domenica 9 dicembre 2007

La grande spoliazione dello stato sociale

un pò alla volta viene scoperta la spoliazione messa in atto ai danni dei lavoratori italiani. S'iniziò con la fusione fra assistenza e previdenza (in pratica i fondi pensionistici iscritti all'INPS finanziavano l'assistenza che invece sarebbe dovuta gravare sulla fiscalità generale); poi la cosiddetta riforma delle pensioni, con annesse modificazioni e integrazioni, che venduta come aggiornamento alla mutata condizione sociale si è rivelata per quello che è: un bel risparmio per le casse dello Stato che incameravano dall'Inps i contributi lordi e venivano restituiti con un conteggio bassissimo per costringere i lavoratori ad andare nelle braccia degli squali privati (e quando c'erano delle resistenze tiravano fuori la balla del conflitto generazionale ecc.) dandogli una pensione pubblica, pagata con contributi altissimi da fame; infine il raggiro delle invalidità dei lavoratori che sono pagate dall'Inail: in quanto per legge quando questo Istituto supera l'attivo annuale di 200 mln di € l'eccedenza va in un conto della tesoreria, infruttifero, a ripianare il bilancio pubblico (che è disastrato per le scelte quantomeno discutibili fatte sulla pelle degli italiani dalla classe dirigente e dalle lobby economico/industriali sempre pronte a papparsi soldi pubblici ma tirchie quando si tratta di mettere mano alle tasche proprie). Infatti l'inail, per i contributi di lavoratori e aziende, è sempre in attivo ma eroga (nell'ottica del risparmiare sulla pelle dei più deboli ma senza toccare i privilegi di casta e di censo) indennità bassissime proprio per consentire allo Stato di prendersi le eccedenze; inoltre la legge che dava i cosiddetti punti di invalidità è stata ricongegnata in modo che i punti di invalidità siano così bassi da dare il minimo indispensabile al lavoratore infortunato e reso inabile al lavoro; se addirittura morto il 50%, circa, alla vedova ed il 25%, circa, al figlio (una miseria....................) mentre il resto se lo pappa lo Stato. Ancora qualche dubbio sulla truffa messa su negli anni 90? Suona come tardiva l'affermazione che troppo poco si è fatto per la sicurezza mettendo sul groppone delle aziende la responsabilità di essa: loro, per la logica del profitto che le contraddistingue, tendono sempre a risparmiare sui costi e quindi se la legge non le costringe e se in controlli non sono assidui e frequenti, il livello di rischio accettabile s'abbassa notevolmente. Sarebbe da rispensare tutta la materia e suona, appunto, tardiva "l'annunciazione" della solita legge che si aggiunge alle altre e non sarà applicata come le altre.

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