venerdì 9 maggio 2014

Precari, Poletti: “Via i diritti acquisiti se i privilegi sono ingiusti”

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 maggio 2014

“Se il diritto acquisito è un privilegio ingiustificato non si deve tenere” per questo “bisogna avere il coraggio di dire che ci sono delle cose che non ci stanno, perché ingiuste”. Con queste parole il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si è  scagliato contro i diritti ottenuti da molti grazie a vecchi privilegi. Ospite di  un convegno sul job act, il titolare del Lavoro ha dichiarato: “È iniquo che mio figlio non abbia delle garanzie, dobbiamo costruire un punto di giustizia nel rapporto tra le generazioni”. D’altronde, secondo Poletti, “ci sono delle cose che erano giuste nel ’62 ma non lo sono più nel 2014″. Si tratta di una questione di iniquità generazionale: “Di gente che ha conquistato cose nel ’64-’65 ne abbiamo in quantità industriale”, ha aggiunto, “ma dobbiamo misurarci con tutti i ragazzi che non hanno ancora iniziato a lavorare”.
Poletti ha poi commentato positivamente l’iniziativa Garanzia Giovani, un piano europeo per la lotta alla disoccupazione, che in una settimana ha già raccolto quasi 30.000 adesioni. Secondo quanto riportato dall’agenzia Public Policy il titolare del Lavoro ha parlato di “abbassare il livello del costo in entrata del lavoro a tempo indeterminato”, intervenendo su “fisco, contribuzione pubblica e previdenziale”. Poi, ha concluso il suo intervento con un auspicio per il futuro: “Un ragazzo di vent’anni deve avere le condizioni minimali per poter lavorare”.
p.s.
insomma secondo il genio succitato chi per anni ha conquistato con le proprie lotte, con annesse botte e scioperi ecc., diritti che oggi si danno per cquisiti si deve riequilibrare il tutto ma ...... partendo dal loro allentamento perchè non è giusto che "suo" figlio ne abbia pochi: tradotto sono le stesse cose che dicevano i pdellini quand'erano al governo e che marchionne sta applicando nella fiat alla lettera. Non portare i nuovi assunti ai diritti ma abbassare i diritti al minimo "sindacale" in modo che non ci possano essere rivendicazioni future e disturbare i manovratori all'opera, ossia i datori di lavoro.
Sapete qual'è la vera differenza fra noi e gli altri paesi in crisi di questo vecchio e malandato mondo che si chiama europa? Che noi abbiamo dato tutte le risorse alle banche e alla riduzione del rapporto deficit/pil, gli altri no.... infatti lì ci si bagliori, fievoli, di ripresa ... qui no, tutto qui e con questi ora che fanno provvedimenti completamente inutili la situaizone non potrà che peggiorare: è un caso, secondo voi, che i tecnici del Senato abbiano affossato la "manovra" di Renzi (attirandosi addosso le ire paragrilline del toscano a roma)? No, perchè quei tecnici hanno fatto il loro lavoro e hanno detto la pura verità, che fra l'altro tutti conosciamo, con molto coraggio mentre governo e media no...... anzi se avete Renzi in tv ieri il fastidio era evidente: da bravo fondamentalista in salsa berlusconian/dc non ammette contraddittori.. allora come mai il pd-l vola nei sondaggi? Due son le cose: o i sondaggi mentono o siamo proprio stupidi e allora cei meritiamo tutto quello che ci propineranno nei prossimi mesi senza scuse o retropensieri stile 8 settembre 1943; qui non c'è nessun alibi: se vince il pd nessuno potrà recriminare!

giovedì 8 maggio 2014

La verità non è mai una soltanto.....

Ci dovremmo essere abituati a più verità parziali e quindi avremmo dovuto aver sviluppato gli anticorpi: nella nostra storia non c'è mai stata una verità pienamente univoca .. si è sempre valorizzato quella che al momento sembrava migliore o "accettabile".
Eppure ancora una volta si è dimostrata l'ipocrisia del perbenismo italico, meglio noto come buonismo. Ho aspettato un pò a parlarne perchè ci ho riflettuto sopra e perchè volevo staccarmi dai fatti e filtrarli con il metodo dell'osservazione. Si fose fatto per le trame nere ne sapremmo di più così come si fosse fatto per ogni singolo avvenimento saremmo un paese migliore e invece........... nulla.
I fatti della finale di coppa italia ne sono una prova, riassumiamoli:
  1. secondo molte testimonianze dirette a sparare sarebbero stati in due; per la questura no.... doveva essedre un agguato ma qualcosa è andato storto e un tifoso del napoli ci ha quasi rimesso le penne o meglio ancora non è fuori pericolo completamente; sentite cosa viene detto in questo video pubblicato sul sito "mondo24it" dove si dicono alcune cose che si possono condividere o meno ma il tifoso afferma alcune cose che accendono un faro sui fatti....
  2. hanno, anche in parlamento, negato con forza che ci sia stata trattativa fra i capi ultrà e le autorità (con annesse minacce ammonitrici onde evitare di dire balle sulle condizioni del tifoso).. la stessa procura del Coni smentisce tutti perchè trattativa c'è stata eccome; lo Stato è venuto a patti con loro. Non sarebbe la prima volta: è venuto a patti con la mafia, processo in corso, per supreme ragioni inconfessabili; addirittura la sicilia è stata liberata non dagli americani ma proprio dalla mafia italoamericana; dov'è lo scandalo? Già fatto più volte quindi meglio sapere chi dobbiamo ringraziare sia per la liberazione di alcune parti del paese a opera degli "alleati" (capimafia paracadutati) sia per la tranquillità del ceto politico degli anni dal '60 all'oggi; perchè scandalizzarsi di una trattativa per far svolgere una partita? Perchè smentire? Perchè siam sotto le elezioni o perchè ci avremmo perso la faccia, già fatto da anni, con mezzo mondo?
  3. Si è criminalizzato un capo ultrà, sia chiaro non era e non è un santarellino ma certo non è il mostro da esporre (altro non è che un prodotto della subcultura del sottobosco sportivo incancrenitosi per decenni con la connivenza del paese ufficiale e delle stesse società sportive) alla gogna pubblica.... c'è di peggio, molto peggio. Che dire allora delle indagini che hanno portato tanti politici a essere esposto ad accuse gravissime... molto più gravi perchè usavano denaro nostro per fini propri o dei propri sodali: oggi la dia ne ha arrestato uno o sbaglio? E che dire del decapitamento della struttura dell'expo di milano a opera della GdF? Sono peggiori del "mostro" esposto allo stadio o no?
  4. Si è detto molto degli ultrà vero? Ma quanti sanno che oltre confine c'è di molto peggio? Fate un giretto su youtube e vedrete tutto facendo una ricerca semplicissima con le parole "ultras fight".. roba da lasciare interdetti: i nostri non sono delle cime e non sfigurano ma altrove sono quasi a livello militare.... capitemi bene: militare!
  5. Si è centrato molto il focus su quanto c'era scritto sulla maglietta del tifoso "Speziale  libero". Chi era costrui? E' colui che è stato condannato per la tragica morte dell'ispettore della polizia Raciti, ricordate? Tutto chiaro lì... c'è il cattivo e ci sono i buoni: allora perchè la Cassazione ha ordinato la riapertura del processo? Già.. sapete perchè? Perchè è venuto fuori che alcuni video di tv locali "non sono stati ammessi" al processo. Questi video riprendevano il Discovery urtare Raciti che subito dopo si accasciava al suolo, come dimostrano anche i residui di tracce di vernice blu trovati sulla divisa del povero Raciti.
    Inoltre l'autista del Discovery dopo aver dichiarato ai magistrati di aver visto Raciti cadere a terra dopo l'impatto con il Discovery, chissà perché ha cambiato la sua versione al processo e su di lui pende una querela per falsa testimonianza. Speziale deve essere perseguito e condannato per i reati che ha commesso, tipo rissa, resistenza a pubblico ufficiale e altro ma non per un omicidio che non ha commesso
    . Qualcosa non torna, quindi...... e il processo che si dovrà tenere chiarirà, si spera, questi aspetti al più presto; ma molte altre cose non tornavano nemmeno nell'omicidio di piazza alimonda e nemmeno tornavano per i fatti del G8: tutti promossi ... anche i condannati. Come tutti in servizio quelli accusati della morte di Aldrovandi. Come nulla sembra essere accaduto a Firenze dove qualcuno è morto per strada (ci sono indagini in corso) ... anche quando in molti hanno dichiarato che costui urlava "mi ammazzano" e "aiuto"..e gli operatori gli "erano sopra"; e si potrebbe continuare per molto a scrivere.
Cosa sta succedendo in questo paese? Cosa ci sta succedendo? Io difendo i servitori dello Stato e li difenderò sempre ma alcuni sembrano aver perso la bussola, perchè? E chi li ha coperti al G8 di Genova e perchè?
C'è anche del'ipocrisia di fondo in tutte queste storie: ipocrisia dei media; del paese ufficiale ma soprattutto nostra che ci accontentiamo delle versioni senza porci alcune domande semplici..... sarà che il nostro provincialismo riemerge sempre in occasioni particolari come queste?

martedì 6 maggio 2014

Ue, gli economisti Stiglitz e Fitoussi attaccano euro e salvataggi bancari

 ...... forse ricorderete: il sottoscritto, e altri, avevano sottolineato la cosa che nel saggio di Stiglitz "il prezzo della disuguaglianza" il premio nobel aveva "criticato" l'euro: non in sè ma per quello che dietro la moneta stava venendo su.... a partire dalla sua nascita fino ad oggi... lui e altri premi nobel avevano smentito la cosa sottolineando, in un comunicato, che mai volevano criticare la moneta e la costruzione, vero? Ebbene leggete questo:

dal Fatto Quotidiano del 6 maggio 2014 a firma di Redazione

Economisti di fama internazionale vanno all’attacco dell’euro e del nuovo meccanismo per il salvataggio delle banche europee in crisi. E’ accaduto a Roma, durante un convegno presso l’università Luiss. Partecipano, tra gli altri, il Nobel statunitense Joseph Stiglitz e il francese Jean-Claude Fitoussi (che in quell’università è anche docente). Il primo ha aperto il proprio intervento affermando che l’Unione europea “ha fatto un unico grande errore, l’euro, che non ha funzionato”. E ha continuato sparando alzo zero: “Quando è stato creato l’euro tutti si rendevano conto che non erano state soddisfatte le condizioni per una moneta condivisa, ma è stata una iniziativa politica e non economica”. Con l’euro “si è dato vita a un sistema inefficiente e intrinsecamente instabile, ma i suoi creatori non hanno compreso la natura profonda delle distorsioni nell’economia”. Che fare, dunque? “Oggi l’Europa deve effettuare una scelta, ma ci sono solo due strade: una, quella che io mi auguro, è che ci sia una riforma della struttura dell’eurozona, l’altra è quella di andare avanti, facendo il minimo indispensabile, introducendo un minimo di riforme per far sopravvivere l’euro”. L’auspicio del docente della Columbia University “è che ci sia un cambiamento, ma questo non succederà spontaneamente o se si continuano ad incolpare le vittime, i Paesi in crisi. Se i cambiamenti non vengono introdotti, restare nell’euro costerà tantissimo, e gran parte dell’Europa resterà in recessione, ma uscire dall’euro sarà ugualmente molto costoso. Se proprio ci deve essere una rottura dell’unione monetaria allora la via più facile sarebbe che la Germania fosse la prima a dire addio. Questo aumenterebbe la competitività degli altri Paesi”.
Lo studioso americano ha messo in guardia anche contro i facili entusiasmi per l’inizio della ripresa: “Oggi in molte parti dell’Europa si celebra la fine della recessione e secondo alcuni questo dimostrerebbe che l’austerità funziona, ma ciò non significa che ci sia una ripresa solida”. “Quando ero capo economista alla Banca Mondiale – ha ricordato – ci era stato detto di non utilizzare i termini recessione e depressione perché erano ‘deprimenti’. Ma oggi l’Europa deve rendersi conto che alcuni paesi sono in ‘depressione’: solo la Germania ha un pil pro capite superiore a quello pre-crisi, mentre in Grecia la riduzione è stata del 25%”. Per lo studioso “si tratta di un vero fallimento dell’economia di mercato, persino negli Usa il reddito mediano oggi è più basso che 25 anni fa”. Infine, affonda il colpo Stiglitz, “in qualsiasi altro contesto la crescita tedesca sarebbe considerata ‘ridicola’: appena +0,63% in media negli ultimi 5 anni. Peraltro la performance della Germania è scadente se consideriamo che la sua crescita è basata sull’avanzo dei conti e quindi non può essere emulata a livello mondiale”. E ancora: “Avrei bocciato gli studenti che mi avessero sottoposto analisi come quelle presentate dalla troika” nei paesi europei in crisi, perché l’organismo in cui siedono Fondo monetario, Commissione Ue e Bce “anziché riconoscere gli errori ha incolpato le vittime”. “Eppure – ha concluso – erano i loro modelli a essere sbagliati: la loro idea di contrazione espansionistica è un errore”.
Fitoussi si è concentrato invece sull’accordo riguardo alle nuove regole sui salvataggi delle banche in crisi, che entreranno in vigore dal 2016. ”Vorrei un bail-in per i poveri, non per le banche”, ha commentato, riferendosi al meccanismo - approvato dal Parlamento europeo a metà aprile e adottato dall’Ecofin il 5 maggio - in base al quale a pagare per evitare il fallimento di un istituto non saranno più i contribuenti, bensì azionisti, creditori della banca e correntisti (solo in ultima istanza e per una percentuale limitata). Ma Fitoussi – che peraltro siede nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo – parlando a margine di un convegno alla Luiss non è entrato nel dettaglio dell’accordo che costituisce il secondo pilastro dell’unione bancaria europea. Ha detto solo che “non bisogna pagare più volte i fallimenti dei sistemi finanziari, prima con la disoccupazione, poi con l’aumento delle tasse e infine con l’intervento delle banche centrali”. Al contrario, “bisogna piuttosto prendersi cura dei correntisti, e del resto me ne frego”.
L’economista e docente Marcello Messori, anche lui alla Luiss per il convegno, ha invece criticato il meccanismo di bail-in sul piano dell’efficacia: “è sicuramente una rete di protezione dinanzi a possibili crisi ma non credo sia sufficientemente robusto” per gestire emergenze sistemiche, ha detto. Giudizio “motivato da tre ragioni”: “la prima è che il fondo di risoluzione delle crisi bancarie, che è in un certo senso privato, essendo alimentato dalle banche, entrerà a regime solo in tempi lunghi: insomma, se ci fosse una crisi bancaria dopo gli stress test non ci sarebbero ancora risorse sufficienti” per gestirla. “Inoltre, penso che un fondo di risoluzione di questo genere richieda comunque in ultima istanza un backstop (“paracadute”, ndr) pubblico: il ruolo dell’Esm (il meccanismo europeo di stabilità) a questo riguardo è ancora un po’ ambiguo e quindi temo che non ci sia un sufficiente sostegno pubblico”. Ma soprattutto, per Messori, “il modo in cui è stato disegnato il bail-in colpisce non solo i detentori di quote azionarie delle banche o di titoli rischiosi, ma anche i detentori di obbligazioni”. E il rischio è che ciò “possa alterare le passività delle banche in particolare nei paesi periferici, e soprattutto in Italia”. “Senza garanzie – ha osservato l’economista – le obbligazioni diventano in linea di principio uno strumento molto rischioso, dal momento che chi le sottoscrive può non essere in grado di valutarne la rischiosità”. Se l’accordo entrerà in vigore senza modifiche, “non credo sarà possibile un funzionamento del sistema bancario italiano come era prima della crisi, quando i nostri istituti colmavano il divario fra prestiti e depositi con l’emissione di obbligazioni”. Così, conclude Messori, “le banche non potranno più avere il ruolo che avevano prima”.
p.s.
ora due son le cose: o questi signori soffrono di una sorta di afasia fra pensiero e quanto scritto nei loro saggi o, come al solito, i media hanno distorto tutto.... propenderei per la prima perchè carta canta sia nel caso della loro smentita sia in quanto è stato scritto nei loro saggi: per Stiglitz, ad esempio nel saggio succitato che sto, dopo qualche mese, finendo ora di leggere (è sempre un economista e per giunta puntiglioso) ci sono interessanti paragrafi dedicati all'europa. Per essere esatti: pagna 350 "fattore Grecia"; l'austerità pagina 364; pagina 401 la crisi dell'euro; l'ossessine dell'inflazione pagina 407... per fare alcuni esempi. Potete comprare il saggio o fidarvi, fate voi...

lunedì 5 maggio 2014

Paola Bacchiddu, il bikini politicamente scorretto e le vestali del conformismo

Dal Fatto Quotidiano del 5 maggio 2014 a firma di
Una foto in bikini, scattata in vacanza e ri-pubblicata due giorni fa con una didascalia ironica sulla campagna elettorale. Un gesto provocatorio, per denunciare in modo ironico, l’oscuramento dei media nei confronti della lista Tsipras. Protagonista di questo gesto, a metà strada tra il serio e il faceto, è stata Paola Bacchiddu, una collega che da qualche mese coordina la comunicazione della Lista Tsipiras. Apriti cielo.
Le sacerdotesse del femminismo, le Vestali della parità di genere, le Erinni della difesa del corpo delle donne sono insorte. Con commenti ed invettive degne di un domenicano sul pulpito, hanno dato la stura al perbenismo bacchettone tipico di una certa “sinistra borghese”, da sempre attentissima a predicar bene, ma rotta ad ogni compromesso quando di mezzo c’è l’interesse personale. La sinistra dei salotti romani, delle vacanze a Capalbio è scesa in campo con furore certo degno di miglior causa. Paola – che guarda caso è una giornalista precaria (si dice freelance per addolcire la pillola), ovvero una di quelle tante colleghe che non ha fatto carriera, anzi non ha un lavoro stabile, non perché non sia brava, ma magari perché forse certi compromessi non li ha voluti proprio accettare – è stata linciata dal cerchio magico delle donne “impegnate” a tirarsela e far carriera.
Fortunatamente il suo gesto da Giamburrasca è stato invece capito fino in fondo dalla stragrande maggioranza del popolo di Fb. Si, perché i commenti alla sua foto sono in larghissima parte positivi.
Le persone normali – è stata lanciata persino una campagna di solidarietà verso la giornalista con dei selfie senza veli – hanno capito perfettamente che si trattava di una provocazione, di un gesto anche autoironico per mettere alla berlina un sistema mediatico attento più al gossip, che al diritto dei cittadini ad essere informati anche su una realtà politica come quella della lista Tsipiras che invece è stata letteralmente cancellata dai giornali che oggi se ne occupano solo per le polemiche montate attorno al lato B della portavoce.
Tra i tanti commenti che ho letto due mi hanno colpito. Una donna, si chiedeva cosa sarebbe accaduto se invece di essere la foto di una donna ad essere pubblicata con quella didascalia, fosse stata la foto di un uomo. La risposta è ovviamente che non sarebbe accaduto nulla. Nessuno ci avrebbe trovato niente da dire, perché noi maschi siamo padroni del nostro corpo, possiamo mostralo e usarlo come ci pare, le donne no, devono sempre obbedire a degli schemi, stare ingabbiate in una morsa di codici, di comportamenti: possono essere quelli del mercato, quelli dello stereotipo dell’apparenza, oppure i codici della chiesa della sinistra borghese con i suoi tristissimi riti. Non possono mai essere padrone di loro stesse. Se provano a farlo, a mischiare le carte, a prendere in giro gli schemi, vengono lapidate di insulti proprio da quelle che, almeno sulla carta, sono impegnate a difendere la loro libertà.
Un secondo commento è stato postato da un uomo che si chiedeva giustamente se le sacerdotesse del politicamente corretto impegnate a fare a pezzi la Bacchiddu, avrebbero usato gli stessi strali nei confronti dell’attivista tunisina che si è mostrata a seno nudo (finendo in galera) per protestare contro l’integralismo. Ovviamente no, l’attivista tunisina è un’eroina, la collega italiana una poco di buono o, nel migliore dei casi, una pecorella caduta in errore da redimere e ricondurre alla Chiesa dell’integralismo femminista.
Fa specie che nessuno si spenda così tanto quando ci troviamo davanti ad un uso del corpo femminile per costruire carriere che altrimenti non avrebbero ragione di esistere. O meglio nessuna si spende quando questa prassi, praticamente identica a quella che ha portato a sedere in Parlamento o sui banchi del Governo le pulzelle care a Berlusconi, viene praticata da donne di centro sinistra. Quando si vede la mediocrità far carriera, accedere a candidature, ad incarichi prestigiosi non solo nella politica ma anche in certe professioni come la nostra, tutti abbozzano. Ho letto, a proposito di questo scatto vacanziero, parole di fuoco contro l’uso del corpo delle donne scritte da donne di sinistra (almeno sulla carta) che dovrebbero spiegare attraverso quali meccanismi, partendo dal nulla, senza aver fatto alcunché di significativo hanno fatto fulminanti carriere, sono arrivate a programmi Rai, dove magari facevano ascolti da prefisso telefonico, hanno ottenuto contratti lucrosi e visibilità ovunque. Risposte che ovviamente non daranno mai. Almeno fino a quando non si troveranno in una sera d’estate, su una terrazza romana con un Jep Gambardella che le metta di fronte alla Grande Tristezza delle loro vite.

 p.s.
... ha dimostrato originalità e ha toccato un nervo scoperto delle tante vetero femministe moralisteggianti. Su facebook è partita una campagna di tante donne che hanno fatto scatti come la Bacchiddu: anche questo è liberazione delle donne... stavolta dalle, altre, donne.

domenica 4 maggio 2014

Russia, Ucraina e teoria del caos..

L'escalation di queste ore ci dovrebbe far porre alcune domande non solo sui motivi per cui ci si sta arrivando ma soprattutto, senza usare paroloni, portare a chiederci il più classico "qui prodest"?
Direte: anche qui siamo in guerra per sopravvivere tutti i giorni, nonostante l'elemosina degli 80 euri, perchè mai dovrebbe fregarci di quanto accade ai confini russo-ucraini? Giusto, se ..... non fosse errata la stessa proposizione della domanda perchè, al contrario, quanto accade a quei confini è l'esito finale di un processo in crescendo di un modello costruito nel dopoguerra che prevedeva l'esistenza di un nemico da sbandierare davanti agli ignari cittadini occidentali mentre nelle varie cancellerie, e nei CdA delle aziende, si facevano già i conti delle perdite e dei profitti futuri e, soprattutto, del rischio calcolato da correre affichè gli obiettivi fossero raggiunti. Quali obiettivi? con calma ci arriviamo..
Pensateci: finchè c'erano i due blocchi contrapposti le economie fiorivano e nessuno faceva troppi problemi sulle ruberie fatte (cui tutti più o meno partecipavano) perchè tutti avevano interesse a che non nascessero quinte colonne interne che distogliessero i cittadini dalla propaganda ufficiale. E quand'anche accadeva c'erano sempre utili idioti della zona grigia pronti a essere strumentalizzati sia per essere usati come il classico drappo rosso di fronte al toro (noi) sia come simboli del terrore al soldo dello straniero..... l'operazione sembrava finita con la caduta del muro di berlino, vero? Tutto sembrava finito.. confini e ideologie erano morte e con esse anche la necessità di doversi cercare un nemico da abbattere.
No è stato così, anzi semmai è accaduto essattamente il contrario perchè si sono risvegliati gli spiriti animali, per anni tenuti a freno dalla più suprema ragion di stato, del modello di riferimento, il mercato deregolamentato (fatto di un capialismo di stato in un mondo globalizzato e a sua volta deregolammentato dove SOLO in teoria tutti possono andare dove vogliono ma in realtà a poter girare davvero senza confini sono SOLO i soldi) americano ha visto molti corifei che troppo presto hanno vaticinato la "fine della storia (F. Fukuyama)" e la nascita del "secolo americano" salvo poi ricredersi prontamente quando lo stesso modello di cui erano espressione mostrava i propri limiti: un enorme mercato che avvolgeva l'intero pianeta; un mercato che avrebbe dovuto uniformizzarsi nei costumi, nelle mode e ..... perfino nelle tradizioni usi e costumi: volete un esempio? Amazon, Md Donald, Goggle ecc. ne sono i simboli e gli ambasciatori ufficiali: in realtà l'idea di base prevede che i costi devono essere marginali; i soldi corrono laddove danno maggiori profitti; le aziende investono laddove ci sono minori oneri e maggiore rientro dell'investimento nel minor tempo possibile senza troppi rischi: in occidente ci sono costi elevati? Nessun problema: le tigri asiatiche e la cina. L'unico feticcio ammesso è il denaro e l'unica religione è quella mercatara: una fede cieca che non ammette eresie e sbandamenti di sorta; finchè le cose sono andate per un certo verso moltissimi di noi vi si sono immersi sperando di accaparrarsi le briciole del banchetto che cadevano dalla tavola imbandita (quello che efficamente Giulietto Chiesa definiva "il ponte di comando"), tavola cui sedevano, e siedono ancora, poche persone (qualche decina di migliaia al massimo), ma che riassumono nelle proprie mani un potere enorme, quello dei soldi: trilioni di $ che girano e che non ammettono limiti, coercizioni, regolamenti (peraltro previsti dalla stessa teologia di base meglio nota come liberalismo), dazi ecc...... tutto deve girare e tutto deve adeguarsi all'esigenze di questi pochi: ipso facto il comune mortale non può far altro che adeguarsi e non può nemmeno sperare che ci sia un alternativa perchè l'ex nemico, dopo un decennio di sbandamenti, è sì tornato in auge ma ha assunto anch'esso lo stesso stile proprio dei ras capitalistici e di conseguenza non c'è nessun sol dell'avvenire che sorge al di là della ex cortina di ferro, anzi di là è peggio perchè mentre in russia il capitalismo è maturato nella sua versione peggiore, il liberismo di stato, l'altra alternativa, la Cina, ha assunto un modello misto: socialismo cinese (versione moderna del confucianesimo) e liberismo di stato dove venivano sfruttate proprio le necessità di mercato delle aziende occidentali per metter su una potenza economica (a fine anno sarà la prima potenza economica del pianeta) di tutto rispetto non seconda a nessuno e un mercato interno di un mld di persone per sostenerla: nonostante la potenziale bolla speculativa che sta per esplodere si può star certi che il drago cinese ne soffrirà ma non ne sarà devastata come invece è accaduto qui e per un semplice motivo: saremo noi a pagare per quella bolla.... per l'ennesima volta sarà il cittadino occidentale a pagarne il conto.
In un quadro, molto grossolano me ne rendo conto, del genere la crissi russo-ucraina dimostra, semma ne fosse stata rilevata la necessità, come fragili sono gli equilibri e quanto fallaci fossero la millenaristiche previsioni di pace universale e libertà per tutti: non è possibile perchè la stessa idea di mercato non la prevede per un semplice motivo ossia che L'ECONOMIA DI MERCATO PREVEDE CONCORRENZA, QUINDI GUERRA FRA OPERATORI DEL MERCATO AD ACCAPARRARSI GRANDI FETTE, SE NON TUTTO, DEL SEGMENTO DI LORO COMPETENZA..... finchè sono società al massimo ci posono essere colpi di stato in africa ma quando sono Stati che contano allora cambia tutto: gli usa saltano addosso all'iraq; i ciesi cercano di accaparrarsi le senkaku ma già si son presi macao e hong kong (centri globali della finanza); ecc. e, direte voi, l'Ucraina? Bè questo è il classico vaso di coccio fra vasi di ferro: crocevia del gas verso l'europa; vecchia inimicizia con i russi; europa (cui gli americani hanno promesso il rifornimento di shale gas... che come dimostrato anche in questo blog durerà poco) e america (prossimi a firmare un trattato di libero scambio fra loro) che soffiano sul fuoco (non si è ancora capito capito chi fossero quei figuri che dalle stesse posizioni spravano sia sui pliziotti sia sulla folla a kiev);.. come andrà a finire? La risposta facile é....... status quo; ma è quella facile perchè quella vera è: la russia interviene militarmente per difendere i filorussi attaccati in queste ore dagli ucraini; l'euramerica a sua volta interviene a difesa degli ucraini (già ora ci sono, ufficialmente almeno 300 statunitensi militari); le due parti entrano direttamente in contatto...... il resto lo potete immaginare

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