sabato 19 marzo 2016

Controstoria.......

. e questa è edulcorata: immaginate quale dev'essere stata la realtà. Se proprio volessimo scoprirla, come hanno fatto alcuni coraggiosi (e per questo criticati ed emarginati dalla storiografia ufficiale) storici, basterebbe recarsi negli archivi di stato e perdere un pò di tempo.. per esempio: nelle regioni che votarono, "plebiscitariamente", per l'annessione al Regno di Sardegna; o in quello di napoli che contiene i verbali di tutto quello che accade poco prima e poco dopo l'arrivo dei barbari in camicia rossa e quello delle giacche blu piemontesi; ecc. ecc. è tutto lì in qualche archivio, qualunque archivio di questo paese nato con radici marce che non potevano non far marcire il nascente albero.. buona visione e buon week end




questo è quel che dice wikipedia: Li chiamarono briganti.
"È stato definito un film esempio di revisionismo storiografico sul risorgimento, volto a raccontare un'altra versione dei fatti avvenuti poco dopo il Risorgimento, in special modo nel Meridione"

venerdì 18 marzo 2016

Diritti privati

17/03/2016 di triskel182

Diritto alla casa, diritto allo studio, diritto alle cure, diritto ad un salario minimo e dignitoso, diritto a non essere disciminato (per sesso, religione,..), diritto ad accedere ai livelli più elevati di studio per i meritevoli.
Sono tutti diritti sanciti dalla nostra carta costituzionale, alcuni esplicitamente dichiarati altri meno: l’acqua come bene pubblico (ovvero sottratto al profitto e al mercato) non è scritto nella Costituzione ma è stato sancito dai 26 milioni di voti del referendum del 2011.
L’acqua deve rimanere un diritto per tutti, non può essere messa su mercato con tutte le limitazioni che ne conseguono: questo diceva la volontà popolare (“la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione – art 1”).
Diritto all’acqua tradito dall’emendamento del governo sulla legge per l’acqua, usando poi le stesse giustificazioni dei berlusconiani nel 2011 (ma la proprietà rimane pubblica, solo il servizio è privato, vogliamo solo mettere le utility dei servizi sul mercato ..).
Diritto allo studio tradito, per i tagli alle borse di studio, i ricercatori con data di scadenza, i tagli all’istruzione (e le assunzioni dei precari fatte solo perché lo chiede l’Europa).
Diritto alle cure tradito: lo ha raccontato domenica Presa diretta, parlando dei farmaci per l’epatite C, che non saranno garantiti per tutti perché non ci sono soldi.
Diritto alla casa tradito: lo raccontano le centinaia di casi di sgombero, a Milano come a Roma, dove l’edilizia popolare non esiste, dove i piani di zona (sulla casa) realizzati con soldi pubblici hanno portato alla realizzazione di appartamenti a prezzo di mercato, senza servizi.
Alcune letture interessanti:
– il caso di lady Acqua
“Ci sono nomine che vogliono dire più di mille parole e raccontano ancor meglio cosa c’è dietro il voltafaccia di Pd e governo sull’acqua pubblica. Il 10 novembre, infatti, alla Direzione acqua (rete idrica, depuratori, tariffe) e salvaguardia del territorio (bonifiche) è arrivata Gaia Checcucci, ovviamente fiorentina, meno ovviamente membro del Comitato per il No ai referendum del 2011, già consigliere comunale di Alleanza nazionale, per anni segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Arno (nominata dall’ex ministro Prestigiacomo) e vicepresidente di Federutility, l’associazione delle imprese del settore. “
– il doping sul lavoro: la notizia sul -39% degli assunti a tempo indeterminato (gennaio) e il commento di Gilioli
Oggi anche il Sole 24 ore, in un colonnino di analisi, fa presente che se il governo Renzi ha fatto molto «sulla flessibilità in uscita» (cioè i licenziamenti) troppo timido è stato invece sulla «flessibilità in entrata», cioè le assunzioni. E aggiunge che i dati sulla ripresina dell’occupazione (peraltro la più lentad’Europa) sono dovuti agli incentivi per le assunzioni (non al Jobs Act) che però sono misura provvisoria e già ridotta rispetto all’anno scorso. Insomma doping.E già qui forse ci sarebbe qualcosa da dire sulla propaganda del governo («boom impressionante», fanfaroneggia Renzi a ogni decimale) e soprattutto sulla relazione tra questi nuovi contratti e il Jobs Act, che ad esempioBankitalia esclude.Ma se ci fosse un po’ di onestà intellettuale oltre la narrazione si vedrebbe che in Italia non c’è solo un problema di debolezza numerica (i decimali) e di cause efficienti effimere (il doping degli incentivi).
Da unoenessuno.blogspot.it

____________________


c'era un saggio di J. Rifkin, forse ancora reperibile, dal titolo "l'era dell'accesso" che, letto oggi, prevedeva, cogliendoci quasi in pieno, quanto poi sarebbe accaduto: ha avuto una discreta diffusione...... ma una scarsa comprensione negli stessi che lo leggevano presi com'erano dalla follia liberista dell'accaparramento delle briciole della torta...

giovedì 17 marzo 2016

-39,5%; 115 milioni di buoni da 10 euro

Queste sono le due cifre della bolla renziana che si sta vieppiù sgonfiando dopo gli sgravi governativi.... d'altronde non poteva che essere così in un mondo del lavoro "liberalizzato" dove a importare non sono i progetti lavorativi e la qualità del lavoro ma i profitti e i contributi che lo Stato-bancomat generosamente regala senza che nulla sia chiesto in cambio. Ricordate la prosopopea messa in campo? Dov'è andata a finire? I numeri parlano chiaro e altrettanto chiaro parla la situazione reale del paese preso troppo da se stesso e troppo poco dal bene comune: aveva ragione chi sosteneva che una volta "che fossero stati liberati gli spiriti animali del capitalismo non si poteva più tornare indietro...". Non è stata una cosa immediata, come in russia,  ma un processo graduale, lento e, perchè no, affascinante: dal '92 a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, vero? Eppure già allora c'era chi diceva "attenzione" dove già hanno fatto cose del genere hanno si visto picchi alti ma pure abissi profondi dove, al primo alito di vento, interi ceti sociali vi finivano. Non sto a farvela questa storia.. la conoscete, vero? quel che voglio dirvi però è che non è ancora finita: manca ancora due tasselli per completare il quadro; il TTIP e la riforma costituzionale: fatte queste di quello che era il belpaese rimarrà il ricordo nei vecchi e poc'altro... tornare indietro? Impossibile.. cambiare strada? Si, questo si potrebbe fare, ma richiede un enorme sforzo collettivo ed è proprio questo il problema: il termine collettivo, desueto e fuori luogo in un mondo che insegna agli individui a non guardare oltre le proprie tasche più che oltre il proprio naso che rappresenta un orizzonte fin troppo lontano!!!

martedì 15 marzo 2016

Giù la maschera...

Eh si ormai il ritegno è solo un eufemismo. E' passato l'emendamento che cancella, de facto, il referendum che, a stragrande maggioranza, stabilì che l'acqua doveva erstare pubblica...  Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbligatoria”. Proteste Si-M5s: “Stravolto il referendum” (questo è il titolo del Fatto Quotidiano).
Rassegnatevi: l'acqua DEVE  passare sotto la gestione del privato e le tariffe saranno quelle del "mercato": compresa, naturalmente, la cosiddetta remunerazione del privato "che investe"; remunerazione rimasta sempre la stessa ossia il 7%. Tutto vanificato. Cinicamente il PD, e si suoi sodali, non hanno fatto altro che prendere un emendamento e "cambiarlo" cambiandone alcuni termini.... il senso è completamente stravolto e il referendum, come dicevo, vanificato: con buonapace di tutti noi: compresi quegli elettori del PD che in massa votarono contro la privatizzazione dell'acqua... e finchè contiueranno a votarlo nulla potrà cambiare.
Chiediamoci pure, perché? Semplice: in primis ci sono le cambiali da pagare alla lobby dell'acqua privatizzata, il mitico privato che, dovrebbe, investire; in secundis perchè l'Italia ha ratificato, e il Parlamento approvato, i trattati istitutivi del WTO nei quali era detto in chiaro che, tranne eccezioni ben circoscritte, lo Stato deve mettere sul mercato tutti i servizi fino ad allora gestiti, sia direttamente che indirettamente, in house..... acqua compresa. Venendo cancellata la categoria giuridica dei "bisogni" tutto diventava servizio e quindi il servizio, se lu vuoi e te lo puoi permettere, te lo paghi: mica è un caso che da quando è passata questa accezione le chiusure per morosità sono aumentate esponenzialmente...  e anche nel caso dell'acqua ora se non paghi te la staccano, punto.
Dov'eravate, o cari italioti, quando votavate per questi qui?
Ve le siete prorprio bevute tutte, vero?
Bene, ora ne pagate le conseguenze..

lunedì 14 marzo 2016

Ci vuole faccia tosta...

Eh, si ci vuole proprio.. oggi, tema la pedofilia, il Card. Bagnasco (peraltro anche pensionato statale come Cappellano militare con grado pari a Generale, o simile) ha vantato "il rigore" della C.E.I. riguardo "all'accertamento degli addebiti e all’erogazione delle pene"; ma.. e già c''è sempre un ma.... non furono proprio i vescovi della C.E.I. a varare un documento "di contrasto difendendo il diritto a scegliere se denunciare o meno"?
Esatto. Lo fa notare, voce quasi unica,  oggi il Fatto Quotidiano. Ma che bravi, bravi davvero: vantano il "rigore" ma quando si tratta del tintinnar di manette a fronte di un reato gravissimo, qual'è la pedofilia (nel caso dei preti ritengo sia anche più grave), come dire.. nascondono la manina opponendosi ad esse. Vabbé che siamo in Italia e vabbé anche che chi può si fa la propria esenzione dal carcere, anzi si fa la legge su misura (leggi a personam prima leggi bancaetruriam oggi), ma fare gli gnorri così, no eh!!!!
Naturalmente, se leggete l'articolo al link suindicato, il discorso è molto articolato e spazia su vari temi, ma quello sulla pedofilia proprio non riesco a mandarla giù!!!

domenica 13 marzo 2016

Renzi, come e perché liberarsene in tre mosse

di | 11 marzo 2016 dal Fatto Quotidiano


Forse Matteo Renzi non è una cattiva persona. Incarna però il terzo tentativo (dopo Monti e Letta) dei poteri forti nazionali ed internazionali di mettere alla guida del nostro Paese un’affidabile marionetta. Non è neanche del tutto sprovveduto. Ha capito, ad esempio, che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria a qualsivoglia guerra in Libia e si contorce quindi, in modo scarsamente dialettico, fra le pressioni degli “alleati”, che rientrano fra i suoi grandi, anzi grandissimi elettori, e il giusto sentimento popolare diffuso. Si può scommettere che finirà male, tanto è vero che già il presidente emerito Napolitano ha tracciato la via da seguire. La neospartizione coloniale della Libia è già stata decisa. Ma non sarà certo una passeggiata. E chi pagherà il prezzo sarà ancora una volta il popolo, sia libico che italiano. Quest’ultimo ha già cominciato, sacrificando due lavoratori, le cui famiglie oltre al danno hanno dovuto subire anche la beffa. In fondo se sono morti è stata colpa della ditta per cui lavoravano. Questo è quanto afferma del resto Matteo Renzi, il quale, come ricorda Tommaso Di Francesco sul manifesto di ieri, a sfottere i lavoratori è del resto abituato.
E qui veniamo alla seconda inaccettabile cifra dell’esperienza renziana (comune anche in questo alle due marionette che lo hanno preceduto, con le loro Fornero, Sacconi e simili). E cioè la convinzione che il nostro Paese possa uscire dalla crisi e ritrovare i sentieri del benessere continuando a comprimere e violare i sacrosanti diritti della classe lavoratrice. Si tratta peraltro di convinzione comune un po’ a tutto l’establishment capitalistico mondiale e ci sarebbe da stupirsi che così non fosse. Le classi dominanti non sono certo disposte a rinunciare ai propri privilegi e alle proprie posizioni di potere spontaneamente, per quanto sia evidente a tutti come ci stiano conducendo verso un baratro senza fine. Guerre, devastazioni ambientali, approfondimento delle disuguaglianze sociali ed economiche, crescita del terrorismo, soffocamento progressivo della democrazia, disposizione a perdonare ed assecondare “amici” come Sisi (che fine hanno fatto le richieste di verità e giustizia per Giulio Regeni?) in Egitto e Erdogan in Turchia, cui si chiede di risolvere il problema dei profughi che l’Europa ha concorso in maniera sostanziale a creare e ora non sa e vuole risolvere sebbene coloro che cercano salvezza sul nostro continente costituiscano una quota davvero infinitesimale sul totale di coloro che fuggono da esistenze distrutte e case bruciate e in stragrande maggioranza si rifugiano nei Paesi più vicini ai vari disastri.
Matteo Renzi rappresenta per molti versi l’ultimo raglio dei poteri forti. Il suo ottimismo inossidabile si basa sulla convinzione che sia possibile convincere gli italiani che è un leader affidabile. A tale fine vengono manipolati i dati economici, si introducono incentivi a termine (dai famosi 40 euro agli sgravi contributivi per le imprese all’astuto progetto di decurtare i contributi per ottenere oggi un sollievo momentaneo a scapito di pensioni notevolmente decurtate in futuro). L’ottica è quella di brevissimo periodo tipica dei governanti di questa fase fatiscente del capitalismo neoliberale, incapaci di vedere al di là del proprio naso. I metodi quelli di chi della democrazia non sa che farsene e vuole controllare l’informazione, il Parlamento e abolire i corpi intermedi, specie quelli come il sindacato che in qualche modo a volte rappresentano istanze di massa.
In questo modo si continua a perdere tempo e si aggravano anzi i mali di cui soffre il nostro Paese all’interno del contesto globale sopraaccennato. Liberarsi di Renzi costituisce quindi un’urgenza assoluta per chiunque ne abbia a cuore la salvezza e il futuro. A tale scopo vanno percorsi tre passaggi da cui alla fine dell’anno. Primo, ad aprile, il referendum antitrivelle che suonerà come una precisa sconfessione delle politiche di devastazione ambientale e paesaggistica che l’attuale governo vuole imporre. Secondo, la sconfitta di tutti i candidati renziani alle elezioni comunali in primavera inoltrata. Terzo il rigetto del disegno di semplificazione autoritaria delle istituzioni al referendum sulle modifiche costituzionali previsto per l’autunno. In tutti e tre i casi appena menzionati ci sono valanghe di ragioni specifiche per votare contro questo governo affermando le ragioni di chi non si rassegna alla renzificazione dell’Italia. Ce n’è in più una di carattere generale, relativa alla necessità di rendere possibili, sgombrando il terreno dall’attuale fallimentare proposta di governo, risposte alternative ed efficaci alla crisi avviando la costruzione di un’Italia migliore, la sola finalmente in grado di sopravvivere, resistere e progredire.
di | 11 marzo 2016

____________________________

fossimo altrove quest'articolo non avrebbe nemmeno la necessità di doverlo leggere..

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore