giovedì 24 gennaio 2013

sottrare potere alla cleptocrazia? Il modo c'é... forse

C'é un articolo su Harpers, richiamato dal Fatto Quotidiano (leggetelo) che mi ha fatto riflettere sullo stato dell'arte della democrazia occidentale, in particolare quella italiana.
E' un pezzo pessimistico ma cinicamente realista; le democrazie, come tutto il resto, stanno cambiando dna: sono altro e non ce ne siamo accorti se non ora che é, quasi, troppo tardi dal momento che due suoi pilastri, il voto e la partecipazione, sono stati ritualizzati e quindi svuotati del loro reale significato per diventare solo un "momento" obbligatorio dal quale non discendono necessariamente quei cambiamenti che l'uomo comune si aspetta, anzi con il passar degli anni da un lato ci si rende conto che mentre ci siillude delle promesse dall'altro si spera che la prossima volta vada meglio "tanto peggio di così..." e invece, lasciando in mano alle solite facce, dietro i quali ci sono i soliti interessi, si perde di vista il ver nodo: la genrazione che maggiormente ha lottato per allargare i diritti é proprio quella che ha permesso lo scippo dell'essenza democratica e lo svuotamento della regola democratica fino a diventare vera e propria demagogia assurta a potere, e in questo concordo con il notista, dove si lotta per accaparrarsi i soldi e il conseguente potere che ne deriva "depoliticizzando" partiti e ideologie: si poteva evitare?
Certo, ma avremmo dovuto farlo ai primi vagiti, non ora che ad essere cresciuti non sono gli anticorpi ma il cancro stessa che l'ha uccisa..... il notista si chiede se ha ancora senso andare al seggio e votare (foss'anche per scegliere solo il male minore)....siete d'accordo?
il notista conclude che dobbiamo imparare a scegliere quei movimenti che rispecchiano i nostri valori politici; nulla da dire ma faccio notare un cosa: se anche questi movimenti spesso sono "one shot" (ossia sono rassemblement .. ad esempio Rivoluzione civile sembra essere proprio questo) cioè si riuniscono per alcuni scopi comuni per poi implodere in mille schegge, se non sparire... cosa ci rimane da votare?

mercoledì 23 gennaio 2013

C'era una volta ... pomigliano

Ricapitoliamo le puntate precedenti... anzi no raccontiamo una favola:
c'era una volta una fabbrica in crisi, definita cattedrale nel deserto, cha apparteneva allo Stato, arrivò una sua concorrente e l'acquistò; ma le cose non andavano bene ancora e si decise che questa fabbrica andava "riqualificata" e così fu: ma prima era necessario che ci fossero delle riforme che avrebebro dovuto metterla al passo degli altri. Si decise che:
  1. era necessario che il padrone potesse aver mani libere nel decidere come, chi, quando e senza un perché licenziare o mandare in cassa integrazione senza interferenze esterne;
  2. era anche necessario che il contratto di lavoro cambiasse, fosse aggiornato alle esigenze del momento.. subito i sindacati (tranne la fiom) accorsero come i re magi al cospetto della nascente nuova era che avrebbe reso tutti felici, operai compresi; così come governo e partiti, sinistra (..) compresa si misero a disposizione affinché il cambiamento potesse avvenire "riformando" la legislazione a partire dall'art.18, l'ultimo vero baluardo all'orda liberale;
  3. fu anche detto che, dopo riforme e nuovi contratti, il lavoro sarebbe arrivato copioso e gli operai non avrebbero sofferto più di tanto le brutture della cassa integrazione.
A conferma di tutto ciò fu siglato un accordo dove da un lato venissa promesso che miliardi sarebbero arrivati come investimenti che avrebebro rilanciato la fabbrica così come fu promesso che nuovi modelli e nuove piattaforme sarebbero state operative a breve, in  cambio si chiedeva la riduzione di quelli che erano considerati diritti dei lavoratori e libertà nel gestire lavoro e tutto il resto e in più si decise che chi firmava poteva sedersi al tavolo di concertazione (contrattazione nemmeno a parlarne) chi respingeva l'accordo o lo dicuteva pensando, ingenuamente, di poterlo cambiare o almeno migliorare e tirava in lungo i tempi ..... no era escluso e per sempre: anche se era la sigla maggiormente rappresentativa e si vide anche rifiutare il pagamento della tessera attraverso la busta paga: in pratica veniva cancellata; e si fece un referendum (durante il quale varie volte sono state denunciate pressioni indebite sui lavoratori) affinché gli operai potessero scegliere il si o il no....  solo una sigla, come dicevo, disse di no e fu esclusa e molti dei suoi iscritti furono messi in cassa integrazione o messi in gravi difficoltà, con il plauso, nemmeno tanto nascosto, della stessa sinistra.....
com'é andata a finire?
Che alla fine si é dovuto riconoscere che nulla di quanto promesso é stato messo in atto, anzi si dice chiaramente che le fabbriche sono improduttive e che i miliardi promessi non sarebbero arrivati né allora ne oggi, né probabilmente nei prossimi anni.
Che dopo varie battaglie legali la Fiom sta riconquistando a colpi di sentenze l'agibilità sindacale e politica dentro e fuori la fabbrica semplicemente chiedendo quelli che sono i principi di qualunque democrazia sindacale di un paese civile: non siamo in cina.... anche se qualcuno ci spera.
Che, mentre la Fiom vince quasi tutte le cause, a difesa, ivi compresa quella sul licenziameno di 19 suoi iscritti (l'azienda in risposta ne manda in cassa integrazione altrettanti 19 mettendo le basi per una guerra fra poveri dalla quale sarebbe l'unica a guadagnarci), le sigle sindacali "responsabili (...)" riconoscono che ci sono esuberi di operai: risultato? Che il giudice, é di oggi la sentenza, che avrebbe dovuto decidere la reintegrazione dei 19 operai messi alla porta al posto di quelli della Fiom ha sentenziato che esisteva "un difetto di legittimazione degli intervenienti" perché la Fiom non aveva titolo per ricorrere... perché il licenziamento non era ancora avvenuto e quindi "il solo elemento temporale dedotto" dalla Fiom "non appare integrare gli elementi necessari per qualificare l'avvio del procedimento per il licenziamento collettivo come ritorsione, cioé come comportamento pregiudizievole volto a punire le persone lese dalla discriminazione o qualunque altra persona"; in pratica: i 19 licenziati non potranno essere della fiom ma é comunque nel potere dell'azienda diminuire il personale" e qui cade l'asino perché poco prima, come dicevo, altre sigle sindacali avevano appena riconosciuto oltre 2000 esuberi aziendali facendo un insperatisimo regalo all'azienda.
E le promesse? Di là da venire, ancora... e pensare che Monti c'era andato ad esaltare il nuovo; e pensare che tanti capoccioni della sinistra s'erano sgolati a far capire a quei comunistacci della Fiom che i tempi erano maturi affinché alcune "garanzie" potessero essere considerate anacronistiche, ecc. l'unica cosa certa, finora é: la Fiom aveva ragione perché dietro tutto il fumo non c'era nessun arrosto....
il resto alle prossime puntate e se non fosse la descrizione del dramma della perdita del lavoro per migliaia di famiglie di lavoratori ci sarebbe quasi da pensare che tutto é solo un brutto sogno e che domani é un altro giorno e la notte é passata e i fantasmi sono spariti con essa.... ma non é nulla di tutto questo, purtroppo....

martedì 22 gennaio 2013

di bolla in bolla, il paese implode.. ma la finanza s'ingrassa

Bè chi di voi sa che siamo seduti su un vulcano? No non parlo di quelli veri ma di un altro tipo di vulcano: quello finanziario. Già perché grazie a Prodi (si proprio Prodi), Tremonti ecc. con la finanziarie del 1997 e del 2002 vengono autorizzati la Cassa Depositi e Prestiti e gli altri enti pubblici economici a....  operazioni swap, derivati, per ristrutturare il debito pubblico (1997) e, nel 2002, gli enti locali a emettere titoli e contrarre mutui bancari con rimborso del capitale in un unica soluzione alla scadenza precia costituzione di un fondo di ammortamento del debito o previa conclusione di swap" con una grande differenza fra la prima e la seconda formulazione delle finanziarie: nella prima c'erano banchieri versus banchieri mentre nella seconda c'erano banchieri versus politici (che ben si sa non sono esperti di politica figurarsi di finanza, quando naturalmente non sono collusi e cercano di guadagnarci in consensi e altro). Bene, il problema é: quanti sono i miliardi che si devono restituire? Tenetevi forte: 193 mld in totale di cui 160 mld e 33 degli enti locali per una perdita potenziale, se fossero perse le scommesse si dovrebebro restituire ben 1294 mln in un colpo solo. Una cifra da capogiro e si comprende come siano stati solerti le istituzioni politiche a cambiare un mr. b con un .... banchiere ex Goldman-Sachs che per prima cosa doveva mettere al sicuro proprio il debito contratto con la finanza: come poteva farlo? Semplice: come in Grecia ossia tagliando, introducendo tasse odiose, allungando la vita lavorativa perché così s'introitano più tasse, tagliando le pensioni (con contributi elevati ma tagliando il coefficiente di rivalutazione proprio del contributivo) .... il resto lo sapete. Si poteva fare altrimenti? Si certo: bastava continuare a farli fare dalla CDP per poi trasferirli agli altri enti, politici e non, per esempio; oppure si poteva non introdurli affatto, ed era meglio certamente: magari qualche banca avrebbe sofferto e protestato ma di certo gli Stati avrebbero potuto sopportare la perdita (non si é mai visto un banchiere piangere per un suo collega fallito): ad esempio la Puglia, e qualche Comune del nord, ne é uscita in transazione riducendo al minimo il problema che il precedente governo regionale aveva a cuor leggero firmato a mani basse.
A proposito le banche non stanno meglio perché alcune di esse, non contente di appioppare a enti locali swap ecc., se ne ne intestate diversi per ...... ripulire i propri conti e "sembrare" in via di risanamento: un esempio? MPS, secondo le varie fonti giornalistiche, dove per "ristrutturare" il proprio debito si firmò uno swap al posto dell'altro: il nuovo era denominato "Alexandria" e doveva sostituire il precedente chiamato "Santorini (a proposito di vulcani)" per un totale di 200 mln di euro e perdite possibili che hanno visto il governo intervenire a spron battuto con una disponibilità di oltre 2 mld circa, miliardo più o meno tanto ...., mettendoci sopra il cappelli con i Monti bond garantendo tutto; insomma svuotando a noi le tasche per salvare capra e cavoli (loro): NATURALMENTE STA INDAGANDO LA MAGISTRATURA CHE SI SPERA FACCIA PIENA LUCE IN MERITO, VISTO CHE LA POLITICA CHIUDE GLI OCCHI E LASCIA FARE.
Anche in questo caso si poteva fare altrimenti? Certo: lasciarla fallire e rimettere i cocci insieme ripulendo le scorie e i detriti...... ma questo sarebbe cosa da altri mondi non certo di questo.
Si sarebbe potuta introdurre la tobin tax vera e non quella che, guarda caso, riguarda alcune operazioni finanziarie e non tutte: men che meno i derivati, su cui si basa l'intero castello di carte della finanza.
Quale lezione dovremmo trarne? Che andando a votare dovremmo ricordarci che questa politica ci ha portati a questo esito e che il liberalismo economico ha dato la base culturale, politica ed economica (tutto legato da considerazioni fatte nel ... XVIII secolo da gente come Adam Smith, Jeremy Bentham, ecc. e che ci vendono per "nuovo") al tutto e quindi dare credito a chi ci sostiene che solo non svenando chi lavora o ha una pensione si potrà rilanciare la domanda e di conseguenza un offerta perché gli stessi che sostengono il suo contrario se fossero ad una sessione di esami universitaria sarebbe bocciato e gli sarebbe consigliato di cambiare facoltà e magari lasciare gli studi.

domenica 20 gennaio 2013

Servono riforme radicali..

... ed ha ragione: questo paese ha bisogno di cambiare, il prima possibile per giunta. Sapete qual'é la cosa bella dei liberali "economici (noti al mondo come liberisti)"? Quella di essere completamente a-ideologici: non che non abbiano una ideologia, ce l'hanno eccome (si chiama mercato, moneta é la sua icona e finanza il suo paradiso) eppure non si fanno scrupoli di adattare e riadattare idee altrui per i propri scopi; anche negli usa i liberisti hanno lo stesso atteggiamento: a partire da reagan, osannato dalla nostra sinistra, fino a obama tutto é sembrato completamente in poco tempo, poco più di 20 anni e il processo é finito. Da noi la trafila é quasi al termine: ci voleva uno shock finale per fare i conti con il welfare e poi tutto é pronto per farci fare il salto finale nella open society dove ognuno è padrone del proprio destino e lo stato non deve fare altro che consentirne il libero svolgimento senza intervenire anzi deve rimuoverne gli ostacoli (chissà se ci pensa a cambiare l'art.3 comma due in questo senso il nostro Monti) con tutti i mezzi a propria disposizione, compresa la repressione di eventuali "disturbatori" e deve anche intervenire quando accadono storture: come? l'abbiamo sotto gli occhi visto come si sono svenati pur di salvare le banche e la finanza evitando di far crollare l'intero sistema. Si Presidente queste paese delle "riforme" questo paese ne ha bisogno: a cominciare dall'attuazione così com'é della Costituzione, mai applicata, che già sarebbe un miracolo il poterlo fare; poi ce ne sarebbero altre, quali ad esempio: i servizi, i trasporti, la programmazione industriale, la lotta alla miseria e tantissime altre quanti sono gli anni che dal '48 ad oggi hanno sedimentato in generazioni di italiani che si son dovuti abituare ad arrangiarsi e a trovare il proprio posto al sole a qualunque costo e turandosi non solo il naso ma tutto.... una volta tanto sarei d'accordo con lei: ci vogliono riforme radicali, ci vogliono cambiamenti radicali, solo così potremo fare a meno di quelli che ci vengono a dire che senza costoro va tutto a ramengo fra cui lei... ecco una prima riforma che si può fare subito e senza spese: rimetta i commenti sul suo canale di youtube, le critiche vanno accettate, si chiama democrazia ed é quella che le permette di andare in giro a dire la propria...  si é accorto che su twitter non va per la maggiore, ci sarà un perché?

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