giovedì 17 ottobre 2013

le verità nascoste della disastrosa legge di stabilità


ricorda per sempre il 5 novembre.....
allora, leggete questa:
"Al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi della sicurezza nazionale anche nel contesto degli impegni assunti dall’Italia in ambito internazionale, nonché per favorire il consolidamento strategico della base dell’industria nazionale navalmeccanica e cantieristica ad alta tecnologia"
ve lo tradurre o è chiaro?
Questo trafiletto ci dice che il nostro Stato, dice in crisi, spenderà 5 mld di euro non, solo, per le missioni di pace (....) ma pure per l'acquisto di: navi da guerra, F35, sommergibili, elicotteri, ecc. insomma, stante gli articoli della Costituzione, siamo un paese che non dichiara guerre ma ... partecipa al riarmo internazionale a modo suo.
Eppure in nome del principio che a pagare saranno sempre gli stessi, noi, e dell'altro principio che è meglio essere dentro l'europa che fuori, anche facendo i compiti a casa, noi ci stiamo svenando per permettere al complesso militare-industriale in sedicesimi che ci siamo costruiti in questi anni di mantenere un livello d'impiego dei soldi pari alla Germania o, come si dice in gergo, nella media europea....
siete contenti di camminare con le pezze al sedere ma di essere una mini-potenza militare?
siete orgogliosi di appartenere a un paese immerso in quel complesso, chiamato occidente, che da un lato consente alle èlite politico-finanziarie-militari di fare affari e dall'altro di far pagare la crisi del debito, tutto privato, ai cittadini e agli stati intesi come entità di persone spremendoli come limoni?
Se la risposta è si: continuate così.... siete perfetti per questo tipo di regime simil-democratico e vi meritate di esserne degni difensori e ... vittime;
Se la risposta è no: qualunque sia il sistema elettorale non votate per i soliti inciucisti ma riflettete a lungo e, al limite, non votate se avete dubbi..........
Sono domande ovvie: noto però, sia nel mondo reale che in questo, che nessuno se le pone e chi lo fa nel suo intimo ne esce terrorizzato o al minimo impaurito soprattutto per la paura del "dopo" mentre non comprende che è meglio trovarsi in un fiume in piena cercando di conquistare la riva che ritrovarsi in acqua stagnante e .... marcia; e noi tutti marcendo con essa: a voi la scelta, come sempre.

mercoledì 16 ottobre 2013

un premio nobel ..... a difesa dei mercati

Una volta tanto voglio parlare per .... me; sfogarmi.
Sapete qual'è la mia impressione a proposito del nobel per l'economia, fra parentesi non istituito dal noto istituto ma dalla Banca di Stato svedese, del perchè l'abbiano dato a tre, quasi, sconosciuti econometristi?
Perchè l'ideologia, e quel che c'è dietro, del mercato come mano invisibile che si autoregola e regola tutto autonomamente grazie solo alla capacità degli operatori, che per seguire la propria avididtà, assumono comportamenti tendenti all'equilibrio è IN CRISI: crisi nera, di sistema e di fondamentali.
Vediamo:
  1. innanzitutto perchè gli operatori presenti sul mercato non partono da una posizione di parità e non sono mossi da intenti "autoregolatori" ma dal proprio profitto, quello degli azionisti che rappresentano, e dalla necessità di "fregare il proprio vicino" ... che siano Fondi, speculatori, Stati l'idea di base è sempre la stessa.... semplice spencerismo il più forte vince e gli altri soccombono
  2. questa crisi non è una crisi del debito pubblico ma di quello privato ossia di quelle banche, agenzie, fondi ecc. che hanno speculato su titoli di stato di paesi che, come ben noto nella comunità finanziaria, non erano con i conti a posto ma fondamentalmente è il debito privato a essere in sofferenza ma per un perverso rigiro di potere vogliono che siano gli stati a coprire il buco..... semplice, vero? La banca sbaglia ma il manager si stacca l'assegno milionario e il tutto è pagato agli stati: ohh si essendo beccati con le mani nella marmellata si coprono la testa di cenere e qualche agenzia chiude così come qualche manager viene licenziato.. ma un secondo dopo ricominciano a fare affari.
  3. per quanto riguarda gli stati... dipende da come fanno i compiti: se si prendono la cura di coprire le richieste delle proprie aziende allora sono fortissimi ma se non stanno al gioco allora ne pagano le conseguenze fino all'ultimo euro e poco conta se i popoli che hanno la sfortuna di farne parte usano il voto e il dissenso perchè il loro ceto dirigente, asservito com'è, non se ne cura e continua sulla strada decisa da altri e, anzi, mettono in costituzione norme che vincolano tutti a seguire le direttive di privati...... si proprio di privati.
  4. come se non bastasse il livello politico medio dei vari ceti dirigenti non è che sia proprio da .... nobel anzi è decisamente gente di spettacolo che a mandato a memoria la lezioncina e le attua sia perchè chi ne fa parte non saprebbe fare altro se non quello avendo i soldi di tutti a disposizione senza alcun vero obbligo e sia perchè con il sistema messo su interi ceti ristretti, composti da persone che non hanno più un appartenenza a un qualche stato ma si ritrovano insieme ad altri di altri stati per puro interesse personale e hanno tutto da perdere se le singole nazioni si rivoltano e cambiano strada; questi gruppi d'interesse si sono organizzati ed hanno preso nomi e creato organizzazioni (bilderberg, trilaterale, ecc.) create a difesa dei propri affari e interessi.....
il punto è: come si spezzano catene del genere? Quando hai tutto l'apparato militare-economico-mediatico schierato a difesa di una tale massa di interessi strettamente intrecciati fra loro, come ne puoi uscire?
In realtà il moloch, il leviatano o come volete chiamarlo, più grande e più ha piedi d'argilla... non può reggersi per sempre sull'inganno, il terrore, il "timor dei" dei puri di cuore e di mente e prima o poi crolla: il problema è il come ma, soprattutto, il quando....

ricorda per sempre il 5 novembre.....

martedì 15 ottobre 2013

.... ma il vendere fumo non era vietato?

Già in questo paese fumare e vendere fumo è VIETATO; eppure ancora una volta ce lo stanno vendendo..... avrete sentito l'annuncio alla plebe, no?
  1. niente tagli alla sanità;
  2. introduzione delle tre supertasse locali al posto dell'imu (TRISE, ecc.) che con il classico giochino delle tre carte ci faranno pagare la stessa quantità di soldi ma senza poterla chiamare con il proprio nome ...... anzi sono andati oltre ossia pagheranno anche gli inquilini o per un euro a metro quadro o in base a quanto inquina.. un criterio alquanto relativo;
  3. sconticino alla lobby delle slot che ne dovevano ben 90 ma, per successivi saldi, ora ne pagheranno una infima parte, forse.........;
  4. cambieranno detrazioni e deduzioni, così
  5. restituzione a lavoratori e imprese di circa 2.5 mld di cuneo fiscale.. a un primo conto significa, per i lavoratori, circa 150 euro all'ano di sconto in cambio di minori deduzioni e detrazione e delle tase locali che aumenteranno molto oltre i famosi 150 euro che, quindi entraranno a fine anno ma saranno usciti in misura almeno 4 volte maggiore nel corso dello stesso anno;
  6. tagli alle regioni e agli altri enti locali e ministeri .... quindi lo Stato non taglia sanità, servizi ecc. ma tagliando i fondi agli enti e ai ministeri... ottiene lo stesso effetto, come sorpa giochino delle tre carte, per giunta un tantino truccate....;
  7. (s)vendita di beni e immobili pubblic.. già visto e non ha mai dato grandi esiti in passato ma serve a fare fumo, appunto.
Ora, nella speranza che i miei connazionali aprano gli occhi, decidiamo di berci ancora una volta le panzane dette, peraltro in fieri perchè le trattative sono ancora in corso nella notte, e continueranno a votare .... magari aspettando l'avvento del messia toscano o si armeranno di pazienza aspettando le prossime elezioni (escluso a priori rivoluzioni, non è il nostro caso)?
Perchè, anche nel caso di elezioni, prima si dovranno fare le riforme "costituzionali": riforme che, come denuncia Imposimato, SONO LE STESSE CHE VOLEVA VARARE LA DESTRA IN SALSA BERLUSCONIANA NEL 2002 E CHE IL POPOLO HA GIA' BOCCiATO CON UN REFERENDUM.......
Se solo i due guru dell'unico movimento italiano che sembra essere ai margini di questo cadente, e decadente, sistema si mettesse a fare davvero politica anzichè fare, cito Scanzi, "tinaniche cazzate" sarebbe altro che primo ma, rendendosi umanizzato, avrebbe ben oltre il 50%........ ma si sa: la sindrome tafazzista non è mai stata debellata, nè esiste vaccino.

lunedì 14 ottobre 2013

Errare humanum est, perseverare diabolicum

In un altro post precedente, qui, (dopo aver detto la mia) riportavo per intero un articolo di Andrea Scanzi sulla cazzata titanica dei due guru a proposito del reato di clandestinità; bene, dopo varie cannonate, è arrivata la ..... bolla della scomunica: non solo per il giornalista, ma per il fatto nel suo complesso indicato alle masse come al soldo del PD (un pò come accadde con Rodotà prima indicato come  un arzillo signore, poi ... bè lo sapete..): ci pensate? La mano invisibile che agisce nell'ombra per fregare i miti capi pentastellati; e tuto perchè ha detto quello che molti pensano, e non solo di fronte alla tragedia, e non dicono....  a meno di essere dei leghisti, naturalmente.
Qui posto la risposta del giornalista che, a schiena dritta, risponde a tono senza se e senza ma: alla fine mi riservo di dire qualche parola anch'io ma ora leggetevi la risposta CIRCOSTANZIATISSIMA di Andrea Scanzi al duo.....
dal Fatto Quotidiano del 1/10/2013a firma Andrea Scanzi
Grillo e Casaleggio, la critica e le scomuniche
Ha fatto bene Casaleggio a specificare di non essersi mai candidato in Forza Italia, a dispetto di una mia semplificazione. Ho sbagliato (Grillo e Casaleggio ripetano con me: “Abbiamo s-b-a-g-l-i-a-t-o”. Non è difficile e, di solito, dopo averlo ammesso ci si sente meglio). Per punizione, mi guarderò in loop un video qualsiasi su Gaia e l’apocalisse. La reazione di Casaleggio, riverberata fedelmente da un tweet di Grillo, non intendeva però rettificare un dato sbagliato. Bensì sancire una scomunica: la mia. Quell’errata corrige era solo un pretesto. Attraverso quel tweet speravano di generare un flame di insulti contro di me. Esattamente come provarono a fare anni fa, quando Grillo pubblicò l’indirizzo mail di Peter Gomez, sperando in un mailbombing. In entrambi i casi gli è andata male.
Perché quel tweet? Per scomunicare, come detto. E per spostare l’attenzione: non potendo attaccare nulla del mio articolo, e del mio intervento serale a Otto e mezzo, Casaleggio ha ingigantito la pagliuzza fingendo di non vedere la trave. Come un D’Alema qualsiasi. Non è importante sapere se quella lista si chiamasse “Forza Italia” o “Per Settimo”. Oltretutto candidarsi in Forza Italia mica è un reato. Avevo ricordato quella candidatura unicamente per sottolineare come Casaleggio sia sempre stato di centrodestra. Nei paesini è prassi nascondere i partiti dentro vere o presunte liste civiche. Casaleggio si candidò nel 2004 in una lista vicina al centrodestra, capeggiata da un noto berlusconiano. Lo votarono in sei (un trionfo) e stop. E’ quello il dato politico vero. Se poi la lista si chiamava “Pino” o “Gino” mi interessa poco. Casaleggio è legittimamente un uomo destrorso. E (anche) su temi di clandestinità e immigrazione ha posizioni legittimamente destrorse.
“Belin, c’è qualcuno che può attaccare Il Fatto?” Mi immagino la scena: piccati per gli articoli di Travaglio e miei, oltre che di molte altre firme, sabato mattina Grillo e Casaleggio cercano disperatamente qualcuno che attacchi il Fatto. A quel punto attorno a loro è il fuggi fuggi generale, perché tutti si rendono conto che sarà un suicidio: c’è un limite anche alle bischerate (forse). Chi rimane? Qualche Jack Il Fascio qualsiasi, un Beruschi filosofeggiante e un Galeazzo Ciano Tinazzi. Ed è proprio lui a vincere. Notevole il curriculum: collaboratore dell’ex sindaco di Albano del Pdl, ritenuto da molti parlamentari l’emblema dello yesman e “noto” come “manganellatore” 5 Stelle in Rete. Se qualcuno tradisce, arriva lui. Brrrrr. Lo ritengono in grado di agglutinare quella parte ortodosso-talebano-complottista che, soprattutto sul web, tra fake e troll è molto attiva. Galeazzo Ciano Tinazzi scrive malino e ha pure le idee poco chiare (il 4 novembre 2012 pareva possibilista sull’espulsione di Grillo dal M5S, come attesta questo screenshot).  E c’è chi, in Rete, lo ritiene anche responsabile (vedi tweet Pierluigi Rossi) di avere sbagliato il nome nel listino regionali Lazio, errore che costrinse a riprendere tutte le firme per presentare le liste. Tinazzi è quindi perfetto per un attacco kamikaze che farà ridere mezzo mondo. Nel suo diversamente vibrante j’accuse, Galeazzo Tinazzi accusa il Fatto di essere l’organo del Pd. Certo, è cosa nota: io sono al soldo di Boccia, Travaglio di Violante e Gomez di Cuperlo. Aiutatelo.
tinazzi_scanzi
Suicidio. Grillo sperava che parlamentari e base si schierassero con lui contro Il Fatto. Mica tanto. Lo hanno insultato anche le pareti di casa. La cosa più gentile che gli hanno detto è che “si è bevuto il cervello”. Grillo è stato pure tristemente pavido, perché si è guardato bene dal fare il nome di Travaglio (altrimenti lo lapidavano). Si è così accontentato di citare solo me. Gli è andata male lo stesso. Aveva già attaccato Il Fatto, anni fa, definendo Padellaro una sorta di residuato bellico de L’Unità. La sua idea dei “Falsi amici” è peraltro assai amena. Figuriamoci se io sono amico di Tinazzi. Ho altre perversioni. Piuttosto mi abbono a Tempi di Luigi Amicone. I giornalisti possono essere amici dei politici, ma i giornali no. Il Fatto sta antipatico a tutti: un ottimo marker della sua indipendenza. Non si tratta di essere amici o nemici: Grillo insegue un giornalismo che gli dia sempre ragione, e proprio per questo ha drammaticamente sbagliato testata. Il Fatto è stato accusato di essere house organ di Grillo per il semplice fatto che non lo attacca a prescindere. Ma lo ha sempre criticato quando ha fatto qualche sciocchezza. Sempre. Quella sulla clandestinità è stata una belinata. Quella sul Fatto è stata un’altra belinata. La toppa peggiore del buco. Sveglia Beppe, su.
E allora perché? Quel post aveva un unico obiettivo: dire a suocera perché nuora intenda. Non attaccava il Fatto, ma i parlamentari troppo vicini al Fatto. E’ un problema di leadership: Grillo e Casaleggio si rendono conto che, più il tempo passa, più i parlamentari diventano autonomi e si fanno le loro reti di frequentazioni. Me li immagino, dai loro avamposti, terrorizzati all’idea che quel “portavoce” parli con Travaglio e quell’altro con Scanzi. Da qui la scomunica, che è poi una medaglia al valore al Fatto: se non fosse scritta veramente malino, potrei dire di averla scritta io, giusto per liberarmi di qualche troll-fondamentalista nonché dell’accusa di “servo di Grillo”. Il problema di Grillo e Casaleggio è che sanno molto bene come, se per ipotesi assurda al vertice dei 5 Stelle ci andassero Gomez e Travaglio, avrebbero molto più consenso di loro. E questo li fa stare male. Malissimo.
C’eravamo tanto amati. Negli ultimi mesi, tra i “falsi amici” di Grillo e Casaleggio, si annoverano in politica De Magistris, Alfano, Ingroia e (a giorni alterni) Di Pietro. Tra gli intellettuali e giornalisti vari: Santoro, Flores D’Arcais, Gabanelli, Rodotà, Scanzi, Travaglio, Gomez e Padellaro (e a breve pure Fo e Landini). Grillo mi perdonerà, ma come compagnia la preferisco a quella dei Galeazzo Sticazzi. Per fortuna di Grillo e Casaleggio, e forse sfortuna del paese, quel gruppo di intellettuali e giornalisti non ha alcuna voglia di costituire una nuova forza politica. Se lo facesse, Grillo perderebbe come minimo la metà dei voti. E lui lo sa. Lo sa bene. Per questo è nervoso: perché c’è sempre qualcuno che ce l’ha più lungo di lui.
Emilio Fede di Grillo. Soltanto i diversamente intelligenti potevano accusare questo giornale di grillismo acritico. In questo weekend ho ricevuto telefonate di solidarietà e inviti (più del solito) ad andare in tivù per fare il martire. Figuriamoci: non mi chiamo De Pin e soprattutto faccio il giornalista. Mica il politico. La solidarietà dovete darla ai Battista e ai Polito, che da sabato non potranno neanche più accreditarci difetti immaginari: una prece per loro. Di quello che pensano Grillo e Casaleggio mi interessa un po’ meno di niente. Oltretutto lo sapevo già. Casaleggio l’ho visto solo una volta, nei suoi studi: autunno 2011. Con lui c’era un collaboratore, Mario Bucchich. Mi propose di scrivere un libro sul popolo della rete, prendendo a esempio il Bar Sport di Benni. Avrei dovuto scrivere il libro da solo. Quel libro, poi, avrebbe dovuto ricevere l’autorizzazione di Grillo e Casaleggio, che lo avrebbero firmato con me. Il libro sarebbe uscito in download per la Casaleggio Associati e io non avrei preso un euro di anticipo. Un’offerta strepitosa, vero? Ovviamente rifiutai. Mai più sentito Casaleggio. Che è persona timida, garbata (quando vuole) e intelligente (sempre), ma che di cantonate ne ha prese tante: secondo lui, il Fatto cartaceo non avrebbe avuto futuro e anche questo sito avrebbe faticato a emergere.
Grillo non lo sento dal maggio 2011, quando salimmo insieme sul palco di Arezzo prima delle elezioni comunali. Non voleva che uscisse il mio libro Ve lo do io Beppe Grillo nel 2008 (se ne lamentò più volte con Giovanni Favia, al tempo suo pupillo: ha sempre avuto un talento straordinario per sbagliare i collaboratori del cuore). Non ha mai amato che andassi in tivù a parlare di lui, ha detestato molte mie critiche e mi ritiene uno di sinistra che ha “sbagliato” a votare 5 Stelle. Una sorta di pontiere tra M5S e sinistra ribelle. La stessa accusa che ha rivolto a Flores D’Arcais o Santoro (ringrazio ancora per l’ottima compagnia). Nell’ennesimo attacco di bile, Grillo ha retwittato sabato un tweet (vedi screenshot) che mi accusava di “sparare cazzate” e “campare sul movimento”. Mi ha fatto tenerezza: sperava in chissà quali attacchi e si è dovuto abbassare a retwittare il primo troll che passava. Ora il mondo sa che gli sto cordialmente sulle palle (benché  a giorni alterni: dipende da cosa dico o scrivo). Io lo sapevo da almeno due anni. E vivevo serenamente lo stesso. La cosa, peraltro, mi diverte: da buon toscano sono abituato a prenderle e darle alla luce del sole, anzitutto con chi stimo. Su Grillo e M5S continuerò a dire e scrivere quello che penso. L’ho sempre fatto e sempre lo farò. Senza cambiare di una virgola, al di là della scomunica. Io come questo giornale.
 retweet grillo_scanzi

Il Buttiglione grillino. L’unico personaggio di spicco (ehm) che ha seguito Grillo e Casaleggio nel “dagli al Fatto” è stato Paolo Becchi. Da una parte Galeazzo Sticazzi e dall’altra il Beruschi grillino: che bella compagnia per Beppe. Peccato solo per l’assenza del Canaro, non avrebbe sfigurato. In un tweet, il filosofuccio del pensiero debolissimo ha scritto che “Scanzi mi ha rotto il cazzo” (terzo screenshot).
becchi_scanziIl grande capo indiano Estiquaatsi ne è lieto. Domanda: chi è Becchi? Boh. Chi ha letto un suo scritto? Pochi (ed è un peccato: quelli su eutanasia e morte cerebrale hanno spunti pregevoli. No joke). Becchi ha avuto per alcuni mesi un unico ruolo mediatico: rafforzare l’idea che l’eletto/elettore 5 Stelle fosse un po’ sciroccato. Lo si chiamava in tivù per esporlo al pubblico ludibrio. C’era la gara a farlo parlare, nei salotti che detestano i 5 Stelle, perché era perfetto come figura pittoresca. Lo presentavano addirittura come “ideologo”: ma ideologo de che? Tu lo ascoltavi e, alla fine, ti chiedevi: “Mannaggia, ma se i grillini son tutti così io come faccio a votarli?”. Becchi serviva per ridicolizzare i 5 Stelle in tivù, e in questo era bravissimo. Un infaticabile disboscatore di consensi. Apriva bocca e, come per magia, andavano via migliaia di voti in un amen. Poi però hanno smesso di chiamarlo, perché era troppo caricaturale persino per gli antigrillini di professione. Allo stato attuale Becchi pascola nel blog grillo-casaleggico e sbrocca a caso, con eloquio guerreggiante e presenza scenica da Fabris in Compagni di scuola. Più che l’ideologo, Becchi è il Giovanardi dei 5 Stelle. Un Buttiglione grillino. Un Beruschi filosofeggiante. Nel suo eterno masochismo involontario è persino simpatico. Fa ridere, e a chi fa ridere non si può volere male.
Ma allora che li hai votati a fare? So già cosa mi si dirà: “Finalmente anche tu te ne sei accorto”. Eh no: siete voi che vi siete finalmente accorti di quello che già scrivevo cinque anni fa. Grillo ha sempre avuto questi difetti e il Movimento 5 Stelle ha sempre avuto falle destrorse. Anzitutto sul tema dell’immigrazione, vedi Ius Soli. Ammiro il loro non voler essere retorici su un tema spinoso, ma tra la non-ipocrisia e il paraleghismo c’è una differenza sostanziale. A febbraio il M5S era la scelta migliore ed è una scelta che rifarei, perché le battaglie che i parlamentari 5 Stelle combattono sono quasi sempre nobili e condivisibili. Su tutte quelle in difesa della Costituzione. Mi paiono l’unico baluardo credibile alla dittatura delle larghe intese. Alle prossime elezioni vedremo chi sarà il più convincente. Al momento sono mediamente soddisfatto del loro lavoro, che peraltro sta crescendo. Gli errori gravi restano sempre quelli: giocare troppo di rimessa, non avere mai fatto il “nome” e scomunicare/epurare con troppa facilità. Se però Grillo immagina che un voto sia per sempre, ha sbagliato un’altra volta. E se concepisce l’elettore come una massa informe che non lo contesta mai, ha confuso l’Italia con la Nord Corea. 
Rottamare Grillo & Casaleggio? Siamo giunti alla fine di questo lungo (me ne scuso) articolo. Vien da chiedersi: è forse giunto il momento di uccidere il padre, come diceva Freud? E’ arrivato il tempo di rottamare Grillo e Casaleggio? Entrambi, a questo punto, spererebbero che io dicessi “sì”. Così potrebbero attaccarmi ancora di più. Gli va (nuovamente) male. Senza Grillo, M5S prenderebbe percentuali da prefisso telefonico (cit). Non credo che il Movimento sia ancora pronto per camminare da solo. Ma quel momento, come Grillo stesso dice, prima o poi arriverà. In un paese allergico all’indignazione come l’Italia, Grillo ha ottenuto risultati straordinari. I pregi resteranno sempre superiori ai difetti. Come tutti i grandi artisti, Grillo ha però bisogno della folla. Del contatto con la gente: della mischia. Quando se ne sta fermo, da solo, in casa, diventa cupo e complottista. Gli capita ciclicamente. Allo stato attuale Casaleggio e Grillo sono Dottor Nerd e Mister Umorale. E in questo stato di forma psicofisica sono controproducenti. E’ una fase: non appena Grillo tornerà per strada, darà ancora molto al Movimento. Adesso, però, più che dare sta togliendo.
Alcuni suoi post hanno vanificato l’ottimo lavoro dei parlamentari. Ieri, per esempio, ho visto Nicola Morra a Domenica In: è stato bravo. Mi chiedo: Grillo è contento della crescita dei “suoi” parlamentari o ne è geloso? Vedo, da una parte, un movimento sempre più forte e dall’altra due leader che si sentono un po’ superati. E per questo, rabbiosamente, mostrano i muscoli. Grillo si è arrabbiato perché gli ho consigliato di andare su Youporn o farsi una nuotata quando gli girano, invece di scrivere post suicidi. Mi ha attaccato anche per quello: è più permaloso di una mina (cit. Luttazzi) ed è sempre stato abbastanza prevedibile nelle sue sclerate. Rinnovo l’invito: se non ha niente da dire, non lo dica. Se si alza con la luna storta, si sfoghi in altro modo. E se ha qualcosa da dire alla stampa, si faccia intervistare. Sul serio e senza filtri. Lui come Casaleggio. Qualora accadesse, sappia però che i “tu non sei un giornalista” e i “fatti una fidanzata”, come grevemente detto giorni fa a Tommaso Rodano, non potrà permetterseli. Non è intoccabile e, se dice una cazzata, Il Fatto glielo farà notare. Grillo è davanti a un bivio: o diventa un po’ autocritico e combatte fianco a fianco con i suoi parlamentari, o si chiude nel bunker circondandosi di yesman in cerca d’autore e anzianominkia caricaturali. A lui la scelta.
p.s.
Letto? Bene... ora dico la mia.
Cari Grillo e Casaleggio, avete preso una cantonata, una vera e propria cantonata; qui non siamo vichinghi: se moriamo non c'è il walhalla con le vergini che ci aspettano; questo è il pianeta terra, quello reale, e viviamo in un paese, l'Italia, famoso per alcune cose e non tutte onorevoli...... ora, ci sono milioni di persone che vi hanno votato, compreso il sottoscritto, e che vorrebbero farlo ancora in futuro: ma non a tutti i costi però e nemmeno come "male minore" ma perchè credono che M5S sia un esperieza reale di società reale che spinge per affermarsi e trovare ascolto nelle sideree istituzioni italiote infestate da alieni che hanno i propri interessi da salvaguardare e poco gl'importa delle masse: passate, presenti e future..... era proprio il caso di sollevare un tal polverone per accalappiare i vosti destroidi o ..... non è che l'indole destroide in un impeto di sincerità si è mostrata all'aere circostante? M5S, e in questo sono assolutamente d'accordo, si è sempre posto al di là delle categorie storiche, leggi destra e sinistra (ma non stati i primi in verità dato che a parlarne per primo in un libello fu un grandissimo filosofo italiano, Bobbio), per andare oltre: oltre esse e oltre le fanfaronate della partitocrazia tesa ad auto mantenersi e a reggere il peso del sistema; in tanti abbiamo, ormai, capito che non è più una questione ideologica ma di sopravvivenza del genere "o noi o loro" dove nel "noi" c'è la maggioranza della popolazione e nel "loro" quel 10% che li parassita ... perchè complicarsi la vita con uscite non solo fuori luogo ma proprio fuori tempo?

domenica 13 ottobre 2013

Capire come funziona per pesare di più

Non è facile essere cittadino, lo sappiamo; spesso è preferibile far finta di nulla e .... delegare: l'invenzione della democrazia serve esattamente a questo, e anche questo in fondo lo sappiamo. Il problema è il ricambio: a ogni passaggio di sistema c'è chi sale, chi scende e chi resiste..... il processo di ricambio è veloce o lento o, addirittura, fermo a seconda di chi procede e come. In questo paese, vecchissimo per storia, giovane, per riunificazione, siamo a un incrocio: si dirà uno dei tanti, ma non è così per chè se è vero che le cose umane nascono. crescono, maturano e muoiono dalle scelte degli attori presenti discendono enormi possibilità .. fino all'apertura di nuove e mai, forse, percorse vie come lo fu in passato per l'età d'oro greca, per fare un esempio.
Vi starete chiedendo: ma questo chi ha avuto una pessima digestione del pranzo domenicale? Non lo so ma proprio la titanica cazzata, cito Scanzi, mi ha portato a pensare che forse quando si dice "dobbiamo essere padroni del nostro destino" significa che dobbiamo essere esattamente questo: padroni; come? Nel modo più semplice. Partiamo dal presupposto che viviamo nella, del tutto ipotetica, società di mercato che ci vendono ogni giorno politici e media, fatto? Bene, qual'è l'idea base di essa? Che gli operatori, nei loro segmenti, si scambino informazioni fra loro in modo che possano regolare liberamente le propie scelte determinandone la ricerca dell'equilibrio, tutto chiaro? Bene ora lavoriamo un pò d'immaginazione..... anzi no visto che mi piace leggere cito Barber in "Consumati": qual'è il maggior potere che ha in mano un "consumatore-ex-cittadino di uno stato ex-democratico"? La scelta: una ovvietà, vero? Ma perchè, secondo voi, esiste la pubblicità? Per "orientare" quella scelta .. a esser buoni mentre in realtà non orientano ma predefiniscono le nostre scelte; pensate davvero di aver bisogno dell'ultimo iphone o della macchina? No perchè per telefonare o per guidare basta quella che abbiamo e allora perchè ci son file e promozioni e credito a consumo? Per farci acquistare, anche al di là delle nostre reali possibilità di acquisto e consumo. La pubblicità, quindi, è l'arma di chi vende sul mercato per mischiare le carte che abbiamo davanti e falsare le informazioni cui avremmo diritto per poter fare acquisti veri.... ora nella società dove tutto è spettacolo la politica, come la pubblicità, è l'arma in mano a chi tira davvero i fili per mischiare le carte davanti a noi falsandoci la visuale; cosa possiamo fare? Scegliere: alla fine come per i prodotti da consumo anche la politica è diventata una cosa da consumare e quindi dobbiamo scegliere e scegliere senza tener conto della possibilità che la politica ci falsi le carte con promesse probabili ma impossibili (a meno di non cambiare tutto cosa che non le conviene); in soccorso per comprendere abbiamo due cose dalla nostra: una è che non ci possono obbligare ma spingere a fare una scelta che non è la nostra e un altra è la comunicazione e i suoi risvolti (basterebbe dare un occhiata su youtube) scientifici e storici per capire come siamo manipolati nostro malgrado ..... fermo restando che, essendo innato nella natura umana l'essere imprevedibili ma adattabili, a volte ci sono i jolly: e M5S e i suoi guru questo sono, dei jolly; o meglio raggruppamenti magmatici nati dal basso, da noi, che crescono: ben sfruttate possono fare molto anche se finito l'effetto sorpresa presto il mercato politico riprende il suo tran tran perchè come sempre dipende da noi... siamo noi a poter decidere se il tal prodotto si vende o meno e siamo noi a decidere se la politica riuscirà o meno nel suo compito di venderci fumo: riusciremo a capirlo?
Volete un esempio?
Eccovelo

basterà?
Non lo so... so però che basta alzarsi pochi centimetri da terra per evitare il fumo... io l'ho fatto ma i miei comp(r)atrioti?

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