lunedì 31 dicembre 2007

la politica della vaselina si vasellina no

Mentre ancora si discute di finanziaria 2008 che avrebbe dovuto, il condizionale è d'obbligo in questi casi finchè abbiamo liberisti al governo dell'economia (si spera che dopo la "dipartita" del loro guru Friedman questi ultimi residuati bellici vadano a sparire anch'essi), da un lato dare la spinta alla società verso la ripresa (di cosa e da che non è dato capire visto che se il nostro paese non produce nulla non può crescere) e dall'altro redistribuire la "ricchezza" verso i ceti meno abbienti e i salari bassi (conoscete la favola di cappuccetto rosso e il lupo bè immaginate in questo caso che è capuccetto a mangiarsi il lupo.............. è vero non c'è più religione ) le risorse in più - i vari più o meno presunti tesoretti - dell'anno provenienti dalla tassazione: una contraddizione in termini tipica del bizantinismo italiano perchè in realtà sanno tutti, almeno spero dato che gli studenti sono fra i più ignoranti dell'area occidentale, che dal 1990 ad oggi nessuna linea politica monetaria e fiscale è stata tesa davvero a creare la base per investimenti, occupazione e ricerca ma solo a prendere il più possibile da chi era il vero motore dell'economia: i lavoratori e i ceti che li esprimono TARTASSANDOLI IN TUTTI I MODI E ATTUANDO POLITICHE MONETARIE CHE SCARICAVANO SI DI ESSI I COSTI SOCIALI E POLITICI DEI VARI ESPERIMENTI DI INGEGNERIA POLITICA ED ECONOMICA. In vari modi, sia chiaro, è stato fatto: il peggiore di tutti è quello di tagliare alle Amministrazioni periferiche e agli enti locali (affamando la bestia) che a loro volta scippavano i soldi dalle tasche ai cittadini. Il risultato era quello che mentre il politico nazionale poteva dire di "aver diminuito la pressione fiscale" in realtà lo Stato incassava lo stesso dell'anno pecedente (se non di più) per terze vie. Naturalmente ci sono tendenze reali alla redistribuzione verso il basso in questa maggioranza ma devono fare i conti con i partitini cosiddetti liberlademocratici e centristi che solo a sentire parlare di queste cose hanno crisi isteriche visto che il loro elettorato spinge per il mantenimento dello status quo: e qui cade l'asino . Infatti così come è congegnata la politica italiana conta di più il partito dello "zero virgola qualcosa" che i partiti medi e grossi: un'esempio? I liberaldemocratici diniani, liberisti per ispirazione, centristi per collocazione e di destra come linea economica ma in fin dei conti non molto diversi dal panorama attuale italiano dove, con la corsa all'affama il lavoratore, è facile sentir parlare di miglioramenti economici ma solo a prezzi carissimi a livello sociale e subito ripresi dalla tassazione punitiva; non esistevano prima e sono nati da transfughi del ParDem e altro che non hanno alcuna rappresentatività e che però hanno il potre di condizionare, e lo hanno fatto, la linea del Governo. Il loro Capo è un tecnocrate di lusso con pensione statale di lusso ottenuta prima del varo della riforma che porta il suo nome (i maligni dicono che la sua domanda di pensione fosse stata protocollata intorno alle 23, quindi 1 ora prima dell'entrata in vigore della riforma..... grande esempio di pubblica responsabilità non c'è che dire) e che ha navigato in tutti i partiti oggi presenti nel Parlamento spaziando dalla destra al centro "cespuglioso" all'attuale centrosinistra?) che ora come ora, come tutti i partitini, ha il doppio problema di sopravvivere alle varie riforme elettorali, referendum compresi, dall'altro di preparare, in modo "onorevole (e all'italiana) la propria partenza da un'alleanza che non gli dà soddisfazione per approdare ad altro che gli consenta di continuare nell'avventura nella quale si è imbarcato qualche decennio fa. E cosa ha immaginato il Nostro? Ha preso 7 punti, tutti teoricamente condivisibili, e li ha spiattellati, non come proposte ma come agenda vera e propria, sul tavolo della verifica che si terrà a gennaio nell'attuale maggioranza. Facile così perchè a leggerli chi non è d'accordo: ci sarebbe addirittura da pensare ad una proposta demagogica se non fosse che in realtà sono 7 polpette avvelenate per cantare il de profundis al Governo. Molti osservatori sanno che in realtà la posta in gioco è la riforma elettorale e il futuro Governo che vedrà la nascita del Veltrusconi I°: chi si posizionerà meglio quello avrà maggiore forza negoziale allora. Non c'entrano nulla nè le "volontà riformatrici" nè, tantomeno, la ncessità di dare una svolta: l'unico obiettivo è il salvataggio dello scranno e l'assicurazione per il futuro, null'altro. Perchè sennò sparare 7 punti visto che questa maggioranza un programma, del tutto inattuato, c'è l'ha già? Siamo diventati così passivi e depressi che ormai ci scivola tutto addosso e quindi il lavoro svolto finora è giunto al suo obiettivo reale: creare una massa informe e amorfa, la cui gran parte gravita intorno alla soglia di sopravvivenza, che non valuta acriticamente le posizioni politiche ma le accetta per spirito di parte mentre le minoranze organizzate in realtà governano per il proprio tornaconto: è vero il motto che dice"se un popolo è sazio, sicuro e sano è impossibile da governare", mentre (basta guardarsi intorno) uno invece "insicuro, tenuto in perenne stato di allarme, ma depresso nelle sue aspirazioni e speranze, lo gestisce anche un bambino. Tutto quanto detto finora non sarebbe stato possibile senza l'accondiscendenza colpevole del sindacato che ha fatto più danni della politica in sà e si è trasformato vieppiù in partito corporativo perdendo la mission iniziale.
A QUESTO PUNTO DOVREI DIRE BUON ANNO ECC. MA ALLA LUCE DI QUESTA SITUAZIONE IL MASSIMO CHE FACCIO E' DIRE: "IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"

domenica 30 dicembre 2007

Ragionevoli le critiche a Grillo?

C'è online (<- qui a sinistra il link) chi fa le bucce al blogger più famoso d'Italia. Da un lato si sa chi ha fama viene messo sotto la lente d'ingrandimento e gli si guarda tutto: dalle amicizie ai rapporti professionali, soprattutto se è un personaggio pubblico. Anche in questo caso la questione dipende da come si guardano e giudicano le cose. In tanti sono quelli che criticano Grillo per i vari aspetti del suo modo di fare; per il messaggio dirompente e, ritenuto, potenzialmente pericoloso per il regime democratico. Ma altrettanti, se non di più, sono quelli che in qualche modo lo sostengono e ne condividono scopi e obiettivi sia per convinzione che per opportunismo o semplicemente voglia di cambiare e contribuire a cambiare. Personalmente credo che Grillo sia proprio immerso nella attuale crisi sociale e ne sia anch'esso espressione non ultima perchè, come dice stesso lui, se un comico fa politica c'è davvero qualcosa che non va: e non è colpa sua anzi è la politica ad essere così squalificata a lotta fra lobby, senza ideali, che perfino un comico può farla. E' un fenomeno della società ma ne è anche un prodotto. E se la società li produce non "il" Grillo di turno il problema ma la società stessa che non avendo punti di riferimento sicuri e credibili si aggrappa a tutto quello che capita per far sentire la propria voce ed a paortata di tiro: in certi casi, come questo, li produce. Da canto suo la politica, feudale come quella italiana, perso il paravento ideologico ha bisogno di essere presente in tutti gli aspetti, anche non essenziali, della vita sociale italiana, e si vede dato che tutto ne è pervaso e insieme ai media del manistream si trova nella condizione di dover far passare il proprio messaggio a scapito della bidirezionalità dello stesso come dovrebbe essere in una società democratica: quindi, sempre a mio parere, il punto non è se Grillo o suoi avversari hanno torto o ragione, ma semmai è se siamo ancora una società democratica o non invece siamo transitati, e senza nemmeno chiederne a noi cittadini il consenso, in una società oligarchica (leggasi liberale) dove conta chi ha soldi per comprarsi la libertà (ed il resto) e gli altri sono semplicemente a ruota e vi arrancano.................... io la risposta me la sono data!! Quanti l'hanno realmente fatto?

venerdì 28 dicembre 2007

l'uccisione della Bhutto: un triste risultato dell'occidente......

La morte della Bhutto, per mano di un kamikaze, ha molte conseguenze e tutte negative. Nello scacchiere incrina e destabilizza un paese come il Pakistan, l'unico paese islamico che ha l'arma atomica, che è cruciale per l'intera area sia per la posizione geografica che per l'importanza politica che indubbiamente ha in particolare per gli occidentali. L'oppositrice aveva come sponsor proprio i paesi occidentali e la sua morte è il segnale che ormai le nostre "quotazioni" sono al minimo storico in seguito alla folle politica della amministrazione americana che nel suo ideologismo estremismo pensava di poter, attraverso la linea politica della democrazia muscolare, risolvere tutto a suon di cannonate ed invasioni: il problema è che anche il resto dell'occidente ne pagherà lo scotto di essa. Infatti l'assassinio della Bhutto è un chiarissimo messaggio a chi continua a giocare con i destini altrui ritenendosi il padrone del mondo: c'è un nuovo (per dirlo all'americana) "sceriffo in città" e le regole stanno velocemente cambiando e sono tutte nostro sfavore a partire proprio da quella base: la credibilità. Con l'aggressività militare ed economica ci siamo giocati quel poco che ne restava e ora, mentre si sperava con la Bhutto di eliminare l'attuale reggitore dello Stato pakistano ritenuto troppo ambiguo, invece è proprio con Musharraf che si dovranno fare i conti e ora che il gioco occidentale è scoperto sarà estremamente diffcile gestire la situazione con un Presidente non proprio in sintonia con gli apprendisti stregoni occidentali e, c'è da scommetterci, cercherà altri referenti internazionali con cui dialogare. La gravità della situazione è evidente anche dal fatto che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU che ha discusso delle conseguenze, perchè conseguenze ci saranno dato che non c'è solo la globalizzazione economica e politica ma anche quella del terrore che s'innesta sul malcontento delle popolazioni messe ai margini della ricchezza e sfruttate per fare arricchire oscenamente le lobby e i loro sodali politici e perpetuare il sistema di arricchimento e sfruttamento dell'uomo sugli uomini che per reggersi ha bisogno dell'accesso alle ricchezze senza limiti e regole: chiaramente senza nemmeno chiedere il permesso a chi lì ci vive. E che l'Occidente sia visto come il "Satana" non più solo da pochi popoli ma anche da quelli che storicamente sembravano ad esso più vicini. Infatti anche nei paesi cosiddetti moderati la tendenza autoritaria è accentuata e le cacellaerie occidentali lo sanno e sanno anche che nel momento in cui i popoli dovessero esprimersi davvero liberamente la tendenza sarebbe in maniera schiacciante antioccidentale e antiliberista e tesa a cercare strade che per noi sarebbero al minimo nefaste. Per non parlare dell'entrata in gioco di attori presenti nell'area come India (rivale storica del Pakistan), Cina e Russia che non aspettano altro che di giocare un ruolo di maggiore importanza e spodestare noi. Insomma se le cose vanno male è colpa nostra soprattutto delle elitès che hanno seguito gli avventurieri americani imbarcandosi in una serie di inziative che alla fine si sono mostrate deleterie e controproducenti: ma si sa il potere non ammette egole e deroghe ai principi su cui si basa e quindi il conto che ci si sta presentando è solo l'anticipo di quanto ci aspetterà in futuro... ma questa è un'altra storia mi sa............ e spero di non vederla

Sei L.G.B.T.? per la Chiesa vai (dal) Curato

Un giornalista, Davide Varì di Liberazione, si è finto omosessuale e ha pubblicato un reportage che ha creato scompiglio nel mondo soffuso e patinato della gerarchia ufficiale ecclesiastica mettendo a nudo quella che è una realtà, purtroppo, con cui si devono fare i conti: la Chiesa tende al completo controllo delle nostre vite e alle sfide nuove che la società pone da risposte che non sono per niente tranquillizzanti. Questa è una: se sei Gay devi curarti perchè sei malato. La Chiesa, come già fanno alcune sette cristiane americane, ha intrapreso la guerra occulta all'omosessualità attraverso la psichiatria. Se questa non è una violazione del principio di libera determinazione dell'individuo....... La stessa comunità scientifica ha più volte stigmatizzato questa tendenza come violazione della personalità e, se siamo in una società liberale, e la Chiesa si vede riconosciute alcune prerogative questo non significa che debba ingerirsi nei diritti individuali. Da quando la politica, e gli ideali dei quali essa dovrebbe essere portatrice, sono finiti nella spazzatura della storia, maggiore è il peso che assume la gerarchia ecclesiastica nella vita pubblica, ed ora anche privata, dei cittadini italiani. E' vero che c'è chi, come Ferrara (deluso da Bush che ha fallito la missione affidatagli dalla storia mentre in realtà a fallire è il sistema liberistico che sempre da più parti viene rifutato, ed in cerca di altre cose in cui credere e di cui farsi portatore perchè non sa stare senza, nudo come il re), vede nella Chiesa il baluardo all'islamismo e la difesa di quei valori che, anacronisticamente, propugna e quindi ora "tifa" per essa; ma è anche vero che da questo a spingersi a entrare in quello che è la libera determinazione dell'individuo ce ne dovrebbe correre ed invece accade che l'ombra dell'integralismo religioso cristiano si estende anche nel nostro paese. Qui il problema è davvero grave: un pò alla volta si stanno mettendo in discussione tutte le basi della societò laica, democratica e liberale che faticosamente genrrzioni di persone hanno costruito nel corso dei secoli e non meraviglierebbe se in un prossimo futuro si dovesse verificare anche una sorta di controllo religioso, con annesso nulla osta, sui matrimoni e altro visto la tendenza attuale. Quello che è accaduto in realtà è solo la punta dell'iceberg: già prima il Vescovo di Tenerife aveva fatte dichiarazioni, in merito alla pedofilia, al minimo fuori luogo ma sono tutti segnali non certo incoraggianti per la nostra società basata sui diritti e valori della persona: e ciò mi spiega pure la volontà di toccare la nostra Costituzione. Infatti, temo che l'obiettivo non sia solo aggironarla alla situazione (che pure è mutata soprattutto in seguito alle convulsioni politiche) ma semplicemente di cancellarla nei punti fondamentali e rifare assurgere la cosiddetta "cristianità" di nuovo al centro della società e stavolta non solo pubblica. Non meraviglia il silenzio della politica ma quello delle persone: mentre un pò alla volta ci scavano sotto per toglierci quel poco che abbiamo qui pare che l'unica cosa che conti sia lo shopping..................

giovedì 27 dicembre 2007

Non c'è pace nel PD e fra gli ulivi...........

Sempre più tormentata è la situazione nel cosiddetto centro(sinistra?): prima si diceva fossero i sinistroidi (?) radicali che mettevano i bastoni fra le ruote (in realtà chiedevano solo di attuare il programma che per i centristi era solo "elettorale", in pratica per accalappiare voti), ora invece il gioco è stato scoperto ed è venuta alla luce la vera faccia dell'alleanza: la cosiddetta sinistra deve solo potare acqua, eletorale, al mulino poi i cattivi maestri del liberismo vogliono governare senza pagare dazio inpipandosene di chi li ha votati ..................... magari turandosi il naso! Ed ecco che le contraddizioni esplodono: i partiti dello "zero. ecc." minacciano sfraceli se si fa redistribuzione di ricchezza mentre stanno zitti zitti se si regalano soldi alle lobby: così non va! E se aggiungiamo che incombe il referendum allora la somma totale torna: sapendo di dover sparire (e nessuno ne sentirà la mancanza) alzano il tiro e diventano più feroci pur di sopravvivere; capaci di qualunque trasformismo (naturalmente hanno l'accortezza di ammantarlo di preoccupazione per le sorti del paese ma il vero obiettivo è il mantenimento dello scranno privilegiato) non esitano a metterlo in pratica sapendo che il "carpe diem" vale per l'oggi che hanno il pizzico di potere di condizionamento. Insomma la democrazia italiana è ingessata a tal punto che anche una mezza tacca può condizionare le scelte di governo. E mentre ciò accade il paese rotola allegramente sull'orlo dell'abisso.............................

I 60 anni della Costituzione........

La Costituzione italiana compie in questi giorni 60 anni: una vecchia signora ancora in forma (anche se vissuti non pienamente). Già. Solo 3 italiani su dieci conoscono i principi che sono alla base della sua stesura e solo uno su dieci sa quanti sono gli articoli che la compongono. Nonostante sia una "signora" matura di Lei gli italiani non ne sono mai stati innamorati nè hanno mai tentato di conoscerla a fondo per andarne orgogliosi. Mentre altri paesi ce la invidiavano la ignoravano; mentre altri la copiavano a più riprese hanno tentato di cambiarla. I principi base sono alti e nobili: sociale; democratico; liberale. Essendo frutto della scelta di partiti che avevano combattutto il fascismo essa ne risente nel novellato ma complessivamente ha determinato la stabilità del paese e ha permesso a tutti di crescere sulle radici che ha posto nella società italiana. Disattesa in gran parte dalla partitocrazia, mantenendo l'impianto orginale ha permesso alle istituzioni di resistere alle ondate qualunquiste che negli anni si sono succedute; e quando se ne è parlato male, presentandola come obsoleta, a mio parere ciò è accaduto perchè l'elitè che nel frattempo ha preso il potere era costretta in ambiti stretti e non poteva creare a propria immagine a somiglianza l'intera società come invece si sta tentando ora di fare: è stata il vero baluardo contro la partitocrazia e le è sopravvissuta. I principi scritti sono attualissimi: dalla libertà di manifestazione del pensiero all'eguaglianza senza discriminazioni di sesso, religione ecc; dal diritto al lavoro al diritto all'istruzione uguale per tutti anche se un privato può fare altrettanto ma dev'essere senza oneri per lo Stato (mai accaduto anzi oggi pià che mai si sputa nel piatto dove si mangia); dalla parte economica a quella sociale tutte cose che sono state disattese se non tornava ai potenti di turno. Se la metà di essi fossero stati effettivamente attuati saremmo in un paese migliore di quello attuale e dove i cittadini non sarebbero stati preda del primo messia di passaggio. Invece gli italiani si sono sempre contraddistinti per l'incapacità di pretendere dai loro rappresentanti il rispetto dei principi propri della Costituzione e quindi, in mancanza di terreni condivisi, sono stati i loro limiti ad aver segnato il passo alla crescita democratica e spinto verso una estremizzazione degli schieramenti che hanno disastrato la nazione. La signora ha bisogno di qualche ritocco approfonfito ma non certo di quello che da qualche anno si parla nè di quelli che gli attuali partiti propongono perchè ne stravolgerebbero lo spirito rendendoci peggiori di quanto siamo in realtà...........................................
Auguri Signora!!

lunedì 24 dicembre 2007

Bobbio aveva ragione?

So che è Natale e siamo (?) tutti più (in maniera finta) buoni ma nn posso esimermi dal lasciare sul blog alcune riflessioni su quello che siamo, che eravamo e che stiamo diventando. Veniamo da una stoira millenaria di cui però non abbiamo fatto tesoro e infatti i risultati si vedono: siamo facile preda del primo messia arrivato e della pubblicità (salvo poi scoprire che siamo senza soldi e che quindi al paradiso del consumismo non possiamo accedere); siamo fra i più i più ignoranti del mondo (sia dalle scuole pubbliche che da quelle private anzi queste ultime stanno anche peggio); siamo preda dei marketing politici aggressivi e ci stordiamo con il mondo ovattato (che viene usato, come scientificamente provato da studi autorevoli, per tenere sotto stress la corteccia cerebrale e farci perdere il contatto con la realtà) dei media; siamo depressi e astiosi ma sappiamo benissimo che è solo colpa nostra: non ci sono più le ideologie a farci da substrato culturale e allora il re è nudo. Siamo, come affermato da molti, i più amerikanizzati d'Europa (e questo non mi stupisce) ed i meno antieuropeisti: come sempre ci atteniamo all'idea dei due forni! Nella società del pensiero unico e dominante (il liberismo) ci distinguiamo per egoismo e individualismo: in una parola, la società dell'io e non del noi. Quando Bobbio affermava, con lungimiranza, che destra e sinistra sarebebro sparite per avvicinarsi fra loro credo che pensasse ad un'opportunità storica da cogliere: con la fine delle ideologie c'era la possibilità di cogliere il meglio di esse e creare i presupposti per la costruzione di un diverso orizzonte. Non è stato così ed è sotto gli occhi di tutti, anzi al contrario si è affermata solo una ideologia: quella dell'individualismo liberista. E' una ideologia totalizzante che mette tutto al servizio del profitto, rende tutto e tutti numeri e variabili economiche e ragiona in termini di costi/benefici ma soprattutto non tiene in alcun modo in considerazione la cosa più importante: la variabile uomo con le sue aspirazioni, credenze, comportamenti ma soprattutto speranze. In teoria si propugna la "non" partecipazione dello Stato alle vicende del mercato libero; in teoria lo stesso mercato dovrebbe trovare al proprio interno le informazione e i trend per una sua stabilità fra domanda e offerta; in teoria sempre dalla crescita arrivano benefici per tutti e dovunque nella società: nella realtà............ bè nella realtà basta guardarsi intorno. Dovunque siamo state apportate le modifiche "moderniste" la forbice fra ricchissimmi e poveri si è allargata; le società conoscono squilibri enormi; i flussi migratori assumono valenza biblica. Gli Stati stessi che hanno abbracciato queste idee si trovano sempre sull'orlo del fallimento dato che sono usati come puri bancomat dai "sopravvissuti" del mercato che la fanno da padrone fino a creare Stati negli Stati ma stavolta di carattere puramente corporativo. E' un mostro che divora sestesso diceva Marx: ed aveva ragione. Per aumentare i profitti le corporazioni vanno sempre alla ricerca del basso costo (spesso associato alla bassa qualità) e delle migliori condizioni di vivibilità dal proprio punto di vista (poche o nessuna garanzia per i lavoratori; niente sindacati, free zone, bassi salari ecc. la solita solfa) di produzione e della massimizzazione del profitto: socializzano è vero ma i danni che arrecano questi li socializzano velocissimamente o meglio li mollano agli stati ospiti del parassita. Unico obiettivo: la crescita. Crescere è questa la parola d'ordine. Nell'idea malsana che non si deve invidiare (l'invidia invece è una molla che smosso conoscenza e progresso tecnologico) ma amare chi si arricchisce e accettare il ruolo affidato c'è tutta la perversione di questo sistema che laddove si è affermato non ha esistato a finanziare dittature sangunarie (che hanno eliminato intere generazioni di persone sistematicamente) e sistemi che aggravavano, anzichè migliorare, le condizioni di vita delle persone cui spettava una fame nera e una disperazione senza fine (e senza rete di protezione) in una vite infinita che da un lato portava maggiori profitti e dall'altro maggiore povertà. Si questo natale, come gli altri, dovrebbe farci riflettere: ma anche questa volta è uan cosa che si rimanda; non è richiesta; non è utile dato che un popolo sicuro, saggio, sano, benestante è difficilissimo da governare mentre un popolo insicuro, ignorante, depresso, spaventato, malato, lasciato a se stesso................SI. E' facilissimo: basta sventolargli davanti il mondo luci e colori dell'abbondanza e mettergli davanti l'agnello sacrificale di turno con cui prendersela. Siè creato, infatti, una frattura sociale enorme dove chi è a media delal scoeità lotta disperatamente per non affogare e per farlo deve fare affogare i suoi vicini e chi è più in basso mentre stende le mani a tirar giù chi è in alto per conquistarsi il posto al sole. Homo homini lupus: ecco il paradigma attuale. Bobbio, come teorico aveva ragione; ma chi ci ha preso in pieno è stato il Sig. George Orwell.........................

giovedì 20 dicembre 2007

Sorpasso spagnolo: un'onta o una salutare doccia fredda?

A titoloni i giornali italiani danno la "ferale" notizia: la Spagna ci ha superato! nella graduatoria virtuosa europea. La domanda sorge spontanea: ma dov'è la notizia? Si vuole forse dare il peso addosso a questo Governo dell'onta? Si vuole contmporaneamente colpire la fantasia del "popolino" (termine non io) per mettere il capro espiatorio unico alla gogna? O si vuole far dimenticare che nella precedente legislatura la crescita italiana è, grazie ad una dissennata politica economica che è stata più finaziaria che economica, vicinoa se non ZERO? E che in realtà la frenata della crescita (e tutto quello che questo significa in termini economici) è stato un lunghissimo processo inziato negli anni 80 dello scorso secolo quando c'era la milano da bere e la industria scopriva le gioie della finanza come valida alternativa (sopratutto dal proprio punto di vista perchè sotto ricatto dei licenziamenti si abbeverava alla mangiatoia di Stato salvo poi "stornare" in tutto o in parte i fondi così ottenuti in investimenti a dir poco dissennati in avventure speculativo/finanziarie) al "sudore" della fronte in fabbrica che significava: rapporti con i sindacati; trattative per i salari ecc. Così accadde che i capitani cominciarono prima a chiudere o vendere le aziende per lanciarsi in altri business e poi, avendo l'attitudine manifatturiera, pretendere che altri facessero qualcosa accusando "terzi" che non producevano più e lo Stato che non finanziava la ricerca e lo sviluppo; e, come se non bastasse, visto che l'evasione esplodeva i margini della tasszione raggiungevano parossismi e vette invalicabili pesando solo su chi effettivamente sgobbava per sbrcare il lunario, avevano ache la faccia tosta di criticare lo strozzamento del'economia. Insomma un gioco di disinformazione tutto teso a spostare su "altro" l'attenzione delle persone (coadiuvati egregiamente dal mainstream mediatico quasi tutto asservito ai salotti buoni) e premendo contemporaneamente, sulla politica perchè si giungesse allo Shock and Awe della società italiana in modo da mettersi alla pari con le tendenze della democrazia di punta occidentale: gli USA delle corporation. Obiettivo finalmente ragiunto all'inizio degli anni 90 dove, sull'onda del thatcherismo e del reaganismo, anche qui abbiamo avuto la shock therapy che ha modernizzato il paese: la svendita del patrimonio pubblico. Fatto questo il resto è storia recente e l'annuncio del sorpasso attuale nient'altro che la conseuenza oltremodo prevedibile di quei processi tendenti a creare l'elitè che ora gestisce lo Stato-bancomat che mal sopporta però vedersi messa di fronte ai propri errori (ma non sono tali perchè erano scelte oculate e precise) cercando ora, anche di fronte all'evidenza, ancora una volta di nascondere, anche a se stessa, la teribile verità: le basi della decadenza attuale hanno radici antiche che se non verranno evirate saranno foriere di ulteriori future sventure e avventure per noi comuni cittadini.............................. Il Governo Prodi ha molte responsabilità ma su questo c'entra come il cavolo a merenda e mi duole dirlo non trovo giusto rovesciare su esso colpe e malesseri antichi come lo Stato stesso!!

Clima: le speranze di Kyoto; il fallimento di Bali

Sono lontani nel tempo e nello spazio i bei propositi di Kyoto quando sembrava che finalmente i Governi volessero dare ascolto ai cittadini più che alle sirene lobbystiche e corporative e si posero le basi per una politica finalmente attenta alle sfide globali che l'ambiente poneva. Anni sono trascorsi; Governi sono cambiati; il mondo è un posto meno sicuro grazie ai Volenterosi di Bush più attento alle esigenze delle industrie inquinanti che ai bisogni dei propri cittadini; ma anche perchè la situazione ambientale si è, nel frattempo, aggravata ancora di più: ora i ghiacci si stanno sciogliendo sul serio e, colpa nostra o no, ci si sarebbe aspettati un cosiddetto "ravvedimento operoso": invece................. NO, miei cari. A Bali è accaduto esattamente l'opposto! Un compromesso al ribasso che non risolve anzi li aggrava i problemi: niente limiti ufficialmente, e universalmente, riconosciuti; note a margine che sarebbero dovute far parte del documento ufficiale che non sono altro che il segno del CHIARO FALLIMENTO del sogno ambientalista di lasciare alle future generazioni un pianeta, non dico maggiormente pulito, ma almeno avviato sulla strada del risanamento. Invece si è scelto, stavolta scientemente, di decidere di farsi del male perchè al di là delle parole cerimoniali ufficiali il fallimento è evidente anche a chi si rifiuta di aprire gli occhi. Nulla delle premesse di partenza è passato e nulla è stato lasciato alla immaginazione: tutto è scritto e tutto lascia poco spazio alle illusioni. Solo quando saranno sotto la pressione delle catastrofi ambientali e climatiche sarà affrontato il prblema del clima e delle conseguenze che porterà nella vita di ogni singolo essere vivente sul pianeta. Per ora quello che conta è il liberismo e la sua folle corsa verso il .............. niente della distruzione della vita in un'orgia economicistica che ha solo l'obiettivo di massimizzare i profitti a scapito delle collettività e dell'ambiente in cui vivono perpetrando, finchè sarà possibile o finchè ci saranno risorse, lo sfruttamento di una infima minoranza sulla stragrande maggioranza di disgraziati che hanno avuto la sfiga di nascere in questi anni. Troppo pessimista? Leggete al link il risultato della Conferenza climatica e qualcuno che ancora voglia di sostenere che non è così dica a se stesso se vuole le ragioni di questo convincimento in maniera oggettiva e se davvero è intenzionato a lasciare ai propri eredi un tale sfregio del pianeta che lo ospita!! E, tanto per cambiare, dulcis in fundo cos'hanno inventato le lobby in attesa del prossimo esaurirsi delle risorse fossili? Una bella rispolveratura del nucleare come panacea dei mali: non è così dato che per quanto possano essere sicuri gli impianti la fissione nucleare è un'animale cui non piace stare in gabbia; e nulla si dice delle scorie radioattive.............. ma quello che manca, salvo rarissime eccezioni, è la progettualità, reale e finanziata, delle fonti alternative (a partire dall'idrogeno) e l'indivisuazione di appositi strumenti, anche fiscali (non si parla più della Tobin tax), che facendo pagare alle industrie inquinanti il costo dei danni che causano spinga le stesse e le nascenti industrie meno inquinanti a riciclarsi in altre produzioni più attente a quanto c'è intorno: con Kyoto è stata persa un'occasione irripetibile; con Bali è stato confermato che finchè il liberismo sarà il sistema principe su cui si basano le economie nulla potrà mai seriamente essere pensato e creato per cambiare la direzione, o almeno frenare, il treno "climatico" impazzito...

DL Sicurezza: un'altro buco nell'acqua

Voluto da Veltroni sull'onda dell'emozione della donna uccisa dal rumeno a Roma e imposto al Governo; usato dalla cosiddetta sinistra per "infilarci" la norma per il reato di omofobia (con un'errore madornale di cui si sono accorti gli ex DC e la Chiesa nei fatti imponendone l'abrogazione), fatto decadere dalla compagine governativa, anche per le pressioni quirinalizie che hanno fatto capire che non sarebbe stato firmato, onde evitare problemi maggiori; ora nasce il problema di una nuova norma che consenta di mantenere fuori i criminali cacciati a furor di popolo e emanarne uno nuovo che, omettendo le "aggiunte", tenga il succo e non dia l'impressione (già ampiamente data) che, causa giochi interni alla maggioranza, si abdica alla richiesta di maggiore sicurezza. In tanti ci hanno rimesso la faccia e hanno dovuto abbozzare (anche se qualcuno aveva minacciato le dimissioni rientrate a velocità luce.....si sà la poltrona) ma soprattutto a cantar vittoria sono proprio i gli affiiliati alla Chiesa, i teodem, gli ex DC,ecc. e ancora una volta sconfitta è la cosiddetta sinistra arruffona e inkazinata!! Non ne azzeccano una e, insieme al Governo, stanno dando un'immagine di se non proprio di "cultura di Governo" vista dalla parte dei meno abbienti, al contrario con la furbata fatta hanno messo a rischio l'intero impianto del DL e dato armi al'opposizione sia interna alla maggioranza che esterna mettendo, infine a rischio anche i rapporti con il Quirinale. Insomma ormai la zuppa è andata a male: non sarebbe il caso di buttarla via?

mercoledì 19 dicembre 2007

Outlier (o outlet) Italia?

Mentre ieri altre 5 morti bianche hanno funestato le cronache; la politica, a fronte delle parole di circostanza non fa assolutamente nulla per evitarle: anzi, citando un politico, essenso un paese integrato in un sistema "liberaldemocratico (leggasi liberista)" dobbiamo attuare politiche di tale stampo che mirano, quindi, non ad alzare i salari e i livelli di sicurezza costringendo con la forza della legge e dei controlli a spendere un pò dei profitti che si metono annualmente in tasca per investire in azienda e non mirare a strizzare ulteriorimente il lavoratore pagandolo di meno e rendendo l'ambiente di lavoro meno sicuro; a sentire la trasmissione Ballarò e i politici che vi sono intevenuti sembra, invece che la cosa più importante fosse...... i rapporti fra maggioranza e opposizione per le mitiche "riforme" che sono sul tappeto. Insomma la solita solfa barbosa su come i sepolcri imbiancati tentano di darsi una riverniciata di fresco e rendersi almeno presentabili. Poco conta che il paese è appena stato superato come reddito pro-capite dalla Spagna di Zapatero, come poco conta che il lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, sia svolto in condizioni di assoluta insicurezza e che i lavoratori italiani siano i peggio pagati d'Europa come lo Stato stia svendendo un'altro pezzo importante di se stesso come l'Alitalia e abbiamo appena apreso che i precedenti Amministratori delegati hanno percepito impotanti liquidazioni e premi per "obiettivi raggiunti": ma quali obiettivi raggiunti, quelli di portarla al fallimento per svenderla meglio? Ed erano proprio necessari tutti quei milioni di € per chi ha gestito male? Ed invece la nostra classe politica che fa? Si rinfaccia le cose fatte e male delle varie gestione rovesciandosi addosso spazzatura gratuita. Ma questa dovrebbe essere la classe che ci porterà fuori dalla depressione o è quella che ci ha spinti dentro essa? E davvero sperano che il popolo bue prima o poi non si svegli e giri la testa da un'altra parte per sempre? Qualcuno davvero crede che il ceto dirigente che ci ha portato a questa rovina abbia la forza e la levatura morale di elevarci da essa: perchè se qualcuno lo pensa davvero c'è da chiedersi dove fosse negli ultimi 40 anni: dormiva o cosa? La lontananza dalla società reale è ormai abissale e la presa sul reale ancora minore. Cosa fare se ci troviamo in tale a situazione e ci rendiamo conto che costoro non mollano la presa. E' vero che gli italiani amano dividersi su tutto e che ancora non hanno capito che i guelfi e i ghibellini appartengono ad un'epoca che non esiste più ma continuare a farsi del male così è proprio un controsenso dato che ormai il paese nel suo compesso è il fantasma di se stesso ed è ormai davvero al blocco completo. il problema è che proprio questo ceto dirigente ci ha portato a questa situazione ed è ormai conclamato che è incapace di farci uscire così è chiaro come il sole che lo stesso ceto dirigente si è stratificato a tal punto da fare resistenza al nuovo e questa resistenza sta facendo da tappo alla società allargandone il malcontento e le divisioni al suo interno: quindi il paese outlier frena quella reale ma al contempo per continuare a "contare" ha la necessità di trovare problemi che sviino l'attenzione da sè e dai danni che si stanno facendo rendendo l'Italia l'outlet del pianeta, il posto per fare shopping a buon prezzo e senza grossi rischi.

Pena di morte: addio o solo arrivederci?

L'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato la moratoria per la pena di morte con 104 voti a favore 54 contro e 29 astenuti. L'Italia ha giustamente il merito di aver lottato e aver vinto una battaglia contro questa barbarie anzi contro "LA" barbarie di Stato dato perchè è stata fra le promotrici dell'iniziativa perchè almeno la moratoria fosse approvata: è un segnale importante anche se Paesi più importanti di noi (USA, Cina ecc.) non sono favorevoli e intralceranno anche in futuro l'iniziativa, dato che si è vinto una battaglia ma NON la guerra. Infatti l'obiettivo è una risoluzione che da un lato vieti in via definitva e dall'altro spinga i Paesi membri ad abrogarla anche se é forte la sensazione che, al contrario, la mannaia del veto calerà su essa inesorabile: è una questione di civiltà e cultura, di cui in particolare i paesi occidentali si fanno promotori (per non pensare che serve solo da paravento per altri interessi) presso gli altri anche se dovrebbero rimettersi in discussione prima loro, ma per farlo devono superare un gap culturale enorme e al momento non si vede nemmeno la volontà di superarlo. In ogni caso la Comunità mondiale il segnale l'ha dato ed è importante questo precedente soprattutto in questi anni dove in seguito all'avventurismo americano il pianeta è meno sicuro, climaticamente messo male, con un'odio non ancora realmente esploso nei confronti degli occidentali. Ma soprattutto questo segnale di civiltà dovrebbe spingere le pubbliche opinioni dei paesi che ancora la applicano a riflettere sulla qualità delle società cui appartengono chiedendosi se è logico se paesi (che almeno sulla carta) si dicano "democratici" come gli USA possano stare dalla stessa sponda di paesi come la Cina e non invece debbano passare dalla parte della libertà e della democrazia assumendo quel ruolo che gli è consono abbandonando il mito dello sceriffo per assumere quello della vita. Già molti Stati dell'Unione americana la stanno mettendo da parte: la speranza che anche il Comandante in Capo scenda dal cavallo bianco (un pò malconcio negli ultimi tempi) smettendo di fare "il texano" e si ricordi di essere lì per mandato democratico e non un'autocrate della steppa asiatica, non gli si addice e non lo merita il popolo che governa soprattutto!!

martedì 18 dicembre 2007

Il paese di m...erito

Un giornale lo raccontava: senza la tessera di partito non si fa carriera nella Sanità (ma dovunque ormai) e anche quando la si è fatta per restare al sole la tessera è necessaria per restarci in alto. Prima era solo una questione di racomandzioni per un posto di lavoro, per apparire in tv o quant'altro, per fare il primario: naturalmente il tutto sl netto delle rli capacità e meriti professionali. Così mentre molti giovani capaci e meritevoli che si trovano di fronte alla scelta o emigrare o accettare un dottorato di ricerca a1000 € a essere buoni altri i "tesserati" che siano in gamba o meno assurgono alle vette delle professioni senza averne la capacità, a detta dei giornali e di chi denuncia la cosa, nè i meriti. Naturalmente si dirà la colpa è della partitocrazia e del sistema che ha creato in 50 anni di "coraggioso" lavoro: è vero in parte la cosiddetta politica è dovunque e fa sentire la propria presenza; ma non è solo questo. E' una questione culturale invece: è presente nel DNA italiano e si trasmette come un virus da uno all'altro. C'è sempre stato e continuerà ad esserci a meno di non riuscirlo a cambiare geneticamente: si dovrebbero inventare gli italiani geneticamente modificati cosa sia contraria ai diritti umani che a qualunque morale sia religiosa che etica, oppure ci dobbiamo rassegnare a che le varie elitès (assistite dai potenti o meno) si riproducano con questo vizio di fondo? Naturalmente non si può generalizzare: non tutti lo sono e non tutti fanno ricorso alla "raccomandazione" per fare carriera. E' verissimo che c'è una buona percentuale che fa ben sperare in proposito ma è significativo che i migliori se ne vanno all'estero e che quando ritornano sono come pesci fuor d'acqua, equelli che non ne hanno la possibilità o fanno una vita da precario o si accontentano di lavori considerati non appetibili da chi ha mire di ascesa. Si dovrebbe discernere fra i favorire il talento e valorizzarlo e invece, pur di dimostrare che si ha potere, mettere l'uomo sbagliato al posto giusto che è da decenni lo sport nazionale.. Nella società liberale "pare" che i igfliori non solo siano quelli che governano e dirigono la società (come si vede dai tempi di Atene e Sparta le cose non sono cambiate) e il merito e il talento, va scoperto, colitvato e premiato in forza delle pari opportunità di partenza; nella società democratica si sperava si andasse oltre: oltre ai princi pi dicui sopra ci doveva essere anche l'assicurazione che chi è al servizio del cittadino si comporti di conseguenza e non crei il "proprio" personale da mettere nei posti chiave o prestigiosi. Noi abbiamo inventato invece un'altro sistema. nelle società castale italiana o hai il santo in paradiso e conquisti il posto al sole oppure ti rassegni a lottare per non affogare nella melma primordiale dove quello che conta è sopravvivere........ Paese matrigno è irriconoscente che premia il favoritismo siamo diventati un modello per gli altri: ancora si discute se da disprezzare e portare come esempio in negativo o sfruttare visto che chiunque arrivi qua trova "l'America" oppure ancora da tutelare e porre alle future generazioni delle elitès.

Alitalia: la storia si ripete

Come per le precedenti privatizzazioni, o svendite (poi quando gli ardori si placheranno si definiranno meglio), anche per l'Alitalia è venuto il momento di passare in mano privata solo che questa, peralto come le altre che l'hanno preceduta, suona come una svendita: capisco anche le facce di sorpresa. E' un'azienda falllita si dirà; non è così al contrario è stata fatta fallire e la colpa è sia dei mangement che vi si sono succeduti nel tempo che hanno pensato a tutto tranne che a rendere efficiente la società che della politica di cui quei mangement sono espressione. E' diverso e lo sappiamo tutti se davvero si fosse seguito il criterio di economicità e efficienza a questo punto non ci si sarebbe mai arrivato. Si sa il sistema rende avidi e quando ci si trova fra le mani un'azienda pubblica la tentazione di arricchircisi è forte (anche perchè si ha quasi la certezza della impunità sia per protezione di chi ti ci mette lì sia perchè causa indulto, leggi ipergarantiste e salvapolitici la si fa franca) mentre il reso affonda. Ed è quello accaduto finora ed Alitalia non ne è stata esente: la cosa triste è che a pagare saranno i meno colpevoli (nell'ottica del principio di moda che i lavoratori seguono le sorti dell'azienda) che vedranno 2000 loro coleghi mandati, in qualche modo, a casa. Ma volendo anche accettare la triste sorte, lo Stato si vuole, o no, rifare sulle precedenti gestioni? vogliamo rientrare dei soldi persi o spesi male?

domenica 16 dicembre 2007

Blogger: o si cambia o si sparisce

dal blog di Antonio Persia
Al link di Persia troverete un bel pezzo da leggere e sul quale meditare a proposito dei blog e della loro capacità di incidere nella realtà, se sapranno superare la barriera del pc, dialogare con gli altri e trattando con i lettori alla pari, e non trattandoli da sudditi. Ha ragione Persia, quando dice (a grandi linee) che o ci si mette in testa che si deve uscire dal chiuso della stanzetta e ci si apre alla società o si muore, facendo la fine della radio libere degli anni '70, sparite per sempre o divenute preda della industria mediatica che le ha assorbite nei grandi network attuali. Già, siamo alla svolta. Non è un'appello a diventare tutti più buoni e altruisti, siamo individualisti con un pizzico di esibizionismo, ma solo della presa d'atto di un'acuto osservatore che ha messo il dito sulla piaga: il blog com'è stato inteso finora è la espressione della singola individualità che parla attraverso internet su un editor che offre i suoi pensieri, idee, opinioni agli altri. Effettivamente (lo credo anch'io) poco: è come lanciare un messaggio chiuso in una bottiglia in mare senza sapere chi, quando e dove sarà raccolto e se sarà compreso. Questo mezzo di comunicazione non è una testata giornalistica, è l'ultima possibilità dell'individuo di potersi esprimere liberamente, al di là delle pastoie partitocratiche e del controllo dei mezzi di informazione che sono liberi solo formalmente (mentre in realtà sono strettamente connessi al cosiddetto mainstream, l'arena pubblica formata dai media, dai politici e dall'industria) che usa unidirezionalmente l'informazione (lavorandola) verso il cittadino non più il centro dell'agire ma solo uno spettatore: o meglio un consumatore della notizia, oggetto di indagini aggressive di markenting e di comunicazione rimaneggiata allo scopo di indirizzarne l'umore e la scelta. Il blog, al contrario, nasce come reazione a questa situazione e si configura come espressione di democrazia elettronica socialmente orizzontale che permette ai consumatori dell'informazione di diventare di nuovo cittadini a pieno titolo della società; ma hanno un limite: sono unidirezionali anch'essi. Che significa? Significa che il blogger classico si mette al pc e scrive di se, dell'attualità e del mondo che gli gira intorno e lo vede dal proprio angolo visuale (il proprio ombelico come scrisse un giornalista francese in maniera sprezzante) senza rapportarsi in alcun modo nè con la blogosfera nè con i suoi frequentatori. In pratica il blogger scrive e tiene sul filo i lettori seguendo le regole classiche dell'informazione: mai dire tutto, sintetizzare al massimo, possibilmente omettendo i particolari. Quindi non c'è molta differenza fra lui e i media tradizionali; esiste poi un'altro tipo di blogger che, almeno, formalmente sembra maggiormente aperto alle istanze sociali: ne riceve gli appelli e li pubblica; partecipa alle catene di solidarietà; scrive sull'attualità; in una parola è maggiormente aperto al mondo. E' chiaro che molti (compreso il sottoscritto) si riconosceranno nel secondo profilo ma in realtà rientrano tutti e due, a mio parere, nella classica configurazione (sono due aspetti della stessa espressione) e tutti e due non sono novità ma tradizione e la tradizione dopo un pò ammuffisce nel ricordo: come accaduto appunto per le radio libere. Quello che manca invece è l'apertura della blogosfera all'interazione sociale: l'uscire dal chiuso delle classifiche (di cui ci preoccupiamo troppo) e rapportarsi con il mondo reale; qui è reale la libertà d'espressione e di pensiero; è fuori nel mondo reale, dal quale spesso il blogger rifugge, che esiste la "nostra" matrix ossia dove mancano queste esplicazioni dei diritti individuali che solo formalmente sono riconosciute mentre in reltà sono appannaggio di pochi (ricchi, potenti ecc.) che impongono alla maggioranza la propria visione, spesso ideologica e fuorviante, del mondo che, molto, spesso viene accettata troppo acriticamente. Ecco la vera sfida: ritornare nella vita reale ed incidervi usando il blog come volano e facendone strumento di libertà, qundi dialogando con la società e i propri concittadini abbandonando il proprio "ombelico" e iniziando la navigazione in mare aperto. Non è solo la politica che soffoca i diritti è tutto il sistema, marcio, che per autorigenerarsi comprime le libertà individuali e plasma a propria immagine e somiglianza interi settori sociali che in questo modo vengono coartati e plagiati; quando però questo schema viene rotto (ed è questa la missione del blogger di nuova generazione) allora gli spazi si ampliano e si rafforzano ed a questo punto che arriva il "generale inverno" che ne tenta il controllo e ne favorisce la sparizione. Quanti media tradizionali hanno aperto una sezione blogger? E quanti network si stanno lanciando in questo campo della democrazia cercando di colonizzarlo e per farlo hanno la necessità che quelli "indipendenti" siano ridotti al lumicino? E' necessario capire questo: non è più tempo di traccheggiare dato che il sistema tenta di fagocitare la blogsfera nel suo complesso (la legge imbavaglia blog nè é un'esempio), qui il gioco si sta facendo duro e, per citare il blues brothers, "quando il gioco si fa duro............................"

Incantesimo romano.................

Sono tanti i segnali comtrastanti che la debole elitè politica italiana manda ai cittadini e tutti contrastanti fra loro: tanto per gradire e confondere ulteriormente i già confusi e rintronati italiani alle prese più con i problemi quotidiani reali che con le fisime asmatiche della politica che invece pone se stessa al centro dell'universo. Nel panorama mediatico (che coincide con quello politico) c'è di tutto: dagli allarmi procurati ad arte fino alle intese trasversali per farsi il regime ad hoc che chiuda defintivamente gli accessi democratici dall'esterno alla società reale e permetta di autoriprodursi, magari per via ereditaria, alla casta. Passa quasi sotto silenzio la consegna da parte di Grillo delle firme per la proposta di iniziativa popolare di un "Parlamento pulito" (pare che si sia sentito rispondere che i punti della proposta sarebbero stati diluiti in altri disegni di legge, com a dire non se ne fa nulla, in barba alla volontà politica dei firmatari che teoricamente apparterrebbero al corpo elettorale e quindi rappresenterebbero in teoria il Popolo Italiano il "vero" Sovrano) da inquisiti e plurieletti ma si dà enorme risalto alla sparata dell'ex Capo della CdL che ha lanciato l'allarme (pare del tutto ingiustificato dato che è stato smentito più volte dagli interessati) di parlamentari che volevano ribellarsi al "diktat" della maggioranza ma che sarebbero stati "intimiditi" dalle solite toghe rosse, le quali hanno ripreso in formazione da battaglia (le ha definite "armato rossa" naturalmente smentendo di aver attaccato la magistratura) l'attacco alla sua persona che si troverebbe coinvolta nelle storie venute fuori in questi giorni su connivenze fra mondo politico e tv, affermando che la magistratura non deve governare. Al governo che con gran fatica mette su una Finanziaria per il prossimo anno basata su: i soliti tagli allo stato sociale; i soliti tagli alla Pubblica Amministrazione; i soliti trasferimenti, sotto forma di sgravi e finanziamenti, a chi i soldi ce li ha già; le tante promesse (vedi bouns per le famiglie bisognose che a mio parere non sanno cosa farsene, meglio sarebbe una rimodulazione delle tasse gravandole sui ceti ricchi e sulle imprese che incamerano profitti stellari); le poche misure concrete che si risolvono nella situazione di mantenere il paese sull'orlo dell'autostrozzatura dandogli ragipone di pensare alla propria sopravvivenza e non di occuparsi di "cose che li riguardano" come i destini della società e dello Stato che invece sono in mano ai professionisti (abbiamo visto finora con quali risultati); con la politica partitocratica che si sta avvitando su stessa per cercare il modo di continuare a gestire per conto proprio lo Stato (sanno anche le pietre che il sistema elettorale non risolverà nulla e che i mali italiani sono altri e molto più nascosti) facendo accordi con chi fino a ieri era demonizzato; insomma un blob a mezza via fra il circo barnum e il reality dove a pagare siamo noi e a giocare con i destini altrui sono loro.........

Bush: niente asistenza per i bambini poveri

Per la seconda volta in tre mesi "l'esportatore di democrazia, libertà, valori occidentali ecc." Bush ha posto il veto sul DDL che avrebbe permesso di dare assistenza sanitaria gratuita ai bambini e ai ragazzi poveri americani tassando sigarette, sigari e tabacco in genere (cose di cui negli USA si parla malissimo ma poi, come si vede, stringi stringi valgono per i potenti perchè appartenenti a lobby potenti). Insensibile come sempre (in fondo è sempre un conservatore "compassionevole") al grido di dolore delle classi povere e al loro adagiarsi grazie agli aiuti pubblici, non riesce a concepire che lo Stato dovrebbe avere come fine l'interesse e il bene della collettività, e quindi possa andare in aiuto delle future generazioni di americani appartenenti ai meno fortunati: dimenticando che la Bibbia invece dice esattamente il contrario o forse perchè la "sua" Bibbia, quella di Friedman, vede come il fumo negli occhi i poveri che devono essere messi nella condizione o di morire o di restare dove sono (ai margini di tutto), o di farsi strada a spese altrui. Dire che razza di paese siano gli USA oggi è dargli ragione; il vero quesito è: se è vero, com'è vero, che tutto il bilancio federale è speso tutto o quasi nella "mitica e inutile" lotta al terrore (forse il terrore è suo dato che se un giorno gli americani dovessero svegliarsi dal torpore "mediatico" non la prenderebbero così bene la linea politica malthusiana che attua), e se è vero che fra i suoi sponsor ci sono le varie multinazionali che grazie a lui hanno trovato "lAmerica (scritto così citando da un film)" e si affannano a inserire il bancomat nelle casse dello Stato (compresa Big tobacco) è anche vero che l'interesse che nutre per le povertà dei suoi concittadini, peraltro in aumento proprio grazie alle politiche che da Reagna in poi sono state messe in capo, è vicino allo zero assoluto. Milioni di famiglie americane si stanno, della classe media, si stanno impoverendo mese per mese andandosi ad aggiungere agli altri milioni di americani che lo sono già: a questo punto è lecito chiedersi se davvero le elitès che si sono impadronite del potere non abbiano violato il mandato costituzionale dei Padri Fondatori (già di per se abbastanza elitario) e se pesguendo anche in Italia le stesse politiche, e gli stessi obiettivi, quanto ci metteremo a raggiungere questi livelli di follia?

sabato 15 dicembre 2007

Kosovo: una mina da disinnescare

Sul Kosovo si giocano molte partite e il rischio di bruciarsi le dita è forte oggi; infatti, pur essendo povero e senza grosse risorse, è diventato il crocevia di interessi internazionali e del nuovo fronte della guerra fredda fra USA da un lato e Russia dall'altro con l'Europa a fare il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro strumento altrui più che protagonista internazionale divisa com'è fra la solidarietà atlantica e la necessità di non inimicarsi chi gli fornisce gas e petrolio preziosi alla crescita a cui tanto tengono i capoccioni liberisti. Il Kosovo in realtà significa Balcani e ciò porta a fare dei collegamenti storici che non aiutano certo chi, ammesso che voglia realmente aiutare quei popoli, si prodiga per portare quei paesi nel campo europeo e stabilizzarli equamente. Invece accade esattamente il contrario: gli americani, in funzione anti russa, spingono per la indipendenza e i serbi (con i russi alle spalle) fanno capire chiaramente che non accetterebebro una tale situazione (anche perchè storicamente esso rappresenta anche una parte notevole del loro passato sia culturale che religioso) che gli precluderebbe qualunque accesso al mare e ai commerci. Finora l'europa ha tenuto una posizione di retroguardia in merito dato ha sempre agito di rimessa rispetto sia alla inziativa militare (il comando è NATO quindi USA) che poltica perchè è divisa fra coloro che vedrebbero di buon occhio un ridimensionamento ulteriore della Serbia e quelli che invece, temendo l'infiltrazione musulmana, spingono per prolungare all'infinito il cosiddetto Protettorato e mantenere lo status quo (naturalmente avendo ben chiaro che qualunque atto dei kosovari nella direzione dell'indipendenza scatenerebbe le rie dei serbi ed esporrebbe gli operatori civili e militari li presenti a ritorsioni e ostilità. Insomma la tensione è altissima e come al solito la cosiddetta politica estera europea è schizofrenica e debole e non ha nessun peso reale nè riesce ad incidere più di tanto sugli equilibri precari dello scacchiere. C'è ancora molta strada da fare per riuscire a ergersi come soggetto terzo rispetto ai cosiddetti "grandi" e i passi finora fatti non vanno comunque nella giusta direzione in quanto sono più frutto dell'immobilismo e dell'impotenza che della decisionalità e della incisività necessarie in queste situazioni di crisi più o meno latente o patente.

Per i Tir un natale da 30 mln di euro

La fine della serrata dei Tir ha significato misure di "sostegno e aiuto" pari a 30 mln di euri messi già in finanziaria e approvati a tambur battente: a scapito di università, ricerca, e fondi al sud. Insomma con il classico giroconto contabile a pagare sono già chi si trova messo male e non chi riceve onori e prebende (per esempio si sarebbe potuto tagliare i finanziamenti a enti di ricerca privati o i finanziamenti alle imprese che tanto non reinvestono e pensano solo al loro profitto) senza dar nulla in cambio. Particolarmente amara è la sforbiciata a ricerca e università, già tanto deperite, quasi asfittiche, dagli anni precedenti che si troveranno sempre più in difficoltà nelle formazione delle future generazioni sia nel finanziare ricerca pura. Ancora una volta si è dato per scontato il certo (ossia la pace sociale di un piccola, superata dallo sviluppo, corporazione) del breve termine al meno certo della formazione delle future generazioni e della ricerca: tanto sono "solo" i figli nostri (mica loro) a pagarne le conseguenze dirette e indirette di una minore capacità competitiva con i coetanei degli altri paesi. Si potrebbe quasi dire nulla di nuovo sotto il sole ma non è così: in realtà quello cui stiamo rinunciando è molto importante dato che investe il futuro non della elitè ma dela società nel suo complesso e che ha molto a che fare con la democrazia e la cultura base di essa cui i nostri esponenti politici stanno volutamente dando delle picconate in nome di un elitismo che potrebbe portare un giorno al ricrearsi di una netta divisione sociale (peraltro preconizzata da studiosi come Rifkin) fra chi può comprarsi cultura, democrazia ecc e chi invece ne è fuori che rimane formalmente libero ma nei fatti è poco più che uno schiavo: c'è solo da sperare che la "storia delle brioches" si ripeta e il ciclo riparta per una nuova stagione di libertà!

venerdì 14 dicembre 2007

Attentato! bombe al ...... krapfen contro il PD

Ieri, nella storia triste del nostro paese, il terrorismo ha fatto l'ennesimo salto di qualità. Infatti contro la sede del PD sono state lanciate bombe.................. al krapfen , con tanto di rivendicazione, per protestare con il progetto, definito da chi lo ha rivendicato, "auroritario" del nuovo partito e gli scenari che vengono a costruirsi in futuro. Esecrazione, si spera, "dolce" è stata subito espressa da tutti e la richiesta di piena luce è subito scattata per appurare chi fossero i pericolosi terroristi : naturalmente prima che se ne accorga il "santone" americano sennò è anche capace di inviare le sue legioni a esportare democrazia, ordine e libertà.......................Ora questo è il fatto che in raltà qualche preoccupazione seria dovrebbe destarla soprattutto nei cittadini non tanto per il fatto in sè visto che, nonostante la rivendicazione, si potrebbe anche ascrivere sotto la voce goliardata (tanto nel nostro paese di "goliardate del genere sono anni che le fanno.....................) quanto per il segnale che viene dalla società: è chiaro che non si può generalizzare ma il dato c'è; questi giochi di potere (naturalmente facendo la tara dei benpensanti che l'unica cosa che vogliono è quella di preoccuparsi dell'unica cosa che gli interessa ossia farsi i loro affari e nascondere la testa sotto la sabbia...... un bel pò di sabbia naturalmente dato che con i problemi che abiamo il resto della società ha grossi motivi di preoccupazione coem anche all'estero ormai non nascondono più, vedi post precedente) sono obsoleti e completamente fuorvianti della reale situazione italiana ossia quella di un paese declinante dove conta il proprio piccolo particulare; dove la gente muore al lavoro e sul lavoro; dove c'è un tasso di illegalità altissimo, tanto per dirne alcune, ma dove sembra che l'unica cosa che conti sono gli spasmi della partitocrazia e l'ennesima indagine sul politico o gli intrighi "boccacceschi" che assurgono agli onori della cronaca quotidiana!

Un paese che non ride è pericoloso

E' triste l'immagine che diamo di noi all'estero. Il Report del New York Times sul nostro paese è desolante e, come affermano gli osservatori nostrani più attenti, comunque corrisponde a verità. Siamo più vecchi, depressi, senza speranze per il futuro, incapace di trovare le energie per ricominciare a camminare, oppressivo con i giovani che hanno di fronte due alternative: o rimanere e adeguarsi ad una vita da precario o emigrare allargando gli orizzonti lavorativi (è di oggi la notizia che il Prof. Porro, 28 anni con 1200 € al mese come ricercatore con contratto a termine, protagonista di una scoperta che avrà effetti importantissimi sulla cura del neuroblastoma e del tumore al seno, se va via a Losanna da dove riprenderà con più soldi e maggiori investimenti la ricerca) e sociali. Non gli si può dar torto, siamo diventati così: musoni e rancorosi; mediocri e provinciali; spaventati "dall'invasione barbarica" ma pronti a commuoverci per la storia di c'è posta per te; morbosi per i delitti e ignoranti come somari con un tasso di cultura scolastica che primeggia solo rispetto agli USA (che sfornano giovani ancora più ignoranti di noi). Il NYT lo definisce "malessere" in realtà lo sappiamo benissimo è altro molto altro e ce lo nascondiamo a noi stessi e ci offendiamo se ce lo fanno osservare: ma è così e se proprio vogliamo essere onesti con noi stessi sono anni ormai che dai dati Istat emerge un paese in declino sociale, demografico e economico e, di conseguenza, anche politico dove conta l'egoismo di casta e di ceto e non il merito vero e dove il figlio di papà che non capisce, di solito è così se si vuol dar ragione a De André che diceva che dal letame nascono fiori e dai diamanti non nasce nulla, un ca**o ha molte probabilità di infilarsi in un postixcino vicino al sole mentre chi non lo è o emigra o fa il precario.......... dove di giovani si parla solo ma li si emargina nei fatti e dove non si ride più perchè c'è molto poco da ridere: Italia senza futuro e soprattutto senza speranze?

giovedì 13 dicembre 2007

Europa? sempre più lontana dai popoli

Sta per essere varata la versione super ridotta della Costituzione europea, già bocciata da olandesi e francesi, nata dopo l'accordo di Lisbona e che mira sostanzialmente a mantenere i punti fermi della precedente bocciata ma in versione bignami perchè è molta la paura che anche stavolta i cittadini, ossia la gente vera (quella che vivie ogni giorno con le difficoltà della vita), la respinga in toto. Infatti, dato lo spavento che tutto saltasse in aria presasi da chi ha tutto da guadagnarci dall'europa liberista, sembra che i referendum non si terranno e si farà tutto nelle aule "sorde e grige" parlamentari mettendo i propri popoli davanti al fatto compiuto. Perchè parlare di Europa? Sembra così lontana che con i problemi che abbiamo in Italia essa passa in terzo piano: non è così dato che buona parte delle politiche in campi importantissimi come industria, agricoltura ecc., sono decise dai burocrati europei che nei fatti hanno un'enorme potere senza averne la responsabilità di fronte agli elettori. Ed è proprio questo il punto: lontano da quella che era l'idea di Europa di Spinelli, Albertini e dei federalisti europei quest'Europa nasce elitaria per scelta delle elitès che governano nei vari paesi perchè anzichè badare agli interessi genrali pensano soprattutto a integrarsi nell'economia liberista imperiale messa su dagli USA, anche in posizione subordinata se necessario, pur di partecipare al banchetto che si tiene giornalmente a spese dei 3/4 della popolazione mondiale. E, non solo questo, anche di salvaguardare, magari rafforzandola, la propria posizione di privilegio all'interno delle singole nazioni restringendo contemporaneamente la ricchezza nelle mani di pochi se non pochissimi; e con il patto di Lisbona proprio questa è stata la riflessione: se cercare di rendere maggiormente elitaria la struttura esponendola al rigetto immediato dei cittadini o introdurre "elementi di democraticità" che facessero ingoiare un pò alla volta il rospo agli stessi fino o farli strozzare o farglielo mandare giù un pò alla volta: in ogni caso la scelta che è stata esclusa a priori è proprio il referendum; il che è tutto dire mi pare. Nata male questa Costituzione ora è addirittura nascosta e resa piccola nelala speranza di farla passare senza che nessuno se ne accorga. Questa tecnostruttura somiglia sempre di più ad un potere dittatoriale economicamente forte è capace di strozzare l'economia di un paese: se fossimo in tempi migliori direi che i cittadini, anche attraverso le elezioni, dovrebbero vigilarema conciati come siamo, che dire? IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO?

In 11 mesi evasione cresciuta del 78%!!

La Guardia di Finanza nei primi 11 mesi di quest'anno ha scoperto che ammonta a 27,7 miliardi, in crescita del 78% rispetto al 2006, mentre l'Iva evasa è salita del 75% a 4,2 miliardi e i rilievi ai fini Irap del 44% a 13,5 miliardi. Il nostro lungimirante Governo ci conta sul recupero di questi soldi per mantenere i numerosi impegni che ha preso quest'anno sia con le parti sociali che con le lobby. Ma veramente pensano di recuperare per intero questi soldi? A quanto mi consti se va bene si arriva, dopo un lunghissimo contenzioso che ha tre gradi di giudizio tributario e altrettanti di civile e penale (semprechè naturalmente non intercorrano indulti, concordati, scudi fiscali ecc.), alla metà dopo diversi anni: e nel frattempo? E' vero che la giustizia nel suo complesso è ormai alla frutta ma è altrettanto vero che come si scoprono gli evasori qualche deterrente forte ci vuole: ad esempio le manette agli evasori come avviene nei "comunistissimi" USA? E' una situazione strana quella italiana: da un lato auemntano le entrate e dall'altro aumenta l'evasione. Singifica che gli italiani da un lato pagano più tasse (il che è vero), a partire dai lavoratori dipendenti, e che e pagano soprattutto quelli che sono definiti parziali evasori ma dall'altro significa che i totali continuano a esserlo anzi, essendo sicuri che anche se venissero beccati pagano dopo tanti anni poco, si raffornza nella convinzione e continuano ad evadere spingendo la bestia fisco a rifarsi su quelli che in ogni modo non possono sfuggire e contando che quelli che lo fanno in parte ne paghino anche per loro. E' un sistema ingiusto questo ma non sembra che i cervelloni lo capiscano, forse anche perchè non hanno il problema di arrivare a fine mese, e mettano davvero mano ad una legislazione puntiva per quest'ultimi e premiale per chi non evade. Non bastano gli spot e gli annunci roboanti: se davvero potendo incrociare le banche dati, si scoprono più evasori si dovrebbe, dopo un giudizio veloce e rapido che garantisca il diritto alla difesa e tutte le altre prerogative, il recupero totale del dovuto o un'alternativa di carcere............................

mercoledì 12 dicembre 2007

da un mio post su http://blog.libero.it/blobblogmaivisti/

da un mio post su http://blog.libero.it/blobblogmaivisti/
Messaggio N°53
12-12-2007 - 23:02

Tags: Auguri Natalizi
Mò vene natal'............
Sono stato invitato a fare gli auguri di Natale su questo blog, e lo faccio con piacere. Caro babbo natale, quest'anno molti di noi italiani non potremo fare molti regali, nè abbondare con cenoni e cotillons dato che altri italiani si sono peritati di farci sudare anche le feste. questi cattivacci fra rincari di: mutui, bollette, assicurazioni, tasse e tributi, e altro che sono stati capapci di inventare ci hanno levato anche la voglia di ridere immagina quindi di festeggiarti.Caro babo Natale, ogni anno che passa è sempre più dura e le famiglie ogni anno che passa hanno sempre più difficoltà per andare avanti e se poi ci metti che questa festa ha perso, causa sfrenato orgasmo consumistico, la sua bellezza capirai che provo qualche difficoltà a essere in tono con la festività.Caro babbo Natale,potresti portare i soldi per fare a me i regali ai: figli dei poveri; alle famglie degli operai della ThyssenKrupp; ai bambini irakeni ed afghani; ai bambini del terzo mondo e alle loro famiglie; agli orfani di tutto il mondo. Ma, soprattutto, con la tua amica befana, potresti portare tonnellate di carbone (magari fatti cadere dall'alto un bel pò dall'alto mi raccomando) su quelli che li hanno ridotti così?
AUGURI DI BUON NATALE

Inviato da: ninograg1
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E nella zuffa politica sbucò fuori il "biancorellum"

Sembra di stare nella favola di alice nel paese delle meraviglie..... mentre la zuffa nelle varie destre è furiosa e la lotta per non soffocare è sempre più dura sbuca fuori la proposta Bianco che, a detta di qualcuno, potrebbe essere il classico topolino partorito dalla montagna: niente maggioritario; doppio sbarramento (regionale e nazionale); collegi elettorali di media grandezza che passano da 26 a 32; nessun obbligo di apparentamento; metà dei seggi eletti con l'uninominale e metà con liste concorrenti senza preferenza; sfiducia costruttiva; quote rosa (o riserva indiana con tutto il rispetto per i nativi americani); dulci in fundo indicazione del premier. Insomma una via di mezza tra almeno due sistemi elettorali (spagnolo e tedesco) e alcune novità di contorno come la riforma dei regolamenti parlamentari. Partendo dall'idea che qualunque sistema elettorale è buono se raggiunge gli obiettivi preposti, in realtà il cittadino attento alla sostanza e non al fumus cosa dovrebbe subito notare e chiedersi di conseguenza: ma abbiamo le stese garanzie costituzionali, legislative ecc. che hanno i cittadini dei paesi dai quali prendiamo a prestito i sistemi elettorali? O meglio anche le pietre sanno per esempio che in Germania non è così facile nè creare un partito nè accedere in Parlamento: mentre da noi è facile come bere un bicchier d'acqua (laddove essa è pubblica mentre dov'è privatizzata cambia un pochetto la situazione ) e ci sono sempre opportunisti pronti a cambiar padrone pur di sedersi a tavola a mangiare. Non è il sistema elettorale in sè il problema: ma i corollari che si devono mettere su sennò, ed in questo Fini ha ragione, diventa il solito pateracchio con basato sulle mani libere dei partiti che dopo il voto fanno quello che vogliono cosa che ci fa ritornare in grande pompa alla I° Repubblica che molti degli attuali propugnatori del nuovo hanno pubblicamente abiurato in nome dela governabilità e della contrapposizione fra linee e politiche diverse: evidentemente avevano la riserva mentale che alla prima occasione ci avrebbero almeno provato a ricrearne i fasti! Traspare la voglia di Veltrusconismo da tutto ciò: nulla vieta infati che una volta fatte le elezioni i due maggiori partiti si mettano d'accordo e goernino insieme alla facia degli insulti degli anni precedenti e dei programmi più o meno "sociali" di cui alcuni si facevano propugnatori. Si verrebbe a creare un mostro, un leviatano granitico impossibile da eliminare e il cittadino si troverebbe di fronte alla scelta se aderire al nuovo regime partitocratico (e sperare che gli diano qualche mollica del lauto pasto) oppure starne fuori in una sterile e frustrante opposizione a morire di fame: scelta non da poco per gli italiani che brillano poco per senso sociale e molto per tornaconto personale. A questo punto non sarebbe meglio andare al referendum?

Trattativa saltata sciopero ad oltranza: la precettazione? non serve....

Continua ad oltranza lo sciopero dei TIR, nonostante le precettazioni, bloccando tutte le attività del paese: dai rifornimenti per l'alimentare alla benzina. Si parla di sciopero corporativo e selvaggio ma in realtà si stanno scontando gli errori cinquantennali della politica la quale anzichè spingere per una sana alternativa fra trasporto su rotaia e su gomma, depresse la prima e spinse la seconda per una questione di pura e semplice opportunità politica. E' vero che si stavano costruendo quelle che allora sembravano grandi arterie di comunicazione ma nessuno si fece sfiorare dall'idea che in questo modo si sarebbero create delle nicchie di potere corporativo di cui oggi vediamo le conseguenze. Infatti come NON mi sento di condannare lo sciopero di questa categoria così comprendo quella dei lavoratori dipendenti che, in maniera diversa, spingono per aumenti visto che non ce la fanno ad arrivare a fine mese: meno comprendo quella dei tasisti che per anni sono stati poco meno che una categoria protetta. E' un lavoro duro quello del camionista soprattutto se si è sotto padroncino (perchè questo sciopero non è tanto dei dipendenti quanto di chi li gestisce che spera in questo modo di avere benefici dal Governo e difficilmente darà parte dei stessi benefici ai suoi dipendenti) perchè non ci sono orari né leggi che tengano: avanti e indietro per il continente è l'unica regola. Non mi meraviglierei se terminata "questa" protesta dei padroncini (che spesso stanno a casa e fanno scioperare i dipendenti) scoppiasse quella dei veri lavoratori del trasporto e lì non ci sono mezzi che tengano visto che sono loro a rischiare maggiormente sulle strade e a vedere minori benefici che i vari accordi stipulati danno a chi li governa, e sono loro ad avere sulle spalle l'economia del paese ma sono anche l'anello debole della filiera del trasporto sulla quale pesano i costi maggiori sia dello sciopero che della deplorazione della pubblica opinione. Qui la classe politica dovrebbe interrogarsi su come è costruito questo mondo e su quali prospettive di aprono per l'economia nazionale se una singola categoria riesce a bloccare una intera nazione e soprattutto quello che maggiormente serve è una politica dei trasporti che pur valorizando questa nicchia ne metta in risalto le potenzialità ma anche ne definisca maggiormente gli ambiti di lavoro e limiti lo strapotere di chi ha in mano le chiavi, realmente, dei TIR. Un'ultima cosa: tipicamente tutta italiana. La politica italiana, pavida con i forti, che fa? A destra si appoggia la cosiddetta lotta e la si sostiene, forti del fatto che esponenti della categoria, sono stati esponenti anche autorevoli dei precedenti governi, quello che manca è una netta presa di posizione dall'altra parte dove si tentenna fra un moderato fastidio e un silenzio politico assordante fatto solo di repse di posizione di facciata. Stona il Governo che pur condannando lo sciopero nelle sue forme non riesce a trovare l'accordo: ma questo governo nel suo programma per la ricerca della felicità non aveva come cardine base la concertazione? O vale solo per i dipendenti?

martedì 11 dicembre 2007

Morti bianche: il giorno del dolore e della rabbia

Si è svolta la marcia di protesta per gli operai morti alla Thyssen e giustamente c'erano sentimenti contrastanti e forti emozioni: dolore, rabbia.............. ed è andata anche bene; qualche anno fa non sarebbe stata così pacifica la cosa; ma la classe operaia italiana, o meglio quello che ne rimane, ancora una volta ha dimostrato maturità e dignità che dovrebbero fare riflettere chi oggi se li è dimenticati troppo presto e li ha messi nell'ombra per rincorrere sogni di potere all'insegna "dell'arricchitevi" tanto c'è il popolo bue che vi mantiene, salvo poi fare facce contrite e esprimere condoglianze di maniera e false mai come in questi casi; mi ha colpito il profondo dolore e la rabbia di quel padre dell'operaio morto, provando (sono padre anch'io) a mettermi nei suoi panni: straziante la rabbia, il dolore e la coscienza di aver perso un figlio che non faceva altro che lavorare per costruirsi un futuro che ora non avrà più e ho ripensato ai sogni rubati dei tanti giovani che hanno fatto in questi 50 anni "italiani" la fortuna del paese e fatto entrare bei profitti nelle tasche degli imprenditori ma soprattutto hanno costituito la ossatura di quelle OO.SS. che ora nel nome della concertazione e del consociativismo con la controparte hanno dimenticato il loro primo fine e troppo spesso fanno solo "testimonianza" nelle aziende. Quanti errori si portano sulle spalle; quante generazioni rubate a una vita migliore ma soprattutto quanto sangue operaio è scorso all'ombra degli "accordi" che puntualmete hanno ridotto di un poco gli spazi faticosamente conquistati dagli operai: fino a farli sparire dalla scena della società mettendoli sullo sfondo, all'orizzonte. Bene hanno fatto a fischiare e bene hanno fatto a inquadrare quel padre addolorato e furente per la vita scomparsa. Ma ora bisogna andare avanti e punire, severamente, i colpevoli ma soprattutto bisogna ricordarsi che essi lo sono per la giustizia per le eventuale mancanze commesse ma c'è un'altro aspetto che nessuno affronta: la politica. Essa è la vera responsabile dell'attuale situazione è lei che in nome del "laissez faire" sta slegando i lacciuoli uno alla volta diminuendo sicurezza e prospettive future, spogliando come una margherita tutte le conquiste fatte riducendole a meri simulacri; anzi spesso si sente dire che sono di ostacolo allo sviluppo e lo si sente dire proprio da chi una volta si richiamava ad ideologie "operaie": questi morti "VI ACCUSANO" c'è un dito puntato addosso a VOI un dito che rappresenta una vita mancata, sogni infranti in cantiere o in una fabbrica, un futuro che non c'è più.

lunedì 10 dicembre 2007

Il mito Toyota: siamo sicuri che lo vogliamo?

E' noto a tutti l'ardore con il quale molti giuslavoristi (di scuola sindacale CGIL poi riciclatisi come liberisti dell'ultima ora e quindi maggiormente estremisti per mettersi in pari con gli altri) in varie pubblicazioni e interventi televisivi hanno portato ad esempio, partendo dalla proposizione che oltre al mercato come panacea di tutti i mali sono strenui assertori della deregolamentazione in materia di lavoro e di copertura contrattuale sindacale, il cosiddetto modello Toyota come modo di produzione avanzato da introdurre anche nel nostro paese. Questo modello ha molte similitudini con il taylorismo ma pone alla sua base l'idea della flessibilità dell'orario di lavoro in base alle esigenze di produzione dell'azienda richiedendo un'enorme capacità di adattamento da parte dei lavoratori: un lavoratore giapponese di 31 anni dopo il normale orario di lavoro e dopo 144 ore di straordinario, peraltro NON pagato, è stramazzato al suolo in azienda MORTO LETTERLAMENTE DALLA FATICA DEL LAVORO. Mi chiedo ora questi signori che da anni propugnano l'introduzione (ideologica) anche nel nostro paese sostendo che è un modello che risponde alle esigenze del mercato e della produzione intendano ancora spingere per la sua adozione e se dopo una notizia del genere non sentano almeno l'esigenza morale (in un paese che viene definito baluardo contro la secolarizzazione occidentale , e che dovrebbe porre i valori cosiddetti fondamentali fra cui anche i diritti dell'uomo, ahinoi in questo non siamo molto simili dall'Iran...) di fare una bella autocritica dato che ci sarebbe un'effetto devastante sulla vita sociale e lavorativa dei lavoratori italiani: soprattutto se il cosiddetto sindacato riformista non mantiene la linea dei diritti individuali dei lavoratori che in base alla nostra Costituzione devono dare il loro contributo alla nazione. Il liberismo è un'animale idelogicamente molto esigente: richiede fedeltà assoluta e spiegazione unidirezionali che non ammettono repliche e sconfitte perchè è sempre colpa degli altri che non spingono le cosiddette riforme al limite e/o eliminano le rete di protezione sociale che serve da paracadute nei disastri commessi da questa ideologia. Già ora, esempio la ThyssenKrupp, essa è labile come la carta velina poi se la cancelliamo completamente.................... e vogliamo dare un'immagine ideale non saremmo molto diversi dal film metropolis dove le masse vivevano nei bassifondi lontani da tutto e tutti!

domenica 9 dicembre 2007

Luttazzi contro Ferrara : ha esagerato o c'è altro dietro?

Sembra un destino crudele quello di Daniele luttazzi in televisione: dopo un pò lo buttano fuori perchè da fastidio a qualcuno. E' accaduto anche alla 7 dove nel giro di un'invio di un sms si è trovato fuori da tutto e la trasmissione bloccata. Il video incriminato è questo nel post e, anche se a mio parere può aver esagerato con le espressioni non può non far pensare che basta poche parole per farsi buttare fuori nei nostri tempi. E' un bruttissimo segnale soprattutto se fosse vero, come racconta il comico satirico, se è avvenuta nel modo da lui descritto. Fa pensare e molto sullo stato della democrazia di questo paese e sulla sua reale libertà di espressione e come essa viene difesa e tutelata. Inoltre l'ipotesi che avanza è che in realtà questa censura sulle offese a Ferrara fosse solo un pretesto dato che stava preparando qualcosa di molto più succulento: una puntata su Ratzinger e sulla sua ultima enciclica. Se quest'ipotesi dovesse rivelarsi vera (e sarà molto difficile dimostrarlo anche per Luttazzi stesso) tuti noi dovremmo davvero pensare che il 35° posto nella classifica del Freedom Watch è del tutto immeritata: dovremmo essere molto ma molto più in basso............................. qui il video

La grande spoliazione dello stato sociale

un pò alla volta viene scoperta la spoliazione messa in atto ai danni dei lavoratori italiani. S'iniziò con la fusione fra assistenza e previdenza (in pratica i fondi pensionistici iscritti all'INPS finanziavano l'assistenza che invece sarebbe dovuta gravare sulla fiscalità generale); poi la cosiddetta riforma delle pensioni, con annesse modificazioni e integrazioni, che venduta come aggiornamento alla mutata condizione sociale si è rivelata per quello che è: un bel risparmio per le casse dello Stato che incameravano dall'Inps i contributi lordi e venivano restituiti con un conteggio bassissimo per costringere i lavoratori ad andare nelle braccia degli squali privati (e quando c'erano delle resistenze tiravano fuori la balla del conflitto generazionale ecc.) dandogli una pensione pubblica, pagata con contributi altissimi da fame; infine il raggiro delle invalidità dei lavoratori che sono pagate dall'Inail: in quanto per legge quando questo Istituto supera l'attivo annuale di 200 mln di € l'eccedenza va in un conto della tesoreria, infruttifero, a ripianare il bilancio pubblico (che è disastrato per le scelte quantomeno discutibili fatte sulla pelle degli italiani dalla classe dirigente e dalle lobby economico/industriali sempre pronte a papparsi soldi pubblici ma tirchie quando si tratta di mettere mano alle tasche proprie). Infatti l'inail, per i contributi di lavoratori e aziende, è sempre in attivo ma eroga (nell'ottica del risparmiare sulla pelle dei più deboli ma senza toccare i privilegi di casta e di censo) indennità bassissime proprio per consentire allo Stato di prendersi le eccedenze; inoltre la legge che dava i cosiddetti punti di invalidità è stata ricongegnata in modo che i punti di invalidità siano così bassi da dare il minimo indispensabile al lavoratore infortunato e reso inabile al lavoro; se addirittura morto il 50%, circa, alla vedova ed il 25%, circa, al figlio (una miseria....................) mentre il resto se lo pappa lo Stato. Ancora qualche dubbio sulla truffa messa su negli anni 90? Suona come tardiva l'affermazione che troppo poco si è fatto per la sicurezza mettendo sul groppone delle aziende la responsabilità di essa: loro, per la logica del profitto che le contraddistingue, tendono sempre a risparmiare sui costi e quindi se la legge non le costringe e se in controlli non sono assidui e frequenti, il livello di rischio accettabile s'abbassa notevolmente. Sarebbe da rispensare tutta la materia e suona, appunto, tardiva "l'annunciazione" della solita legge che si aggiunge alle altre e non sarà applicata come le altre.

venerdì 7 dicembre 2007

Morti bianche: la strage continua

La tragedia della Thyssen è l'ulteriore segnale d'allarme di come, ormai sia al minimo l'attenzione sulla sicurezza del lavoro non solo sui cantieri edili ma ora anche nelle industrie: soprattutto se è vero che, come affermava un lavoratore ferito e sopravvissuto all'incidente, che gli estintori erano quasi vuoti e/o scarichi; la Magistratura, e gli altri organi preposti alla vigilanza, accerterà le responsabilità delle parti e si conoscerà almeno la verità giudiziaria; ma un'altra verità è già accertata purtroppo: che in Italia, nonostante le leggi, chi ha potere e può condizionare sia chi le leggi le fa sia la loro reale applicazione visto che a volte basta un'indulto per passare la spugna. Non mi piace speculare e mi scuso con gli operai coinvolti e con le loro famiglie, ma mi chiedo cosa intenda fare questo Governo (che vede nella maggioranza forze che si dicono di sinistra) per migliorare la situazione e costringere le aziende non a badare solo alla produttività e al profitto ma anche alla sicurezza dei propri dipendenti. Intanto la lista si allunga con ieri e per fine anno ce ne, sis pera di no, saranno altri. Torna a fagiolo con il discorso del'altro ieri del Capo di Confindustria che invocava, patentementeusando dati "rielaborati" della Ragioneira dello Stato, maggiore introduzione di regole private anche nel pubblico impiego: e se queste regole sono le stesse che provocano un tal tipo di "problemi (come quello alla Thyssen)" forse è il caso che sia l'impiego privato che venga portato al livello di quello pubblico con consueguenze migliori per tutti soprattutto per gli operai!

Santoro mette a nudo la trappola mediatica

Nella puntata di annozero Santoro non si è smentito: deluso dall'attuale maggioranza e sempre con conticini aperti verso la precedente Santoro si è levato lo "sfizio" di mettere a nudo l'azienda per la quale lavora togliendo l'illusione di paillettes e lustrini e accendendo i riflettori della trasmissione su quanto accaduto negli anni di Governo della precedente maggioranza e che ha ancora oggi riflessi nonostante le promesse di cambiamento. Su una cosa ha ragione il nostro paese è nel suo intero un solo enorme "conflitto d'interesse" dato che non c'è angolo della vita italiana dove esso non ci sia tale è l'intreccio creatosi e sedimentatosi nel corso dei decenni. Fa specie, per chi non è accorto osservatore dei fatti di casa nostra, sapere e vedere come la manipolazione continua di fatti e notizie svii l'attenzione del pubblico e rafforzi il rincoglionimento generale, di cui sembramo soffrire tutti non da ora, abbassando il livello di percezione dei giochi che alle spalle dei cittadini vengono fatti distorcendo le notizie o omettendole (come ha anche dimostrato Travaglio). Non è un fatto isolato e non è un "fatto" solamente italiano: la tendenza è accertata e confermata in quasi tutto il paneta e ciò conferma la forza, ed il potere, che l'apparato dei media hanno acquisito nel corso degli anni di cui la punta di diamante è proprio la tv. Negli USA l'attuale Amministrazione ne ha fatto addirittura una linea politica nell'usare a proprio tornaconto i media. Quindi il problema è serio e intacca la base stessa della democrazia e della libertà perchè in realtà ci consente di capire che essi, come affermato da decenni ormai, sono solo concetti vuoti e senza senso dato che altrove i veri giochi della politica vengono fatti e che lo stesso cittadino che si ritiene libero, quando va a votare non lo è, perchè è influenzato nel proprio percepire la realtà, e quindi si ha la prova provata che il popolo bue è ancora tale dopo decenni di esercizio del potere democratico. Non sono ingenuo e dico io, prima cha altri lo dicano, che è sempre stato così: ma una società democratica gli anticorpi per le tentazioni autoritarie dovrebbe averli così come dovrebbe avere gli strumenti (legislativi, costituzionali ecc.) per evitare che ci siano situazioni di pressione psicologica che portino ad un "burning out" collettivo ma non è così e, grazie alla lezione impartita dalla propaganda nazifascista dei rispettivi minculpop, le tecniche di reindirizzamento della pubblica opinione sono più che mai attive e raffinate e davvero rendono da un lato non veritiero il voto (ed il conseguente indirizzo politico) e dall'altro rendono solo virtuali i riti (perchè ormai questo sono) democratici tradizionali dando ragione a chi non fa che ripetere che ormai essa è un simulacro che nasconde uno strisciante autoritarismo che mantenendo una formalità democratica in realtà rendono la gestione delal cosa pubblica (ed il controllo dello spazio politico) affare di pochi a scapito della società. E' triste dover convenire con questa analisi ed è altrettanto triste dover prendere atto che, per quanto sforzi si facciano, la faccia del potere (citando da Orwell) ossia "uno stivale che calpesta la faccia di un'uomo" è sempre la stessa e ,anzi, al contrario cresce proprio all'interno della società l'anelito ad una minore propensione democratica e, conteporaneamente, la rischesta dell'uomo forte che rassicuri e protegga dal vicino molesto così' come dallo straniero invasore. insomma i germi della dittatura di una minoranza (ricca e chiusa) su una maggioranza resa massa e passiva che viene controllata nel proprio intimo (ed indirizzata) dai media asserviti ad esso. Non meraviglia quindi il fastidio trasparso dai ceti della casta per i new media (e la conseguente richiesta di controllo giustificata dalal criminalità e altro come copertura) e per tutto quello sul quale non riesce a mettere le mani e a "normalzzarlo"............

giovedì 6 dicembre 2007

Cosa? Rossa? No Arcobaleno..........

Alla fine la montagnola partorì il topolino. Prima degli Stati generali della Sinistra (?) del 8-9 dicembre i leader dei vari partiti e cespugli si sono visti per sondare le possiblità di collborazione e se c'è spazio per un percorso comune sotto l'ombrello della federazione. In realtà dall'esterno l'impressione che se ne ricava è che abbia potuto più la paura di perdere peso (e poltrone) che un progetto di percorso comune che dovrebbe (potrebbe) sfociare in una futura alleanza rossoverde. Mancano volontà e progettualità comuni e di conseguenza mancano anche idee chiare sui cosa debba essere e come presentarsi agli elettori. C'è un buon 20% dell'Italia che con la sparizione di una sinistra qualsiasi non ha più rappresentanza nè sociale nè politica e quindi si trovano nelal condizione di subire attacchi dai centristi e dalla destra senza che ci sia nessuno che ne rappresenti gli interessi reali e politici. E il 20% è una bella fetta di voti e potere se ci fosse qualcuno capace di mettere dietro di se i vari cespugli sinistroidi. Invece, la situazione è esattamente opposta: c'è una area movimentista che non ha rappresentanza e che di volta in volta oscilla da una fazione all'altra e ci sono i vari partitini che rappresentano nicchie più o meno ampie del resto dell'elettorato. Non esistono più i Gramsci e i Bordiga e di conseguenza non ci sono ideali da scrivere o personalità forti che sono capaci di trascinare ma ideali da riscoprire (sarebbe già tanto rileggere Gramsci che a differenza di quanto pensino gli esponenti deboli di pensiero dell'una o della'altra parte ha ancora molto da far scoprire come si era già accorto non un ultimo arrivato come Croce, ma erano altri tempi.......) e già se ci fosse solo questo sarebbe un discreto passo in avanti perchè si potrebbe presupporre un tereno comune di punti programmatici da fissare, mentre in realtà di comune hanno poco e poca voglia di "delegare" ad una improbabile federazione che al momento ha solo un sapore elettoralistico: un pò poco se si volgiono attrarre voti e aree di consenso! E' vero che essendo italiano il "mai dire mai" è d'uopo (lo si è visto anche ieri sera nella trasmissione di Ferrara dove appunto c'erano i capi della sinistra e che hanno dimostrato solo la scarsa volgia di essere parte di un disegno unitario che non sia solo elettoralistico.

Liberalizzazioni: il lenzuolo non basta?

Come volevasi dimostrare sarà necessario un secondo intervento del Governo per "chiarire" le norme sulla portabilità dei mutui dato che il far west bancario italiano ha fatto orecchie da mercante sulla legge. Infatti non solo la portabilità è vanificata ma addirittura, come affermava ieri un noto quotidiano italiano, si dice al cleinte che non c'è possibilità e che la massimo si può rinegoziare all'interno della banca; in caso contrario c'è da andare dal Notaio ed i costi lievitano fino a quasi 3000 €: una cifra colossale per chi è già in difficoltà a pagare le rate del mutuo in violazione della legge che nvece afferma che il costo dell'operazione non dev'essere scaricato sul cliente. Insomma, a dimostrazione della forza del potere bancario, la lenzuolata "bancaria" è stata spazzata via dal vento corporativo ed essa si va ad aggiungere alle migliaia di leggi che pur se in vigore non hanno effettività. E, ci si chiederà, il Governo? Metterà nella Finanziaria una norma che "chiarisce (?)" che il tutto dev'avvenire senza costi per l'utente. Da che era partito come la liberalizzazione che avrebbe aperto un radioso futuro per la società italiana, grazie al mercato (), dove si sarebbe creata e raggiunta la felicità ci troviamo di fronte alla solita pezza all'italiana dove il cittadino ha diritti puramente nominali mentre l'effettività del diritto e del potere ce l'hanno in mano i poteri lobbistici come quello bancario. Un Governo, invece, davvero interessato al benessere del cittadino (che è il datore di lavoro dei politici) avrebbe previa consultazione, prima fissato regola chiare e precise con annesse sanzioni penali, civili ed amministrative poi dato il via al mercato con organi di controllo con poteri reali e incisivi e chi sgarra se la vede con l'organo stesso e con i giudici: una misura potrebbe anche essere la class action in questo campo. Naturalmente questo comporterebbe il presupposto che si smettesse di soffocare la giustizia, come invece avviene, tagliando i punti vitali dell'Amministrazione giudiziaria, ma questa è un'altra storia......................... ad oggi la situazione è questa: la politica è impotente di fronte alle lobby corporative e dietro essa i cittadini sono nudi e senza difesa di fronte al loro strapotere!!

mercoledì 5 dicembre 2007

I lavoratori pubblici italiani? per Montenzemolo tutti assenteisti

Il Fatto: la Ragioneria dello Stato ha elaborato dei dati sulla quantità di giorni, lavorati e non, nella Pubblica Amministrazione (non ci sono solo malattie, recuperi di giorni lavorati - ad esempio per i militari che tornano dalla missioni ci sono alcuni giorni di recupero che gli permettono di stare a casa, o forse non ne hanno diritto? -, ferie escluse, ore di straordinario non pagate ecc.) pubblicandole per fornire quell'informazione a cui tutti abbiamo diritto, visto che li paghiamo con le nostre tasse. Il Centro studi dalla Confindustria ha rielaborato i dati della Ragioneria aggiungendo oltre a quanto sopra un terzo delle ferie (a detta dei sindacalisti interpellati in proposito e di alcuni esperti). Montezemolo a questo punto (come argutamente fanno notare TUTTE, ma proprio tutte, stavolta nessuna esclusa, LE OO.SS.) ha tirato fuori la notizia sparandola come una cannonata; i risultati di questa "rielaborazione" sono sorprendenti: a Siracusa sono dei fulmini di produttività mentre a Bolzano dei fulmini assenteismo cronico; gli impiegati (civili e militari?) della Difesa che sono al top dell'assenteismo. In poche parole l'Italia finisce sottosopra. Tutto è possibile in questo folle paese però sorge un dubbio: chi, come il sottoscritto, conosce le zone di Trento e Bolzano, per fare un'esempio, sa benissimo il livello dei servizi che quelle Pubbliche Amministrazioni offrono, altissimo peraltro rispetto al resto del paese (una prova è che molti Comuni appartenenti a Regioni a Stuto ordinario hanno tenuto referendum per passare proprio sotto queste Regioni, sarà un segnale o no di gestione efficiente?), a livello dei paesi europei all'avanguardia. A Siracusa, magari, se non sono altrettanto bravi sarà anche forse colpa dei dipendenti inefficienti ed assenteisti (tutti? Siamo seri) ma non è che, magari, non è solo colp loro ma anche di quei comitati di affari "misti" di politica/malaffare/settori dell'imprenditoria inquinata che certo non invogliano la gente a lavorare e ad essere efficiente e se dovessero avere voglia di lavorare gliela fanno passare perchè lo Stato bancomat e non efficiente consente di introitare fondi che altrimenti sarebbero dati in maniera più selettiva (sono molte le inchieste in proposito e qualche magistrato si è anche fatto "male" indagandovi come ultimamente emerso). Insomma i dipendenti pubblici sono, in tema di assenteismo, in media con quelli privati se si prendono i dati correttamente e si porgono alla pubblica opinione in maniera altrettanto corretta; se si elaborano nella giusta maniera; e se non si cerca di dimostrare a qualunque costo un'assunto con il quale mandare messaggi trasversali alle controparti (dimenticando che lo Stato italiano è sempre stato molto generoso con gli industriali italiani in tema di finanziamenti, più o meno ufficiali, e agevolazioni fiscali ogni volta che questi battevano cassa mentre invece quando le cose andavano meglio si guardavano bene dal socializzare i profitti o reinvestirli in attività produttive preferendo invece lanciarsi in operazioni speculative e finanziarie spesso finite malissimo con tanto di code giudiziarie, lo "Stato Bancomat" appunto). O forse questo siluro serve per altri scopi? Ricordiamo infatti che c'è sul tavolo non la solo la trattativa sui rinnovi dei contratti dei metalmeccanici e di altre categorie private ma anche la riforma della contrattazione collettiva e la richiesta, con annessa minaccia di sciopero generale da parte delle OO. SS. di detassare i redditi da lavoro dipendente e i contratti mettendo in questo modo il dito sulla piaga della connivenza fra politica e poteri economici forti che hanno scaricato sui lavoratori dipendenti in questo ventennio le politiche liberiste fatte, e che invece hano tenuto al caldo i "rischi" che i potentati industriali avevano.

I giovani italiani? veri "gnurant" person (V.G.P.)

E' micidiale l'analisi del rapporto Pisa: è una vera debacle per i giovani studenti (e futuri cittadini del paese). Sono fra i più ignoranti del mondo, le sfumature e le eccellenze ci sono ma nella genralità dei casi non si li prenderebbe nessuno a lavorare. Rispetto all'anno scorso èndata anche peggio confermando il trend che vede il nostro paese scientemente in basso nella formazione delle future generazioni. Alla fine ci sono riusciti a creare l'elitè che sa qualcosa di tutto e la grande massa che saprà molto del nulla e poco di quello che è necessario per avere la possibilità di affermarsi nella propria vita. In certi casi ci sono problemi nella lettura addirittura e ciò non lascia presagire bene. Decenni di svilimento della scuola pubblica; tagli draconiani; scarsa preparazione dei professori; famiglie lontane e distratte ma soprattutto poco interessate a seguire i figli nella formazione scolastica; mentre i figli della elitè si preparano (anche loro male ma diverso se paghio ottieni sempre di più rispetto a chi non può, un figlio di un'operaio su 5 si può permettere l'Università, INCREDIBILE!!!) A PRENDERE IL POSTO dei padri nella società (ormai è ereditario) la stragrande maggioranza si trova nelle condizioni più o meno della fine del 1800 e, stavolta, senza nessun'anelito di ideologie sociali che spinge idealisti a impegnarsi di nuovo nella scolarizzazione di massa e nell'alfabetizzazione delle future generazioni. Si sa che il potere mal sopporta la cultura e l'intelligenza; si sa che le caste varia non vedono di buon occhio persone che appena assunte si informano se ci sono sindacati e quali sono le condzioni economiche e lavorative, ma soprattutto si sa che persone culturalmente preparate solo difficili di gestire quando si tratta di propinargli le balle che attualmente vengono dette. Ma soprattutto si sa che l'attuale sistema politico/economico vuole enormi differenze di clase per permettere a chi reddito alto di aumentarlo mentre gli altri si devono per poter respirare: solo in questo modo il malthusianesimo si potrà affermare in occidente e solo in questo modo potrà, il sistema di cui sopra, sperare di sopravvivere sulla fame altrui: non solo nei paesi del terzo mondo ma qui da noi. Questa è la società liberale: è libero che se lo può permettere (anche l'istruzione) e chi non ha soldi si accontenta e non deve nemmeno odiare dato che questa è la società dell'amore e della fratellanza nella quale la massa ama il potere come qualcosa di trascendentale mentre dalal proprie tasche lo stesso potre a proprio giudizio gli leva quello che vuole. Il potere sa perfettamente che che persone istruite ragionano e sono pericolose mentre è facile controllare chi sa poco e quel poco gli vien fatto anche pesare!!

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