giovedì 15 novembre 2012

A quale realtà decidono di farci credere .... come sempre non é questo il punto, mai lo é

Partiamo come sempre dalla tesi:
" Ron Suskind in una intervista alla Consigliera di G. H. Bush (....) Karen Hughes si trova di fronte a questa affermazione: i ragazzi come te, il giornalista, sono in quella che si definisce reality-based community che si definì come gente che crede che le soluzioni emergano dai vostri giudiziosi studi della raltà discernibile". All'obiezione del "ragazzo (il giornalista)" circa i principi dell'illuminismo e dell'emiprismo si ritrova di fronte a quest'altra illuminante risposta, quella che c'interessa ora: "questo non é più il modo in cui funziona il mondo oggi... noi (l'america) siamo un impero ora e quando compiamo un atto noi creiamo la nostra stessa raltà. e mentre tu, sempre il giornalista, stai a studiare questa realtà - giudiziosamente, come tu voi - noi compiamo un altro atto, creando altre nuove realtà, che tu puoi studiare ancora e questo é il modo in cui le cose succederanno. Noi siamo gli attori della storia, e tu, tutti voi (noi), resterete giusto a studiare quello che noi facciamo" (i demoni del potere" di marco revelli pagg 70,71). Chiaro?
Allora, noi si sta riflettendo sugli scontri avvenuti, vero? Bene questa realtà é basata su "una" realtà ma la "realtà" é già andata avanti: meglio, i gerenti del potere ne hanno già costruita un altra pronta lì per farci "riflettere (o studiare, é uguale)": loro sono un impero e quest'impero per potersi legittimare deve sempre passare da una realtà all'altra ma NON perché virtuale semplicemente perché questo gli é congeniale alla propria perpetuazione perché ha compreso che solo, e dico solo, se agisce così i cittadini, reality-based (che vivono nel mondo reale), non riescono a ragiungere e comprendere le politiche che vengono fatte: é più chiaro ora?
Se non lo fosse ora cerco di spiegarlo meglio io e ci ragiono per un secondo su. Facciamo un esempio attuale: la manifestazione europea di dissenso alla politica rigorista di corte vedute imposta dalla Germania e accettata supinamente dai governi nazionali ai quali sono assurti banchieri interessati a portarle avanti per fini propri, ok? Ora noi che siamo "reality-based" ci balocchiamo sulla violenza estrema delle forze di sicurezza nei confronti dei ragazzini suonati come tamburi.. ma in realtà il potere é già oltre: ha appena creato un altro mulino a vento, ossia la legge sulla stabilità (dopo il cresci, salva, ecc. ora stabilità e non é un caso..) dove dice il falso quando sostiene che l'anno prossimo ci sarà una crescita negativa dello 0, qualcosa perché sa benissimo che la crescita negativa sarà del -2,5%, una enormità: la prova provata del fallimento delle politiche rigoriste montian-merkeliane basate sull'idea dell'euro come treno sul quale salgono economie diversissime fra loro e quando ci sono carrozze che vanno a 200 km all'ora e altre che vanno a 30 il treno non va da nessuna parte ....... meglio sarebbe fermare il treno e vedere di trovare un rimedio e NON pretendere che tutti vadano alla stessa. Ma in base al teorema di cui sopra in realtà mentre viene all'evidenza una enormità come questa il potere si é già costruita un altra realtà da darci in pasto ossia che il prossimo anno dovremo avere altre tasse e tagli mentre sa in realtà che la montagna di denaro che entra sarà girata alle banche: é già deciso; ed é già pronta anche la nota di giustifica: ce lo chiede il patto di stabilità, ossia l'europa. Nella realtà del potere invece la cosa va diversamente: quando si firmò Maastricht, da cui discesero euro e UE nell'attuale versione, si sapeva che i debiti pubblici sarebbero cresciuti a dismisura perché una cosa é gestire un risparmio con regole certe e un altra é costringere gli Stati a agire sui mercati come privati affidandosi a arbitri che non sono tali e regole che son fatte per NON far ridurre i debiti degli Stati ma per farli lievitare con gli interessi: altrimenti i mercati non ne hanno un guadagno in termini di soldi e profitti; é provato da decenni che le politiche di rigore non portano da nessuna parte se nno far lievitare i profitti dei pochi, dei molto pochi..... esempi ce ne furono dal 1950 a oggi, eppure ogni volta che la realtà veniva da noi tutti compresa l'impero o meglio il potere aveva già costruito sopra la propria realtà da propinarci distogliendoci lo sguardo dal nostro mondo, reale, per darcene un altro ... il migliore, sempre il migliore di quelli possibili, il prossimo

14 novembre 2012: suona la sveglia per governi...

Abbiamo ieri avuto il primo "corteo" europeo indetto dalla CES e in italia dalla CGIL. Un fortissimo segnale ai governi, (fra l'altro nel link qui accanto a sinistra c'è anche un filmato che PROVA  come la polizia attacchi il corteo senza una reale ragione ma solo "perché ormai son chiusi nel lungotevere.... cosa che c'entra poco con l'ordine pubblico ma molto con la voglia di menar le mani per farli sfogare .......) che fra l'altro non se ne danno per inteso a partire proprio dalla merkel che ha sostenuto: ”Il diritto allo sciopero è un grande diritto delle democrazie e questo è scontato. Ma ciò che è necessario va fatto lo stesso”. Lo ha detto Angela Merkel a Berlino, rispondendo a chi chiedeva se le proteste coordinate in diverse città europee oggi ammorbidiranno le politiche del rigore. Gli ostacoli nel mercato del lavoro “incrostato” vanno rimossi, e “vanno date nuove chance ai giovani attraverso una flessibilizzazione”, ha continuato Merkel. “Questo lo diremo chiaramente ai nostri sindacati va fatto quello che va fatto" ed ha concluso “Dobbiamo fare ciò che è necessario, sbloccare il mercato del lavoro, dare maggiori opportunità di impiego alle persone, creare più flessibilità in alcuni settori e soprattutto offrire di più ai giovani. Questo dobbiamo far capire ai sindacati continuando a parlare con loro” ... più chiaro di così!!
Naturalmente ci sono stati incidenti, non solo in Italia, un pò ovunque e ciò non poteva non accadere visto l'appiattimento dei singoli governi e dell'europa sulle politiche finanziarie filo-tedesche rigoriste assolutamente senza pietà verso i propri cittadini (e quelli dei paesi cosiddetti fratelli) costretti a pagare conti salatissimi di avventure finanziarie che, nella maggior parte dei casi, nemmeno volevano né avevano chiesto: ma si sa che a loro non si chiede di esprimere un parere ma solo di votare fra una parte che usa la vaselina nel fregarli e un altra che non la prende nemmeno in considerazione, la vaselina, ma entrambi con la stessa determinazione a far pagare al pubblico quello che spesso, come nel caso greco, era stato fatto per favorire banche amiche e amiche degli amici.....  si chiama "libero mercato" tutto ciò: ne parlavo ieri a proposito dell'economia delle catastrofi ma se togliessi il soggetto di quel post e lo sostituissi con il mondo finanziario il risultato non cambierebbe, anzi ne diventa la dimostrazione fattuale.
Gli Stati si stavano preparando a tutto ciò: il livello di tolleranza al dissenso si stava abbassando e di molto pure così come non si può non notare come spesso gli stessi operatori della sicurezza spesso sono strumento di prepressione senza riflettere sul fatto, non secondario, che a pagare saranno anche loro, perché:
  1. anche loro stanno tagliando pensioni, liquidazioni e lavoro dato che la spending review anche da loro é arrivata ... non credo che la prenderanno bene;
  2. a loro tocca difendere gli indifendibili politici e tecnici e non so quanto ne siano contenti;
  3. alzando il livello di scontro e scatenando i mastini della repressione prima o poi ci scappa il morto e con il morto nella strada voglio proprio vedere se la gente, anche in un paese con i cotechini sugli occhi, nella sua stragrande maggioranza continuerà a stare a guardare ben spendo che dopo qualche giorno a terra ci potrebbe il proprio di figlio;
  4. voglio vedere come la prenderanno quando i tagli colpiranno i ranghi di coloro che finora li hanno difesi e come questi reagiranno.
... e si potrebbe continuare. Ma il punto rimane: che pensano di fare al governo? Continuano a fare gli gnorri riducendo tutto a una questione di ordine pubblico? La prossima volta mandano i carri armati per le piazze? Daranno il via libera agli attacchi aerei come in Siria? Non so, so però una cosa: il coperchio del vaso s'é, ieri, alzato: il problema sarà richiuderlo.
Ormai, come é chiaro nel vecchio mondo, la crisi é solo un feticcio: sia chiaro che la crisi c'é, eccome se c'é; ma é anche un feticcio dietro il quale una parte, largamente minoritaria, si nasconde per chiudere i conti con l'europa sociale: quell'europa del welfare che nelgi USA c'invidiavano perché non l'hanno mai conosciuto un welfare .... però, anziché esportarlo negli USA e altrove, chi detiene il potere reale ha deciso che dev'essere il vecchio mondo ad adeguarsi all'altra sponda dell'atlantico. Dev'essere l'europa a pagare per le spericolate avventure delle agenzie di rating, quasi tutte americane e quasi tutte con le mani ben affondate nelle finanze di mezzo mondo sia con propri uomini che con le proprie ricette (il nostro premier ha fatto proprio questo mestiere in passato e quindi in materia é un esperto): un invasione ma non di affamati simili dall'africa ma di sobri e pasciuti personaggi "prestati" dalla finanza alla politica per tutelare i propri interessi.. non certo quelli dei popoli europei con la gravissima complicità della politica ufficiale che dovendo scegliere fra una maggioranza con poco peso specifico e una minoranza con le tasche piene di soldi sa benissimo quale parte scegliere e soccorrere, vero?
il resto karamazov

mercoledì 14 novembre 2012

Ancora sul clima e sul capitalisti dei disastri

Come dicevo ieri che il clima sia cambiato lo sappiamo, é sotto gli occhi di tutti; é innegabile: ha voglia la politica a dire che in fondo si sa che lo sviluppo ha dei costi, questa che vediamo oggi é, solo, la prima rata altro ancora c'é da venire. Faccio presente che non appartengo alla categoria dei catastrofisti ma degli scettici in materia: scettico nel senso che é vero che il clima é cambiato, e cambierà ancora, ma é vero che le conseguenze potrebbero essere minori se cittadini e politici facessero, ognuno per sé, la loro parte ... in questo senso sono scettico, sia chiaro. Stasera voglio puntare, invece, l'attenzione su i .... gufi o meglio su quelle persone e studiosi che da anni ne parlano in vario modo e a vario titolo nei vari campi di cui si occupano: é vero che con la cultura non si mangia ma é anche con la cultura che si può combattere la, voluta, ignoranza che sul clima, e su altro, porta prima all'indifferenza e poi alla passività prima e alla rassegnazione, poi, del "io che ci posso fare" che é sinonimo di fallimento della democrazia occidentale, o meglio il suo epitaffio da scrivere sulla pietra tombale.
Partiamo dal testo base di chi ha sollevato il coperchio del vaso di pandora sull'economia dei disastri: il saggio di
Naomi Klein
"shock economy (fra l'altro che segnalai su questo blog come "da leggere" qualche tempo fa..)"

.... [saggio] che fa il punto dello stato dell'arte in materia da un lato riassumendo le ricerche dall'altro rapportando le ricerche e i loro risultati di cui sopra con quanto realmente avvenuto nella realtà quando c'era un disastro e i corollari economici di stampo liberista che ne giustificavano l'azione.
ma c'é un illustrissimo precedente sul quale si basano le successive indagini su questo tipo di economia (e politica):
Hannah Arendt ne "le origini del capitalismo": "i campi di concentramento e le camere a gas» – senza dubbio la soluzione più sbrigativa del problema della sovrappolazione, della superfluità economica e dello sradicamento sociale – lungi dal costituire un monito possano, al contrario, rappresentare anche per le società democratiche un esempio, una tentazione, cioè, destinata a riproporsi quando appaia impossibile alleviare la miseria politica, sociale o economica in maniera degna dell’uomo"; bé, più chiaro di così.... tutte le successive indagini sono, come dicevo, partite da questo assunto: compreso il saggio della Klein che ne da un immagine che definire cinica é usare un puro eufemismo visto che l'autrice ne ripercorre l'ascesa fin dai primi esperimenti in america latina al 2004 tutte situazioni che in comune hanno il tipo di risposte dato; tutte, guarda caso, ispirate dalle teorie di Milton Friedman e della scuola di Chicago che hanno scorto nelle catastrofi non tanto problemi da risolvere, quanto opportunità di un rapido arricchimento a favore di un’esigua minoranza raccolta nel patto scellerato tra una classe politica corrotta e le grandi imprese multinazionali e non che son chiamate a intervenire anche laddove c'è presenza dello Stato.
Secondo, infatti, il "fondamentalismo" capitalistico di Friedman e dei suoi allievi – alcuni dei quali insediati ai vertici dei più importanti organismi finanziari, altri, invece, direttamente impegnati come consiglieri dei governi, altri ancora suoi ammiratori entusiasti e infine banchieri e altro materiale umano che anche in Italia vediamo in azione inorganismi finanziari e governi – il verificarsi di una grande crisi o di un grande shock consente di "sfruttare le risorse dello stato per ottenere un guadagno personale mentre gli abitanti sono ancora disorientati"; per meglio dirla: "il prodursi di eventi traumatici diventa, allora, l’occasione per poter rimodellare la società, applicando misure radicali di ingegneria sociale ed economica". Tutto ciò non vale solo per i paesi autoritari ma anche, e soprattutto, per le democrazie e ciò é triste: basti pensare al falimento statale di Katrina e agli incassi fatti dai privati per lo stesso uragano: naturalmente i privati, finché paga lo Stato o i riccastri, determinano e agiscono senza problemi ma se il primo non può coprire tutti i costi e i secondi sono soddisfatti, indovinate un pò chi rimane fuori, come ancora oggi accade in louisiana, dalla ricostruzione? I meno abbienti, i quali, sempre in louisiana, ancora oggi non vedono ricostruite le loro case.... qui un esempio del genere ce lo abbiamo in Abruzzo dove il "fatto" é nemmeno la metà di quanto resta da fare: ma senza soldi si sa ... perché qui non sfuggiamo a questa regola del capitalismo dei disastri: se lo Stato ha soldi i privati ci mettono i mezzi altrimenti tutto resta così com'é.
Se a quanto sopra aggiungiamo la corruzione politica, il clientelismo, il malaffare mafioso che ci mette il naso per accaparrarsi gli appalti, ecc. ecc. allora credo che il quadro che ci si para davanti é chiarissimo: siamo nel pieno boom, anche qui, di tal tipo di capitalismo: liberista nei profitti ma statalista quando si tratta di pompare nelle propie casse i soldi dello Stato ossia di tutti noi...

lunedì 12 novembre 2012

Ecce.... italia

Non ci dovremmo meravigliare del ripetersi frequente dei cosiddetti "eventi climatici estremi", vero?
Da anni i più accorti e corretti osservatori ce lo ripetono fino allo sfinimento: il cima é cambiato, nel vero senso della parola;
all'inizio erano irrisi e guardati con scetticismo e sufficienza dai soliti noti ma poi ... poi i suindicati "eventi" sono cominciati non solo a verificarsi ma anche ripetersi ciclicamente e tutto é cambiato, anzi gli scettici sono diventati i primi a lanciare allarmi, superando, in "tecnicalità" e, spesso, ambientalismo gli antesignani i primi "ecologisti" che ci dicevano: di stare attenti; che le cose stavano cambiando; che il clima stava cambiando e che niente sarebbe stato più come prima, ed era meglio prepararsi al peggio e programmare per le prossime generazioni.
Eppure, un paese accorto e lungimirante (l'italia non é né l'uno né l'altro perché tutti vogliono la casa in collina, come tutti la vogliono in posizione ottimale.. così come i politici vogliono i voti di costoro e li accontentano a cuor leggere, un condono non si nega mai... a nessuno da campione d'italia fino a lampedusa) avrebbe previsto e difeso il territorio; così come lo stesso paese avrebbe negato colate di cemento laddove non ce ne dovevano essere, così come avrebbe messo in essere opere di manutenzione e mantenimento dello status quo se non, addirittura, (attraverso le opere da fare in base allo stato dell'arte della scienza) migliorare il terrotorio perché per quanto violento può essere un cambiamento se l'uomo ci si mette almeno riesce non tanto a porvi rimedio quanto a limitare i danni a persone e cose: magari si spende un pò di più subito; magari si perdono voti alle successive elezioni; magari si costruisce meno o con più raziocinio; magari tutto ma i vantaggi sono che:
  1. i danni che vengono limitati, quasi sempre, alle cose;
  2. che un adeguata protezione civile riesce a far fronte senza vivere sempre e perennemente in emergenza;
  3. nessuno muore o almeno  le perdite sono limitatissime....
.... ma sappiamo che quel paese dei sogni non esiste e niente di quanto sopra é stato fatto e i risultati si vedono..... l'altro ieri a Genova, poi le cinque terre, poi la garfagnana e la lunigiana, ieri massa carrara e in parte la lucchesia, e domani? Quanto tempo ancora dovrà passare perché apriamo gli occhi e, prima della prossima tragedia, comprendiamo che é meglio prevenire che curare o, tradotto, é meglio sbarazzarsi di quelli che ci vengono a solleticare la pancia e ci fermiamo a riflettere che politici, tecnici, prof. ecc. servono, inteso come servizio, e non sono li' per grazia ricevuta o perché dall'alto credono che siano indispensabili per salvaguardare mercati e interessi non certo della maggioranza.... mi spiace per il finale politico ma mai come nel nostro paese la politica ci rappresenta e ci somiglia; oggi più che mai: con questa politica, e i tecnici di complemento, ormai é chiaro, non si arriva da nessuna parte se non nelle tasche di chi dalla tragedia ci guadagna: non é un caso che é nata una nuova branca dell'economia: é chiamata "economia delle catastrofi" un, ormai, mercato che non conosce crisi né cali di domanda, anzi.... da Katrina fino a massa carrara il mercato delle catastrofi é fiorentissimo e fa profitti sugli errori e sulla scarsa onestà e lungimiranza tanto dei politici negli ultimi 40 anni quanto dei tecnici al loro seguito, per tacere di questi "tecnici" ora al potere che non servono ad altro che a stornare soldi non certo alle esigenze del paese ma delle banche...... intanto godetevi questa rassegna, parziale, del disastro nel quale mi sono trovato insieme a migliaia di massesi e carraresi.....

.....fino alla prossima.....

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