di Andrea Scanzi | 8 dicembre 2016 Il Fatto Quotidiano
E’ ufficiale: Renzi e ultrà renzini sono irrecuperabili. Lo si era intuito da tempo, ma se ne ha adesso pieno contezza. Vi spiego in poche messe perché il discorso frignone – ma tutto sommato caruccio – di domenica notte sia stata la solita buffonata renziana, dopo la quale non c’è stata autocritica alcuna. Solo boria, slogan, supponenza, rosicamento, insulti e deliri.
1. Renzi aveva detto, lui con quell’altra, che avrebbe abbandonato per sempre la politica. Ovviamente non sono stati di parola. Neanche stavolta.
2. Aveva detto di dimettersi e farsi un anno sabbatico (anche due, Matteo: vai tranquillo). Macché: niente. E’ sempre lì.
3. Ha convocato la direzione del Pd, perché “noi siamo democratici”, poi però è arrivato tardi e ha parlato solo lui, vietando il dibattito. Perché “noi siamo democratici”.
4. In tivù continua a mandare rumenta arrogantissima allo stato brado, che ripete che chi ha votato no è idiota e che loro in fondo col 40% hanno vinto. (Vamos)
5. Si è dimesso, e “un Renzi bis mai”, però se glielo chiedono altre due/tre volte – solleticandogli ego e pappagorgia – lui dice sì.
6. Ha perso, però ha vinto.
7. Il governo lo fa solo se ci stanno anche tutti gli altri, così si bruciano insieme e magari gli italiani si dimenticano che da tre anni è più insopportabile di un remix di Neffa. Evidentemente, secondo lui, Salvini ci ha scritto in fronte “Gozi” e Grillo “Nardella”.
8. Il referendum ha visto vincente anche la minoranza dem, che lui continua però a rispettare più o meno come Kohler rispettava la caviglia labile del divino Van Basten.
9. Da due anni perde ogni elezione possibile, dalla Liguria a Roma a Torino passando per la festa nazionale del 4 dicembre, ma lui e i suoi continuano ad atteggiarsi a “stocazzo”. Un po’ come se Nagatomo andasse davanti a Messi e Ronaldo e dicesse loro: “Sukate, ebeti”.
10. L’Italicum che ora ha fretta di cambiare, e che tutti trattano (giustamente) come una schifezza inaudita, non l’hanno fatto lo Spirito Santo, Rovazzi o Peter Gomez: l’ha fatto Renzi. Spacciandolo, finché ha potuto, come il Sol dell’Avvenire. E’ sempre lui: un venditore di Duna color fava spacciate per Porsche fiammanti.
10bis. Renzi e i suoi l’hanno presa così bene che, in confronto, gli americani dopo Pearl Harbor si mostrarono gandhiani.
il resto su: Il Fatto Quotidiano
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Il resto dell'articolo è anche meglio....
Aggiungo solo oggi alcuni cosiddetti commentatori facvano il parallelo fra il nostro e Cameron: ci pensate? Non è che l'inglese sia un gigante della politica!!! Anzi denza i soldi di paparino starebbe benissimo dietro un bancone di un Mac... ma così va. Tornando a noi però Cameron si è RITIRATO dal governo, il nostro NO! Questa è la, non piccola, differenza!
Buon weekend
1. Renzi aveva detto, lui con quell’altra, che avrebbe abbandonato per sempre la politica. Ovviamente non sono stati di parola. Neanche stavolta.
2. Aveva detto di dimettersi e farsi un anno sabbatico (anche due, Matteo: vai tranquillo). Macché: niente. E’ sempre lì.
3. Ha convocato la direzione del Pd, perché “noi siamo democratici”, poi però è arrivato tardi e ha parlato solo lui, vietando il dibattito. Perché “noi siamo democratici”.
4. In tivù continua a mandare rumenta arrogantissima allo stato brado, che ripete che chi ha votato no è idiota e che loro in fondo col 40% hanno vinto. (Vamos)
5. Si è dimesso, e “un Renzi bis mai”, però se glielo chiedono altre due/tre volte – solleticandogli ego e pappagorgia – lui dice sì.
6. Ha perso, però ha vinto.
7. Il governo lo fa solo se ci stanno anche tutti gli altri, così si bruciano insieme e magari gli italiani si dimenticano che da tre anni è più insopportabile di un remix di Neffa. Evidentemente, secondo lui, Salvini ci ha scritto in fronte “Gozi” e Grillo “Nardella”.
8. Il referendum ha visto vincente anche la minoranza dem, che lui continua però a rispettare più o meno come Kohler rispettava la caviglia labile del divino Van Basten.
9. Da due anni perde ogni elezione possibile, dalla Liguria a Roma a Torino passando per la festa nazionale del 4 dicembre, ma lui e i suoi continuano ad atteggiarsi a “stocazzo”. Un po’ come se Nagatomo andasse davanti a Messi e Ronaldo e dicesse loro: “Sukate, ebeti”.
10. L’Italicum che ora ha fretta di cambiare, e che tutti trattano (giustamente) come una schifezza inaudita, non l’hanno fatto lo Spirito Santo, Rovazzi o Peter Gomez: l’ha fatto Renzi. Spacciandolo, finché ha potuto, come il Sol dell’Avvenire. E’ sempre lui: un venditore di Duna color fava spacciate per Porsche fiammanti.
10bis. Renzi e i suoi l’hanno presa così bene che, in confronto, gli americani dopo Pearl Harbor si mostrarono gandhiani.
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Aggiungo solo oggi alcuni cosiddetti commentatori facvano il parallelo fra il nostro e Cameron: ci pensate? Non è che l'inglese sia un gigante della politica!!! Anzi denza i soldi di paparino starebbe benissimo dietro un bancone di un Mac... ma così va. Tornando a noi però Cameron si è RITIRATO dal governo, il nostro NO! Questa è la, non piccola, differenza!
Buon weekend