venerdì 13 maggio 2016

Antica civiltà marziana spazzata via da un attacco nucleare alieno: sorprendete teoria di un fisico del plasma

Quella che potrebbe sembrare l'idea di un romanzo fantascientifico, in realtà è la teoria del dottor John Brandenburg, un fisico del plasma: su Marte esisteva una civiltà fiorente, poi spazzata via da un attacco nucleare da parte di un invasore alieno. Lo scienziato afferma di aver trovato le prove di due esplosioni nucleari sulla superficie del pianeta. Poi mette in guardia i terrestri: anche la Terra potrebbe subire la stessa sorte di Marte

[Daily Mail] Coloro che parteciperanno sabato prossimo al convegno annuale dell’American Physical Society potrebbero rimanere un po’ sorpresi, dato che in quella sede il dottor John Brandenburg, fisico del plasma, presenterà la sua sconcertante teoria.

Secondo Brandenburg, gli antichi abitanti di Marte, conosciuti come Cydoniani e Utopiani, furono spazzati via da una serie di esplosioni nucleari provocate da un’altra razza aliena, e le prove del genocidio sarebbero visibili ancora oggi.

I prodromi della teoria di Brandenburg risale al 2011, quando lo scienziato ipotizzò che il tipico colore rosso di Marte potesse essere dovuto a delle esplosioni termonucleari di origine naturale.

“L’alta concentrazione di Xenon-129 in atmosfera, la presenza di Krypron-80 e l’eccessiva abbondanza di uranio e torio riscontrata sulla superficie, rispetto ai meteoriti di Marte, ci dice che il pianeta è stato oggetto di massicci eventi radiologici, i quali hanno creato grandi quantità di isotopi e coperto la superficie con un sottile strato di detriti radioattivi. Queste anomalie possono essere la conseguenza di due grandi esplosioni nucleari anomale avvenute nel passato di Marte”, scrive Brandenburg su Journal of Cosmology and Astrophysics.

Tuttavia, continuando i suoi studi, Brandenburg si è lentamente convinto che le esplosioni nucleare dovevano essere di origine artificiale, fino ad ipotizzare l’attacco alieno.

“Data la grande quantità di isotopi nucleari presenti nella sua atmosfera, molto simili a quelli prodotti dai test nucleari sulla Terra, Marte può rappresentare un esempio di civiltà spazzata via da un attacco nucleare dallo spazio”, scrive nel suo libro “Death on Mars: The Discovery of a Planetary Nuclear Massacre”. Lo scienziato fornisce anche la posizione delle due ipotetiche esplosioni:

Una prima esplosione avrebbe spazzato via la civiltà presente nella regione di Cydonia Mensae, e una seconda, meno potente, avrebbe invece distrutto la civiltà insediata nella regione chiamata Galaxias Chaos.

Brandenburg spiega che un tempo Marte aveva un clima simile alla Terra, ed era ricco di vita animale e vegetale. Inoltre, vi era la presenza di vita intelligente, avanzata almeno quanto gli antichi egizi sulla Terra.

La sua convinzione si basa sull’analisi delle due regioni, una delle quali è Cydonia, il luogo della famigerata “faccia” fotografata dalla sonda della Nasa Viking 1 nel 1976. Secondo Brandenburg, si tratterebbe di un artefatto costruito dall’antica civiltà marziana.

“Le analisi delle immagini della Odissey, MRO e del Mars Express mostrano una forte evidenza di oggetti archeologici presenti in questi siti”, scrive Brandenburg. “Nel loro insieme, i dati dovrebbero essere interpretati come quelli appartenenti allo scenario di un’antica strage nucleare planetaria”.

Infine, Brandenburg avverte che anche noi dovremmo avere paura di un attacco simile al nostro pianeta e organizzare, quanto prima, una missione umana su Marte per sapere cosa sia realmente accaduto. “Provvidenzialmente, abbiamo un avvertimento su questo possibile aspetto dell’universo”, scrive.

Naturalmente, la comunità scientifica è tutt’altro che propensa a dare credito alla teoria di John Brandenburg, la quale, tuttavia, sembra confermare alcune delle ipotesi che Graham Hancock, Robert Bauval e John Grigsby avevano già proposto nel loro libro del 1998 “L’Enigma di Marte”.

Secondo i tre ricercatori, il Pianeta Rosso appare devastato da una catastrofe terrificante che pose fine, in tempi remotissimi, a forme di vita simili a quelle terrestri, come ha anche ipotizzato recentemente la Nasa, dopo aver rinvenuto tracce di microrganismi fossili in un meteorite staccatosi da Marte 13 mila anni fa.

La teoria di Brandenburg pare poggiarsi su un terreno più solido, anche se essa conta ancora su troppe speculazioni e sulla nostra conoscenza attuale del potere delle armi nucleari.

Forse quello che ci viene dall’ipotesi di Brandenburg è un solido avvertimento a non provocare qualcosa di simile al nostro amato pianeta, e sottolinea la convinzione di molti scienziati che forme di vita intelligenti mai identificate potrebbero ad un certo punto essersi estinte a causa di una catastrofe cosmica o attraverso l’autodistruzione. Conviene riflettere.

fonte: ilnavigatorecurioso.it
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miti, leggende, teorie, studi.. tutto mirato a cercare di carpire i segreti del passato con cui spiegare il presente e .... il futuro. Non so se tutto quanto detto nel post sia vero o sia solo presunto (lo scopriremo solo andandoci fisicamente) ma 'qualcosa' nei trascorsi 5 mld di anni dev'essere accaduto perchè il salto qualitativo, almeno per quanto ci riguarda, c'è stato, e in pochissimo tempo, da cavernicoli a sapiens sapiens e proprio non riesco a crederci che sia solo farina del nostro sacco... troppo distruttivi e autolesionisti per essere contemporaneamente capaci di massacri, spesso senz'alcun motivo valido, e di creare mirabili opere come la Sfinge o la piramide di Giza (a proposito di quest'ultima mi chiedo: qualla particolare angolazione che ha Giza, oltre all'allineamento astronomico, come mai non è stata replicata nelle altre)? Che poi valga la storia dell'astronave aliena che arriva qui e muta scimmioni in 'adamu' (Sitchin e altri sumerologi che hanno tradotto in questo senso) o civiltà precedenti - estintesi a causa dello slittamento della crosta terrestre o altro cataclisma - (Hancock, Hapgood, Bauval ecc.) non lo so.... so però che la stessa Chiesa, che ha memoria lunga oltre duemila anni, ha messo in evidenza che potrebbero esserci fratelli 'alieni' lì da qualche parte e quindi non resta altro che attendere e lo sapremo.. spero solo che non facciano fare la fine che abbiamo fatto fare ai maya e agli altri nativi americani quando arrivammo come civilizzatori....
buon week end a tutti

giovedì 12 maggio 2016

Pacifico, cinque isole ingoiate dal mare e dai cambiamenti climatici

di | 11 maggio 2016 dal Fatto Quotidiano

“The sea has started to come inland,
it forced us to move up to the hilltop
and rebuild our village there away from the sea”
Sirilo Sutaroti, 94 anni, capo della tribu’ Paurata,
spiegando cosa hanno significato i cambiamenti climatici
per la sua gente
Dopo le isole Kiribati, dopo Cat Island, dopo l’isola  di Jean-Charles in Louisiana, tutte ingoiate dal mare, ecco qui altre cinque isole delle Solomon Islands sparite nel nulla. Anzi, sotto il mare dei cambiamenti climatici. Le isole Solomon sono un complesso di sei isole maggiori circondate da circa mille isolotti vulcanici. Vivono qui circa 560,000 persone, la maggior parte delle quali in zone costiere.
Oltre ai cinque isolotti scomparsi, altre sei sono cosi erose che presto saranno sommerse dal mare anche loro. Altre ancora mostrano segni di erosione in progresso. I cinque isolotti già scomparsi non erano abitati, ma sulla vicina Nuatambu Island vivevano 25 famiglie. Dal 2011 ad oggi, undici case sono finite in mare. I residenti che sono rimasti cercano di costruire muraglie a mano. Gli esperti dicono che non servira’ a molto. Su tutti gli isolotti un tempo c’era vegetazione tropicale, vivente da 300 anni. Palme, noci di cocco, mangrovie, tutto scomparso. Stesso fato e’ toccato a Taro Island, da cui la popolazione iniziava ad andare via gia’ nel 2014. Quando arrivò qui in visita Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, la sua stanza d’albergo aveva salvagenti in caso di allagamenti. Laddove qualcosa e’ rimasto, tutto è morto a causa dell’alta salinità.
Che questa scomparsa di isolotti sia dovuta all’uomo e ai cambiamenti climatici e’ attestato da un articolo appena pubblicato su Environmental Research Letters. Simon Albert, dell’università’ del Queensland d’Australia e i suoi colleghi notano in questo articolo che negli scorsi venti anni le isole Solomon hanno visto il mare salire di ben tre volte la media mondiale, di circa 0.7 – 1 centimetro l’anno dal 1993. Fanno circa 20 centimetri da allora fino ad oggi. Nell’Aprile del 2014 una violenta inondazione ha causato la morte di trentuno persone.
Albert ed i suoi collaboratori hanno studiato la costa di 33 isole del Pacifico usando dati satellitari e fotografie dal 1947 al 2015. Hanno intervistato residenti, usato metodi di datazione al carbonio degli anelli degli alberi, modellistica di onde marine e dati di livelli del mare per queste isole. Un fattore importante nel determinare la scomparsa delle isole e’ l’energia dei moti ondosi. Le isole Solomon piu’ esposte a violente hanno visto l’erosione e la perdita di terreno aumentare maggiormente, rispetto a quelle più protette, anche se i livelli del mare aumentavano allo stesso modo.
Ma, cosa succede ai residenti di queste isole, scomparse del tutto, o scomparende? Dove e’ stato possibile, ci si e’ trasferiti verso l’interno,in altri casi sono andati in altre isole dove c’erano parenti e/o amici. Questi spostamenti non sono sempre facili, a volte ci sono tensioni etniche, economiche, di classe, fra proprietari terrieri e i ceti piu’ bassi. Secondo Albert queste stesse dinamiche saranno presto comuni in varie zone costiere del mondo. Qui le immagini delle Isole Solomon ingoiate dal mare.
di | 11 maggio 2016

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e qui danno le bandiere blu ma tacciono sull'inquinamento delle acque che beviamo e della terra che inquiniamo.. non solo nella terra dei fuochi ma ovunque!

mercoledì 11 maggio 2016

Ricorrenze...

Oggi ricorre la spedizione dei mille.... i mitici mille, li ricordate? Oggi li definiremmo in altro modo ma gli storici li legano al risorgimento, di cosa non si capisce, del paese e allora ... tutti proni alla storia ufficiale.
Ma come andè realmente lo sbarcio al di là della storia ufficiale? Secondo quei pochi che si son levati lo sfizio di mettere il naso dove non dovevano questo sbarco avvenne in territorio... inglese. Già proprio così; il molo dove sbarcarono era di propretà di una compagnia britannica e quindi, dato che almeno ufficialmente i Borbone erano alleati degli inglesi, la marina militare non poteva sparargli addosso a meno di non dover colpire o le navi militari inglesi e i docks della società... cosa cher favorì non poco lo "sbarco" dei patrioti e non solo i suindicati patrioti furono anche aiutati dai lavoranti che con le barche aiutarono nelle operazioni. Ora chiediamoci: se non ci fossero stati questi 'impedimenti' lo sbarco sarebeb comunque avvenuto o c'era altro? Sempre la storia non ufficiale parla di traditori o meglio di militari, spesso ufficiali di origine aristocratica, che non agirono o furono 'imbelli e passivi'  di fronte all'invasore: quindi si c'era altro e quest'altro è stato nascosto sotto il tappeto insieme a tutte le altre cose che non dovremmo sapere delal nostra storia ma che ha un comune denominatore: la facilità con cui l'italiota si fa corrompere.... Non che i Borboni fossero delle vittime o che il regno delle due sicilie fosse un paradiso ma erano uguali a tutti gli altri stati della penisola, proprio uguali e in tutto per giunta.... ma la politica aggressiva del regno di sardegna li colse quasi di sorpresa, non se lo aspettavano proprio. Ed è da sottolineare anche l'aspetto internazionale: Napoli e Palermo erano una fonte di preoccupazione soprattutto per gli inglesi e per la loro storica base, commerciale e non,  di Malta e per gli stessi Savoia erano un problema perchè facevano concorrenza al loro sbocco al mare: Genova (città che comunque i Savoia non esitarono a far bombardare quando scoppiavano le rivolte) che chiaramente soffriva la concorrenza. C'era anche il fattore Impero austriaco: non era più così importante e infatti tenenro un atteggiamento passivo nello stivale: più preoccupati di perdere il lombardo-veneto che di coadiuvare i Borboni poco fecero per evitare la disfatta; la Francia, infine, teeen sempre un atteggiamento che definir ambiguo è dir poco: doveva difendere il Vaticano ed evitare una ascesa autonoma del regno di sardegna che lo sganciasse da essa.. come fare? centellinando l'aiuto o  chiedendo sempre qualcosa in cambio o prestando a interessi da strozzino soldi ai savoia (anche allora il problema del debito pubblico era pressante davvero, storia nota, vero?). La storia la scrivono sempre i vincitori è vero ma questa storia, a distanza di più di un secolo e mezzo, andrebbe riscritta per onorare i vinti: l'hanno fatto i nostri amici americani, perchè non dovremmo farlo anche noi qui?

martedì 10 maggio 2016

Lavoro, Inps: “Le aziende hanno percepito indebitamente 600 milioni di sgravi contributivi”

di | 9 maggio 2016dal Fatto Quotidiano

“Dalle nostre ipotesi stimiamo un totale di 600 milioni di euro di sgravi contributivi indebitamente percepiti nel triennio 2015-2017″ rispetto a quanto previsto dalla legge di Stabilità. Gabriella Di Michele, direttore centrale Entrate dell’Inps, a margine di un convegno dell’istituto. “Si tratta di sgravi contributivi – ha continuato – che i soggetti non avevano diritto di percepire e che contiamo di portare nel gettito pubblico”. Circa 100mila lavoratori su un milione e mezzo assunti nel 2015 con l’esonero totale di contributi previdenziali, ha spiegato Di Michele, non aveva diritto allo sgravio: le aziende coinvolte sono circa 60mila.
Il generoso bonus contributivo, introdotto dalla legge di Stabilità 2015, prevedeva l’esonero totale dei contributi per tre anni fino a 8mila euro per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato, sia che fosse nuova occupazione sia che fosse la trasformazione di un contratto precario. In seguito a questa novità, gli occupati stabili sono effettivamente aumentati, anche se, come ha fatto notare il sociologo Luca Ricolfi, rimane il rischio che si tratti di una bolla occupazionale, e che una volta svanito l’effetto degli incentivi l’occupazione stabile torni a scendere. Di questa occasione avevano approfittato anche i cosiddetti furbetti del Jobs act, che avevano licenziato e riassunto i dipendenti per sfruttare il bonus. A marzo 2016, il ministero del Lavoro ha rivelato che, su un campione di 338 imprese beneficiarie degli incentivi, nel 19% dei casi ha riscontrato irregolarità e trasmesso informativa di reato all’autorità giudiziaria. Con la manovra del 2016, invece, l’incentivo è stato praticamente dimezzato: la durata è stata abbassata a due anni, mentre l’esonero non coprirà più il 100%, ma il 40% dei contributi.
E al di là delle irregolarità sugli incentivi, l’istituto segnala anche le altre indennità percepite senza averne diritto. L’Inps stima tra il 2014 e il 2016 di recuperare 400 milioni di prestazioni erogate indebitamente (soprattutto indennità di disoccupazione) a 50 mila persone sulla base di rapporti di lavoro fittizi. Nel 2014-15, ha aggiunto Di Michele, sono state identificate 700 aziende fittizie con 30 mila finti lavoratori. Nel 2016 si prevede di identificare 500 aziende fittizie con 20 mila falsi lavoratori.
di | 9 maggio 2016

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se non fosse chiaro: hanno avuto ragione i gufi! tutal la "riforma" del lavoro si è dimostrata solo un enorme giroconto, sulle spalle dei giovani e dei precari di ogni età e di qualunque settore (pubblico e privato),  dalle tasche dei contribuenti (soprattutto i contributi dei lavoratori..uno dei tanti bancomat delle maggioranze che in questi anni si sono succeduti) a quelle degli imprenditori....  i risultati erano sotto gli occhi di tutti e ora c'è la conferma!

lunedì 9 maggio 2016

L'Italia che fu, protagonisti: Aldo Moro

« Per quanto si sia turbati, bisogna guardare al nucleo essenziale di verità, al modo di essere della nostra società, che preannuncia soprattutto una nuova persona più ricca di vita e più consapevole dei propri diritti. Governare significa fare tante singole cose importanti ed attese, ma nel profondo vuol dire promuovere una nuova condizione umana. » (Aldo Moro, Relazione al XII Congresso della Democrazia Cristiana, Roma, 9 giugno 1973)
Uno dei giganti della politica italiana: non un santo ma un realista, un politico che si rendeva conto che questo paese poteva diventare quello che in tanti, anche fuori dall'Italia, volevano evitare a tutti i costi che diventasse...... Argentina, Cile, ecc. tutti esempi di un laboratorio sociologico dove i popoli cercavano una via che altri (a Washington soprattutto ma anche mosca ci metteva spesso il becco) volevano impedire che prendesse. Il problema era, per il nostro paese, che era un paese di confine e che vedeva nel proprio corpo sociale la presenza del più forte, e del più socialdemocratico, Partito Comunista d'occidente con una forte presenza sociale, quasi una comunità, e una presenza politica altrettanto incisiva: al punto da, in nome del 'realismo togliattiano', accettare la 'conventio ad excludendum' ritagliandosi per se un ruolo di perenne opposizione, con alcune forme di mdello di governo in alcune regioni del centro del paese (cone sappiamo oggi con molti chiaroscuri), dalla quale condizionare il governo e le sue politiche forte di due punti fermi: essere sempre una valida alternativa e (anche grazie alla presenza del blocco di varsavia) fare da ponte e da pontiere con quelle spinte troppo forti verso un irrealizzabile 'socialismo di stampo marxista-leninista' che ad altro non avrebbe portato che a un golpe di stampo sudamericano. Moro, come Berlinguer, queste cose le sapeva eccome, e le temeva: ecco perchè si rese conto che doveva portare nell'ambito 'democratico (leggi occidentale)' - come aveva già fatto per il PSI -  questo partito non in quanto partito ma in quanto rappresentante di milioni di persone, di italiani che aspiravano ad altro, a un paese migliore. Ecco perchè espresse due 'disaccordi':
  • Disaccordo degli Usa: l'ingresso al governo di persone che avevano stretti contatti con il partito comunista sovietico avrebbe consentito loro di venire a conoscenza, in piena guerra fredda, di piani militari e di postazioni strategiche supersegrete della Nato. Inoltre, una partecipazione comunista in un paese d'influenza americana sarebbe stata una sconfitta culturale degli Usa nei confronti del resto del mondo, e soprattutto dell'Urss[22];
  • Disaccordo dell'Urss: la partecipazione al governo del PCI sarebbe stata interpretabile come una forma di emancipazione del partito dal controllo sovietico e di avvicinamento autonomo agli USA
All'inizio del 1978 Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana, fu l'esponente politico più importante che ritenne possibile un governo di "solidarietà nazionale", che includesse anche il PCI nella maggioranza, sia pure senza una presenza di ministri comunisti nel governo, in una prima fase. Tale soluzione presentava rischi sul piano della politica internazionale, in quanto non trovava il consenso delle grandi superpotenze mondiali.
Ed ecco perchè fu ucciso: furono le BR, questo dice la storia ufficiale ma come non pensare ai tanti processi sulla sua vicenda e alle tante ricostruzioni che sono state fatte che disegnano uno scenario completamente diverso: dove dietro utili idioti si nascondevano proprio gli 'amici' del paese; gli alleati di sempre; coloro che 'avrebbero fatto capire al popolo quel che loro credevano fosse meglio per esso'; una frase tristemente famosa usata da un eminente americano a proposito dei cileni e anche lì guarda caso poco dopo Allende ci fu un golpe, anzi 'il' golpe per eccellenza fatto dal 'sincero democratico e amico dell'occidente' Pinochet e in Argentina dai colonnelli... per tacere della Grecia. Questa è storia e in nome della stessa storia Moro ha pagato con la vita il suo sogno come anche il nostro paese ha pagato dazio con gli anni del terrorismo, della strategia della tensione e della varie P2: oggi lo sta ancora pagando......
Fonte: wikipedia in corsivo nel post

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