venerdì 13 giugno 2008

Gli Irlandesi dicono NO a quest'Europa

Dopo Francia e Olanda anche l'Irlanda dice NO all'Europa liberista e lontana dall'idea di uomini come Spinelli che in essa vi avevano creduto. Premetto che non sono euroscettico; al contrario ma non sono certo per "questa" Europa di èlite oligarchiche che hanno come primo obiettivo il liberismo e il mercato e la sua mano invisibile che come tutti abbiamo visto anche qui sta creando enormi differenze nel continente trasversalmente ai vari paesi: per primi quelli dell'Est che del liberismo hanno fatto una bandiera mentre i loro cittadini emigrano per fame e disperazione e poi nei paesi "storici" dove, come in Italia, c'è chi ha troppo e chi ha troppo poco e non per colpa di questi ultimi che si sono ritrovati più poveri di prima anno dopo anno e mese dopo mese: con l'introduzione dell'euro per esempio nel nostro paese gli italiani che hanno un reddito fisso si sono ritrovati dalla sera alla mattina poveri e con stipendi inadeguati senza che nessun Governo abbia mosso un dito (al di là delle parole di circostanza e di qualche provvedimento che andava in senso contrario alle stesse aprole enon faccio esempi perchè non saprei da dove incominciare perchè si somigliano tutti fra loro) e senza che le stesse organizzazioni sindacali abbiano denunciato e messo pratica iniziative tali da far almeno frenare la speculazione e tutti sappiamo che senza vigilanza adeguata nel nostro paese la speculazione ha fatto man bassa del potere d'acquisto dei reiddti fissi e se a questo aggiungiamo l'aumento indiscriminato di tariffe pubbliche, in concessione, di benzina, materie prime ecc. siamo finiti peggio dei paesi dell'America latina quando sono falliti (e lì alla fine vi sono state rivolte di massa e violenze) e hanno immiserito almeno metà della popolazione: vogliamo finire così anche noi? ma soprattutto sono contrario a una Europa che è governata da una tecnocrazia irresponsabile verso i suoi cittadini che non la eleggono direttamente essendo espressione di Governi e non di popoli: ricordo a chi non lo sapesse che i "Padri" dell'Europa prefiguravano uno Stato federale di "popoli" che volontariamente, attraverso adesioni dirette, si univano in un'altra entità, ma quel sogno è stato tradito dai piccoli passi e dagli interessi economici di poche lobby ed è lontana anni luce dai cittadini che non la sentono propria: non conta il "perchè" iralndesi, francesi e olandesi abbiano detto no, conta che hanno respinto il sogno liberista e subalterno alal tecnocrazia oligarchica dei migliori "predestinati" e gli altri si possono attaccare alla speranza di essere ruote di scorta o assistiti che hanno un'orizzonte di povertà. Ecco perchè sono contrario a questa Europa e sono paicevolmente sorpreso che gli iralndesi abbiano deto NO. Una volta tanto do ragione alla LEGA: REFERENDUM SUBITO ANCHE IN ITALIA E LASCINO DECIDERE AI CITTADINI ITALIANI SE ENTRARE O MENO IN QUESTO TUNNEL CHE CHIAMANO EUROPA.
REFERENDUM SUBITO!!

giovedì 12 giugno 2008

L'addio di Nerone, Bush, al mondo.

Non so cosa provi realmente Bush in questo giro di addio prima della sua "dipartita" dalla Presidenza del paese più armato, povero nella grande parte dei suo cittadini, ricco (pochi ma scandalosamente ricchi), pieno di contraddizioni del pianeta che attua la politica del "noi andiamo in un posto e sfasciamo tutto con una qualunque scusa e gli amici passano poi a rimettere a posto a loro spese": nemmeno i romani, cui costoro amano richiamarsi furono così spudorati e tutti sappiamo, almeno quelli che non si sono addormentati sui libri, che certo non erano degli angeli benevoli con i conquistati e con gli amici. Cosa lascia in eredità, in realtà? Un paese sull'orlo del fallimento economico e isolato politicamente (non si conta nel numero naturalmente l'èlite globalizzata che lo sostiene pro domo sua); un paese nel quale basta un'uragano per far crollare la "mitica" efficienza americana e dopo il quale uragano mentre i poveri sono sparsi per l'intero continente statunitense la speculazione se ne impadronisce e ci fa .... residence per ricchi speculando sui poveri; che ha aziende che giocano con il nemico (leggi Cina) per fare maggior profitto a scapito dei cittadini del paese di provenienza; una guerra, provocata, che sta perdendo in Afghanistan e che ha già perso in Iraq (nonostante i proclami di vittoria e l'aiuto dei sodali occidentali cui si chiede un'enorme e insostenibile sforzo militare ed economico, mi chiedo senza la logistica della NATO gli USA potrebbero reggere lo sforzo visto che la loro è praticamente inesistente?), guerra che non doveva nememno essere incominciata da un lato perchè per invadere e tenere sotto controllo paesi come quelli ci vogliono almeno 300 mila uomini (a paese) mentre invece in totale ce ne sono poco più di 250 mila per entrambi che muoiono fra l'altro ogni giorno e poi perchè prove certe di quanto asserito non ce ne sono: al contrario in Iraq di armi di distruzione di massa non ce ne erano e non ci sono (a dare appoggio logistico, di armi, di intelligence nella guerra contro gli iraniani e nell'ascesa di Saddam furono proprio gli americani), se ha mentito sull'iraq, su quante altre cose ha mentito? L'11/9 cosa davvero è accaduto? Perchè in rete, e nella pubblica opinione indipendente internazionale, si moltiplicano le voci di "strane" coincidenze accadute quel giorno? La violazione dei diritti umani continuata e difesa, la tortura, la scuola pubblica inesistente, la sanità privata che specula sui malati per fare profitto, malattie dimenticate qui da noi che lì fanno man bassa di poveri, l'indifferenza per la sorte dei propri cittadini, l'invio di soldati all'estero impreparati alla bisogna (le famiglie dei soldati si sono tassati per acquistare kevlar da usare in Iraq contro bombe mine è significativo), la speculazione finanziaria, anche se erano problemi già presenti in quel paese con lui si sono accentuati raggiungendo livelli insopportabili per qualunque paese democratico e dulcis in fundo la cosiddetta "postdemocrazia" o meglio l'autoritarismo democratico che impone ai cittadini del proprio paese una rinuncia a diritti fondamentali in nome di una minaccia globale ancora tutta da provare anche perchè è stata ampiamente provocata solo per accaparrarsi le risorse altrui; e potrei continuare all'infinito tenendo sempre presente che l'èlite di quel paese ha spesso mentito ai propri cittadini (un'esempio: l'incidente del Golfo del Tonchino che aprì la strada all'intervento americano in Vietnam non è mai accaduto, e non si è mai davvero indagato su cosa accadde davvero e chi diede l'annuncio dello stesso). L'esportazione del modello americano non si estende più ai soli paesi che a quella nazione stanno sulle scatole ma anche ai paesi considerati amici (in Italia ne abbiamo un chiarissimo esempio con le ultime legislature che di italiano hanno molto poco) che ne sono almeno influenzati. Un petroliere che guida una nazione armata fino ai denti che ha solo voglia di far pesare la propria forza non è, e non può essere, un modello. La crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo è un riflesso puro e semplce dei guasti di quel paese e di come è gestito e se non ci si stacca è semplicemente perchè le èlite degli altri paesi occidentali sanno che crollerebbe anche il loro potere: ecco perchè nonostante tutti si rendono conto che la crisi di quel paese è micidiale per gli altri paesi occidentali e nessuno prende seriamente in considerazione la cosa di abbandonare quella strada e passare ad altro: per esempio cominciando a pagari in euro anzichè in dollaroni ipersvalutati, di proposito per salvare le proprie finanze, materie prime e petrolio gli effetti benefici in poco tempo sarebbero sentiti dai cittadini nelle loro tasche quasi immediatamente; ma avendo in occidente fatto la scelta di legarsi mani e piedi agli USA ecco che fanno gli gnorri ignorando quelli che sono gli interessi dei loro cittadini e facendo continuare a fare profitti alle lobby e alla mano invisibile del mercato (leggli arricchimento a spese altrui di pochi impoverimento di tanti). Eccola l'eredità che lascia: e sinceramente nurto poche speranze che i suoi successori intraprendano una strada diversa perchè significherebbe ammettere che hanno sbagliato tutto e hanno tradito la loro Costituzione fin dall'inizio con il sogno elitario di cui sono portatori. Non ne sentirò la mancanza.............. Ricordo sempre il motto: " dovrebbero essere i governi a temere i cittadini e non il contrario"

Altri morti bianche, proposta: eliminiamo le sanzioni! Geniale.

Ieri altra giornata tragica per il nostro paese: 6 morti in Sicilia e altri in giro per l'Italia. Al di là delle parole di circostanza la montqagna ha partorito un topolino "avvelenato": eliminare le sanzioni per le aziende perchè presuppongono troppe formalità e poca sicurezza, una cosa geniale. Una delle poche cose buone che aveva fatto il precedente Governo era stata proprio quello di introdurre "formalità" e sanzioni per le aziende che non attuavano sicurezza e formazione per i lavoratori; questo Governo cosa pensa di fare? Eliminare le fropmalità e ridurre, o disapplicare o addirittura eliminare, le sanzioni: d'altronde in tempi di liberismo spinto non potrebbe essere altrimenti dato che il manovratore non vuole essere disturbato e se ha tempo in più può pensare di formare e istruire i suoi lavoratori, ma se ha in tempo in più; ed anche l'Europa liberista (A PROPOSITO IL SOTTOSCRITTO TIFA PER GLI IRLANDESI CON LA SPERANZA CHE BOCCINO LA "NUOVA COSTITUZIONE" PERCHE' E' UN VERO MOSTRO EGOISTICO E LIBERISTA, I PADRI DELL'EUROPA SI RIVOLTEREBEBRO NELLA TOMBA A SAPERE COME HANNO STRAVOLTO LA LORO IDEA DI EUROPA) ci si mette emanando direttive che aumentano le ore di lavoro settimanali e che certo non aiutano i lavoratori ad essere meno stressati dai ritmi folli di lavoro che si stanno affermando oggi. Credo che il punto vero sia: la scelta liberista non presuppone riguardi verso i lavoratori ma solo salvaguardia del profitto e quindi se da un lato si comprende che le aziende spingano per restringere gli ambiti che imbrigliano "lo spirito selvaggio", dall'altro ci dovrebbero essere istituzioni pubbliche che facciano da contrappeso ad esse e introducano degli elementi di correzione e freno al suindicato "spirito selvaggio", non è così oggi semmai le parti camminano affiancate e sembrano fare a gara fra loro a togliere lacci e lacciuoli ai "corollari" del lavoro, naturalmente facendo lacrime di coccodrillo quando c'è il fattaccio come ieri, e quindi chi è davvero la spina dorsale del paese, gli stessi lavoratori, ne paga le conseguenze. Qui prodest? Tutti quelli che hanno a cuore i profitti e l'abbassamento dello standard internazionale sul lavoro naturalmente ma anche le corporazioni e perchè il sindacato sempre più avvinghiato nell'abbraccio "riformista" (leggi liberista) e quindi a fare da freno negiziando e facendo testimonianza anzichè promotore e motore di forti iniziative a difesa, meno "istituzionale" e più fattuale, di quelle persone che gli pagano ogni mese la "retta": un'esempio, dalla riforma della contrattazione qualcuno pensa davvero che ci saranno "benefici" per i lavoratori? E senza forze realmente di sinistra sociale qualcuno pensa davvero che la strage "bianca" si fermerà?

mercoledì 11 giugno 2008

La Cassazione condanna le iene: violazione della privacy.

La Cassazione condanna le iene, o meglio il capo autore e papà del programma, per violazione della privacy di deputati e senatori per averli "testati" sull'uso di droghe e sulla possibilità, puramente teorica, che i loro nomi potessero essere messi in un servizio di questa trasmissione: servizio peraltro mai andato in onda e anche se ci fosse andato, dice lo stesso autore, i nomi non si sarebbero mai fatti. Essendo il sottoscritto rispettoso delle sentenze dei giudici non esprime pareri in merito ritenendo che la stessa Suprema Corte abbia valutato giuridicamente il fatto come reato a sè al di là dell'opportunità o meno che pubblici ufficiali di carica elettiva facessero o meno uso di droghe, ma non si può non rilevare che la cortina fumogena attorno ad essi (anche se ormai si può parlare di cortina di ferro visto l'andazzo di questi ultimi anni) è sempre più fitta e impenetrabile e di certo non potrà essere facilmente squarciata da iniziative di singoli che chiedono maggiore trasparenza. Infatti se è vero che la Pubblica Amministrazione dev'essere informata a trasparenza, imparzialità e efficienza a maggior ragione chi ne è al vertice deve rispondere a questi requisiti soprattutto se assume posizioni nette su argomenti scottanti come droga, famiglia, ecc. invece non è così anzi al contrario ci si difende a priori dalle critiche e dall'intrusività (presupponendo complotti o attacchi trasversali di altri ma dimenticando che se è più che giusto il diritto alla privacy però chi è "pubblico" ne ha una compressione maggiore rispetto al normale cittadino proprio perchè li postovi per elezione, e ora nomina a lista bloccata, proprio dagli stessi cittadini) altrui essendo personaggi pubblici e qundi sotto il continuo sguardo non solo dei cittadini ma anche dei media e delle trasmissioni del tipo di quella condannata (ma come si sa ci stanno lavorando per impedire "intrusioni" in cose che non devono riguardare i cittadini. Non dovrebbe essere così. Sia in un paese democratico sia in uno liberale ci sono giornali e tv proprio per "sapere" cosa costoro fanno e dicono, e anche come agiscono, in teoria invece è così nelle monocrazie e nelle oligarchie ove chi si trova al vertice si ritiene pressochè intoccabile e in pratica al di sopra della legge. Mi chiedo se ai comuni cittadini, ammesso che avessero abbastanza soldi da spendere in avvocati per i vari livelli di giudizio, ci sarebbe stata la stessa levata di scudi a difesa della privacy: se un dipendente pubblico, o privato, si fosse trovato in quella situazione anche la fine sarebbe stata così? Oppure se la sarebbe come minimo vista sporca e, licenziato, con la gogna pubblica come corollario? Sia chiaro che tutti teniamo alla nostra privacy e la difendiamo ma, chiedo, perchè solo quando è "successo" a membri del Parlamento c'è stata sollevazione? La vita reale e quella all'interno della aule sorde e grige è sempre più parte di mondi separati e lontani fra loro con la prima in posizione subalterna rispetto alla seconda in termini di soggezione e sudditanza e ciò spiega i fenomeni di intolleranza e rigetto verso la politica così come si presenta oggi agli elettori: nominati e approvati non eletti e scelti, il mercato non vale per i potenti sia che essi siano politici che banchieri o industriali, ormai sono tutti parte di una classe che si erge sulle altre e su esse vive insensibile alla realtà e alla fatica di vivere, ma attentissima a impedire che altri "s'intromettano" nei propri: mica siamo un'agora ateniese, vero? Somigliamo più ad un califfato, purtroppo.

martedì 10 giugno 2008

La clinica del profitto

Grazie alle intercettazioni telefoniche, e non solo, è venuta qualcosa alla luce che fa impallidire anche Jack the ripper; operazioni inutili e in certi casi, dannose per i malati spesso terminali cui non servivano, se non a rimpinguare le tasche di chi le faceva: fino alla morte degli stessi pazienti. A Milano è stata scoperto qualcosa che solo se si guarda con occhio veramente cinico si può definire un caso giudiziario: perché è molto oltre; e non è avvenuto nel Sud arretrato ma nella città capitale finanziaria del paese e centro del sogno padano e della relativa efficienza, come a sostenere che nessuno è perfetto e che nessuno si faccia maestro in queste materie. E che dove corrono soldi non ci si fa specie di partecipare alla mangiata nel modo più consono. So benissimo che non c’entrano né la città nel suo complesso né partiti politici e non gliene faccio una colpa anzi con piacere ho sentito la soddisfazione nella voce dell’Assessore che ha rivendicato la cosa, non da poco, di aver contribuito a far scoprire lo scandalo (per usare un eufemismo), ma non ho potuto nemmeno fare a meno di sentire che una rappresentate del Tribunale dei diritti del malato ha fatto intendere chiaramente che i controlli non erano stringenti e quindi che si pagava persone che usavano i degenti per mettersi in tasca soldi pubblici e quindi esortava le istituzioni a vigilare per non far accadere in futuro tali orrori. Il punto è proprio questo: se si introduce la logica del profitto in servizi quali scuola e sanità non ci si può meravigliare se qualcuno ne approfitta pro domo sua e senza farsi molti scrupoli partecipa alla mangiatoia. Mi chiedo: e quando gli ospedali pubblici diventeranno S.p.A. quante ancora ne accadranno di queste cose? E perché a quel punto non avveriamo il sogno di tifosi pro america e non chiediamo di entrarne a farne parte?

lunedì 9 giugno 2008

Addio al paese democratico; alla libertà di stampa e informazione: il Capo dice no alle intercettazioni

Con un'annuncio al Convegno dei confindustriali il Capo del Governo ha esternato una stretta sulle intercettazioni e sulla pubblicità data loro sui giornali (evidentemente le SUE EMERGENZE NON COINCIDONO CON QUELLE DEI CITTADINI ITALIANI CHE NE HANNO ALTRE E MAGGIORMENTE PRESSANTI, RICHIAMATE PUNTUALMENTE QUANDO SI PARLA DI CONFLITTO D'INTERESSI, E DI QUESTE EGLI SI DOVREBBE OCCUPARE E PREOCCUPARE); gli ha fatto eco anche un suo ministro adducendo che pesavano per il 33% sul costo delle spese giudiziarie (mentre la Lega ha fatto capire di non essere d'accordo perchè giustamente il suo elettorato non capirebbe e credo non solo il suo), e, in teoria, se fossimo in un regime di "non" libertà questo potrebbe essere anche comprensibile: si controllano i propri sudditi e si cerca di prevenirne le "doglianze" reprimendone quelle maggiormente pericolose per esso; anche se fossimo in un regime liberale "puro", ossia dove ci sono Costituzioni generali e generiche, corte, e facilmente aggirabili o interpretabili (come quella italiana prima della II° guerra mondiale) un qualunque dittatorello a proprio paicimento potrebbe aggirarla, senza nemmeno cambiarla: basta solo disapplicarla, facile come bere un bicchiere d'acqua. Ma siamo in un paese con una Costituzione lunga, rigida, e non aggirabile che prevede, se ci sono cambiamenti, una procedura lunga e condivisa che dovrebbe mettere d'accordo maggioranza e opposizione (anche perchè in caso contrario si ricorre al corpo elettorale che decide con un referendum); invece no non è così, al contrario ci si basa sull'effetto annuncio pubblico, si vede la reazione, si decide, almeno finora con questa maggioranza questo è accaduto: ma quando si tratta di cose che afferiscono direttamente gli interessi personali o alla casta in generale, allora la cosa cambia perchè diventano rapidissimi ed estremamente efficienti. Era un pò che la maggioranza ci gira intorno (il PD non scherza se è vero che nella precedente legislatura stavano mettendo in essere un simil disegno di legge, ancora una volta fra questi due conglomerati di affari, non c'è differenza alcuna) e ora lo annuncia con pene durissime per chi le viola: e c'è da scommetterci se non lo fanno presto. Senza le intercettazioni non solo non ci sarebbero potute essere le indagini sul malaffare (salvaguardate), ma nemmeno si sarebbe saputo nulla dei furbetti del quartierino ecc. e non solo anche le "malefatte dei politici" non sarebbero mai emerse e i cittadini non ne sarebbero venuti a conoscenza come loro diritto perchè se mi metto al pubblico giudizio basato sul voto non posso nascondermi; negli USA (un paese "comunista" senza ombra di dubbio quando emergono cose strane, scandali sessuali, e quant'altro, si gudica quanto emerso e non il perchè l'intercettazione è stata fatta, qui da NOI NO si parla di privacy e altre amenità del genere dimenticando che siamo sempre spiati e almeno se lo fa la magistratura io come politico o come normale cittadino qualche garanzia l'ho, in altri casi non ne ho nessuna): fra l'altro le intercettazioni nel nostro paese non sono segrete perchè vengono portate a conoscenza delle parti con il deposito e quindi (se soprattutto c'è interesse ci si può scommettere che saranno pubblicate sui giornali pro domo sua del politico o dell'interessato del momento) non c'è segreto che debba tenere a tutti i costi. Ora non si vuole proprio impedirle, vietarle e dare pene salate a chi viola i "parametri" stabiliti: in poche parole chi uccide al massimo sconta metà della pena, mentre chi pubblica le intercettazioni o chi le fa becca 5 anni (appena sopra la soglia che ti porta in galera, mentre per un lavoratore morto sul lavoro si è sotto questa soglia così l'imprenditore rischia soprattutto una pena pecunaria). Già in fatto di libertà di stampa (come dice wikipedia) siamo conciati male davvero, 79° posto con il Botswana e definiti "parzialmente liberi" fra i paesi occidentali, nonostante l'art. 21 della stessa Costituzione ne parli chiaramente ma soprattutto la storia che si sta mettendo su non solo renderà ancora più blindata la casta ma sancirà definitvamente due categorie di cittadini: i privilegiati e il resto che invece ne patiranno le conseguenze. Una cosa da andare davvero orgogliosi credo, soprattutto perchè non solo i giornali di area pd e pdl ne hanno fatto scempio della pubblicazione delle intercettazioni ma soprattutto perchè NOI non sapremo più nulla di quello che costoro combinano lì nelle stanza del potere.

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