venerdì 8 novembre 2013

Palle d'acciaio o .... balle d'acciaio?

Come se non bastassero i problemi che abbiamo, politica compresa,  come paese ora ci si mette anche il Presidente Letta: ha smentito naturalmente ma intanto mezzo mondo giornalistico ha registrato la sua, presunta, affermazione che in europa hanno sostenuto che fosse uno con le palle d'acciaio.... non potrei essere più d'accordo, che l'abbia davvero detto o no perchè devono essere proprio d'acciaio per stornare fondi pubblici, leggasi tasse, dalle casse:
  1. all'acquisto di F35, sottomarini, elicotteri, ecc.
  2. alla tav e alle inutili grandi opere;
  3. al FSM nato sullo schema della federal reserve che crea si basa sul sistema del debito degli stati per finanziare il debito... degli stati che... pagano i cittadini e che vanno alle banche che acquistano debito pubblico contribuendo a strozzare il debito dello stato; uff che fatica scriverlo, sembra uno scioglilingua, stento a crederci ancora oggi;
  4. alle banche nazionali e non;
  5. alle varie clientele nazionali e non;
  6. al riciclaggio delle clientele locali, aziendali e non (per tacere di quelle aprtitiche di cui il pd sta dando ampia dimostrazione con il cosiddetto "tesseramento" fatto di anziani pagati per iscriversi, di albanesi, di senegalesi, ecc.);
  7. finanziare le scuole private;
  8. dare soldi, tanti soldi a .... chi li ha già
.. e si potrebbe continuare.
Ma cosa si potrebbe fare con i risparmi, veri, che ne deriverebebro?
  1. ristrutturare l'intero sistema scolastico pubblico;
  2. dare il via a un vero piano industriale;
  3. ristrutturare il trasporto pubblico locale disincentivando il trasporto privato;
  4. facendo funzionare la sanità;
  5. dividendo la parte finanziaria delle banche da quella legata al territorio;
... anche qui ecc. ecc.
ecco una volta tanto son d'accordo: ci vogliono proprio d'acciaio per il NON fare e raccontarci le tante balle quelle si d'acciaio...
buon week end....... d'acciaio naturalmente

giovedì 7 novembre 2013

e siamo sempre lì: ce ne accorgiamo quando ce lo sventolano davanti

.... tutti abbiamo letto, immagino con orrore e dolore, le varie notizie che ci hanno illlustrato, con dovizia di particolari in certi casi al limite del pruriginoso, le baby prostitute e ..... la bambina, filippina, virtuale che in poche ore, su un social network mi pare, ha attirato ben 20 mila contatti da ogni parte del pianeta.
Mi chiedo:
  1. ma la notizia, nel senso storico del termine, dov'è?
  2. Volete, forse, dirmi che nessuno sapeva quando già circa dieci anni fa proprio le iene scoperchiarono il mondo degli emo, minorenni o meno, che nelle discoteche ne combinavano di tutti i colori?
  3. Volete, forse, dirmi che nelle discoteche pomeridiane dedicate ai minorenni, come da vari programmi tv dimostrato, non accade nulla... proprio nulla?
  4. Che prima era un mondo felice dove tutti erano "normali"?
  5. che i nostri ragazzi/e, italiani e non, prima andavano a scuola (dove venivano edotti della loro sessualità e messi in guardia contro i cattivi e che con i loro coetanei, e non, usano precauzioni e sono informatissimi su come evitare problemi) e, una volta usciti, facevano i compiti, uscivano con i loro amichetti/e, non accettavano caramelle dagli sconosciuti, usavano internet correttamente senza pruderie, ecc.
ma dove vivono, nel mondo dei sogni?
Qui il vero problema è un altro e molto più angosciante: quanto è diffuso il fenomeno? Cosa possiamo fare per evitare di diventare, oltre che la las vegas dei patiti delle slot e simili, anche il paese dove tutto si vende, e si compra, a un certo prezzo come in una qualunque altra società di mercato?
E, infine, io diffido di coloro che si mostrano scandalizzati dal fenomeno prositutivo:
  1. se il modello della tv è quello che che è; se manze che non sanno nemmeno come si chiamano e si buttano nelle braccia del primo "drago" come vergini sacrificali ... in lacuni casi ricavandoci bei soldi è vero ma facendo da esempio per tutti gli altri;
  2. se ai casting delle varie trasmissioni, tutte, ci vanno in decine di migliaia disposte a tutto, proprio a tutto e per giunta accompagnate/i dalle proprie famiglie;
  3. se, nonostante i tanti difensori della famiglia intesa come società naturale tout court, le scuole (il primo baluardo culturale contro l'ignoranza e il degrado) sono il tempio della inutilità sbandierata e un parcheggificio da fare con lo stesso spirito con cui una volta si faceva il servizio militare di leva.....
  4. se in casa, a scuola, ecc. alcuni argomenti e materie sono praticamente tabù.
cosa ci potevamo aspettare.. che si facessero tutte/i monache? Questi ragazzi/e sono consumatori, e tali saranno da adulti purtroppo, fin da quando sono in fasce e hanno ben compreso come funzionano i meccanismi di una società di mercato senza regole e ne sfruttano gli spazi nell'unico modo nel quale sanno farlo..... a meno di non voler fare i secchioni per 400 euro al mese pur essendo superspecializzati.
Triste destino per queste generazioni: nate troppo tardi per conoscere altro, disilluse, cinici e, falsamente, amorfi fanno di tutto per trovarsi un posto al sole....... anche bruciandosi le ali.
p.s.
sia chiaro che condanno e NON giustifico ASSOLUTAMENTE questi fenomeni prostitutivi (NE' TANTOMENO LA PEDOFILIA); i ragazzi dovrebbero poter crescere serenamente  e viversi e godersi la propria gioventù e potersi costruire il proprio futuro; ma, come detto nel post, tutto gli viene precluso e tutto quello che gli rimane da fare è ...... farsi largo in qualunque modo, anche camminando sul "cadavere" degli altri, i quali altri a loro volta (visto che hanno perso il treno) devono pur campare e trovarsi il proprio posticino nella storia, no? Ci piaccia o meno o affrontiamo il problema alla fonte o ..... questi casi si ripeterannno eccome in futuro anzi questo sarà solo l'inizio e nulla potrà fermarlo.
Come sempre è il sistema da cambiare radicalmente....... prima che diventi la normalità.

mercoledì 6 novembre 2013

B: "Miei figli come gli ebrei sotto Hitler" Poi la retromarcia: "Frase estrapolata"

.... a 51 anni di fesserie ne avevo sentite e ogni volta pensavo che forse questa era la peggiore ma sinceramente questa le batte tutte.
Ce lo vedete mr. B, e felice famiglia "allargata", con il pigiamino da deportato dai nazisti che soffre la persecuzione dello Stato "nazista" le cui leggi, in discreta parte, ha dato un ottimo contributo a "riformare" in senso molto "personam" facendo un favore non solo a se stesso ma anche ai suoi avversari politici, dei quali molti (in questi giorni abbiamo appena scoperto, grazie ad ampia prescrizione dei reati più gravi, che non c'è mai stata un emergenza rifiuti in campania e che quindi le proteste, e le malattie, erano strumentali e che nessuno è responsabile della situazione, nessuno....) ne hanno beneficiato a mani basse: naturalmente dopo aver protestato ai quattro venti di essere innocenti, di aver piena fiducia nella magistratura, e tutto quanto il vocabolario politichese riesce a creare in questi frangenti?
Capisco, credetemi, la sua frustrazione: era quasi arrivato alla meta uscendone praticamente pulito, o quasi, ma è bastata un qualsiasi nipotina di mubarak, e annesse colleghe, a travolgere l'intero lavoro ventennale: perfino gli italiani gli credevano.....
ci vuole una certa capacità per piegare drammi e tragedie, quali l'olocausto, a vicende che hanno ben poco di tragico e molto di ironico.... se non fosse che una intera nazione s'è imbevuta delle balle raccontate per 20 anni e, come se non bastasse, s'è appena manifestato il suo erede a "sinistra" mentre a destra la sua presenza impedisce il ricambio: solo in questo paese, emulo della repubblica delle banane, possono capitare queste cose.
In altro periodo direi: si conosce il tipo, no? Gli piace colpire ed esagerare anche essendo inopportuno; ma ora bè davvero.... non ho parole

martedì 5 novembre 2013

I “diversamente stabilizzati” di Letta. Salva 10mila precari, ne mette a rischio 190mila

Governo e Parlamento approvano la più grande disdetta di contratti pubblici degli ultimi anni: combinando decreto stabilizzazione e blocchi della legge di stabilità rischiano di saltare 190mila posti in sanità, ricerca, enti locali. Guerra di numeri tra Ichino e i ricercatori: “Ne prendiamo 10mila, gli altri troveranno lavoro nel privato”. L'esperta di statistica (precaria): “Dati falsi, mi offro come sua badante”. Il comma paradosso: deroga di un anno per i precari delle Province, ma il governo vuole abolirle entro un mese
di | 5 novembre 2013

Dopo il mezzo flop del bonus assunzioni, che sembra galleggiare al di sotto delle previsioni, si apre un’altra falla sotto i piedi del governo: il decreto 101/2013 che doveva stabilizzare 120mila precari nella pubblica amministrazione, combinato alle bozze della Legge di stabilità, rischia invece di creare 190mila disoccupati in più a scapito della sanità, della ricerca, dell’amministrazione e degli enti locali. E di mandare in porto la più grande potatura di contratti pubblici degli ultimi anni, con buona pace dei propositi governativi sul rilancio del lavoro.
E’ stato un attimo: il tempo di sminare il decreto dagli emendamenti che ne avrebbero attenuato la portata e di votarlo, mettendo in sicurezza l’alleanza di governo che rischiava di incrinarsi anche su questo. E 190mila posti sono spariti di colpo, nella maniera più facile: saranno cancellati per mancato rinnovo alla naturale scadenza, evitando così di incorrere in allarmi sindacali o dibattiti sui giornali, con la sola voce degli interessati coperta dalla soddisfazione dei ministri per lo scampato pericolo. Il risultato, in assenza di correttivi, sarà invece drammatico sotto il profilo dell’occupazione. E non risparmia da subito situazioni grottesche, come la deroga fino a dicembre 2014 per i precari delle Province che il governo promette di abolire il mese prossimo, cioè un anno prima. Dal punto di vista politico, intanto, il pasticcio si risolve in una serie di gaffe: il Pd che all’indomani del voto spende cifre a casaccio sostenendo – come fa Paola De Micheli - di “aver creato 10mila posti di lavoro” e il Pdl che, con Renato Brunetta, si sfrega le mani per aver prevalso ancora sull’alleato di governo, imponendo l’ennesima mazzata al pubblico impiego.
E allora, meno precari o più disoccupati? L’unica voce governativa che ha dato i numeri, suo malgrado, è stato Pietro Ichino (Sc). Durante la discussione del provvedimento il giuslavorista ha ammesso e rivendicato – è a verbale – che dei 200mila precari della pubblica amministrazione solo 10mila potranno accedere ai percorsi di stabilizzazione, gli altri dovranno rassegnarsi a rivolgersi al mercato privato del lavoro che “nel 2012 ha attivato un grande flusso di contratti a tempo indeterminato: 1,7 milioni”. Da qui l’operazione-verità di Ichino: “Chiedo, perché mai dovremmo indurre 200mila giovani a puntare su quei 10-12mila posti di lavoro che le amministrazioni pubbliche possono offrire loro e a rinunciare invece alla prospettiva di immettersi nel grande flusso di 1,7 milioni di contratti che le aziende private e il tessuto produttivo offrono loro? ”. Tutto fila, bene tagliare la “spesa improduttiva”. Meglio, se c’è un altro comparto pronto ad assorbirla. Ma i precari della P.a. sono davvero improduttivi? Troveranno poi lavoro nel “grande flusso” del privato?
Pare proprio di no. Uno scherzo del destino ha voluto che a  far parte della folta platea degli esclusi dalla stabilizzazione ci fossero anche i precari della ricerca che di mestiere si occupano del monitoraggio del mercato del lavoro per conto del governo. Che a stretto giro di posta rispondono al giuslavorista scodellando dati e analisi che smontano l’assunto del “grande flusso” e del “privato che accoglie”. “Quel milione e 700mila – scrivono sulla rete della ricerca pubblica – è una mistificazione. E non solo per quello che si legge sui giornali sull’andamento dell’economia (40,2% di disoccupazione giovanile). Quel numero è il prodotto di clamorosi errori metodologici”. Spiegano i lavoratori dell’Isfol, che presto potrebbe subire lo svuotamento del personale precario, che quel 1,7 milioni si riferisce agli “avviamenti” e non a singoli posti di lavoro. Non tiene poi conto dei 2,2 milioni di cessazioni nello stesso anno, di cui 826mila per licenziamenti, dato per altro in crescita rispetto agli anni precedenti. Fanno notare anche che nel primo trimestre 2013 si è registrata addirittura una contrazione dei contratti a tempo indeterminato del 10,2% rispetto allo stesso trimestre del 2012*.


* Fonte: Ministero del Lavoro, Dinamica avviamenti contratti di lavoro, luglio 2013 
Quindi tutta questa disponibilità di posti nel privato non c’è. Chiarito questo tocca capire se potranno però ricavarsi un posticino, riciclarsi in quel poco che c’è, infondo sono laureati con esperienza di livello. Ma dove? Chi sono gli assunti di cui parla Ichino? “Tra gli uomini assunti a tempo indeterminato nel 2012, il 20% è composto da manovali edili, facchini e muratori. Tra le donne il 35% (294 mila) sono addette all’assistenza personale e collaboratrici domestiche. Seguono camerieri, baristi, cuochi, bidelli*. Da qui la battuta “Elaboro statistiche per il Ministero, posso andare a fare la badante da Ichino?”.

* Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie,
Ministero del Lavoro e Politiche sociali, 2013. 
Ci sono, poi, i dimenticati dal decreto “stabilizzazioni”. Sono ricercatori con contratti co.co.co, eterni collaboratori chiamati a rimpinguare gli organici degli enti pubblici al palo da decenni, frotte di giovani a cui per anni è stata fatta la promessa, mai mantenuta, di riaprire, presto o tardi, la strada della regolarizzazione. E che ora sono candidati a una vita da esodati di serie c, senza lavoro, ammortizzatori sociali e il miraggio della pensione. E pazienza se molti sono stati (e sono ancora) l’ossatura che tiene insieme il corpo molliccio della ‘cosa pubblica’: personale in servizio in ospedali, asl, uffici comunali ed enti di quella ricerca che, a parole, tutti vogliono sostenere e rilanciare. “Ci hanno bollato come spesa improduttiva, ma molti di noi sono quelli che ti vengono incontro nei pronto soccorso”, spiega D.R., medico precario del Policlinico Umberto I, 34 anni. “Il mio lavoro rischia di finire con la scadenza del contratto di formazione specialistica. Non sappiamo quanti sono nelle mie condizioni e non lo sa neppure chi ha deciso di tagliare. Ma potete entrare in un ospedale o pronto soccorso qualsiasi ed esser certi che tra i medici che incontrate sui 40-45 anni, uno su due è precario. Potete giocarci una monetina, mi sto specializzando in direzione sanitaria, sono numeri che conosco molto bene”.
Il suo destino, insieme a quello di migliaia di lavoratori, è stato scritto una settimana fa, quando il Senato ha approvato il tormentato decreto 101/2013 che era stato varato dal governo il 31 agosto e doveva essere convertito in legge entro il 31 ottobre, pena la decadenza. Era nato come “decreto per la stabilizzazione dei precari della P.a.”, ma nella spola tra governo-Senato-Camera e ancora Senato ha visto via via assottigliarsi la platea delle proroghe, fino ai 10mila posti risicati di cui parlava Ichino. Se ne sono accorte da tempo le  rappresentanze della ricerca che chiedono ai confederali di “prendere atto delle conseguenze dei meno rappresentati e di raddoppiare lo sciopero di almeno 8 ore e non 4. I sindacati nazionali sono arrivati “lunghi” e solo ieri hanno diramato una nota unitaria per chiedere un incontro urgente al governo. “Il Parlamento ha ulteriormente peggiorato il dl”, affermano Cgil, Cisl e Uil ammettendo finalmente che ”non vi è alcuna prospettiva per migliaia di persone che da anni lavorano come precari nelle Pubbliche amministrazioni”.
Perché? L’ipotesi di stabilizzazione è stata riservata ai soli precari a tempo determinato e ha visto via via subordinare le possibilità di proroga a condizioni più stringenti, fino all’impossibilità materiale di procedere. Esclude i co.co.co, gli assegnisti, le partite Iva, i consulenti. E quanti sono esattamente? Non si sa. Anche perché la Ragioneria dello Stato contabilizza e monitora quelli delle amministrazioni centrali (ad esempio, solo nella ricerca pubblica, sono indicativamente 5mila tempi determinati, 5mila cococo) ma non quelli degli enti locali e delle Asl che hanno sistemi di comunicazione del personale a contratto che non confluiscono necessariamente in elaborazioni centrali, dati comunque non disponibili ad oggi (come fu per gli esodati). In altre parole, quando c’è una proroga in ballo, sono le Regioni che vanno dal Ministero e i tavoli negoziali e spesso procedono separatamente, situazione per situazione. “Al punto – spiegano ancora i ricercatori della Rete Ricerca Pubblica– che nei dati ufficiali non si riesce ancora a disaggregare quello degli avviamenti della pubblica amministrazione dal privato. La qualifica di infermiere, ad esempio, è spesso riportata con l’indicazione se è a tempo determinato o indeterminato, ma non puoi sapere se lavora nel pubblico o nel privato”.
Su questo caos di cifre piomba il decreto e fioccano gli emendamenti che irrigidiscono ulteriormente i paletti dei “prorogandi”: i contratti in scadenza al 31 dicembre possono sì essere prorogati per i tempi determinati, ma solo se l’ente ha copertura finanziaria e posti vacanti in pianta organica (con l’eccezione degli enti pubblici di ricerca che possono prorogare contratti finanziati da fondi internazionali). Più o meno le stesse condizioni valgono anche per i percorsi di “stabilizzazione”: l’amministrazione può procedere a un concorso e riservare il 40% dei posti ai precari che in quell’ambito hanno maturato un’esperienza specifica. “Tre condizioni: copertura finanziaria, posti in pianta organiche e sblocco del turnover, che significano una sola cosa: metterci tutti alla porta”, spiegano i precari. “Il blocco del turnover nella Pa va avanti dal 1993 e la legge di stabilità, nelle bozze che circolano, lo proroga e rafforzara”. Per fare un caso concreto prendiamo l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori): i precari sono 252 e soltanto 8 i posti vacanti in pianta organica. Significa che, se anche ci fossero le coperture e nessun blocco, soltanto 4 potrebbero rientrare, gli altri resterebbero tutti a casa. Poi toccherà capire come farà il ministero a elaborare i dati sul lavoro, avendo il governo cancellato insieme ai contratti le competenze, gli incarichi e i ruoli che fino a ieri ha ritenuto necessari, ancorché precari. E in Isfol non sono i più sfortunati, in Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, ndr) ci sono 500 co.co.co da dieci anni, in Ingv ce ne sono 400 di precari e fanno monitoraggio dei terremoti. Così il tema di come conciliare il taglio alla “spesa improduttiva” con la produttività dei servizi rischia di diventare, nei prossimi anni, la spina nel fianco dello Stato. E in ogni caso, dai numeri in ballo, si capisce che la partita del pubblico impiego per il governo non è ancora finita ma solo cominciata. E sarà una sfiancante guerra di trincea.
p.s.
quest'articolo è una vera chicca che da l'idea di come ragionano i politici, non solo italiani, e di come (a forza di fidarsi dei sacerdoti liberisti, meglio noti come economisti) possono fare gravi danni non solo al paese ma anche, e soprattutto, ai giovani mettendoli in lotta fra loro.. per tacere dell'indotto conflitto generazionale.... altra cosa da notare è l'uso che ne fa un tecnico, e politico liberista, come Ichino dei c.d. dati a disposizione.. questa volta gli è andata male, molto male perchè è stato subito smentito proprio da coloro, che da precari, forse licenziati per termine contratto, nel silenzio generale anche dei sindacati, che a questi dati c'hanno lavorato..... una cosa cinica che meriterebbe la richiesta di dimissioni ma.. c'è di peggio

lunedì 4 novembre 2013

la terra dei fuochi è solo una parte del problema..

Sia chiaro che non si deve generalizzare, sono il primo a dirlo.. ma la news, l'intervista a carmine schiavone, che ha diffuso, voglio sperare non ad arte dato che è subito sbucata fuori una ditta che ha messo avanti il problema dei prodotti non inquinati perchè.. "padana", il panico a proposito dell'avvelenamento del suolo in campania non è una cosa nuova e non è solo un problema "campano", quindi: attenzione alta; nessuna criminalizzazione; niente speculazioni; sperare che i controlli funzionino e che le istituzioni non siano nè corrotte nè compiacenti.... pia speranza lo so.
C'è da aggiungere che anche se pentito, quindi si presuppone che abbia cambiato campo, non so di nessuno di questi che abbia detto tutto e subito, anzi spesso dicono pillole di verità in un mare di balle per mandare i messaggi giusti alle persone giuste affinchè capiscano il "problema" da affrontare.... quindi vanno prese con le molle.
La cosa che sconcerta è la secretazione dei verbali: sapevano? Si la politica sapeva e non da ora ma taceva, per i più vari motivi dei quali nessuno ha a che fare con la salute dei cittadini e molto invece ha a che fare con questioni di soldi e opportunità (compresi processi a poltiici e loro sodali dai quali i primi sono quasi sempre salvati): è questo il vero scandalo della storia che oggi è esplosa.......
Voglio rilevare alcuni aspetti però che ritengo importanti:
  1. non è da ora che se ne parla (anzi ero ancora a Napoli quando s'incominciò a vociferare di cibi inquinati.. allora si puntò l'attenzione sulla piana del sarno e del Sele.. dove c'era la produzione maggiore di legumi ecc. che puntualmente finivano sui piatti di tutta italia);
  2. ogni tanto vien furi questa storia ma altrove non stanno meglio .... anche in padania: chi ricorda che, alcuni anni dopo la diossina di seveso, il ministro della "salute (...)" di allora risolce il problema.. aumentando il livello legale della diossina presente nell'acqua (e quindi negli alimenti) vanificando gli sforzi delle popolazioni locali nel chiedere non solo maggiore attenzione delle istituzioni preposte ma anche maggiori controlli e, quindi, chi doveva pagare .. pagasse, cosa che NON avvenne;
  3. la politica, l'ho già detto, sapeva eppure non ha fatto nulla: forse perchè la ingolosiva più la forza dei voti che il malaffare era capace di mobilitare che la salute dei cittadini...... per tacere degli appalti per la cosiddetta "bonifica" e il giro dei soldi per la gestione dei rifiuti.. nonostante le proteste siano esplose nel corso degli anni;
  4. e che dire dei rifiuti, il vero petrolio, che le mafie hanno gestito cinicamente offrendo il servizio a costi stracciati da un lato mentre li sversava, e la politica girava gli occhi da un altra parte, nelle regioni del sud;
  5. e la gestione dei rifiuti nucleari? dove son finiti? Il pentito lancia alcuni riferimenti che fanno accapponare la pelle.... ma nulla è accaduto, perché?
  6. e i rifiuti industriali? Facciamo qualche esempio: Marghera, Ilva, Cantieri navali, fabbriche chimiche, ecc. sono inquinanti, ma dove sversano? E come mai lo Stato cede sempre al ricatto occupazionale senza far rispettare le regole che pur ci sono?
  7. E' mai stato fatto un serio studio epidemiologico sulle malattie, disfunzioni genetiche, qualità della vita ecc. che sono causate da queste tragedie? E qualcuno mai pagherà per tutto ciò? Non parlo certo dal punto di vista penale, o almeno non solo, ma proprio politico e sociale.....
.. e questi sono solo alcuni problemi che si dovrebbero affrontare e subito e invece nulla; come sempre il vero problema non sono i mali in se ma la totale inadeguatezza, a essere buoni, del ceto dirigente che troppo spesso ha seguiti le sirene dei soldi e della convenienza elettoral-affaristica che l'interesse comune, per tacere dell'ormai bene comune........ l'eredità che ci sta lasciando questo ceto dirigente è enorme e ci vorranno secoli per azzerare tutto e ricominciare non a vivere serenamente l'esistenza ma, almeno, ad evitare di sopravvivere a se stessi e ai propri mali.
p.s.
ovviamente ho tralasciato, scegliendodi rimanere sul fatto singolo, di citare l'inquinamento acustico, elettrico, ambientale, umano che interessa l'intero pianeta cui contribuiamo ampiamente, grazie anche alla europa che s'è rimangiata l'anima ambientalista di tante direttive, ma di cui siamo solo un aspetto e nemmeno quello peggiore.......

domenica 3 novembre 2013

PD games: realtà e fantasia a confronto...

Reduce dal Lucca comics and games il ritorno alla vita reale per me è stato un ritorno alla ... fantasia, perchè?
La domanda che mi è salita alla mente è: (mi sembrava quasi che ancora c'erano i comics; dai cosplayer alle figure anime ai personaggi fumettistici sono ancora tutti là) come possono finire i lucca games? Ma sono finiti davvero? Un partito ha le convulsioni a seconda che il capo, l'amato capo del partito dell'amore, tiri colpi al governo di cui, peraltro, è maggioranza; l'altro, invece, sembra aver preso atto della propria debolezza e della propria insostituibilità come maggioranza, ne è il fulcro insieme all'Alto colle, e ne approfitta a mani basse, come? Assumendo i peggiori vizi della prima repubblica, tutti: dalla compravendita di voti, all'apparizione di decine di migliaia di tessere, a congressi falsi, a ... bè i mali della D.C. li conosciamo no? E non è nemmeno la prima volta ma cosa rende un "partito" così? La risposta è semplice: la cosienza della propria insostituibilità; l'essere coscienti di non aver alternative a meno di non voler far crollare tutto .. e infine, cosa ancora più importante, il milione di persone che oggi "vivono" di politica e senza non saprebbero cos'altro fare anche perchè non sanno far altro e, in una società di mercato, un milione di consumatori di politica fanno gola a tutti e sono una forza di pressione notevole sugli apparati per condizionarne le scelte... ecco cosa è il ceto dirigente e come è ridotta la nostra politica: un mercato.
Chiedo:
ma siete così sicuri che questi siano in grado di essere ceto dirigente ed essere qualificati per governarci e portarci fuori dalla crisi?
E' vero che sono il nostro specchio , almeno secondo la comune vulgata, e quindi al posto loro faremmo la stessa cosa?
p.s.
se solo i 5 Stelle avessero maggior libertà d'azione e fossero sostenuti a dovere  questi se li potrebbero "mangiare" a colazione; invece.. son lì a "testimoniare" e ad aspettare le "direttive" superiori; un peccato....

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