giovedì 29 marzo 2018

Redditi: metà italiani guadagna meno di 15 mila euro l’anno

Fonte: W.S.I. 29 marzo 2018, di Mariangela Tessa

Cresce leggermente nel 2016 il reddito medio dichiarato dai contribuenti italiani, anche se la fascia di povertà resta decisamente ampia.
Secondo i dati diffusi ieri dal ministero dell’Economia sulle ultime dichiarazioni Irpef delle persone fisiche presentate nel 2017 (anno di imposta 2016) il valore medio si è attestato a 20.940 euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, il reddito totale dichiarato è stato di 843 miliardi, in aumento di 10 miliardi rispetto al 2015.
Dietro il dato complessivo si nascondo tuttavia dati preoccupanti. Il 45% dei contribuenti italiani si colloca nella classe fino a 15.000 euro, mentre i soggetti con oltre 300.000 euro di reddito sono 35.000 (lo 0,1% del totale dei contribuenti).  Nella fascia tra 15 e 50mila euro si colloca invece il 50% dei contribuenti. Il 5,3% dichiara invece oltre 50.000 euro.
La regione con reddito medio più alto è la Lombardia (24.750 euro) seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (23.450 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (14.950 euro).
Al netto degli effetti del bonus 80 euro, l’imposta netta Irpef risulta pari in media a 5.070 euro e viene dichiarata da circa 30,8 milioni di soggetti, pari al 75% del totale dei contribuenti.
Infine, secondo le rilevazioni Mef, oltre 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero.
“Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento”.
Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus “80 euro”, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,3 milioni.
Sempre a proposito di redditi, l’Osservatorio statistico sul reddito di inclusione (Rei), presentato ieri dall’Inps e dal Ministero del Lavoro, rivela che le persone che, nel primo trimestre 2018,  da misure di contrasto alla povertà sono quasi 900 mila e 7 su 10 dei beneficiari risiedono al Sud Italia (Campania in testa, seguita da Sicilia e Calabria).
Secondo l’Ossrevatorio, le persone coinvolte dal Rei (Reddito di inclusione) sono state 316.693 persone (in 110 mila famiglie) mentre altre 47.868 persone (in 119 mila famiglie) sono state interessate dal Sia (il sostegno di inclusione attiva).

mercoledì 28 marzo 2018

Pd, la finissima strategia politica renziana: il rosicamento

Fonte: Il Fatto Quotidiano Politica | 28 marzo 2018 

Dopo giorni e giorni di attente analisi e osservazioni, ho finalmente compreso la finissima strategia politica di Matteo Renzi e dunque del Pd: il rosicamento. Chi ancora fa appelli per un accordo tra M5S e Pd, e sapete che io non li ho mai fatti, spera l’impossibile. E non è il caso.
A oggi il Pd è ancora pressoché interamente renziano e non può esserci accordo tra grillini e renziani: sono due mondi inconciliabili. Credo poi che, se fosse chiesto alla base del Pd (ammesso che una “base” ancora esista) se vuole o no un accordo con Di Maio, la maggioranza direbbe no. Chi ancora vota Pd è in larga parte renziano, mentre chi era possibilista nei confronti dei 5 Stelle si è già spostato e ormai li vota (infatti sono passati dal 40 abbondante al 18 stitico in neanche quattro anni). Sarebbe certo giusto chiedere agli iscritti cosa fare, ma ritengo che – in maniera del tutto lecita, s’intende – risponderebbero così: “Con i grillini neanche morti”. E’ tempo di capire che l’equazione “Pd=partito di sinistra” non ha senso da un bel pezzo, essendo ormai il Pd un partito personalistico e padronale, gestito da un reuccio che non ne indovina mezza ma che non ha oppositori interni.
Torniamo però alla finissima strategia politica elaborata da Renzi, sempre bravissimo a non imparare nulla dai propri (continui) errori e dalle proprie (infinite) sconfitte. Dopo avere distrutto in quattro anni un partito, Renzi e i renziani hanno partorito un’altra strategia puntualmente infantile e sconsiderata: “Tanto meglio tanto peggio”. Oppure, se preferite: “Lasciamoli schiantare”.
Dopo una Waterloo di dimensioni bibliche, l’unica cosa che questi geni contemporanei hanno saputo partorire è stato il rosicamento. La reazione rancorosa di chi ha perso e se ne sta in un angolo, sperando che un meteorite cada sul campo e che a quel punto Dio gli dia la vittoria a tavolino. Infatti son lì che tifano perché Luigi Di Maio vada con Matteo Salvini e magari pure con Berlusconi, per poter poi dire che anche i grillini ci hanno la rogna e che Nicola Morra in un’altra vita è stato Goring.
Chissà cosa ha mai fatto l’Italia per meritarsi questo morbo goffo-renziano che fa danni tanto quando vince (quasi mai) quanto quando perde (quasi sempre). Certo, sarebbe ora che questi benedetti “non-renziani del Pd”, entità ormai metafisica e trascendente, battessero un colpo: ma non lo battono mica. E la mestizia, nel frattempo, esonda.
I renziani hanno perso tutto e ancora danno la colpa agli elettori, alla sfiga e alla congiura: che maturità politica accecante. Si sono autoconsegnati all’irrilevanza e ne godono pure. Starsene in disparte come bambini mocciosi e sperare nel disastro altrui – e incidentalmente del paese – è tanto infantile quanto politicamente folle. Un Aventino dei poveri, anzi dei poveracci, che non fa che regalare altro consenso a M5S e centrodestra, che è poi quel che in fondo ha (quasi) sempre fatto il Pd. Riuscendo persino a peggiorare di giorno in giorno, fino a questo parossismo di boria&nulla chiamato renzismo.

martedì 27 marzo 2018

Italia bomba a orologeria, troppo grande per essere salvata

Fonte: W.S.I. 27 marzo 2018, di Livia Liberatore 
Una guerra commerciale, una recessione economica globale e l’Italia. Sono queste le tre fonti potenziali di instabilità della zona euro, secondo Wolfgang Munchau, editorialista del Financial Times. L’Italia è la più prevedibile. Dal periodo successivo alla crisi finanziaria l’Italia ha un’unica ricetta possibile: restrizioni fiscali e riforme economiche permanenti per garantire la sostenibilità del debito. Ma, nota l’editorialista, i due partiti vincitori nelle recenti elezioni politiche, il Movimento 5 Stelle e la Lega, hanno sostenuto tutto il contrario.
Il primo momento critico sarà il bilancio del 2019, che dovrà essere approvato entro questo autunno. I partiti populisti rappresentano circa il 60% dei parlamentari e senatori italiani. La loro priorità non sarà quella di seguire le regole fiscali dell’Unione europea: la maggioranza del parlamento non sembra avere intenzione di approvare un budget di austerità. “Quindi perché i mercati finanziari sono così calmi?” si chiede Munchau.
La tranquillità dei mercati sull’Italia è dovuta a due errori di valutazione, che l’editorialista del Ft smentisce. Il presidente della Banca centrale europea non verrà in aiuto di uno Stato membro che si oppone in modo deliberato alle regole fiscali. E l’establishment italiano non riuscirà a tenere lontani gli estremisti dal potere: il voto per Lega e M5S è “la prevedibile risposta a due decenni di politica economica che non è riuscita a creare posti di lavoro per i giovani“. Nessun Paese può mantenere uno spirito europeista in presenza di una calamità economica permanente come questa, spiega Munchau.
Le proposte economiche avanzate dai due partiti vincitori, come quella del reddito di cittadinanza, sono incoerenti con l’adesione alle regole fiscali dell’Ue. “L’Italia è troppo grande per essere salvata e troppo grande per fallire”, si legge nel commento. L’eurozona non ha strumenti per affrontare con efficacia la crisi di un grande Paese. Soltanto l’istituzione di una singola risorsa sicura come supporto per i mercati finanziari e di uno strumento di finanziamento per creare capacità di risanamento economico per gli Stati in difficoltà della zona euro potrebbe avere qualche effetto. Ma, secondo Munchau, siamo ancora lontani da questa prospettiva.

lunedì 26 marzo 2018

Governo: che fare? O meglio che farei io?

No, non è la riedizione del più noto che fare di Lenin: non ho quell'ambizione né devo fare un favore al germanico impero chiudendogli ad est le frontiere.. no; penso ad altro. La novità uscita dalle elezioni per un paese come questo è enorme: ha quasi il sapore di una beffa dei cittadini verso questa, fin troppo, classe di politici cui finora è stato perdonato e permesso di fare praticamente tutto. Almeno finchè la tasca non è stata completamente svuotata.... allora anziché fare la rivoluzione i cittadini hanno rivoluzionato il quadro politico: in un sol colpo hanno cancellato una buona parte del panorama politico: un pò come accaddee per il referendum sull'acqua e quello sul nucleare. Tralascio i sondaggi pre voto perchè ormai non servono a una cippa e perchè ormai gli italiani hanno perfettamente metabolizzato il giochino e, da bravi burloni, dicono una cosa e fanno esattamente l'opposto.
LA domanda che i tanti (soprattutto nelle aule sorde e grigie) si pongono: 'con' e 'chi'? Già, un bel rebus, ma io no sono d'accordo perchè in teoria tutto dovrebbe essere già scritto: chi vince (Lega e M5S) governa e gli altri, se la sanno fare, faranno opposizione: ma siamo in Italia e quindi siamo bizantini... e l'Ufficio Complicazione Affari Semplici l'abbiamo inventato proprio noi. Quindi?
Quindi: al momento siamo in alto mare.... ma a me non meraviglierebbe se alla fine dei giochi ci sarà un Governo a guida leghista ma con una cabina di regia condivisa fra Lega e 5 Stelle con l'appoggio, suo malgrado, della coalizione di centrodestra (che vedrà accolti i desiderata di posti e prebende). Ma questo governo cosa dovrebeb fare?
Semplice; fossi io al loro posto il prodromo di tutto dovrebbe una cosa sola, una singola cosa: AZZERARE la lavagna (intendendo per lavagna tutte le riforme fatte dal '94 in poi...) e cominciare a scrivere; basterebbe applicare e unire, per quanto possibile, i due progammi e gettare le basi per attuarli. Se ci sono voluti oltre 20 anni altrettanti ce ne vorranno....
Sono ingenuo o illuso? Può darsi ma mi piace pensare che queste due forze, e  i loro corollari poco più che insignificanti, siano coscienti del mandato ricevuto dagli elettori e che cosa ci si aspetti che facciano: in quest'ottica un'idea del genere è molto meno peregrina. Non mi si venga a dire che è questine di soldi perchè se ritorniamo a essere sovrani come Stato non abbiamo più fra i piedi controllori interessati e quindi possiamo agire nell'interesse del paese e non di Brussells.
A puro titolo esemplificativo (e dopo aver azzerato la lavagna.... o almeno cominciato a farlo):
  1. acqua pubblica dove le tariffe siano tali e basate sul consumo effettivo e non un servizio che si perde se s'incontrano difficoltà per pagarle;
  2. bollette con cui si paga il consumo e non per fare altre mille cose e con cui, grazie al costo fisso, le aziende hanno la certezza del rientro certo del loro investimento al di là dei proclami sul libero mercato;
  3. Sanità pubblica ricostruita dalle macerie attuali;
  4. Scuola pubblica cui venga ridata la dignità che le spetta;
  5. Università degna della tradizione plurisecolare da cui proviene;
  6. Pubblica Amministrazione finalmente human friendly;
  7. Evasori ed Elusori che perdono il diritto di voto;
  8. Pensioni che ritornino a essere il ristoro di una vita di lavoro e non un peso sociale;
  9. eliminazione delle guarentigie economiche per i parlamentari (sostituite con rimborsi per le spese effettivamente sostenute);

ecc. ecc.

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