venerdì 14 ottobre 2016

Scandalo: il Nobel a Bob dylan

Scandalo, vilipendio, non c'è più religione, oltre ai guitti ora danno il Nobel anche ai cantanti, ecc. ecc. il mondo della cosiddetta 'cultura' è in subbuglio.. come mai? Perchè quei burloni degli svedesi hanno osato dare il Nobel a nientepopodimenoche .... Bob Dylan!!!! Addirittura il Premio Nobel per la Letteratura!!!! Si è scatenato un putiferio di natura globale: ovunque chiunque avesse messo due fesserie per scritto e avesse trovato un folle che gliele pubblica, guadagnandoci pure perchè si sa le cose intelligenti spesso non trovano editori coraggiosi ma le fesserie si.. eccome anzi c'è la fila visto il mercato di questi tempi, ha trovato da ridire, protestare, elevare alti lai, e chi più ne ha più ne metta! Un pò come accadde quando fu Dario Fo ad averne uno: pochissimi nascosero la stizza.. soprattutto in Italia (battute e ironie di bassa lega non si contarono nemmeno quante ne furono) ma pure altrove qualcuno, anzi più di uno, storse il naso e non solo il naso: nulla, invece, da ridire sul Nobel a Obama anzi ovunque ci furono cantori e ammiratori della superiorità americana che fecero a gara per dire la propria e nessuno invece che alzò il ditino ed elevò una sia pur minima critica al massimo rappresentante di quell'America caput mundi, dominatrice e armata fino ai denti e dove vieni ammazzato per strada se non sei del colore giusto o fra i propri scheletri nell'armadio c'è anche un olocausto di centinaia di nativi americani, quelli veri, fatto dai coloni e dalle giacche blu su mandato del Governo centrale, per tacere dei danni procurati alla sicurezza mondiale fatti dagli americani,non in tempi di guerra fredda dove poteva essere anche comprensibile, ma molto prima e .. molto dopo ossia ai giorni nostri. E no gli stessi, spesso, che hanno cantato certe lodi ora s'indignano perchè un (M maiuscola voluta) Menestrello, uno che ha sempre raccontato una certa America (come non ricordare il contributo di Dylan nella vicenda del pugile nero accusato di un infamante reato, anche a causa di indagini superficiali, in realtà mai commesso e che con il brano Hurricane aiutò moltissimo all'obiettivo non solo di scarcerarlo ma di farlo tornare un uomo libero anche dalle più piccole macchie) e una certa visione delle cose non sempre, anzi quasi mai, allineata alla corrente di pensiero ufficiale.
Si, certo non è Roth e nemmeno, che so, un Tennessee Williams o un altro grande e illustre della cultura universale ma non si può certo negare che i testi di Dylan sono POESIE vere e proprie e che hanno una loro singolarità unica e originale o, come si usa dire oggi, volano molto più in alto di tanti scrittori del niente o del poco sopra il niente.... anche qui in Italia.
Capisco le perplessità, capisco tutto.. ma non sempre SONO SOLO CANZONETTE!
 e con quella che ritengo una delle più belle poesie di Bob Dylan .....
vi auguro un sereno, tempo permettendo, weekend....

giovedì 13 ottobre 2016

dai e dai, prima o poi l'orso russo si risveglia... Ciao Dario

Esatto. 40 mila uomini, navi, aerei e mezzi mobilitati in una mega esercitazione al confine nord e ovest della Russia; una risposta alle provocazioni della Nato che da anni fa lo stesso con uomini e mezzi europei, pochi americani, e provoca insurrezioni nei paesi del Baltico? Può darsi, come può darsi che il tentativo di strappare l'Ucraina, di cui il 50% della popolazione è russofona (e dove vi sono state in passato elezioni, con molti brogli è vero da entrambe le parti, dichiarate regolari dai c.d. organismi internazionali  che avevano visto vincere il russofono costretto a scappare), all'orbita russa eliminando in un colpo solo l'accesso al mar nero, sede di basi militari e di porti russi, come anche la spinta data al secesinismo ceceno o moldavo sono state viste proprio così: provocazioni. Prima o poi Putin, che non è certo quell'ubriacone del Corvo Bianco suo predecessore, doveva far qualcosa... ed è andata bene che non ha perso la testa ma ha fatto passi fermi ma prudenti, ovviamente coprendosi le spalle a est con la Cina, con cui ha firmato un trattato di cooperazione economico-militare reciproca, sta ora rispondendo sullo stesso terreno degli occidentali: provocazioni sottili ma evidenti (aerei che sfiorano navi e aerei NATO), o manovre militari a occidente o..... scoprire i giochi tedeschi che mentre invocano sanzioni fanno dell'allarmismo con i propri cittadini; idem per la Russia dove il Governo ha invitato i cittadini a prenotarsi posti nei rifugi anti-atomici nelle città o di stare al'erta, stessa cosa dei tedeschi in salsa russa. Ben sanno, al di là e al di qua del confine che il vero nodo che fa gola a tutti è la SIBERIA ossia una terra vergine dei ghiacci, finchè ci saranno, dove nel sottosuolo ci sono enormi ricchezze: petrolio, uranio, ecc. ecc. un bengodi che fa gola a molti, soprattutto in occidente.
Come andrà a finire? Non lo so.. ma fossi in quel gruppo che gestisce la catastrofi dovute all'uomo, leggi guerre e simili, sposterei di ben un minuto e mezzo verso la mezzanotte le le sue lancette: siamo a un passo dalla guerra; una guerra europea nella realtà perchè saremo noi qui in europa il teatro delle operazioni principali ma fossi negli americani non dormirei sonni tranquilli.. a est la Cina ha alcune antiche problematiche che stanno vieppiù risorgendo oltre che l'essere una vera e propria superpotenza globale e non solo economica ma soprattutto militare.... è da non dimenticare un piccolo aspetto: Putin ha dato accesso alle risorse ai cinesi, condizionato naturalmente alla reciproca difesa, e i cinesi darà alla Russia tecnologia avanzata, magari copiata dagli occidentali ma non ritengo sia completamente colpa loro se è vero, com'è vero, che proprio le aziende occidentali hanno lì la lro base manifatturiera e logistica: se mi trovassi in una condizione del genere volete che non dia un occhiatina alla roba che mi passa sotto il naso? Sarei stupido.. così come sarei stupido se possedessi quasi l'intero debito pubblico americano e .. non lo usassi come arma, vi pare?
Con tutte queste tensioni volete che a qualcuno non scappi il dito sul grilletto?
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Dario Fo è....
Bé quando l'ho saputo non ci ho creduto, mi sembrava impossibile ma è proprio così: anche un immortale, un italiano che non ha dato lustro solo all'arte ma all'Italia intera con il riconoscimento del Nobel se n'è andato.... il figlio Jacopo dice che è stato un gran finale: ci credo. Addio Dario ora sei insieme a Franca e ci guardate da lontano ora e già immagino i frizzi e i lazzi di cui sarete capaci!

mercoledì 12 ottobre 2016

Year after year...

.. dai e dai alla fine il lupo sembra arrivato nel cortile; lo sostiene Surendra Adhikari of NASA's Jet Propulsion Lab: “This is the first time we have solid evidence that changes in land water distribution on a global scale also shift which direction the axis moves to. The recent shift from the 20th-century direction is very dramatic,” ossia: "Questa è la prima volta che abbiamo prove concrete che i cambiamenti nella distribuzione dell'acqua e delle terre su scala globale possa anche spostare la direzione in cui l'asse si sposta. Il recente spostamento dalla direzione del 20 ° secolo, è molto drammatica".
Che significa? Bé che l'asse terrestre, che si stava spostando placidamente verso il Canada passando per la Russia centrale, abbia.. cambiato rotta e stia scendendo lungo il meridiano di Greenwich verso l'Inghilterra: ciò potrebbe portare a un accelerazione del processo di glaciazione del nord europeo e a uno shift dello stesso polo verso latitudini inusitate.. un pò, come alcuni teorici finora derisi (Hapgood, Velikovsky, ecc.) avevano predetto, troppo velocemente; quindi dobbiamo comprare tutti l'attrezzatura da freddo estremo? Parrebbe di si se queste ossevazioni fatte, non dal solito catastrofista, da uno scienziato della NASA dovessero essere confermate dai fatti. Per chi volesse leggersi l'articolo originale (peraltro pubblicato anche sul Journal Science Advances) non deve far altro che CLICCARE QUI per leggerlo in originale, ossia in inglese. Io non mi sto a soffermare sui dettagli perchè li trovate al link prima indicato: quel che mi preme qui osservare è che, se il trend fosse confermato, rischiano di avverarsi alcune delle più pessimistiche previsioni fatte in passato e che sarebbero confermate anche tutte quelle teorie, allora solo teorie e per giunta derise dai soloni ufficiali, che mettevano in guardia i ceti dirigenti, e anche noi tutti, dal non dare per scontato che tutto avvenisse con 'calma' ma che potevano esserci degli 'shift', appunto, ossia dei 'dislocamenti', del polo in primis e della litosfera in secundis, mostrando come i due processi sembrerebbero essere correlati e che potrebbero portarci dritti dritti verso, a esser fortunati, una mini era glaciale tutta europea .... se a ciò aggiungiamo lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e dell'Antartide con miliardi di acqua dolce che finiscono nel mare la conseguenza non sarebbe solo europea ma globale: non sarebbe la Corrente del Golfo solo a inabissarsi e il clima europeo a raffreddarsi ma l'intero pianeta ne avrebbe delle conseguenze dirette e indirette con la conseguenza di un traumatico cambio di clima che lo investirebbe ... il processo, almeno all'inizio la parte europea, potrebbe durare almeno 30 anni.. già perchè nel frattempo gira anche un altra notizia che è correlata a questa: il Daily Star ha pubblicato un altra news che dovrebbe 'raffreddare' non poco i 'bollenti spiriti' degli ottimisti a tutti i costi. Allora: il sole non ha più una attività evidente di eruzioni e macchie solari; un calo così, che dovrebbe avere il suo picco nel 2019, non lo si vedeva da circa 10.000 anni... orbene ciò, associato a quanto descritto sopra dallo scienziato della NASA, rafforzerebbe, e  di molto, l'ipotesi di una, almeno si spera, mini glaciazione.... infatti il meteorologo P. Dorian sostiene che le due ipotesi combinate porterebebro proprio a questa, come dire... catastrofica, conclusione: ci stiamo avvicinando a grandi passi a un era glaciale il cui inizio potrebbe arrivare dal 2019 in poi.... ciò è anche corroborato da una ricerca della Dr.ssa V. Zharkov della Northumbria University che, in base ai dati a sua disposizione, è giunta alle stesse conclusioni anche se non ne fa un problema di date ma di percentuali probabilistiche che si avveri visto che i modelli previsionali proprio questo affermano..... rassegnamoci: non moriremo renziani!

Clinton e i conti che non tornano nella fondazione di beneficenza della candidata democratica

di | 9 ottobre 2016  Il Fatto Quotidiano

La buccia di banana sulla quale la prima candidata donna alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe scivolare non sono le email segrete inviate da un server privato quando Hillary Clinton era Segretario di stato, ma il ruolo che la Fondazione Clinton ha avuto nella ricostruzione di Haiti all’indomani del terremoto. Da mesi volano le accuse riguardo all’uso che i Clinton fanno del braccio caritatevole del loro impero. Un braccio che è allo stesso tempo imprenditoriale, sostengono in molti, specialmente quando ci si trova di fronte a disastri come il terremoto di Haiti. Tra costoro c’è Charles Ortel, ex analista finanziario a Wall Street ed esperto in frodi finanziarie per mano di fondazioni e istituti caritatevoli, che ho intervistato un paio di settimane fa a New York.
Secondo Ortel, “il matrimonio tra filantropia e business, di cui tanto si vantano i Clinton, fa si che la fondazione sia uno strumento di potere politico e finanziario nelle loro mani. La fondazione cerca nel mondo nazioni disperate, con infrastrutture limitate, o che sono vittime di disastri naturali per poi inserirsi nei flussi di aiuti in arrivo e gestirli. Lo ha fatto in Mozambico, in Papua Nuova Guinea, ad Haiti, e subito dopo l’uragano Katrina a New Orleans. Una volta raggiunta questa posizione è facile deviare i fondi, ad esempio a favore dei grossi donatori della Fondazione”.
All’indomani del terremoto di Haiti, ad esempio, i Clinton si adoperarono affinchè la Dalberg Global Development Advisors, una società di consulenza che ha sede a New York, ottenesse appalti immobiliari per la ricostruzione di Haiti. L’impresa ricevette un contratto di 1,5 milioni di dollari dalla Usaid, soldi che servivano a identificare abitazioni dove trasferire le vittime del terremoto rimaste senza tetto.
La Dalberg è una grossa sostenitrice finanziaria del Clinton Global Initiative, il braccio commerciale dell’opera filantropica dei Clinton che ha lo scopo di aiutare le imprese private a investire in attività legate all’opera filantropica e caritatevole della Fondazione, quali appunto Haiti dopo il terremoto. Una revisione condotta dall’ispettore generale della Usaid riguardo ai finanziamenti concessi ha scoperto che la Dalberg ad Haiti ha fatto un lavoro terribile, selezionando zone montagnose inospitali e gole ripide quali possibili siti per la ricostruzione delle comunità urbane di Haiti.
Altra area grigia è quella delle donazioni alla Fondazione. “Incredibile ma vero, la Fondazione Clinton non ha mai presentato un bilancio dettagliato degli aiuti ricevuti dai donatori per Haiti, e per altre nazioni”, spiega Ortel. “Dal lontano ottobre del 1997, quanto fu costituita, nessuna revisione fiscale o finanziaria è stata mai condotta, non c’è stato un singolo controllo riguardo ai flussi di entrata e uscita o all’identità dei donatori. Un trattamento speciale riservato ai Clinton grazie alla fitta rete di contatti che i due hanno tessuto negli ultimi 25 anni. In un modo o nell’altro sono riusciti a ubicare i loro compari in posizioni chiave da dove costoro li proteggono”.
Le finanze della Fondazione non sono state controllate dai revisori neppure dopo la scoperta di alcune irregolarità. Lo scorso mese il Washington Post ha denunciato che i donatori della Fondazione comprendono sette governi stranieri, tra cui l’Arabia Saudita, che hanno contribuito milioni di dollari durante il mandato di Hillary Clinton come Segretario di Stato. Tra queste donazioni c’è quella di 500.000 dollari da parte del governo algerino per il terremoto di Haiti che la fondazione ha riconosciuto ha violato i termini dell’accordo di etica stipulato dall’amministrazione Obama.
Secondo Ortel, la scelta di nazioni particolarmente povere, dove inserirsi per intercettare e deviare gli aiuti, è voluta. Il fallimento della ricostruzione, infatti, non crea alcun sospetto. “Se Haiti fosse stata una nazione perfettamente funzionante, ci si domanderebbe come mai dopo sei anni e decine e decine di miliardi di dollari in aiuti la situazione è ancora drammatica? Ma dato che l’isola è tra le economie più povere del mondo, nessuno si pone questa domanda”.
In effetti gran parte dei progetti perseguiti dai Clinton, come ad esempio la costruzione di parchi industriali e di alberghi di lusso ad Haiti, sono costati molti soldi gestiti da grosse imprese straniere, tutte appartenenti ai donatori della fondazione Clinton, ma non hanno prodotto alcun beneficio alla popolazione o all’economia dell’isola. Port-au-Prince avrebbe dovuto essere ricostruita e invece non è stato così. I progetti volti a creare posti di lavoro hanno dato risultati molto deludenti. La disoccupazione ad Haiti è rimasta elevata, e i fondi che avrebbero dovuto ridurla non sono mai arrivati nelle mani giuste. La carestia e le malattie hanno continuato a devastare l’isola. Ma nessuno ne parla.
Un bilancio particolarmente negativo che giustifica aggettivi come “diabolico” per descrivere il comportamento della Fondazione Clinton. Tuttavia, l’arrivo dell’uragano Mattew, che ha devastato l’isola, a un mese dall’elezione del presidente degli Stati Uniti, sta riaccendendo la polemica riguardo agli aiuti elargiti per il terremoto e la campagna di denuncia della Fondazione Clinton da parte della comunità di Haiti negli Stati Uniti ha ripreso quota. Hillary deve stare molto attenta dove mette i piedi, sull’ultimo chilometro che la separa dalla casa Bianca c’e’ una buccia di banana che continua a crescere.
di | 9 ottobre 2016
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lo avevano detto, e qui fu riportato alcuni mesi fa (forse ricordate con la foto dei finanziamenti alla fondazione che le sta dietro e ne finanzia la campagna.. c'era anche lo Stato italiano).. ora c'è una conferma.

lunedì 10 ottobre 2016

Soros investirà 500 milioni di dollari per i migranti

Il magnate statunitense George Soros, da poco al centro di uno scandalo sulle attività della sua Open Society, ha deciso di "investire in start-up e attività fondate dai migranti" in Europa
Investimenti per 500 milioni di dollari in start-up, imprese già avviate e iniziative sociali che aiutino i migranti. È questa l’ultima iniziativa del miliardario statunitense di origini ungheresi, George Soros, che risponde in questo modo all’appello del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che aveva chiesto a leader politici e imprenditori, di fare di più per affrontare la crisi migratoria.

"Ho deciso di destinare 500 milioni per investimenti che rispondano alle esigenze di migranti, rifugiati e comunità ospitanti”, annuncia il milionario ottantaseienne dalle pagine del Wall Street Journal, "voglio investire in start-up, aziende già create, iniziative sociali e attività fondate dagli stessi migranti e rifugiati". La “principale preoccupazione” di Soros, scrive il magnate stesso sulle colonne del quotidiano americano, è “aiutare le persone che arrivano in Europa”. Ed è quindi in Europa che si concentreranno gli investimenti di Soros in favore dei migranti. Solo successivamente, scrive il magnate, “verranno presi in considerazione buoni progetti di investimenti che potranno favorire migranti in tutto il mondo”. L’iniziativa privata, quindi, secondo Soros, può dare un contributo, laddove si è manifestata una “incapacità collettiva” nel trovare una soluzione politica alla crisi migratoria.
Gli investimenti a favore dei migranti, rivolti inizialmente a progetti in Europa, saranno effettuati dall'organizzazione non-profit di Soros, e i profitti utilizzati per finanziare programmi della Open Society Foundation. Fondazione, quest’ultima, recentemente al centro di uno scandalo che ha messo in luce i suoi obiettivi, non sempre “legittimi”. Gli hacker del sito DC Leaks, poche settimane fa, avevano divulgato il contenuto di migliaia di mail in cui si evidenziava il coinvolgimento della Open Society nel tentativo di destabilizzare aree particolari, come la Russia, il Caucaso settentrionale, e addirittura nel tentativo di “indirizzare le elezioni europee”, proprio attraverso i finanziamenti di ogni progetto che andasse a sostegno degli obiettivi della fondazione. Anche in Italia, secondo le mail diffuse da DC Leaks, la Open Society avrebbe “investito” parecchio, in questo caso per orientare il dibattito politico in favore dei temi pro-LGBT. L’ultimo grande investimento di Soros, sempre secondo le mail hackerate, sarebbero gli 8 milioni di dollari devoluti alla campagna elettorale di Hillary Clinton. Ora, per il magnate, o l’oligarca, come lo chiamano, è arrivato il momento di cambiare business. E passare a quello dei migranti.
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Ho potuto controllare sull'originale e ..... si è proprio vero: ora si fanno affari anche sui migranti ossia, come affermano alcuni entusiasti media, 'dare opportunità ai migranti di fare business' mentre in realtà avverrà che i migranti diventano il business del prossimo decennio visto che Soros, dice, ce ne sono in movimento ben 10 mln!!!! Ora qui non troverete, in questo blog intendo, parole come invasione o simile ma un sospetto è legittimo e me lo concederete, spero: se sono seduto ssu una montagna di denaro e sono proprietario di una delle più importanti, e influenti, fondazioni di beneficenza, si fa per dire, del pianeta e voglio aumentare la quantità di potere e soldi che ho, che faccio? qual'è il business del momento? La Borsa? No. Il finanziamento degli Stati? Mica son matto.... con i politici che ci son a giro, dei veri vampiri, è un buco nero impossibile da riempire! Allora? Ma certo, perchè non ci ho pensato prima? 10 mln di persone che si spostano sono 10 mln, moltiplicato per i soldi che impegnano i singoli Stati e ong, sono almeno il triplo dei 500 mln di $ che impiegherò per attirarli dove mi servono e quando mi servono: chissà se fra essi no ci fosse un nuovo Jobs (figlio di profughi siriani); o un nuovo Soros (ungherese di origine) da sfruttare e su cui far soldi.
Soros non è nuovo a questi calcoli: fece quasi fallire l'Italia nel '92 e la passò pulita; ha cercato di influenzare, attraverso la sua Open Society Founfadation, le condizioni politiche, quasi riuscendovi nel caso dell'Ucraina, del Caucaso; ecc. ecc. Non sempre, però, gli va bene:con la Brexit ha fatto un bel bagno, ossia c'ha perso soldi, ma non c'è problema: non è un caso che la sterlina vada male per le vendite contro euro, vero?
Qui trovate una analisi, tradotta con google translate, dal sito '0 Hedge' dell'articolo originale di Soros scritto di suo pugno sul WSJ in inglese... e vi assicuro che non ci vanno leggerini come nel nostro paese...

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