venerdì 1 febbraio 2013

I derivati spiegati a un .... bambino

Per il week end, e se ne avete voglia, vi lascio con questa clip di riflessione esplicativa di quelli che sono gli strumenti principe della finanza del XXI secolo: i derivati. Pedestremente sono una scommessa, né più ne meno, come quella dei giochi: se si verifica una certa situazione si vince, solo che non abbiamo a che fare con un limitato numero di possibilità, ma con l'intero pianeta: puoi scommettere su qualunque cosa ma l'unica veramente che ci guadagna ... é chi te lo vende, semplice semplice vero? Se poi chi te lo vende vuole, come dire, forzare la cosa stipula un contratto di assicurazione, i Credit default Swap, con il quale dice: ok lancio la scommessa ma faccio presente che chi la fa "non ha le carte in regola"..... il che significa "attenzione che non ha soldi"; con quali risultati? Che gli altri sanno e che vengono a essere mutate le condizioni iniziali e potere starne certi che voi, pagherete e con gli interessi; ha ragione Tinti oggi sul Fatto quotidiano quando dice che gli Stati dovrebbero non assecondare ossia che "vuoi farlo? noi, comunità pubblica, non ti copriamo e ve la vedete fra di voi.. " non é così purtroppo, afferma l'articolista, perché proprio i ceti dirigenti sono parte del gioco e spingono per farli sottoscrivere rifiutandosi di emanare leggi in materia (anche il nostro governo attuale, come quelli precedenti, ha introdotto regole come la tobin tax ma si é ben guardato dal colpire proprio i derivati) favorendone la circolazione...
ok non sto a prolungare l'agonia
Buona week end e se potete ascoltatelo

 buon ascolto

giovedì 31 gennaio 2013

e se prendessero lezioni dalla storia....

Ok, dal post precedente sono emerse due cose:
  1. Keynes é la scelta ritenuta migliore non solo perché ha avuto successo in precedenza ma soprattutto perché ha dimostrato di saper leggere la realtà circostante ...... é una scelta che condivido fra le altre cose.
  2. che, nessuno lo dice ma scegliendo Keynes é la conseguenza logica dei commenti, il liberismo, meglio detto liberalismo economica, é "il male" perché é andato oltre gli stessi intenti dei suoi ideologi dato che si é configurato nel tempo come una ideologia vera e propria (già questo farebbe inorridire i veri liberali) e per di più intollerante verso i dissensi, che pur ci sono all'interno proprio del pensiero liberale moderno (penso a Krugman, premio nobel dell'economia), che sono aumentati in qualità enumero quando si é dimostrato a di là di ogni ragionevole dubbio che la ricetta "liberista" ha miseramente fallito: e non da ora ma fin da quando é stata applicata.. più o meno nei paesi del terzo mondo dal 1950  a oggi in europa. quella che la tiene su ora é la comunanza di poteri e interessi intrecciati, nient'altro e non é poca cosa perché, anche se numericamente pochi, hanno nelle proprie mani un potere enorme capace di far fallire intere nazioni in un solo giorno con una sola piccola scommessa, cosa che ritengo criminale ma che i ceti dirigenti non osano nemmeno pensare di contrastare, anzi vi si alleano ben sapendo che senza quei soldi il loro é solo un castello di carta.
ora dirò la mia... tutte le ricette sono buone se i presupposti ideologici, econometrici  siano corretti (ad esempio, lo scrissi in un precedente post, il FMI ha riconosciuto che tutte le proprie ricette sono sbagliate anche se nonoostante questo riconoscere che la parte econometrica era semplicemente errata loro continueranno ad applicarla.. non so se ricordate) e che la variabile "umana" collabori o sia costretta a farlo: e ciò non avviene quasi mai perché se da un lato aumenta il benessere e la ricchezza dall'altro aumentano povertà e frustrazione perché la quantità di ricchezza é limitata non infinita come si dice e si fa credere ai noi comuni mrtali con l'idea della perenne crescita unita all'ascensore sociale.
Io credo abbiate capito che non sono un liberale, anzi, ma con il tempo  e la lettura ho potuto comprendere che in tutte le idee politiche ed economiche ci sono diverse visioni... noi le chiamiamo correnti di pensiero: ce ne sono nel marxismo, tutte o quasi degeneri, come nel liberalismo le diverse sensibilità danno il via a diversi percorsi; uno di questi é quello di Keynes che riuscì a coniugare il principio liberale con l'economia ma soprattutto riuscì a non rinchiudersi in una stanza grigia di qualche università ma comprese che senza il fattore "K (le aspettative della gente comune)" nulla avrebbe potuto funzionare, nemmeno la sua ricetta..... perché Keynes aveva compreso una lezione di un altro grande pensatore liberale, Isaiah Berlin (forse il maggior pensatore liberale del '900 checché ne dicano le mezze tacche neoliberiste),  ossia che solo il pensiero "plurale" poteva avere effetti positivi nelle società: cosa é? Il credere nella molteplicità di concetti, ugualmente validi se pur a volte reciprocamente incompatibili, sul come vivere evitando di imporre all'umanità una immagine onnicomprensiva della realtà; in pratica cari neoliberisti: siete condannati alla perdizione nell'inferno liberale perché avete imposto un pensiero unico a noi tutti in nome di una fece cieca nel mercato usato come una religione e per giunta oltranzista ..... ossia avete fatto lo stesso dei paesi che si richiamavano al pensiero marxista, vostri nemici giurati, che presupponevano un interpretazione autentica dell'autore cui si richiamavano senza saperlo nemmeno leggere davvero, ed infatti quei regimi sono crollati miseramente  così come i regimi che si basano sulle vostre "misurazioni" crolleranno miseramente ..... non importa quanto tempo ci vorrà, ma crolleranno.
Sarà un caso che non si sente parlare di questo gigante del pensiero liberale nel mondo occidentale?
Sarà perché Berlin vedeva come il toro vede un drappo rosso lo sconfinare del liberalismo nell'economia e quest'ultima nella politica che oggi é stato messo nel dimenticatoio... a chi era scomodo?
Sarà per questo che i liberisti sono teorici del pensiero unico e breve mentre i padri del liberalismo perdevano intere vite a spiegare che un tal modo di vedere era, come dire, di "corte vedute" perché limitava l'essere umano?
Se davvero ne vogliamo uscire da questo pantano ideologico credo fermamente, pur non essendo io un liberale, che bisognerebbe che questa corrente di pensatori (come Keynes, Berlin, ecc.) sia rivalutata perché avevano una capacità unica: capirono che gli esseri umani non sono "monisti" ossia non si conformano mai troppo a lungo a un solo sentiero di pensiero e di azione, ma ...... variano e questo variare ne ha decretato il successo evolutivo.

mercoledì 30 gennaio 2013

la bancarotta del mercato

Nonostante le tante rassicurazioni date, la guerra fra valute, che é solo una parte (seppur rilevante) della più generale guerra tutta "finanziaria" che dal 2007 sconvolge il pianeta, continua..... i paesi che contano (Cina, Giappone, USA, GB, ecc.) continuano a giocare in proprio: stampano moneta svalutandola. Ciò comporta .... cosa? Che le esportazioni migliorano e di droga la domanda estera in attesa che quella interna riprenda grazie al pompaggio della moneta nazionale, seppur svalutata, all'interno del paese. Se l'azione fosse concertata tutti ne guadagneremmo ma dato che siamo in una società di mercato dove il singolo, non conta se sia l'individuo o uno stato, agisce per i propri interessi il risultato é lo.. spencerismo ossia la selezione del più forte a scapito del più debole che soccombe, si badi bene: non perde ma soccombe proprio, muore. Da Adam Smith in poi tutto era previsto: il laissez faire é esattamente questo, null'altro; hanno voglia a dire che esiste una equazione "democrazia=mercato" perché é una contraddizione stridente dato che non ci può essere un mercato dove tutti decidono collaborativamente perché non é un mercato, anzi sarebbe un "collettivo"  cosa questa che é vista come demoniaca dai sacerdoti del liberismo.....che presuppone esattamente il contrario con la regola che il soccombente, indivuduo o impresa o stato che sia, sparisce dalla scena o si "ristruttura" tagliando quello che non é essenziale.... cosa che stanno puntualmente facendo, in europa (italia compresa) che é il soccombente in questa guerra!!
Detto quanto sopra ora vorrei che leggeste questo divertissement di Salvatore Cannavò pubblicata sul fatto del 30/1/2013 che qui vi riproduco pari pari riprendendolo dal blog "spogli":
il Fatto 30.1.13
Se Marx e Keynes vanno a Davos
di Salvatore Cannavò


Il giornale inglese, The Guardian, si è divertito a immaginare un dibattito di eccezione, al vertice di Davos, con un panel immaginario composto dal meglio del pensiero economico del Novecento. Karl Marx, John Maynard Keynes, Milton Friedman e Fritz Schumacher riuniti attorno a un tavolo, tra le montagne svizzere rifugio del simposio internazionale, e coordinati dall'elegante Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale. Quattro diverse impostazioni economiche, quattro diverse visioni della politica e della società: da quella comunista a quella ultra-liberale, dal riformismo temperato all’ambientalismo visionario, incaricate di offrire una soluzione alla crisi globale. Si tratta di un gioco, ovviamente, ideato da Larry Elliott, capo economista di the Guardian, dove lavora dal 1988, e in cui i protagonisti vengono messi a proprio agio nello snocciolare le loro idee di fondo, quelle decisive.
E COSÌ apre le danze Karl Marx che tuona nella sua denuncia: “La classe capitalista riunita a Davos sembra incapace di riconoscere che le crisi sono inevitabili in un'economia globalizzata. C'è una tendenza a sovra-investire, a sovra-produrre e, quindi, a provocare una caduta del tasso di profitto, che, come sempre, i padroni hanno cercato di contenere tagliando i salari e creando un esercito di riserva del lavoro”. Lagarde lo guarda preoccupata: “È un’analisi cupa, Karl, i salari stanno crescendo abbastanza velocemente in alcune zone del mondo, come la Cina”. Ma Marx non demorde e spiega che “è vero che le economie dei mercati emergenti stanno crescendo rapidamente ma nel tempo anche loro saranno colpiti dagli stessi fenomeni”. Lagarde non appare convinta ma concorda comunque su un punto: la diseguaglianza è una minaccia. Quindi cede la parola al più “malleabile” Keynes, l’ispiratore della risposta americana, il New Deal, alla Grande crisi del 1929. “Pensi anche tu, Maynard, che le cose siano così sconfortanti come dice Karl? ” chiede la francese. “No, io non lo credo Christine”, risponde Keynes. “Io penso che il problema sia serio ma risolvibile. L’ultima volta in cui ci siamo trovati ad affrontare una crisi di tale portata abbiamo risposto con un allentamento della politica monetaria e con l’utilizzo di lavori pubblici per aggregare la domanda”. Keynes rimprovera agli attuali governi del mondo di non rispettare “l’equilibrio tra politica fiscale e monetaria” mentre “il settore finanziario resta largamente non riformato e la domanda aggregata è debole perché i lavoratori non ricevono un’adeguata porzione dei guadagni di produttività”. “L’economia è ferma al passato – è l’impietosa sentenza - come se la fisica non si fosse mossa dai tempi di Keplero”. IDEE RIBADITE, e rilanciate oggi dai suoi seguaci, come Paul Krugman anche se con scarso successo. Ma, nel nostro dibattito, è difficile che il liberista Milton Friedman, padre della “scuola di Chicago”, possa convenire con tale impostazione, come sottolinea senza esitazioni la stessa Lagarde. Friedman, “a differenza di Maynard” sostiene di non poter sostenere “misure che rafforzino il potere di contrattazione dei sindacati” e si considera per nulla appassionato “di lavori pubblici come risposta al crollo economico”. Però, spiega, “sosterrei certamente quello che Ben Bernanke (il presidente della banca centrale Usa, la Fed, ndr.) ha fatto con la politica monetaria negli Usa e sosterrei iniziative anche più drastiche se si rivelassero necessarie”. ”Ad esempio? ”, chiede Lagarde. “In circostanze estreme vorrei favorire politiche che annacquino la distinzione tra politica monetaria e fiscale. E' questo che intendo quando dico che bisogna lanciare gocce di denaro nell'economia”.
Infine è la volta di Fritz Shumacher, l'autore di “Piccolo è bello” (1973) che potrebbe essere annoverato tra gli ispiratori della teoria della “de-crescita”. “Sono molto turbato dal modo in cui il dibattito è andato avanti” risponde a Lagarde. “C’è un'ossessione per la crescita a tutti i costi, a prescindere dai costi ambientali. È spaventoso che così poca attenzione sia stata dedicata al riscaldamento globale, ed è quasi criminale la negligenza dei governi a non utilizzare tassi di interesse super-bassi per investire nelle tecnologie verdi. Come in passato, le recessioni hanno collocato le questioni ecologiche in fondo all'agenda politica. Quando le cose vanno bene i politici si dicono in favore dello sviluppo sostenibile ma gli impegni vengono dimenticati non appena la disoccupazione torna a crescere. Siamo all’economia del manicomio” conclude Shumacher.
L’ultima parola spetta a Keynes che si dice sostanzialmente d’accordo: “Se dovessi consigliare Roosevelt oggi, farei appello a un “New Deal verde”. Trovo difficile immaginare un mondo senza crescita ma Fritz ha ragione, abbiamo bisogno di una crescita più intelligente e più pulita. Come tu stessa hai detto la scorsa settimana, Christine, se continuiamo con questo ritmo, la prossima generazione sarà “tostata, arrostita, fritta e alla griglia”. Detto da Keynes, è più di una profezia.

Sarebbe bello un confronto del genere, vero? Soprattutto se fosse tenuto nel tempio "legale" di un gruppo di potere come l'aspen institute emanazione di quella lobby internazionale che va sotto il nome di "trilaterale" di cui accennai qualche post fa.... se ricordate

martedì 29 gennaio 2013

Elezioni: chi la spara più grossa?

ehh . si vede che siamo prossimi alle elezioni, si vede proprio:
  1. c'é chi ulula alla luna;
  2. chi promette di tagliare le tasse (dopo averle aumentate di un bel pò senza peraltro intaccare minimamente il cancro dell'evasione) se eletto ed é lo stesso che aiuta le banche in crisi anziché farle fallire e chiedere di perseguire chi le ha rovinate;
  3. chi cerca disperatamente di recuperare qualche punto nella speranza di riuscire a condizionare il dopo pro domo propria (ha qualche problemuccio ... da sempre);
  4. chi sa di essere in vantaggio ma fa parte di un qualcosa pieno di impresentabili a vario titolo e ogni tanto gliene scoppia una in mano ed é costretto a correre ai ripari;
  5. chi é un outsider ma ha toppato nel momento topico e quindi si trova nella spiacevole condizione di essere impallinato a ogni pié sospinto soprattutto perché non é più un bersaglio mobile ma é stato perfettamente inquadrato nell'obiettivo ben sapendo che anche lui ha dovuto ingoiare bocconi amarissimi con .... gli italiani malati di protagonismo e affamati di notorietà ma soprattutto non ha saputo prevedere che se vivi sotto i riflettori qualcuno rimane abbagliato.. o si fa abbagliare volontariamente;
  6. chi é presentabilissimo ma ha dietro di sé dei cespugli che sono dei veri e propri zombie riciclati che non hanno capito che i tempi son cambiati con la caduta del muro di berlino e che non é più tempo di ... menate
.. insomma: un vero ginepraio, una ammuina dove tutto é caotico e in continua evoluzione oops involuzione verso il grande fiume partitocratico dove a perdere comunque saranno i soliti e a rimanere frustrati saranno la maggioranza dei cittadini che in qualche modo votando per i meno peggio o per gli outsider, ce ne sono due, hanno sperato di un cambio non dico di rotta ma di ... canale televisivo solo dopo scoprendo che invece quello che vedono non  il film ma il quarto d'ora di pubblicità ... elettorale, senza capire che pur sempre di pubblicità si tratta.
Credo che quel 35% di astensioni, schede bianche, nulle, annullate sia destinato ad aumentare soprattutto se si rivota a dicembre/gennaio del prossimo anno...

lunedì 28 gennaio 2013

Fu un missile.....

Ustica, 27/6/1980: il DC9 fu .... abbattuto da un missile, chi lo dice? Non il solito allarmista comunista ma la Cassazione in sede civile stabilendo che lo Stato dovrà risarcire i danni e tutto il resto; é la parola fine? No perché le indagini sono ancora in corso ma in stallo perché le rogatorie internazionali sono ferme, inspiegabilmente ferme.. bé proprio inspiegabilmente non direi perché la storia é nota ed é nota a tutti: solo che manca la verità ufficiale: sarà dura che arrivi perché significherebbe dover ammettere che quella notte ci fu un atto di guerra, vista dal punto di vista "ufficiale", o un atto di terrorismo di stato se la vediamo dal punto di vista, come dire, non "ufficiale ma probabilmente vero.
Non sto qui a rifarvi la storia perché la potete leggere, se non la doveste conoscere, sul link a wikipedia; quello che mi preme qui sottolineare, e lo dico senza tanti giri di parole, é come fa uno Stato a coprire degli assassini per la semplice ragione della "necessità della politica internazionale" che tradotto significa che le nostre autorità, politiche e militari, sanno benissimo chi é stato ma perché erano, e sono, inquadrate in un quadro di rapporti internazionali hanno girato la faccia dall'altra parte facendo finta di non vedere, sentire, parlare cancellando tutto il possibile (ben coadiuvati dagli alleati che hanno avuto lo stesso atteggiamento in questi anni), sostenendo verità di comodo, e quant'altro servesse a che la verità mai emergesse così com'era..... si dirà: la solita storia italiana, solo uno scheletro nell'armadio (l'ennesimo), di doppiezza bizantina che ci rende inaffidabili e di serie B rispetto agli altri; mi chiedo se fosse capitato altrove cosa sarebbe accaduto; forse la stessa cosa forse no ma prima o poi tutto sarebbe emerso, qui no evidentemente.
La stessa reazione degli italiani é significativa: infatti é stata pari a zero... così come l'ufficialità; tutto é passata nel profluvio di informazioni, dichiarazioni, ecc. senza che ci si concentrasse su questa news che rappresenta un oscura storia di cui vergognarsi; anche perché il sistema messo su negli anni della guerra fredda (fatto di ricatti, doppiezze, uso spregiudicato di utili idioti, ecc.) tiene ancora tutto su perché semmai dovesse cedere un pezzo...... l'italia si riscoprirebeb non il "belpaese" ma ....... un paese dove da tempo immemore poteri e contropoteri, pur in guerra fra loro, hanno tutto l'interesse a che altri non ci mettano il naso in cose che non devono riguardarli ma di cui patiranno tutte le conseguenze presenti e future.....
Che paese, vero?
Andatene fieri perché ve lo ripeteranno almeno dieci volte al giorno a quale paese appartenete e perché dovreste (...) andarne "orgogliosi": quello che non vi diranno mai e cosa c'é dietro la patina costruita negli anni, sta a voi scoprirlo naturalmente... sempreché naturalmente vogliate saperlo e non nascondere la testa sotto la sabbia: come fatto ad esempio ai tepi delle deportazioni degli ebrei, dei comunisti, degli zingari, ecc.. oppure con la strategia della tensione che puntava a una svolta autoritaria per fermare l'orda comunista: e si potrebbe continuare.....

domenica 27 gennaio 2013

le memorie dimenticate...

era il giorno della memoria, ma in realtà di olocausti ce ne sono tanti da ricordare, ecco alcuni esempi:
Arcipelago Gulag (la repressione degli oppositori in Unione Sovietica)

Le vittime italiane dei lager di Tito (link al sito dei giovani delle Acli)

Jugoslavia: la ferita d' Europa (dossier Cnn Italia)

Lo sterminio degli Armeni (1915-1918) a cura di Alberto Rosselli

I Curdi, un popolo dimenticato

Tibet

Il genocidio degli Indiani d' America

Pol Pot, i khmer rossi e il genocidio dei cambogiani

Cambogia

Rwanda

Australia

Sikh

Sudan

Ucraina

così a mente.
Ma, mi chiedo, se a stento e con revisionismi ne ricordiamo uno e uno soltanto come si farà ad evitarne in futuro?


questo mi sembra un buon inizio, vi pare?

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