venerdì 5 febbraio 2016

Virus Zika: come si crea la psicosi..

Viviamo nella società dell'emergenze e .. della paura. PAura di tutto: dei terroristi; delle frodi; dell'economia di mercato che distrugge posti di lavoro per spostarli altrove ossia laddove con un quinto dello stipendio le aziende fanno profitti a scapito di tutto; della guerra finanziaria dell'occidente contro Russia e Cina; della guerra del petrolio laddove l'Arabia e le consorelle del Golfo hanno deciso di inondare il pianeta di petrolio a prezzi bassissimi per fregare sia gli iraniani che gli occidentali.. soprattutto gli americani e il loro fracking; della spamodica attenzione verso terremoti, meteo impazzito, inquinamento, alienazione sociale con le sue manifestazioni più deleterie come i massacri di innnocenti ad opera di "pazzi".... tutto è paura ed emergenza, ormai. L'ultima è quella del virus; del virus Zika per l'esattezza; sia chiaro nulla, in questi casi, è da prendere sotto gamba, perchè il bastardello ha una sintomatologia simile alla Dengue, ma con esiti meno gravi tranne che nel caso di donne incinte dove di danni ne fa e non pochi. Le mutazioni poi possono essere infinite e da virus in senso lato "minore" può innescare qualcos'altro molto ma molto più grave.... però a sentire i media e i social pare che stia arrivando l'apocalisse; ogni giorno danno notizia di un nuovo caso in giro per il pianeta. Ci sarebbe da chiedersi il perchè vero di tanto allarmismo? Non può essere solo per aumentare i profitti delle aziende, no... c'è di mezzo anche lo share dei media stessi sempre alla ricerca di maggiori profitti in base ad esso: dietro il diritto ad informare c'è questo, i soldi e noi paghiamo in termini di minore sicurezza e maggiori ansie: ci credo che poi che qualcuno sbrocca e i falsi "profeti" dell'apocalisse trovano terreno fertile per fare proseliti: altro che teoria degli antichi astronauti.. qui si gioca a risiko con la gente presa nel suo complesso: ossia della paggiore bestia  che ci possa essere su questo pianeta perchè se è vero che tutti noi presi singolarmente siamo, forse, capaci di discernere è anche vero che presi in un insieme siamo più pericolosi di un ordigno nucleare: questo lo sanno e ci giocano, per quanto ancora glielo lasceremo fare?

Assange, comitato Onu gli dà ragione: “Ingiusta detenzione” in ambasciata

di | 4 febbraio 2016 (Il Fatto Quotidiano)
L’Onu dà ragione a Julian Assange. Almeno per ora. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite incaricato di dare un parere sulla sua condizione, denunciata come “ingiusta detenzione” dalla difesa, ha deciso di riconoscere le ragioni del fondatore di Wikileaks. Lo riferisce la Bbc. Se confermata, questa decisione allontana la prospettiva che Assange lasci l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove è rifugiato da 3 anni, e si consegni alla polizia britannica. Era stato lo stesso Assange ad annunciare di essere pronto a farsi arrestare laddove il parere Onu gli fosse stato sfavorevole.
Il fondatore di Wikileaks, l’australiano Julian Assange che si trova all’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012 dopo avere ottenuto asilo, ha assicurato che se venerdì le Nazioni unite annunceranno che ha perso il suo caso legale contro il Regno Unito e la Svezia lo stesso giorno abbandonerà la sede diplomatica ed è disposto ad “accettare l’arresto della polizia britannica”. L’annuncio è giunto su Twitter. Se al contrario però dovesse avere la meglio, dice Assange, allora vorrebbe “la restituzione immediata del passaporto e lo stop di ulteriori tentativi di arrestarmi”.
Lo scorso 19 giugno sono scattati i tre anni da quando Assange si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra al termine di un lungo processo legale nel Regno Unito, che si era concluso a favore della sua consegna alle autorità della Svezia, dove è indagato per reati sessuali. L’intenzione del giornalista australiano è di evitare l’estradizione in Svezia perché teme che da lì sarebbe poi inviato agli Stati Uniti, dove potrebbe affrontare un processo per i segreti sulla sicurezza statunitense rivelati da Wikileaks.
A Quito, alcune ore prima, il ministro dell’Ecuador per le Relazioni esterne Ricardo Patiño si era mostrato “preoccupato” per la salute di Assange e aveva affermato che soffre di problemi di salute per cui deve sottoporsi a controlli medici fuori dall’ambasciata. Il responsabile della diplomazia dell’Ecuador ha insistito sul fatto che aspettano “solo che il Regno Unito possa dare il salvacondotto” affinché Assange possa partire per l’Ecuador.
di | 4 febbraio 2016
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p.s.

allora? Questa grottesca vicenda che ormai da anni coinvolge il leader di wikileaks non vi ricorda Kafka?

giovedì 4 febbraio 2016

.. sul Caso Moro

è di oggi, non so se avete sentito o letto, la notizia che starebbe emergendo una nuova vicenda sul Caso Moro: pare che siano venute alla luce foto e registrazioni telefoniche che contraddirrebbero la verità emersa finora dai processi e dai racconti che da essi sono scaturiti... ma andiamo con ordine.
Forse avrete sentito che alcuni ex brigatisti e familiari di vittime del terrorismo sono stati invitati ad alcuni corsi fatti per i magistrati per aiutarli nella comprensione del fenomeno di quegli anni e portare storie ed esperienze: apriti cielo, polemiche a non finire; personalmente sarei anche favorevole perchè prima o poi si deve mettere sotto la lente quel periodo e non solo per i magistrati, ma.... sono emersi veleni segno, forse, che qualcuno ancora non vuole che si faccia piena luce sulla vicenda di quegli anni o teme l'emergere delle verità nascosta e inconfessabili; una di queste mi ha particolarmente colpito perchè si è parlato di alcune foto venute fuori che provavano la presenza di alcuni malavitosi nel mentre dell'attacco brigatista alla scorta di Moro (che, se provata, metterebbe sotto una nuova luce tutta la vicenda dandogli un aspetto ancor più sinistro di quanto non fosse già di suo) e di una registrazione telefonica fra un noto esponente DC e un malavitoso da cui emergerebbe proprio l'allarme, e di conseguenza, la necessità che proprio quelle foto dovessero sparire per non mettere in piena vista, forse, il coinvolgimento, sempre sospettato e mai provato, di alcune personalità nel Caso Moro soprattutto perchè l'azione di Moro mirava a coinvolgere il PCI nei processi di gestione politica dello Stato se non addirittura a portare questo partito al Governo rompendo quella conventio ad excludendum che dal 1948 in poi ha bloccato il sistema politico italiano. Azione, che com'è emerso dai vari processi sulle stragi, sul terrorismo e sulla vicenda di Moro, la cosa era temuta non solo da circoli di destra e politico-militari nostrani ma da consimili occidentali e soprattutto americani... che non si fecero scrupolo a usare servizi deviati, infiltrati nell'estrema destra e nell'estrema sinistra, e quant'altro per influenzarne le scelte e, soprattutto, per indirizzarli verso l'eversione pura facendosene scudo e utilizzandoli come strumento: un esempio per tutti è l'infiltrazione nei gruppi anarchici di agenti provocatori in modo da indirizzare subito le indagini sulla strage di piazza fontana a milano verso di essi. Solo dopo, molto dopo, venne scoperto il giochino e la trama che esso nascondeva ma ci vollero anni e anni di indagini, processi e .... Pinelli che fu "suicidato" nella Questura di Milano. Queste opeerazioni di "false flag" sono note ormai ma allora chi aveva interesse a farlo cavalcò l'onda e mise le basi per la distruzione di quella maturazione del paese, lo scongelamento di oltre un terzo della società italiana di allora che votava a sinistra, in senso democratico che venne, a forza di bombe, corruzione e quant'altro, bloccato con gli esiti che oggi ben sappiamo e che abbiamo ancora oggi sotto gli occhi!!!!!
Che paese saremmo stati se quel processo non fosse stato bloccato? Diverso? Migliore? Chi lo sa.. la storia non si fa con il senno di poi è noto ma  chiederselo sarebbe auspicabile perchè proprio in quegli anni furono gettate le basi dell'involuzione del sistema politico che è sfociato nell'attuale situazione sia politica che sociale.......  certo sapere che:
  1. eravamo terreno di scontro fra servizi stranieri (Argo 16, Sigonella, DC9 Itavia e Ustica ecc.);
  2. i nostri servizi, ben lungi dal difendere la legalità e la democrazia si prestavano, almeno in parte, a questo gioco e di fatto permettevano che questo scontro avvenisse non solo a forza di infiltrazioni ma pure di bombe;
  3. i nostri politici sapessero e ci vivacchiassero sopra traendone potere basato sia sulla necessità di tenere sotto il tacco occidentale il paese sia sull'ineluttabilità della conventio ad excludendum bloccando  di fatto il paese in una ingessatura da cui oggi non ci siamo ancora liberati;
  4. tutte le vittime delle bombe e del terrorismo erano solo carne sacrificabile in nome del potere fine a se stesso e che questo potere non esitava a fare accordi con la malavita sia per tenere, e mantenere, lo status quo sia per trarne beneficio politico-elettorale (ben sapendo che c'era una contropartita in termini di mancata presenza dello Stato e della legalità in enormi fette del paese... e non tutte del SUD come ben provano le indagini, non solo di questi ultimi anni, sulle infiltrazioni malavitose al nord);
  5. ecc. ecc.
insomma tutti sapevano e sapevano che il potere avrebbe permesso un cambiamento solo quando tutto sarebbe cambiato affinché nulla cambiasse.... e perchè ciò accadesse erano disposti a tutto come potevamo sperare in un mondo migliore con una cappa di piombo siffatta? E ora vien fuori di "apprensioni" di alcuni politici beccati al telefono affinché "certe" foto che provavano la presenza di malavitosi sul luogo dell'attacco BR ad Aldo Moro.. cosa dobbiamo pensare? Che tutte le leggende "metropolitane" (presenza di personaggi sul luogo del rapimento; azione militare della quale pochi credettero le BR fossero realmente capaci di mettere in atto; individui troppo spesso provenienti da zone "grgie" al confine fra terrorismo e servizi segreti; ecc. ecc.) venute fuori e dette a mezza voce ERANO VERE?
Ma, d'altronde, cosa ci si poteva aspettare da un potere che non esitò a "unificare" il paese corrompendo i grandi latifondisti del Sud (ebbero l'assoluta garanzia che non sarebebro stati nemmeno sfiorati nelle loro prerogative) e gli Ufficiali delle'sercito borbonico (quasi tutti incorporati nel futuro esercito italiano con gli stessi gradi e prerogative)? O che invase, senz'alcuna dichiarazione di guerra o altro atto, gli stati del centro-italia? O che conquistò il lombardo-veneto infiltrando agenti in quelle zone per provacare rivolte e associazioni segrete filo-massoniche e con il placet francese, grande alleato, che inviò truppe allo scopo? O che non si fece scrupolo di commettere eccidi come quello di Bronte? E che troppo spesso quello che ora chiamiamo "risorgimento" troppo spesso, se si guardano alcuni aspetti, diventa più che altro conquista per evitare pericolosi avversari? O che i "plebisciti" che furono fatti per chiedere di essere annessi al Regno di Sardegna furono, come dire, "pilotati" perchè le certificazioni del voto furono fatte prima ancora che si conoscessero gli esiti dei "voti (cui peraltro parteciparono in quasi tutti i casi minoranze e senz'alcun controllo che le stesse persone non votassero più volte in diversi seggi)"?
Di tutto ciò cosa dovremmo pensare? Che in un paese nato così quel potere informe ma potentissimo potesse mollare la presa e farci crescere come popolo e come società realmente libera e che democraticamente si scegliesse il futuro? Che illusi che siamo......
p.s.
la conferenza a cui avrebbero dovuto partecipare leggo ora che è stata annullata... ma il resto? E' vero o è solo l'ennesima "leggenda metropolitana"?

martedì 2 febbraio 2016

Il problema italiano.....

Ci pensate, voi correntisti postali ossia dell'ultimo baluardo del risparmio italico: un bel matrimonio fra Poste, e quindi CDP e quindi lo Stato, e montepaschi, che ne pensate? A me pare un surrettizio aiuto di Stato, se matrimonio sarà, naturalmente.... Una banca dove tutti hanno pescato a vario modo e lo Stato: il tutto non per aiutare il sistema banche ma per salvare la banca, questa banca non le popolari che sono abbandonate al loro destino di "mercato (anche se le responsabilità son tutte del management e dei sindacati)" mentre i risparmiatori pagano lo scotto dei prestiti fatti agli amici degli amici... non bastava l'Etruria per cui si sono scomodati governo, partiti e quant'altro con tanto di mozioni di sfiducia peraltro respinte; sempre con i risparmiatori che pagano. Anche se tutti smentiscono quasi tutti i giornali finanziari danno per scontato che la "pratica" è sui tavoli giusti e ci stanno lavorando... l'unica speranza è che non vada in porto la cosa perchè alla fine, come sempre, il conto lo pagheranno tutti, non solo i correntisti postali. Hanno eliminato l'IRI proprio per evitare che lo Stato "finanzi" l'industria e ora ce lo ripropongono surrettiziamente.. la domanda sorge, retoricamente, spontanea: ma siamo o no in una società di mercato?
 

lunedì 1 febbraio 2016

Family day: la carica dei 70 (mila?)

Ormai è accalarato: sono in  70 mila i difensori della famiglia nel nostro paese. Hanno voglia a parlare sui media e in politica, i numero parlano chiaro, pochissimi erano gli aderenti (forse anche meno secondo molti). Un pessimo segnale per i loro referenti politici, di cui molti presenti alla manifestazione, che contavano su una maggiore partecipazione per usarla come una clava contro il governo e i parlamentari. In un paese ufficiale realmente rappresentativo della società la cosa non avrebbe spostato di una virgola il problema ma c'è da scometterci che non sarà così, anzi ci i pontieri sono già al lavoro per evitare future sorprese perchè, malgrado tutto, ci potete scommettere che conseguenze ci saranno: si sa che sono molto poco sportivi e non sanno perdere anche perchè da un lato Oltretevere e dall'altro l'ideologia vetusta di cui sono portatori gli impediscono di accedere a qualcosa di meno di quello che hanno in mente.....  Qui il problema vero non è affatto il "problema" coppie di fatto ma l'idea, molto presuntuosa e pretestuosa, di dover mettere bocca anche in cosa che nulla hanno a che fare con la fede ma molto a che fare con una materia tipica delle società democratiche: i diritti naturali delle persone; da quello di andarsene dignitosamente a quella di divorziare, all'aborto a quello di vivere il progetto di vita con il/la compagno/a al di là di tutto il resto .. e magari farci o adottare anche dei figli: in una società evoluta dovrebbe il minimo ma qui di evoluto c'è solo la crassa noncuranza di chi, spesso pluridivorziato o convivente o altro ancora (anche non eterosessuale), cavalca populisticamente il moto di paura del diverso di una, ristrettissima, minoranza che, come tutte le minoranze, cerca di mantenere la propria specificità!!!! Ma se è giusto che una minoranza voglia mantenere una propria specificità la sua imposizione a una intera società non può che creare enormi problemi: abbiamo già dato nel medioevo mi pare.. o sbaglio? Se invece c'è la repulsa contro la novità e il normale dialogo non porta a nulla di male in una società evoluta ma danni enormi in una società come la nostra con uno ingombrante vicino quale è il Vaticano che mette sempre becco negli affari interni nostrani pretendendo di mettere linee "invalicabili" oltre le quali non si deve mai passare... il problema è che i nostri politici sono più sensibili al potere che alle spinte sociali e la frittata vien sempre fatta, peraltro male..... con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: interviene la Magistratura, su input di singoli e di associazioni, e fa a pezzi ciò che i nostri cuor di leone che siedono in Parlamento: un esempio per tutti la legge 40 sulla diagnosi preimpianto e la fecondazione assistita!!!!! Praticamente non esiste più.... si poteva evitare? Certo se non ci fossero i bizantinismi del ceto politico... ma siamo italiani e ci piace soffrire, vero?
Ora che abbiamo visto quali sono le reali forze in campo c'è mai la possibilità di fare una buona legge o si dovrà ancora una volta ricorrere alla Magistratura o magari a un referendum?
Perchè questi stessi difensori della famiglia non scendono in campo contro i tagli, da loro votati senz'alcun dubbio morale, al sociale e, di conseguenza, proprio alla famiglia? Il governo ha varato, per esempio, un piano contro la povertà che vede arrivare a chi è povero la enorme somma di .. 350 euri mensili: cambia tutto nella vita di chi spesso non mette insieme il pranzo con la cena o non arriva alla seconda settimana... e fra questi la maggioranza sono proprio famiglie!!!!! Tutto tace..
Perchè tacciono di fronte alla violenza insita spesso proprio in quella famiglia e di cui si legge sui giornali sempre più spesso?
Perchè tacciono su problemi come la pedofilia o la corruzione dei costumi proprio dei prelati?
Son cieco io o non ho visto nessuno di questi scendere in piazza o fare dichiarazioni roboanti o farsi carico di una qualche iniziativa per combattere il problema, anzi....
Cose che altrove sono scontate qui vanno strappate, concordate, sviscerate e quant'altro: mai che ci si arrivi per normale evoluzione sociale...... che sia l'aborto o il divorzio (ricordate cosa dicevano al tempo?) l'eutanasia o la libera scelta di scegliere se e come morire dignitosamente; le coppie di fatto (di qualunque orientamento) o quelle tradizionali mai che si prendesse atto della realtà sottostante, mai!!!!!

domenica 31 gennaio 2016

Elezioni Usa, il vento anti-establishment ormai è diventato una bufera

di Loretta Napoleoni | 31 gennaio 2016dal Fatto Quotidiano
Ronald Reagan era solito ripetere che non c’è nulla come lo ‘show business’, l’industria del cinema e dell’intrattenimento. Reagan, cresciuto alla scuola dei western di John Ford, dei musical di Fred Astaire e Ginger Roger e della Hollywood del dopoguerra, nella campagna presidenziale recitava la parte dell’eroe, il paladino dei valori della grande America. Il nemico era il governo, l’establishment che aveva impoverito l’America e creato la recessione.
In politica estera, invece, il nemico era l’impero del male sovietico e il regime komeinista, che minacciava la felicità dei popoli liberi. Una retorica che all’indomani della rivoluzione iraniana e nel contesto della crisi degli ostaggi americani a Teheran ha funzionato benissimo. Tra le righe si leggeva infatti la profonda critica nei confronti di Jimmy Carter, un presidente democratico che aveva trascinato l’America nella crisi iraniana perché liberale, incapace di prendere decisioni importanti.
La battaglia ideologica, dunque, in quelle storiche elezioni americane si è combattuta anche su temi di politica estera mentre in politica interna Reagan introduceva l’economia neo liberista quale nuovo pilastro della società.
Oggi Donald Trump, miliardario e personaggio popolarissimo del reality tv, conduce una campagna elettorale che ha diversi punti di contatto con quella di Reagan. In primis Trump, come Reagan, non è un uomo di contenuti ma di spettacolo, non conosce la retorica dei grandi leader politici, parla attraverso slogan che sembrano usciti dagli spot pubblicitari. Impossibile stabilire esattamente quale sarà la sua politica interna, quella estera, o come vorrà gestire la spesa fiscale e così via. Questi sono dettagli che non interessano a nessuno, e forse ha ragione.
E’ impossibile nel sistema americano, e anche in quello democratico occidentale, rendere i politici responsabili per non aver fatto ciò che è stato promesso in campagna elettorale. Allora tanto vale eleggere qualcuno di cui ci si può fidare, qualcuno che la pensa come la maggior parte dei votanti, che parla come loro.
Trump come Reagan ha spiazzato il partito repubblicano con uno stile da spettacolo. Quello di Trump è il reality show. Se Reagan era l’eroe sul cavallo bianco che salvava la carovana presa d’assedio dagli indiani, Trump è Jerry Springer che scava nel marcio della società per fare pulizia. L’America tornerà grande, sostiene Trump, perché’ la ripuliremo della spazzatura degli immigrati. Una ‘derattizzazione’ che il candidato repubblicano farà pagare agli stessi topi. Tra gli slogan più popolari c’è infatti quello che dice che il muro lungo il confine con il Messico lo pagheranno i messicani.
In politica estera la retorica è identica a quella di Reagan, il presidente democratico è responsabile per il disastro medio-orientale, non è stato capace di difendere gli interessi americani ed adesso il terrorismo del fondamentalismo islamico è arrivato a casa nostra. La soluzione è però estrema: blocchiamo tutti i visti ai mussulmani, poi si vedrà cosa fare ma per prevenzione non facciamoli entrare in casa nostra. Questo in sintesi il messaggio di Trump.
A differenza di Reagan, Trump non ha bisogno di sponsor, e questo è il punto di maggior forza in una campagna decisamente anti-establishment. Ciò significa che Trump può dire ciò che vuole e minacciare di distruggere i vecchi sistemi di potere clientelare non solo di Washington ma anche di Wall Street. Ed è per questo che l’establishment trema.
La prossima settimana si vota nell’Iowa, un test fondamentale per prevedere chi vincerà la corsa alla Casa Bianca. Il semplice fatto che Trump sia arrivato fin qui ci deve far capire che il vecchio stile di far politica non funziona più, il sistema è marcio e chiunque ha i soldi per condurre una campagna su questo tema fa presa. Che poi il messaggio venga trasmesso attraverso slogan ‘non politically correct’ da un candidato apertamente narcisista con un pessimo taglio di capelli non importa. In fondo Obama fu votato nella convinzione che avrebbe smantellato il sistema per crearne uno nuovo, meno corrotto, più funzionale agli interessi della popolazione, una speranza andata in fumo già nel primo turno presidenziale.
Che Trump vinca questa campagna elettorale è irrilevante, il vento anti establishment ormai è diventato una bufera in America e prima o poi avrà la meglio, speriamo che ciò avvenga con un candidato di peso invece che con una star del reality.
di Loretta Napoleoni | 31 gennaio 2016
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pensavo di fare un post sul c.d. family day ma poi pensandoci sopra mi son chiesto: ma perchè mai dovrei parlare di una cosa "locale (nonché anacronisticamente fuori dal tempo)" anziché mettere l'accento sull'origine del fenomeno, gli USA e il loro crescente conservatorismo populista e, come dire, neo-confessionale ossia perchè non parlare, in questo caso lasciar parlare, del centro dell'impero coloniale, la nuova Roma e in particolare della sua decadenza impersonificata dal Caligola del XXI secolo?

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