venerdì 27 giugno 2008

il CSM assolve la Dr.ssa Forleo: non sarà trasferita


La Dr.ssa Forleo non sarà trasferita dalla sede in cui presta servizio, la sezione disciplinare del CSM ha deciso che non è stato commesso un'illecito disciplinare. Questo è un primo passo. Sicuramente ci saranno molti che storceranno il naso e che alzeranno un "pianto" antico; altri parleranno di CSM chiuso a difesa ecc. in realtà creco semplicemente che il GIP avesse fatto il suo lavoro e basta. Nello scontro innescato ancora una volta da vicende personali che nulla hanno a che fare con la conduzione dell'attività di Governo, e parlamentare, (soprattutto in momento di grave emergenza economica e sociale percepita e reale) questa decisione non potrà far altro che innescare ulteriori polemiche e accuse che potrebbero esacerbare ancora di più gli umori ma forse, se ci fosse la volontà, potrebbe anche portare (se decidessimo di diventare un paese normale) a ripensare la II° Repubblica e ciò che ha significato per gli italiani e intraprendere una strada diversa che ci ponga alla pari degli altri paesi democratici e liberali. Non sto a fare la cronistoria ma l'Italia di oggi non è più libera di prima nè più aperta: è un paese chiuso nel suo egoismo particulare, messo sulla difensiva da emergenze che non sono tali e reso incerto anche nella sua capacità di fornire una risposta alla richiesta di giustizia che viene dalla gente: manca infatti la certezza del diritto e della pena. Fa tristezza vedere come e con quale leggerezza si bloccano processi per un'anno così come si reintegra una cosa che era stata eliminata a furor di popolo: l'immunità. E che si alzi il tono dello scontro solo perchè si mira ad ottenerla. Ecco che allora è chiaro che in una tale situazione d'incertezza i cittadini (già lasciati soli di fronte alle regole, cjhe mancano, del mercato così come di fronte al potere che fa e disfà pro domo sua) si sentano in diritto di fare come gli pare e fregarsene sia delle sorti del paese sia del proprio vicino. Questa sorta di "anarchia" liberale è frutto della cultura liberista in salsa italiana dove da un lato ci sono alcuni che si sentono al di sopra della legge e immuni da essa (la famosa casta), altri (la maggioranza) che invece sono prigionieri di se stessi e delle proprie paure e si aggrappano al primo imbonitore che si presenta (sia che sia un comico sia che sia un politico) che gli sventoli davanti un futuro appena accettabile rispetto alla realtà presente. Avevano ragione quei liberali puri, di cui si è perso lo stampino putroppo, che affermavano la necessità che il pensiero liberale dovesse uscire dalla èlite e arrivare qanche fra le gente normale se voleva avere un futuro perchè in caso contrario la parte deleteria dello stesso pensiero, travisata per giunta, poteva innescare il fenomeno opposto: la fuga in massa verso altri lidi ideologici (se andava bene) oppure verso, parafrasando Lord Acton, un'eccesso di libertà che poteva diventare l'anticamera di altro che peraltro proprio in questo paese abbiamo così ben conosciuto, magari non nelle stesse forme e modi ma simile ... tragicamente simile

giovedì 26 giugno 2008

Elezioni americane, Obama vs Mccain: decade l'impero si lotta per dividersi le spoglie?


E' frenetica l'attività dei due candidati alla presidenza alla Casa Bianca americana. Mccain e Obama stanno già dandosele di santa ragione ognuno cercando di mettere i bastoni fra le ruote dell'altro, coinvolgendo mogli e amiche delle amiche ecc, e al contempo cercando di pescare sia gli indecisi (la stragrande maggioranza dei cittadini americani, ricordo che lì il voto non è obbligatorio come da noi ma ci si iscrive pagando una tassa e l'iscrizione può essere contestata se non ricorrono tutti i requisiti richiesti tipico delle società liberali ma non democratiche dove si chiede che tutti partecipino alle decisioni) che nel campo avverso. E' una campagna senza esclusioni di colpi, bassi e non, per distinguersi l'un dall'altro dato che i programmi e le affermazioni della linea sono praticamente simili: un'oligarchia contro l'altra armata, ecco lì elezioni, e soprattutto ecco il nostro futuro, con la gente reale sullo sfondo a cercare di capirci qualcosa ma soprattutto presa dal dovere quotidiano di sopravvivere alla sventura di nascervi. Nonostante la novità della possibilità del primo afroamericano eletto a Presidente degli Stati Uniti (ennesima versione del sogno kennediano con cui si spera di far abboccare i giovani e parte della società interna ma soprattutto cui si aggrappano i tanti fonzies in giro per il mondo per darsi coraggio ed emularne slogan e idee) che sembra una novità, ma non lo è, la vera cosa è la mobilitazione di molti cittadini di quel paese disperati e all'ultima spiaggia prima della fame cronica e della povertà che si darebbero in pasto al primo tritacarne che passa pur di mandare a casa chi li ha definitivamente distrutti: l'attuale dirigenza affaristica che si è amantata di religiosità ma che non si è fatta scrupolo di chiudere entrambi gli occhi sugli sfaceli commessi impunemente dalle banche e dalle industrie, petrolifere in particolare, che hanno affossato ulteriori grosse fette di ceti medi di quel paese. Obama sembra proprio l'ancora di salvezza a cui aggrpparsi nella tempesta illudendosi che nel mettersi sugli attenti ed eseguire gli ordini dell'oligarchia che lo ha spinto alla massima carica dello Stato americano lasci qualche briciola a coloro che ogni giorno lo mantengono in peidi con il loro lavoro e il loro sudore per pochi dollari, ma soprattutto che si ricordi appartenere ad una parte della popolazione da sempre emarginata dal potere e poverissima e che agisca di conseguenza ricordando che quel paese è il proprio il frutto del mix di tante minoranze sia etniche che sociali sulle quali con il passare dei decenni è scesa la cappa pesante del controllo economico, in stile liberista, della politica che non ammette mezze misure: o diventi squalo o sei preda e perisci. Sono in molti a intuire che l'economia del dollaro "petrolifero" è agli sgoccioli ormai da anni ed è solo grazie ai paesi amici (o meglio alle oigarchie che li reggono terrorizzate dalla propsettiva di perdere il cotnatto con essa e di conseguenza affrontare un cambio radicale di sistema che potrebbe portarle nella cestino della spazzatura della storia) che ancora si regge quella americana perchè sfoga, esportandola, in essi la propria crisi e, di conseguenza, la propria finanza allegra: un'esempio è la crisi dei suprime che stiamo pagando noi ma che è nata lì. Dubbi che entrambi i candidati non cambino rotta non ce ne sono, piuttosto è la valutazione dei danni accettabili e degli eventuali effetti collaterali che li fa differire fra loro: nulla che riguardi noi naturalmente, solo questioni interne al centro dell'impero. Insomma anche se i fondatori della nazione americana si crucciavano di assomigliare all'antica Roma l'impressione che si ha dall'esterno e che invece si tratti solo di un'eufemismo per nascondere che non a quella Roma cui vorrebbero assomigliare ma piuttosto alla Roma decaduta e in mano alle varie invasioni barbariche che portarono al periodo buio dove dopo la caduta rimaneva solo il potere religioso che di volta in volta si alleava con il potente di turno che decideva di razziare la capitale dell'antico impero di cui era ormai solo il fantasma.

1990: l'Italia. 2008: l'Italiena

Siamo vittima del ventennio terribile e non ce ne eravamo accorti. Dopo il ventennio fascista con annessa guerra mondiale (puntualmente persa per impreparazione e approssimazione ne calcolare i morti per "sedersi al tavolo della pace"); dopo i 45 anni di relativo benessere che hanno cambiato la faccia del nostro paese facendolo repentinamente passare da agricolo a industriale e postindustriale con annesse lotte sociali e politiche per aalrgare gli spazi di libertà (ma anche con il terrorismo di Stato per fermare gli stessi aneliti nella prima fase e con il terrorismo puro e stupido che ammazzava esponenti di quella classe che teoricamente osannava nella seconda) in materie come aborto, divorzio, scuola laica, società liberale ecc. E' arrivato il secondo ventennio che ha ancora da finire: quello post choc liberista. All'inizio egli anni '90 il nostro era un paese si bloccato dal punto di vista politico ma che nella sottostante società era vivo e aveva ancora speranze nel futuro per il quale era disposto a sacrificare qualche conquista sociale, economica e politica pur di amntenere aperta la porta alle future generazioni: si lavorava per migliorare e migliorarsi e i figli ripartivano per arrivare dov'erano i padri e, se possibile, andare ancora più avanti. Invece arrivò la doccia fredda: causa debito pubblico (fu questa la scusa ufficiale) enorme si doveva (s)vendere il patrimonio pubblico privatizzando i gioielli di famiglia (furono chiamate liberalizzazioni e privatizzazioni ma in realtà furono svendite belle e buone che da monopolio pubblico diventò privato trasformandosi in oligopolio o duopolio nel milgiore dei casi) per risanare il bilancio: la manovra fu 100mila miliardi di lire di tagli quell'anno, una cifra monstre che non risanò un bel niente perchè tutto rimase come prima e addolcì solo gli appetiti degli squali della finanza speculativa, prima erano industriali e ora, vedendo la possibilità di guadagnare senza nulla investire, si lanciarono nel bel mondo del mordi e fuggi a spese dello Stato. Si (s)vendette di tutto: dai settori strategici alle industrie, dalle aziende di panettoni alle case (in cui vivevano inquilini che non si potevano permettere di comprarsene una), proprio tutto. Sia chiaro non in un colpo solo ma per ondate che continuano ancora oggi, ma fu quello l'anno che da Italia il nostro paese si trasformò in "Italiena": un paese alieno da se e dai suoi cittadini dove proprio la cosiddetta sinistra ruppe il cordone ombellicale con la propria base per alnciarsi nel mondo dei rapporti con la grande finanza e che si innamorò del liberismo comprendendo che avevano trovato il feticcio contro cui scaricare le tensioni sociali provocate dai tagli (quante volte ci hanno preso per i fondelli affermando che la legge di mercato, che da noi non esiste come non esiste la concorrenza, impediva questo o quello?) sommandolo all'altro grande feticcio, l'Europa, creandosi in questo modo un parafulmine con cui mascherare le proprie incapacità, sciocchezze che venivano dette e fatte, follie (come la vendita dei cosiddetti gioielli di famiglia che garantivano lo stesso debito pubblico) finanziarie ecc.: quell'Europa che invece averbbe dovuto essere l'approdo naturale dei popoli diventò l'incubo dei poveri presenti e futuri come difatti è accaduto. Era facile per la casta fare un'operazione del genere: pregna di pressapochismo provincialismo ma soprattutto pregna di autoreferenzailità intollerante e superba a tal punto da incominciare a mettere contro figli e padri così come pensionati e lavoratori; il sistema era semplice: due parole, OTTIMIZZAZIONE E EFFICIENZA che in realtà significavano tagli e riduzione della repsenza dello Stato in settori che gli portavano anche grossi introiti che, se fossero stati realmetne al servizio dei cittadini, potevano tranquillamente risanare il bilancio pubblico (di solito quando si vende non lo si fa in perdita, ma da noi si però) ma anche per mantenere il livello del sociale e dei servizi pubblici essenziali che invece non solo sono stati privatizzati, e male, ma in quanto a efficienza e a ottimizzazione si presentano peggiori di prima (a livello di un qualunque paese del terzo mondo) ma nemmeno rispondenti alle esigenze minime richieste da una civile società avanzata. Ma non fini qui: il sistema della I° Repubblica cadde sotto il suo stesso peso e il paese ebbe una minima possibilità di cambiare strada: ricordo ad esempio la discussione su quale modello di servizio sanitario europeo scegliere e, manco a farlo a posta, la scelta cadde su quello anglosassone, in gran parte privatizzato, che aveva nella ASL il suo fulcro e nella aziendalizzazione degli ospedali la sua realizzazione piena anche se siamo anni luce lontani dalla qualità (scadente rispetto agli standard del nordeuropa) della sanità anglosassone. In seguito a questo crollo sistemico avemmo una sola possibilità e la mancammo in pieno consentendo alle lobby oligarchiche di riprendere il controllo politico, economico e sociale del paese per trasformarlo secondo i propri piani e idee che certo non collimavano nè con le speranze nè con le aspettative dei cittadini e che furono atuate solo perchè ci si sentiva depressi e preoccupati ma anche per ignavia consetirono il sacco del paese. E oggi siamo alla uscita di questa incubo ma non certamente in meglio anzi se possibile la situazione è ancora più disperata di allora dato che: siamo più poveri nella larga parte della società; non abbiamo speranze per il futuro dei nostri figli; accerchiati dalla criminalità (politica e tradizionale che spesso si confondono fra loro) senza più nè certezza della pena nè del diritto ad avere giustizia; lontani anni luce dal livello dei servizi che in altri paesi dell'area euro vengono offerti (siamo agli ultimi posti in tutto e per tutto ed ora è anche ufficiale che la Spagna ci ha superato ed è anche giusto); rancorosi, frustrati, depressi, senza sbocchi nemmeno nel lamentarsi del governo "ladro" di turno dato che i politici si sono chiusi nel loro mondo inaccessibile; ad un passo sempre dal fallimento collettivo e economico (a volte sembra voluta la cosa per tenerci buoni), dei fantasmi: ecco cosa siamo oggi, dei fantasmi che non avranno mai pace. Certo non tutti stanno malissimo e pochi stanno benissimo, la maggior parte oscilla in un limbo che si trova fra la povertà assoluta e quella relativa sempre a filo del risiko che il governo di turno gioca a suo piacere e di chi l'ha votato. Siamo oltre la decadenza e la depressione: la parola esatta è rassegnazione passiva che si sfoga con il primo che passa aggrappandovisi strenuamente fino a che non viene dimenticato o distrutto dalla oligarchia al potere. E' un paese che non solo non ha più la spinta per crescere ma nemmeno più la forza di farlo: perchè a forza di tagli anche mangiare e vivere dignitosamente è diventato un lusso per pochi e un miraggio per molti e dove tutto si privatizza un pò alla volta e ci allontana dalla felicità di essere uomini liberi e padroni del proprio futuro, dove si ha paura non solo del proprio vicino (italiano o straniero che sia) ma anche della propria ombra che solo per il fatto che ci segue viola la privacy, dove contano di più i problemi (di gossip, giudiziari, ecc.) del riccastro di turno e della velina che ha lasciato il calciatore o un paese che preferisce rincoglionirsi a vedere saranno famosi o le varie isole o grandi fratelli anzichè guardare in faccia la realtà nuda e cruda molto più spiacevole. E che si aggrappa anche alle promesse di improbabili futuri radiosi invece di prendere scopa e paletta e cominciare a fare pulizia in casa propria e ricominciare daccapo evitando, se possibile, gli errori del passato.

martedì 24 giugno 2008

il Polo Nord già da quest'estate senza ghiacci


So che non frega niente a nessuno perchè, soprattutto da noi in Italia, siamo tutti presi da altri problemi ritenuti molto più urgenti quali la crescente povertà dei tanti a fronte della crescente ricchezza di pochi, o come le crescenti difficoltà a far quadrare i conti a causa dei prezzi e dell'inflazione che cresce, oppure ancora il trovare lavoro o di ritrovarlo quando lo si è perso o che l'Italia è stata buttata fuori dagli europei, o che non si cucca in rete o che contano le glitter molto di più che delle realtà circostanti, oppure che abbiamo un governo che ora ha gettato la maschera ripresentandosi esattamente com'era prima ecc., tutti problemi importanti se presi singolarmente e dal punto di vista di chi li vive, me compreso per chè vivo di salario come molti, ma il bello di avere un blog è che si può scrivere e dire la propria senza avere il patema d'animo che il girono si debba essere letti per forza sennò lo sponsor s'inkazza e ti taglia i fondi ma soprattutto è quello che si scrive soprattutto per se dicendo la propria e misurandosi con se stessi e sulla propria voglia di esibizionismo più che per dare un input fondamentale allo sviluppo del genere umano a cui si contribuisce, certo, ma in misura minima non essendo presenti nelle stanze dei bottoni degli uomini grigi che vivono nelle stanze sorde e grige dei palazzi del potere che hanno a che fare con parole come profitto, potere (appunto), speculazioni, soldi, lobby, ecc. e se ne fregano bellamente se il genere umano se ne va in malora contando per loro solo il cent guadagnato oggi in più ad ieri oppure, se politici, il voto raggranelalto in più o il proprio tornaconto da salvaguardare (...), ma soprattutto si scrive sui blog delle cose che si sentono proprie e nessuno è obbligato per forza nè a commentare nè a sentirsene preoccupato se un "pazzo" parla di cose "per le quali non si può far nulla" dimenticando sempre la massima "che sono i governi a dover temere il popolo e non viceversa" e che quindi quando un popolo s'inkazza per i governi son dolori seri perchè un popolo non può essere fermato nemmeno a cannonate, ammesso che questo popolo ipotetico gli importi davvero di quanto gli accade intorno (altrove è accaduto come in Perù, Cile, Venezuela, Argentina, ecc. che un popolo si è inkazzato ma noi qui siamo soprattutto mercanti e vendiamo per poco quello che altri ci hanno lasciato a caro prezzo, ma si sa noi dimetintichiamo presto, molto presto): quindi se non vi interessa passate oltre e non commentate oppure date un'occhiata e fatevi una crassa risata se il sottoscritto dice di non amare questo caldo "malato" e di preferire il freddo, ma un consiglio lo dò comunque ossia per un'attimo pensate al futuro prossimo (50 anni a questa velocità) vostro ed ei vostri figli che vi malediranno se non avete conservato quel secondo di considerazioni al riscaldamento globale e ai danni che sta facendo e che farà sempre di più. Fatta questa premessa, ora passate oltre oppure fermatevi a commentare ma non siate indifferenti.Il National Geographic ha lanciato un chiaro allarme: già quest'estate i ghiacci del polo possono sparire: non fra 50 anni ma ora, il che significa che fra 50 anni a questa velocità ci saranno ancora ulteriori cambiamenti molto più radicali di quanto si pensasse prudenzialmente prima di questo allarme. Non singifica che sparisce il polo nord ma semplicemente che non si formano nuovi ghiacciai e che quelli che ci sono si sciolgono più velocemente del solito (d'altronde basta andare su google earth e cercare la groenlandia e anche un cieco liberista duro e puro nota che le coste sono "nude" senza ghiacci) e quelli in formazione non reggono a lungo. Non starò a fare il "solito" catastrofista eco-ambientalista che lancia l'allarme per gli stolti e per essere deriso dai soliti noti, ma semplicemente dico che siamo prossimi a un'inversione delle correnti che può portare problemi a tutto l'emisfero nord nel breve giro di decenni. Uno scioglimento di ghiacci a questa velocità aumenta l'acqua dolce nel mare e fa da muro alla corrente del golfo che s'inabisa prima: ricordo che è grazie a questa corrente che abbiamo, o meglio avevamo, un clima temperato a queste latitudini, ma questo si sa già. Come si sa già che il mitico passaggio a nord ovest è ormai una realtà acquisita e che i apesi limitrofi sono pronti anche a farsi la guerra sia per appropriarsi le risorse che erano nascoste sotto al ghiaccio sia per il diritto di controllo, pedaggio e sfruttamento di queste acque che ridurrebbero i tempi di navigazione per navi e altro. Quello su cui pochi mettono l'accento è i cambiamenti che tutto ciò comporta e la velocità, che sta accelerando, degli stessi. E questi cambiamenti tendono ad essere sottovalutati e sono tesoro solo di una ristretta cerchia di persone che sono visti, se va bene, come estemporanei scienziati o, come nel mio caso, ciarlatani al soldo di ideologie astoriche e anti liberiste: ma alr ealtà è proprio questa, e se si va di questo passo le coste saranno sommerse e il mare si alzerà ma soprattutto la chimica ambientale cambierà repentinamente come anche la meccanica climatica che sono ancora territori inesplorati in larga parte per i poveri finanziamenti che hanno. Non starò a fare il profeta di sventure ma, mi pongo la domanda, se già quest'estate i ghiacci si possono sciogliere in larga parte (con il danno alle specie che vi vivono e che rischiano seriamente di sparire) nelle prossime estati e, soprattutto, nei prossimi anni cosa accadrà? C'è realmente il rischio di finire sotto ghiaccio dopo un breve periodo di caldo fortissimo? E cosa ne sarà dell'emisfero nord del pianeta che rischia di ritrovarsi a secco di acqua e al freddo intenso senza la corrente del golfo? E, a proposito di clima, ora siamo sotto una coltre di smog che offusca un poco i raggi solari, ma dopo che il cosiddetto "oscuramento globale" sarà sparito che ne sarà della società così come la conosciamo: forse saremo noi a vedere l'effetto "palla di neve"? E questo il lascito che diamo ai nostri figli e nipoti? Ora tornate pure alle vostre preoccupazioni "quotidiane".....................................

La famiglia è .... ?

In Italia il sesso è davvero libero? I diritti sociali, o nuovi diritti sono un lusso? La coppia è in crisi, la famiglia pure, ma è realmente tutelata? I giovani ne sanno meno dei loro genitori, o meglio in teoria ne sanno di più ma poi non supportati dalle istituzioni sociali in pratica sono ignoranti: non è un caso che le malattie veneree sono in aumento perchè non usano, nè vengono sollecitati a usarli dall'alto prezzo, i preservativi. Insomma, il solito casino italiano: dove da un lato il sesso è una merce (per strada, in rete, sui giornali ecc. tutto quello che riguarda il sesso dagli annunci erotici di coppie e singoli alla prostituzione) messa lì sul mercato fiorentissimo del sex che tira come non mai; dall'altro i cittadini di varia età che si lo fanno, ne parlano, ecc ma però risentono del condizionamento culturale e politico dei benepensanti, dei bigotti, di parte cospicua dei politici che tutti insieme stanno scavando la fossa alle lotte dei diritti sociali; per non parlare della cosiddetta diversità (GLBT, chissà cosa significa? A proposito prima che i soliti "headcock" mi dicano qui o in privato che sono finocchio o loro amico dico subito che non sono il primo e sono orgoglioso di averne, nel secondo, molti come amici sia uomini che donne, chiaro?) che viene marginalizzata a "fatto privato" mentre tuti sappiamo così che non è così. Tutti mettono al centro la famiglia: istituzione naturale ecc. ecc. ma gli stessi "tutti" sanno altrettanto bene che questa istituzione è profondamente in crisi non da ora e che al suo internoaccadono tragedie e ci sono conflitti che la distruggono ma soprattutto prorpio perchè in crisi essa non è più in grad di fungere al compito prorpio dell'educazione dei giovani anche perchè non sono adeguate le rispsote che l'intera società dovrebbe dare ai mutamenti avvenuti nel frattempo: divorzio, aborto, coppie di fatto, ecc. Quali sono le risposte a queste sfide che pone la società "liberalizzata"? Il passo del gambero: segare per via legiaslativa l'aborto; lasciare così com'è il divorzio (niente divorzio breve); molta retorica sulla figura ideale della cosiddetta famiglia mentre in realtà essa è lasciata sola a se stessa; sostegni economici, giuridici e sociali pari a zero; nessun reale incentivo a fare figli (chi metterebbe al mondo dei figli, a meno di essere un'irresponsabile, al giorno d'oggi con il costo della vita così alto e nessun intervento a sostegno?), e potrei continuare all'infinito. Naturalmente so già le obiezioni, più o meno ideologiche e retoriche che non cito perchè sennò dovrei aprire un'altro blog per elencarle e non ne ho voglia dato che do per scontato che almeno queste le conosciamo, come so già le cirtiche e gli appelli lanciati per "missione" dalla Chiesa al rinsaldare questa istituzione (cosa ha fatto di concreto? poco se perfino per quanto riguarda la povertà dice che ci dev'essere la carità di "Stato" immaginiamoci per il resto) a facilitarla ma poi gratta gratta si scopre che siamo sempre lì: non tocca a me ma ad "altri" io indico solo la via. Questo lavorfio sta dando però i propri frutti: si fanno figli (anche se poi si fanno 4 lavori per mantenerli); ci si sposa (e poi si divorzia); sta lentamente cambiando anche l'orizzonte dei cittadini (sento molti, sia uomini che donne sia giovani che anziani, fare discorsi che sentivo fare a mio nonno e ciò mi rattrista perchè sembra che le conquiste sociali siano sparite); soprattutto sento che le persone in realtà in cuor loro vorrebbero essere libere come farfalle ma qualcuno sta loro tarpando le ali volutamente pro domo sua e per mantenere il proprio conrtollo strettissimo sulla società sottostante: una classe dirigente ragionevole e moderna prenderebbe atto di ciò e ne trarrebbe le conseguenze adeguando fondi, istituzioni, ecc. alal realtà sottostante come accade in tutti i paesi civili; da noi NO al contrario anzi si torna indietro si danno risposte antiche quanto il mondo, ivi compresa la minaccia dell'inferno come se questo che vivessimo qui fosse il paradiso, si vieta; si fa terrorismo psicologico; si impongono leggi contrarie anche la senso buon senso e alla tecnica medica (un'esempio le tecniche di rianimazione di neonati prematuri immaturi di alto e altissimo grado sono le stesse che potrebebro servire in altre brancher della medicina ivi compresa la fecondazione ma nel secondo caso sono vietate nel primo caso auspicate anche se si farà vivere, senza uno stato sociale adeguato che non abbiamo, un'infelice); si fanno molte parole e si evocano apocalissi mentre non si fa il minimo per adeguarci a standard internazionali ritenuti assodati oltralpe; si fa guerra alle coppie di fatto ma si lascia sola la famiglia tradizionale: che futuro può avere un paese così?

lunedì 23 giugno 2008

il dirigismo esiste solo per i salari?

Mentre la Guardia di Finanza lavora a pieno ritmo e socpre sempre evasori (gli ultimi nel "mitico nordest dove c'erano fubacchioni quasi completamente sconosciuti alfisco salvo comprare yacht da 100 mila euro mica bau bau micio micio) per i nostri governanti (accomuno PdL e PD perchè ritengo che sia il secondo la copia del primo e di conseguenza nemmeno il PD al Governo ha fatto altro che le solite ricette economiche sul genere "facciamo pagare i soliti noti che non possono sfuggire") hanno pensato bene di programmare una inflazione al 1.7% con la motivazione che "bisogna stare sotto il 2% come BCE comanda. Vero e giusto se la politica economica fosse adeguata: ossia controllo ferreo dei prezzi e delle tariffe (non esiste mercato libero ma regolamentato in Europa, ricordo sempre ai liberisti che Chirac, noto comunista, minacciò di mettere sotto stretto controllo pubblico se non ci si fosse data una regolata con il cambio in euro), riduzione delle tariffe pubbliche, lotta alla speculazione; invece non è così anzi da è esattamente il contrario, mancando il controllo sui prezzi di mercato e sulle tariffe publiche e private, tutto aumento tranne la variabile salari che viene coartatamente tenuta sotto il livello di inflazione programmata (un concetto folle inventato da folli, come anche quella percepita altra idea luminosa) per evitare che la gente stia al di sopra del livello di sopravvivenza. Mentre nel resto dell'Europa le persone vedono difeso il potere d'acquisto il nostro è l'unico paese che fa esattamente il contrario: niente paura però da noi ci sono i "puri e duri" del liberismo stile economics school di Chicago (una vera fucina di fame, miseria e povertà per molti dei popoli che hanno visto applicato le loro teorie) che mentre in tempi di vacche grasse sanno urlare "liassez fare ecc." in tempi di vacche magre sanno solo tagliare e aprire il mercato e vendere tutti i gioielli di famiglia che garantiscono il patrimonio e il futuro di un popolo. Ha ragione, una volta tanto, Epifani quando dice che le famiglie perderanno circa 1500 euro di potere di acquisto e insultarlo non serve a nulla (o si fa così per non rispondere?) ed è anche vero che a sto punto tanto vale metterci TUTTI a fare il secondo e il terzo lavoro per tirare il carro, a nero naturalmente, e far quadrare i conti. Non credo che si ravvederanno nè cerdo che cambierà perchè i sindacati, riformisti e addomesticati al liberismo di cui sono compartecipi, fanno la faccia feroce, nè credo che i fischi alla festa della Cisl ad un ministro gli facciano cambiare idea: credo che però che a questi liabbiamo votati e pra ce li teniamo, purtroppo!!

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