ho letto sul Fatto Quotidiano del 26/6/2013, pagina 14, la recensione
di Cannavò di questo saggio ... e mi ha fatto uno strano effetto, di
straniamento: vi spiego perché, se volete, naturalmente.
Al mondo
ci sono tre sistemi connessi e integrati fortemente fra loro: il
liberismo socialista cinese; il turbocapitalismo liberista occidentale e
... il capitalismo di "transizione" dei Brics, in particolare del
Brasile che è preso a modello dagli autori del saggio e la tesi del
saggio è che "per capire dove e come siamo finiti si devono guardare i
tre paesi modello di cui sopra, in particolare il Brasile perchè a detta
loro è .. il futuro o meglio il suo modello salverà l'economia del
futuro: da essa partono per dimostrarla con dati e successi ottenuti,
soprattutto sotto Lula, da questo paese sudamericano. In linea teorica,
guardando solo alle statistiche e all'econometria liberista, hanno
ragione: povertà diminuita; crescita quasi a doppia cifra; ricchezze
naturali da sfruttare a mani basse; occupazione in crescita; ecc.
ecc.... rispetto a noi un paradiso; ma lo è davvero? E allora come mai è
esplosa la rivolta contro le grandi opere "sportive" e come mai,
allora, la gente, a centinaia di migliaia, accusa la Presidenta di non
fare proprio quelle cose per cui questo paese viene portato ad esempio?
Quindi
dov'è la verità? Probabilmente, come sempre nella società odierna, non
c'è una verità ma tante: c'è quella ufficiale dei dati che fa di questo
paese una vera potenza economica del presente e soprattutto del futuro;
c'è la verità delle accuse che i dimostranti fanno al governo che, nelle
stesse materie, imputano allo stesso proprio quella "disattenzione" ai
temi sociali tanto decantati; c'è la verità, infine ma non ultima, dei
video e delle news che fanno di questo paese non solo uno dei più
violenti al mondo ma anche di essere .... come l'italia ossia che interi
pezzi del proprio territorio sono controllati da bande criminali
organizzatissime e profondamente radicate nel territorio e lo Stato se
vuole entrarvi deve letteralmente combattere metro quadrato per metro
quadrato ...... insomma la povertà c'è eccome e, pur se ridotta, è
ancora un tratto distintivo della società .... di questa società
portataci a modello del futuro, il Brasile.
Allora come mai
dedicare un saggio ad un paese dai così forti contrasti e portarcelo ad
esempio? E' vero che siamo nei guai, non proprio per completa colpa
nostra, e che siamo ai margini di un colossale default che sarà il
prodromo, o la conseguenza prima, della tempesta perfetta che si sta
preparando nell'economia del pianeta e che farà impallidire quelle che
le hanno precedute (se ricordate ne parla in un post precedente citando
un articolo di Loretta Napoleoni)... e, dicevo, è vero che così
inguaiati va bene tutto: ma perchè portarci un modello che sta rivelando
pecche come le nostre se non peggiori? Siamo così a corto di idee o
cosa?
Il vero punto é sempre lo stesso: finchè continueremo a
raginare in termini di sistema, questo sistema (basato sul debito e
sulla riserva frazionaria) non ne usciremo perchè a fronte degli
interessi enormi di una infima minoranza c'è la gran massa che ne paga
lo scotto con gli interessi: il tutto condito da un ceto politico
connivente con l'infima minoranza che a tutto pensa tranne che a fare
gli interessi della maggioranza.
Non sto a dirvi che Karletto M.
aveva ragione: perchè l'aveva quando sosteneva che il saggio di profitto
tendendo allo zero costringeva i capitalisti a ridurre i costi, in
primis quello del lavoro aggiungo io, per raggiungere gli obiettivi che
si sono prefissati, ossia fare soldi...
...e non sto nemmeno a dirvi
che Keynes aveva ragione quando sosteneva che in tempi di crisi lo
Stato doveva pompare soldi nell'economia, non alle banche ma proprio
nell'economia, anche assumendo direttamente personale ed aziende in
crisi per risollevare il mercato e farlo tornare a crescere ...
nemmeno voglio citare Schumpeter o Krugman, è inutile, siamo italiani no?
non sto a dirvelo, ma.... é così
L'unica
vera strada è: ragionare fuori da questo sistema, uscirne, anche
traumaticamente, ma uscirne e al più presto, altrimenti altro che
Brasile... rischiamo di ritrovarci con qualche eurocrate, eil suo servo
nostrano, che dice anche come, perchè e quando dobbiamo andare in
bagno.... e quanta carta usare