venerdì 13 marzo 2020

Ecce Europa ai tempi del coronavirus

...... in continuazione del precedente post, e nemmeno a farlo apposta, in mio soccorso sono corsi nientepopodimenoche la presidente (mi perdonerete se non uso le maiuscole e non la cito per nome ma ho finito i farmaci per la nausea) bce: 'non siamo qui per fermare gli spread' creando in colpo solo il peggior calo della storia scritta dell'occidente. Ci fa quasi rimpiangere Draghi che, certo, non era un santo ma veva ben preciso il suo dovere e le priorità che doveva perseguire; lei no: proveniente da quel coacervo di interessi finanziari sovranazionali e del dipartimento del tesoro americano (e pensare che alla sua nascita, con spirito keynesiano, era previsto che dovesse aiutare i paesi in difficoltà senza troppo pretendere... roba da ingenui) che è il fmi fu indicata dai francesi, e ben piacendo ai tedeschi, in contraccambio della filo-tedesca che piaceva ai tedeschi alla commissione, è arrivata alla bce con l'obiettivo di far dimenticare ai paesi del nord europa Draghi e i suoi inerventi: d'tronde la bce, sul modello federal reserve, non è pubblica e non risponde al pubblico ma è espressione delle banche nazionali che a loro volta nei loro cda hanno banche e simili e non certo il pubblico come preminente. Ed eccola, allora, la nuova europa: non siamo qui per fermare gli spread.
E' stato così forte l'impatto che il Presidente Mattarella è intervenuto, non potendo fare altrimenti anche perchè questo era solo l'ultimo degli atti di 'solidarietà' nei nostri confronti visto che Francia e Germania e Austria (in questo caso sta fermando il traffico merci alle sue frontiere) hanno fermato le loro aziende che ci avrebbero dovuto fornire mascherine, camici ecc. ecc. mentre la Cina non solo ce le ha date ma ci ha dato anche gratis 1000 respiratori e una equipe specializzata; per giunta che la ue sia l'espressione del volere non dei cittadini ma dei governi del nord europa era noto, checchè ne dicano gli europeisti da strapazzo che ancora credono agli asini che volano, e che gli stessi stanno badando più ai soldi che alla salute dei propri e altrui cittadini come era noto che li speculatori già si stanno fregando le mani ne calcolare quanto guadagneranno se il nostro paese, non potendo stampare moneta nè gestire le proprie riserve auree, dovesse ricevere 'aiuti (in realtà sono mutui a tassi di mercato)' come sperano... si parla, se le cosa andranno molto male, di oltre 100 mld quando tutto finirà per far ripartire tutto!!!!!!!
A quei livelli istituzionali qualsiasi cosa si dica e non dica ha enormi ripercussioni, nulla è lasciato al caso e tutto ha un senso se si sanno leggere i trend che hanno protat a quelle nomine e a quelle persone che ricoprono quelle cariche.... ripeto: nulla accade per caso.
Passata l'emergenza:
1. si dovrà davvero  ripensare il paradigma che finora ha guidato le scelte dei nostri politici;
2. altre dovranno essere le priorità da seguire nel riformare e riportare ai livelli dei paesi civili i servizi pubblici finora compressi e quasi cancellati, in particolare la sanità, la scuola, ecc.;
3. altra dovrà essere la nostra considerazione verso il cancro chiamata europa e la sua forma gestionale chiamata commissione e bce e quant'altro;
4. non si creda che il 'permesso' che ci darà la commissione di 'sforare' non sarà per sempre, anzi prima o poi ci diranno di rientrare affossandoci definitivamente, come Grecia insegna....;
5. questa potrebbe essere l'occasione per una italexit? in prospettiva si....soprattutto dopo le 'improvvide (per usare un eufemismo)' manifestazioni di pensiero delle istituzioni e dei comportamenti di fatto tenuti dai paesi 'fratelli'; se mai un vaffa dovrà essere fatto quello sarà il momento buono.
Semmai fosse necessario avere una ultimativa prova di quanto siamo considerati, non mi consola la cosa che al loro interno trattano i propri cittadini come noi, l'abbiamo avuta in questo periodo...... ma tutto ha un tempo e questo tempo verrà.
Ora dobbiamo battere un nemico
piccolo bastardo e subdolo
#stiamoacasa

mercoledì 11 marzo 2020

La vita ai tempi dell'epidemia: un'occasione unica per cambiare strada

Potrebbe essere il titolo di un romanzo: 'la vita ai tempi del coronavirus'.. in realtà è un occasione per avviare, a fine epidemia, una riflessione sulle scelte effettuate da noi e dai rappresentanti che abbiamo eletto nelgi ultimi decenni: a partire dal 1989 a oggi. Un paradigma ha fallito e bisogna cambiarlo. Addio al mercato 'libero (libero per chi cir crede che sia libero)' e benvenuto al mercato strettamente regolamentato: insomma un cambio di paradigma. Un diverso paradigma. Meno individualismo, più comunità. Insomma un orizzonte differente con maggiore glocalismo e minore globalizzazione. Schumpeter, un vero padre dell'economia quanto misconosciuto, lo diceva: esiste un capitalismo 'buono' uno 'cattivo'. Il primo ne vediamo gli effetti ultimi  e del secondo se ne  sono perse le tracce nelle nebbie del tempo e nella fine della guerra fredda.... quest'autore, insieme a uno dei maggiori esponenti del pensiero liberale, Isaiah Berlin, per anni hanno sostenuto l'idea: il liberismo che conosciamo è 'cattivo' mentre Berlin sosteneva che difficilmente gli umani (...) accetteranno rimanere nella casella predispostagli dal sistema ossia in basso per rimanervi nei secoli a venire. E' stato interessante sentire, mentre scrivo questo post, il direttore del sole24 ore dire chiaramente che l'europa è al capolinea davvero quindi al  lumicino e che se non da segni di aperta solidarietà, anziché isolarci chiudendoci in faccia le frontiere e/o prestandoci soldi a interesse (soldi che noi versiamo nel fondo salva stati e che il mes, il fmi europeo, controlla senza darne conto a nessuno.. pensate che i funzionari/strozzini del mes sono ignoti e godono dell'immunità diplomatica) è morta... da un lato non cado nella trappola dialettica: costui, rappresentante della confindustria, è strumentalmente polemico in quanto manda un messaggio (nemmeno così criptico) trasversale a uso interno e esterno e dall'altro però segna, non senza un mio piacere nel constatarlo, il limite del riconoscimento di questi europeisti del male che rappresenta quest'europa e dei danni che fa e continuerà a fare se non se ne cambia il dna.. sarebbe meglio mandarla nel cestino e provare a farne un altra naturalmente ma non si costruisce senza distruggere, vero?
Quando l'italia, come il resto dell'occidente, aderì al GATT, poi WTO, aderì a un modi di vedere le cose: da quel momento in poi accettammo il fatto che avremmo dovuto rinunciare non solo alla sovranità economica ma anche alla nostra dignità: in soldoni, e pure i trattati europei vanno nella stessa direzione, tranne interni, giustizia e difesa tutto il resto va 'a mercato' e quanto in precedenza era considerato bisogno da quel momento in poi diventava 'servizio' e quindi doveva essere PAGATO: ben dicevano Rifkin in vari saggi (due su tutti 'Il sogno europeo' e 'l'era dell'accesso'), e la Klein  (anche qui due su tutti ossia 'No logo' e 'Shock economy') che le istituzioni internazionali finanziarie, e non, non hanno come obiettivo la rinascita e l'aiuto ai paesi in difficoltà ma il rientro dei capitali investiti anche, come accaduto in mezzo mondo e da ultimo in Grecia, a costo di affamare i cittadini che, è bene che ce lo diciamo, qualunque cosa e chiunque votino dovranno sempre calarsi le braghe.....
da qui la necessità, cogliendo l'opportunità dell'epidemia, di cambiare il paradigma: dai servizi ai bisogni; dal mercato selvaggio (ricordiamoci della mascherine vendute online a 95 euri mentre prima ne costavano almeno tre volte meno) al mercato regolamentato come da costituzione che lo vincola alla cosidetta 'utilità sociale'. Riprendersi la sovranità monetaria; creare una moneta interna legata all'oro e/o ai metalli preziosi; indirizzare le risorse alla ristrutturazione del sistema pubblico investendo in ricerca, formazione, sanità, scuola e università, welfare ecc. tutto ciò, a li cito a titolo esemplificativo, non a detrimento del privato ma su una strada diversa: esiste un sistema pubblico e universale e uno privato, senza aiuti come ora dello stato, che va per conto suo che uno si paga se può e se vuole via assicurazione ecc. un pò come accade in paesi come Danimarca e Norvegia. I soldi? Ci sono: non è un caso che il governo ha stanziato 25 per rimodularli in base alle eigenze per prevederne reali 20 e sapete perchè? Perchè il nostro paese da anni ha AVANZO DI CASSA, soldi veri che ogni anno sono risparmiati e vanno a perdersi nei mille rivoli del sistema della riserva frazionaria e del debito pubblico in rapporto al pil che, come pochi sanno, è SOLO uno degli strumenti a disposizione per misurare il paese; ce ne sono altri altrettanto validi ma che danno preminenza a indici diversi che in tempo di mercato libero erano passati di moda.... cambiando il paradigma si da il là a una serie di eventi che, se non ci saranno tentennamenti, potrebeb spingere altri a intraprendere la stessa strada: saremo meno euro-liberisti (pochi in realtà mentre in realtà siamo colonia e mercato di sbocco come lo era il sud italia ai tempi della conquista del regno di sardegna) e più italo-europei (ossia soci paritari di un sistema federale dove gli stati sono comprimari senza perdere la propria sovranità e gli organi sovranazionali sono RESPONSABILI IN SOLIDO verso tutti i cittadini essendone ELETTI). Siamo in emergenza è vero ma siamo un popolo che ha superato ben altro nella propria storia e abbiamo una opportunità unica quanto rara di poter ripensare la nostra recente e capire gli errori e gli eccessi fatti....e non mi sembra così male, che ne dite?

lunedì 9 marzo 2020

In dieci anni tagliati 37 miliardi alla sanità pubblica: persi 70mila posti letto e chiusi 359 reparti

Visto su MSN ma pubblicato da Huffington post il 5/3/2020
In 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi dalla sanità pubblica. E così il sistema, spiega l’Agi, in trincea contro il coronavirus, arriva all’appuntamento debilitato: malgrado le risorse recuperate negli ultimi anni, il trend è rimasto discendente, tanto che, stando al report della Fondazione Gimbe del settembre 2019, il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre 37 miliardi in dieci anni, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica.
In termini assoluti il finanziamento pubblico in 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo però in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua. Un taglio che si traduce inevitabilmente in un calo nel livello di assistenza: viene stimata una perdita di oltre 70.000 posti letto negli ultimi 10 anni, con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali riconvertiti o abbandonati.
CORONAVIRUS: SEGUI GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI
Non a caso i dati OCSE aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media, sia per la spesa sanitaria totale, sia per quella pubblica, precedendo solo i paesi dell’Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media OCSE del 37%. La metà dei 37 miliardi in meno alla sanità nel decennio, sottolinea Gimbe, riguarda peraltro il personale sanitario. Con il risultato, che oggi preoccupa ancora di più un Paese sotto choc, che siamo arrivati in Italia a 3,2 posti letto per mille abitanti. La Francia ne ha 6, la Germania 8.

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