giovedì 20 dicembre 2007

Sorpasso spagnolo: un'onta o una salutare doccia fredda?

A titoloni i giornali italiani danno la "ferale" notizia: la Spagna ci ha superato! nella graduatoria virtuosa europea. La domanda sorge spontanea: ma dov'è la notizia? Si vuole forse dare il peso addosso a questo Governo dell'onta? Si vuole contmporaneamente colpire la fantasia del "popolino" (termine non io) per mettere il capro espiatorio unico alla gogna? O si vuole far dimenticare che nella precedente legislatura la crescita italiana è, grazie ad una dissennata politica economica che è stata più finaziaria che economica, vicinoa se non ZERO? E che in realtà la frenata della crescita (e tutto quello che questo significa in termini economici) è stato un lunghissimo processo inziato negli anni 80 dello scorso secolo quando c'era la milano da bere e la industria scopriva le gioie della finanza come valida alternativa (sopratutto dal proprio punto di vista perchè sotto ricatto dei licenziamenti si abbeverava alla mangiatoia di Stato salvo poi "stornare" in tutto o in parte i fondi così ottenuti in investimenti a dir poco dissennati in avventure speculativo/finanziarie) al "sudore" della fronte in fabbrica che significava: rapporti con i sindacati; trattative per i salari ecc. Così accadde che i capitani cominciarono prima a chiudere o vendere le aziende per lanciarsi in altri business e poi, avendo l'attitudine manifatturiera, pretendere che altri facessero qualcosa accusando "terzi" che non producevano più e lo Stato che non finanziava la ricerca e lo sviluppo; e, come se non bastasse, visto che l'evasione esplodeva i margini della tasszione raggiungevano parossismi e vette invalicabili pesando solo su chi effettivamente sgobbava per sbrcare il lunario, avevano ache la faccia tosta di criticare lo strozzamento del'economia. Insomma un gioco di disinformazione tutto teso a spostare su "altro" l'attenzione delle persone (coadiuvati egregiamente dal mainstream mediatico quasi tutto asservito ai salotti buoni) e premendo contemporaneamente, sulla politica perchè si giungesse allo Shock and Awe della società italiana in modo da mettersi alla pari con le tendenze della democrazia di punta occidentale: gli USA delle corporation. Obiettivo finalmente ragiunto all'inizio degli anni 90 dove, sull'onda del thatcherismo e del reaganismo, anche qui abbiamo avuto la shock therapy che ha modernizzato il paese: la svendita del patrimonio pubblico. Fatto questo il resto è storia recente e l'annuncio del sorpasso attuale nient'altro che la conseuenza oltremodo prevedibile di quei processi tendenti a creare l'elitè che ora gestisce lo Stato-bancomat che mal sopporta però vedersi messa di fronte ai propri errori (ma non sono tali perchè erano scelte oculate e precise) cercando ora, anche di fronte all'evidenza, ancora una volta di nascondere, anche a se stessa, la teribile verità: le basi della decadenza attuale hanno radici antiche che se non verranno evirate saranno foriere di ulteriori future sventure e avventure per noi comuni cittadini.............................. Il Governo Prodi ha molte responsabilità ma su questo c'entra come il cavolo a merenda e mi duole dirlo non trovo giusto rovesciare su esso colpe e malesseri antichi come lo Stato stesso!!

Clima: le speranze di Kyoto; il fallimento di Bali

Sono lontani nel tempo e nello spazio i bei propositi di Kyoto quando sembrava che finalmente i Governi volessero dare ascolto ai cittadini più che alle sirene lobbystiche e corporative e si posero le basi per una politica finalmente attenta alle sfide globali che l'ambiente poneva. Anni sono trascorsi; Governi sono cambiati; il mondo è un posto meno sicuro grazie ai Volenterosi di Bush più attento alle esigenze delle industrie inquinanti che ai bisogni dei propri cittadini; ma anche perchè la situazione ambientale si è, nel frattempo, aggravata ancora di più: ora i ghiacci si stanno sciogliendo sul serio e, colpa nostra o no, ci si sarebbe aspettati un cosiddetto "ravvedimento operoso": invece................. NO, miei cari. A Bali è accaduto esattamente l'opposto! Un compromesso al ribasso che non risolve anzi li aggrava i problemi: niente limiti ufficialmente, e universalmente, riconosciuti; note a margine che sarebbero dovute far parte del documento ufficiale che non sono altro che il segno del CHIARO FALLIMENTO del sogno ambientalista di lasciare alle future generazioni un pianeta, non dico maggiormente pulito, ma almeno avviato sulla strada del risanamento. Invece si è scelto, stavolta scientemente, di decidere di farsi del male perchè al di là delle parole cerimoniali ufficiali il fallimento è evidente anche a chi si rifiuta di aprire gli occhi. Nulla delle premesse di partenza è passato e nulla è stato lasciato alla immaginazione: tutto è scritto e tutto lascia poco spazio alle illusioni. Solo quando saranno sotto la pressione delle catastrofi ambientali e climatiche sarà affrontato il prblema del clima e delle conseguenze che porterà nella vita di ogni singolo essere vivente sul pianeta. Per ora quello che conta è il liberismo e la sua folle corsa verso il .............. niente della distruzione della vita in un'orgia economicistica che ha solo l'obiettivo di massimizzare i profitti a scapito delle collettività e dell'ambiente in cui vivono perpetrando, finchè sarà possibile o finchè ci saranno risorse, lo sfruttamento di una infima minoranza sulla stragrande maggioranza di disgraziati che hanno avuto la sfiga di nascere in questi anni. Troppo pessimista? Leggete al link il risultato della Conferenza climatica e qualcuno che ancora voglia di sostenere che non è così dica a se stesso se vuole le ragioni di questo convincimento in maniera oggettiva e se davvero è intenzionato a lasciare ai propri eredi un tale sfregio del pianeta che lo ospita!! E, tanto per cambiare, dulcis in fundo cos'hanno inventato le lobby in attesa del prossimo esaurirsi delle risorse fossili? Una bella rispolveratura del nucleare come panacea dei mali: non è così dato che per quanto possano essere sicuri gli impianti la fissione nucleare è un'animale cui non piace stare in gabbia; e nulla si dice delle scorie radioattive.............. ma quello che manca, salvo rarissime eccezioni, è la progettualità, reale e finanziata, delle fonti alternative (a partire dall'idrogeno) e l'indivisuazione di appositi strumenti, anche fiscali (non si parla più della Tobin tax), che facendo pagare alle industrie inquinanti il costo dei danni che causano spinga le stesse e le nascenti industrie meno inquinanti a riciclarsi in altre produzioni più attente a quanto c'è intorno: con Kyoto è stata persa un'occasione irripetibile; con Bali è stato confermato che finchè il liberismo sarà il sistema principe su cui si basano le economie nulla potrà mai seriamente essere pensato e creato per cambiare la direzione, o almeno frenare, il treno "climatico" impazzito...

DL Sicurezza: un'altro buco nell'acqua

Voluto da Veltroni sull'onda dell'emozione della donna uccisa dal rumeno a Roma e imposto al Governo; usato dalla cosiddetta sinistra per "infilarci" la norma per il reato di omofobia (con un'errore madornale di cui si sono accorti gli ex DC e la Chiesa nei fatti imponendone l'abrogazione), fatto decadere dalla compagine governativa, anche per le pressioni quirinalizie che hanno fatto capire che non sarebbe stato firmato, onde evitare problemi maggiori; ora nasce il problema di una nuova norma che consenta di mantenere fuori i criminali cacciati a furor di popolo e emanarne uno nuovo che, omettendo le "aggiunte", tenga il succo e non dia l'impressione (già ampiamente data) che, causa giochi interni alla maggioranza, si abdica alla richiesta di maggiore sicurezza. In tanti ci hanno rimesso la faccia e hanno dovuto abbozzare (anche se qualcuno aveva minacciato le dimissioni rientrate a velocità luce.....si sà la poltrona) ma soprattutto a cantar vittoria sono proprio i gli affiiliati alla Chiesa, i teodem, gli ex DC,ecc. e ancora una volta sconfitta è la cosiddetta sinistra arruffona e inkazinata!! Non ne azzeccano una e, insieme al Governo, stanno dando un'immagine di se non proprio di "cultura di Governo" vista dalla parte dei meno abbienti, al contrario con la furbata fatta hanno messo a rischio l'intero impianto del DL e dato armi al'opposizione sia interna alla maggioranza che esterna mettendo, infine a rischio anche i rapporti con il Quirinale. Insomma ormai la zuppa è andata a male: non sarebbe il caso di buttarla via?

mercoledì 19 dicembre 2007

Outlier (o outlet) Italia?

Mentre ieri altre 5 morti bianche hanno funestato le cronache; la politica, a fronte delle parole di circostanza non fa assolutamente nulla per evitarle: anzi, citando un politico, essenso un paese integrato in un sistema "liberaldemocratico (leggasi liberista)" dobbiamo attuare politiche di tale stampo che mirano, quindi, non ad alzare i salari e i livelli di sicurezza costringendo con la forza della legge e dei controlli a spendere un pò dei profitti che si metono annualmente in tasca per investire in azienda e non mirare a strizzare ulteriorimente il lavoratore pagandolo di meno e rendendo l'ambiente di lavoro meno sicuro; a sentire la trasmissione Ballarò e i politici che vi sono intevenuti sembra, invece che la cosa più importante fosse...... i rapporti fra maggioranza e opposizione per le mitiche "riforme" che sono sul tappeto. Insomma la solita solfa barbosa su come i sepolcri imbiancati tentano di darsi una riverniciata di fresco e rendersi almeno presentabili. Poco conta che il paese è appena stato superato come reddito pro-capite dalla Spagna di Zapatero, come poco conta che il lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, sia svolto in condizioni di assoluta insicurezza e che i lavoratori italiani siano i peggio pagati d'Europa come lo Stato stia svendendo un'altro pezzo importante di se stesso come l'Alitalia e abbiamo appena apreso che i precedenti Amministratori delegati hanno percepito impotanti liquidazioni e premi per "obiettivi raggiunti": ma quali obiettivi raggiunti, quelli di portarla al fallimento per svenderla meglio? Ed erano proprio necessari tutti quei milioni di € per chi ha gestito male? Ed invece la nostra classe politica che fa? Si rinfaccia le cose fatte e male delle varie gestione rovesciandosi addosso spazzatura gratuita. Ma questa dovrebbe essere la classe che ci porterà fuori dalla depressione o è quella che ci ha spinti dentro essa? E davvero sperano che il popolo bue prima o poi non si svegli e giri la testa da un'altra parte per sempre? Qualcuno davvero crede che il ceto dirigente che ci ha portato a questa rovina abbia la forza e la levatura morale di elevarci da essa: perchè se qualcuno lo pensa davvero c'è da chiedersi dove fosse negli ultimi 40 anni: dormiva o cosa? La lontananza dalla società reale è ormai abissale e la presa sul reale ancora minore. Cosa fare se ci troviamo in tale a situazione e ci rendiamo conto che costoro non mollano la presa. E' vero che gli italiani amano dividersi su tutto e che ancora non hanno capito che i guelfi e i ghibellini appartengono ad un'epoca che non esiste più ma continuare a farsi del male così è proprio un controsenso dato che ormai il paese nel suo compesso è il fantasma di se stesso ed è ormai davvero al blocco completo. il problema è che proprio questo ceto dirigente ci ha portato a questa situazione ed è ormai conclamato che è incapace di farci uscire così è chiaro come il sole che lo stesso ceto dirigente si è stratificato a tal punto da fare resistenza al nuovo e questa resistenza sta facendo da tappo alla società allargandone il malcontento e le divisioni al suo interno: quindi il paese outlier frena quella reale ma al contempo per continuare a "contare" ha la necessità di trovare problemi che sviino l'attenzione da sè e dai danni che si stanno facendo rendendo l'Italia l'outlet del pianeta, il posto per fare shopping a buon prezzo e senza grossi rischi.

Pena di morte: addio o solo arrivederci?

L'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato la moratoria per la pena di morte con 104 voti a favore 54 contro e 29 astenuti. L'Italia ha giustamente il merito di aver lottato e aver vinto una battaglia contro questa barbarie anzi contro "LA" barbarie di Stato dato perchè è stata fra le promotrici dell'iniziativa perchè almeno la moratoria fosse approvata: è un segnale importante anche se Paesi più importanti di noi (USA, Cina ecc.) non sono favorevoli e intralceranno anche in futuro l'iniziativa, dato che si è vinto una battaglia ma NON la guerra. Infatti l'obiettivo è una risoluzione che da un lato vieti in via definitva e dall'altro spinga i Paesi membri ad abrogarla anche se é forte la sensazione che, al contrario, la mannaia del veto calerà su essa inesorabile: è una questione di civiltà e cultura, di cui in particolare i paesi occidentali si fanno promotori (per non pensare che serve solo da paravento per altri interessi) presso gli altri anche se dovrebbero rimettersi in discussione prima loro, ma per farlo devono superare un gap culturale enorme e al momento non si vede nemmeno la volontà di superarlo. In ogni caso la Comunità mondiale il segnale l'ha dato ed è importante questo precedente soprattutto in questi anni dove in seguito all'avventurismo americano il pianeta è meno sicuro, climaticamente messo male, con un'odio non ancora realmente esploso nei confronti degli occidentali. Ma soprattutto questo segnale di civiltà dovrebbe spingere le pubbliche opinioni dei paesi che ancora la applicano a riflettere sulla qualità delle società cui appartengono chiedendosi se è logico se paesi (che almeno sulla carta) si dicano "democratici" come gli USA possano stare dalla stessa sponda di paesi come la Cina e non invece debbano passare dalla parte della libertà e della democrazia assumendo quel ruolo che gli è consono abbandonando il mito dello sceriffo per assumere quello della vita. Già molti Stati dell'Unione americana la stanno mettendo da parte: la speranza che anche il Comandante in Capo scenda dal cavallo bianco (un pò malconcio negli ultimi tempi) smettendo di fare "il texano" e si ricordi di essere lì per mandato democratico e non un'autocrate della steppa asiatica, non gli si addice e non lo merita il popolo che governa soprattutto!!

martedì 18 dicembre 2007

Il paese di m...erito

Un giornale lo raccontava: senza la tessera di partito non si fa carriera nella Sanità (ma dovunque ormai) e anche quando la si è fatta per restare al sole la tessera è necessaria per restarci in alto. Prima era solo una questione di racomandzioni per un posto di lavoro, per apparire in tv o quant'altro, per fare il primario: naturalmente il tutto sl netto delle rli capacità e meriti professionali. Così mentre molti giovani capaci e meritevoli che si trovano di fronte alla scelta o emigrare o accettare un dottorato di ricerca a1000 € a essere buoni altri i "tesserati" che siano in gamba o meno assurgono alle vette delle professioni senza averne la capacità, a detta dei giornali e di chi denuncia la cosa, nè i meriti. Naturalmente si dirà la colpa è della partitocrazia e del sistema che ha creato in 50 anni di "coraggioso" lavoro: è vero in parte la cosiddetta politica è dovunque e fa sentire la propria presenza; ma non è solo questo. E' una questione culturale invece: è presente nel DNA italiano e si trasmette come un virus da uno all'altro. C'è sempre stato e continuerà ad esserci a meno di non riuscirlo a cambiare geneticamente: si dovrebbero inventare gli italiani geneticamente modificati cosa sia contraria ai diritti umani che a qualunque morale sia religiosa che etica, oppure ci dobbiamo rassegnare a che le varie elitès (assistite dai potenti o meno) si riproducano con questo vizio di fondo? Naturalmente non si può generalizzare: non tutti lo sono e non tutti fanno ricorso alla "raccomandazione" per fare carriera. E' verissimo che c'è una buona percentuale che fa ben sperare in proposito ma è significativo che i migliori se ne vanno all'estero e che quando ritornano sono come pesci fuor d'acqua, equelli che non ne hanno la possibilità o fanno una vita da precario o si accontentano di lavori considerati non appetibili da chi ha mire di ascesa. Si dovrebbe discernere fra i favorire il talento e valorizzarlo e invece, pur di dimostrare che si ha potere, mettere l'uomo sbagliato al posto giusto che è da decenni lo sport nazionale.. Nella società liberale "pare" che i igfliori non solo siano quelli che governano e dirigono la società (come si vede dai tempi di Atene e Sparta le cose non sono cambiate) e il merito e il talento, va scoperto, colitvato e premiato in forza delle pari opportunità di partenza; nella società democratica si sperava si andasse oltre: oltre ai princi pi dicui sopra ci doveva essere anche l'assicurazione che chi è al servizio del cittadino si comporti di conseguenza e non crei il "proprio" personale da mettere nei posti chiave o prestigiosi. Noi abbiamo inventato invece un'altro sistema. nelle società castale italiana o hai il santo in paradiso e conquisti il posto al sole oppure ti rassegni a lottare per non affogare nella melma primordiale dove quello che conta è sopravvivere........ Paese matrigno è irriconoscente che premia il favoritismo siamo diventati un modello per gli altri: ancora si discute se da disprezzare e portare come esempio in negativo o sfruttare visto che chiunque arrivi qua trova "l'America" oppure ancora da tutelare e porre alle future generazioni delle elitès.

Alitalia: la storia si ripete

Come per le precedenti privatizzazioni, o svendite (poi quando gli ardori si placheranno si definiranno meglio), anche per l'Alitalia è venuto il momento di passare in mano privata solo che questa, peralto come le altre che l'hanno preceduta, suona come una svendita: capisco anche le facce di sorpresa. E' un'azienda falllita si dirà; non è così al contrario è stata fatta fallire e la colpa è sia dei mangement che vi si sono succeduti nel tempo che hanno pensato a tutto tranne che a rendere efficiente la società che della politica di cui quei mangement sono espressione. E' diverso e lo sappiamo tutti se davvero si fosse seguito il criterio di economicità e efficienza a questo punto non ci si sarebbe mai arrivato. Si sa il sistema rende avidi e quando ci si trova fra le mani un'azienda pubblica la tentazione di arricchircisi è forte (anche perchè si ha quasi la certezza della impunità sia per protezione di chi ti ci mette lì sia perchè causa indulto, leggi ipergarantiste e salvapolitici la si fa franca) mentre il reso affonda. Ed è quello accaduto finora ed Alitalia non ne è stata esente: la cosa triste è che a pagare saranno i meno colpevoli (nell'ottica del principio di moda che i lavoratori seguono le sorti dell'azienda) che vedranno 2000 loro coleghi mandati, in qualche modo, a casa. Ma volendo anche accettare la triste sorte, lo Stato si vuole, o no, rifare sulle precedenti gestioni? vogliamo rientrare dei soldi persi o spesi male?

domenica 16 dicembre 2007

Blogger: o si cambia o si sparisce

dal blog di Antonio Persia
Al link di Persia troverete un bel pezzo da leggere e sul quale meditare a proposito dei blog e della loro capacità di incidere nella realtà, se sapranno superare la barriera del pc, dialogare con gli altri e trattando con i lettori alla pari, e non trattandoli da sudditi. Ha ragione Persia, quando dice (a grandi linee) che o ci si mette in testa che si deve uscire dal chiuso della stanzetta e ci si apre alla società o si muore, facendo la fine della radio libere degli anni '70, sparite per sempre o divenute preda della industria mediatica che le ha assorbite nei grandi network attuali. Già, siamo alla svolta. Non è un'appello a diventare tutti più buoni e altruisti, siamo individualisti con un pizzico di esibizionismo, ma solo della presa d'atto di un'acuto osservatore che ha messo il dito sulla piaga: il blog com'è stato inteso finora è la espressione della singola individualità che parla attraverso internet su un editor che offre i suoi pensieri, idee, opinioni agli altri. Effettivamente (lo credo anch'io) poco: è come lanciare un messaggio chiuso in una bottiglia in mare senza sapere chi, quando e dove sarà raccolto e se sarà compreso. Questo mezzo di comunicazione non è una testata giornalistica, è l'ultima possibilità dell'individuo di potersi esprimere liberamente, al di là delle pastoie partitocratiche e del controllo dei mezzi di informazione che sono liberi solo formalmente (mentre in realtà sono strettamente connessi al cosiddetto mainstream, l'arena pubblica formata dai media, dai politici e dall'industria) che usa unidirezionalmente l'informazione (lavorandola) verso il cittadino non più il centro dell'agire ma solo uno spettatore: o meglio un consumatore della notizia, oggetto di indagini aggressive di markenting e di comunicazione rimaneggiata allo scopo di indirizzarne l'umore e la scelta. Il blog, al contrario, nasce come reazione a questa situazione e si configura come espressione di democrazia elettronica socialmente orizzontale che permette ai consumatori dell'informazione di diventare di nuovo cittadini a pieno titolo della società; ma hanno un limite: sono unidirezionali anch'essi. Che significa? Significa che il blogger classico si mette al pc e scrive di se, dell'attualità e del mondo che gli gira intorno e lo vede dal proprio angolo visuale (il proprio ombelico come scrisse un giornalista francese in maniera sprezzante) senza rapportarsi in alcun modo nè con la blogosfera nè con i suoi frequentatori. In pratica il blogger scrive e tiene sul filo i lettori seguendo le regole classiche dell'informazione: mai dire tutto, sintetizzare al massimo, possibilmente omettendo i particolari. Quindi non c'è molta differenza fra lui e i media tradizionali; esiste poi un'altro tipo di blogger che, almeno, formalmente sembra maggiormente aperto alle istanze sociali: ne riceve gli appelli e li pubblica; partecipa alle catene di solidarietà; scrive sull'attualità; in una parola è maggiormente aperto al mondo. E' chiaro che molti (compreso il sottoscritto) si riconosceranno nel secondo profilo ma in realtà rientrano tutti e due, a mio parere, nella classica configurazione (sono due aspetti della stessa espressione) e tutti e due non sono novità ma tradizione e la tradizione dopo un pò ammuffisce nel ricordo: come accaduto appunto per le radio libere. Quello che manca invece è l'apertura della blogosfera all'interazione sociale: l'uscire dal chiuso delle classifiche (di cui ci preoccupiamo troppo) e rapportarsi con il mondo reale; qui è reale la libertà d'espressione e di pensiero; è fuori nel mondo reale, dal quale spesso il blogger rifugge, che esiste la "nostra" matrix ossia dove mancano queste esplicazioni dei diritti individuali che solo formalmente sono riconosciute mentre in reltà sono appannaggio di pochi (ricchi, potenti ecc.) che impongono alla maggioranza la propria visione, spesso ideologica e fuorviante, del mondo che, molto, spesso viene accettata troppo acriticamente. Ecco la vera sfida: ritornare nella vita reale ed incidervi usando il blog come volano e facendone strumento di libertà, qundi dialogando con la società e i propri concittadini abbandonando il proprio "ombelico" e iniziando la navigazione in mare aperto. Non è solo la politica che soffoca i diritti è tutto il sistema, marcio, che per autorigenerarsi comprime le libertà individuali e plasma a propria immagine e somiglianza interi settori sociali che in questo modo vengono coartati e plagiati; quando però questo schema viene rotto (ed è questa la missione del blogger di nuova generazione) allora gli spazi si ampliano e si rafforzano ed a questo punto che arriva il "generale inverno" che ne tenta il controllo e ne favorisce la sparizione. Quanti media tradizionali hanno aperto una sezione blogger? E quanti network si stanno lanciando in questo campo della democrazia cercando di colonizzarlo e per farlo hanno la necessità che quelli "indipendenti" siano ridotti al lumicino? E' necessario capire questo: non è più tempo di traccheggiare dato che il sistema tenta di fagocitare la blogsfera nel suo complesso (la legge imbavaglia blog nè é un'esempio), qui il gioco si sta facendo duro e, per citare il blues brothers, "quando il gioco si fa duro............................"

Incantesimo romano.................

Sono tanti i segnali comtrastanti che la debole elitè politica italiana manda ai cittadini e tutti contrastanti fra loro: tanto per gradire e confondere ulteriormente i già confusi e rintronati italiani alle prese più con i problemi quotidiani reali che con le fisime asmatiche della politica che invece pone se stessa al centro dell'universo. Nel panorama mediatico (che coincide con quello politico) c'è di tutto: dagli allarmi procurati ad arte fino alle intese trasversali per farsi il regime ad hoc che chiuda defintivamente gli accessi democratici dall'esterno alla società reale e permetta di autoriprodursi, magari per via ereditaria, alla casta. Passa quasi sotto silenzio la consegna da parte di Grillo delle firme per la proposta di iniziativa popolare di un "Parlamento pulito" (pare che si sia sentito rispondere che i punti della proposta sarebbero stati diluiti in altri disegni di legge, com a dire non se ne fa nulla, in barba alla volontà politica dei firmatari che teoricamente apparterrebbero al corpo elettorale e quindi rappresenterebbero in teoria il Popolo Italiano il "vero" Sovrano) da inquisiti e plurieletti ma si dà enorme risalto alla sparata dell'ex Capo della CdL che ha lanciato l'allarme (pare del tutto ingiustificato dato che è stato smentito più volte dagli interessati) di parlamentari che volevano ribellarsi al "diktat" della maggioranza ma che sarebbero stati "intimiditi" dalle solite toghe rosse, le quali hanno ripreso in formazione da battaglia (le ha definite "armato rossa" naturalmente smentendo di aver attaccato la magistratura) l'attacco alla sua persona che si troverebbe coinvolta nelle storie venute fuori in questi giorni su connivenze fra mondo politico e tv, affermando che la magistratura non deve governare. Al governo che con gran fatica mette su una Finanziaria per il prossimo anno basata su: i soliti tagli allo stato sociale; i soliti tagli alla Pubblica Amministrazione; i soliti trasferimenti, sotto forma di sgravi e finanziamenti, a chi i soldi ce li ha già; le tante promesse (vedi bouns per le famiglie bisognose che a mio parere non sanno cosa farsene, meglio sarebbe una rimodulazione delle tasse gravandole sui ceti ricchi e sulle imprese che incamerano profitti stellari); le poche misure concrete che si risolvono nella situazione di mantenere il paese sull'orlo dell'autostrozzatura dandogli ragipone di pensare alla propria sopravvivenza e non di occuparsi di "cose che li riguardano" come i destini della società e dello Stato che invece sono in mano ai professionisti (abbiamo visto finora con quali risultati); con la politica partitocratica che si sta avvitando su stessa per cercare il modo di continuare a gestire per conto proprio lo Stato (sanno anche le pietre che il sistema elettorale non risolverà nulla e che i mali italiani sono altri e molto più nascosti) facendo accordi con chi fino a ieri era demonizzato; insomma un blob a mezza via fra il circo barnum e il reality dove a pagare siamo noi e a giocare con i destini altrui sono loro.........

Bush: niente asistenza per i bambini poveri

Per la seconda volta in tre mesi "l'esportatore di democrazia, libertà, valori occidentali ecc." Bush ha posto il veto sul DDL che avrebbe permesso di dare assistenza sanitaria gratuita ai bambini e ai ragazzi poveri americani tassando sigarette, sigari e tabacco in genere (cose di cui negli USA si parla malissimo ma poi, come si vede, stringi stringi valgono per i potenti perchè appartenenti a lobby potenti). Insensibile come sempre (in fondo è sempre un conservatore "compassionevole") al grido di dolore delle classi povere e al loro adagiarsi grazie agli aiuti pubblici, non riesce a concepire che lo Stato dovrebbe avere come fine l'interesse e il bene della collettività, e quindi possa andare in aiuto delle future generazioni di americani appartenenti ai meno fortunati: dimenticando che la Bibbia invece dice esattamente il contrario o forse perchè la "sua" Bibbia, quella di Friedman, vede come il fumo negli occhi i poveri che devono essere messi nella condizione o di morire o di restare dove sono (ai margini di tutto), o di farsi strada a spese altrui. Dire che razza di paese siano gli USA oggi è dargli ragione; il vero quesito è: se è vero, com'è vero, che tutto il bilancio federale è speso tutto o quasi nella "mitica e inutile" lotta al terrore (forse il terrore è suo dato che se un giorno gli americani dovessero svegliarsi dal torpore "mediatico" non la prenderebbero così bene la linea politica malthusiana che attua), e se è vero che fra i suoi sponsor ci sono le varie multinazionali che grazie a lui hanno trovato "lAmerica (scritto così citando da un film)" e si affannano a inserire il bancomat nelle casse dello Stato (compresa Big tobacco) è anche vero che l'interesse che nutre per le povertà dei suoi concittadini, peraltro in aumento proprio grazie alle politiche che da Reagna in poi sono state messe in capo, è vicino allo zero assoluto. Milioni di famiglie americane si stanno, della classe media, si stanno impoverendo mese per mese andandosi ad aggiungere agli altri milioni di americani che lo sono già: a questo punto è lecito chiedersi se davvero le elitès che si sono impadronite del potere non abbiano violato il mandato costituzionale dei Padri Fondatori (già di per se abbastanza elitario) e se pesguendo anche in Italia le stesse politiche, e gli stessi obiettivi, quanto ci metteremo a raggiungere questi livelli di follia?

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