sabato 28 giugno 2014

Cig in deroga, stretta di Poletti: “Non più di 8 mesi”. Sindacati: “Crisi sociale”


(la vignetta l'ho trovata su facebook)
un nuovo genere di fantascienza.. la politica italiana
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 giugno 2014

E’ allarme sulla cassa integrazione in deroga. Cioè l’ammortizzatore sociale destinato a chi non ha diritto alla cassa ordinaria: lavoratori di piccole imprese e aziende artigiane, dei servizi e con contratti atipici. Ma anche dipendenti delle grandi imprese, una volta esaurite le 52 settimane di assegno Inps. Il problema è che a finanziarla non sono i contributi ma la fiscalità generale, cioè soldi pubblici. E il governo deve ancora emanare il decreto con le nuove regole di concessione valide fino al 2016, quando – come prevede la riforma Fornero – questo strumento scomparirà. Così venerdì il ministero del Lavoro ha “invitato” le Regioni e le Province autonome a non fare accordi per la cig in deroga superiori a otto mesi per il 2014 e sei per 2015 e 2016. Secondo i sindacati si rischia la “crisi sociale”. “E’ come dire che la crisi aziendale o si supererà entro tale periodo oppure produrrà disoccupati”, ha spiegato il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy“Il tutto senza nessuna regola o legge ancora ufficialmente emanata. Resta solo il timore che con queste indicazioni molte aziende rinuncino a “pianificare” la ripresa e decidano di avviare la fuoriuscita dal lavoro di migliaia di persone”. Di qui la richiesta al ministero di ritirare “un atto sbagliato che incide su uno strumento, la cassa in deroga, che ogni anno tutela, con varia intensità, oltre 350.000 lavoratori”.
Il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, ha definito “gravissimo ed insostenibile il ritardo nella assegnazione alle Regioni delle risorse, peraltro insufficienti, previste dalla legge di Stabilità 2014, per garantire l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga” e ha chiesto a Poletti di sbloccare la situazione, ricordando che al momento è disponibile da assegnare un miliardo di euro. Somma che andrebbe distribuita “immediatamente e per intero per consentire di pagare le ultime mensilità del 2013, ancora scoperte in alcune regioni, e le prime mensilità del 2014, fatta salva l’esigenza di reperire i fondi necessari a coprire l’intero anno, problema che rimane purtroppo aperto”.
p.s.
buon week end .....
si fa per dire.

giovedì 26 giugno 2014

riforme..


nulla da aggiungere

Legge elettorale: streaming Pd-M5S, chi ha vinto tra Renzi e Di Maio?

già chi ha vinto lo streaming? Secondo Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano | 25 giugno 2014

Lo streaming Pd-M5S è stato un confronto dialetticamente teso ma civile. Renzi si è confermato un marpione dialetticamente scaltrissimo, ma con Di Maio ha dovuto più volte rintuzzare e alla fine si è palesemente piccato; particolarmente comico il passaggio nel corso del quale Renzi ha detto che, sulla questione morale, il Pd non ha nulla da nascondere. Continue le frecciatine reciproche: Renzi ha indovinato quella su Farage, mentre è parso bambinesco e arrogante nel ricordare che loro hanno più preferenze degli altri (la solita sindrome dell’io ce l’ho più lungo). Molto tenero quel “chiudiamo tutto che ho un impegno tra 5 minuti”, segno ulteriore del nervosismo renziano. Fondamentale l’apporto dell’ex centrodestrorsa ex bersaniana ex tutto Alessandra Moretti, che è riuscita ad annuire più volte di Pellegatti con Galliani.
Dei due, almeno oggi, il partito “padronale” non è certo sembrato quello rappresentato da Di Maio. Renzi ha disperatamente inseguito l’ultima parola, inciampando a un passo dal traguardo in un drammatico riflusso esofageo che lo avrà oltremodo indisposto. Bravino Toninelli, bravo Renzi e bravissimo Di Maio, che avrebbe dovuto partecipare anche agli streaming passati dei 5 Stelle: forse, così facendo, M5S non avrebbe perso i voti che ha perso. Ottimo Speranza, ma solo perché è stato zitto.
E’ un confronto che strategicamente servirà il giusto, ma politicamente e concretamente non sposterà una mazza. In estrema sintesi, e al netto delle supercazzole su “Ric e Gian” e “noi siam quella razza” (povero Monni, citato da Renzi), il Pd continua a preferire Berlusconi e Verdini a Di Maio e Toninelli: a ognuno le sue perversioni politiche.
P.S. Ho un problema di memoria: quando lo hanno dato lo streaming della Boschi con Verdini e Romani? Lo stesso giorno in cui hanno dato quello tra Renzi e Berlusconi al Nazareno, immagino.
p.s. mio
Visto Di Maio? Farà strada, molta strada. Condividendo l'impostazione del post del giornalista aggiungerei di mio una piccola ma fondamentale domanda: visto che siamo arrivati a questo punto.. era proprio necessario epurare dal M5S proprio i sostenitori di ... questo?

mercoledì 25 giugno 2014

BLOG IN LUTTO ......

L'HA ANNUNCIATO STAMANI ALLE 6.24 RAINEWS 24:
IL GIOVANE NAPOLETANO CIRO ESPOSITO

E' DECEDUTO!
QUESTO BLOG VA IN LUTTO PER QUESTA GIOVANE VITA UCCISA PER UNA PARTITA DI CALCIO DA UN BALORDO....

martedì 24 giugno 2014

Come si crea una bufala....

Nella società dell'informazione diffusa c'è un rischio, la bufala. Ce ne sono stati esempi gravi, gravissimi altri meno importanti e altre .... fatti girare ad arte per "vedere l'effetto che fa".
Una cosa che è rischiosa in certi casi ma diventa sciacallaggio quando ha a che fare con fatti gravissimi o con la vita delle persone: un caso si è gonfiato proprio oggi quando è girata su facebook che il tifoso del Napoli Ciro Esposito fosse morto... NON ERA VERO. Sia chiaro E'GRAVISSIMO e, secondo alcuni media online, clinicamente morto che è cosa ben diversa dal far girare la dipartita.... cose del genere, oltrechè fuorvianti, sono pericolose, e sapete perchè?
  1. Napoli è una piazza molto particolare, io son di quella città, dove cose del genere son prese molto male dalla gente e in particolare dagli amici del giovane immagino vista la premeditatezza,  e perchè anche vista l'appartenenza politica, del gesto da parte dell'individuo che l'ha commesso;
  2. in tanti hanno preso in giro il tifoso del napoli seduto sulla rete dello stadio e invece forse avrebbero dovuto prenderlo sul serio visto che tutto è filato liscio.. ma ora chi fermerà la rabbia dei tifosi e alla prossima partita contro la Roma chi impedirà la caccia all'uomo per vendicarsi se dovesse andare tutto storto?
  3. Come mai è girata la voce della sua dipartita? Chi l'ha messa in giro? Anch'io, confesso, ci son caduto e l'ho condivisa ma stasera ho potuto fare qualche ricerca ed ho visto che era, a dir poco, inesatta e ho fatto subito ammenda denunciando proprio su facebook la sua inesattezza e il potenziale sciacallaggio che si poteva innescare....
Premettendo che non è giusto morire per una partita di calcio e nemmeno finire all'ospedale in gravissime condizioni ci dovremmo finalmente chiedere cosa vogliamo fare per evitare in futuro che accadano cose del genere; cosa vuol fare lo Stato affinchè si colpisca duramente, come hanno fatto in inghilterra, il fenomeno ultrà e, soprattutto, se ci decidiamo a cambiare approccio con questo malessere sociale che trova sfogo solo negli stadi a fronte di una vita spesso frustrata e senza futuro..... hanno ragione genitori e amici a chiedere le dimissioni delle autorità preposte all'ordine pubblico ma potrebbe non bastare perchè state pur certi che finchè la politica e le società di calcio tollereranno e, in certi casi fomenteranno, questo fenomeno nulla cambierà.. fino al prossimo caso.
p.s.
ora che gli eroi, stramiliardari mercenari, della nazionale tornano a casa con la coda fra le gambe (COSA DI CUI RINGRAZIO LA NAZIONALE URUGUAYANA IL CUI PRESIDENTE E' STATO IN QUESTI GIORNI FOTOGRAFATO A FARE LA FILA, COME UN QUALUNQUE COMUNE MORTALE, PER ESPLETARE ALCUNI ESAMI SANITARI... UNA COSA INIMMAGINABILE QUI IN QUESTO PAESE STRANO E POMPOSO CHIAMATO ITALIA; CE LI VEDETE POLITICI E SODALI A FARE LA FILA PER QUALCOSA?) possiamo tornare a parlare di quello che ci stanno per propinare per farci ricacciare dalle tasche, con gli interessi, gli 80 euri che ci hanno elemosinato: aumento dell'accisa sulla benzina e su idesel; aumenti dei tabacchi; aumento del "contributo" per richiedere il passaporto; aumento del "contributo" comunale per il rilascio di attestazioni ecc.; aumento delle addizionali comunali e regionali; aumenti..... bè fate voi nella lista tanto è lunghissima; e ora ci si mette anche il decreto monster sulla pubblica amministrazione, molte perplessità sull'alto colle, e il semestre europeo di cui approfitta subito l'inquilino romano per lanciare i mille giorni per le riforme.... ma non dovevano essere cento? Mah... che fosse riuscito a moltiplicare i giorni oltre che le riforme?
 

lunedì 23 giugno 2014

Il nodo Iracheno e che fa paura all'Occidente di Massimo Fini

questo post l'ho preso dal blog di Beppe Grillo
Il Passaparola di Massimo Fini, giornalista e scrittore.

Quello che sta accadendo in Iraq, con questa avanzata irresistibile dell’Isis, alias Stato islamico dell’Iraq e del Levante, è un fenomeno che può cambiare la storia non solo di quella regione, ma anche dell’Occidente, nel senso che qui non siamo più a una guerra interna irachena tra Sunniti e Sciiti di cui non fregava niente a nessuno perché se la vedevano tra di loro. Questi dell’Isis, in realtà, sono una specie di internazionale del radicalismo islamico. Ci sono i Sunniti (la parte orientale dell’Iraq), ma a questi si sono uniti gli islamici di altri Paesi, dalla Siria alla Somalia. E tra l’altro ci sono anche volontari europei. Ci sono 500 britannici, 300 francesi… Quindi l’obiettivo dell’Isis non è semplicemente quello di conquistare parte dell’Iraq, ma di muovere una guerra totale al mondo occidentale. Non è più una questione interna all’Iraq.
Questa situazione è paradossale: che cosa avevano fatto gli americani? Avevano creato questo governo fantoccio, come hanno fatto in Afghanistan, e avevano finanziato un esercito (a sua volta fantoccio). Infatti, di fronte all’avanzata dell’Isis si è immediatamente liquefatto, non opponendo alcuna resistenza. L’unica resistenza, adesso, la può fare l’Iran, mandando le sue truppe. Si creerebbe, così, questa alleanza curiosa tra Stati Uniti e l’odiato nemico di sempre, il pericolo numero uno, uno dei Paesi dell’asse del male: l’Iran. Gli Stati Uniti, dunque, hanno ottenuto un bel risultato… Ora si devono alleare con l’Iran, ma non è detto che ce la facciano a respingere l’Isis, perché questi sono infinitamente più motivati e poi, ripeto, stiamo parlando di una internazionale del radicalismo. Ci sono più o meno tutti. Manca la Turchia. La Turchia sta quieta e cauta, perché in questa avanzata l’Isis ha lasciato perdere i curdi, con cui non hanno contrasto, e infatti avanzano verso Baghdad, verso il centro l’Iraq. E la Turchia ha una enorme paura (da sempre) che i Curdi iracheni possano unirsi in una guerriglia con i curdi turchi, che sono 12 milioni di persone. E se si scatenano i curdi turchi la Turchia è fottuta. Per questo motivo gli americani per tanto tempo hanno massacrato i curdi, per interposta persona. Proprio per impedire che l’indipendentismo curdo si espandesse anche in Turchia. C’è da tenere presente che i Curdi sono gli unici, veri, che avrebbero diritto a avere uno Stato, perché tutta quella zona lì si chiama Kurdistan (c’è dentro Iraq, Turchia, Azerbaijan, Iran).
Il fatto, ripeto, è che l’Isis non incontra una resistenza da parte del esercito regolare, quello di al-Maliki. Perché i soldati non vogliono combattere e quando succede questo è l’inizio della fine. Un po’ come la Rivoluzione d’ottobre, dove lo Zar continuava a mandare eserciti contro i rivoluzionari, che erano 4 gatti, e gli eserciti si liquefacevano durante il percorso. E’ quello che sta accadendo. Non c’è un vero esercito che difende, in questo momento, l’Iraq creato dagli americani, l’Iraq di al-Maliki.
Gli americani spostano navi, spostano droni, ma questa gente tu la puoi fermare solo con battaglie di terra e gli americani non sono in grado di fare battaglie di terra, perché non hanno le palle per fare le battaglie di terra. Possono essere equipaggiati come vogliono. Ecco perché è necessario un intervento iraniano, perché loro a fare la guerra come si deve sono abituati, l’hanno fatta per 10 anni contro Saddam Hussein. Pensare di poter fare la guerra solo con i droni e con l’intelligence o con gli aerei, non è pensabile in una situazione di questo genere. E poi gli americani non possono permettersi altri morti dopo l’impressionante numero di vittime in Afganistan (anche se i numeri occultati).
Tutto, insomma, dipenderà dallo scontro, da chi vincerà lo scontro tra Isis e Iran. L’Iran è un Paese molto strutturato, però non è una brigata internazionale, quindi difficilmente controllabile e non facilmente battibile. E poi continua ad appropriarsi delle armi che altri lasciano, quindi continua a rafforzarsi.
Bisognerebbe chiedersi perché si è arrivati a questa situazione. L’Iraq è un paese creato cervelloticamente dagli inglesi nel 1930, che hanno messo insieme queste tre comunità che non c’entravano niente l’una con l’altra, e solo un dittatore feroce poteva tenerle insieme, cioè Saddam Hussein. Lungi da me difendere Saddam, ma avere eliminato lui ha creato prima la guerra civile tra Sunniti e Sciiti, e oggi questa (che è assolutamente nuova) di queste brigate internazionali che qualcuno definirebbe del terrore. Sono radicalisti islamici che hanno le palle piene dell’occidente, oltre che degli Sciiti, perché sono Sunniti.
La mia idea è sempre stata che la guerra ha una sua ecologia, se vai a metterci il dito crei sempre sconquassi peggiori di quelli che volevi evitare. Certe situazioni hanno un loro senso, penso alla Libia, tu hai ucciso Gheddafi, con cui avevi fornicato fino al giorno prima e la Libia oggi è una terra totalmente ingovernata e ingovernabile, che diventa un pericolo per i francesi e per gli occidentali in generale, che l’hanno aggredita.
p.s.
Massimo Fini mi piace, dice, racconta sarebbe più esatto dire, cose e storie che mai sentiamo nei media e nemmeno in rete perchè parte da un punto di vista molto particolare.. ossia usa un metro, scomodo per molti, che l'ha sempre contraddistinto in tutte le sue pubblicazioni, che parte dalla domanda perchè e arriva al come... e a molti sta cosa fa terriblmente inkazzare: lo stimo per questo ed è per questo che spesso mi ci riconosco nelle sue prese di posizione.

domenica 22 giugno 2014

Il petrolio, l’Iraq e gli scenari internazionali

L’acuirsi della crisi irachena, che ormai sembra scivolare nella guerra civile, come l’avanzata verso Baghdad di un gruppo terrorista del fondamentalismo islamico, Islamic State of Iraq and the Levant (ISIS), non hanno avuto un grande impatto sui mercati. Il brent, ad esempio, è salito di appena 5 dollari. Sembra strano dal momento che l‘Iraq è il secondo maggior produttore di petrolio con una produzione di circa 3,3 milioni di barili al giorno.
E’ questo un comportamento completamente diverso da quello tenuto dai mercati nel 2003, quando l’entrata in scena di Abu Musab al Zarqawi e dei suoi seguaci fu caratterizzata dal primo attacco suicida sunnita contro gli sciiti, quello alla moschea Imam Ali. Bastò questo a far impennare il prezzo del petrolio e delle materie prime.
La calma che oggi regna nelle piazze affari del villaggio globale è legata ad una serie di fattori contingenti che dieci anni fa non esistevano, ma è anche prodotta da un certo fatalismo nei confronti dell’ennesima crisi irachena.
Innanzitutto il ruolo che gli Stati Uniti oggi ricoprono nell’industria petrolifera, grazie al fracking, è ben diverso da quello che avevano dieci anni fa. Ironicamente fu proprio l’impennata del prezzo del petrolio creata dalla guerra in Iraq a rendere possibile l’applicazione di queste nuove tecnologie, considerate prima troppo costose. I prezzi al di sopra dei 60 dollari al barile hanno fatto si che Washington diventasse un esportatore di energia.
La transizione statunitense da importatore ad esportatore ha poi ridotto la pressione sull’Arabia Saudita che oggi ha un ampio margine di capacità inutilizzata, in altre parole se necessario può compensare l’interruzione di produzione irachena. In ogni caso l’attuale avanzata dell’ISIS non ha ridotto la produzione e questo perché sono stati sabotati gli oleodotti che collegano Kirkuk al porto turco di Ceyhan, quindi l’impatto della riduzione si è sentito allora e non adesso. E’ anche vero che i principali pozzi si trovano a sud del paese dove l’insurrezione islamica non è ancora arrivata.
Naturalmente se il governo iracheno non riesce a sedare la rivolta islamica questa potrebbe estendersi a sud del paese. Nell’eventualità che venisse a mancare tutta la produzione irachena, che oggi oscilla tra i 2,5 ed i 2,7 milioni di barili al giorno, l’Agenzia internazionale per l’energia può ricorrere alle sue riserve strategiche alla quali si potrebbe aggiungere l’aumento della produzione saudita.
Molti analisti sono certi che queste misure non basteranno e di repente il prezzo dell’oro nero salirà di 40 50 dollari al barile. Il motivo è semplice, per raggiungere il sud dell’Iraq l’ISIS deve conquistare Baghdad, un evento catastrofico su tutti i punti di vista, incluso quello dell’esportazione del petrolio che cadrebbe in mano ad un gruppo de facto terrorista.
Se a questo scenario aggiungiamo i problemi in Libia, dove a causa delle lotte fratricide tra le tribù l’esportazione di petrolio si è paralizzata; quelli in Nigeria, dove il saccheggio da parte di bande e gruppi armati lungo gli oleodotti ha ridotto drasticamente l’esportazione e la crisi in Ucraina, che rischia di estendersi al Caucaso, è chiaro che  in autunno potremmo avere seri problemi energetici.
Per ora però questi scenari sono considerati estremi grazie al fatalismo che serpeggia nei mercati: in un modo o nell’altro la spunteremo di nuovo, magari anche grazie all’apertura diplomatica nei confronti dell’Iraq, questo il mantra più popolare.
dal Fatto Quotidiano a firma di | 22 giugno 2014
p.s.
aggiungo io qualcosina... il fracking che ora tiene fermi i mercati è di breve respiro perchè, e le aziende del settore lo sanno, le estrazioni danno risultati per i prossimi dieci anni al massimo (e a un certo prezzo del petrolio perchè se dovesse scendere, oltre al panico, diventerebbe immediatamente antieconomico quindi sarebeb abbandonato!), poi ci risiamo ..... ma il mercato funziona così, è di breve respiro e non ragiona nel medio e lungo periodo quindi dorme sonni tranquilli.

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