sabato 13 ottobre 2018

Spread? No, la vera paura è l’Italexit: lo dicono i CDS

Fonte: W.S.I. 12 ottobre 2018, di Alessandra Caparello

Non lo spread che viaggia sui 300 punti base e anche oltre, ma la peggior paura dei mercati è l’Italexit, ossia la possibile uscita dell’Italia dalla moneta unica. Una paura che emerge dalle quotazioni dei Cds, i credit default swap, come calcola Calypso, società specializzata in questo settore speciale di derivati.
Attualmente i prezzi dei CDS – contratti per assicurarsi contro un eventuale default del debito – segnano una bassa probabilità per l’ipotesi di insolvenza delle finanze pubbliche italiane, mentre aumenta del doppio nel caso dell’ipotesi che il paese torni alla lira: si va da un 14,2% al 23,8 per cento. Ciò a riprova che le rassicurazioni del governo nelle scorse settimane non sono bastate a convincere gli investitori e rassicurarli.
La percentuale del 23,8% è calcolata in base a un’ipotesi di svalutazione della lira del 30% e a una correlazione con il default creditizio del 50%.
Lo rende noto Il Sole 24 Ore, riportando i dati della società Calipso (vedi grafico sotto).
“I mercati non sono Nostradamus. Spesso sbagliano le previsioni, ma il problema non cambia: attualmente questa è la loro percezione e giusta o sbagliata che sia su questa percezione gli investitori basano le loro scelte”.
Intanto ieri anche il quotidiano britannico liberal conservatore The Telegraph ha affermato che la situazione politico-finanziaria dell’Italia sarebbe sull’orlo di una “spirale catastrofica”. I problemi citati sono diversi, a partire dallo scontro in atto con la Commissione europea sulla Legge di bilancio italiana e il deficit per il 2019.
Secondo i commentatori del giornale la situazione potrebbe precipitare, fino a innescare l’uscita dell’Italia, la terza potenza economica d’Eurozona, dal blocco della moneta unica.

giovedì 11 ottobre 2018

Cina emette bond in dollari: prove tecniche di “opzione nucleare”

Fonte: W.S.I. 11 ottobre 2018, di Alberto Battaglia

La Cina è pronta lanciare una nuova sfida agli Stati Uniti. Nel bel mezzo dell’escalation protezionistica fra le due economie Pechino è pronta a emettere bond a 10 e 30 anni per 3 miliardi di dollari. E lo farà proprio in valuta statunitense.
La mossa segue, un anno dopo, la più grande vendita di titoli di stato americani da parte della Cina, che secondo alcuni scenari potrebbe ala dismissione del proprio portafoglio multimiliardario di T-bond per cercare di influenzare i rendimenti e i costi di finanziamento del debito pubblico americano – la cosiddetta “opzione nucleare”.

L’emissione di obbligazioni in dollari contribuirebbe a esercitare una certa pressione sui rendimenti, oltre che dimostrare la forza con la quale Pechino può attirare moneta americana nella sua economia. “La guerra commerciale in corso, il picco dei rendimenti dei Treasuries statunitensi, unita alla volatilità dei mercati emergenti e all’offerta di obbligazioni in dollari anticipate fino alla fine dell’anno stanno facendo sì che gli investitori prendano una visione più cauta ” e che chiedano un premio maggiore per la vendita, ha affermato a Bloomberg l’executive director presso JPMorgan Chase di Hong Kong, Anne Zhang.
Il recente rialzo dei rendimenti dei buoni del tesoro Usa sembra confermare questo scenario. Ovviamente 3 miliardi di dollari sono una somma insignificante se paragonata ai 600 miliardi circa di valore delle attività e degli scambi commerciali tra Usa e Cina. Ma la Cina con l’iniziativa sta mandando un segnale forte ai mercati e all’America, ossia che volendo è in grado di incrementare i tassi di interesse Usa emettendo Bond in dollari o svendendo i Treasuries in suo possesso.
“C’è un elemento di geopolitica in gioco se si guarda al momento dell’emissione di titoli in dollari emessi dalla Cina”, ha detto Paul Lukaszewski, responsabile del debito societario asiatico presso l’Aberdeen Standard Investments a Singapore, “la Cina vuole dimostrare a tutti gli osservatori che ha un facile accesso ai finanziamenti in dollari a costi molto bassi“.
Questo non avrà certo la portata dell’ “opzione nucleare” vera e propria, ossia la dismissione aggressiva di T-bond. Anche se c’è chi mette in dubbio che alla Cina possa avere i risultati sperati mettendola in pratica:
“Le vendite di buoni del tesoro in un certo senso sono facili da contrastare, dato che la Fed ha gioco molto facile nell’acquistare e vendere titoli del Tesoro per conto proprio”, ha scritto Brad W. Setser, ricercatore per l’economia internazionale presso il Council on Foreign Relations, “ho spesso detto che gli Stati Uniti detengono in fin dei conti le carte migliori: la Fed è l’unico attore al mondo che può acquistare [Treasuries] più di quanto la Cina possa mai vendere”.

mercoledì 10 ottobre 2018

Riscaldamento globale, rapporto Ipcc: “Se non freniamo aumento temperature, ancora più tempeste, alluvioni e siccità”

Fonte: Il Fatto Quotidiano di | 8 ottobre 2018
Quattrocento pagine per spiegare cosa accadrà se il riscaldamento globale dovesse superare 1,5°C. In estrema sintesi: sarebbe un disastro da evitare a tutti i costi. Secondo il rapporto Global Warming presentato oggi al summit di Incheon-Songdo, in Corea del Sud, dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), la superficie terrestre si è riscaldata di un grado, abbastanza per provocare un’escalation di tempeste, alluvioni e siccità mortali. Andando di questo passo si prevede un ulteriore aumento di tre, quattro gradi. Secondo lo studio, il primo in cinque anni sul cambiamento climatico, se si dovesse continuare a emettere la stessa quantità di CO2, l’aumento di temperatura del pianeta supererà il grado e mezzo già nel 2030. Ma quella soglia non deve essere superata. Sono quattro i percorsi possibili tracciati nello studio per riuscire nell’impresa.
Il rapporto, commissionato e approvato dai governi che nel 2015 avevano firmato l’Accordo di Parigi, arriva proprio alla vigilia della riunione dei ministri europei dell’ambiente, domani a Bruxelles, chiamati ad adottare la posizione europea per la prossima Conferenza sul clima (COP24) di Katowice, in programma a dicembre e nell’ambito della quale i governi rivedranno l’Accordo di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici. Lo studio non potrà che essere un punto di riferimento per la stessa Conferenza, perché entra nel vivo delle difficoltà di raggiungere l’obiettivo, vista l’inadeguatezza delle politiche messe in campo finora.
Lo scenario descritto nel rapporto
Il dossier è frutto di due anni di lavoro di 91 ricercatori, provenienti da 44 Paesi, che hanno esaminato 6mila studi in materia e valutato 42mila recensioni di colleghi e governi. Secondo gli esperti dell’Ipcc, le conseguenze del riscaldamento di un grado della superficie terrestre sono già sotto gli occhi di tutti: tra gli altri cambiamenti, condizioni meteorologiche estreme, innalzamento del livello del mare e diminuzione del ghiaccio marino artico. Tuttavia è ancora possibile limitare il riscaldamento globale a un aumento di 1,5 gradi Celsius, ma occorrono “cambiamenti rapidi, di ampia portata e senza precedenti”. Il report mostra come le emissioni globali debbano diminuire di circa il 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010, per poi essere totalmente azzerate al massimo entro il 2050. Questo significa che eventuali emissioni residue dovranno essere compensate rimuovendo CO2 dall’aria con tecniche la cui efficacia non è dimostrata su larga scala e che potrebbero comportare rischi significativi per lo sviluppo sostenibile. Se si dovesse continuare a emettere CO2 ai ritmi odierni, invece, ci si attende che la temperatura del pianeta superi il grado e mezzo di aumento già tra il 2030 (ossia fra appena 12 anni) e il 2052. Per rimanere sotto la soglia, quindi, servono da subito enormi investimenti, con una spesa annua pari al 2,5 per cento dell’intero prodotto interno lordo mondiale per almeno 20 anni.
I benefici: minore innalzamento dei mari e minore scioglimento dei ghiacci
Cosa cambierebbe, in termini concreti, se si superasse il grado e mezzo Celsius, magari arrivando anche alla soglia dei due gradi teorizzata dall’economista di Yale, William Nordhaus, appena insignito del Premio Nobel? Secondo gli autori del rapporto il riscaldamento globale a 1,5°C invece che a 2°C “potrebbe andare di pari passo con il raggiungimento di una società più sostenibile ed equa”. Intanto nel 2100 l’innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 centimetri con un riscaldamento globale di 1,5°C invece che 2°C. L’Oceano Artico si ritroverebbe senza ghiaccio in estate solo una volta ogni cento anni, invece che almeno una volta ogni dieci anni, mentre le barriere coralline diminuirebbero del 70-90 per cento invece che scomparire quasi totalmente con una riduzione di circa il 99 per cento.
I quattro percorsi suggeriti 
Quattro i percorsi possibili per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi. Tutti e quattro prevedono la riduzione della quantità di gas serra nell’atmosfera prodotto dall’uomo. Due le modalità: attraverso il taglio delle emissioni (passaggio a energie rinnovabili e veicoli elettrici, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, riduzione del consumo di carne) e attraverso la rimozione della Co2 (riforestazione, cattura e stoccaggio del carbonio, procedimento quest’ultimo ancora sperimentale). Il primo percorso indicato dall’Onu prevede di puntare sul risparmio energetico e la riforestazione. Il secondo si pone come obiettivo una elevata sostenibilità di tutti i settori produttivi, con un limitato uso dello stoccaggio di carbonio (che ad oggi è fattibile tecnicamente, ma non ancora sostenibile economicamente). Il terzo scenario vede i settori dell’energia e industriale simili a oggi, ma con una maggiore attenzione alla sostenibilità e un ricorso significativo al ‘carbon storage’. Il quarto percorso (quello più caro all’amministrazione Trump, ma tecnicamente futuribile) prevede uno sviluppo basato sulle fonti fossili, con forti emissioni riassorbite dallo stoccaggio di carbonio.
Il ruolo dell’Italia
Domani i ministri europei dell’ambiente si riuniranno a Bruxelles. “L’Italia può e deve avere un ruolo da protagonista in Europa non solo per tradurre in realtà la promessa di Parigi, ma soprattutto per accelerare la transizione, fondata su efficienza energetica e rinnovabili, verso la decarbonizzazione dell’economia europea” ha commentato, dopo la pubblicazione del rapporto, Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, secondo cui “il Consiglio Ambiente deve impegnarsi ad aumentare entro il 2020 gli obiettivi europei, in linea con la traiettoria di riduzione delle emissioni compatibile con la soglia critica di 1.5°C, così da poter raggiungere zero emissioni nette entro il 2040”.

martedì 9 ottobre 2018

Savona vede Pil oltre stime e accusa Ue: “scontro politico insano”

Fonte: W.S.I. 9 ottobre 2018, di Mariangela Tessa

Il ministro per le Politiche Ue Paolo Savona scende in campo per difendere la scelta del governo di alzare il tetto deficit/Pil al 2,4% nel 2019. E lancia un nuovo affondo contro Bruxelles.
“Dicono che il 2,4% di deficit sia troppo? Cosa dobbiamo fare con una politica monetaria che inizia a diventare cautelativa e con il rallentamento della crescita internazionale?”, è la domanda retorica posta dal ministro nel corso di un incontro nella sede dell’associazione della stampa estera. L’Unione europea tiene il pilota automatico in questa situazione, allora se rischia di andare contro un iceberg continua a tenere il pilota automatico?”.
Passando alla crescita, Savona fornisce una stima ben più ottimistica di quella presente nel Naef, affermando che il Pil potrebbe raggiungere il 2% nel 2019 e il 3% nel 2020 a fronte del a +1,5% e +1,6% prevista dall’esecutivo.
Quelle ”previsioni sono prudenti, sono molto cautelative’‘, osserva Savona aggiungendo che il suo collega all’Economia Giovanni Tria “affronta il più difficile dei compiti e richiede rispetto”.
Quanto alle reazioni del mercato di fronte alla manovra, Savona ha confermato:
“Non siamo preoccupati dai mercati ma dallo scontro politico tra forze conservative e riformista. Noi abbiamo fatto le scelte, vogliamo stare in Europa e nell’euro ma l’Europa deve fare qualcosa”. Ha sintetizzato: “Il mercato è sano, è lo scontro politico che è insano”.
Per il ministro, se l’Ue dovesse bocciare il programma economico del governo sarà ”il popolo” a decidere.
Cosa succederebbe se l’Unione europea si mettesse in una posizione conflittuale verso questo programma del governo cosi’ cauto e moderato? Io non lo so, deciderà il popolo non io, io mi metto da parte“, afferma Savona. ”Alcune provocazioni, con un certo stile” sono “piuttosto pesanti” afferma, in riferimento al botta-risposta tra il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e il vice premier Matteo Salvini. Tuttavia, sottolinea, “il messaggio che ‘il mercato insegnerà agli italiani come votare’ io lo trovo molto più insultante di quello che risponde ‘non è sobrio quando parla”.
Quanto ai rischi dell’impatto della fine del programma espansivo della Bce, il Qe, per l’Italia, il ministro Savona dice di non aver “perso fiducia”.
“Draghi resta lì fino al 2019 – conclude -. Non credo che nessuno abbia interesse che l’Italia entri in una grande crisi”.

lunedì 8 ottobre 2018

Mangiare sano ora è un disturbo mentale

Fonte: Disinformazione.it e naturalnews editor di Mike Adams, the Health Ranger,
L'industria psichiatrica, nel suo sforzo infinito di trasformare artificiosamente ogni attività umana in "disordini mentali", sta ora propagandando il disordine più ridicolo che abbia mai inventato: il Disturbo del Mangiare Sano.
Non è uno scherzo: se ti focalizzi sul mangiare cibi naturali sei "mentalmente malato" e probabilmente hai bisogno di qualche tipo di cura chimica che includa potenti farmaci psicotropi. Scrive il quotidiano The Guardian: «La fissazione di mangiare sano può essere il sintomo di un grave disordine psicologico» e continua affermando che questo "disordine" è chiamato ortoressia nervosa, una locuzione Latineggiante che significa "preoccupati riguardo il mangiare correttamente".
Ma non potevano chiamarlo semplicemente "disordine da preoccupazione sul mangiare sano", poiché sarebbe sembrato come se non sapessero di cosa stanno parlando. Per cui l'hanno traslato in Latino, così sembra intelligente (anche se non lo è). Ecco da dove proviene la maggior parte dei nomi delle malattie: i dottori descrivono i sintomi che vedono con un nome tipo osteoporosi (che significa "ossa con dei buchi").
Tornando a questa malattia inventata, "ortoressia", il Guardian continua: «Gli ortoressici hanno delle regole rigide sul cibo. Il rifiuto di toccare zucchero, sale, caffeina, alcol, grano, glutine, lievito, soia, cereali e latticini non è altro che l'inizio delle restrizioni dietetiche. Ogni cibo entrato in contatto con pesticidi, diserbanti o che contiene additivi artificiali è inammissibile».
Aspetta un secondo. Allora cercare di evitare le sostanze chimiche, i latticini, la soia e lo zucchero ora fa di voi un paziente della salute mentale? Sì, secondo questi esperti. Se prestate effettivamente attenzione all'evitare pesticidi, diserbanti e ingredienti modificati geneticamente come soia e zucchero, c'è qualcosa in voi che non va.
Vi siete accorti che mangiare cibo spazzatura viene considerato "normale"? Se mangiate cibi spazzatura trattati con prodotti chimici sintetici secondo loro va bene. Apparentemente i malati mentali sono quelli che scelgono cibi organici e naturali.
Cos'è "normale" allora per quanto riguarda il cibo?
Vi avevo detto che sarebbe successo. Anni fa avevo avvertito i lettori di NaturalNews che presto ci sarebbe stato un tentativo di bandire i broccoli poiché contengono fito-nutrimenti anticancro. Questo assalto da parte della salute mentale contro i consumatori attenti alla propria salute fa parte di quel programma. È un tentativo di emarginare i consumatori di cibi sani dichiarandoli mentalmente instabili e, perciò, giustificare il loro ricovero coatto nei manicomi dove gli verranno iniettati farmaci psichiatrici e cibo istituzionale completamente trattato, morto e pieno di sostanze chimiche tossiche.
Il Guardian si spinge perfino al ridicolo dicendo che «L'ossessione su quali sono i cibi "buoni" e quali i "cattivi" può condurre gli ortoressici ad essere malnutriti».
Segui l'illogicità di ciò, se ci riesci: mangiare "buon" cibo causa malnutrizione! Suppongo che si ritenga che mangiando cibo cattivo vengano forniti tutti i nutrimenti di cui avete bisogno. Questa è la dichiarazione sulla nutrizione più pazza che abbia letto. Non c'è da stupirsi che la gente oggi sia così malata: gli viene detto dai media tradizionali che mangiare cibo sano è un disturbo mentale che causerà malnutrizione!
Zitti e ingoiate la galletta verde (Soylent Green)
È proprio come ho riferito anni fa: non avete il permesso di contestare il vostro cibo, gente. Seduti, zitti, avventatevi sul cibo e divoratelo. Smettetela di pensare a cosa state mangiando e fate quello che vi viene detto dai principali mass media e dai loro inserzionisti di cibo trattato. Non sapevate che mettere in dubbio le proprietà salutistiche del vostro cibo spazzatura è un disturbo mentale? E se siete "ossessionati" riguardo al cibo (facendo cose come leggere l'etichetta degli ingredienti, per esempio), allora siete strani. Magari perfino malati.
Questo è il messaggio che stanno divulgando ora. I consumatori di cibo spazzatura sono "normali", "sani" e "ben nutriti". I consumatori di cibo sano, invece, sono malati, anormali e malnutriti.
Ma perché, chiedete voi, dovrebbero attaccare quelli che mangiano sano? Persone come il dottor Gabriel Cousens possono spiegarvelo: perché una maggiore consapevolezza mentale e spirituale è possibile solo con una dieta composta da cibo vivo e naturale.
Mangiare cibo spazzatura abbassa il vostro livello intellettivo rendendovi più facili da controllare. Questo cibo scompiglia letteralmente la vostra mente, intorpidendo i vostri sensi con il glutammato monosodico (MSG), l'aspartame ed estratti di lievito. Le persone che vivono di cibo spazzatura sono docili e perdono velocemente l'abilità di pensare con la propria testa. Seguono qualsiasi cosa gli venga detta dalla TV o da quelli che sono in una posizione di apparente autorità, senza mai porsi delle domande sulle loro azioni o su quanto sta realmente succedendo nel mondo intorno a loro.
Al contrario, le persone che mangiano cibi sani e naturali - con tutte le sostanze nutrienti curative ancora intatte - cominciano a risvegliare la loro mente e il loro spirito. Col tempo, cominciano a mettere in discussione la realtà che li circonda e perseguono delle esplorazioni più illuminate di temi come comunità, natura, etica, filosofia e del grande quadro delle cose che stanno succedendo nel mondo. Diventano "consapevoli" e possono iniziare a vedere l'esatta struttura di Matrix, per così dire.
Questo, ovviamente, è un pericolo enorme per quelli che gestiscono la nostra società basata sul consumo, dato che il consumo dipende dall'ignoranza unita alla suggestionabilità. Per fare in modo che la gente continui ciecamente ad acquistare cibi, medicinali, polizze sulla salute e beni di consumo, è necessario spegnere le loro funzioni cerebrali superiori. Il cibo spazzatura trattato, a cui vengono aggiunge sostanze chimiche tossiche, raggiunge questo risultato piuttosto bene. Come mai, secondo voi, il cibo morto e trattato è il pasto predefinito nelle scuole pubbliche, negli ospedali e nelle prigioni? Perché il cibo morto spegne i livelli superiori della coscienza, e tiene le persone focalizzate su qualsiasi distrazione con cui sia possibile nutrire il loro cervello: televisione, violenza, paura, sport, sesso e così via.
In ogni caso vivere come uno zombie è "normale" nella società odierna, poiché moltissime persone lo stanno facendo. Ma non sono normali nel mio libro: il vero "normale" è una persona energica, in salute e sveglia, nutrita con cibo vivo, che agisce da cittadino sovrano in un mondo libero. Mangiare cibo vivo è come prendere la pillola rossa, perché col tempo si apre una nuova ampia prospettiva sulla struttura della realtà. Rende liberi di pensare con la propria testa.
Mangiare cibo spazzatura trattato è come prendere la pillola blu, poiché vi tiene intrappolati in una realtà inventata, dove le esperienze di vita sono architettate dalle aziende di prodotti di consumo, le quali dirottano i vostri sensi con sostanze chimiche (come glutammato monosodico) progettate per ingannare il cervello facendogli credere che state mangiando cibo vero.
Se volete essere vivi, consapevoli e in controllo della vostra vita, mangiate cibo sano e vivo. Ma non aspettatevi di diventare famosi presso gli "esperti" tradizionali della salute mentale o i dietologi: sono tutti programmati per considerarvi "pazzi" per il fatto che non seguite le loro diete ortodosse a base di cibo morto a cui vengono aggiunte sostanze chimiche sintetiche.
Ma voi e io conosciamo la verità: noi siamo quelli normali. I consumatori di cibo spazzatura sono i veri malati mentali, e l'unica via per fare in modo che aprano gli occhi sul mondo reale è iniziare a nutrirli con cibo vivo.
Alcune persone sono pronte a prendere la pillola rossa, mentre altre non lo sono. Tutto quello che si può fare è mostrare loro la porta. Devono aprirla da soli.
Nel frattempo provate ad evitare i funzionari della salute mentale che stanno cercando di etichettarvi come persone affette da disturbi mentali solo perché fate attenzione a cosa introducete nel vostro corpo. Non c'è niente di male nell'evitare zucchero, soia, glutammato monosodico, aspartame, sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) e altre sostanze chimiche tossiche nel cibo. A dire il vero, la vostra vita dipende da questo.
di Mike Adams, the Health Ranger, NaturalNews Editor

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore