sabato 23 novembre 2013

Trasporti bloccati, Genova paralizzata. Grillo al corteo: “Sto con i manifestanti”

Niente autobus nonostante la precettazione del prefetto. Il sindaco Doria cerca di riavviare la trattativa: "Nessuno vuole privatizzare". Il leader 5 Stelle: "Battaglia epocale, dev'essere seguita da tutte le città italiane". Anche i tranvieri di Roma all'assemblea dei lavoratori dell'Amt
Come una polveriera Genova è una città pronta ad esplodere. I trasporti pubblici sono paralizzati da quattro giorni, la raccolta rifiuti potrebbe fermarsi dall’ inizio della prossima settimana, la manutenzione degli edifici comunali va a singhiozzo e i portuali sono in agitazione. Con gli studenti sul piede di guerra. E la rabbia di Genova diventa un caso nazionale. E’ la quarta giornata di sciopero dei dipendenti dell’Amt, l’azienda di trasporto pubblico, nonostante la precettazione del prefetto. La protesta va avanti a oltranza, gli autobus restano nelle rimesse e la città è praticamente paralizzata. Ieri si era di nuovo interrotto il tavolo tecnico di trattativa con il Comune per cercare di recuperare una negoziazione e interrompere l’astensione dal lavoro. Ma oggi da una parte il presidente della Regione Claudio Burlando ha ricevuto i sindacati Faisa, Ugl, CgilCisl e Uil e dall’altra il sindaco Marco Doria dice che il Comune è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza” dell’azienda dei trasporti. “Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi – avverte Doria – Nessuno può chiamarsi fuori”. Comunque nessuno, ribadisce, vuole privatizzare l’Amt. Intanto la procura di Genova – dopo aver ricevuto un’informativa della questura – ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l’interruzione di pubblico di servizio, mentre il Garante per gli scioperi valuterà l’adozione di sanzioni. Tuttavia ai lavoratori dell’Amt non arriva solo la solidarietà: anche i dipendenti dell’Amiu – società partecipata del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti – sono pronti a scioperare. 
Ma il caso diventa nazionale anche perché in corteo con i lavoratori si è unito Beppe Grillo. “Sto con i lavoratori – ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle – hanno ragione a protestare. Il welfare deve essere difeso, il trasporto pubblico deve essere finanziato. Bisogna cambiare la mentalità come fa tutto il mondo disincentivando il trasporto privato a favore del pubblico”.  
La giornata: traffico in tilt, lavoratori in assemblea
Anche oggi il traffico è andato in tilt, con rallentamenti da e per il centro città, a causa del corteo partito da Sampierdarena, nel ponente genovese. I lavoratori Amt (oltre 2.000) si sono radunati di buon’ora alla sala chiamata del porto, storico ritrovo dei “camalli”. Tra di loro anche una delegazione di sindacalisti dell’Atac di Roma. “Genova è la scintilla di un incendio che si espanderà in tutta Italia” ha urlato al microfono Andrea Gatto (Faisa/Cisal), leader della protesta. Stesso concetto espresso in serata dall’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, in città per sostenere Gianni Cuperlo alle primarie. 

Dopo l’assemblea il corteo, sferzato dal vento e dal freddo. Stretti nei giacconi blu e arancioni, i lavoratori si sono incamminati per l’ennesima volta in queste “quattro giornate di Genova” verso le sedi delle istituzioni e una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Regione Claudio Burlando.
La vertenza e lo scontro tra sindacati e ComuneLa vertenza tra i dipendenti dell’azienda e il suo azionista, il Comune, era iniziata sulla delibera che dovrebbe indicare le linee strategiche per la gestione delle società partecipate dall’ente che, secondo i suoi contestatori, lasciava le porte aperte a un ingresso di soci privati nella società. Ieri il documento è stato votato dal consiglio comunale, riunito a porte chiuse per evitare interruzioni dei lavori da parte del pubblico, in una versione riveduta per evitare l’ostilità di chi è contrario al coinvolgimento dei privati ma intanto i contrasti si sono spostati sull’aspetto economico. Dopo ore di discussione tra il sindaco Doria e i rappresentanti sindacali, la trattativa si è interrotta ieri sera quando i sindacalisti hanno risposto con un netto rifiuto alle richieste di Doria di sacrifici economici da parte dei lavoratori per fare quadrare i conti del 2014. “Non ci sono state nemmeno le basi per iniziare a ragionare con il sindaco”, commentava un sindacalista all’uscita dell’incontro. Che poi si è tenuto a porte chiuse. In un primo momento era stato deciso di far partecipare 80 cittadini, numero massimo di persone che l’aula può ospitare. Ma a pochi minuti dall’inizio era arrivata la retromarcia.
Doria: “Pronti a trattare sugli 8 milioni che mancano, non vogliamo privatizzare”
Il giorno dopo l’approvazione della delibera sulle prospettive delle partecipate, il sindaco Marco Doria vuole “fare chiarezza” e sembra voler ristabilire un dialogo con i lavoratori. Anche dalle sue occhiaie si capisce che il momento è difficile. “Il Comune di Genova non vuole e non privatizza Amt. E’ falso dire il contrario”, esordisce. Poi precisa: “L’azienda deve avere i conti in equilibrio, non può fallire, abbiamo il dovere di salvarla”. “Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari – conclude – ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E garantisce la massima disponibilità a trovare un accordo sugli 8 milioni che ancora “ballano” per mettere in sicurezza l’azienda. Dopo ore di schermaglie verbali, nel tardo pomeriggio le parti sono tornate a trattare davanti al prefetto, che ha sollecitato una rapida soluzione della vertenza. “Il Comune – conclude Doria - è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può chiamarsi fuori. Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari, ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E il problema non è neanche solo ligure: “Nel 2014 il 50% delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia chiuderà i bilanci in rosso – spiega l’assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco – E’ un dato che crea grande preoccupazione tra regioni e comuni. Il governo ha confermato che per il settore non ci saranno il prossimo anno risorse aggiuntive rispetto ai 4,9 miliardi già destinati”. 

Grillo: “E’ una battaglia epocale, dev’essere seguita da tutte le città italiane”
Secondo Grillo, invece, “questa protesta riguarda i lavoratori di Amt, che si devono unire agli altri, a quelli di Fincantieri, di Iren, in una battaglia comune”. Per Grillo “il piano industriale deve essere deciso insieme con i lavoratori. Serve un azionariato diffuso. I sindacati non hanno più ragione di esistere”. ”Dobbiamo alzare la testa, questa è una battaglia epocale che deve partire da qui e deve essere seguita da tutte le città italiane. Non è un problema di parti politiche, ma di un mondo vecchio fatto da sindacati vecchi. E’ un problema del lavoro che si perde e non torna più. Voglio acqua, scuola e trasporto pubblico” dice. Mentre camminava alcuni manifestanti hanno anche offerto della focaccia al leader del Movimento 5 Stelle. “In Italia abbiamo buttato tante occasioni riguardo al trasporto. Siamo stati i primi a produrre auto elettriche, auto ibride e auto a idrogeno – continua Grillo – Venivano persino dalla California a vedere le auto prodotte da Ansaldo”. Per il leader dei Cinque Stelle “il problema del trasporto locale deve essere affrontato da chi fa industria e conosce i problemi. Questi amministratori non sanno proprio come gestire questi servizi. Bisogna fare delle scelte molto drastiche. Dove il trasporto pubblico funziona hanno penalizzato l’auto privata. L’auto non la puoi escludere ma la puoi mettere in secondo piano. Se compri un’auto a Singapore, ti costa più l’immatricolazione della stessa auto. A Tokio per avere un’auto devi prima avere un posto dove metterla”. “Le scelte drastiche – ha detto ancora Grillo – riguardano anche la bicicletta che con tutto l’indotto, il turismo, il trekking eccetera è già al 12% del Pil e continua a crescere”. Beppe Grillo ha accompagnato per un tratto il corteo dei lavoratori, insieme con i consiglieri comunali di M5S. Ha discusso con loro, ha espresso loro la sua solidarietà, poi se ne è andato “per lasciare la piazza a loro. Non concentratevi si di me ma sulla loro protesta”. ”Si stanno svendendo tutto – ha concluso – Sarà una lotta all’ultimo sangue, ci giochiamo tutto a partire da Genova”.

dal Fatto quotidiano del 22/11/2013
p.s.
ritengo sia un pò tardi, che ora si ribellino. Ci si doveva pensare prima alle conseguenze del processo iniziato nel 1992; come ci si doveva pensare prima a come evitarlo sia non votando per i partiti che lo proponevano e attuavano e poi consentendo che gli stessi, proprio perchè sapevano che servizi e altro sarebbero stati privatizzati, potessero pomparne soldi e prebende per i propri trombati a spese dei contribuenti..... infine penso a tutto quelli che, pur facendo parte come lavoratori di questi servizi, pensavano che forse questo cambiamento poteva essere un bel salto di qualità rispetto a prima e si fidavano dei sindacati che, in cambio dei soliti 30 denari, gli dicevano che infondo poco sarebbe cambiato.
Ora potrebbe essere tardi. Troppo tardi, il processo si può solo fermare ma non invertire ossia si dovrà bere fino in fondo l'amaro calice perchè il "bagno" sacrificale possa avere l'effetto voluto e gli altri, i non coinvolti, possano aprire gli occhi: almeno un paio di generazioni ci vorranno  solo per far capire quanto sia importante che sia lo stato e non un privato a gestire trasporti, acqua, elettricità, gas, scuole, università, cultura, ecc. e almeno altre due perchè si capisca cosa ha significato.. all'incirca, se va bene, 100 anni: un tempo lungo che però ci siamo meritati per la nostra ignavia, il nostro opportunismo, per aver voluto credere e fidarci dei falsi amici e dei sindacati, come dei partiti, che ci dicevano che forse eliminando la politica da essi (un controsenso visto che è la politica a dirlo, vero?) sarebbero stato tutto meglio e avremmo fatto un passo verso il migliore dei mondi possibili..... balle! Ora è tardi, troppo tardi: nonostante il referendum stanno facendo quello che fin dall'inizio avevano messo in cantiere e possiamo stare pur certi che finchè avremo questi politici e questi sindacati solo pensare di poter invertire o fermare il fenomeno è un pio desiderio.
Ecco perchè in 9 mln hanno votato per M5S: gli ha dato la possibilità di sfogarsi e gli ha dato quel che si voleva sentir dire ossia fermare e cambiare strada. Posso capire che ci siano ritrosie e puzzette sotto al naso come posso anche capire che Grillo è contraddittorio e populista e a qualcuno può non piacere ma dietro di lui ci sono milioni di persone direttamente toccate dalla crisi a cui non frega nulla della tav, della UE, degli F35, del default e di tutto il resto ma a cui importa moltissimo cambiare e subito il processo o almeno fermarlo.... anche perchè è possibile farlo, costa ma è possibile.

giovedì 21 novembre 2013

ieri quella vera.. ora le balle

Già, mentre il vero ministro delle finanze lavora ben defilato la politica pensa bene a farsi del male (leggi Cancellieri e, da ultimo, l'IMU sui cui non sanno decidere) e fare fumo; proprio fumo, come? Arriva l'ennesimo piano di "svendita" meglio note come privatizzazioni di quote e asset da cui "si aspettano ben 12 mld"; proprio 12. Come hanno fatto il calcolo? Un mistero, perchè per poter raguingere una cifra del genere dovrebbero vendere in questi tempi di magra ...... tutto e non qualche quota: nemmeno uno sprovveduto che finora ha vissuto sul himalaya si farebbe abbindolare così; molto più probabile è la mossa alla Tremonti ossia attuano il buyback o meglio vendono e comprano da se stessi: per fare un esempio vendono sul mercato, con l'aiuto dei soliti noti (banche qualche agenzia alla S&P con milioni in provvigioni), e fanno acquistare che so .... alla CDP meglio nota come Poste italiane? E' il solo modo per far sborsare a qualcuno tutti sti soldi, in questo caso a spese dei tagli alle sedi decentrate di questo ente, di aumenti delle varie tariffe e infine a spese dei correntisti...... ma sono nel panico e quindi qualcosa devono pur fare per giustificare dove sono e perchè, giusto?
Altro problema invece sono gli affari: non contenti dei tantissimi disastri combinati fino a oggi (i cui effetti sono sotto i nostri occhi anche in questi giorni) i nostri governanti ...... hanno pensato bene di dare il via a un colpo di reni alla deflazionata economia italica, come? Semplice: la costruzione degli stadi..... e fin qui nulla di nuovo ma c'è una piccola aggiunta ossia hanno previsto la costruzione di alloggi, centri commerciali, uffici, e tutto quanto l'immaginazione italica possa figurarsi in fatto di colate di cemento e d'impatto ambientale con la semplice scusa di costruire... stadi.
Che ideona!! Questo si chiama pompare soldi nell'economia, soldi nostri non loro. Un mezzuccio per dare soldi in giro e far vivere ancora per qualche anno aziende che stanno soffocando a causa della mancanza di soldi da parte delle banche e quindi condannate a sparire.
Vi sembra logico buttare nel cestino miliardi che potrebbero essere usati altrove e con maggior profitto sociale quindi dei molti invece di far fare profitti a pochi ossia aziende che stanno fallendo a causa non nostra ma delle banche? E perchè non fare in modo di far sputare alle banche questi soldi invece di farli cacciare a noi sotto forma di tasse, imposte, contributi per giunta aumentando anche il debito pubblico?
Ripeto la domanda di ieri:
Messi bene vero?

mercoledì 20 novembre 2013

la vera legge di ....... stabilità

Tutti i media ci hanno detto da settimana che il governo sta facendo discutere in Parlamento, o meglio il suo simulacro, la legge di stabilità: dove furbescamente ha definito una serie di misure per mantenere invariati i saldi come tagli mentre invece altro non erano che redistribuzione della maggior tassazione agli enti locali (non aumenta a livello nazionale la percentuale di tasse ma le fa aumentare a comuni, province e regioni con tagli ai trasferimenti) e introducendo un tassa monstre, e credo anche incostituzionale) dove, oltre al reinserimento furbetto di quanto cancellato da referendum (acqua, tia ecc.), ha cancellato si l'imu ma ne ha introdotta un altra, di cui ancora non si capisce il nome ma la funzione si, ancora più odiosa perchè crea una tassa da pagare anche in capo agli inquilini e non solo ai proprietari dell'immobile... una cosa fuori dal mondo e che solo la Grecia, alla deriva ormai, ha avuto la faccia tosta di introdurne di simili: è proprio vero siamo pecore del genere meditarraneo, una pessima specie.
Ma, udite udite, sta venendo alla luce un altra cosa in questi giorni, la vera finanziaria: la spending review fatta da un, ex, rappresentante dell'istituzione (il FMI) che ha fatto dell'affamare i popoli un segno di distinzione della propria azione. Il punto é che mentre nei paesi del terzo mondo il FMI interveniva per "aiutare" i popoli (corrompendo i ceti dirigenti) ma quando la festa veniva....... e le banche rivolevano indietro i soldi partiva subito l'arbitro che, anzichè fare del suo meglio per evitare la rapina, imponeva ai paesi caduti in trappola una cosa che definire odiosa e inumana è dir poco: si partiva dall'apertura dei mercati (coa che ammazzava il locale mercato), alla privatizzazione forzata dei servizi di base passando per la cosiddetta "rinegoziazione" del debito che creava debito sul debito e interessi sugli interessi.... una spirale che senza soluzione di continuità che impoeriva il paese, permetteva alle banche di rientrare dei propri finanziamenti per di più a interessi da usura e di far nascere un ceto dirigente parassitario arricchitosi grazie alla povertà dell'intera nazione....... non meraviglia che ci fossero movimenti armati nè meraviglia che l'islam radicale stia attecchendo in tutto il continente africano, per farci un idea: questo continente, come quello sudamericano, è ricchissimo di risorse ma poverissimo e sempre in emergenza per piaghe come fame, malattie ecc. sempre dipendente da aiuti dati con una mano guantata da vera e purissima lana caprina. Ecco chi ci siamo messi, anche se in posizione defilata non direttamente responsabile verso gli elettori, in casa nostra: una vera e propria volpe, senz'offesa per le volpi, nel pollaio.. con la variante che in questa versione, umana, è il contadino ad aver invitato la volpe mannara nel pollaio.
E gli effetti si vedono subito, il "loro" uomo a roma si è subito dato da fare varando la, "sua", vera finanziaria: ben 32 mld di euro da far uscire fuori dalle nostre tasche a ogni costo .... sangue puro dato in pasto ai vampiri della finanza.
Ora veniamo al punto: sono attesi tagli, loro parlano di risparmi, (ATTENZIONE QUESTI SONO TAGLI VERI NON LA FUFFA DEL SUO PREDECESSORE, SARANNO FATTI SUL SERIO ..... SINDACATO E SINISTRA DOVE SIETE?) per 32 mld di euro o meglio 2 punti di PIL. I tagli spaziano dal pubblico impiego alla sanità, tanto per cambiare, passando per tutta la gamma della spesa pubblica senza farsi mancare nulla perfino nel sociale, naturalmente. Di una cosa possiamo star certi: questa saranno fatti mirati e non tanto perchè saranno più equi facendoli in questo modo ma semplicemente perchè dopo non rimane che tagliare ... proprio allecaste: parlamentari, alti papaveri, ministri, istituzioni ecc. ecco il vero motivo per cui sono mirati al centesimo .... non si sputa nel piatto dove si mangia. La lista ve la ometto perchè è stranota, magari se approvati si potrà capire dove più si colpirà ma le materie sono queste.
E' giusto che a distanza di quasi un secolo vengano rifatti gli stessi errori commessi nel periodo 1919-1940? No, parlando dal nostro punto di vist ma chi si fa avanti per farsi portatore di alternative se alle ultime elezioni ben 18 mln di italioti hanno votato proprio, e sono stati anche truffati, per i partiti che hanno messo su la rapina del secolo alle nostre tasche senza intaccare minimamente nè le loro nè quelle di chi li ha finanziati nè, infine, di quelli che si sottraggono all'obbligo di pagare le tasse (sia che siano piccoli che grandi evasori)?
Intanto, come sostengono varie istituzioni nazionali e non, il nostro debito pubblico cresce sempre, non sembra aver freni ... e ti credo se:
  1. non solo per pura ideologia e arroganza della classe dirigente parassitaria la tav si dovrà fare...... fra 30 anni anche se i francesi ci stanno ripensando (infatti nella società mista loro versano "solo" il 40% delle quote; delle quali quote d'oltralpe noi c'impegniamo a versarne comunque ... il 60%; mi spiego meglio: nella società mista noi apportiamo il 60% e per la parte rimanente ce ne mettiamo, a garanzia che i francesi ci ripensino, anche più della metà della loro quota);
  2. continuiamo sulla strada degli F35 (se non ne acquistassimo uno solo potremmo risanare l'intera sardegna post cleopatra) e se ne vanno circa 98 mld tutto compreso;
  3. continuiamo nell'acquisto di elicotteri, sommergibili, carri armati per qualche altra decina di miliardi.... per tacere della Cavour che se ne va in giro a fare pubblicità per permetterci di esportare armi.... nei paesi africani.
  4. continuiamo a fare regali alle banche: circa 120 mld tutto compreso dall'inizio a oggi della crisi ..... oltre quelli dati dalla BCE e che le banche non hanno alcuna intenzione di resituire e che dovremo pagare noi.....
  5. continuiamo nella folle idea di salvare la cai ex alitalia..... dopo i capitani coraggiosi, stile telecom, ora è la volta di poste italiane (via C.D.P.) che si trovano a dove tagliare ancora uffici, personale e servizi per far fronte, a spese dei correntisti, alla bisogna dell'interesse non nazionale ma del clientelismo.... politico.
  6. continuiamo nella folle corsa di accettare tutti i diktat europei e i vari "pack" che hanno prodotti gli euroburocrati che prima hanno favorito il surplus della Germania a scapito degli altri poi ... mettono gli occhi sul loro maggior sponsor multandola...... follia del mercato
  7. dobbiamo prendere atto che ormai le istituzioni democratiche sono state esautoriate in questo paese....... la costituzione parla del capo dello stato come un sorta di notaio con poteri ampliati ma in questi anni il notaio è diventato il parlamento e il capo dello stato il vertice non solo dell'esecutivo ma di ... tutto.
Messi bene vero?

martedì 19 novembre 2013

#Sardegna : un evento non proprio straordinario

CHE SIA CHIARO:
ESPRIMO TUTTO IL DOLORE E LA MIA SOLIDARIETA' AI FRATELLI SARDI PER L'EVENTO DI CUI SONO STATI VITTIME IN QUESTE ORE E AD ESSI ASSOCIO ANCHE I FRATELLI CALABRESI ANCH'ESSI COLPITI SEMPRE OGGI DA NUBIFRAGI.........
CIO' PER EVITARE QUALUNQUE MALINTESO O ACCUSA DI DEMAGOGIA E POPULISMO.
Quello visto in Sardegna tutto si può dire tranne che sia un evento inatteso e straordinario come ha  sostenuto il Presidente del consiglio: da decenni i climatologi mettono l'accento sull'aspetto che con il riscaldamento climatico, anche e non solo provocato dall'uomo, gli eventi etremi sarebbero diventati la norma a qualunque latitudine e quindi:
  • ci dovevamo fare la bocca (e prepararci);
  • i governi si sarebbero dovuti attrezzare nella difesa del territorio e nella progettualità per questo tipo di eventi climatici, vulcanici, sismici ecc. non si pretende di essere come i giapponesi che sono il top.. ma gli americani, no?
Logico, ma ... siamo italiani e abbiamo copiato il peggio dell'occidente: anche la economia delle catastrofi.... quel branco di società che s'avventano dove scoppia un problema e fa profitti, con i soldi della solidarietà internazionale e degli stati colpiti.
Pochi hanno il coraggio di parlarne, ma il fenomeno esiste eccome: ovunque ci siano catastrofi e calamità ci sono società che vedono dei profitti e non si fanno problemi a guadagnarci sopra... inutile fare esempi lo si dovrebbe sapere. In Italia ne abbiamo avuto un esempio con il terremoto dell'irpinia (soldi per creare delle attività che venivano stanziati... ci fu la calata di imprenditori del nord che costruirono capannoni ovunque per poi chiuderli dopo esserseli mangiati tutti tornandosene al nord con le tasche piene.. magari votavano anche lega, chissà) con i cui soldi si potevano rifarne tre di irpinie; con l'abruzzo: ricordate le new town? Bene la gente sta peggio e forse potevano fare da volano alla ricostruzione e invece gli hanno donato un ghetto e basta. In Emilia è andata un pochino diversamente ma alla fine tutto è ancora abbastanza a pezzi e la ripresa dell'economia locale è ancora ben lontana: molto più lontana della ripresa economica italiana.
Ora, secondo voi, con miseri 20 mln di euro appena stanziati dal governo cosa ci si fa? La birra? Secondo voi da dove prenderanno i soldi, anche questi soldi? Mica li avranno stornati dai fondi che so dell'abruzzo o dell'umbria o dei disabili o .... dalla SLA? Lo scopriremo presto, temo. Non dimentichiamo che in questo paese lo stato ha sempre fatto da bancomat ai privati; essendo gestito da oltre 60 anni da una cricca di affaristi legati al carro dei politici, insieme alle mafie, lo stato italiano ha avuto solo una funzione: quello del bancomat; quando c'era un problema arrivavano soldi a pioggia senza alcun criterio e senza nulla arrivasse alle locali popolazioni. Potevano essere gestiti meglio? Certo, era però necessario che al potere ci fosse gente onesta; che le regole dovessero essere chiare per tutti; che il controllo fosse penetrante e, infine, che i cittadini vigilassero senza aspettare la manna....... un a follia per un paese come il nostro: se solo pensiamo che mentre una buona parte della sardegna finiva sott'acqua inizia a cagliari il processo all'alluvione del 2008!!!!!!
In questo paese ovunque ci sia stato un disastro sono accadute queste seguenti cose in successione:
  1. non esistendo nessuna manutenzione, nè prevenzione (ufficialmente a causa dei tagli) ogni volta che "abbiamo un problema" si tampona ma, passata l'emergenza, fino al 2010 c'erano fiumi di denaro che non si sapeva dove andassero a finire.... dopo quella data si spostavano i soldi da un mergenza ad un altra dopo aver dichiarato un emergenza nazionale bypassando i normali criteri legali. Si fa solidarietà e si chiedono soldi in beneficenza, poi.... mah
  2. i media passano ore ed ore a descriverci il disastro; ci fanno vedere le inondazioni, i morti, le storie per poi passare alle dichiarazioni del capo del governo di turno e dei tecnici e dei politici.... chiaramente ci commuoviamo, no? E mettiamo mano al protafoglio.
  3. Nel frattempo la Protezione civile interviene e fa il suo dovere anticipando i fondi che poi stato e regioni dovrebbero ridare.... dico dovrebbero perchè in realtà ciò non accade quasi mai... perchè a volte le regioni intervengono direttamente aspettandosi che lo stato glieli ridia altre volte è il contrario ma poi il conto rimane sempre a tutti noi: se fossero fatte le cose a norma nessun problema ma.... la storia la conosciamo, anche quella giudiziaria.
  4. Passata l'emergenza si dovrebbe passare alla ricostruzione..... bè chiamiamola così. E invece al contrario nulla vien fatto: come in abruzzo nemmeno le macerie vengono rimosse. Sarà così anche in sardegna? Lo vedremo al processo che riguarda l'alluvione del 2008 di cui sopra.....
  5. A questo punto la gente comincia a mugugnare ed ha ragione; ora accade la cosa maggiormente sconvolgente: arrivano in sequenza prima i media che cominciano a presentarci i disastrati come... sobillatori o sobillati; poi arrivano i manganelli; a quel punto il gioco è fatto cala il sipario la gente rimane così com'è e nessuno se ne ricorda più.
sono un disfattista? Può darsi ma c'ho pensato a lungo oggi leggendo dell'evento climatico in sardegna: esiste un copione che viene seguito con ognuno messo a priori nella sua casella e della quale rimane prigioniero. Forse la sardegna essendo a statuto speciale avrà diversa sorte, non lo so; so solo che guardandomi indietro è questa la sequenza e il finale è sempre stato lo stesso, prutroppo......
amici e fratelli sardi passata l'emozione e la paura mantenete il sangue freddo e vigilate, vigilate attentamente senza credere alle parole di circostanza che saranno dette in queste ore e in futuro e non credete alle promesse, nessuna sarà mantenuta.
p.s.
non credo sia finita perchè se è vero che il ciclone sembra essersi attenuato altre perturbazioni si stanno avvicinando e quindi altri eventi potrebebro verificarsi. Speriamo che gli alert della protezione civile non siano considerati, solo, eventi "generici" ma si prendano anche la responsabilità di dire cosa pensano...

lunedì 18 novembre 2013

Chi vince davvero e chi scinde chi?

Queste che seguono sono le news del giorno
Partiamo dalla Destra economica:
  1. Renzi ha vinto, W Renzi. Mentre viene insultato dal leader maximo (il che significa che l'appoggia ma che non vuol rinunciare alla propria base di potere dell'ex pci) ha dimostrato che rispetto agli altri è solo il più ..... presentabile, null'altro. Solo il più presentabile e quello che, si spera, almeno dia una parvenza di "democrat" a un partito lentamente scivolato all'opposto di quella che ra la sua genesi originaria: anche rispetto alla parte DC. Stiamo abbandonando senza grandi patemi d'animo il 20 berlusconiano ... per entrare in quello del dualismo democrat/ex-comunisti-liberisti; e la cosa, ci piaccia o meno, potrebbe anche farci rimpiangere il precedente, badate che nessuno di questi è realmente proteso al bene comune ma solo a rinnovare un sistema partitico decrepito, quasi morto. Non conta che muioa ma che procrastini la sua fine finchè possibile.... i loro successori sono già pronti e si stanno scaldando, ma è ancora prematuro buttarli nell'agone, noi non siamo ancora pronti o meglio non siamo ancora così inguaiati da accettare anche le capre oltre che i cavoli... chiaro?
  2. Il PdL si scinde .... ma non si scinde. No non è uno scherzo ma l'ennesima furbata. Per poter continuare a tenere due piedi in quattro scarpe era necessario creare l'ennesima scatola cinese per assolvere i compiti a casa: un partito si schiera all'opposizione e fa finta di "opporsi", l'altro è parte integrante della maggioranza è fa da testa di ponte di mr. B e difenderà i suoi interessi (...). Un bizantinismo e basta: cambia la sigla ma il padrono è sempre lo stesso; in più la neo FI farà da alla berluschina di famiglia che ormai è chiaro scenderà nell'agone.
    Insomma, messe insieme le due cose possiamo dire che l'eredità del berlusconismo si sente e ancora lotta insieme a noi; anzi possiamo dire che non solo i piccoli berluschini crescono da un alto e dall'altro dello schieramento politico bi (si fa per dire)-polare ma che ormai sono pronti, nemo profeta in patria, a farne di due (ora tre) ..... uno: un solo partito della destra che rischia di avere il monopolio del potere almeno finchè non (ri)nascerà una sinistra (vera) che gli farà da contraltare.... cosa di là da venire sperare non guasta mai, vero?
  3. per me è questa la vera notizia: elezioni in basilicata, la regione più povera dello stivale, vince l'astensionismo con oltre il 40%. E' l'unico vero dato che risalta, il resto è fuffa: il PD-L è l'ombra di stesso, così come il suo gemello (fintamente diverso) il PDL, nessun grande numero, anzi insieme sono una forza ma non mettono insieme nemmeno un terzo del potenziale elettorato vero. Delude il M5S rispetto alle politiche nessun dato locale perchè non 'serano presentati ma credo che stasera a Genova qualcuno avrà da riflettere seriamente perchè rischia, di questo passo, di tornare a un bel zero virgola qualcosa a forza di ondeggiare da un lato all'altro della società italiana in cerca della pancia: alle politiche aveva scelto una linea "oltre", perchè non ha continuato? Mah temo che rimarrà l'ennesimo "enigma alieno" di cui questo paese è pieno....
Le società occidentali sono complesse perchè segmentate, è vero; ma qui in italia abbiamo compiuto un miracolo: siamo stati in grado di creare un medievalissimo sistema politico ottuso e chiuso sempre in guerra al proprio interno che sovrintende a una società potenzialmente viva ma dopata e passivizzata dal potere che ne teme sia il risveglio che le potenzialità e che fa di tutto non solo per segmentarla ma per atomizzarla ben sapendo che quando arriverà il giono, se arriverà, in qui il golem italico dovesse prendere vita nessuno avrà scampo, nessuno...
p.s.
dedico questo post scriptum alla giovane donna della foto

stasera è stata intervistata a tg zero da radio capital dimostrando non solo di saper fare la cosa giusta nel momento giusto ma soprattutto di essere una testa pensante autonomanente ...... una cosa rara all'oggi e ritenuta pericolosa dal potere, pensate:
una donna;
una notav;
una testa pensante;
un vero leader, (se l'aveste sentita alla radio sareste d'accordo con me);
cosa c'è di più pericoloso per il potere?

domenica 17 novembre 2013

Eurozona, politiche anticrisi o a favore delle disuguaglianze?

come sempre a inizio settimana un articoletto... tanto per gradire
di Loretta Napoleoni | 17 novembre 2013
Ci risiamo, le previsioni di crescita dell’eurozona sono risultate sbagliate, guarda caso ancora una volta per eccesso: il tasso è stato dello 0,1 per cento nel terzo trimestre e dello 0,4 su base annuale. L’economia francese, italiana e greca sono ancora in contrazione, rispettivamente – 0,1 le prime due e – 0,8 la terza e persino l’economia tedesca sta rallentando 0,3 rispetto allo 0,7 del primo trimestre dell’anno. Nei mesi estivi la crescita più alta è arrivata dall’Estonia e dalla Finlandia, che hanno registrato un anemico 0,4 per cento seguite a ruota dal Belgio (0,3), sede dell’euroburocrazia.
Questi dati sono particolarmente preoccupanti se messi in relazione a quelli degli altri paesi: a parte il 7,8 per cento della Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna (0,8 per cento nel terzo trimestre del 2013) e Giappone riportano tutti tassi di crescita superiori a quelli dell’eurozona, anche se modesti rispetto a quelli cinesi. L’economia italiana, poi, in contrazione da ben 9 trimestri, preoccupa gli analisti e fa vacillare la fiducia in un governo che sembra il pilota automatico di quello che lo ha preceduto. Ma allora è vero che alla guida del paese ci sono sempre gli stessi e che i piloti veri lavorano per Bruxelles e non per Roma?
Una settimana fa a Londra Mario Monti ha incontrato a porte chiuse un gruppo di personaggi chiave delle City, lo scopo era convincerli del successo della sua politica. Lo accompagnavano come ‘angeli custodi’ alcuni euro-burocrati italiani di stanza a Bruxelles da almeno una decina d’anni. Lo scopo dell’incontro, a detta di chi via ha partecipato, era sondare il terreno per  raccogliere consensi nell’eventualità di un rilancio dell’avventura politica del ‘tecnico’ Monti o, piu’ realisticamente, per trasformarlo nel broker della vendita di quei pochi gioielli industriali o commerciali ancora presenti nello scrigno del nostro patrimonio nazionale.
Nonostante questo tipo di incontri con il gotha della finanza mondiale e nonostante le rassicurazioni degli euroburocrati amici di Monti (dalla discussione pare che sia emersa l’immagine di un’Italia fiorente ad un passo dalla ripresa economica), il mondo dell’alta finanza continua a vederci come il malato d’Europa. E la malattia, ahimé, è cronica.
E’ ormai chiaro, infatti, che la politica adottata dall’Unione per arginare la crisi del 2010, che può essere riassunta nella frase storica di Mario Draghi: faremo di tutto per salvare l’Euro, ha funzionato solo per stabilizzare i mercati evitando la disintegrazione dell’euro. Il problema vero è che questa strategia non ha affrontato i problemi di lungo periodo di un’economia malata a causa di un sistema monetario che non rispecchia in pieno le potenzialità delle singole economie ed anzi agisce da fattore di distorsione di queste stesse. Ma non basta, la politica anti crisi rema contro la convergenza ed a favore delle diseguaglianze tra i veri paesi.
Il rallentamento della crescita tedesca, ad esempio, è legato alla contrazione delle economie mediterranee, questo però è stato in parte compensato nel terzo trimestre dalla domanda interna, che ha sostenuto tutta la crescita. Lo stesso fenomeno non si è verificato in Francia o nel resto dell’Eurozona. Che significa? Che l’economia tedesca si sta assestando su basi interne e con molta probabilità i sui esportatori stanno guardando ad est in termini di nuovi mercati di sbocco, tra questi c’è l’Estonia ma anche la Russiae le repubbliche centro asiatiche,  mentre l’economia francese o italiana non possono farlo perché la domanda interna è in contrazione e l’industria nostrana è stata smantellata.
Mentre nel lungo periodo l‘importanza dei mercati mediterranei per Berlino potrebbe ridursi al mantenimento dell’euro, moneta infinitamente più debole in questa economia del marco tedesco, per paesi come la Francia e l’Italia questo assestamento non solo non è possibile ma è negativo.
In teoria la riduzione delle importazioni tedesche aiuta la bilancia dei pagamenti francese o italiana ma se l’industria nazionale non produce più gli stessi prodotti la loro mancanza non migliora l’economia, anzi può anche impoverirla; se a questo aggiungiamo l’euro, una moneta infinitamente più forte della lira, della dracma o della peseta ecco che l’aggiustamento in atto non aiuta l’eurozona. La Germania, con un’economia forte ed una struttura industriale molto competitiva può sopravvivere alla contrazione con le strategie sopra elencate ma l’Italia che ha perso dall’inizio della crisi il 15 per cento della propria industria e che un tempo era la seconda potenza industriale d’Europa, in diretta concorrenza con la Germania, l’Italia di oggi no, non ha nessuna possibilità di contrastare la contrazione attuale.
Mario Monti ed i suoi amici euroburocrati queste cose non le raccontano anche se ne sono a conoscenza. Usano la retorica e la propaganda europiesta  per nasconderle ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine ed allora sì che ne vedremo della belle!
p.s.
come a dire: siamo in pieno libero merato ma... questo mercato è per pochi e quei pochi che hanno approfittato della crisi per aumentare sia la propria produzione che annientare la concorrenza interna dimostra, ancor auna volta, i propri limiti.... non possiamo basare un intera economia su calcoli che, come sappiamo, sono sbagliati.

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