8.000 euro. Restando nel campo dell'ambiente, ok all'ecobonus per sistemi di controllo a distanza del riscaldamento.... intanto arrivano gli appalti per il trasporto pubblico locale che non escludono quello su gomma; il che significa che, finalmente, avermo tariffe europee ma con materiali e orari da paese delle banane

Spiagge. Arriva una moratoria per i contenziosi che "salva" la prossima stagione turistica per gli attuali concessionari, in attesa del riordino complessivo della disciplina. La sospensione dei contenziosi amministrativi non vale per Comuni e municipi commissariati o sciolti per mafia, come quello di Ostia. Altri voti..

Autovelox e Rc auto. L'elenco delle violazioni che possono essere accertate con apparecchiature di rilevamento, dunque anche gli autovelox, si aggiungono le revisioni dei veicoli e le assicurazioni Rc auto. Buona idea.. ma chi paga?

Niente supertassa yacht lusso e via balzello ad hoc per i calciatori. Eliminata la "supertassa" sulle imbarcazioni di lusso introdotta dal governo Monti. Viene cancellao il balzello introdotto  per tassare i contratti di compravendita dei calciatori. Regalino!!

Canone Rai. Nel 2016, i 2/3 (quota che poi cala al 50%) del tesoretto che arriverà col canone Tv da 100 euro nella bolletta della luce finiranno nelle casse della tv pubblica. Il resto servirà ad ampliare la platea degli over 75 che non devono pagare il balzello e per finanziare radio e tv locali. Come detto in un altro post, con la scusa del canone, meglio noto come tassa, aumenta la parte fissa per i gestori a scapito della misurazione del reale consumo e abbinandola alla sparizione delle tariffe sociali impedirà alle famiglie realmente povere di poter anche solo pagare le stesse bollette!!! Alla faccia delle strombazzate, anche da alcuni giornalisti, efficienze del mercato..

Contante, Bancomat per caffè e parcheggio. Si potrà pagare un caffè con il bancomat e, da luglio, i parcheggi nelle strisce blu.  Per i contanti, il limite sale da 1.000 a 3.000 euro anche per il pagamento degli affitti, ma non per le pensioni e per i money transfer. Il vero punto è l'aumento del limite non il pagare con il bancomat: tutto cambi perchè nulla cambi.....

PIOGGIA DI MICRO NORME. 3 milioni per cori e bande musicali, 100mila euro per la società Dante Alighieri che promuove l’insegnamento dell’italiano all’estero, 70 mila euro per il museo della civiltà istriano-fiumano dalmata, 500 mila euro all’istituto Suor Orsola Benincasa ma anche al museo Maxxi, un milione al Club Alpino Italiano: il solito carrozzone per i vari parchi giochi dei parlamentari..
qui c'è il testo integrale

lunedì 21 dicembre 2015

Isis, come finora abbiamo finanziato il terrorismo

dal Fatto Quotidiano del 20 dicembre 2015a firma di
In una mossa senza precedenti, i ministri delle finanze dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si sono incontrati questa settimana a New York per la prima volta nella storia dell’Onu. Tema dell’incontro: contrastare il finanziamento del terrorismo in generale e quello dello Stato Islamico in particolare. Il tutto sullo sfondo della guerra in Siria, ormai prossima alla sua quinta edizione. Un conflitto che secondo le Nazioni Uniti ha prodotto più di 250.000 vittime e milioni e milioni di rifugiati.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha adottato all’unanimità una risoluzione che vorrebbe delineare un processo di pace in Siria. I firmatari, infatti, si impegnano a promuovere i colloqui tra il governo siriano e l’opposizione all’inizio di gennaio del 2016, colloqui, naturalmente, subordinati agli accordi relativi al cessate il fuoco.
Sebbene il segretario di Stato americano, John Kerry, che ha presieduto la sessione del Consiglio di sicurezza, abbia detto che la risoluzione ha inviato “un messaggio chiaro a tutti gli interessati e che il momento per fermare il massacro in Siria è adesso”, questa è stata redatta nel solito linguaggio della diplomazia internazionale, tante belle parole che, ahimè, rimarranno tali.
Sul piano finanziario la risoluzione esorta i paesi a “muoversi con vigore e decisione per tagliare il flusso di fondi, attività finanziarie e risorse economiche dell’Isis”, tra cui il contrabbando di petrolio e quello di opere d’arte. Esorta anche a produrre “più attivamente” nominativi da inserire nelle liste nere del terrorismo. Infine, chiede ai governi di assicurare che vengano adottate leggi che rendano il finanziamento dello Stato Islamico e dei combattenti stranieri che si uniscono alle sue fila, un reato grave.
Viene spontaneo chiedersi perché abbiamo bisogno di una risoluzione dell’Onu per applicare questi principi, cosa hanno fatto i governi della grande coalizione di Barak Obama da giugno del 2014 fino ad oggi?
Proviamo ad analizzare le esortazioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Fino ad oggi non si è fatto nulla per tagliare il flusso di fondi e le altre attività finanziarie ed economiche dello Stato Islamico. A parte i bombardamenti diretti a distruggere i pozzi petroliferi ed i mezzi con i quali il petrolio si contrabbanda, obiettivi raggiunti nelle ultime settimane, non è stata ritrovata una sola opera d’arte contrabbandata, chiuso un solo conto bancario, arrestato un solo contrabbandiere turco, siriano, iracheno, libanese e così via, bloccato un solo trasferimento finanziario a favore dell’Isis. Da giugno del 2014 fino ad oggi l’Occidente non è stato in grado di intercettare neppure un dollaro dei soldi dell’Isis. Perché?
La risposta è semplice, queste attività sono fuori dal nostro controllo. Lo Stato islamico non ha un conto bancario cifrato in Svizzera come Arafat, l’economia in cui opera è un’economia di guerra civile dove tutto viene comprato e venduto in contanti. Dollari, euro, lire turche, il contante circola in questo modo. Ma non basta, la vendita di risorse importanti controllate dall’Isis come il petrolio, ma anche prodotti agricoli come il grano, è fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni vessate da questa guerra.
Non solo non siamo riusciti a colpire economicamente lo Stato Islamico, in parte lo abbiamo anche finanziato. Il pagamento dei riscatti degli ostaggi occidentali ha prodotto intorno ai 100 milioni di dollari, soldi provenienti dalle tasche dei contribuenti. La vendita di petrolio ai ribelli del nord della Siria, i cosiddetti gruppi moderati, che avviene in contante, finisce per alimentare le finanze dell’Isis. Parte di questi soldi arriva dai finanziamenti che la grande coalizione invia ai vari gruppi armati coinvolti nella guerra per procura siriana. E già, nelle zone di guerra i nemici fanno affari tra di loro, e dato che l’Isis produce l’unico petrolio disponibile tutti lo acquistano.
Infine cosa dire delle liste del terrore? Introdotte nel 2001 dopo l’11 settembre, hanno fatto più male che bene. La maggior parte di coloro che sono stati inseriti nelle liste non aveva nulla a che fare con il terrorismo. Non hanno prodotto nessuna pista valida, ma solo imbarazzo ogni qual volta che un tribunale nazionale ha dimostrato l’arbitrarietà con la quale individui ed imprese vengono inseriti nelle liste sulla base di sospetti. Le liste infatti poggiano sul sospetto e non su prove concrete.
Se continuiamo così quello di questa settimana sarà solo il primo di una lunga serie di incontri ad altissimo livello politico che produrranno belle parole e tante buone intenzioni.
di | 20 dicembre 2015

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nota a margine

giusto per la cronaca e con grande soddisfazione di chi crede nelle lotte. Da oggi i notav che lottarono contro il moloch del TAV a Chiomonte NON SONO TERRORISTI...  (quindi nulla a che vedere con il vero terrorismo di cui parla l'articolo della DR.ssa Napoleoni) si può condividere o meno la loro lotta ma non li si può più qualificare come terroristi: ancora una volta la Magistratura in questo paese mette un punto fermo su una questione dirimente: può il cittadino difendersi contro l'arroganza di uno ceto dirigente che a tutti i costi vuole farla quando ovunque in giro per l'Europa la stessa "grande opera" è stata praticamente abbandonata? Si perchè ovunque nei paesi "fratelli" di questo genere di opere non se ne parla più: dal Portogallo alla Russia. Una cosa inutile e costosa, che abbisogna di spese altissime per la sola manutenzione (per tacere della TAV nuova versione che abbisogna, guarda caso, di nuove infrastrutture che lo Stato dovrà, alla fine, pagare di tasca nostra.....) è stata praticamente abbandonata... peccato per la bella "Valle" violentata attraverso la quale passerà un TAV che non porterà un solo euro in più al PIL italiano e distruggerà l'ambiente, peccato davvero.... invito a leggere "Binario Morto" e "il libro nero dell'Alta Velocità" per maggiori informazioni sulla inutilità di questa opera

domenica 20 dicembre 2015

Elezioni spagnole,verso il modello francese?

è finito il modello spagnolo?
Senza dubbio, si. Senza alleanze nessun governo. Il PP vince ma non stravince; gli altri confermano i trend e l'instabilità aumenta: urge l'inciucio. L'unica via è un alleanza e le possibilità son solamente due o il PP si allea con Ciudadanos o si allea con Psoe ma a quel punto il compromesso è d'obbligo perchè l'alternativa è la paralisi "italiana"...
Ma quale dei due è più vicino?
Ciudadanos flirta ma il suo programma ha qualche punto di sofferenza per il partito di Rajoy mentre il PSOE ha, invece, molti punti di convergenza e potrebbe dar vita a una confluenza "programmatica" proprio con, se si verificasse l'ipotesi, il PP.
Qualche tempo fa sarebbe stato impensabile ma la crisi ha creato nuove aree del dissenso e ha aperto spazi dove nuovi movimenti son potuti crescere prepotentemente fino ad affermarsi come primaria forza nazionale... inoltre ci sono le tensioni indipendentiste catalane a preoccupare: mai come ora l'incucio potrebbe avere un senso se vogliono restare nell'europa della finanza e della BCE. Ecco quindi saltare furi dal cilindro il modello francese: un blocco di partiti "europeisti" a garanzia della stabilità europea e della continuità. Scenario possibile? Si se la "morale suasion" del Re spagnolo funzionerà... stiamo assistendo, a livello europeo, alla nascita di quel liberal-socialismo tanto agognato da alcuni "pensatori"? Può darsi... ma quali rischi si corrono con un blocco del genere? che sia a destra che a sinistraverranno a crearsi blocchi sociali, e si spera anche politici, che non potranno non crescere se le linee guida liberiste continueranno a essere seguite dai governi a livello nazionale: varrà per la Francia l'anno delle presidenziali per battere l'onda blu della Lepen varrà a maggior ragione in Spagna dove Ciudadanos, vero ago della bilancia in questo momento, e, soprattutto, Podemos sapranno cavalcare l'onda degli esclusi e dei ceti medi impoveriti proprio da quelle linee guida liberiste sopra accennate....

è praticabile un alleanza di governo Psoe/podemos?
Si se podemos prende la via di Tsipras; non sarebbe da escludere ma la mossa è azzardata, troppo azzardata: significherebbe la rinuncia di Podemos ad un ruolo che gli è consono.... quello dell'alternativa al sistema "europeista" così com'è; la riterrei impraticabile a meno di cambiamenti di rotta: visti i precedenti tutto è possibile: ma gli spagnoli non sono greci, almeno si spera...

venerdì 18 dicembre 2015

Siria, Onu approva risoluzione per negoziati di pace. Nato dà via libera per l’invio di mezzi in difesa della Turchia

dal Fatto Quotidiano del 18 dicembre 2015
Mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la risoluzione sulla Siria per l’avvio di accordi di pace, la Nato dà il via libera all’invio di aerei radar, caccia e navi nel Mediterraneo orientale per incrementare la difesa della Turchia “in considerazione della situazione instabile della regione”: l’ennesima tappa del braccio di ferro in atto tra l’Occidente e Mosca sullo scenario medio orientale. Una decisione, quella dell’Alleanza atlantica, che arriva a 24 ore di distanza dal discorso di fine anno di Vladimir Putin, in cui il presidente russo ha minacciato direttamente Ankara, responsabile dell’abbattimento del caccia russo: “L’aviazione turca provi a violare lo spazio aereo della Siria”.
Diversi i toni a New York, dove i rappresentati dei paesi dell’International Syria Support Group, riuniti all’Hotel Palace di Manhattan, dopo trattative serrate, hanno raggiunto un punto di incontro su una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che è stata approvata e prevede l’avvio di negoziati di pace formali tra il governo e l’opposizione. Le trattative tra i rappresentanti dei Paesi che compongono l’International Syria Support Group per proseguire i lavori avviati a Vienna nelle passate settimane sono state lunghe.
Ai colloqui, aperti del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon insieme all’inviato speciale in Siria Staffan de Mistura, hanno partecipato i ministri degli Esteri di numerosi Paesi, tra cui il segretario di Stato Usa John Kerry e il russo Serghiei Lavrov. Oltre alla rappresentante per gli affari Esteri dell’Ue, Federica Mogherini, e al titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, convinto che l’avvio di un processo di transizione in Siria, “se si incamminerà lungo i binari immaginati a Vienna” con la partecipazione dei gruppi di opposizione del regime, “provocherà un cambiamento che inciderà sui poteri attuali di Assad e su una sua uscita di scena”. Gentiloni ha osservato che “la novità di Vienna” è stata di capire che alla fuoriuscita di Assad si può arrivare con il negoziato, anche se nei tre incontri di novembre e dicembre “le posizioni più distanti hanno avuto al centro i rapporti con Damasco”.
di F. Q. | 18 dicembre 2015
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non so se notate la schizofrenia della politica internazionale: da un lato si "battono" per la pace in Siria mentre dall'altra la NATO manda truppe ai confini tirchi per "difendere" un paese che contrabbanda petrolio dell'ISIS, che ha abbattuto un aereo militare russo al confine, pare sia assodato fosse fuori dal territorio turco.
Facciamo un pò geopolitica astratta? Trump eletto negli USA; l'Arabia Saudita assume il controllo dello Yemen, manda via (l'Arabia Saudita è un paese alleato degli americani che finanzia l'ISIS e tutte le frange estremiste sunnite ISIS e Al Qaeda compresi; il classico paese arabo moderato.. un vero paese liberale e democratico come piacciono a noi occidentali) Assad e .... attacca l'Iran. Che accade a sto punto? la Russia, che perde un valido alleato ne rischia di perdere un altro e si ritroverebbe senza sbocco al mare per le proprie risorse che altro può fare se non muovere le proprie forze? Ecco servito un bel piatto: una bella guerra, provocata a occidente ma che coinvolgerà l'intero pianeta.

giovedì 17 dicembre 2015

DIECI ANNI DI EURO: COSTO ACQUA +79,5% COSTO RIFIUTI +70,8% COSTO ELETTRICITA’ +48,2% COSTO TRENI +46,3%

trovato su you_net_spiegalevele
Tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate piu’ che in Italia. Se a Madrid l’aumento medio e’ stato del 23,7 per cento, in Italia l’incremento e’ stato del 19,1 per cento. Tra i grandi Paesi d’Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9 per cento, mentre la Germania ha segnato un ritocco all’insu’ dei prezzi solo del 4,2 per cento.

L’area dell’euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi. I calcoli sono stati effettuati dall’Ufficio studi della CGIA che oltre a eseguire una comparazione tra l’andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d’Europa ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese.


Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia e’ stato del 20,5 per cento, l’acqua e’ aumentata del 79,5 per cento, i rifiuti del 70,8 per cento, l’energia elettrica del 48,2 per cento, i pedaggi autostradali del 46,5 per cento, i trasporti ferroviari del 46,3 per cento, il gas del 42,9 per cento, i trasporti urbani del 41,6 per cento, il servizio taxi del 31,6 per cento e i servizi postali del 27,9 per cento. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8 per cento, ma si tratta di compagnie private, non si servizi pubblici

Sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi: “
Nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i piu’ contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili.
A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c’e’ stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente e’ diminuita anche la quantita’ di rifiuti prodotta.
Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in piu’, contro una inflazione che e’ aumentata solo dello 0,3 per cento”.

L’analisi di Bortolussi si conclude esaminando le cause che hanno incrementato le altre voci tariffarie: “Gli aumenti del gas hanno sicuramente risentito del costo della materia prima e del tasso di cambio, mentre l’energia elettrica dell’andamento delle quotazioni petrolifere e dell’aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, sono stati condizionati dagli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va nemmeno dimenticato che molti rincari sono riconducibili anche al peso fiscale che grava sulle tariffe che, purtroppo, da noi tocca punte non riscontrabili nel resto d’Europa.
Inoltre, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti, e in molti casi pessimi.
In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di piu’, ma la qualita’ dei servizi resi non ha subito sensibili miglioramenti.

Speriamo che la riduzione del prezzo del petrolio registrata in questi ultimi mesi comporti per l’anno venturo una contrazione delle tariffe, soprattutto di luce, gas e trasporti che sono le principali voci di spesa che gravano sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese italiane”.
Resta il fatto che in 10 anni di euro invece di avere stabilizzato i prezzi e migliorato i servizi, l’Italia ha aumentato a dismisura i prezzi dei servizi e peggiorato la loro qualità.

Fonte: una lira per l'italia
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insomma il mercato si sta rivelando una truffa vera e propria dove il costo del servizio si scarica SOLO sull'utente senza che ci sia alcuna garanzia che lo stesso servizio possa migliorare..... l'abbiamo sotto gli occhi come vanno, vero?

mercoledì 16 dicembre 2015

Gelli, Cossutta: la generazione degli opposti estremismi che va via

No, non è strano come accostamento, anzi.. ma nessuna dietrologia o complottismo: questi due erano nemici giurati. Ma, come in tutte le cose italiane, c'è un quid che ne lega i confini, ossia l'essere in qualche modo contro: un faccendiere piduista ecc. l'uno il più filo-sovietico l'altro, e non è poco. Hanno anche in comune, strano ma vero, una certa coerenza personale: mai hanno abiurato le loro idee; ci son finiti in galera per esse. L'uno perchè mise su il più grave attentato alla legalità democratica del paese per essere stato il crocevia di tante trame, complotti e chissà cos'altro che hanno avvelenato la nostra storia recente; l'altro per aver tenuto il punto sempre.... un vero credente in un idea al punto di uscire dal PDS quando il PCI morì e da rifondazione comunista (fondata insieme a due ex socialisti, Bertinotti e Libertini,) quando questo partito ritirò la fiducia al governo Prodi fondando il PdCi.
Cossutta 
 era un operaista a tutto tondo ma apparteneva all'aristocrazia "rossa": quel gruppo di intellettuali e dirigenti che, magari, un operaio lo vedevano una volta all'anno ma che mitizzano nei loro scritti e discorsi quale catarsi dell'uomo nuovo marxista ma da cui erano lontani anni luce per estrazione, pensiero e quant'altro e che stava benissimo all'opposizione in Parlamento nascondendosi die tro la la "conventio ad excludendum" che tante rogne evitava al partito..... nel grande interscambio fra il PCI e la DC questa regola non scritta salvava il sistema e consentiva a ognuno di rimanere nel proprio orticello ben coltavato: peccato che il sisitema degli "orticelli" ben presto andò in cancrena per vizi intrisechi ad esso rovinando spesso il raccolto.... il '68 e il terrorismo furono due di queste malepiante e non è un caso che sempre, quando si trattò di fare quadrato, tutto il sistema si disponeva a difesa dello status quo: in questo avrebbero dovuto ringraziare il fascismo ahce aveva distrutto tutto quel substrato sociale e culturale tipico di una democrazia avanzata che gli permette di superare crisi gravissime senza che i cosiddetti fondamentali fossero messi in discussione.... eliminandolo il "partito" era direttamente coinvolto in qualunque ganglio vitale della società e dello Stato e la cosa non poteva non creare problemi visto che a quel punto ognuo mirava a metterci i propri in essi: non era un requisito la comptenza ma l'appartenenza: quel che accade oggi è direttamente figlio di quella situazione;dal 1948 in poi questo "sistema" ha generato mostri, mostri ancora in vita, purtroppo...
Nota a margine
a differenza di tanti altri dirigenti e militanti Cossutta non era un migrato: non era un "fascista redento"; è semper stato coerente con le sue idee e piaccia o meno si è dimostrato migliore di tanti suoi conteporanei che erano si comunisti ma erano già a guardare al craxismo e all'affarismo ammantandolo di "nuovo"...... io non ho condiviso nulla del suo saggio "Lo strappo (con cui denunciava l'abbandono della centralità sovietica da parte del PCI berlingueriano)" ma gli riconosco a posteriori quella capcità testarda di mantenere quel principio di coerenza che in questo paese anzichè essere considerata una virtù è sempre stata vista come una cosa "aliena", una cosa da fessi...
 Dall'altra parte Gelli
uno di quelli che che aveva come obbiettivo primario il sovvertimento dell'ordine democratico così com'era uscito dalla fine della seconda guerra mondiale. Era crocievia di interessi esteri e nazionali; accreditato, senza che fosse mai dimostrato, di conoscenze prossime ai circoli più reazionari americani che, certo non vedevano di buon occhio il PCI ma men che meno volevano che questo partito potesse in qualche modo collaborare al governo del paese... ed ecco che puntualmente spuntano fuori Gladio, terroristi rossi e/o anarchici, poi rivelatisi neri e/o appartenenti a frange dei servizi deviati, stay behind ecc. tutta una stagione di terrore che giustificò di fatto non solo la teoria degli opposti estremismi ma soprattuto bloccò il paese rendendolo preda di poteri occulti e terra di scorrerie di potenze estere. Naturalmente il nostro non fu mai direttamente coinvolto ma la "manina" c'era... e fino all P2, anche qui ce ne sarebbe da dire, forse era noto solo a livelli alti della politica e dell'affarismo, ma non alle masse. Da notare che proprio con l'emersione, mi chiedo quanto casuale, della loggia P2 l'intreccio venne allo scoperto: vi facevano parte personaggi di alto livello della vita pubblica: militari, boiardi di stato, imprenditori (...), giornalisti, e quant'altro mettendo a nudo la capacità di penetrazione del Nostro e la assoluta permeabilità del ceto pubblico; un male antico che a ogni svolta importante della nostra storia ha impedito di far intraprendere al paese la strada in tutta autonomia: a suon di bombe e quant'altro questo paese fu ricacciato nella retroguardia occidentale e le consueguenze, come già detto prima, le abbiamo tutti sotto gli occhi, magari a livello finanziario-politico ma son ancora tutte lì. Una nota a margine, pura curiosità, è il suo Piano di Rinascita democratica  . Non immaginate nemmeno quanti punti di questo "piano" sono stati ad oggi attuati:
I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali onde

« … rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori »

In particolare andavano programmate azioni di Governo, di comportamento politico ed economico, nonché di atti legislativi, per ottenere ad esempio nel settore scuola di
« … chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro… »
Un veloce excursus:
  1. responsabilità civile dei magistrati, separazione fra giudicante e pubblico ministero? Fatto o quasi.
  2. Senato non elettivo ma di secondo livello? Work in progress e proprio dai "nipotini" del PCI.
  3. bipartitismo con due partiti (o accolita simil partitica)? Fatto. Oggi i principali son due con un terzo, M5S, che fa rotella che tiene il tutto perchè è l'unico con un certo seguito reale a livello popolare.
  4. abolizione della validità legale del titolo di studio? Ci stanno lavorando seriamente.
  5. abolizione delle province? Ci siamo: ora sono organi di secondo livello; un primo passo per la loro eliminazione..
  6. Riduzione del numero di parlamentari? Qui la vedo dura ma ci si arriva...
  7. Controllo dei media? Il piano prevedeva il controllo di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale); nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
Insomma, sempre da Wikipedia, "consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione" non male per un "imprenditore", vero? Il Governo diviene il centro del potere e il Parlamento è solo un appendice, uno sfogatoio, del primo: mi pare che ci siamo....
Perchè li ho accostati? Perchè a loro modo hanno "fatto" il paese e la sua storia: nel bene e nel male... non ne sentirò la mancanza anche se, purtroppo, le conseguenze a pagarle saranno i nostri nipoti....
 



martedì 15 dicembre 2015

Stati Uniti, che fine ha fatto la classe media?

dal Fatto Quotidiano del 13 dicembre 2015 a firma di
Il sogno americano è finito! Nel 2015, per la prima volta dal dopoguerra, il numero complessivo dei ricchi e dei poveri americani ha superato quello della classe media. La classe media, dunque, il fulcro di una società moderna e democratica – è questa l’immagine che dagli anni Cinquanta gli Stati Uniti hanno venduto al mondo – continua a perdere terreno rispetto ai poveri e ai ricchi.
Secondo uno studio pubblicato dall’istituto di ricerca Pew nei primi mesi del 2015, 120,8 milioni di adulti appartenevano a famiglie con un reddito medio rispetto ai 121,3 milioni delle famiglie con redditi bassi o alti. E’ questo un cambiamento sociale che, a detta dei ricercatori, potrebbe segnalare una svolta politica. Come si può leggere nel rapporto, la classe media americana è al centro delle piattaforme economiche di molti candidati alla presidenza in vista delle elezioni del 2016. In America è la classe media che elegge i presidenti perché è quella che ha la maggiore coscienza politica e sociale. Ma se questa classe continua a ridursi diventa più conveniente parlare di politica ai ricchi e ai poveri. Da qui l’ascesa del populismo alla Donald Trump nell’attuale campagna elettorale. La classe media è infatti quella più prudente, che non si lascia sedurre da politiche estremiste, ad esempio quelle a carattere razziale o religioso professate da Trump.
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La riduzione del numero delle famiglie appartenenti alla classe media è dovuta al suo impoverimento. Ormai tutti ne hanno preso atto. Nel 2014, il reddito mediano della classe media – quello compreso tra il limite superiore e minore della fascia di redditi appartenenti a questa categoria – è stato del 4% in meno rispetto al 2000. Non solo i redditi sono scesi, anche la ricchezza accumulata dalla classe media si è contratta. La crisi del mercato immobiliare e la Grande Recessione del 2007-09 hanno infatti ridotto la ricchezza mediana (entrate meno debiti) del 28% nel periodo 2001-2013.
Nel frattempo, le classi ubicate agli estremi dello spettro del reddito, e cioè i ricchi e i poveri, hanno registrato la maggior crescita. Nel 2015, il 20% degli adulti americani si trovava nel livello del reddito più basso, rispetto al 16% nel 1971. Quindi una parte della vecchia classe media è sprofondata nella povertà. Sul lato opposto dello spettro, il 9% degli adulti americani oggi si trova nel livello più alto di reddito, il che equivale a più del doppio del 4% nel 1971.
La perdita d’importanza della classe media ha anche effetti demografici. Ad esempio, dal 1971 le condizioni degli ultra 65enni sono migliorate. Questo gruppo di età è l’unico che nel 1971 occupava un posto più basso nella scala dei redditi rispetto al 2015. Non a caso, il tasso di povertà tra le persone di 65 anni è sceso dal 24,6% del 1970 al 10% nel 2014. Diversa è invece la condizione degli adulti più giovani, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. Costoro infatti sono i maggiori perdenti, con un aumento significativo della loro quota nei livelli a basso reddito.
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Anche questi cambiamenti influiranno sulla politica. E’ infatti possibile che quella degli Stati Uniti diventi sempre più conservatrice e populista e che rifletta l’ascesa della classe dei ricchi e dei poveri a scapito di quella della classe media e degli anziani a scapito dei piu’ giovani. Secondo queste proiezioni un candidato come Trump potrebbe raccogliere più voti di quanto ci si aspetti. Staremo a vedere!
di | 13 dicembre 2015
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ora, facciamo un piccolo sforzo di fantasia, piccolo piccolo e togliamo tutti i riferimenti agli USA e al posto di questo nome mettiamoci, che so, l'Italia o la Francia o la Spagna ....... e vedrete che l'analisi cambia di qualche virgola ma la sostanza rimane immutata

lunedì 14 dicembre 2015

separati.... al potere

...... marciare divisi ma colpire compatti: perdendo voti; perchè questo che è accaduto, piaccia o meno. Questo hanno fatto in Francia per fermare l'onda lepenista. è bastata la paura anzi il terrore "robespierriano" per far si che gli, ex, avversari avevano a spingerli a una desistenza nei collegi in modo da impedire che potesse esserci l'istituzionalizzazione della vittoria del Front:  sono oltre 6 milioni i francesi (fra parentesi non esistono in Francia 6,7 mln di fascisti quindi questi voti sono altro e provengono dai ceti colpiti dall'euro ma anche dai giovani, e meno giovani, "attivi" soprattutto nella profonda provincia francese) hanno votati per la Marine e co.; qualcosa dovrà pur significare, no? Fra parentesi hanno fermato l'ingresso ma non la crescita perchè fossi io la "leader" punterei proprio, e  mi pare che le avvisaglie vanno proprio in questo senso, proprio 'sull'abbraccio omertoso" fra destra e sinistra rappresentandoli come un tutt'uno quando si tratta di mantenere gli scranni e il potere ma divisi al loro interno, come i nostrani ladri di pisa, quando sitratta di spartirsi la torta; qualche numero? Il Front ha superato i voti del primo turno (da 6 a 6,7) centrando la non modica cifra di ben 358 consiglieri eletti (pressochè triplicati rispetto alle precedenti elezioni) mentre i "socialisti (...)" hanno dati debolissimi segnali di ripresa elettorale e Sarkò.. delude e se:
a) i francesi non si smentiranno, dimostrandosi più italiani di noi;
b) i politici istituzionali non cambieranno rotta e saranno meno "europei".
Inoltre, ormai è chiaro: in Francia, e non solo, destra e sinistra separati non sono maggioranza, anzi.... solo insieme possono sperare di vincere: ha ragione chi dice che si può parlare di "destrasinistra" ossia di un amalgama fra le grandi famiglie politiche al centro dello schieramento politico mentre ai lati, e non certo in funzionaìe minoritaria, si pogno gli "alternativi": sono quindi superati gli schematismi tradizionali del XX secolo o almeno ne sono state messe le basi! Sulla base di queste premesse alle presidenziali la vedo dura, molto dura perchè il Front rischia  di fare cappotto. E' questo il senso di queste elezioni: hanno vinto, perchè si sono stretti un abbraccio fra loro, ma non hanno vinto realmente perchè un secondo dopo già ricominceranno a litigare aprendo intere praterie da arare in termini di voti all'estrema destra. Ma si sa: non stiamo parlando di Mitterrand o di un De Gaulle ossia di personaggi capaci di attrarre voti anche solo per la propria capacità di stare sul palcoscenico no questi sono mezze tacche, impiegati grigi e abbarbicati allo scranno..... per uno così basta una lepen qualsiasi per spaventarli: cosa puntualmente accaduta. Senza l'abbraccio entrambi si sarebbero trovati a dover spiegare alle lobby e all'europa come pensano di uscire dall'imbuto nel quale si son ficcati mentre in realtà il problema è solo rinviato: a meno di strafalcioni, alla grillina, la lepen si trova davanti una strada tutta in discesa verso l'Eliseo che, parafrasando un motto famoso, "val bene una messa".... di requiem "per i social-liberisti".
Una nota a margine
nessuno ha notato la vittoria degli indipendentisti Corsi? Tutti sono a guardare la "victoire" dei "social-liberisti" ma nessuno si è fermato a pensare e a valutare l'altro aspetto importante: i Corsi hanno votato per gli indipendentisti che hanno fatto il pieno di voti; altro segnale per Parigi (e per l'europa) che ormai si ritrova con tantissime gatte da pelare con poco tempo e, legata com'è al carro europeo, spazio di manovra per cercar almeno di recuperare terreno. L'effetto Catalano comincia a sortire delle conseguenze? Può darsi perchè è troppo presto per dirlo ma il seme anche qui ha cominciato a crescere e sarà dura sradicarlo....... di questo passo gli argini costruiti a difesa dello status quo stanno cedendo e prima o poi la piena li tirerà giù con effetti impensabili per gli equilibri interni ed internazionali.

domenica 13 dicembre 2015

La bolletta elettrica sempre più cara

13/12/2015 di triskel182
“Con l’imminente riforma del tariffe di rete la bolletta energetica degli italiani dal 1 gennaio 2016 costerà di più e ingrasserà le tasche dei produttori e distributori di energia, svuotando quelle dei cittadini. Il doppio affondo, guidato dall’Autorità per l’energia e assecondato dal Governo, è perfettamente riuscito.
Da mesi il M5S denuncia e si oppone alla subdola manovra dello stesso Presidente del Consiglio che intanto annunciava tagli alla bolletta elettrica del 10%. Ora sappiamo che non ci sarà nessun taglio, ma solo aumenti per 20 milioni di utenti.
La riforma delle tariffe di rete farà soffrire le famiglie a più basso reddito, in costante ascesa nel nostro Paese (lo dice l’Istat). E implementerà un meccanismo folle: pagherà di più chi consumerà di meno. Contravvenendo a ogni principio dettato dal buon senso e dalle indicazioni europee per combattere i cambiamenti climatici.
Se da una parte l’Unione Europea chiede agli Stati piani di contenimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e quindi, implicitamente, minori consumi energetici, dall’altra il Governo italiano porta avanti una riforma che produrrà un aumento dei consumi, scaricandoli sui cittadini più virtuosi, che spesso coincidono con i più poveri.
Se è questa la strategia italiana pensata da premier per la Conferenza mondiale sul clima a Parigi, allora non ci siamo. Il Governo avrebbe l’occasione di mettere il nostro Paese al centro di un cambiamento epocale. E invece si abbandona alle solite logiche a favore dei colossi del fossile.
La riforma dell’Autorità per l’energia – sostenuta dal silenzio del Governo – colpisce anche gli investimenti in efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili: rendendo il conto più salato per chi ha consumi bassi e meno conveniente investire in tecnologie per il risparmio o l’autoproduzione, come il fotovoltaico o la cogenerazione. È facile prevedere una tempesta di ricorsi.
Vengono inoltre stabilizzati i ricavi dei distributori. L’esecutivo mette in cassaforte i bilanci in capo alle multinazionali dell’energia – Enel in testa – perché questa riforma sposta i costi di rete dalla quota variabile a quella fissa. In tal modo, viene superato il rischio di mercato essendo gli utili non più legati ai consumi ma a costi fissi per utenza elettriche che garantiscono così utili sicuri fino al 2030, quando scadranno le concessioni di gestione della rete. Più semplicemente, gli utenti pagano i costi di rete non più in base a quanto consumano, ma secondo il prezzo fissato per ogni utenza elettrica.
Una vera e propria truffa ai danni degli italiani. Per ostacolarla il M5S è impegnato in tutte le sedi competenti, compresa quella europea.
Energia pulita e a basso costo significa un ambiente più accogliente, tutela della salute e aumento dei posti di lavoro. Ma questo Governo probabilmente ha altri piani per gli italiani. ”
Di Gianni Girotto, M5S Senato da beppegrillo.it

venerdì 11 dicembre 2015

E dopo i simboli.... i fatti

Lo scorso sabato vi illustrai quella che, in fondo, era un analogia fra simboli e realtà: una cosa su cui molti sorvolano ritenendoli "amenità" solo visti i problemi quotidiani che tutti i giorni dobbiamo affrontare: ed è vero ma, ritengo, ciò vale se guardiamo un pezzo della realtà, o quella che crediamo essere realtà; se invece andiamo a un livello più alto approfondendo la materia a volte capita che anziché vedere alcuni tasselli della realtà, o quella che crediamo essere realtà, vediamo l'insieme di essi: e allora la cosa cambia .... e molto. Quello che sembra essere una casualità diventa una norma; e quello che potrebbe essere uno scherzo del fato diventa un esito finale di un processo magari messo in moto anni prima. Simboli ed eventi: la storia ne è piena; sono lì.. basta saperli leggere e unire nel loro recondito significato. Se sappiamo guardare son lì: basta capirne il significato.
Veniamo al dunque. Tutti sappiamo del 9/11: è entrato nella memoria collettiva; è uno di quegli eventi che rimangono lì fermi nella storia. In particolare per gli americani ha rappresentato il giorno in cui hanno repso atto che non erano più inviolabili ed erano stati attaccati in casa propria..... il WTC e l'edificio 7 sono crollati: i primi due, secondo la storiografia ufficiale, in conseguenza degli impatti di due aerei dirottati da terroristi islamici: ma ci sono delle incongruenze, colte dai soliti complottisti, che dovrebbero far riflettere tutti su quello che sembra "essere" e quello "che è" realtà. Ad esempio sapevate che nel 1993 il Pentagono aveva a degli "esperti" di esaminare la possibilità che un aereoplano venisse usato per attaccare obiettivi su suolo americano? I risultati non furono mai resi pubblici eppure una loro bozza, a detta di qualcuno di questi "esperti" (che ne parlarono dopo che accadde davvero, è girata per diverso tempo negli uffici dei dirigenti dei dipartimenti americani addetti alla sicurezza del paese (forse qualcuno l'ha preso a modello per farlo accadere davvero?). E se ciò non bastasse nel 1995 vennero a conoscenza, grazie alle indagini della polizia filippina su un gruppo di terroristi islamici locali, di un "progetto" che prevedeva, proprio, l'uso di aerei civili da lanciare contro obiettivi americani (nella lista c'erano anche le torri gemelle .. ma NON l'edificio 7); aerei provenienti da diverse parti del mondo: questo progetto era denominato "Bojinka". Naturalmente i servizi si misero subito all'opera ma ad un certo punto o meglio ad un certo livello, politico, tutto fu arenato.. si perse nei meandri e nessuno mise insieme le due cose finché, anni dopo, accadde davvero.... tutti sapevano, perfino i russi che misero in guardia in tempi non sospetti i loro omologhi americani ma furono ignorati: perchè questa disattenzione che fu poi giustificata con il fatto che i "servizi" avevano fatto fiasco nel  seguire la cosa (non è vero perchè a quanto pare la pratica relativa fu seguita eccome.. solo che i vari Presidenti non se ne interessarono)? Eppure, conoscendo la paranoia americana per la sicurezza, i servizi erano all'erta... chi si distrasse? Stesso giornali americani ne parlarono sia allora che poi eppure la cosa passò nel dimenticatoio... nel frattempo i "combattenti per la libertà" erano diventati quel che erano sempre stati ossia  talebani, diventati tristemente noti a noi occidentali dopo, da un lato e Al Qaeda dall'altro: due entità distinte che furono sovrapposte ai nostri occhi ma che erano ben distinte nella realtà.
Sapevano, quindi, e temevano che accadesse; tutto come da programma quindi si potrebbe dire... ma questo programma chi lo pianificò? Perchè proprio quel giorno a vigilanza della costa est degli USA c'erano solo due aerei in volo e per giunta disarmati perchè in ricognizione? E perchè giusto quel girono la difesa passiva dei radar era in "esercitazione"? E perchè, infine, tutta la difesa aerea era concentrata ai confinid el canada per una ultreriorre "esercitazione" congiunta con i canadesi?  Guarda caso proprio quel giorno il fattaccio accadde? Un caso? Sicuramente... ma troppi casi fortuiti, o coincidenze, fanno qualcos'altro e non dev'essere io a idrvi cosa, vero?
Sappiamo poi com'è andata a finire: la prosopopea sui morti (mentre i sopravvissuti sono ancora in causa con lo Stato per ottenere un qualche riconoscimento e per ottenere anche il pagamento delle cure mediche che lì sono a carico delle assicurazioni private....); l'indicazione dell'Afghanistan come sede del capo di Al Qaeda (Osama che se ne stava invece in Pakistan); e l'attacco all'Iraq peraltro del tutto incolpevole ecc. il resto è storia.. ivi compresa la non secondaria cosa che le pipeline passavano proprio dall'Afghanistan e che l'Iraq era il quarto produttore al mondo di petrolio; per tacere della necessità di attutire gli effetti del rallentamento dell'economia americana in seguito alla bolla della new economy, ricordate? Niente di meglio di una guerra per ritardare il crollo di borsa; l'hanno già fatto in passato.
E le Torri gemelle? Com'è possibile che edifici omologati in un certo modo, a causa del traffico aereo incessante su new york, crollino come cartapesta? Bè gurdate questo filmato preso da youtube
 ... il filmato qualcosa la dice, vero? Inoltre qualcun'altro sostiene che per fondere il metallo non poteva bastare la temperatura di appena 700°; ci voleva molto di più... sapete cosa serve? La termite. E sapete chi la usa, oltre ai militari? Le ditte che fanno di mestiere le demolizioni controllate... dice nulla?
C'è un ultima cosa: come ha fatto ha crollare l'edificio n°7? E' crollato per "solidarietà"? Era ad oltre 200 metri di distanza, come ha fatto a cadere? Di tutto ciò detto finora la Commissione ufficiale ha detto poco e si è attenuta alla versione fornita dagli enti preposti... e le risultanze dei controlli; peccato che le macerie furono subito rimosse e riusate per altri edifici: non ne rimase traccia nè furono rese possibili future indagini; strano vero? Nemmeno in Italia siamo mai stati così bizantini....
altra clip

strano vero? Leggenda vuole che fosse pieno di uffici governativi; non lo sapremo mai naturalmente. Di tutto quanto sopra cosa rimane? Le migliaia di morti, fra soccorritori e civili, e altrettanta migliaia di persone che ancora oggi subiscono gli effetti delle polveri del crollo. Rimane la macchia del dubbio sull'attentato da parte dei servizi; rimane l'inspiegabile crollo e rimane anche l'attacco al Pentagono di cui, nonostante le tante telecamere, oggi si ha a disposizione solo uno, e gli altri?  Ma questa è un altra storia... ha rimane anche il fatto che il mostro Osama è stato ucciso .... in Pakistan e la sua salma mai mostrata. Rimane anche il dubbio, mai dimostrato, che qualche mese dopo fu visto in un ospedale, americano, dell'Arabia Saudita dove si stava curando per insufficienza renale: una cosa mai dimostrata e il cui segreto rimane nei meandri dei servizi.
Inganno? Complotto? Balle? Chissà.... io come sempre in questi casi provo a mettere tutti i tasselli insieme acriticamente per farmi, prima, e per fornire, a voi,  un quadro del tutto: sia chiaro un quadro dal mio punto di osservazione ossia quello che chiunque altro si potrebbe creare se volesse fare lo stesso lavoro di ricerca...... non foss'altro per curiosità personale.
tutto quello che è accaduto dopo è la diretta conseguenza del 9/11.. compreso l'isis
Non dobbiamo mai dimenticare che elimini l'improbabile quel che rimane è la verità...
p.s.
tutto quanto scritto in questo post è FACILMENTE REPERIBILE IN RETE con le appropriate ricerche fatte sui più noti motori di ricerca.. e senza passare nemmeno una volta sui blog "complottisti".
come sempre
 Buon weekend
.. di riflessione

giovedì 10 dicembre 2015

chi vince e chi perde...

Ieri lessi su Facebook il commento di Massimo Rocca (mi spiace non posso riportarlo qui perchè il giornalista ha scritto tempo fa che "non si può copiare e incollare anche citando", padronissimo e rispetto la la sua indicazione, vi dovrete accontentare della mia citazione... sennò andate su FB e cercate il contropelo di Radio Capital che è l'alias di Rocca) sulla situazione siro-irakena; dice (lo riassumo brutalmente; questo non mi pare vietato o sbaglio?): ma non è che la guerra non la sta vincendo l'occidente libero ma ... Putin?
Ciò mi ha fatto riflettere, e sapete perchè? Perchè da quando la Russia è intervenuta, oltre al calo dell'attenzione mediatica sullo scacchiere mediorentale, l'ISIS è fermo... anzi il suo capo, soprattutto dopo l'annuncio/avviso (io ritengo CREDIBILISSIMO)  che la Russia avrebbe usato anche armi non convenzionali, leggi il nucleare, per fermarli, ferito se l'è filata..... e secondo fonti iraniane e non solo il nostro eroe prima s'è fatto curare in Turchia (mi chiedo, non sta collaborando con l'occidente per fermare i terroristi? E se il capo dei terroristi si rifugia in Truchia come mai non è stato arrestato?) ma si è potuto anche allontanare da questo paese per nascondersi in Libia? (Misteri della strategia della intelligentissima élite politica e militare dell'occidente....). Come mai è potuto succedere? Chi s'è girato dall'altra parte? Poi m'è sovvenuto un altro pensiero: ma non è che l'annuncio/avviso non era rivolto ai terroristi ma ai loro sponsor arabi? Ossia a quei paesi che stanno rimestando nel torbido (userei un altra parola ma l'educazione me lo vieta) per cogliere due piccioni con una fava (con il placet distratto dei loro protettori americani):
Primo piccione
grazie all'ISIS si levano dalle scatole Assad lo sciita alauita e mettono le mani sul petrolio e il gas siriano (su quello irakeno le mani ce le hanno già messe);
Secondo piccione
grazie all'ISIS il fronte sciita viene rotto e l'odiato Iran (che vede ora la propria economia respirare grazie alla progressiva eliminazione delle sanzioni da parte degli americani) si ritrova ulteriormente isolato nella zona.
La fava
in un colpo solo si crea il sogno della grande Arabia che controlla tutta un ampia fetta dello scacchiere mediorientale, con annesse risorse..... sempre con il placet dell'occidente sempre dedito anon guardare oltre il proprio naso
alla fin fine i paesi arabi dal pantano irakeno-siriano hanno tutto da guadagnarci e la variabile Putin non era prevista o è stata presa, almeno fin ora, come una cosa puramente folkloristica... ora non più. Si forse quell'annuncio/avviso aveva altri destinatari e fossi in loro non lo prenderei sottogamba perchè i russi non sono gli americani: per referenze chiedere ai nazifascisti e a Napoleone....

mercoledì 9 dicembre 2015

Leader del mondo libero o ... liberista?

Con l'acuità di una talpa (o forse no? Di solito il Time non sbaglia anzi...) il Time ha messo in copertina il personaggio dell'anno: Angela Merkel. L'ha definita "leader del mondo libero". Bè capisco che dal punto di vista del Time una logica ce l'abbia ma forse l'unico vero neo, se di neo si tratta, è la definizione: leader del mondo libero perchè a parere del sottoscritto (ma dalle reazioni della rete non sono il solo) c'è un piccolo lapsus: se avesse detto leader del mondo liberista allora avrei anche potuto essere d'accordo perchè la Cancelliera questo è: liberista, orgogliosamente liberista: da questo punto di vista miglior definizione non ci poteva essere perchè l'applicazione del liberismo ha permesso alla signora di far diventare la Germania leader della UE e co-leader dell'Occiddente ossia un partner indispensabile per tutti coloro che vedono nell'affermazione del mercato deregolamentato la massima espressione dell'ideologia mercantile che da almeno 30 anni pervade questa parte del mondo.

Ma, come ben sanno gli economisti liberisti (bravissimi a calcolare il rapporto costi/benefici), tutto questo ha un costo, vediamo:
1. la Germania deve il suo boom all'aver scaricato sugli altri Stati europei il proprio surplus di prioduzione e sull'acquisto del proprio debito da aprte degli stessi Stati "fratelli"; in pratica ha scaricato sugli altri i propri problemi (stessa cosa fecero gli USA da Reagan in poi);
2. La Germania è liberista ... in casa altrui ma in casa propria, no. Il debito in eccesso è equamente ripartito fra i vari Laender  e, al loro interno, nelle varie banche regionali (una sorta di Cassa Depositi e Prestiti) che, senza il pubblico sostegno (e l'acquisto dei titoli tedeschi da parte degli altri Stati), sarebebro già fallite: comodo così, vero? Senza l'aiuto pubblico la Volkswagen si troverebeb nelle peste peggio delle proprie consorelle .... e il modello, tanto decantato, rimarrebbe tale ma in senso negativo ossia da NON imitare se si vuole gestire bene un azienda.
3. La Germania produce inquinamento. E' uno dei paesi maggiormente inquinatori del pianeta: la più grossa miniera a cielo aperto ce l'ha proprio nella parte centrale..... noostante la legislazione "ambientalista (emanata per impedire ad altri Stati di fare la stessa cosa)" questo paese ha eliminato moltissimi vincoli e non è un caso che tante malattie respiratorie vedano il picco proprio nelle zone centrali del paese.
4. La Germania, mentre impedisce ai paesi "fratelli" di indebitarsi, al proprio interno (nel proprio Sud, ossia l'ex Germania dell'est), tiene tutto in piedi con aiuti di Stato: si proprio aiuti di Stato ossia gli stessi che altrove sono visti come la peste nera da estirpare..... ricorderete le invettive lanciate dalla stessa signora nei confronti dei paesi "mediterranei (per i paesi del nord Europa "mediterranei" non ha una significanza geografica ma .. razzista  e non sto a spiegare il perchè, mi pare abbastanza chiaro)" mentre in casa propria agiva, e agisce, esattamente allo stesso modo.... senza che nessuno proferisse parola.
5. La Germania sta conoscendo anch'essa l'allargamento della cosiddetta "forbice" fra una ristretta élite che guadagna tantissimo e la maggioranza che produce ma ha salari bassissimi..... lo giustificano come competitività ma in realtà è solo ed esclusivamente un allargamento della povertà in un paese che dovrebbe essere fra i più ricchi dell'occidente, anche questo è il liberismo....
6. La Germania è fra i paesi che ha accolto fiumane di immigrati: verissimo, ma ..... di qualità. Che significa? Che se l'immigrato è professionalizzato viene immediatamente integrato nel sistema altrimenti.. ci sono sempre i cantieri "notturni (e illegali)" da coprire a nero: si perchè anche lì il nero è d'obbligo e tollerato!!!!! Ne sanno qualcosa gli immigrati italiani dagli anni '50 in poi: non erano solo magliari.... un terzo delle autostrade tedesche sono state costruite .. di notte.
7. La Germania è l'unico paese che ha subordinato l'approvazione delle direttive comunitarie e dei trattati all'approvazione, in base agli interessi nazionali (alla faccia dell'europeismo di facciata), del Parlamento tedesco e della Corte di Karlsruhe (la nostra Corte Costituzionale o qualcosa di simile).
8. La Germania per anni ha spinto sulla finanziarizzazione dell'economia. Verissimo: le banche tedesche sono fra le prime creditrici dei paesi occidentali; dovunque ci sia debito pubblico esso è in mano alle sue banche..... non è un caso che i paesi più indebitati siano debitori verso esse. Chiaro quindi che gli interessi tedeschi siano esattamente contrapposti a quelli dei paesi europei, e non solo, che hanno dovuto sottostare ai diktat della cosiddetta troika...
Messo sotto questa ottica allora la nomina della Cancelliera da parte del Time ha un significato logico e comprensibile e ne giustifica anche la leadership; altrimenti non ci sono motivi nè reconditi nè espressi per una cosa del genere..

martedì 8 dicembre 2015

Sinistra europea e i suoi inutili lamenti


di dal Fatto Quotidiano del 8 dicembre 2015

Fuori dalle geremiadi della sinistra sconfitta (meritatamente) in Francia, sarà utile cominciare a riflettere su quanto sta accadendo già da qualche anno.
La spiegazione la si trova subito, confrontando la catastrofe di Hollande con il successo contemporaneo di Jeremy Corbyn nel Regno Unito, in una elezione locale ma molto significativa, nella quale il suo candidato ha messo in fila, a grande distanza, i conservatori di Cameron e l’Ukip di Farage.
Due leader “di sinistra” — parrebbe — uno dei quali viene seppellito dal disgusto popolare e l’altro trionfa. La risposta è che il primo è “sotto” e il secondo è “sopra”.
“Sotto” vuol dire, in questo caso, “non credibile”, ma anche neo-liberista, bugiardo, guerrafondaio, antipopolare, europeo di una Europa che è sempre più lontana dal popolo, dai popoli europei, dalla solidarietà, dalla giustizia.
“Sopra” vuol dire sincero, contro la guerra, per una politica di giusta redistribuzione della ricchezza sociale, coraggioso, non succube del mainstream media, fautore dell’ indipendenza dagli Stati Uniti d’America.
La sconfitta di Hollande non è un merito preminente della destra, ma di Marine Le Pen. La destra europea, quella vera, si identifica con la grandi banche d’investimento, sovranazionali per definizione. La sinistra europea si è sdraiata sulla politica delle banche e, dunque, è coricata sul letto di morte a fianco di quella della destra.
Dove sta la differenza? Nel rapporto con la gente, con il popolo, con i suoi sentimenti e con le sue paure. Marine Le Pen festeggia la vittoria centrando il bersaglio: noi rappresentiamo il nostro paese, la sua sovranità. Anche Corbyn rappresenta la sovranità popolare contro i maneggi dei padroni universali. L’una e l’altro, non a caso, vogliono uscire dalla Nato. Uscire dalla guerra. Forse (anzi è così) sono arrivati a questo approdo per motivi diversi. Ed è certamente vero che muovono verso questo approdo con intenzioni diver
Ma il fatto nuovo è che si muovono verso un approdo antagonista rispetto a quello della struttura autoritaria e di controllo, antidemocratica e repressiva che è divenuta l’Unione europea.
Per questo vincono: perché interpretano l’inquietudine crescente dei popoli europei. I quali percepiscono il pericolo, anche se non ne comprendono l’origine e le cause. Non possono, del resto, proprio perché i maggiordomi del Potere (che sono padroni dei media) gliele hanno accuratamente nascoste.
Queste considerazioni non valgono solo per Francia e Regno Unito. Valgono per tutta l’Europa. I partiti tradizionali, di destra e di sinistra (affratellati, anzi avvinghiati gli uni agli altri, dal potere e dal “centrismo”) strinsero un patto con i rispettivi sudditi: noi vi diamo il benessere e voi ci date i voti. L’Europa è divenuta quello spettacolo desolante che vediamo adesso, sulla base di quel patto. Che ha funzionato nell’epoca ingannevole dell’abbondanza.
Ora l’abbondanza è finita con la crescita, che si supponeva (ma non era) infinita. Le classi subalterne, a cominciare da quelle “medie”, hanno cominciato solo ora ad accorgersene. Il patto è stato rotto. Dall’alto. Tutti capiscono che i poteri non sono più capaci nemmeno di rattopparlo. Non hanno alcuna ricetta che non sia l’egoismo (questo sì senza fine) dei loro padroni. Tutti vedono che la prossima generazione vivrà peggio delle precedenti. Non si sentono più rappresentati dai vecchi partiti e ne cercano di nuovi.
Cioè si allontanano dal “centro”. In qualche caso li hanno trovati. Il Front National è uno di questi, sulla destra. Syriza, in Grecia, è uno di questi, sulla sinistra. Ma anche Alba Dorata, sulla destra. Anche l’UKIP, sulla destra, in Gran Bretagna. Dove non trovano niente di niente, se li cercano, li costruiscono: è il caso del Movimento 5 Stelle, in Italia. Mentre, sempre in Italia, tutti i partiti tradizionali, di destra e di sinistra, si frantumano, si frastagliano, si sciolgono. E i casi di analoghe diaspore verso le periferie si vedono dovunque: in Finlandia e in Danimarca, in Olanda, in Spagna, in Belgio, in Portogallo.
Collocare questi sommovimenti nel vecchio schema di sinistra e di destra è un errore. Non serve a capire la portata della rivoluzione in corso. Essa richiede, per essere compresa, il ritrovamento dei valori fondanti del vivere civile, delle regole, della tradizione. Richiede il rifiuto della globalizzazione. Richiede il ritorno alla natura. Ciascuno, poi, arriverà a suo modo all’approdo, se si riuscirà a evitare la guerra, cioè a sopravvivere. Dunque questo è l’imperativo del momento. Poi, forse, si ricomincerà a discutere. Adesso l’essenziale è fermare i portatori di egoismo e di morte.

lunedì 7 dicembre 2015

.. e destra lepenista sia

Ebbene si, in Francia il Front National ha vinto (anche se però si dovrà aspettare l'esito dei ballottaggi per la distribuzione dei seggi e il risultato può addirittura ribaltarsi per il gioco delle alleanze e già il ps ha annunciato che ritirerà i propri candidati, laddove sono arrivati terzi, e sono molti, al primo turno.. che carini vero? peccato che il loro rivale storico, Sarkò, non gli restituisce il favore) questo turno, anzi lo ha stravinto e ciò preoccupa molto non solo Parigi ma anche la tecnocrazia politico-finanziaria europea (non dimentichiamo il trattamento riservato ai portoghesi che hanno votato per gli antieuro ma i vincitori si son visti rifiutare l'alleanza dal loro Capo dello stato perchè poco "europei".. per usare un eufemismo) che già ha messo in campo tutto il battage per "convincere" i francesi a non rivotare per il Front: vedremo se basterà.... temo che i francesi non la pensano così e non hanno tutti i torti e non solo perchè mezz'europa è in subbuglio (finlandesi, ultraliberisti e boss del rigore, che sono nei guai perchè, com'è noto, la ricetta non funziona; inglesi che dovranno votare se restare in europa; spagnoli sui cui pende la secessione della Catalogna; greci sempre inkazzati e delusi dai loro new labour leader; danesi che ancora una volta hanno detto NO ad una maggiore integrazione con l'europa; polacchi e ungheresi con governi retti da partiti e movimenti che definire euroscettici è, anche qui, usare un eufemismo; ecc.) ma soprattutto perchè sono sempre più stretti nella morsa della crisi da cui nessuno finora è uscito: checchè ne dica Renzi.
Allora perchè hanno vinto?
Spiegazione n°1.

Il terrorismo. Ha una sua valenza, certo; ma c'è un piccolo ma: a Parigi il Front non ha vinto anzi forse è arretrato nei voti, quindi ha contribuito ma non come si può pensare!
Spiegazione N°2
La crisi. Questa si che ha pesato. E non poco e contribuisce moltissimo alla vittoria del Front. Spiega anche perchè esso, al di fuori di Parigi, ha fatto gran messe di voti. Questa crisi, i cui fattori pesano perchè è una crisi finanziaria e non dell'economia reale che ne sente gli effetti ma non ne è la causa, fa sentire i suoi effetti direttamente sulla gente e si sa quando agli "europei (quelli veri non quelli dei sondaggi)" tocchi la tasca è sempre un problema e nessuno è disposto a rimetterci.. mica sono italiani: lì i sindacati ci danno dentro e le opposizioni fanno, udite udite, le opposizioni.
Spiegazione N°3
Questa Europa non piace: hai voglia a dargli calmanti e iniezioni di fiducia: questa UE non va giù a nessuno, sempre tranne che agli italiani, e sono stufi. Il segnale è chiaro: o si cambia la UE o la gente vota per il primo che gli dice, e credo che il Front lo dica e lo faccia sul serio (mica sono leghisti), che verrà, se vince, prima la Nation e poi tutto il resto......
Esiti.
Tutto dipenderà dal ballottagio: se gli elettori che hanno abbandonato il PS e, in parte il resto del panorama politico filo-europeo, ritorneranno all'ovile allora si rimane coeme prima altrimenti..... bé altrimenti saranno seri problemi perchè la Francia, a differenza dell'italia, fa sul serio (d'altronde son loro ad aver fatto la Révolution, mica noi..) e uno dei tre pilastri del costrutto andrà per conto suo e a quel punto la stessa UE non avrà più senso perchè anche se non la abbandoneranno diventerà davvero il fantasma del natale passato... e diverrà irrilevante. Lo scenario che si aprirà avrà effetti anche oltre i propri confini, sempre al netto dell'italia naturalmente dove non ci sono "lepen" a disposizione, e avrà lo stesso effetto di una deflagrazione nucleare che spazzerà via, in pochi decenni, dall'intero territorio europeo tutto quel che ha che fare con l'idea stessa di UE che oggi abbiamo davanti: per tacere della spinta alle forze autonomiste che stanno crescendo in altri paesi che riceveranno nuova linfa proprio da questa deflagrazione.... gli effetti saranno dirompenti.
E l'Italia?
Qui? Siamo ancora a Renzi....... altro non c'è o meglio c'è ma siamo ancora alla mezz'ora del dilettante allo sbaraglio. C'è ancora gente che crede che vota per il proprio partito di provenienza e storce il naso se solo sente parlare di cambio voto (i politici nostrani no, anzi ..... già un terzo ha cambiato casacca dall'inizio della legislatura) e di cambio di linea, forse che stiamo ancora troppo bene? No è che siamo rivoluzionari con i soldi altrui e ancora troppo abituati al "mezzuccio della raccomandazione" o del "finché si tiene tutto va bene così o, ed è la maggioranza, finché la barca va lasciala andare", opportunisti insomma e si as che gli opportunisti sanno parassitare ma NON sono geneticamente capaci di creare qualcosa di proprio: triste destino ci aspetta.....
Per intendersi: io che provengo dalla sinistra voterei per una Lepen italiana che sia almeno al 90% uguale alla sua omologa francese? Si la voterei..... e voi? E sapete perchè lo farei? Per i seguenti motivi:
  1. è sempre stata la destra nazionalista togliere le castagne dal fuoco durante i periodi di crisi al capitalismo;
  2. è stata la destra nazionalista a creare il Welfare, non la sinistra che anzi lo combatteva perchè lo leggeva come una concessione per evitare che le masse diventassero preda del comunismo;
  3. è stata la destra a costruire la premessa affinchè si potesse creare un qualcosa che somigli all'intervento riequilibratore dello Stato nell'economia (non il suo abuso che ha fatto, in Italia per esempio, la DC con la complicità del PCI);
  4. fu la destra americana, quella storica non quella teocon e né tantomeno liberista, a spingere per i cosiddetti "diritti umani";
..... e via dicendo. Anche nell'attuale situazione sarà, se saprà organizzarsi, la destra a doversi sobbarcare la fatica di Sisifo della riscoperta della nazione e della sua preminenza rispetto a entità preda di lobby e tecnocrazie corrotte quali oggi abbiamo sotto gli occhi e che governano l'Europa? Si se sarà strutturata e avrà le idee chiare: quindi anche il lepenismo 2.0 non va bene ma per incominciare Parigi val bene una ... nazione.

domenica 6 dicembre 2015

Femministe contro l’utero in affitto “Non è un diritto” (ANNALISA CUZZOCREA)

04/12/2015 di triskel182

L’appello promosso da “Se non ora quando” “Diciamo no a chi vuole un figlio a tutti i costi”.
ROMA – Un appello contro la pratica dell’utero in affitto. La richiesta all’Europa di metterla al bando. Il desiderio di rompere quello che viene definito «un silenzio conformista su qualcosa che ci riguarda da vicino». A promuoverlo sono le donne di Se non ora quando libere.
A firmare, un mondo vasto che va dal cinema alla letteratura, dal campo universitario a quello delle associazioni per i diritti.

Così ci sono Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Claudio Amendola, Francesca Neri, Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Micaela Ramazzotti. E poi intellettuali come Giuseppe Vacca, Peppino Caldarola, la scrittrice Dacia Maraini. E ancora le suore orsoline di Casa Rut a Caserta, l’associazione Slaves no more di Anna Pozzi, Aurelio Mancuso, già presidente di Arcigay e ora di Equality Italia. Un elenco in fieri che da oggi sarà pubblicato sul sito Che libertà (www.cheliberta. it). Sotto un testo che recita: «Noi rifiutiamo di considerare la “maternità surrogata” un atto di libertà o di amore. In Italia è vietata, ma nel mondo in cui viviamo l’altrove è qui: “committenti” italiani possono trovare in altri Paesi una donna che “porti” un figlio per loro. Non possiamo accettare, solo perché la tecnica lo rende possibile, e in nome di presunti diritti individuali, che le donne tornino a essere oggetti a disposizione». Il nodo è quello della differenza tra desiderio e diritto. I temi sono quelli del limite, della libertà e della modernità. Per questo, racconta chi ha raccolto le firme come la docente universitaria Francesca Izzo, «mi ha colpita una certa resistenza. Molti, forse più uomini ma anche donne, hanno mostrato una singolare ignoranza della questione, si sono dichiarati troppo inesperti per esprimersi. C’è quasi la disponibilità a considerarla una cosa accettabile senza volersene troppo occupare». Dice la regista Cristina Comencini: «Una madre non è un forno. Abbiamo sempre detto che il rapporto tra il bambino e la mamma è una relazione che si crea. Concepire che il diritto di avere un figlio possa portarti all’uso del corpo di donne che spesso non hanno i mezzi, che per questo vendono i loro bambini, riconduce la donna e la maternità a un rapporto non culturale, non profondo». Già alcune femministe italiane – dopo quelle francesi, che hanno stilato un manifesto simile qualche mese fa – hanno sostenuto queste tesi e sono state, come scriveva ieri Avvenire, accusate di omofobia.
(Articolo intero su La Repubblica del 04/12/2015.)



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lungi da me voler entrare in un dibattito che dovrebbe interessare soprattutto le donne (di qualunque età, religione, preferenze, ecc.) ma un paio di cose non posso esimermi dal dirle:
  1. femministe? Chi? Senonoraquando? In realtà a me pare una posizione, la loro, molto ma molto integralista; peggiore dei loro omologhi integralisti cattolici. E' vero che sostengono che la mercificazione del corpo della donna è sempre deleteria, nessun dubbio che sia così, ma da qui a negare del tutto un diritto della donna che non può avere figli ce ne corre e spiace vedere un movimento "femminista" fare da sponda a posizioni estreme del mondo cattolico... piuttosto premano sulla politica per impedire la mercificazione ma se c'è qualcuna che vuole donare qualcosa a qualcun'altra affinché anche quest'ultima possa godere delle gioie dell'avere un figlio chi ha il diritto di impedirglielo?
  2. La donna ha diritti o no? Può disporre del proprio corpo o no? Perchè ci dev'essere sempre qualcuno che si arroga il diritto di decidere e pontificare in sua vece.. vece non richiesta. Compito dello Stato dovrebbe la tutela dei diritti: non è un caso che la medievale legge 40 è stata demolita letteralmente sotto le sentenze di ogni ordine e grado della Magistratura: poteva essere altrimenti vista la nostra Cotituzione e visti i diritti che essa assicura ai cittadini... se ne facciano una ragione queste "femministe"

sabato 5 dicembre 2015

Credete ai simbolismi?

Stasera post complottista: gli allergici all'argomento son pregati di allontanarsi in fretta perchè la "direzione" del blog non si assume responsabilità per improvvise crisi e shock anafilattici.
Messo l'avviso, andiamo avanti.
Allora, tanto per mettere un pò di pepe in eccesso nella minestra, immagino sappiate (per esempio) che i Padri fondatori, ed estensori della loro Carta fonadamentale, americani erano massoni, vero?
Immagino che sappiate che ovunque in quel paese i simboli esoterico-massonici sono presenti .. perfino sulle loro monete, vero?
E nel vecchio mondo? Bé non siamo messi meglio, anzi: (per quanto riguarda il nostro paese ce n'è di materiale e farò presto un post ad hoc) a partire dall'Europa a simbolismi esoterico-massonici ce n'è in abbondanza ed il bello che son lì ma nessuno se accorge o... lo sa.
Ok facciamo il primo esempio:


cos'hanno in comune? Cosa può avere in comune un quadro raffigurante la mitica Torre di Babele e il Parlamento europeo? Dal punto di vista strutturale la cosa salta agli occhi SONO SIMILI e fanno pensare ad una sorta di omaggio che l'autore del progetto ha voluto fare al mito dell'umanità nel momento della massima unione e della massima divisione quando l'entità plurale, da noi chiamato Dio, decise che così non andava bene perchè "questi dove sarebbero arrivati se fossero riusciti nell'impresa della Torre? E decise di .... dividerli: incominciarono a parlare lingue e dialetti diversi senza più comprendersi fra loro: da qui tutte le incomprensioni, guerre ecc. il Dio si era assicurato che l'uomo non fosse subito capace di elevarsi sopra la condizione comune: in pratica si era creato il lavoro per il suo futuro! Ebbene questo è u simbolismo anche dal punto di vista esoterico: il richiamo alla Torre di Babele non può che riportare alla mente il superamento delle divisioni fra le genti e riunire l'umanità; domanda: se la Torre di Babele era un opera "unificatrice (aspirazione universalistica)" la sua riproduzione moderna cosa dovrebbe rappersentare, oltre l'omaggio al mito passato? Forse che nasconde un qualche significato esoterico di una qualche setta massonica che aspira all'unificazione dell'umanità sotto la propria guida ed ha voluto così rendere omaggio al mito ricostruendo la "moderna Babele"? Forse che i complottisti che denunciano il New World Order (fra l'altro citato anche nel nostro paese da personalità di primissimo piano delle istituzioni che l'hanno TESTUALMENTE citato)?
secondo esempio:


direte: che c'azzecca la bandiera del consiglio europeo e l'occhio di Horus? Ache qui, sono simili. E' chiaro che esiste uan stilizzazione nella prima foto rispetto alla seconda ma se aguzzate la vista e lavorate un pò di matita..... anch'essi sono SIMILI. Qui l'analogia, se ritenete che esista un analogia, richiama alla memoria tante altre storie propugnate dalla teoria del complotto. Dal colore preminente alla stilizzazione delle stelle prese nel loro complesso, alla evidente presenza di sopracciglia, al numero delle stesse stelle (12, contatele, come le tribù originarie; come le costellazioni; come le ere astrologiche), al suo complesso immaginifico che se guardato ricorda proprio il simbolo egiziano..... forse che c'è un evidente, anche in questo caso, richiamo all'esoterismo che si richiama al mito egizio? Forse che, anche in questo caso, c'è un omaggio di una setta al mito esoterico egizio (cui molti rami massoni fanno riferimento)?
Siamo davvero nelel mani di una oscura élite che, attraverso i miti, mira a sua volta a dare immagine vivifica del proprio credo e che s'è impossessata delle leve del potere politico-economico?
Hanno ragione i complottisti quando sostengono che il MES (di cui poco si sa della propria organizzazione se non che i componenti sono intoccabili nè persguibili e non sottoposti a nessun controllo democratico dei cittadini e che possono decidere se un paese fallisca o no), l'Eurogendfor (una sorta di gendarmeria sovrazionale), il consiglio europeo, la BCE, il TTP/TTIP (secondo qualcuno, sempre un bieco complottista, braccio esecutivo legale cucito per le multinazionali americane) della WTO, ecc. siano SOLO superficiali manifestazioni di questa succitata élite che mira ad unificare per propri scopi inconfessabili l'intero pianeta?
Non sto a spiegare tutto ma non foss'altro che dal punto di vista iconogafico, quello forse meno importante, tutti questi organi sembrano sempre richiamare significati che potremmo definire esoterici; simbolismi che si rincorrono fra loro come a significare un collegamento mai esplorato sul serio...
Pure coincidenze oppure segnali che qualcosa sta emergendo sotto il nostro naso?
Con questo post inizierò un viaggio nelle teorie del complottiste per aprire il vaso di pandora nel quale, come in ogni leggenda c'è sempre un fondo di verità ......
p.s.
come sempre
BUON WEEK END

giovedì 3 dicembre 2015

Bolletta elettrica: dal taglio del 10 per cento promesso da Renzi al rischio di nuovi rincari (Antonio Pitoni)

01/12/2015 di triskel182
L’allarme arriva dal M5S. Che ricorda l’impegno preso più di un anno fa dal premier. Per il senatore Girotto si è risolto tutto in “propaganda mediatica”. Creando le premesse per altri rialzi. Polemica anche con il presidente della commissione Industria di Palazzo Madama Mucchetti. Per la proroga degli incentivi agli Interconnectors, grandi linee di importazione dall’estero. Il parlamentare Pd: “Daranno un beneficio reale al sistema”.Che ne è stato della promessa di Matteo Renzi di sforbiciare labolletta elettrica delle piccole e medie imprese del 10 per cento? Dopo più di un anno e mezzo la risposta del senatoreGianni Girotto del Movimento 5 Stelle non piacerà affatto alpresidente del Consiglio: “A discapito della fortissimapropaganda mediatica che accompagnò il suo annuncio, se ne sono perse le tracce”. E adesso, al netto dei tagli effettuati in particolar modo sul meccanismo di incentivazione del fotovoltaico, avverte l’esponente del M5S, i costi rischiano addirittura di aumentare. “I motivi sono molti – spiega il componente dellacommissione Industria di Palazzo Madama –. La bolletta elettrica è diventata ormai un bancomat: a pesare non è solo ilcanone Rai che si pagherà proprio con la bolletta, ma tante altre voci che, in un modo o nell’altro, finiscono sempre per avvantaggiare i grandi produttori e i grandi consumatori di energia”.
COMANDA IL MERCATO – Sotto accusa, da parte dei grillini, finisce innanzitutto il ddl concorrenza del governo licenziato lo scorso ottobre dalla Camera. Per effetto del quale, a partire dal 2018, scatterà l’abolizione del “mercato tutelato” per famiglie e piccole imprese. Un traguardo che le prime bozze del provvedimento anticipavano addirittura al 2015 per il gas e al 2016 per l’elettricità. Ma le proteste delle associazioni dei consumatorie le perplessità manifestate dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi) hanno spinto il governo a posticiparne gli effetti. Nel prossimo futuro, quindi, niente più tariffe di riferimento fissate ogni tre mesi dall’Aeegsi per salvaguardare gli utenti da possibili impennate dei prezzi ed eventuali comportamenti collusivi tra gli operatori. Stop, inoltre, all’azione calmierante dell’Acquirente unico che consente ai clienti tutelati la partecipazione al mercato all’ingrosso a prezzi concorrenziali. Ciononostante, secondo il governo il prezzo dell’energia sul libero mercato sarà comunque più vantaggiosoper il consumatore finale. Opinione non condivisa da diverseassociazioni dei consumatori, tra le quali Adusbef eFederconsumatori: “Il principale effetto di questa misura – accusarono già a febbraio commentando le nuove misure del governo – sarà quello di aggiustare i conti delle aziende energetiche a spese dei consumatori domestici e dellepiccolissime imprese”.
FUORI TARIFFA – Aumenti che, temono anche altre associazioni come Greenpeace, Legambiente e Wwf, per effetto della riforma delle tariffe proposta dall’Aeegsi, potrebbero finire per gonfiare la bolletta elettrica soprattutto per le famiglie più povere. In che modo? “Se si guarda con attenzione nel provvedimento che ridisegna la tassazione sui consumi elettrici, cancellando la progressività che oggi premia chi consuma di meno, si scoprono diverse conseguenze preoccupanti per i consumatori e per l’ambiente”, spiega in un editoriale pubblicato sul giornale online Qualenergia.it, Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. “A leggere i testi della stessa Autorità si scopre che per una famiglia media gli aumenti varierebbero tra il 5 e il 30% a seguito dell’entrata in vigore della riforma – scriveva lo scorso 16 novembre –. È vero, qualche grande consumatore avrebbe dei vantaggi, ma la stragrande maggioranza dellefamiglie sarebbe penalizzata da costi più alti”. Insomma, un paradosso: più consumi meno paghi. Per far comprendere i numeri, Zanchini aggiunge che “solo il 6% di coloro che hanno consumisopra i 3 kilowatt di potenza impegnata sono famiglie numerose”. Risultato: “E’ una bugia che questa riforma sia fatta per loro”. Posizioni condivise e rilanciate anche dal Movimento 5 Stelle.
CERTIFICATI AL VERDE – Ma non è tutto. “Solo pochi mesi fa l’Aeegsi aveva annunciato un aumento degli oneri in bollettadovuto al termine del meccanismo dei certificati verdistimabile in circa tre miliardi di euro”, ricorda Girotto. Cosa sono i certificati verdi? Si tratta di titoli negoziabili, rilasciati dalGestore servizi energetici (Gse) in misura proporzionaleall’energia prodotta da un impianto alimentato da fonti rinnovabili e in numero variabile a seconda del tipo di fonte rinnovabile e di intervento impiantistico realizzato (nuova costruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento). Ilmeccanismo di incentivazione con i certificati verdi si basa sull’obbligo, a carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili, di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di elettricità prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. Con una delibera del 28 settembre, però, l’Aeegsi ha confermato “la previsione di un consistente aumento nel medesimo anno degli oneri ‘per effetto del termine del meccanismo dei certificati verdi’, in quanto ‘oltre ai costi derivanti dalle tariffe incentivanti che ne prenderanno il posto (stimabili in circa 3 miliardi di euro), si sosterranno i costi associati al ritiro, da parte del Gse, degli ultimi certificati invenduti’, per un totale stimato dalla suddetta relazione in circa 2 miliardi di euro”. Di fatto, accusa Girotto, “il costo del meccanismo dei certificati verdi è stato spostato dai produttori di energia alla bolletta elettrica dei consumatori”.
CARI INTERCONNECTORS – L’ultimo nodo riguarda, invece, la Legge di Stabilità. Dove, avverte l’esponente del M5S insieme al collega Gianluca Castaldi, “il diavolo si nasconde negli emendamenti”. In particolare quello sugli Interconnector (linee di importazione e trasporto di elettricità tra i diversi paesi dell’Unione) a firma del presidente della commissione Industria di Palazzo Madama,Massimo Mucchetti, del Partito democratico. “Noi chiediamo diridurre la quantità di energia consumata e migliorare leprestazioni energetiche degli edifici pubblici – attaccano i grillini – mentre il Pd vuole continuare a riconoscere incentiviai cosiddetti ‘energivori’ e produttori di energia da fossile”. Come starebbe facendo con gli interconnector, un provvedimentorecepito in Italia da una legge del 1999 che prevede, al fine di realizzare il “mercato unico dell’energia elettrica”, un potenziamento delle linee di interconnessione con l’esterointroducendo, a favore dei grandi consumatori energivori, unosgravio sui costi di approvvigionamento. La legge in questione, denunciano Girotto e Castaldi, “promuove gli interconnector alcosto di 500 milioni di euro l’anno prelevati dalle bollette elettriche dei cittadini”. L’emendamento Mucchetti, proseguono i parlamentari del M5S, “proroga (per sei anni) il sostegno agli interconnector fino al 2021”. Risultato: “Altri 2 miliardi di euro verranno sottratti dalle utenze elettriche degli italianicome maggiori oneri”. E l’unico effetto, affermano, sarà quello di “favorire interessi consolidati come quelli di A2A”, la più grande multiutility italiana da 12 mila dipendenti, operante nei settori energia, ambiente, calore e reti. Con l’interconnessione adriatica per il Montenegro, spiegano i parlamentari del M5S, “potrà essere importata energia da una centrale a lignite, il combustibile più inquinante in assoluto, e da alcuni impianti idroelettrici che non hanno i rientri sperati”. E quel che è peggio è che “il cavidotto servirà ad importare energia prodotta da impianti idroelettrici dalla Serbia che pagheremo a peso d’oro”.
MUCCHETTI RISPONDE – Di fronte alle critiche di Girotto e Castaldi decisa è la replica di Mucchetti. “Caricare sconti sugliacquisti di elettricità o premi sulle vendite della medesima a vantaggio di alcune categorie e a carico della bolletta fa parte dellemisure di politica industriale che un governo può adottare – osserva il presidente della commissione Industria –. Le imprese industriali energivore, spesso impegnate in settori esposti alla concorrenza internazionale, costano circa un miliardo l’anno, interconnector inclusi. La produzione di elettricità da fonti rinnovabili, in priorità di dispacciamento, ossia in regime di protezione dalla concorrenza, assorbe 13 miliardi l’anno”. E se gli interconnector riceveranno aiuti per 12 anni (sei più sei), le Fer (Fonti energetiche rinnovabili) ne beneficeranno per 20. “Lascio a voi – spiega Mucchetti a ilfattoquotidiano.it – il calcolo di quanto pesino i sussidi per posto di lavoro nei due comparti produttivi, quello degli energivori e quello delle Fer”. Ancora, il senatore del Pd, ricorda che la legge del 2009 anticipa ai produttori che si impegnano a finanziare Terna (l’operatore di reti per la trasmissione dell’energia elettrica il cui azionista di maggioranza relativa è Casa depositi e prestiti) il vantaggio che avrebbero avuto una volta messa in campo l’infrastruttura di collegamento con i paesi esteri. Ma ora, fa notare il presidente della commissione Industria del Senato, “la norma prescrive che, ove non mettano in campo le risorse necessarie entro 90 giorni dall’esenzione, le imprese energivore debbano restituire gli anticipi fino ad allora ricevuti. E questo è un passaggio che dovrebbe garantire”. Infine, di fronte al rilievo dei grillini che importare energia non serva visto l’eccesso di capacità produttiva dell’Italia, Mucchetti risponde: “L’eccesso c’è. Nessuno lo nega. Ma questo eccesso non impedisce che il prezzo dell’elettricità per la clientela resti assai elevato a causa della crescente pressione della componente A3, che contiene i contributi alle Fer e ad altro e sfiora ormai i 15 miliardi”. E dal momento che l’importazione “funziona da calmiere”, conclude l’esponente del Pd, a regime “queste linee transfrontaliere daranno un beneficio reale al sistema”.
Da ilfattoquotidiano.it
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insomma: addio alle tariffe sociali per aprire al mercato o .. all'ulteriore spennata del consumatore? La stanno vendendo come "paghi quanto consumi" ma osservando il meccanismo messo su per pagare la fornitura dell'acqua non si può non pensare che alla fine:
  1. le bollette aumenteranno;
  2. la quota fissa (tasse, imposte, canone RAiI ecc.) rimarrà e anzi subirà qualche ritocco;
  3. il mercato, questo feticcio, sarà come ora con l'unica conseguenza che i meno abbienti, i disoccupati, i pensionati a basso reddito ecc. rischieranno più degli altri di restare al buio.

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