sabato 15 febbraio 2014

ecco chi si nasconde nell'ombra di renzi ....

da informare per resistere vi giro questo post.
La destra repubblicana neocon e quella israeliana, l’Arabia Saudita, Morgan Stanley, Mediobanca, De Benedetti e Caltagirone. Dietro Renzi non c’è spazio per il Quinto Stato.
- di Franco Fracassi -
Quando negli anni Ottanta Michael Ledeen varcava l’ingresso del dipartimento di Stato, al numero 2401 di E Street, chiunque avesse dimestichezza con il potere di Washington sapeva che si trattava di una finta. Quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro: consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi.
Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007 al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi.

Michael Ledeen, una delle anime nere della destra repubblicana negli Usa, è uno dei consiglieri di Renzi.
Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti. Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita.
In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. Infine, anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures e, il cui padre, Franco, fino a pochi anni fa è stato arcigno custode delle dorsali telefoniche mediterranee che collegano l’Italia a Israele.

Forse aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana». O perfino Massimo D’Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra».
Dietro Renzi ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d’affari responsabile della crisi mondiale. Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari.
La carriera del giovane broker italiano venne punteggiata di premi e riconoscimenti per le sue abilità di valutazione dei mercati. In quegli anni trascorsi dentro il gruppo statunitense, Serra iniziò a frequentare anche i grandi nomi del mondo bancario italiano, da Matteo Arpe (che ancora era in Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit), passando per l’allora gran capo di Intesa-San Paolo Corrado Passera.

Davide Serra, braccio destro di Renzi per l’economia, è considerato unp squalo della finanza internazionale.
Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo. E con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments.
Già nel primo anno Algebris passò da circa settecento milioni a quasi due miliardi di dollari gestiti.
L’anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò l’attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più importante scalata bancaria d’ogni tempo.
Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante finanziere di mettere un piede in Mediobanca.
Definito dall’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in Borsa (ovvero sulla crisi) ed è il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglietore di denaro, attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis.

E così, nell’ultimo anno il gotha dell’industria e della finanza italiane si sono schierati uno a uno dalla parte di Renzi. A cominciare da Fedele Confalonieri che, riferendosi al sindaco di Firenze, disse: «Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». Poi venne Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece quel contatto ce l’ha»). E ancora, Diego Della Valle, il numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e l’amministratore delegato Andrea Guerra, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, i banchieri Fabrizio Palenzona e Claudio Costamagna, il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Lega Coop Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada, Fabrizio Palenzona di Unicredit, Il Monte dei Paschi di Siena, attraverso il controllo della Fondazione Montepaschi gestita dal renziano sindaco di Siena Bruno Valentini, e, soprattutto, l’amministratore delegato di Mediobanca Albert Nagel, erede di Cuccia nell’istituto di credito.
Proprio sul giornale controllato da Mediobanca, “Il Corriere della Sera”, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, è arrivato lo scoop su Monti e Napolitano, sui governi tecnici. Il Corriere ha ripreso alcuni passaggi dell’ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo Rcs. Lo scoop ha colpito a fondo il governo Letta e aperto la strada di Palazzo Chigi a Renzi.
Il defunto segretario del Psi Bettino Craxi diceva: «Guarda come si muove il Corriere e capirai dove si va a parare nella politica». Gad Lerner ha, più recentemente, detto: «Non troverete alla Leopolda i portavoce del movimento degli sfrattati, né le mille voci del Quinto Stato dei precari all’italiana. Lui (Renzi) vuole impersonare una storia di successo. Gli sfigati non fanno audience».
Fonte: http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=97552&typeb=0&Ecco-chi-si-nasconde-nell-ombra-di-Renzi
p.s.
qualcosa è girata anche qui ma i media sono stati, quasi, tutti zitti.. per la cronaca

venerdì 14 febbraio 2014

Lo strepitoso autogol di Renzi e la strana democrazia Pd

dal Fatto Quotidiano del14 febbraio 2014 Andrea Scanzi
Dunque, ricapitolando. Cos’è il Pd? Il Pd è quel partito che ha affossato Rodotà e Prodi, che ha votato contro se stesso su omofobia e mozione Giachetti, che ha salvato Alfano e Cancellieri, che supporta instancabilmente Berlusconi e che non fa nulla senza il permesso del Badante Napolitano, un allegro signore che negli ultimi due anni e mezzo si è disinteressato delle regole minime della democrazia e ha imposto – in nome del Sacro Culto delle Larghe Intese – tre Premier votati da nessuno e responsabili (i primi due) di non avere fatto nulla a parte disastri. Di fatto in Italia si vota democraticamente, sì, ma poi – altrettanto democraticamente – del voto non frega una mazza a nessuno.
Ora però la collezione degli orrori piddini si arricchisce della perla più rara. Da una parte il coniglio mannaro 2.0, che frigna come un bambino e mette il broncio perché gli hanno detto che è brutto; e dall’altra un partito che – sfiduciando se stesso per la centesima volta – sdogana a Palazzo Chigi un diversamente statista così roso dall’ambizione da non rendersi neanche conto che tutti l’hanno messo lì per bruciarlo, come accaduto con gli altri.
Non si contano i fiumi di Champagne che stanno scorrendo in queste ore tra berluscones, 5 Stelle, nomenklatura piddina e frattaglie alfaniano-casiniste: così facendo, il “furbo e vincente” Renzi – figuriamoci se era grullo e perdente – si è sgambettato da solo come neanche D’Alema nel ’98. Convinto d’essere il nuovo Kennedy e non il vecchio Peppo Pig, Renzi – che fino a due giorni giurava ovviamente il contrario – ha pure specificato di voler durare fino al 2018, e la sola idea che intenda passare quattro anni fianco a fianco con Giovanardi e Formigoni denota un grado di perversione sin qui sconosciuto ai più.
Siamo oltre le comiche, anche se c’è davvero poco da ridere. Un tale mix di incapacità, masochismo, colpevolezza, arroganza, psicodramma e delirio di onnipotenza era raro da mettere insieme, ma il Pd è riuscito anche in questo: fenomeni.
p.s.
non avrei saputo dirlo meglio, nè ci provo visto chi è l'autore dell'articolo!!!! buona lettura

giovedì 13 febbraio 2014

La defenestrazione di roma....

Ricapitoliamo: il PD è l'azionista di maggioranza del Governo Letta (lo era ache del Governo Monti), ma lo sfiducia per fare un altro Governo sempre con se stesso azionista di maggioranza ma con altra guida, il neo segretario eletto con due mln di voti (meno del 3% degli italiani); nel frattempo il maggior sponsor dei Governi "europei", l'Alto Colle, pragmaticamente da il benservito al "suo" governo e benedice il successore mettendoci sopra il proprio cappello nell'affermare che le elezioni sarebbe una sciocchezza farle.... ascoltavo stamattina l'editoriale di Massimo Rocca al tg di radio capital: fra le tante cose che sosteneva una mi ha colpito a la condivido in pieno, ossia che passati questi ultimi due, Letta prima e ora Renzi, questo ceto non ha più nulla da dare, è finità.... in pratica il giornalista dice che è la loro ultima spiaggia e se va ramengo anche Renzi bye bye baby. Ora è esattamente questo il punto: un sistema che nasconde le elezioni dietro una boutade di pessimo gusto, si è definito cortellum l'esito della sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato il porcellum, la paura di correre a sentire cosa ne pensano gli elettori in generale, e quelli del PD in particolare (su facebook e su twitter i commenti sono tutti negativi quelli di questi ultimi.. diciamo che 1 elettore o simpatizzante su 5 avrebbe preferito votare), con qualunque sistema elettorale ci sia ora in vigore è un segnale di paura e di incertezza ma soprattutto è "il" segnale che questa classe politica, inetta e incapace preda dei propri appetiti, è disposta a tutto pur di salvare il proprio spazio al sole e partecipare alla grande spartizione del potere, e alla sua redistribuzione, che sta avvenendo a livello globale e che i popoli stanno pagando di tasca propria: ognuno ha il suo ruolo in essa... noi quello di colonie e di mercato di sbocco, tutto qui; nella grande spartizione noi siamo parte passiva e consapevolmente la nostra politica, che sa, e il nostro ceto imprenditoriale e sociale che li sostiene perchè ci guadagnano, ormai finanziarizzati, devono solo seguire il flusso e costringere l'intero paese a seguirlo e a piegarsi.
Renzi è portatore di questo messaggio: introducendo una sorta di blairismo in salsa bizantina in questo paese spera di riuscire a far ingoiare a tutti le cosiddette "riforme e l'italicum", in particolare il cardine della costituzione quell'articolo che mette delle pietre enormi per evitare golpe e costituzioni de facto a propria immagine.... costituzioni da costruire sotto dettatura: goldman Sachs ne ha dato la traccia quando sostiene che le costituzioni dei paesi europei sono vetuste e troppo sociali... o meglio hanno troppa attenzione al sociale e ai diritti e poca al mercato quindi è necessario darsene un altra che risponda ai desiderata proprio di quei mercati che prima hanno fatto fallire la Grecia e poi gli altri. In pratica le riforme costituzionali dovranno essere in sintonia con i mercati e saranno votate a Londra e Wall Street e non dai cittadini e dalle loro espressioni ma dai fondi speculativi, a quel punto a cosa servirebbe votare? A nulla? così come un altra riforma l'ha delineata proprio Draghi: serve un fondo, pubblico, salva-banche che i soldi li prende dall'efsf e EMS (i due fondi salva stati) e che poi le banche, con molta calma, dovranno rimpinguare: accetto scommesse che le banche non ci pensano nemmeno a ripagare il debito: BADATE BENE CHE HO FATTO SOLO DUE ESEMPI, potrei continuare all'infinito nell'elencare le cose da fare per farci entrare nella giusta casella predefinita da altri. Ecco quello che c'è in gioco e perchè ormai, essendo alla disperazione, accettano tutto.... anche Renzi
p.s.
ecco perchè bisogna votare e subito...

mercoledì 12 febbraio 2014

Renzi, Letta o le elezioni?

Allora.. vediamo un pò: dalla caduta di Berlusconi abbiamo avuto unasola tornata elettorale ma tre governi e nessuno di essi espressi direttamente dagli elettori. Ora anche il terzo non eletto è in crisi ma la ragion di stato e una, malcelata, sfiducia nell'espressione popolare impediscono di trarre le conseguenze da questi fallimenti e rimandare tutti noi a votare, con qualunque sistema elettorale sia "vivo" perchè un sistema elettorale lo abbiamo: l'ha definito la Corte Costituzionale bocciando il porcellum ripristinando in pratica quanto uscito dal referendum del 1992, con una marcata caratteristica proporzionale. Una cosa che, collegata alle preferenze e alla possibile presenza di M5S rafforzato (nonostante i guru del M5S), risulterebbe esplosiva per i custodi della stabilità, leggi stagnazione, nella quale ci hanno costretto dal 2008 in poi. Insomma anzichè avviare riparazioni urgenti dell'edificio si sta scientemente puntellandolo finchè .. o crolla o miracolosamente rimane in piedi rimandando la sua riedificazione a tempi migliori.. per loro naturalmente.
Ora chi sono i nuovi eroi?
Eroe n°1: Renzi, il rottamatore. Partito come "rivoluzionario" sulla carta un outsider del sistema, lui un ex-dc ed ex popolare, per poi, sceso nell'agone con alle spalle fior di signori delle tessere, fa i conti con gli apparaticiki di partito che gli remano contro cona prospettiva di bruciarsi le dita, e non solo, come i suoi predecessori; altro che rottamatore, è il simbolo della continuità da un lato e la punta di diamante di interessi emergenti che premono per entrare nelle stanze dei bottoni forti dell'idea che o si riesce a rendere il paese secondo la loro vulgata, ricordate i desiderata della Goldman Sachs, o è meglio prendere scorciatoie anche poco piacevoli pur di gettare il cuore oltre l'ostacolo.. aspirava a entrarvi dalla porta principale con tappeti ed onori sull'onda del voto popolare ma molto probabilmente vi entrerà dalla porta di servizio e senza imprimatur popolare... gli hanno detto o fatto capire che sarebbe una pessima idea al momento votare, anche perchè ha sdoganato mr. B. quindi per ora sarebbe esposto agli attacchi delle altre forze politiche concorrenti e non...
Eroe n°2: Letta, la continuità nella stabilità; continuatore del lavoro montiano (il che significa per i pochi che ancora non lo sapessero FMI, BCE, Bilderberg, ecc.) è l'alfiere dell'europeismo a trazione tedesca con substrato di liberismo merkeliano dove noi siamo il mercato di sbocco e i paesi del nord europa, Germania in testa, quelli che producono e fanno da modello....
Il secondo resiste, resiste, resiste... e rilancia: infatti ha appena rilanciato un progetto nel quale si parla di miliardi da destinare agli italioti, contemporaneamente rivendicando quanto di "buono" fatto per il paese (anche qui da prendere con le molle.. di quale paese parla, non si sa); il primo, probabilmente spronato dai propri consiglieri, preme per un cambio di timoniere (......) per poter prendere surrettiziamente il governo e da lì trattare con l'Alto Colle per programma, iniziative, cose da fare.
Chi pagherà lo scotto? Ma che domanda, noi..... A corollario del post vi faccio leggere quanto scrive il Direttore del Fatto Quotidiano
il 12 febbraio 2014
Dunque, abbiamo un nuovo premier che sta per arrivare (Renzi) mentre il premier attuale (Letta) non ha nessuna intenzione di andarsene. Abbiamo un capo dello Stato che lunedì, a sorpresa, invita a cena Renzi, il quale entra al Quirinale segretario pd e ne esce con l’incarico in tasca. Cosa che desta una qualche sorpresa, visto che fino all’ora di pranzo Renzi aveva dichiarato al mondo intero che Palazzo Chigi non gli interessava affatto, mentre i suoi ribadivano il concetto con l’indice alla tempia come a dire: non è mica matto a farsi incastrare in un casino di problemi e per giunta senza alcuna legittimazione popolare. Appunto.
Quanto a Napolitano, neppure lui deve avere le idee chiarissime, se appena qualche giorno fa aveva fatto scrivere ai cronisti di Palazzo di aver “blindato” Letta, mentre ieri lo ha ricevuto per un “breve” colloquio che sa di congedo, tanto che il poverino in mancanza d’altro si è affidato alla “Provvidenza”. Lo stesso Napolitano, in seguito alla ricostruzione di Alan Friedman sul presunto complotto del 2011 che fece fuori Berlusconi per fare largo a Monti, è stato di fatto sfiduciato da Forza Italia. La stessa che meno di un anno fa lo aveva voluto per la seconda volta sul Colle (“meno male che Giorgio c’è” cantava il futuro pregiudicato sperando nella grazia).
Poiché il M5S lo ha sempre osteggiato, ci sarebbe da interrogarsi sul futuro di un presidente così indebolito, tenuto conto del fatto che il sostegno ricevuto dal Pd deriva in gran parte da quel premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Evitiamo ai lettori qualsiasi altro resoconto sulla confusione che regna tra i partiti e ci limitiamo a porre una piccola, semplice domanda. Ammesso che Letta si tolga di mezzo senza ulteriori spargimenti (politici) di sangue, con quale maggioranza Renzi farà un governo? Con il Pd lacerato, con la destra di Alfano, con la sinistra di Vendola più qualche grillino disperso? Bè, tanti auguri. Quando si tratterà di decidere, per esempio, sui tagli alla spesa pubblica o sugli aiuti alle imprese ci sarà da ridere. O da piangere.
Chiaro?

martedì 11 febbraio 2014

Salta l'italicum, salta il paese? Vediamo...

E' esattamente questo il messaggio che ha lanciato il segretario del PD(exmenoelle) non solo al suo partito ma al paese ufficiale: amici, nemici, governo e ... Alto Colle (non per niente quest'ultimo l'ha subito chiamato a rapporto, per capire dove vuole andare a parare e .... per cercare di salvare il salvabile ben rendendosi conto che il tutto ormai non si tiene se non con gli spilli e gli stuzzicadenti visto che anche i ceti che di solito appoggiano lo status quo cominciano anch'essi a temere per se e per i propri interessi) io sono l'unico che può far quadrare il cerchio, occhio eprchè dopo di me il diluvio ..... grillino o peggio.
In realtà sa. Sa che anche lui rischia: in primis perchè se dovesse avere successo tutti vincono e a perdere rimaniamo noi del mondo reale; in secondo luogo se dovesse fare la fine dei suoi predecessori ancora una volta il "partito" dovrebbe fare da supporto per accompagnare il paese a inevitabili elezioni o al collasso; in terzo luogo la società potrebbe farsi accalappiare dalle sirene euroscettiche e allora loro, gli alieni, sarebbero nei guai.... ma la versione ufficiosa, quella vera, è un pò diversa: il nostro è latore d'interessi "altri" (altri che vogliono entrare a pari merito dei poteri storici nella stanza dei bottoni) rispetto ai suoi compagni di partito e non e quindi potenzialmente confliggenti e, soprattutto, pronti a tutto per avere la meglio; sa, anche, benissimo che gli appariticiki non lo vedono di buon occhio ma al momento sono fermi sia perchè hanno paura di andare alle urne (attesissime sono le elezioni europee per capire il trend) sia perchè hanno ancora più paura di scottarsi le dita con un altro governo di coalizione con l'amato avversario che aspetta solo di rientrare alla grande nell'agone politico, o almeno se non lui una sua figlia ma senza alcuna responsabilità diretta, anzi...; loro invece si troverebbero ancora una volta a dover fare i "responsabili" conto terzi senza nessun cappello (perchè credo che l'Alto Colle li mollerà, stavolta, dimettendosi) politico/costituzionale: e questo è un problema per tutti loro.
E' un gioco rischioso: da un lato al sistema, per esorcizzare M5S (che si esorcizza benissimo anche da solo ma si sa che gli italiani, quando possono esprimersi liberamente sono quantomeno imprevedibili), è utile tenersi stretto l'amato avversario e sanno che farlo "padre riformatore del paese" richiede un serie di concessioni che risulteranno, per lui, salvifiche ma saranno devastanti per il paese; dall'altro sanno anche che il castello di balle che hanno costruito ha crepe che sono sempre più evidenti e nemmeno i più tifosi e i più ciechi non possono non vedere l'inganno... figurarsi quei polli che li votano semplicemente fidandosi delle parole; ha fretta ed ha ragione ad averla perchè ormai il tempo stringe: o fa le "sue" rforme, sponsorizzate, per esempio, da Goldman Sachs, o il sistema non ha motivo di esistere e crolla..... e con esso crolla l'apparato messo su.. il più classico del muore sansone con tutti i filistei; il paese non è pronto in nessun caso e potrebbero passare dedenni prima di potersi ricostruire. E' questo si che potrebbe essere un problema per noi.
Ricapitolando:
  1. Siamo sempre stati usati come laboratorio, fin dal 1945;
  2. quello fatto qui dal '92 in poi è poi passato, a seconda dell'esito in altri paesi (pensiamo al modo escogitato per tenere fuori il PCI dal governo nazionale e alle tante bombe, trame, logge ecc. per farlo);
  3. se qui l'esperimento di ridurre un modello sociale dentro un algoritmo economico-finanziario, dopo tanti anni di lavaggio del cervello con il pensiero unico, dovesse fallire altrove non inizieranno nemmeno o prenderanno altre strade e siperderà tempo e il tempo per loro è un problema perchè significa perdere soldi e profitti;
  4. fatti salvi i punti 1 e 2 (il terzo è la conseguenza di questi due) l'alternativa non è piacevole per loro se la gente apre gli occhi e, viceversa, se si dovesse scegliere di forzare la mano e prendere un altra strada.. gli esiti potrebbero essere imprevedibili per davvero: non solo per loro ma per tutti perchè, come negli anni della strategia della tensione, potrebbe passare la convinzione che un altro periodo di terrore, attentati, ecc. potrebbe spingere "qualcuno" a tentare un qualcosa per "riportare l'ordine" mentre la gente confusa e spaventata potrebbe chiedere a gran voce proprio l'avvento di un messia o un unto del signore che riporti armonia sotto il cielo: un qualcosa che abbiamo già conosciuto e che, inevitabilmente, sarà (o potrebbe essere) foriero di disastri ben peggiori di quanto possiamo immaginare..insomma un ennesimo bivio e ogni singola virgola può essere determinante per gli esiti finali. Quello che ora dovrebbe preoccupare davvero non è tanto la crisi, che si supera se c'è la volontà, quanto la premesse o meglio la mancanza di premessa ossia che non c'è alcuna forza politica e sociale che è pronta a difendere la costituzione così com'è: insomma una navigazione in una tempesta in mare aperto al buio senza strumenti in una tempesta.. il peggio che possa capitare per una società resa fragile dall'economia e dalla politica.

lunedì 10 febbraio 2014

Il punto della situazione.....

Bè da dove si comincia? Qui non sai da dove alzare lo sguardo per cercare riparo dal torbido inganno nel quale ci siamo ficcati a forza di credere alle balle che ci dicono..... Partiamo dalle buone notizie, da stasera è ufficiale che:
  1. lo spread non c'azzecca con l'economia, è un altra cosa; lo spread ha a che fare con la speculazione finanziaria che scommette sul fallimento di una società, paese, ecc.;
  2. ricordate no? Siamo fuori dalla crisi..... balle in realtà ci stiamo entrando ora: la produzione va giù che più giù non si può.... raccogliendo un bel -3%; i giovani (lo sostiene uno che ha uno stipendiuccio da 200 mila euri all'anno) rimangono sempre di più a casa e il lavoro nemmeno lo cercano più precario immaginarsi definitivo o almeno semi-definitivo.
  3. Sapete come governo e banche intendono risolvere le "sofferenze" bancarie? Con la creazione di una bad bank nella quale farle confluire in un colpo solo........ con la Cassa Depositi e Prestiti che fa da garante, che significa? Che tutti i contribuenti, e i correntisti e i depositanti postali in particolare, pagheranno di tasca loro questo giochino finanziaro; che regalino? Grazie di cuore.. si sa che siamo nati in una valle di lacrime e che siamo destinati a soffrire ma perchè sbattercelo così in faccia?
  4. l'Autorità che controlla l'acqua ecc. ha dato mandato alla GdF di controllare se le società hanno restituito il maltolto agli utenti... ossia che abbiamo restituito i mitici "rimborsi oneri finanziari".. se ne accorge ora? Quelli che l'hanno avuto lo hanno girato agli avvocati, cifre irrisorie, Il vero maltolto è una bolletta che contiene un consumo che spesso non oltre i 50 euro ma il totale supera abbondantemente i cento euro.... stessa cosa per gas ed enel: consumi bassi ma bollette alle stelle (anche quando il petrolio va giù o il consumo s'abbassa), come mai? Forse se ne dovrebbe occupare voyager o mistero perchè proprio non si riesce a capire come mai.. per tacere di via su iva su iva....... un fenomeno che nemmeno la fisica quantistica pare sia in grado di spiegarla.
  5. Uno studio commissionato dagli euroscettici olandesi ci dice che un paese all'oggi sta meglio furi che dentro la Ue e quindi l'euro... per esmpio l'olanda con alcune misure vedrebbe schizzare al 13% il pil... in due anni, e noi? Stiamo ancora ad aspettare la manna dal cielo degli alti colli che hanno da perdere da una eventuale uscita ma che come noi sta già peggio poco cambierebbe...
  6. Siamo a 6: sei premi nobel raccomandano ... di abbandonare l'euro: il vero killer dell'economia, del lavoro, del futuro ecc...... chi lo spiega a Renzi? Io no di certo, si facci (si proprio facci) avanti un volontario!!!!!
....e queste erano le buone notizie; veniamo alle cattive?
  1. Il 40% degli italiani non ha problemi nell'abbordare una/un minore ...... significativo dei tempi del bunga bunga.
  2. La Svizzera ha votato, pur andando contro i tanti trattati (da Schengen a venire in giù) firmati, contro l'immigrazione tout court...... ne risentiranno i frontalieri italiani, tedeschi, belgi, tedeschi... e i leghisti, si proprio loro: i difensori della purezza padana  contro el terun barbun  che li invade (per tacere degli islamici, ecc.), che ora son fregati dal partito fratello (quando si dice parenti serpenti) del Canton Ticino che esulta per il risultato: chissà cosa ne penseranno i nostri di frontalieri della cosa....
  3. Friedman, ma chi sa leggere le cose qualcosa aveva intuito, rivela che le manovre per mandare a casa mr.B risalgono a giugno 2011... bè forse fu cosa buona giusta se non fosse arrivato un capo del governo non solo non eletto ma addirittura che ha saputo far peggio del suo predessore (Renzi lo ha resuscitato come padre fondatore per le riforme).. per tacere di letta che pure lui non ha mandato degli elettori ma è subentrato a Bersani!!!! Non è certo un colpo di Stato.. ma un botticino, si?
  4. La Cassazione, si proprio la massima espressione del giudizio, ha negato a un funzionario dello SCO i servizi sociali..... con la motivazione che le forze di sicurezza del G8 furono da paese antidemocratico.... chi aveva dubbi (e ce ne sono come ci furono.. io ricordo anche alcuni commenti qui sul mio blog, ci sono ancora...) ora li vedrà frugati, spero....
  5. jacopo fo, non certo un tenerone con i grillini, denuncia sul fatto la disinformazione al lavoro contro i grillini... e per dirlo lui.
  6. Il governo dice no ad aiuti di Stato ma promette soldi all'azienda se fa la brava.. ossia se ne va in punta di piedi senza che nessuno se ne accorga, e se i lavoratori mantengono alta la guardia qualche manganello e il disinteresse dei media farà il resto......
infine la foibe: bè mai chiarezza fu fatta... c'erano moltissimi comunisti tridentini fra i morti ma nessuno ne parla, come mai?
Vi basta o devo continuare?

domenica 9 febbraio 2014

La Bibbia e il mito

Telefonate Mancino-Napolitano, fu il Quirinale a voler processare Di Matteo

da il Fatto Quotidiano di domenica 9 febbraio 2014
di Marco Travaglio | 9 febbraio 2014

L’intervista si riferisce alle rivelazioni diffuse il 20 giugno 2013 dal sito di Panorama: intercettando Nicola Mancino, i pm di Palermo sono incappati non solo in 9 sue conversazioni col consigliere Loris D’Ambrosio, ma anche in alcune con Napolitano in persona. Notizia rilanciata il 21 giugno dal Fatto e da altre testate. Il 22 giugno Repubblica intervista Di Matteo, il quale spiega che, negli atti appena depositati ai 12 indagati per la trattativa Stato-mafia, “non c’è traccia di conversazioni del capo dello Stato e questo significa che non sono minimamente rilevanti”. L’intervistatrice domanda se le intercettazioni non depositate saranno distrutte, Di Matteo risponde – riferendosi a tutto il materiale non depositato e non solo alle telefonate Mancino-Napolitano: “Noi applicheremo la legge in vigore. Quelle che dovranno essere distrutte con l’instaurazione di un procedimento davanti al gip saranno distrutte, quelle che riguardano altri fatti da sviluppare saranno utilizzate in altri procedimenti”.
È ovvio che, fra quelle da distruggere, ci siano anche le intercettazioni indirette del Presidente, visto che sono “irrilevanti” (almeno sul piano penale),mentre quelle ancora da approfondire riguardano altri soggetti. Ma, anzichè ringraziare Di Matteo per aver dissipato ogni possibile sospetto su sue condotte illecite, Napolitano scatena la guerra termonucleare alla Procura di Palermo, esternando a tutto spiano e mobilitando prima l’Avvocatura dello Stato, poi il Pg della Cassazione e infine la Corte costituzionale. L’Avvocato dello Stato, Ignazio Caramazza, viene attivato subito dopo l’intervista dal segretario generale Marra, perché chieda a Messineo “una conferma o una smentita di quanto risulta dall’intervista, acciocché la Presidenza della Repubblica possa valutare la adozione delle iniziative del caso”. Il 27 giugno Caramazza scrive a Messineo per sapere come si sia permesso Di Matteo di svelare a Repubblica che sono “state intercettate conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica, allo stato considerate irrilevanti, ma che la Procura si riserverebbe di utilizzare”.
Il procuratore risponde con due lettere: una firmata da Di Matteo, l’altra da lui. Entrambe chiariscono ciò che è già chiarissimo dall’intervista: “La Procura, avendo già valutato come irrilevante ai fini del procedimento qualsivoglia eventuale comunicazione telefonica diretta al Capo dello Stato, non ne prevede alcuna utilizzazione investigativa o processuale, ma esclusivamente la distruzione da effettuare con l’osservanza delle formalità di legge”: cioè con richiesta al gip, previa udienza camerale con l’ascolto dei nastri – previsto espressamente dal Codice di procedura penale – da parte degli avvocati. Tutto chiaro? Sì, in condizioni normali. Ma qui c’è il Quirinale che preme, minacciando“le iniziative del caso”. Allora una normale intervista che spiega come la Procura abbia rispettato e intenda rispettare la legge diventa un caso di Stato. Il 16 luglio Napolitano solleva il conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato contro la Procura di Palermo, accusandola di aver attentato alle sue “prerogative”.
A fine luglio Ciani apre su Messineo e Di Matteo un “procedimento paradisciplinare”, cioè un’istruttoria preliminare. È lo stesso Ciani che tre mesi prima, su richiesta scritta di Mancino e Napolitano (tramite il solito Marra), ha convocato il Pna Piero Grasso per parlare di come “avocare” da Palermo l’inchiesta sulla Trattativa o almeno di “coordinarla” con quelle sulle stragi a Firenze e Caltanissetta: ricevendo da Grasso un sonoro rifiuto. Il primo agosto un sostituto di Ciani scrive al Pg di Palermo per sapere se Messineo avesse autorizzato Di Matteo a rilasciare l’intervista e perchè non l’avesse denunciato al Csm per averla rilasciata. Il Fatto lancia una petizione e raccoglie 150 mila firme in un mese: lo vede anche un bambino che il processo disciplinare è fondato sul nulla.
Il 10 agosto il Pg di Palermo risponde a Ciani: l’intervista di Di Matteo non richiedeva alcuna autorizzazione e non violava alcuna norma deontologica perché non svelava alcun segreto, visto che la notizia delle telefonate Napolitano-Mancino l’avevano già diffusa Panorama e poi decine di testate. Tutto chiaro? Sì, in condizioni normali. Ma qui c’è il Quirinale che preme. Il Pg Ciani ci dorme su sette mesi. Poi il 19 marzo 2013 promuove l’azione disciplinare contro Messineo e Di Matteo. Il secondo è accusato di aver “mancato ai doveri di diligenza e riserbo” e “leso indebitamente il diritto di riservatezza del Presidente della Repubblica”; il primo, di non averlo denunciato al Csm. Messineo e Di Matteo vengono interrogati il 18 giugno e il 7 luglio, ripetendo quel che avevano sempre scritto e detto. La Procura generale ci dorme sopra altri cinque mesi e mezzo. Poi finalmente, alla vigilia di Natale, deposita le richieste di proscioglimento, scoprendo l’acqua calda: la notizia delle telefonate Mancino-Napolitano non la svelò Di Matteo, ma Panorama, in un articolo “presente nella rassegna stampa del Csm del 21.6.2012”. Quindi “con apprezzabile probabilità occorre assumere che la notizia… fosse oggetto di diffusione da parte dei mass media in tempo antecedente” a quello dell’intervista incriminata” del giorno 22. Ma va? Ergo “è del tutto verosimile” che Di Matteo tenne “un atteggiamento di sostanziale cautela” e “non pare potersi dire consapevole autore di condotte intenzionalmente funzionali a ledere diritti dell’Istituzione Presidenza della Repubblica”, semmai “intenzionato a rappresentare la correttezza procedurale dell’indagine”.
Quindi “la condotta del dr. Di Matteo non si è verosimilmente consumata nei termini illustrati nel capo d’incolpazione, tanto che nessun rimprovero disciplinare si ritiene di poter articolare nei suoi confronti”, né in quelli di Messineo. Così scrivono Galanella e Ciani il 16 e 19 dicembre 2013 nella richiesta di proscioglimento che ora dovrà essere esaminata dal Csm. Ma così avrebbero potuto scrivere – risparmiando a Di Matteo e Messineo un anno e mezzo di calvario – già nel giugno 2012, quando tutti sapevano già tutto. Compreso il Quirinale, che sciaguratamente innescò questo processo kafkiano al nemico pubblico numero uno del Capo dei Capi. E di tanti altri capi.
p.s.
probabilmente finisce tutto in una bolla di sapone.. nel fratempo una servitore della legalità e dello Stato, quello ideale, è rimasto scoperto ed è entrato nel mirino delle mafie e.... dei loro sodali. Che paese che siamo: avvengono cose del genere e nessuno fa finta, almeno, di accorgersene ..... salvo, poi, fare le lacrime di coccodrillo quando scopriamo l'ennesimo politico, funzionario o altro che si è fatto corrompere: il sentimento generale è quello quasi giustificatorio nel secondo caso di vile disattenzione nel caso del Magistrato Di Matteo.

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