venerdì 24 giugno 2016

GOOD BYE EUROPE

GOOBBYE EUROPE, ADDIO mercato merkeliano, addio tecnocrazia e addio euro

giovedì 23 giugno 2016

Banksy a Roma...

Forse ricorderete che feci un post sull'evento romano su Banksy... bene domani è il gran giorno: vado a Roma a Palazzo Cipolla per godermelo.
Questo blog per qualche giorno rimarrà chiuso

fino a lunedì.....
buon weekend a tutti
p.s.
per coloro che hanno espresso dubbi sul post precedente: appena torno controllerò e se dovesse rivelarsi errata rettificherò.
ciao

mercoledì 22 giugno 2016

Elisabetta: “Datemi tre ragioni perché dobbiamo restare nella UE”




La regina l’ha chiesto agli ospiti a cena.  L’ufficio stampa ha prontamente diramato la domanda  ai media. Così, la regina   ha fatto quel che ha potuto –  lei che deve essere neutrale – per  far sapere   agli amati sudditi come la pensa. Speriamo che la ascoltino.
E’ bello  avere una nonna-patria. Che nel momento storico,   non manca di adempiere al suo dovere storico di garante della nazione,  al di là di ogni  regola e ogni forma: il che significa che davvero ritiene grave il momento.
Noi che non abbiamo nessuno di simile (solo traditori pagati  al Colle),   guardiamo con invidia. God save the Queen.
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Ve la riporto così com'è: tout court.
Mi chiedo: ci sarà o no un motivo per cui Her Majesty esprime, cosa molto rara, un parere 'pubblico' così pesante: non peserà sicuramente sul voto ma sicuramente è il termometro di un comune sentire non solo fra le classi miserrime e tremebonde ma pure nella higher class...

martedì 21 giugno 2016

Brexit: Soros per il remain

.. e quando si parla di George Soros, si parla di finanza speculativa e di montagne di soldi che possono arrivare e partire da un mercato alla velocità di un nanosecondo determinando in pochissimo tempo un boom e uno sboom di portata biblica che può portare al fallimento intere nazioni.
Il signore di cui si parla fu colui, forse lo ricordate, che nel 1992 fece un attacco alla sterlina di carattere speculativo che gli assicurò un guadagno di oltre 1 mld di sterline e determinò la distruzione della Bank of England.... ora proprio lui lancia un allarme: se vincesse il fronte del brexit l'inghilterra potrebbe conoscere giornate peggiori di quelle che lui stesso ha provocato anni prima: certo che detto da un tipeetto così c'è da crederci perchè la cosiddetta 'finanza internazionale' ha molte similitudini con le mafie ossia al loro iterno ognuno sa il suo e quello degli altri e quindi è chiaro che qualcosa bolle in pentola ma, come sempre, noi all'esterno lo scopriremo solo, si fa per dire, vivendo....

l'articolo che parla del suindicato 'signore' lo trovate sul W.S.I. a questo LINK; leggetelo e fatevi la vostra idea: purtroppo per motivi ci copyright non lo posso riprodurre qui.
Vi metto solo questa dichiarazione rilasciata dal nostro emerito personaggio rilasciata al Guardian che vi farà luce, fra il detto e (soprattutto) il NON detto, di quale sia il livello delle minacce che questa classe di speculatori super-ricchi fa quando i propri interessi, anche 'laterali' rischiano non dico di venir toccati ma solo sfiorati dalla volontà popolare..... che per questi qui conta meno di niente:
Per iniziare, la sterlina quasi certamente scenderà in modo più sostenuto e veloce se si voterà per il ‘Leave’ (…) La svalutazione si confermerebbe più grande e caotica del -15% che si verificò nel settembre del 1992, quando fui abbastanza fortunato dall’assicurare agli investitori del mio hedge fund un profitto notevole, a spese della Bank of England e del governo britannico. E’ ragionevole assumere, viste le aspettative dei mercati che, a seguito di un voto Brexit, la sterlina crollerebbe di almeno -15% e forse più del 20%, rispetto ai livelli attuali di $1,46, scendendo al di sotto di $1,15 (valore che sarebbe inferiore tra il 25% e il 30% rispetto al trading range precedente il periodo del referendum, tra $1,50 e $1,60). Se la sterlina scendesse a tale livello, ironicamente finirebbe con l’avere lo stesso valore dell’euro – un metodo di ‘far parte dell’euro’ che nessuno, nel Regno Unito, vorrebbe’.
Come dice una famosa pubblicità: PIU' CHIARO DI COSI'!!!!

lunedì 20 giugno 2016

Il voto nelle città: gli elettori rottamano i politici

20/06/2016 da triskel182
I verdetti di Roma e Torino raccontano una rivoluzione. All’ombra dei volti rassicuranti di due giovani donne, Virginia Raggi e Chiara Appendino, nelle urne è andata in scena la rivolta contro l’Ancien Régime, incarnato proprio da quel Renzi che avrebbe dovuto rottamarlo. A guidarla un inedito Terzo Stato, composto dai ceti che la crisi economica ha indebolito e che l’aristocrazia del centrosinistra ha escluso dalla gestione del potere.
Per la prima volta nella storia, la rabbia dei romani e dei torinesi si è manifestata attraverso il rifiuto di chiunque avesse un’esperienza politica o manageriale consolidata. Anzi, era tale il disgusto per i professionisti del ramo che l’acerbità delle due signore Cinquestelle è stata considerata una medaglia al valore. Come quando in un ammutinamento l’equipaggio non affida il comando al secondo ufficiale, considerato troppo colluso col comandante, ma al mozzo che non ha mai tenuto in mano il timone e che proprio l’avere sempre vissuto sottocoperta mette al riparo dal rischio di essersi macchiato di particolari nefandezze.
Se al ballottaggio arrivano un renzista e un grillino, a vincere è il grillino: un’indicazione da brividi per i geni che hanno compicciato la nuova legge elettorale. Gli elettori di Berlusconi e Salvini che sono andati a votare lo hanno fatto in netta prevalenza per quello tra i due candidati che si collocava a maggiore distanza dall’establishment europeista e finanziario, oggi identificato col renzismo. Ed è questa la sentenza clamorosa che le urne consegnano al dibattito politico delle prossime settimane. Sorto in opposizione alla Casta, dopo due soli anni di governo il renzismo ha finito per diventarne il simbolo. È fallito il racconto del giovane politico di professione arrivato da Firenze per bonificare il suo partito e poi l’intero sistema, coniugando l’innovazione con la meritocrazia.
La crisi del renzismo ha tante tappe intermedie, ma una data di implosione ben precisa. La gestione del caso Marino, il «marziano a Roma» che in quanto tale era il simbolo plastico di una diversità politica: quanto di più vicino alla «narrazione» renzista si potesse immaginare. L’averlo cacciato in malo modo, quasi irridendolo come un corpo estraneo, ha simultaneamente appiccicato ai suoi epuratori l’etichetta di Casta 2.0. Ha cioè reso il renzismo uguale a ciò che prometteva di cambiare, almeno agli occhi dell’elettore tradizionale di sinistra. Negli anni del bipolarismo estremo quell’elettore veniva spinto a votare il candidato indigesto «turandosi il naso», pur di non fare vincere l’avversario leghista o berlusconiano. Ma Raggi e Appendino hanno facce e storie che non mettono paura a nessuno e contro di loro non poteva scattare il richiamo della foresta, benché almeno D’Alema sostenga di avere votato «secondo le indicazioni del mio partito» (dimenticandosi però di specificare quale sia).
La crisi economica sta bruciando le carte della politica una dopo l’altra. Ci erano rimasti due jolly: il renzismo e il grillismo. Uno forse ce lo siamo giocati. Rimane l’ultimo, che per fortuna in Italia è sempre il penultimo.
La rivolta parte dalla pancia e quindi non fa sconti né differenze. Colpisce sia a Roma, dove il sistema locale di governo aveva tollerato e ingrassato Mafia Capitale, sia a Torino, dove funzionava decisamente meglio ma oramai era al potere da troppi decenni e aveva creato un groviglio inestricabile di rapporti amicali e familiari che ha convinto gli esclusi di essere tali non per incapacità ma per sopruso. Fassino però esce di scena a testa alta. Non altrettanto si può dire dei vertici masochisti del Pd romano.
Fonte: La Stampa
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Vi propongo quest'articolo perchè non è preso dai soliti, miei di riferimento, media ma da un importante quotidiano nazionale (prima voce della famiglia Agnelli ora controllato dal Gruppo l'Espresso.. quindi non certo 'avverso' all'attuale maggioranza) e che ci da il metro di misura di come quei ceti 'affluenti' (che da sempre hanno determinato il polso della cosiddetta, e ormai vetusta e apppesantita, opinione pubblica) che di volta in volta sono stati dc, psi, prodiani, berlusconiani, ecc. ecc. fino ad arrivare all'attuale leader... sentono il fiato sul collo ora e sono, giustamente, preoccupati di perdere non solo la rendita di posizione finora avuta ma pure le prorpie fortune, piccole o grandi che siano, che son state fatte grazie al sistema italia così come è stato vieppiù costruito nel corso di questi 30 anni.
Quindi l'articolo suona come un campanello d'allarme soprattutto per l'attuale inquilino di Palazzo Chigi affinchè o fa qualcosa sul serio (non più mezze leggi, come ad esempio quella afferente ai disabili che promette molto ma non da particamente nulla soprattutto ai meno abienti, o roboanti annunci) di riformista o è meglio che si cambi cavallo... ancora una volta

domenica 19 giugno 2016

"Mein Kampf", il Libro Proibito

.. in attesa degli esiti..
un pò di storia; per non aver paura del passato e nemmno del futuro!

... mostruosità che solo gli esseri umani son capaci di fare
NON ABBIATE PAURA

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