mercoledì 12 dicembre 2007

Trattativa saltata sciopero ad oltranza: la precettazione? non serve....

Continua ad oltranza lo sciopero dei TIR, nonostante le precettazioni, bloccando tutte le attività del paese: dai rifornimenti per l'alimentare alla benzina. Si parla di sciopero corporativo e selvaggio ma in realtà si stanno scontando gli errori cinquantennali della politica la quale anzichè spingere per una sana alternativa fra trasporto su rotaia e su gomma, depresse la prima e spinse la seconda per una questione di pura e semplice opportunità politica. E' vero che si stavano costruendo quelle che allora sembravano grandi arterie di comunicazione ma nessuno si fece sfiorare dall'idea che in questo modo si sarebbero create delle nicchie di potere corporativo di cui oggi vediamo le conseguenze. Infatti come NON mi sento di condannare lo sciopero di questa categoria così comprendo quella dei lavoratori dipendenti che, in maniera diversa, spingono per aumenti visto che non ce la fanno ad arrivare a fine mese: meno comprendo quella dei tasisti che per anni sono stati poco meno che una categoria protetta. E' un lavoro duro quello del camionista soprattutto se si è sotto padroncino (perchè questo sciopero non è tanto dei dipendenti quanto di chi li gestisce che spera in questo modo di avere benefici dal Governo e difficilmente darà parte dei stessi benefici ai suoi dipendenti) perchè non ci sono orari né leggi che tengano: avanti e indietro per il continente è l'unica regola. Non mi meraviglierei se terminata "questa" protesta dei padroncini (che spesso stanno a casa e fanno scioperare i dipendenti) scoppiasse quella dei veri lavoratori del trasporto e lì non ci sono mezzi che tengano visto che sono loro a rischiare maggiormente sulle strade e a vedere minori benefici che i vari accordi stipulati danno a chi li governa, e sono loro ad avere sulle spalle l'economia del paese ma sono anche l'anello debole della filiera del trasporto sulla quale pesano i costi maggiori sia dello sciopero che della deplorazione della pubblica opinione. Qui la classe politica dovrebbe interrogarsi su come è costruito questo mondo e su quali prospettive di aprono per l'economia nazionale se una singola categoria riesce a bloccare una intera nazione e soprattutto quello che maggiormente serve è una politica dei trasporti che pur valorizando questa nicchia ne metta in risalto le potenzialità ma anche ne definisca maggiormente gli ambiti di lavoro e limiti lo strapotere di chi ha in mano le chiavi, realmente, dei TIR. Un'ultima cosa: tipicamente tutta italiana. La politica italiana, pavida con i forti, che fa? A destra si appoggia la cosiddetta lotta e la si sostiene, forti del fatto che esponenti della categoria, sono stati esponenti anche autorevoli dei precedenti governi, quello che manca è una netta presa di posizione dall'altra parte dove si tentenna fra un moderato fastidio e un silenzio politico assordante fatto solo di repse di posizione di facciata. Stona il Governo che pur condannando lo sciopero nelle sue forme non riesce a trovare l'accordo: ma questo governo nel suo programma per la ricerca della felicità non aveva come cardine base la concertazione? O vale solo per i dipendenti?

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