Di Monica Di Sisto*
Nei giorni del G7 di Taormina, politici e celebrities italiane hanno fatto a gara per farsi fotografare o portare a casa un
souvenir del passaggio nel
bel Paese del decorativo premier canadese
Justin Trudeau. Bel faccino, parole accattivanti, compiacenti al punto da dirsi “
femminista”
in un incontro alla Camera dei deputati in cui la maggior parte
dell’audience era femminile, inclusa la padrona di casa, la presidente
della Camera
Laura Boldrini.
Il giorno prima
dell’incontro, però, la presidente si è vista recapitare, tra l’altro
dalle dirette mani dalla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso
e del presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo,
una lettera sottoscritta da alcune importanti organizzazioni nazionali per chiedere, a lei come al presidente del Senato
Pietro Grasso, e a tutte le parlamentari e i parlamentari italiani di
stoppare la ratifica del Ceta: il trattato di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra Europa e Canada che rischia di danneggiare non soltanto la nostra capacità commerciale, ma il clima e la democrazia stessa in modo molto serio.
Alla vigilia del
G7 ambiente che si terrà a Bologna,
dove tutti puntano il dito contro Trump, il leader statunitense che ha
dichiarato di non voler onorare l’Accordo di Parigi contro i
cambiamenti climatici, se guardiamo bene dietro il sorriso accattivante
di Trudeau troviamo però che non è di un campione del clima che stiamo
parlando.
Come
ha avuto modo di scrivere anche il Guardian un paio di mesi fa,
Trudeau sta spingendo per pompare olio, gas e scavare carbone nel suo
Paese come mai negli ultimi anni. Raccogliendo una vera ovazione a
Houston da una platea di petrolieri, Trudeau ha infatti affermato nel marzo scorso: “Nessuno Paese troverebbe
173 miliardi di barili di petrolio nel terreno e li lascerebbe lì”. Questi 173 miliardi di barili sono in realtà la stima dell’olio recuperabile nelle
sabbie bituminose canadesi che Trudeau vuole
estrarre e immettere nel mercato proprio grazie a
un accordo con Trump, ma che se bruciati, secondo i conti di
Oil change international, genererebbero proprio quel 30% di anidride carbonica necessaria per portarci oltre l’obiettivo di
1.5 gradi centigradi di incremento di temperatura atmosferica che il Canada ha aiutato a stabilire come soglia massima di aumento con l’accordo di Parigi.
E non è questo il solo accordo che Trudeau sta stringendo con Trump
a danno dei diritti e del clima. Molta
parte della revisione dell’area di libero scambio che esiste da oltre
20 anni tra Canada, Usa e Messico, il Nafta, che i leader di Usa e
Canada vogliono
rinegoziare a danno del Messico, mirano
ad accelerare trivellazioni, commercio d’energia e sfruttamenti di
suolo e acque. Purtroppo c’è anche di più: il Ceta, infatti, come il
Ttip, che la Commissione Europea vuole cercare di negoziare ancora con
Trump, nonostante non contenga
nessuna clausola di salvaguardia climatica o ambientale,
rischia di mettere in discussione il principio di precauzione dell’Ue,
che permette alle autorità pubbliche di adottare misure restrittive per
contrastare i potenziali rischi generati dai flussi commerciali per la
salute o per l’ambiente.
Si fa, infatti, riferimento alle
disposizioni della Wto (capitolo
cinque, misure sanitarie e fitosanitarie, l’articolo 5.5 Diritti e
obblighi), che consentono un divieto permanente al commercio solo se vi è
un
consenso scientifico che riconduca il danno a uno specifico prodotto o ingrediente.
In caso di inesattezza o
disaccordo scientifico, si applica al massimo un
divieto temporaneo,
giungendo a un’interpretazione del principio di precauzione molto più
limitata rispetto a quella che prevale di solito all’interno dell’
Ue. È per questo che
la campagna Stop Ttip Italia promuove l’iniziativa Trump o Trudeau? Preferisco vivere, nell’ambito di un
G7 ambiente parallelo
di associazioni e movimenti. L’evento si terrà venerdì 9 giugno a
Bologna dalle ore 15,30 presso le aule Belmeloro dell’università, in via
Belmeloro 14. In quest’occasione presenteremo
il nostro nuovo Rapporto sull’impatto di Ceta, Ttip e liberalizzazioni commerciali su clima e ambiente. Ci vediamo a Bologna!
*Campagna Stop TTIP Italia