venerdì 13 dicembre 2013

... e la chiamano stabilità.

Ci dicono che dobbiamo sacrificare per rimanere in europa, quindi giù duri con depressione della domanda; eliminazione, in nome di una incredbile crescita, dei vincoli e dei diritti sociali; tagli a pensioni, sanità, scuola, università, al sociale; riduzione dello stato (affamare la bestia; ricordate il motto di reagan, uno dei campioni del pantheon del PDmenoelle?) non solo nell'economia, ma dovunque; tasse e tasse e tasse e ancora tasse (di ogni genere e di ogni livello) ma senza controprestazioni in servizi e altro; finanziamento delle banche, piene di titoli dello stato (a proposito la germania ha proposto che i titoli pubblici, soprattutto quelli dei paesi in crisi, quindi anche i nostri, siano considerati alla pari di quelli privati e quindi sottoposti a vigilanza della BCE in tema di unificazione bancaria europea non è un buon inizio perchè si restringerà ancora di più il credito a famiglie e imprese...), e loro mantenimento in vita anche quando sono alla canna del gas a spese di tutto il resto; finanziamento del FSM (acquistando titoli che hanno almeno AA+, quindi non i nostri, per mantenere un fondo che dovrebbe salvare gli stati dalla crisi.. peccato che ciò avverrà a prezzo di enormi sacrifici dei popoli; da qui in poi è più facile..... tav (20 mld); difesa (6 mld più altri miliardi per F35, navi FREEM, elicotteri da combattimento, portaerei, carri armati, ecc.); opere autostradali; tagli alle "normali" ferrovie; ecc. dubbi sul fatto che il debito pubblico sia, ancora, aumentato battendo un altro record proprio a novembre? E, se siamo in crisi e non possiamo trovare nemmeno un cent da dare a esodati e altri, come mai invece per il precedente elenco di cose i soldi si trovano eccome? E da  dove arrivan così copiosi? Perchè mica è finita qui, ora viene il bello:
  1. 5 mln alla fiera di verona;
  2. 1 mln alla stampa italiana all'estero;
  3. 20 mln a radio radicale;
  4. 4,5 mln per convegni ed eventi inerenti .... la I° guerra mondiale;
  5. prebende alla stampa, anche di partito;
  6. 9 mln per promuovere la lingua slovena nella PA;
  7. mancata liquidazione delloa società Stretto di Messina;
  8. 10 mln per i luoghi della memoria di Giovanni XXIII;
  9. 300 mila euro per il centro di documentazione ebraico... qui forse sarebbe anche interessante farlo ma in tempi di crisi dove la sanità chiude a tambur battente...;
  10. il rimborso elettorale per qualunque livello dal locale al politico;
  11. per non dimenticare il maxi-maxi sconto alla lobby delle slot nachine che da 97 mld è sceso a 300 mln.... e nemmeno questi vogliono pagare.
  12. ennesimo regalo alle banche con la rivalutazione delle quote da esse possedute i bancha d'italia o meglio il controllore che è presieduto dal controllato.... e ciò si aggiunge ai 100 mld ricevuti dalla BCE, in realtà soldi nostri, al tasso del 1% e che mai restituiranno...
  13. last but not least un bel condono per gli evasori, dopo lo scudo tremontiano, con sconti e saldi mentre paghiamo e continuiamno a pagare non solo lo scotto della crisi ma pure al loro posto.. provate voi comuni mortali a non pagare qualcosa!
.. la legge istitutiva della ex finanziaria vieta queste prebende, eppure i partiti se ne fregano.
Con i chiari di luna, almeno così dicono, che stiamo vivendo con la ex classe media e le ex partite iva e simili che si son svegliate e dal 9 dicembre sono in piazza tutti i giorni, tutto quanto sopra ERA STRETTAMENTE NECESSARIO?
buon week end... si fa sempre per dire

giovedì 12 dicembre 2013

Copyright sul web, Agcom approva regolamento. “Stop a siti che lo violano”

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 12 dicembre 2013
L’Agcom ha adottato con voto unanime il regolamento per la tutela del diritto d’autore sul web. Ma il provvedimento – spiega il garante della comunicazioni  - non riguarda gli utenti e “non incide sulla libertà della rete”.
Severe le misure contro la pirateria su internet. Nel testo è prevista la rimozione selettiva dell’”opera digitale” che viola il diritto d’autore o, in caso di violazione massiva, la disabilitazione di accesso al sito. Se il sito è ospitato su un server estero, si potrà procedere anche alla disabilitazione dell’accesso al sito stesso. Salate le sanzioni in caso di infrazione: da 10mila a 250mila euro di multa. Ma il garante sottolinea che non procederà l’ufficio, ma solo dopo la segnalazione del titolare del diritto.
Il regolamento entrerà in vigore il 31 marzo 2014 e – spiega ancora l’Agcom – “tiene conto delle osservazioni emerse nel corso di un’ampia consultazione dei soggetti interessati e nell’ambito di una proficua interlocuzione con la Commissione europea”. L’Agcom – prosegue la nota – “ha ritenuto proprio dovere contribuire all’azione di contrasto svolta dai pubblici poteri nei confronti della pirateria digitale. Il provvedimento assegna pertanto carattere prioritario alla lotta contro le violazioni massive e non riguarda gli utenti finali, per cui non incide in alcun modo sulla libertà della rete“.
Il procedimento – comunica ancora l’Autorità – “è caratterizzato dal pieno rispetto del principio del contraddittorio. Per avviarlo, è richiesta la presentazione di un’istanza da parte del titolare del diritto. Quindi è escluso che i provider siano chiamati a svolgere un’attività di monitoraggio della rete”. Non solo i provider, ma anche l’uploader e i gestori della pagina e del sito internet possono far concludere la procedura attraverso l’adeguamento spontaneo e presentare contro deduzioni. Gli atti vengono archiviati se il titolare del diritto si rivolge all’autorità giudiziaria.
L’intervento dell’Agcom “si fonda inoltre sulla convinzione che la lotta alla pirateria non possa limitarsi all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive volte a creare una cultura della legalità nella fruizione dei contenuti. In questo senso potrà operare l’apposito comitato tecnico, formato da rappresentanti di tutti gli stakeholder e delle istituzioni interessate, che avrà il compito di favorire forme di autoregolamentazione finalizzate all’educazione degli utenti e alla promozione dell’offerta legale”.
p.s.
solo due parole. Un autorità amministrativa, dipendente e nominata dall'esecutivo (e di questi tempi e con la politica che mette le mani dappertutto questo è una vera iattura) prende il posto del giudice naturale e decide della vita e della morte di un blog: il tutto in 48-72 ore, tutto qui. La rete fa paura? Evidentemente, si....

come si "lavora" la notizia .... come la recepiamo

Dunque i fatti di questi giorni sono sotto gli occhi di tutti, vero? Ora però fermiamoci a riflettere su queste due cose:
  1. i media hanno davvero fatto il loro lavoro o hanno, come dire, "lavorato" la notizia piegandola all'ordine di scuderia proveniente dal mainstream politico?
  2. noi cittadini abbiamo davvero riflettuto su quanto sta accadendo nelle strade di questo paese a partire dalle ultime elezioni e in particolare abiamo davvero pensato a quali energie si sono liberate dopo quelle elezioni?
Partiamo dalla seconda... è più facile.
Rifletteteci per un attimo: come vi siete fatti l'idea di quello che è accaduto? E come mai stanno uscendo fuori proprio ora movimenti sociali che prima sarebbero rimasti nell'ombra?
Vi do una traccia: "hanno lasciato il paese senza opposizione per fare larghe intese con B. E adesso si lamentano dell'opposizione dei forconi" Gianni Barbacetto
Vi dice nulla? Poco prima della rivoluzione francese gli straccioni furono spesso autori di rivolte, sempre e comunque represse nel sangue, ma solo quando la nascente borghesia prese la testa di quelle rivolte allora si ebbe la frattura di regime: oggi non siamo in una situazione molto diversa; cambia solo il regime: allora c'era una monarchia assoluta oggi c'è un simulacro di democrazia, ben difeso dai ceti parte del mainstream e dalla corporazioni, che mantiene una parvenza di liberalità solo perchè il processo di unificazione dei mercati non è ancora completato e quindi è necessario che gli stati, e le loro costituzioni, sia che siano tenuti in piedi... sugli spilli o stuzzicadenti o manganelli o baionette o ..... partiti; è uguale. Forbes, non io, ha detto che è in corso una guerra di classe: dei ricchi contro i poveri, dice nulla? Ora torniamo alla frase di Barbacetto: per mantenere su il sistema si son messi insieme, in una bella ammucchiata e, ironia della sorte, hanno sacrificato uno dei perni su cui tutto si regge, mr. B, dandolo in pasto alle folle solo per allungare al resto la vita, tutto qui..... in questa spazi aperti è chiaro che la massa, metaforicamente chiamateli come volete (straccioni, poveri, ceti medi impoveriti, dipendenti pubblici e privati, giovani, repcari ecc. insomma tutti noi), ci si infilava convulsamente ed è altrettanto chiaro che i primi ad emergere sarebebro stati proprio quelli che si son mossi sottotraccia in questi anni: in primis Grillo e M5S e ora il comitato 9 dicembre meglio noto come forconi, di che cosa si meravigliano? In realtà ne hanno terrore e una prova lo è proprio il fatto che si son messi tutti insieme a far quadrato per salvare loro stessi e i loro sodali..... non potevano prevedere che M5S potesse subito sfondare, e lo stesso sarà con, mi perdonino gli appartenenti, i forconi: cresceranno eccome se cresceranno..... Beppe Grillo aveva ragione nel dire: dovrebbero ringraziarmi perchè ho portato, incanalato, la protesta nelle vie democratiche se non dovesse andare in porto il progetto "grillino" chi verrà dopo ..... bè lo stiamo vedendo, no?
Per quanto riguarda la prima domanda: bè il mondo dei media, e questo è un fenomeno comune  quasi tutte le decadenti democrazie occidentali, non ha mai brillato per trasparenza e per oggettività. Sia perchè troppo spesso beneficiano dei soldi pubblici e quindi ogni tanto qualche parolina ce la spendono in favore sia perchè anche se non hanno soldi pubblici e sono gestiti da editori puri gli interessi in gioco, per tacere degli intrecci, sono talmente enormi che hanno tutto l'interesse a che nulla si muova davvero: ecco spiegato il problema del "lavorare la notizia". Mazzoleni, non io, ad esempio nel saggio sulla comunicazione politica da una spiegazione molto neutra del fenomeno e del come agisce il meccanismo, direi quasi cruda... parte da quella che dovrebbe essere il compito principe dei media, quello dei watch dog, e invece prende atto, con argomenti stringenti, che per i motivi su esposti, e altri ancora che vanno dal tengo famiglia alla propria intima convinzione politica, i media un pò ovunque sono schierati.. di solito dalla parte del potere.
Alcuni esempi recenti?
  1. notizia: Grillo vuole votare con il porcellum; in realtà aveva detto conciati come siamo votiamo subito "anche" con il porcellum.... credo che quell'"anche" la dice lunga ma non appariva in nessun resoconto;
  2. notizia: intervista di uno dei leader del comitato 9 dicembre abbastanza pacata toni normali ecc.. poi quando il telefono s'abbassa, e anche la sera dopo, giù con giudizi pesanti e altre amenità.
  3. notizia: alcuen radio danno l'accesso diretto ai cittadini ma ...... di solito se il cittadino non dice la cosa giusta o viene interrotto da "provvide" pubblicità o viene interrotto di frequente dai commentatori o .. viene di fatto zittito dall'intelligentone di turno che sia giornalista o no
il punto è: i media informano correttamente o prima di farlo, anche quando danno la notizia, la lavorano e come?
Come si lavora? Semplice:
  1. la notizia si da a metà.. una cosa è dire la spiga è matura un altra è dire è matura ma se non la si raccoglie marcisce;
  2. la notizia la si immerge nel flusso... il meotod preferito dai sodali di mr.B: dare una notizia immersa nel mare delle altre news e solo pochi non se ne accorgono;
  3. la notizia non la do affatto.. un caso comune in questo paese.
  4. la notizia la do al contrario.. do la headline in un certo modo poi nel corso dell'articolo, che poi quasi nessuno legge, c'è tutt'altro... di solito i giornali "familiari" fanno così.
sia che siano di carta, digitali, radio e video le regole auree sembrano rispondere a questi precetti con due, parziali, eccezione: il manifesto e il fatto. Il primo perchè ha un taglio particolare e storicamente schierato quindi chi lo legge sa a cosa va incontro e sa che la notizia ha un certo taglio e devo dire che rispetto agli altri, di partito e non, è molto più corretto.; il secondo invece ha a priori una cosa positiva ossia non riceve soldi pubblici quindi al pubblico non deve nulla e può scegliere che taglio dare alla notizia, chi colpire e chi supportare, quale taglio dargli e come darla senza dover dare spiegazioni però visto il rating dei giornalisti, di diverse sensibilità politiche e sociali, riesce a dare la notizia per intero ricamandoci intorno poi commento e tutto il resto prò il taglio del quotidiano e la notoria puzza sotto al naso dei sinistroidi, con annessa presunta supeririorità morale, ne faccio ancora un giornale "radicale" e non un quotidiano nazionale come meriterebbe vista la linea che seguono, per fare un esempio li tacciavano di grillismo eppure hanno usato il giornale anche contro questi qua...
quando ascoltate o leggete una notizia il mio suggerimento è verificatela e se non fosse possibile fate il ragionamento al contrario: dando quella notizia chi viene danneggiato e chi no e non si sbaglia mai... ecco perchè ho smesso di leggere stampa, corriere della sera, repubblica ecc.

martedì 10 dicembre 2013

Renzi(...)eide: si annuncia l'ennesima delusione per gli illusi

Partiamo dalle cose serie: l'istituto Cattaneo ha fatto una seria analisi sul voto analisi sul voto che ha portato il Blair (non avrei mai creduto che per fare un esempio avrebbero scelto proprio il peggio del peggio... il cagnolino di Bush e non si chiama Dudù) in versione ridotta italiota a vincere le primarie del suo partito: un partito che vorrebbe essere "socialdemocratico" e che invece è... poco più che un fantasma del suo ideale riferimento, i democrats americani, per assomigliare, invece, sempre più al pdl poco prima che si scindesse (è vero non dovrebbe meravigliare tutto ciò perchè in fondo siamo sempre italiani e capaci di tutto: dal creare l'impero romano per arrivare a berlusconi e a renzi passando per leonardo, giotto e tanti altri... ). Ma riesco sempre a sorprendermi, veniamo al sodo (si fa per dire):
"Il successo di Matteo Renzi nelle elezioni “primarie” di domenica 8 dicembre è stato da tutti riconosciuto come indiscusso. In questa analisi metteremo a confronto il voto per il segretario come è uscito dalle primarie e quello che era uscito circa tre settimane prima dai circoli, nei quali avevano votato solo gli iscritti al partito. La differenza fra i due voti è un indicatore della rappresentatività degli iscritti rispetto alla cerchia più larga degli elettori-simpatizzanti e ne analizzeremo le differenze territoriali.
Nel grafico che segue abbiamo riportato, regione per regione, la differenza fra la percentuale di voti presa da Renzi nella prima (iscritti) e nella seconda (elettori-simpatizzanti) elezione. Sappiamo che a livello nazionale Renzi ha preso fra gli iscritti il 45,3% dei voti, mentre fra gli elettori ha preso il 67,8%. Si tratta di una differenza di 22,5 punti percentuali. Ma questa media nazionale nasconde profonde differenze territoriali.
Grafico Primarie Pd
Il grafico ci mostra che – se accantoniamo il caso della Basilicata (dove Pittella nei circoli aveva preso il 40%, da cui un balzo in avanti sia di Renzi sia di Civati nelle primarie) e della Valle d’Aosta – fra le quattro regioni nelle quali lo scarto fra voto nei circoli e voto nelle primarie è stato maggiore troviamo le regioni “rosse” dell’Umbria, Emilia-Romagna e Toscana. In queste regioni Renzi ha guadagnato quasi 30 punti percentuali. Nelle regioni del Sud la differenza tra le percentuali ottenute da Renzi fra gli iscritti e fra gli elettori-simpatizzanti sono molto più contenute.
Il risultato è significativo. Le regioni “rosse” sono quelle in cui il partito è sempre stato particolarmente forte, ha goduto di un radicamento storico di tipo sociale e organizzativo unico nel paese. Pensiamo alla funzione svolta in queste regioni dal partito comunista negli anni ‘60 e ‘70 nei confronti dei ceti popolari, nei quartieri urbani di edilizia popolare, nelle città industriali; pensiamo agli immigrati che venivano dal sud e che trovavano nel partito – dalle tombole per i bambini al liscio domenicale – un potente fattore di integrazione sociale. A questo radicamento sociale si è unito il radicamento organizzativo, che ha portato ai successi elettorali degli anni 70.
Nel tempo tuttavia questo modello di apertura-integrazione si è trasformato in chiusura: le persone sono invecchiate, il partito non è stato capace di mostrare la stessa accoglienza e la stessa sintonia verso i nuovi ceti sociali. La struttura organizzativa si è come isolata dalla società e dai suoi mutamenti, diventando in qualche modo vittima del suo stesso successo (potremmo parlare di “paradosso del successo”),
Oggi lo scollamento fra iscritti ed elettori-simpatizzanti è massimo proprio in queste regioni, ed è significativamente espresso dallo scarto fra il voto nelle due arene elettorali, quella degli iscritti e quella degli elettori-simpatizzanti";

......quindi mentre la base degli iscritti, in un certo, diffida; i "simpatizzanti", no; anzi pare proprio che questa seconda cerchia di votanti, e soprattutto nelle regioni "rosse", lo volesse proprio e sia stata determinante per la sua elezione.
Detto ciò, anche grazie all'istituto, andiamo a vedere le prime mosse in quella che sarà una brevissima luna di miele con gli italiani; la prima, lo staff, si è rivelata azzeccata (molte donne e tutti giovani); la seconda ha rassicurato il Colle e la sua creatura ossia è passato dal "mai più inciuci (alias mai più larghe intese)" al più terra terra "la sfiducia al governo non è all'ordine del giorno".. tanto per gradire. Basterà? Non credo visto che l'Alto Colle ha già fatto sapere che il "mood" non corrisponde con quello cui vorrebbe avere a che fare... altro che monito. Altri moniti sono arrivati, questi molto più concreti: la gente, anche la sua, chiede "credibilità, fatti, ecc." cose concrete, molto concrete.... ad esempio che non accada come segnalato dai soliti noti "comunisti" in parlamento e non che oggi alle porte di una certa commissione c'erano emissari di un azienda che fa capo al proprietario, anche di giornali e radio, con tessera del partito del nostro ottenendo uno sconticino di 30 mln sulle opere di urbanizzazione: sconticino già previsto e ora dato.. così non va proprio perchè non è un bel modo di cominciare, vero? Fra un pò ci saranno le elezioni europee... vedremo; per ora non possiamo che aspettare che cadano i veli dell'innamoramento, essendo italiani, momentaneo di cui sono pervasi e goderci le renzate che vengono dette dal nostro che già a Ballarò ne ha dette di tutti i colori senz'alcun contraddittorio vero ma con domande sdraiate e risposte chiamate anni prima....

lunedì 9 dicembre 2013

sinistracentrodestramoderati: chi ci ha capito qualcosa?

Ma allora ha vinto Renzi e come? Ha stravinto e questo è un dato di fatto incontrovertibile nel dato elettorale e nell'annientamento dell'apparato neotogliattiano di quel che fu il PD democrat, molto poco social, all'amerikana voluto da U. Ueltroni. Ma non sono tutte luci: da voxpopuli.info gira la voce che ci siano state delle dazioni ai rom per farli votare.. per chi, se vera la notizia, lo stabilirà chi di dovere; a livorno, questa la dice il tirreno nella pagina toscana di oggi, un esponente della destra locale si è recato alla sezione del pd per votare ... per Renzi, c'è stato qualche problema ma il regolamento lo permette quindi......; mr. B ha telefonato ieri a renzi, lo sostiene ilnumerozero.com, facendogli le congratulazioni e dicendogli che l'aveva capito quand'era... andato a arcore. Luci e ombre insomma che non fanno bene alla sua immagine e, soprattutto, dovrebbero gettare nello sconforto i 2,5 mln di illusi che l'hanno votato. Altre voci incontrollate sostengono che presto il PD vedrà una scissione: altra delusione. Altri ancora già mugugnano perchè il neo segretario ha già fatto tana libera tutti con il governo sostenendo che la sua dipartita non è al'ordine del giorno: un chiaro segnale al vero capo del governo lì.. sull'alto colle. Personalmente ritengo che il pd avrà una connotazione centrodestroide e che presto, alle europee, farà la fine degli altri segretari ma.. nessuno prevede il futuro.
Detto ciò ora vi propongo due punti di vista a voi il dire quale scenario è migliore..
Matteo Renzi è di destra o di sinistra?di Stefano Feltri | 9 dicembre 2013

Secondo me Matteo Renzi è di sinistra. L’Italia oggi si divide in due blocchi: quelli che pensano che Renzi sia uno di destra che ha preso la guida del Pd per una fortuita concatenazione di errori e quelli che a cui non interessa, destra o sinistra purché porti rinnovamento e aiuti l’Italia a uscire dalla palude della recessione. Dicono che Renzi sia di destra perché ha carisma, perché capisce la televisione, perché è stato ad Arcore da Silvio Berlusconi, perché non cita Gramsci, perché preferisce Mandela a Berlinguer. Ma anche perché non ama la Cgil, parla di merito e vuole valutare gli insegnanti, è di destra perché parla sempre di cultura, di Dante e delle bellezze fiorentine ma non cita mai i libri che ha letto (forse perché ne ha letti pochi). Tutto vero. Ma anche riduttivo. Il problema è che in Italia negli ultimi 20 anni ci siamo abituati a misurare la sinistra in rapporto a Silvio Berlusconi. E visto che Berlusconi è tv, carisma, slogan, comunicazione, e Berlusconi è di destra, allora Renzi è di destra. Molto superficiale. Dovendo scarnificare l’infinito dibattito su destra e sinistra, mi sentirei di proporre questa distinzione: la destra ha al centro l’individuo, la sinistra la società. Per la destra poco importa se quelli intorno a te stanno male, soffrono, stagnano nella povertà, se la disperazione dei Paesi vicini produce fastidiosi immigrati, se le cose belle di cui tu godi (assistenza sanitaria, cultura, maternità) non sono condivisi anche dal tuo vicino. Questa è la destra. Ma Renzi non è questo. I discorsi molto americani – nel senso che creano aspettative, atmosfere, tensioni ideali ma non si fermano sui dettagli – del sindaco di Firenze vanno in un’altra direzione. Trascurando il politichese, e quindi leggi elettorali, alleanze, riforme costituzionali e fuffa varia, quello che resta della proposta di Renzi è la promessa di una società più dinamica, in cui i dinosauri vengono rispettati ma rimossi dalle posizioni di potere, in cui una generazione (quasi tre ormai, i ventenni, i trentenni e i quarantenni) non vengono più sacrificati e spremuti, scaricando su di loro i costi della competizione globale. Renzi non vuole meno Stato, come la destra più liberista (anche quella che si colloca sinistra, tipo Alesina & Giavazzi), non crede che il mercato sia più efficace della mano pubblica nel risolvere i problemi dei più deboli. Il nuovo segretario Pd parla di asili nido e assistenza agli anziani garantita dallo Stato, non di privatizzare l’istruzione o la sanità. Chi si professa di sinistra in Italia in questo momento dovrebbe dedicare la stessa attenzione ai cassintegrati che guadagnano 800 euro per non lavorare così come alle partite Iva che per avere lo stesso reddito netto devono faticare a tempo pieno senza tutele. Renzi non ha ancora messaggi espliciti su questo, ma ti dà quell’idea. Sai che non sarà un altro politico di sinistra che si commuove per Bella Ciao e gli operai mentre pensa alla sua barca a vela o alla prossima cena con il finanziere d’area. La cosa che turba tanti è che Renzi non è di sinistra sulle questioni sindacali. Non è di sinistra nel senso in cui lo è stata la filiera Pci-Pds-Ds-Cgil: il suo approccio non è la contrapposizione capitale-lavoro, non affronta le imprese come il nemico, anzi, vorrebbe più imprenditori, più start-up (che poi vuol dire solo nuove imprese) e pensa che lavoratori e datori di lavoro siano soltanto due ruoli diversi necessari per raggiungere uno scopo comune, la creazione di ricchezza e benessere per tutti. Ma davvero c’è qualcuno disposto a sostenere che al Cgil, la Cisl e la Uil sono un baluardo indispensabile per la tutela dei più deboli in Italia? La vera disuguaglianza in questi anni non è stata tra padroni e salariati, ma tra chi è rimasto fermo e chi ha continuato a crescere, sia tra Paesi che dentro i Paesi. La distinzione tra classi sociali non funziona più (ci sono gli imprenditori che si suicidano e quelli che portano i soldi in Svizzera, gli avvocati che evadono il fisco per comprarsi la Porsche e quelli a inizio carriera che guadagnano meno di un manovale, le archistar e gli architetti a partita Iva con stipendi da stagisti). Su una cosa però Renzi effettivamente non è di sinistra: lui vuole vincere, in un modo americano, senza compromessi, senza condivisione di responsabilità (ricordate Bersani che diceva “mi comporterò come se avessi il 49 per cento anche se avrò il 51?”). In Italia la sinistra post-comunista non ha mai saputo davvero vincere, c’è voluto Romano Prodi, un ex-Dc che sarebbe arduo considerare di destra. Ora c’è Renzi. Se la sconfitta è di sinistra, allora Renzi è di destra e Gianni Cuperlo è invece perfettamente mancino. Ma se essere di sinistra vuol dire cercare di cambiare le cose in modo che non prevalga la legge della giungla (del mercato, della competizione ecc) con la quale si salvano solo i più forti, allora Renzi può collocarsi a sinistra. Ora, però, deve dimostrare di essere all’altezza della responsabilità che la storia e i disastri dei suoi colleghi di partito gli hanno consegnato.
altro post
Renzi, stupiscici
di Andrea Scanzi
| 9 dicembre 2013

Le primarie del Pd sono una buona notizia. Ridicolizzarle come fa Grillo (o Yoko Ono Casaleggio), dando implicitamente dei “babbei” a chi ha speso due euro per esprimere la sua preferenza, è assai mesto. Nonché sgradevole. Sono una buona notizia (e lo scrive uno che volutamente non ci è andato, e se ci fosse andato avrebbe votato Civati) per l’affluenza, anzitutto: quando tre milioni di italiani vanno a votare, nonostante i disastri che ha fatto e fa il Pd, significa che la partecipazione è ancora così alta da apparire quasi stoica. Uno stoicismo che confina talora con il masochismo, ma sempre meglio partecipare ancora che sventolare bandiera bianca. L’esito delle Primarie, ovviamente, era scontato. Quando scrissi più volte che Pippo Civati non aveva chanches, e certo non lo scrissi con gioia, molti ebbero pure il coraggio di insultarmi: era cosa ovvia. Il suo risultato (si può dire? Abbastanza deludente) dimostra peraltro come i giochini dei trending topic tipo #vincecivati su Twitter non contino una mazza. Ieri era “piazze piene urne vuote”, oggi “Twitter pieno urna vuota” (o auditel vuoto, altrimenti Virus o Masterpiece farebbero il 47% di share). Civati è un bravo ragazzo e una persona colta, ma nel Pd conta come il due di quadri quando briscola è cuori: vada altrove, abbia coraggio e non si accontenti di fare la ruota di scorta di lusso e ben pettinata del Partito (com’è una ruota di scorta ben pettinata? Boh. E’ venuta così). Gianni Cuperlo è stato demolito, e anche questo era ovvio. Era il primo a saperlo e forse sperarlo. Mi spiace per lui, che è brava persona, ma non mi spiace per l’apparato dalemiano, che ha fatto più danni della grandine e deve andare in pensione. Per sempre. Resta Matteo Renzi, lo stravincitore annunciato. E qui ci si aspetterebbe che io partissi in una demolizione del neo-segretario. Perché mai? Renzi è un furbino, un demitiano, un marchionniano, un forneriano: uno yuppie a metà tra Jerry Calà e Jovanotti. Un boyscout paninaro folgorato sulla via dei Righeira e delle merendine. Uno che ama gli inceneritori e pure l’acqua privata. L’espressione di un rinnovamento quieto, abbastanza ‘paraculo’ e fatalmente disinnescato. Ma non è certo un incubo (anti)democratico come Berlusconi. Ne condivide molte idee, e sarebbe stato perfetto come leader del centrodestra (infatti è amato da Lele Mora come da Briatore), ma è una figura politica da contestare per le sue idee: non per la sua fedina penale, che pure non è esattamente intonsa (una condanna ce l’ha pure lui, in primo grado: danno erariale per l’inquadramento contrattuale di alcuni dipendenti assunti a tempo determinato. Tradotto un po’ brutalmente, vuol dire più o meno assunzioni clientelari). Devo anche ringraziarlo, perché nel suo discorso di vittoria ha saccheggiato a piene mani – come ha già notato la Rete – il mio libro Non è tempo per noi (esempio tra i tanti: “Ora tocca a noi che dopo la morte di Falcone e Borsellino ci siamo iscritti a Giurisprudenza”. Se non altro, Matteo è un buon lettore e sa scegliere gli autori giusti. E magari si è vendicato del mio post birbo sulla sua foto estatica con il noto statista di sinistra Ciriaco De Mita. Uno a uno, palla a Rignano sull’Arno). Renzi ha promesso molte cose e per lui adesso comincia il difficile: è più semplice fare il Premier che il segretario del Pd, circondato come è (e sarà) da vecchi lupi di mare che non vedono l’ora di sfruttarlo e disinnescarlo. Come farà con De Luca accanto, con Franceschini, con Latorre? Purtroppo per lui, sarà assai complicato. Non l’ho votato e non lo voterò, perché è un democristiano nientalista. Un venditore di Best Company, più che di fumo. Ma è un politico che rispetto, e che sarà divertente osservare, analizzare, plaudire (spero) e criticare (temo). Sono molto curioso di vederlo all’opera su scala nazionale. Se saprà ricostruire (in meglio: in peggio è dura) il Pd, sarò il primo a esserne felice. Con Renzi arriva ufficialmente la generazione dei quarantenni in politica. La nuova segreteria Pd ne è piena. Cosa sapranno/sapremo fare? Boh. Alfano non farà nulla, se non perdere. E chi se ne frega. Molti 5 Stelle stanno crescendo, e la loro idea di cambiamento radicale è ambiziosa e meritevole di attenzione. Renzi ha promesso la luna, e staremo a vedere. Ha già un banco di prova decisivo: il governo Letta. Ha detto che con lui certi dirigenti non avranno più spazio e che non sarà più tempo di inciuci. Bene, ci stupisca: abbia il coraggio di far cadere questo governicchio patetico. Abbia il coraggio di mettere in discussione Re Giorgio Napolitano (già terrorizzato dall’entità numerica del successo renziano). Acceleri per una legge elettorale, e poi via al voto. Al più presto, affinché la sempiterna Casta non sfrutti la decisione della Consulta sul Porcellum per blindarsi ancora di più nelle stanze dei bottoni. Adesso dipende da lui: o sarà in grado di stupire positivamente, o si limiterà a essere uno dei tanti a cui chiedere “facce Tarzan”. Nel frattempo, complimenti per la vittoria e in bocca al lupo: a lui, ma più che altro al paese. Cioè a noi.

domenica 8 dicembre 2013

Tir e forconi
Code ai benzinai, picchettaggi ai supermercati: allarme del Viminale, da stasera rischio paralisi.
ROMA— La protesta del “popolo dei forconi”, che partirà dalle 22 di questa sera fino alla mezzanotte di venerdì 13, rischia di paralizzare il Paese. All’invito diffuso sui siti a «fermare l’Italia» hanno risposto anche movimenti stranieri, come ad esempio quello dei “berretti rossi” bretoni che hanno protestato con violenza, in Francia, contro l’ecotassa.
In Sicilia, la situazione è tesa. Il consorzio di autotrasportatori Fita- Cna a Campobello di Licata, nell’Agrigentino è stato oggetto di pesanti minacce. «Non fate uscire i vostri mezzi, se sarà il caso vi ammazzeremo » è scritto in un volantino firmato «viva la mafia via i forconi ». A Catania, il leader della protesta, Mariano Ferro, rilascia dichiarazioni tutt’altro che rassicuranti. «Siamo pronti a tutto — ha detto — potremmo anche decidere di darci fuoco, mettendo la benzina davanti alle prefetture e stiamo riflettendo sul da farsi. Siamo in tanti, più di mille». Ecco le modalità della manifestazione, secondo Ferro: «Inizieremo con presidi di solidarietà. Poi con volantinaggi. E alla fine deciderà la rabbia della gente».
In tutta Italia è panico. Le scene di psicosi non mancano. A Siracusa è stata sospesa la chiusura delle pompe di benzina per consentire alla gente di fare rifornimento. In provincia di Napoli, due comuni, Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, hanno deciso di chiudere le scuole. Una preoccupazione non infondata, quella dei due sindaci, visto che un “gruppo vesuviano” di protesta ha minacciosamente invitato la popolazione e «fare
scorte di cibo e generi di prima necessità». Ma è soprattutto confusione. Il Viminale è allertato dalle informative delle Digos e dell’intelligence sul rischio che movimenti di estrema destra (come Forza Nuova e Casa Pound), possano infiltrarsi nella protesta del settore trasporto e «incanalare le reazioni dei manifestanti verso forme di esasperata conflittualità ». Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, è per la “tolleranza zero” contro i blocchi stradali (fatti anche usando i Tir), o delle ferrovie o degli aeroporti. Il suo ordine è usare la linea dura contro manifestazioni non autorizzate che provochino lo stop dei trasporti e quindi difficoltà negli «approvvigionamenti ». Ma il rischio che la situazione degeneri nel caos, e che sfugga di mano alle forze dell’ordine, è altissimo. Le prove generali, del resto, sono già cominciate: ieri mattina, a Torino, sono stati organizzati picchetti per impedire nei più grandi supermercati l’ingresso ai
cittadini.
Da La Repubblica del 08/12/2013.
p.s.
su questa giornata se ne son dette tante: son di destra, sinistra, protestatari, ecc. forse è vero tutto e forse no ma almeno qualcuno s'è mosso...... che poi falliscono o avranno miglior fortuna lo sapremo dopo.
Per ora mi limiti a osservare il fenomeno: se attecchisce, se riescono a bloccare il paese, se falliscono... poi il resto verrà da se

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore