Ok, dal post precedente sono emerse due cose:
- Keynes é la
scelta ritenuta migliore non solo perché ha avuto successo in precedenza
ma soprattutto perché ha dimostrato di saper leggere la realtà
circostante ...... é una scelta che condivido fra le altre cose.
- che,
nessuno lo dice ma scegliendo Keynes é la conseguenza logica dei
commenti, il liberismo, meglio detto liberalismo economica, é "il male"
perché é andato oltre gli stessi intenti dei suoi ideologi dato che si é
configurato nel tempo come una ideologia vera e propria (già questo
farebbe inorridire i veri liberali) e per di più intollerante verso i
dissensi, che pur ci sono all'interno proprio del pensiero liberale
moderno (penso a Krugman, premio nobel dell'economia), che sono
aumentati in qualità enumero quando si é dimostrato a di là di ogni
ragionevole dubbio che la ricetta "liberista" ha miseramente fallito: e
non da ora ma fin da quando é stata applicata.. più o meno nei paesi del
terzo mondo dal 1950 a oggi in europa. quella che la tiene su ora é la
comunanza di poteri e interessi intrecciati, nient'altro e non é poca
cosa perché, anche se numericamente pochi, hanno nelle proprie mani un
potere enorme capace di far fallire intere nazioni in un solo giorno con
una sola piccola scommessa, cosa che ritengo criminale ma che i ceti
dirigenti non osano nemmeno pensare di contrastare, anzi vi si alleano
ben sapendo che senza quei soldi il loro é solo un castello di carta.
ora
dirò la mia... tutte le ricette sono buone se i presupposti ideologici,
econometrici siano corretti (ad esempio, lo scrissi in un precedente
post, il FMI ha riconosciuto che tutte le proprie ricette sono sbagliate
anche se nonoostante questo riconoscere che la parte econometrica era
semplicemente errata loro continueranno ad applicarla.. non so se
ricordate) e che la variabile "umana" collabori o sia costretta a farlo:
e ciò non avviene quasi mai perché se da un lato aumenta il benessere e
la ricchezza dall'altro aumentano povertà e frustrazione perché la
quantità di ricchezza é limitata non infinita come si dice e si fa
credere ai noi comuni mrtali con l'idea della perenne crescita unita
all'ascensore sociale.
Io credo abbiate capito che non sono un
liberale, anzi, ma con il tempo e la lettura ho potuto comprendere che
in tutte le idee politiche ed economiche ci sono diverse visioni... noi
le chiamiamo correnti di pensiero: ce ne sono nel marxismo, tutte o
quasi degeneri, come nel liberalismo le diverse sensibilità danno il via
a diversi percorsi; uno di questi é quello di Keynes che riuscì a
coniugare il principio liberale con l'economia ma soprattutto riuscì a
non rinchiudersi in una stanza grigia di qualche università ma comprese
che senza il fattore "K (le aspettative della gente comune)" nulla
avrebbe potuto funzionare, nemmeno la sua ricetta..... perché Keynes
aveva compreso una lezione di un altro grande pensatore liberale,
Isaiah Berlin (forse il maggior pensatore liberale del '900 checché ne dicano le mezze tacche neoliberiste), ossia che solo il pensiero "
plurale" poteva avere effetti positivi nelle società: cosa é?
Il
credere nella molteplicità di concetti, ugualmente validi se pur a
volte reciprocamente incompatibili, sul come vivere evitando di imporre
all'umanità una immagine onnicomprensiva della realtà; in
pratica cari neoliberisti: siete condannati alla perdizione nell'inferno
liberale perché avete imposto un pensiero unico a noi tutti in nome di
una fece cieca nel mercato usato come una religione e per giunta
oltranzista ..... ossia avete fatto lo stesso dei paesi che si
richiamavano al pensiero marxista, vostri nemici giurati, che
presupponevano un interpretazione autentica dell'autore cui si
richiamavano senza saperlo nemmeno leggere davvero, ed infatti quei
regimi sono crollati miseramente così come i regimi che si basano sulle
vostre "misurazioni" crolleranno miseramente ..... non importa quanto
tempo ci vorrà, ma crolleranno.
Sarà un caso che non si sente parlare di questo gigante del pensiero liberale nel mondo occidentale?
Sarà
perché Berlin vedeva come il toro vede un drappo rosso lo sconfinare
del liberalismo nell'economia e quest'ultima nella politica che oggi é
stato messo nel dimenticatoio... a chi era scomodo?
Sarà per
questo che i liberisti sono teorici del pensiero unico e breve mentre i
padri del liberalismo perdevano intere vite a spiegare che un tal modo
di vedere era, come dire, di "corte vedute" perché limitava l'essere
umano?
Se davvero ne vogliamo uscire da questo pantano ideologico
credo fermamente, pur non essendo io un liberale, che bisognerebbe che
questa corrente di pensatori (come Keynes, Berlin, ecc.) sia rivalutata
perché avevano una capacità unica: capirono che gli esseri umani non
sono "monisti" ossia non si conformano mai troppo a lungo a un solo
sentiero di pensiero e di azione, ma ...... variano e questo variare ne
ha decretato il successo evolutivo.