venerdì 27 giugno 2008

il CSM assolve la Dr.ssa Forleo: non sarà trasferita


La Dr.ssa Forleo non sarà trasferita dalla sede in cui presta servizio, la sezione disciplinare del CSM ha deciso che non è stato commesso un'illecito disciplinare. Questo è un primo passo. Sicuramente ci saranno molti che storceranno il naso e che alzeranno un "pianto" antico; altri parleranno di CSM chiuso a difesa ecc. in realtà creco semplicemente che il GIP avesse fatto il suo lavoro e basta. Nello scontro innescato ancora una volta da vicende personali che nulla hanno a che fare con la conduzione dell'attività di Governo, e parlamentare, (soprattutto in momento di grave emergenza economica e sociale percepita e reale) questa decisione non potrà far altro che innescare ulteriori polemiche e accuse che potrebbero esacerbare ancora di più gli umori ma forse, se ci fosse la volontà, potrebbe anche portare (se decidessimo di diventare un paese normale) a ripensare la II° Repubblica e ciò che ha significato per gli italiani e intraprendere una strada diversa che ci ponga alla pari degli altri paesi democratici e liberali. Non sto a fare la cronistoria ma l'Italia di oggi non è più libera di prima nè più aperta: è un paese chiuso nel suo egoismo particulare, messo sulla difensiva da emergenze che non sono tali e reso incerto anche nella sua capacità di fornire una risposta alla richiesta di giustizia che viene dalla gente: manca infatti la certezza del diritto e della pena. Fa tristezza vedere come e con quale leggerezza si bloccano processi per un'anno così come si reintegra una cosa che era stata eliminata a furor di popolo: l'immunità. E che si alzi il tono dello scontro solo perchè si mira ad ottenerla. Ecco che allora è chiaro che in una tale situazione d'incertezza i cittadini (già lasciati soli di fronte alle regole, cjhe mancano, del mercato così come di fronte al potere che fa e disfà pro domo sua) si sentano in diritto di fare come gli pare e fregarsene sia delle sorti del paese sia del proprio vicino. Questa sorta di "anarchia" liberale è frutto della cultura liberista in salsa italiana dove da un lato ci sono alcuni che si sentono al di sopra della legge e immuni da essa (la famosa casta), altri (la maggioranza) che invece sono prigionieri di se stessi e delle proprie paure e si aggrappano al primo imbonitore che si presenta (sia che sia un comico sia che sia un politico) che gli sventoli davanti un futuro appena accettabile rispetto alla realtà presente. Avevano ragione quei liberali puri, di cui si è perso lo stampino putroppo, che affermavano la necessità che il pensiero liberale dovesse uscire dalla èlite e arrivare qanche fra le gente normale se voleva avere un futuro perchè in caso contrario la parte deleteria dello stesso pensiero, travisata per giunta, poteva innescare il fenomeno opposto: la fuga in massa verso altri lidi ideologici (se andava bene) oppure verso, parafrasando Lord Acton, un'eccesso di libertà che poteva diventare l'anticamera di altro che peraltro proprio in questo paese abbiamo così ben conosciuto, magari non nelle stesse forme e modi ma simile ... tragicamente simile

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